BarLungo con Simone – Cosa lascia il berlusconismo alla destra

Dopo aver analizzato, nella prima puntata del nostro approfondimento, il lascito di Berlusconi alla parte politica che lo ha sempre avversato, parliamo adesso del centrodestra. Certamente l’ex Presidente del Milan è l’inventore dello schema ancora oggi vincente che vede alleati una destra sdoganata dall’eredità fascista con un centro moderato e conservatore. Cerchiamo di capire, con l’aiuto di Simone Pesucci, cosa ha creato e cosa lascia Silvio Berlusconi alla parte politica di cui è stato l’ispiratore ed il padrone per 30 anni.

Buon ascolto!

La musica mette d’accordo tutti!

Firenze è conosciuta per la propria bellezza rinascimentale che ancora ammalia turisti e studiosi di tutto il mondo ma anche per il proprio istinto polemico, quell’incapacità di confrontarsi senza dividersi in fazioni.

E’ infatti Firenze che ha avuto il coraggio di mandare in esilio il Sommo Poeta Dante Alighieri o di bruciare al rogo Girolamo Savonarola, senza dimenticare le guerre intestine tra Guelfi e Ghibellini, fino alla divisione in quartieri nell’esercizio del calcio storico fiorentino, tradizione che ancora oggi vive nel mese di giugno. Se insomma qualcuno a Firenze riesce a mettere tutti d’accordo, allora significa che ha avuto un’idea geniale ed è riuscito a metterla in pratica con sobrietà facendo convivere tradizione e novità.

Nicola Mazzoleni, ideatore della manifestazione Live on The River Festival (www.liveontheriver.it), ha centrato l’obiettivo portando alcuni gruppi musicali a suonare sopra una zattera in Arno nei giorni ai quali i fiorentini tengono di più, quelli vicini a San Giovanni, il patrono della città che viene festeggiato il 24 giugno con il corteo per le vie del centro, la finale del calcio storico ed i fuochi d’artificio che illuminano a giorno la città. La genialità di Nicola e della sua creatura, è certificata dalla mancanza di polemiche in città, un unicum che ha certamente una sua spiegazione logica: Live on The River festival ha tenuto insieme la tradizione e l’innovazione nel rispetto di entrambe. A differenza di altre iniziative, come ad esempio la molto discussa ruota panoramica, la manifestazione musicale ha rispettato la città e le sue ricchezze storiche e naturali. Il fiume Arno, tanto amato in città nonostante la drammatica alluvione del 1966, è stato coccolato con note musicali di qualità quasi fosse un bambino che doveva addormentarsi mentre veniva solcato dolcemente da una zattera, novità tanto semplice quanto rivoluzionaria. Tornare a specchiarsi ed a vivere il proprio fiume ha rappresentato la possibilità di riappacificazione tra la cittadinanza e la propria storia e poterlo fare in un ambiente in cui tutti erano i benvenuti, senza biglietti da pagare, con grandi e piccini che si potevano buttare sul prato o su una sdraio, potevano cenare o bere un drink, ha dato la sensazione di comunità, di sentirsi parte del popolo della musica e non solo della città più bella del mondo.

Se vi siete persi l’occasione di andarci, segnatevi la data per il 2024 perché nella città dove mai nulla cambia, in quella Firenze che cammina in avanti solamente guardandosi alle spalle, stavolta la scossa è arrivata da un pezzo di futuro: che sia la volta buona per cambiare davvero la prospettiva?

BarLungo con Simone – Cosa lascia il berlusconismo alla sinistra

Dopo alcune settimane torna finalmente il nostro podcast nella speranza di non fermarsi più. Il fatto politico (e soprattutto di costume per come è stato trattato dai mass media) più importante dell’ultimo periodo, è stato certamente rappresentato dalla scomparsa di Silvio Berlusconi. Un personaggio che, indipendentemente da come la si pensi, ha cambiato la storia di questo paese dal punto di vista culturale e politico. Con l’aiuto di Simone Pesucci, iniziamo ad analizzare l’impatto del berlusconismo sulla sinistra italiana per poi vedere, nella prossima puntata, quello relativo alla destra.

Buon ascolto!

Che si gioca? La classifica finale!!

Ed anche quest’anno i pronostici bonus hanno rivoluzionato la nostra classifica finale tanto che….. comanda il Bottegone!!! Dalla ridente cittadina pistoiese infatti, arriva il vincitore dell’edizione 2022/2023 della rubrica più commentata del blog!!

Se fino ad ad oggi era stato il Pappagallone Reale ad occupare la vetta della classifica, i punti guadagnati grazie ai pronostici di inizio anno hanno fatto prevalere Joe il Pistoiese che ha azzeccato la vincente dello scudetto, quella della Champions League, della Conference e dei Mondiali in Qatar. Spero per lui che almeno alcune di esse siano state giocate anche alla Snai! Dietro di lui, come punteggio bonus (che è indicato tra parentesi), sono arrivati il Pappagallone Reale ed il Lungo che però, nonostante l’exploit, resta ai piedi del podio. Ecco allora la classifica finale della stagione 2022/2023 stilata grazie ancora una volta alla fondamentale collaborazione dell’Argentino Fiorentino ormai quasi Parigino.

Joe il Pistoiese 114 (32)
Il Pappagallone Reale 108 (22)
L’Argentino Fiorentino ormai quasi Parigino 98 (17)
Bomber Siiimo 98 (20)
Lungo 97 (22)
Il Crociato Gialloblù 89 (14)
Niccolò 74
Sandrino il Bressesino 66
Francesco il Meneghino Junior 57
Carlo il Meneghino di Paderno Dugnano 54
Salva il Molisano 48
Andrea 36
Alan 25 (25)
Luchino il diavolo rossonero 15

Nella speranza di avere ancora la forza ed il seguito per la prosecuzione della rubrica anche la prossima stagione, vi mando un grande abbraccio!!

Poteva essere un’annata leggendaria: il bilancio viola

E’ stata la stagione del ritorno in Europa, della consapevolezza di una Fiorentina tornata su determinati livelli, dell’atroce sofferenza per le due finali raggiunte e perse. Non era cominciata nel migliore dei modi, con un mercato ancora una volta deficitario, pieno di scommesse (quasi tutte perse) e di calciatori fondamentali per l’idea di calcio di Vincenzo Italiano mai arrivati. Un inizio di stagione tribolato, con i due mesi iniziali deludenti a causa di una rosa martoriata dagli infortuni, mancante dell’esperienza necessaria per affrontare le tre manifestazioni ed un allenatore troppo testardo per provare a cambiare fin da subito il modo di giocare. Ecco allora un centrocampo a 3 con Amrabat regista e Mandragora mezzala, una (non) prima punta come Jovic lasciato a vegetare senza rifornimenti e senza compagni in appoggio nell’area avversaria, una difesa che imbarcava acqua tra papere di Gollini e topiche difensive che troppo spesso hanno visto protagonisti i difensori viola. Poi però, quando l’aria a Firenze stava per diventare irrespirabile (ricordate la batosta in Turchia?), ecco la svolta: la società che conferma Italiano, il mister che finalmente mette da parte l’ideologia del 4-3-3, gli infortunati che tornano a giocare (Nico no però perché lui doveva vincere il mondiale) e la Fiorentina che torna a somigliare, nei risultati anziché nel gioco, a quella della scorsa stagione. Dopo il Qatar poi, la fioritura definitiva con calciatori che giocano la miglior stagione in carriera (Biraghi), altri che si travestono da Benjamin Button (Bonaventura), altri che si ribellano al ruolo di eterno panchinaro per trasformarsi in gladiatore (Ranieri)! I viola iniziano a volare e, oltre a raggiungere le due maledette finali, tengono un ritmo da Champions League in campionato dove recuperano punti su quasi tutte le altre e mancano la qualificazione in Conference League solo per la contemporanea corsa su tre fronti. Resta poi la delusione tremenda di Roma, dove un’Inter più forte sembra quasi giocare al gatto col topo e segna quando alza il ritmo della contesa grazie soprattutto alla maggior qualità degli interpreti. Di Praga invece, preferisco non parlare perché la ferita è ancora aperta ma la mia rubrica in merito, credo sia esaustiva. Resta dunque una stagione esaltante guastata solamente dalle due finali perse, una stagione che ha però dimostrato che la squadra, il gruppo ed il mister meritano fiducia e soprattutto aiuto: alcuni se ne andranno, altri non saranno confermati ma Vincenzo Italiano e tutta la Fiorentina si sono guadagnati la possibilità di fare uno step ulteriore, quello di lottare ogni anno per l’Europa. Adesso tocca alla società, quella società che in questa stagione ha già dimostrato di essere cresciuta, di aver difeso il proprio allenatore ed i propri calciatori contro tutto e contro tutti: e con una città il cui cuore è tornato a pulsare forte per i propri colori, bastano gli innesti giusti per continuare a sognare!

STATISTICHE A CONFRONTO CON LA STAGIONE 2021-2022

Posizione finale:  8° (7° nel 2021-2022)

Punti:  87 (totali nelle manifestazioni) media punti 1,68 (62 media punti 1,63)

Vittorie: 29 (19)

Pareggi: 14 (5)

Sconfitte:  17 (14)

Gol fatti: 98 (59)              

Gol subiti: 65 (51)

Differenza reti: +33  (-8)

Capocannoniere: Cabral 16 (8 in campionato, 7 in Conference League, 1 in Coppa Italia) (Vlahovic 17 reti)

Assist man: Biraghi 13 (Nico Gonzalez 6)

Miglior gara dell’anno:

Chiaramente in questa sezione non ricorderò la partita giocata meglio o magari la più spettacolare, ma solamente quella che mi ha regalato più gioia e più emozione nella lunghissima stagione appena terminata. Ecco allora che la vittoria di Basilea è per me la fotografia della follia viola: una gara d’andata dominata ma persa per due disattenzioni (tanto per cambiare), un’impresa quasi disperata al ritorno contro una squadra che è nata ed allenata per difendersi e ripartire. In Svizzera però, la Fiorentina ha mostrato il suo lato migliore, quello di una compagine nata per imporre il proprio gioco senza chiedere il permesso a nessuno. Un gruppo granitico che crede nelle idee del proprio allenatore ed è pronto a buttarsi nel fuoco pur di raggiungere l’obiettivo attraverso il gioco. Tutti quelli che criticano l’atteggiamento dei viola in finale a Praga immagino abbiano avuto da ridire anche nella gara di Basilea in cui i viola hanno attaccato senza tregua anche durante i supplementari….immagino siano arrabbiati con Biraghi che ha messo in mezzo centinaia di palloni, con i centrocampisti che nell’azione del gol vittoria hanno affollato l’area avversaria, con il mister che ha chiesto alla squadra di crederci fino all’ultimo secondo! Io invece sono orgoglioso di una Fiorentina che è andata ben oltre i propri limiti grazie all’atteggiamento, alla mentalità, alla voglia di comandare il gioco. Ed il gol di Barak mi ha fatto piangere di gioia come non mi accadeva più da anni. Ecco perché Basilea resterà nel mio cuore per sempre!

Peggior gara dell’anno:

Se la semifinale è stata una gioia indelebile, la finale contro il West Ham ha rappresentato una pugnalata al cuore che ancora sanguina e lo farà chissà per quanto tempo. La Fiorentina ha gettato al vento un’occasione irripetibile chissà per quanti anni e lo ha fatto per un errore individuale che non può essere né compreso, né giustificato, né scusato. Igor, vero responsabile della sconfitta contro gli Hammers insieme a Mandragora (il gol fallito grida vendetta!), ci ha rubato un sogno che cullavamo dalla vergognosa finale di Avellino, quella in cui la Juventus ci prese Coppa e numero 10. La delusione è ancora più grande perché il tragitto della Fiorentina è stato costellato di cadute rovinose (vi ricordate la Turchia?) e rinascite repentine ma ha sempre avuto come stella polare l’impegno di un gruppo che ha lottato per riportare una coppa europea a Firenze dopo troppi anni. Fa ancora tanto male…..

Miglior calciatore: Jack Bonaventura

Il rettore del centrocampo ha ancora una volta dato saggio delle sue qualità tecniche, tattiche ed umane. Non appena Vincenzo Italiano ha finalmente deciso di liberarlo dai compiti di copertura di un centrocampo a 3 e gli ha consegnato le chiavi del gioco viola, la Fiorentina ha decisamente svoltato. Un professionista esemplare che si è dannato l’anima per tutta la stagione nonostante l’età, che si è preso tutte le responsabilità necessarie per la squadra, che ha aiutato ogni compagno, che ha segnato i gol decisivi esibendo tutte le sue doti tecniche. E’ stato il cuore della squadra perché ha legato come nessuno il centrocampo e l’attacco tornando a prendersi i palloni sui piedi degli incontristi e rifornendo stupendamente sia gli esterni di attacco che le punte. Ha fatto la guerra quando serviva, ha giocato in punta di piedi quando la situazione lo richiedeva. Mai una parola fuori posto anche se è stato il primo, nel cupo mese di ottobre, a prendere la parola davanti ai cronisti per dire che ormai la Fiorentina della stagione precedente non esisteva più e si doveva provare a fare qualcosa di diverso. Se Italiano è la mente, Jack è il braccio: clonatelo!

Peggior calciatore : Igor

Se nella scorsa stagione il difensore brasiliano aveva guadagnato la palma di sorpresa, stavolta è nettamente il peggiore calciatore della rosa. Se Venuti sbaglia perché è oggettivamente limitato e la Fiorentina in questo momento è su un livello troppo alto per lui ma non lesina mai impegno e sudore, Igor ha invece dato pessima dimostrazione di sé in più occasioni. Non solo ha giocato una stagione pessima, ma appena finita la finale di Conference non è nemmeno salito sull’aereo della squadra che ha riportato tutti a casa perché aveva fretta di tornare in Brasile. Fammi un favore, restaci!

La sorpresa: Ranieri

Un difensore che non era nemmeno partito per il ritiro estivo di Moena si è guadagnato il posto da titolare nella finale di Conference League! Una favola o un’ennesima dimostrazione di scarsa competenza? A voi la risposta in merito, ma certamente una dimostrazione di grandissima professionalità di un ragazzo prodotto del settore giovanile viola che ha sempre creduto nel lavoro, nella perseveranza, nella voglia di diventare un punto fermo della Fiorentina in cui è cresciuto. Ed anche la riprova del fatto che il lavoro paga sempre, soprattutto con un tecnico come Vincenzo Italiano che offre a tutti la possibilità di rimettersi in gioco: da Ranieri a Kouamè, da Cerofolini a Terzic. Luca si è dimostrato bravissimo ad interpretare il calcio della Fiorentina, ottimo negli anticipi, sempre aggressivo nell’accorciare il campo, attento nelle marcature preventive. Resta il rimpianto dell’aver dovuto chiedere il cambio in finale perché, un pò per la tensione ed un pò per lo scarso impiego stagionale, Ranieri non riusciva più nemmeno a camminare. Un calciatore da cui ripartire!

La delusione: Jovic

Per un attaccante proveniente dal Real Madrid che guadagna quasi quanto gli altri tre migliori calciatori della rosa viola, il bottino stagionale è decisamente magro. Pur avendo avuto diverse chances anche dal primo minuto, Jovic non è riuscito a mantenere le promesse faticando soprattutto in una Serie A con marcature forse troppo fisiche per l’atteggiamento dimostrato dal centravanti serbo. Non hanno poi certamente aiutato gli atteggiamenti dentro (le mani alle orecchie rivolto verso la Fiesole dopo uno dei rari gol in campionato) e fuori dal campo (la polemica sui social contro Italiano per lo scarso impiego), ma le ultime prestazioni stagionali lasciano sperare in qualcosa di migliore per il futuro. Resta un calciatore che potrebbe rendere meglio accanto ad un attaccante che faccia a sportellate al posto suo, ma la Fiorentina vorrà adattarsi per lui? Io sinceramente spero di no!

Voto alla stagione viola: 7,5

Molti obietteranno che la Fiorentina, a meno di giuste sanzioni da parte dell’Uefa, non ha raggiunto l’Europa passando dal campionato anche se la volontà era quella di migliorarsi. Penso però che, al netto delle oggettive responsabilità di Italiano che ha impiegato troppo tempo per cambiare modo di giocare della squadra, le due manifestazioni in cui i viola sono arrivati in finale hanno distratto tantissime energie. Inoltre, come detto fin dalla chiusura del mercato al Corner Viola, la rosa non solo non è stata rinforzata, ma addirittura indebolita visto che l’unico ruolo in cui siamo oggettivamente migliorati è quello del terzino destro con Dodò. Ecco perché mi sembra giusto dare un voto così alto alla squadra, perché oggettivamente il gruppo è andato oltre le proprie possibilità: pensiamo che nella finale di Praga giocavano i 7/11 della formazione di Beppe Iachini! Potevamo vincere almeno una coppa? Certamente! Potevano questi calciatori dare qualcosa di più? No!

Aspetto i vostri commenti!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – WEST HAM = 1 – 2

La fine più atroce che potevamo subire: prendere un gol al novantesimo al termine di una gara condotta con sicurezza dovrebbe essere vietato per legge! La partita ha avuto lo sviluppo che ci aspettavamo e di cui avevamo parlato anche in sede di presentazione: inglesi che provano a pressare alti con i soli attaccanti e poi, una volta superata la pressione, si rintanano nella propria metà campo ad aspettare solamente l’errore difensivo viola che, ancora una volta, puntualmente arriva. La Fiorentina ha avuto ancora una volta il merito di non snaturarsi, di provare a giocare sempre la palla, di cercare il pertugio in cui inserirsi per far male al West Ham. I ragazzi di Italiano (e l’allenatore con loro) hanno avuto il letale demerito di cadere ancora una volta in disattenzioni ed errori individuali inaccettabili quando si giocano determinate partite. Se a Roma contro l’Inter era stato Milenkovic, in coabitazione con Terracciano e Quarta, ieri è stato il disastroso Igor a mettere la ciliegina sulla torta di una stagione ingiustificabile e vergognosa in cui i cali di concentrazione e gli errori tattici sono stati troppi per essere frutto del caso. Resta il dolore, la delusione, la rabbia per ciò che poteva essere ed ancora una volta non è stato in una serata macchiata dai comportamenti delinquenziali dei tifosi inglesi che hanno aperto la testa a Biraghi, capitano vero, che ha risposto con un applauso ironico agli animali che a casa loro sono agnellini e, come escono dal Regno unito, tornano ad essere quelle bestie che sono sempre state.

Si chiude nel modo peggiore una stagione che poteva essere trionfale e che invece lascia amarezza, rabbia, delusione. Si apre adesso una fase di riflessione che non dovrà nascondere dietro al raggiungimento di due finali le evidenti mancanze di una rosa che è andata ben oltre i propri limiti proprio grazie a quel gioco offensivo che da ieri sera è sul banco degli imputati.

IL BUONO

  • Ranieri: in pochi mesi il mondo si è capovolto. Il difensore che non era stato nemmeno portato in ritiro a Moena, gioca una finale europea con grande sicurezza e disinvoltura senza patire l’impatto della gara. Non ha i 90 minuti nelle gambe, probabilmente perché la tensione ha mangiato i muscoli, chiede il cambio e questo decide la gara. Da confermare subito, ma ricordiamoci che manca un titolare!
  • Milenkovic: un autentico muro! A differenza di Roma, non ha cali di concentrazione e cancella dal campo Antonio, centravanti del West Ham. Prova anche le sortite offensive sulle palle inattive a favore della Fiorentina ma non basta. In difesa ripartiamo da lui!
  • Bonaventura: come in tutte le finali che si rispettino, le reti vengono su palla inattiva, su errori difensivi o su invenzioni del singolo. Jack ancora una volta dimostra di essere un marziano rispetto alla quasi totalità dei suoi compagni: quando conta, lui c’è sempre, quando hai bisogno, lui non manca mai. E’ l’anima, il cuore, il genio della Fiorentina.
  • Amrabat e Biraghi: entrambi non giocano una partita indimenticabile, ma voglio comunque citarli per due motivi diversi. Il marocchino si sfianca in novanta minuti fatti di chilometri, rincorse e palle recuperate senza lesinare mai un briciolo di forza. Il capitano invece, dimostra di essere una persona vera e pulita non amplificando l’effetto di un taglio alla testa che avrebbe potuto mettere in difficoltà arbitro e delegato Uefa. Dimostra ancora una volta di avere valori che vanno oltre il rettangolo verde. Bravi!

IL BRUTTO

  • Igor: ennesimo errore di una stagione da buttare. Il problema è che la scelta che ricade su di lui è completamente sbagliata ed il titolare e responsabile di averlo chiamato in causa è Vincenzo Italiano. Ciò però non può scusare il calciatore che, in occasione della rete che decide la gara, ha una posizione del corpo inaccettabile per un professionista, per di più fresco. Spero che il volo che Igor ha preso direttamente per il Brasile sia di sola andata.
  • Dodò: la sua stagione si chiude con un’evidentissima flessione atletica che toglie tantissime frecce al suo arco. Il terzino brasiliano senza esplosività diventa un calciatore normale con grandi limiti fisici. Resta comunque uno dei pochissimi acquisti top dell’era Commisso.
  • Mandragora: da ieri sera non riesco a togliermi dalla testa la rete fallita, con il suo cosiddetto piede forte, dal centrocampista di Italiano. Che si possa non fare gol lo accetto, che non si prenda nemmeno la porta no. Allucinante.
  • Terracciano: Pietro una parata mai?
  • La sostituzione mortale: ho sempre difeso Italiano e lo reputo il segreto della nostra stagione straordinaria. Prendere però per l’ennesima volta la stessa rete e soprattutto scegliere il peggior difensore della stagione per giocarsi gli ultimi minuti di una finale europea è un atto di presunzione che difficilmente dimenticherò. Se è giusto riconoscere i meriti del mister, stavolta non posso non metterlo dietro la lavagna. Ancora dobbiamo crescere!

A voi per i commenti!!