Un ragazzo fortunato

Wwayne, uno dei più grandi amici del Corner del Lungo, ci ha fatto un grandissimo regalo: mi ha inviato la storia di uno dei più grandi talenti inespressi del calcio europeo degli ultimi anni: Bojan Krkic!

Ognuno di noi ha un calciatore preferito. Talvolta capita che questo calciatore non sia il campione di turno, ma un giocatore meno scontato, che magari non ha il piede di Messi o di Cristiano Ronaldo, ma che per vari fattori ti entra nel cuore più di tanti altri fuoriclasse. Per me quel giocatore è sempre stato Bojan Krkic.

Mi accorsi di questo giocatore quando cominciò ad emergere nel Barcellona. Era un attaccante esterno, basso di statura e gracile nel fisico, ma con una tecnica e un tocco di palla davvero sopraffini: in pratica era un doppione di Messi, e infatti giocava soltanto quando l’allenatore decideva di fare a meno dell’argentino. Cioè mai.

Il nostro Bojan, dopo qualche anno passato a scaldare la panchina, decide di andare a giocarsi le sue carte altrove. Sceglie la Roma, perché allora a guidare i giallorossi c’era un suo vecchio amico, Luis Enrique. Il suo ragionamento è chiaro: l’allenatore mi conosce, sa che vengo per giocare, quindi non ci penserà due volte a lanciarmi titolare. Purtroppo Bojan aveva fatto male i suoi conti: nel suo ruolo la Roma aveva comprato un altro giocatore di grande talento, Erik Lamela, che si ambientò più velocemente di lui e che lo costrinse a passare un altro anno in panchina. Tuttavia, nei pochi minuti giocati Bojan riuscì a dare comunque una dimostrazione della sua classe infinita. La partita era Roma – Inter (22ma giornata della stagione 2011 – 2012): i nerazzurri avevano vinto la Champions’ League appena due anni prima, ma dopo quel trofeo la squadra era letteralmente scoppiata non avendo più energie fisiche e mentali da spendere. Quella partita lo provò in maniera lampante, perché la Roma umiliò l’Inter con un nettissimo 4 – 0: il sigillo finale lo mise proprio il mio idolo, e fu un gol semplicemente meraviglioso. Piscitella (altro talento perso per strada) fece un cross; Bojan arpionò la palla, ma era molto distante dalla porta ed era marcato da quattro (QUATTRO!) giocatori: di conseguenza, tutti si aspettavano che perdesse palla da un momento all’altro. Lui invece riuscì a tenerla e a trovare uno spiraglio per tirare: contro ogni previsione, la palla passò in mezzo a quella selva di gambe senza trovare nessuna deviazione, e si infilò magicamente in rete. In quel momento ebbi la certezza che Bojan non era semplicemente un bravo calciatore, ma un vero e proprio genio. Soltanto un genio infatti riesce a trovare uno spiraglio di luce dove gli altri vedono solo tenebra: a Bojan era successo ciò che succede ai matematici quando risolvono un problema impossibile, o ai classicisti quando riescono a tradurre un testo scritto in un greco complicatissimo. E gli era successo perché lui aveva un dono, che nessuna stagione passata in panchina poteva portargli via.

Dopo aver buttato un altro anno a Roma, Bojan decide di cambiare nuovamente squadra: evidentemente l’Italia gli piace, perché si trasferisce al Milan. Purtroppo ci arriva nel momento peggiore possibile: i rossoneri hanno appena venduto i due giocatori più forti (Thiago Silva e Ibrahimovic), e quindi l’atmosfera è più depressa che mai. L’allenatore dà una chance a tutti i giocatori, nella speranza di trovare in mezzo a loro qualcuno che non faccia rimpiangere troppo i fuoriclasse appena ceduti: il guaio è che nessun elemento della rosa milanista è in grado di reggere il confronto con quei due, men che meno Bojan, che è un giocatore completamente diverso da Ibrahimovic. Insomma, il mio idolo aveva scelto la peggior squadra possibile per rilanciarsi tanto da pagare quest’errore con la consueta punizione: collezionare una panchina dietro l’altra arrivando a fine stagione con la sensazione di aver sprecato altro tempo prezioso. La volete sapere una cosa curiosa? In tutto questo tempo, il Barcellona non aveva ancora ceduto il suo cartellino! Alla Roma ed al Milan infatti, Bojan era andato in prestito: per me i catalani non l’avevano venduto perché vedevano in lui un piccolo Messi e quindi coltivavano ancora la speranza che in futuro quel ragazzo così simile al loro fuoriclasse avrebbe potuto raccoglierne l’eredità. Sembra ridicolo a dirlo oggi, ma credetemi, soltanto pochi anni fa la cosa era perfettamente plausibile.

Non a caso, quando finisce l’esperienza al Milan, il Barcellona opta per un terzo prestito: stavolta lo manda in Olanda, all’Ajax. E qui c’è il primo vero fallimento della carriera di Bojan: finora poteva giustificare i pochi gol dicendo che non lo facevano giocare, ma in Olanda questa scusa non regge più, perché l’allenatore lo mette sempre titolare e lui continua a segnare pochissimo. A quel punto il Barcellona ne ha abbastanza e lo scarica ad una squadra della bassa Premier League (lo Stoke City). Ci sono delle persone che, quando entrano in crisi, hanno bisogno di toccare il fondo prima di cominciare a risalire ed è esattamente ciò che è successo a Bojan: ritrovatosi a lottare per la salvezza per la prima volta nella sua carriera, invece di intristirsi per come era andata a finire si  rimbocca le maniche ed  inanella una partita da urlo dietro l’altra. Ma il destino, che tante vittorie gli aveva regalato quando teneva in caldo la panchina del Camp Nou, scelse proprio quello straordinario momento di forma per presentargli il conto: dopo mezza stagione sopra le righe, Bojan si ruppe il crociato e fu costretto a star fermo 6 mesi. Molti giocatori non riescono a tornare come prima dell’infortunio ed inoltre c’era da considerare l’aspetto psicologico: lo spagnolo era stato bloccato dalla sfortuna nel suo momento di massimo splendore, proprio quando aveva ottenuto il ruolo di protagonista dopo tante comparsate. Non era facile ripartire dopo una mazzata così grande ed infatti Bojan non si è più ripreso: lo Stoke City se n’è accorto, e ha deciso di rescindere il contratto.

A quel punto Bojan è emigrato in America: lì il calcio è ad un livello quasi amatoriale, quindi “io che dovevo essere l’erede di Messi farò furore!” avrà pensato…ed invece le cose sono andate diversamente: la squadra che l’aveva ingaggiato (il Montréal Impact) se l’è tenuto per 2 anni, poi ha deciso di non rinnovargli il contratto. Così dal Dicembre 2020 Bojan si è svincolato, ed è rimasto senza squadra per ben 8 mesi: del resto, dopo aver fallito in un campionato facilissimo come quello americano non ci sono molti altri posti in cui andare ma, nell’Agosto 2021, riceve un aiuto inaspettato: un suo ex compagno di squadra ai tempi del Barcellona (Iniesta) che intanto si era trasferito in una squadra giapponese (il Vissel Kobe), impietosito per la sua triste fine, suggerisce ai dirigenti di dargli una chance. E così, nonostante il flop canadese, Bojan è di nuovo in pista.

Per quanto possa sembrare incredibile, lo stesso Bojan che un tempo dribblava 4 difensori dell’Inter si è dimostrato incapace di dribblare perfino i difensori giapponesi! In 26 presenze con il Vissel Kobe, ha messo insieme la miseria di 1 gol e 3 assist, e questo nonostante il fatto che a lanciargli la palla ci fosse un fuoriclasse come Iniesta. Probabilmente a Bojan era passata la voglia e quindi non avrebbe fatto gol neanche nel campionato più scalcagnato del mondo! Proprio perché a Bojan è passata la voglia, in questi giorni ha annunciato il suo ritiro dal calcio giocato, a soli 32 anni e con un solo infortunio grave in carriera. La sua storia potrebbe suscitare tristezza e rimpianto, a me invece fa venire solo un grande sorriso: la stella di Bojan è brillata per poco, ma io quel poco me lo sono goduto fino in fondo e lo conserverò per sempre tra i miei ricordi più cari. Perché gli anni più belli di Bojan sono stati gli anni più belli anche per me: anche io a quei tempi avevo dei problemi, ma erano delle sciocchezze rispetto a quelli che ho dovuto affrontare in seguito. E lo stesso vale per Bojan: quando giocava nel Barcellona il suo problema era che doveva fare la riserva di Messi, oggi il suo problema è che non fa gol neanche in Giappone, e probabilmente pagherebbe oro per fare la riserva di Messi nel PSG.  La sua storia ci insegna ad accontentarci di quello che abbiamo, ed a considerarci fortunati anche quando ci sembra che le cose potrebbero andare meglio. Bojan è stato un ragazzo fortunato, perché la vita gli ha concesso di far parte di una delle squadre più forti di tutti i tempi (il Barcellona di Messi e Guardiola)! Il fatto che due stelle di quella squadra come Piqué e Iniesta siano ancora in contatto con lui dopo tutti questi anni, dimostra che Bojan non è stato l’erede di Messi, ma è comunque un bravo ragazzo e quindi presto o tardi la vita lo premierà. Io gli faccio un grandissimo in bocca al lupo, e anche tanti complimenti per una carriera piena di aneddoti da ricordare.

Io di sicuro li ricorderò per sempre.

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – LECCE = 1 – 0

Dopo le fatiche di Coppa ed il ritorno dalla Turchia, non si poteva chiedere alla Fiorentina di correre a tutta velocità, di giocare ad un ritmo forsennato, di essere insomma la squadra che abbiamo ammirato nelle ultime settimane. Prima della sosta dedicata alle nazionali, al termine di un ciclo terribile, contava solamente vincere per restare in scia alla Juventus (in attesa della sentenza di appello) e tenere aperto anche il viatico europeo passando dal campionato. Il Lecce non è nel suo momento migliore ma resta comunque una squadra che attacca la palla molto alta, soprattutto con gli esterni Di Francesco e Strefezza, si difende bene, in modo compatto, con un’attenzione che rende difficile la fase offensiva avversaria. La Fiorentina ha fatto la partita che doveva, girando palla più lentamente del solito ma cercando sempre lo spiraglio necessario a rendersi pericolosa e si è affidata alle giocate individuali dei propri calciatori tecnicamente migliori, come Nico e Saponara, protagonisti infatti dell’azione che ha deciso la contesa. Del resto quando la fatica si fa sentire, le idee si annebbiano e le gambe sono pesanti, poter disporre di calciatori che abbiano qualità superiori può fare la differenza e così è stato anche ieri. Italiano ha ruotato un po’ i calciatori cercando di dosare le forze dei vari Cabral, Bonaventura, Ikone’, Martinez Quarta, dovendo tra l’altro impiegare l’inutile Kouame’ come prima punta visto l’attacco febbrile che ha colpito Jovic poche ore prima del fischio d’inizio.

La Fiorentina ha comunque ottenuto ciò che voleva, tre punti fondamentali, grazie ad un autogol al termine di una partita in cui ha rischiato praticamente nulla (a parte il primo ottimo intervento di Terracciano) anche se ha creato troppo poco per riuscire a chiuderla anzitempo. Restano i tre punti, la porta inviolata, la prova convincente di alcuni calciatori come Dodo’ ed Amrabat che sembrano adesso veramente imprescindibili per la squadra di Vincenzo Italiano. Arriva ora la meritata sosta con una classifica più confacente alle qualità della rosa viola ed una serenità che speriamo possa essere utilizzata per migliorare ancora alcuni particolari che si potrebbero rivelare decisivi in vista di appuntamenti storici per la società. Intanto godiamoci il ribaltamento di una stagione che sembrava fallimentare appena due mesi fa: il calcio è uno sport meraviglioso anche per la capacità di sorprendere tifosi ed addetti ai lavori….e stavolta la favola potrebbe essere la nostra. Perché non provarci?

IL BUONO

  • La porta imbattuta: se tantissimi ad inizio anno hanno fatto notare l’atavica difficoltà ad andare a segno, in pochi invece (tra questi il Corner Viola) hanno sottolineato l’incapacità della squadra viola di tenere la porta imbattuta. Adesso invece, è tutto diverso: con una coppia di centrali quasi sempre precisi, con un Dodò tornato in formato internazionale e due centrocampisti abili nell’interdizione come pochi in Italia, la musica è cambiata ed allora può bastare anche un’autorete ed una gara gestita nei ritmi e nel gioco per portare a casa tre punti. Salto di qualità.
  • Dodò: semplicemente spaventoso. Contro esterni tra i pochi che lo possono sfidare in velocità, non sbaglia praticamente nulla in fase difensiva (ve lo ricordate ad inizio anno?) e sfreccia senza pietà finché ha un briciolo di fiato. Io non mi appassiono al dibattito in merito a chi sia più forte tra lui ed Odriozola, mi appassiono ad un calciatore che si è messo a lavorare, che è migliorato, che esulta col popolo viola ogni volta che può. Insostituibile.
  • Milenkovic: sinceramente sono tra quelli che non avrei mai tolto Martinez Quarta considerando anche la squalifica dell’argentino nella gara di andata dei quarti di finale, ma ieri Nikola mi è proprio piaciuto. A differenza di Igor, è sempre preciso, sicuro, sportivamente cattivo, pronto ad aiutare i compagni. Speriamo trovi la continuità perduta.
  • Amrabat: ecco l’altra chiave della difesa imbattuta della Fiorentina e della risalita della squadra in generale! Il centrocampista marocchino, dopo un comprensibile periodo di affaticamento post mondiale, è tornato ad essere dominante difensivamente come nella scorsa stagione. Adesso che sta meglio di gambe, anche la testa gli ricorda spesso di non essere un regista e di non avventurarsi in strade per lui impervie. Da quando il campo viene diviso sempre tra lui e Mandragora, siamo tutti più tranquilli e la squadra ne ha beneficiato tantissimo. Bentornato guerriero!

IL BRUTTO

  • Kouamè: è semplicemente inadatto al ruolo di prima punta, inadatto a giocare in una squadra che lotta per l’Europa, inadatto a giocare in una compagine che non arriva praticamente mai in fondo al campo per crossare per le punte. Arriviamo a fine stagione, poi salutiamolo e ringraziamolo per l’attaccamento.
  • Barak: in una partita sporca e sotto ritmo che poteva decidersi solamente grazie ad un episodio, mi sarei aspettato di più dal centrocampista viola che ha maggiore confidenza con la rete. Appare invece lento, quasi svogliato, mai nel cuore della manovra. Magari la sosta farà bene anche a lui che nelle ultime settimane è stato impiegato molto spesso. Mi raccomando che abbiamo bisogno dei tuoi gol!

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

SIVASSPOR – FIORENTINA = 1 – 4

Mentre tutta Firenze festeggia ed aspetta il sorteggio per conoscere l’avversaria dei quarti di finale, la gara di ieri sera in Turchia merita comunque alcune riflessioni. Con un match di andata in cui i viola non erano riusciti a chiudere la pratica a causa degli errori sotto porta di Bonaventura (anche ieri sera in ombra nonostante la fascia di capitano) e di Jovic (ieri non utilizzato anche perché arrivato in Turchia solamente poche ore prima del fischio iniziale), la Fiorentina è partita con un discreto approccio mentale e tattico. Gestione della palla, nessun rischio con una difesa posizionata più bassa rispetto al solito, la coppia Mandragora Amrabat a schermare le possibili verticalizzazioni avversarie. Nonostante ciò, il Sivasspor ha avuto il merito di trovare un gol meraviglioso che avrebbe potuto minare le certezze e la tranquillità dei ragazzi di Vincenzo Italiano. Ed invece, ancora una volta, la Fiorentina ha dimostrato di essere cresciuta nella testa, nelle gambe, in panchina: niente panico, nessuna paura, solamente alzare i giri del motore. Se fino a quel punto i viola avevano amministrato, da lì in poi invece, hanno fatto capire qual era la squadra più forte, con più talento, con più soluzioni offensive. Ed allora ecco un nuovo gol di Cabrallone, le discese di Dodò, il dominio di Mandragora in mezzo al campo, le soluzioni dalla panchina, quali Castrovilli. Non c’è niente da fare, la squadra viola è finalmente sbocciata e non ha più paura di imporre il proprio gioco, le proprie qualità, i propri interpreti anche quando questi non sono i titolari che ti aspetti (vero Luca Ranieri?). Resta adesso da conoscere quale sarà la compagine da affrontare ai quarti di finale: certo è che ormai il traguardo minimo è stato raggiunto, tante polemiche si sono sopite, tanti calciatori, seppur con ritardo, sono stati messi nelle condizioni di rendere al meglio. La stagione della Fiorentina è cambiata grazie alle coppe ed adesso è il momento di spingere il pedale sull’acceleratore indipendentemente da quale sarà la squadra che affronteremo: siamo rimasti in 8 ed è un sogno bellissimo!!

Resta poi da scalare anche la classifica in campionato, ma della gara di domenica contro il Lecce ne parleremo da stasera con il nuovo video tattico, comprensivo di frame, del Corner Viola in compagnia del Pappagallone Reale Flavio Bardaro!

IL BUONO

  • Ranieri: per moltissimi una sorpresa, non per me! Chi mi conosce sa che ho sempre creduto tantissimo in questo difensore mancino, un ragazzo serio che può interpretare più ruoli sia nella difesa a quattro che in quella a cinque. Non è certo un fenomeno, ma è un soldatino su cui puoi sempre contare, anche nella gare più difficili ed infuocate. Se pensate che in questa stagione è stato chiamato in causa quasi sempre contro gli attaccanti migliori del campionato da difensore centrale e ieri è stato tra i migliori da terzino sinistro, ho già detto tutto. Prodotto del settore giovanile, Luca uno di noi!
  • Martinez Quarta: sembrerà incredibile che in una partita vinta 4-1 fuori casa i primi due nominati siano difensori, ma il marcatore argentino sta giocando una parte di stagione clamorosa. Attento, rapido, furbo, sempre pronto a far ripartire l’azione, finalmente concentrato per 90 minuti. Dei tre centrali viola appare quello più continuo ultimamente, peccato solamente per il cartellino giallo che lo terrà lontano dalla gara di andata del quarto di finale. Gladiatore.
  • Cabral: quanto abbiamo aspettato un centravanti che segnasse anche gol brutti? Finalmente lo abbiamo trovato! Con Flavio spesso ci siamo interrogati su Cabral, che per noi restava un autentico mistero: grande fisico, tecnica discreta, allungo clamoroso, fiuto del gol dimostrato in Svizzera. Adesso finalmente, premiato anche da una continuità finora sconosciuta, sembra essere sbocciato il vero Cabral. Non sarà Vlahovic ma già così basta ed avanza!! Vai Arturone!
  • Castrovilli: ma quanto ci è mancato il numero 10? Dopo lo scorpione sulla traversa all’andata, ieri sera ha fatto una rete meravigliosa calciando praticamente da fermo un pallone sotto l’incrocio dei pali! Gaetano, ancora non pronto per i 90 minuti, può essere l’arma a gara in corso di una squadra che ha due mediani che danno equilibrio e due esterni che sgassano ma non trovano la porta. E se fosse l’uomo in più dell’ultima parte di stagione?

IL BRUTTO

  • Il campo: spesso nei dilettanti ci si lamenta delle condizioni dei campi da gioco, dopo aver visto quello di Sivasspor prometto di non farlo più! Ho visto più tonalità di verde ieri sera che nell’astuccio di mio figlio, più zolle alzate che ai giardini di Bellariva….quando dicono che la Conference League è una manifestazione anni ’80 hanno ragione da vendere! Menomale non ci sono stati infortuni.
  • Il pugno a Bianco: ciò che è successo al giovane viola, colpito al volto da un delinquente che si fa chiamare tifoso entrato in campo, è di una gravità assoluta. L’organizzazione indecente ed il gesto vigliacco meritano una sanzione severissima. Spero giochino in trasferta per i prossimi 15 anni!!!

A voi per i commenti!!

Che si gioca?

Un punticino rosicchiato per rafforzare la testa della classifica: è questo il vantaggio consolidato da Sandrino il Bressesino che, pur avendo sbagliato la scontata, azzecca il pareggio tra Wolfsburg e Union Berlino ed allunga su Joe il Pistoiese portando il vantaggio a due punti nel testa a testa per la vittoria finale.

Se però qualcuno crede che la volata sia limitata a due giocatori, non ha fatto i conti con il Pappagallone Reale che, grazie al +6, inizia ad essere in scia alla coppia di testa. Un gran rimescolamento si può vedere ai piedi del podio dove Bomber Siiimo, grazie al punteggio massimo, salta gran parte dei giocatori lombardi e mette nel mirino Niccolò, Lungo e l’Argentino Fiorentino ormai quasi Parigino. Weekend da dimenticare invece per Salva il Molisano e Niccolò che sbagliano entrambi i pronostici e si meritano un disastroso -1. Andiamo adesso a vedere la classifica aggiornata dal mitico Meneghino di Paderno Dugnano:

Sandrino il Bressesino 69
Joe il Pistoiese 67
Il Pappagallone Reale 61
L’Argentino Fiorentino ormai quasi Parigino 58
Lungo 57
Niccolò 56
Bomber Siiimo 55
Carlo il Meneghino di Paderno Dugnano e Francesco il Meneghino Junior 53
Il Crociato Gialloblù 49
Salva il Molisano 47
Andrea 35
Luchino il diavolo rossonero 20

Ecco le partite da giocare in questo weekend:

La gara più scontata: ATALANTA – EMPOLI = 1

Dopo le ultime gare in cui i bergamaschi non sono riusciti a conquistare punti preziosi a rimanere in corsa per la Champions League, l’Atalanta non può più sbagliare. In questo weekend le squadre davanti hanno scontri diretti e molte vengono da un turno europeo che potrebbe aver mangiato molte energie fisiche e nervose e dunque è il momento di accorciare. La compagine di Gasperini poi, recupera diversi infortunati ed ha l’imbarazzo della scelta contro un Empoli praticamente già salvo. Zanetti ed i suoi infatti, hanno fatto punti, hanno mostrato un bel calcio ed hanno messo in luce diversi talenti pronti ad essere venduti per ingrassare le casse di Corsi. Cosa chiedere di più? Uno fisso ed Atalanta vicina alla corsa Champions!

La sorpresa della giornata: INTER – RUBENTUS = 1 (Risultato 2 – 1)

Il derby d’Italia è sempre difficilissimo da pronosticare, soprattutto al termine di una settimana in cui entrambe le squadre hanno dovuto giocarsi l’accesso al prossimo turno delle rispettive manifestazioni europee. L’Inter ha certamente speso di più, ma ha anche ricevuto maggiori energie nervose dal passaggio del turno contro il Porto, mentre la Juve è sicuramente galvanizzata dalla rincorsa alla zona Champions nonostante la penalizzazione subìta per gli artifici contabili necessari ad iscriversi al campionato. Chi avrà la meglio? L’Inter di un Lukaku ancora lontano da quello che ci ricordavamo oppure la Juve del bomber che credeva di essere come Haaland? La società di un cinese costretto a vendere sempre i migliori asset oppure la Juve dei bilanci che necessitano sempre correzioni postume? Io vado con i nerazzurri nella speranza di non essere smentito!

A voi per i pronostici!

Stavolta la Pandemia è in Banca!

Con il fallimento di Silicon Valley Bank è in arrivo una tempesta perfetta? Ecco il contributo di Simone Pesucci.

In queste ultime ore è in corso una pandemia molto particolare. In effetti il virus che si sta propagando ha un nome molto comune e si chiama paura.

I suoi effetti colpiscono gli investitori, i correntisti ed in generale tutti coloro che hanno rapporti più o meno importanti con il mondo bancario. Come ogni pandemia che si rispetti (fortunatamente ne conosciamo pochissime), anche in questo caso è tutto partito da un paziente zero, ovvero la Silicon Valley Bank (SVB), una banca che si offriva di finanziare qualsiasi startup innovativa. Il meccanismo era semplice: creata la tua startup, aprivi un conto presso la SVB e questa ti finanziava da subito, mentre creavi il tuo business e provvedevi a cercare capitali da finanziatori o partner; quello che guadagnavi lo mettevi nel medesimo conto, così da ripagare il finanziamento iniziale. SVB aveva avuto moltissimo successo, con il risultato di trovarsi centinaia di migliaia di conti aperti e finanziati, molti dei quali con somme di gran lunga superiori a 250mila dollari. Questa cifra è il tetto entro cui il sistema centrale americano garantisce i correntisti in caso di default della banca.

Negli anni però, SVB ha fatto moltissimi investimenti rischiosi per avere marginalità e continuare a finanziare nuove imprese, ma con la crisi globale questi investimenti non hanno reso quanto sperato ed ha cominciato a vendere in perdita (cioè a vendere azioni ad un prezzo minore rispetto a quello di acquisto). Spargendosi la voce che le cose andavano male, moltissimi correntisti hanno cominciato a chiudere i conti ed a richiedere indietro le somme versate: SVB, non disponendo di tale liquidità immediata, è velocemente andata KO.

Di per sé la vicenda, seppur drammatica, dovrebbe essere ristretta all’area geografica americana ma in realtà così non è perché moltissime imprese che avevano i propri capitali in SVB operavano a livello globale ed avevano altri prestiti e linee di credito presso altre banche. A cascata quindi, prima i rispettivi titoli azionari e poi le altre banche si sono man mano trovate in difficoltà e il clima di preoccupazione è diventato panico!

Non solo: come detto, il sistema USA garantisce i correntisti dal rischio default fino a 250mila dollari mentre la cifra eccedente depositata sui conti corrente viene persa. Questo crack sta mettendo dunque a dura prova il tesoro americano, perché sono piovute decine di migliaia di richieste di risarcimento innescando un pericoloso effetto domino tanto che, per continuare con la metafora, la pandemia è giunta anche in Europa con il crollo delle Borse di questi giorni. Adesso la Federal Reserve sta valutando di rilevare in proprio i prestiti in modo da sostituirsi alla SVB e non dover quindi risarcire i correntisti, ma nel frattempo moltissime aziende, e con esse tutto l’indotto economico, i dipendenti e la galassia di altre imprese che ruotano attorno ad esse sono a rischio!

Questo effetto contagio è causato anche dalla migrazione di moltissime aziende che, in fuga da SVB, sono approdate in altre banche che, a loro volta per far fronte alla richiesta di liquidità, stanno registrando perdite enormi (la First Republic ha perso il 76% ad esempio!!!).

Joe Biden ha rilasciato un comunicato garantendo i correntisti sul fatto che la riserva americana restituirà le somme a tutti, anche coloro che avevano somme superiori a 250mila dollari mentre non aiuterà gli investitori, che dovranno accettare il rischio.

Basterà a fermare l’onda del contagio?

Il buono, il brutto, il cattivo

CREMONESE – FIORENTINA = 0 – 2

Stavolta penso proprio si possa dire: la Fiorentina a Cremona ha vinto la partita da grande squadra, gestendo ogni singolo momento senza alcun patema d’animo, controllando i ritmi della gara, aumentando o diminuendo la velocità degli eventi a proprio piacimento. Anche la gestione dalla panchina è stata perfetta, con l’ingresso di Duncan a testimoniare esattamente ciò che sto dicendo: nell’unico momento in cui i viola, probabilmente anche per la stanchezza del doppio impegno così ravvicinato, hanno denotato difficoltà di gestione della palla, l’inserimento dell’ex Sassuolo ha placato i bollenti spiriti ed ha rimesso tutto nella careggiata giusta. C’è da fare i complimenti per l’ennesima volta a mister Vincenzo Italiano ed ai calciatori che sono riusciti a preparare ed interpretare perfettamente la gara con un solo allenamento sulle gambe tra il Sivasspor e la Cremonese. Fortunatamente adesso, prima del ritorno in Turchia, ci sarà più tempo per affrontare una gara tanto insidiosa quanto alla portata: sarà la prova del nove per una Fiorentina che sembra davvero pronta per diventare grande! Se il lavoro di Vincenzo Italiano sta pagando i propri dividendi, dobbiamo però fare i complimenti ad alcuni calciatori che stanno migliorando il proprio rendimento in modo esponenziale, anche perché finalmente messi nella migliore condizione di esprimersi dalla squadra e dal mister. I due calciatori ai quali mi riferisco, sono ovviamente Dodò e Mandragora che, da un mese a questa parte, sembrano essere letteralmente trasformati: il brasiliano sta finalmente mostrando perché la società ha deciso di fare un investimento del genere su di un terzino, mentre il centrocampista, spacciato per un regista, accanto ad Amrabat sta mostrando tutte le sue doti atletiche, dinamiche e tecniche. Se anche quelli che ancora stanno faticando, tipo Jovic ed Ikonè, faranno l’ultimo step, allora le frecce a disposizione di Italiano costituiranno davvero un armamentario completo!

Adesso tre giorni e poi altri 90 minuti (o forse di più) di passione per continuare a percorrere quella strada europea che abbiamo aspettato per tanto, troppo tempo: gettare questa occasione contro una squadra come i turchi del Sivasspor sarebbe un vero peccato, ma le ultime prove dei viola mi fanno essere positivo. Avanti ragazzi, l’impresa è possibile!  

IL BUONO

  • Dodò: un pendolino! Il terzino brasiliano gioca l’ennesima gara da 7,5 in pagella senza sbagliare nulla in fase difensiva ed arrivando diverse volte al cross con sovrapposizioni convincenti. Sarà un caso se l’unica occasione della Cremonese arriva dalla sua parte quando entro Sonnellino Venuti? Avanti senza guardarsi indietro!!
  • Mandragora: non è e non sarà mai un regista nonostante ciò che ci raccontano Pradè e Barone, ma da quando è entrato finalmente nelle pieghe della squadra, la Fiorentina ha cambiato passo. Trova la via della rete dopo tanti tentativi nelle ultime gare, confeziona anche lo splendido assist per Cabral. Se Amrabat mantiene il livello di ieri, il centrocampo viola ha ben poco da invidiare a tantissimi reparti della Serie A: la coppia centrale insieme ad uno tra Bonaventura, Barak e Castrovilli è veramente tanta roba. Reparto dominante!
  • Barak: stavolta non segna ma entra in tutte le azioni più importanti della Fiorentina. Adesso in Turchia non vorrei essere nei panni di Italiano visto che dovrà scegliere tra lui e Bonaventura. Dove si cade, si cade bene!
  • Sirigu e Cabral: quando la serietà è un valore. L’attaccante brasiliano non gioca certo una partita scintillante, ma ancora una volta si trova al posto giusto al momento giusto. I suoi numeri iniziano ad essere interessanti ma…occhio a fermarsi! Quanto al portiere invece, dopo le incredibili affermazioni del portiere rap di sabato sera, Sirigu dimostra perché alla sua età trova ancora contratti in serie A. Giocatore affidabile, serio, senza fronzoli, risponde presente nell’unica occasione creata dalla Cremonese. Questi sono i calciatori che servono nelle squadre!

IL BRUTTO

  • Saponara: gioca col freno a mano tirato, non salta mai l’uomo, non regala alcun lampo di gioco. Viene giustamente sostituito dopo soli 45 minuti ed un primo tempo trasparente. Involuzione netta.

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – SIVASSPOR = 1 – 0

Avete presente quei film in cui ad un certo punto i protagonisti sono costretti a vivere nuovamente situazioni già vissute? Ecco, ieri sera al Franchi, contro i turchi del Sivasspor, ci siamo sentiti come se le lancette del tempo fossero tornate indietro di tre o quattro settimane, quando la Fiorentina creava gioco, sprecava occasioni, rischiava di non riuscire a vincere partite contro compagini assolutamente abbordabili. Menomale che l’incantesimo non è durato per tutti i 90 minuti ed i viola sono riusciti, nonostante le occasioni clamorosamente fallite in avvio da Jovic e Bonaventura, a conquistare la quinta vittoria consecutiva anche se con un solo gol di scarto, troppo poco per vivere serenamente la gara di ritorno. La partita è stata proprio come l’avevo presentata nell’articolo di martedì, con i turchi chiusi nella propria metà campo con tutti gli 11 giocatori sotto la linea della palla e la Fiorentina alla ricerca spasmodica di spazi in cui riuscire ad entrare per avvicinarsi alla porta. Questo ha fatto ancora una volta emergere i problemi strutturali di una compagine che, senza regista, dipende unicamente dalle qualità individuali degli interpreti: menomale che, a fronte di un Ikonè evanescente ed un Nico molto confusionario, Castrovilli ha dato segnali ottimi e Dodò si è confermato in un momento di crescita esponenziale. Resta il rammarico per un passaggio del turno che poteva e doveva essere messo al sicuro nella gara interna e che invece dovrà essere conquistato in uno stadio in cui si gioca in condizioni climatiche difficili, a 1200 metri di altezza, con un campo spesso al limite della praticabilità: i viola dovranno trasformarsi in leoni e soprattutto dovranno essere più cinici sotto porta per sfruttare le occasioni concesse dalla squadra avversaria.

Prima di rituffarsi in campionato con la trasferta di Cremona, resta da sottolineare lo striscione con cui i tifosi del Sivasspor hanno voluto ringraziare il popolo italiano per l’aiuto, la collaborazione, la vicinanza dimostrata in occasione dell’ultimo terremoto che ha colpito il loro paese devastando città intere. La faccia migliore del nostro paese, quello che sa aiutare, che sa accogliere indipendentemente dalla nazionalità, dal colore della pelle, dal mezzo di trasporto su cui ci si muove. Che i tifosi turchi abbiano usato una partita di calcio per farlo, dimostra ancora una volta come lo sport sia uno dei mezzi di socializzazione più importante che esistano.  

IL BUONO

  • Barak: non avrà cambio di passo, non avrà entrambi i piedi, non sarà rapido nel dribbling, ma quando c’è da scaraventare la palla in porta con cattiveria è indubbiamente il numero 1 in questa squadra. Anche ieri sera risolve la pratica con un gol da opportunista e dimostra che almeno il suo acquisto è stato azzeccato. Professionista esemplare, giocatore sottovalutato.
  • Martinez Quarta: Vincenzo Italiano, dopo la grande prova collettiva di sabato, decide di dare fiducia e continuità ai quattro difensori che si erano comportati egregiamente contro il Milan ed ha ragione. Non tutti si ripetono (vedi Igor che ha qualche sbavatura), ma qualcuno riesce a fare addirittura meglio; Lucas Martinez Quarta gioca una partita perfetta difensivamente, intelligente nel far ripartire il gioco ed interessante in fase offensiva dove arriva anche al tiro in porta. Leader!
  • Castrovilli: ma se il colpo di tacco al volo fosse entrato anziché sbattere sulla traversa, almeno stavolta, la Fiorentina avrebbe avuto un pò di risalto sulle testate nazionali? A parte le polemiche, il numero 10 viola sembra ormai recuperato nelle movenze e nella corsa anche se la condizione non può non latitare dopo così tanti mesi di assenza. Torna finalmente a danzare sul pallone, salta avversari come birilli, si getta in profondità con una falcata imperiosa. Bentornato numero 10!
  • Dodò: se Martinez Quarta è indubbiamente il migliore della linea difensiva viola, voglio però spendere due parole anche sul terzino brasiliano che, dopo essere stato massacrato dalla critica per mesi interi, adesso sta tornando su livelli molto alti con grande continuità. Dopo aver asfaltato Doig a Verona ed aver combattuto alla pari con Theo Hernandez, Dodò gioca la terza partita consecutiva fatta di sovrapposizioni, chiusure difensive intelligenti, cross pericolosi. Se continua così, Odriozola lo dimentichiamo presto!

IL BRUTTO

  • Jovic: sbaglia un gol clamoroso dopo pochissimi minuti a causa di quella sufficienza che mi fa sempre imbestialire. E’ successo anche a Bonaventura di fallire una rete, ma il centrocampista ex Atalanta poi si danna l’anima per tutti i minuti che gioca senza risparmiarsi. L’attaccante serbo invece, continua a passeggiare sul rettangolo verde come se fosse un bambino in gita scolastica. Semplicemente irritante.
  • Biraghi: se qualcuno pensa che la mia valutazione risenta dello stupido (ed in parte immeritato) cartellino giallo rimediato negli ultimi minuti, si sbaglia di grosso. Contro i turchi il capitano ha giocato una gara difensivamente discreta, ma come ha superato la metà campo ha combinato disastri in serie. Cross sbagliati, lanci imprecisi, dribbling mai riusciti. Quanto manca Terzic!

A voi per i commenti!!