FIORENTINA – INTER = 0 – 1
Una sconfitta che mette sotto i riflettori ancora una volta tutti i limiti della Fiorentina.
Peccato perché una volta tanto, considerando gli ultimi mesi, la squadra di Vincenzo Italiano aveva approcciato perfettamente la gara dimostrando ancora una volta quanto sia importante per lo staff tecnico avere il tempo necessario per preparare al meglio le gare. Il primo quarto d’ora, considerando le forze in campo, è stato pressoché perfetto con ottime letture difensive, buone trame guidate come al solito da Arthur (festeggerò quando finalmente tornerà a giocare 90 minuti), ritmo alto. Come spesso accade però, una volta andati sotto con il gol di Lautaro Martinez (assolutamente regolare), la Fiorentina non è riuscita a portare a casa quel punto che avrebbe sinceramente meritato. Ancora una volta è stato un rigore a condannare i viola alla sconfitta, un rigore che tra l’altro mi lascia il dubbio che sia stato decretato per compensazione visto che l’intervento da punire era quello nel primo tempo di Bastoni su Ranieri anziché quello di Sommer su Nzola.
Resta la sensazione che la squadra di Simone Inzaghi abbia gestito senza troppa difficoltà una partita che avrebbe potuto chiudere in ogni momento e che probabilmente avrebbe vinto anche se Nico Gonzalez avesse regalato ai viola il pareggio. E resta soprattutto, ancora una volta, quella sensazione di incompiutezza che ormai la Fiorentina si porta dietro dal mese di dicembre: la squadra di Italiano ha raschiato il fondo del barile delle energie ed avrebbe (avuto) bisogno di un aiuto dal mercato non tanto per rimanere in zona Champions League, traguardo del tutto irrealistico, ma anche solo per competere in Supercoppa e per continuare a lottare su tre fronti. La risposta di Vincenzo Italiano in sala stampa in merito a cosa si aspetti dal mercato è quanto di più chiaro e cristallino rispetto al lavoro di una società alla quale sembra interessare sempre meno il rettangolo di gioco e l’aspetto tecnico sportivo. Se solo si avesse un minimo di amor proprio, si dovrebbe provare imbarazzo a vedere che il tuo tecnico è addirittura costretto ad inserire Milenkovic da secondo attaccante nell’arrembaggio finale: un segno di disperazione che suonerebbe in ogni società calcistica come un campanello d’allarme ma che da noi probabilmente passerà come un tentativo di imitare quel Mourinho che spesso nei minuti finali lancia tutti i propri calciatori all’arrembaggio. Peccato, l’ennesima occasione sprecata nella storia di questa società: da Ficini a Benalouane fino a chissà quale colpo di mercato centrato nelle ultime ore di questo triste gennaio 2024, il passo è veramente breve……
IL BUONO
- Ranieri: nella difesa composta dalla banda bassotti, è ancora una volta il più attento e pronto a reggere l’urto di attaccanti sulla carta molto più forti. Guadagnerebbe anche un rigore che solamente Aureliano non vede, prova fino all’ultimo secondo a dare coraggio e forza di volontà a tutti i propri compagni. Capitano senza fascia.
- Faraoni: dopo il debutto con assist, ieri riesce a tenere botta contro un brutto cliente come Carlos Augusto. Se la Fiorentina riesce a contenere l’Inter sulla propria fascia, il merito è soprattutto di questo esterno arrivato dal Verona che sbaglia poco sia in fase difensiva che di impostazione. Altra prova assolutamente convincente!
- La prestazione: la sconfitta è arrivata, ma ancora una volta la Fiorentina ha dimostrato di non mollare mai. Contro una squadra che sostituisce gli assenti a centrocampo con Asslani e Frattesi (costati più di 40 milioni in due) e Dimarco con il miglior esterno a tutta fascia del campionato scorso, i viola sono costretti a schierare Milenkovic centravanti per disperazione, sostituire per l’ennesima volta il metronomo bianconero in mezzo al campo con un altro prestito ed impiegare un calciatore di 35 anni sulla fascia per mancanza di esterni. Di che si parla?
IL BRUTTO
- Calci di rigore: ormai la situazione sta diventando paradossale. Una volta tanto che calcia finalmente il rigorista della squadra (finora 10 su 10 dal dischetto), ne esce un’esecuzione quasi comica. Già non segniamo mai su azione in movimento, se la macchina si inceppa anche da palla ferma allora diventa impossibile. Maledizione.
- Duncan: ancora una volta dimostra che quando non è fisicamente al top, giocare contro una squadra tra le prime in Italia diventa un supplizio. Nonostante ciò, salvate il soldato Alfred che quando esce ci tocca vedere Mandragora!!! Non mollare amico mio!!
- Gli esterni: la tragicità della situazione in casa viola è perfettamente fotografata dalla differenza di prestazione tra Bonaventura, centrocampista offensivo di 35 anni e Ikoné, esterno di ruolo più giovane di 10 anni. L’ex Milan adattato sulla fascia, appare più brillante, più tonico, più deciso non solo nel calciare verso la porta avversaria. Mi sembra una grande scelta di calcio quella di rischiare di non accordargli il rinnovo: geniale!
A voi per i commenti!!
