Dopo la sconfitta di Lecce ci sono pochissime certezze, una di queste è la crisi ormai conclamata della squadra viola. Dalla gara di Sassuolo in poi, compresa la semifinale di supercoppa italiana contro il Napoli, i ragazzi di Vincenzo Italiano hanno raggranellato solamente un pareggio interno contro l’Udinese a fronte di 4 sconfitte con 4 gol fatti ed addirittura 10 subiti. E’ dunque chiaro che adesso serve provare a svoltare per non far diventare una stagione potenzialmente trionfale in una di quelle anonime e mediocri che conoscevamo bene ai tempi di Beppe Iachini. Per poterlo fare però, è assolutamente necessario che tutte le componenti tornino a remare dalla stessa parte mettendo da parte incomprensioni e problemi personali anteponendo a tutto l’amore per la maglia viola.
A partire dalla società sempre più incarnata dal solo Joe Barone, vista la latitanza di Commisso e Pradè, è necessario provare a rimettere insieme i cocci di un vaso che sembrava essere tra i migliori confezionati da quando la proprietà americana è sbarcata a Firenze. Quarto posto in classifica, semifinale di Coppa Italia, Supercoppa da giocare contro un Napoli derelitto, ottavi di finale di Conference League guadagnati senza passare dagli spareggi. Poi il buio…. un tunnel in fondo al quale è necessario ritrovare la luce imparando finalmente dai propri errori. Ecco che sarà fondamentale far sentire tutta la stima e la fiducia ad un mister giustamente deluso dal (non) mercato fatto a gennaio, parlare con alcuni calciatori ai quali probabilmente l’atteggiamento dirigenziale non è proprio andato giù. Pur con i propri 34 anni, Jack Bonaventura resta un faro della squadra sia per le doti tecniche che per la leadership molto spesso dimostrata nei momenti difficili. Spetta alla società non tornare indietro su promesse fatte (do you remember Torreira?) e rimettere al centro del progetto uno dei pochi talenti che in questi anni ha scommesso sul “progetto” Commisso. Non ultimo, visto che finalmente molti stanno aprendo gli occhi, provare a spiegare alla piazza i motivi delle scelte di mercato, i piani futuri, i veri obiettivi della proprietà, senza per questo parlare sempre di soldi, bilanci, introiti, spese: credo che Firenze si stia finalmente stancando di parlare di tutto tranne che di calcio!
Certo qualche spiegazione dovrebbe darla anche mister Vincenzo Italiano che nelle ultime gare sembra aver perso lucidità nelle scelte. Se ad esempio il mercato di gennaio non ti porta quell’esterno chiesto ormai da più di un anno (!!!), si può sempre cambiare modo di giocare. Soprattutto in una gara in cui Ikoné è squalificato e Nico non in condizione, impiegare Nzola come esterno è sembrato solamente un modo di lanciare un messaggio ad una società dimostratasi sorda alle richieste del tecnico. Adesso che il mister ha a disposizione tre attaccanti puri, con un Bonaventura in queste condizioni, non sembra una bestemmia cambiare sistema di gioco: come Italiano ha più volte dimostrato negli ultimi mesi, le soluzioni spesso riesce a trovarle….è il momento di accelerare! Oltre all’aspetto tattico però, ciò che forse preoccupa di più è la sensazione di arrendevolezza che il gruppo ha mostrato ultimamente. E’ necessario rimotivare un gruppo che sembra sgonfio ed accanto alle motivazioni sembra essere insufficiente anche la condizione atletica di tantissimi calciatori, non solo Arthur e Nico, ma anche Duncan, Quarta e Biraghi. Non è più il momento di fare esperimenti, è il momento di affidare nuovamente la squadra ai pochi leaders della rosa: Milenkovic e Ranieri in difesa, Arthur in mezzo al campo, Nico davanti.
Chiudo poi con chi realmente scende in campo ogni domenica, i calciatori. Certo la società non ha aiutato, magari il mister è in confusione ma siamo sinceramente stufi di vedere errori individuali così marchiani. La gestione del calcio d’angolo di Lecce al minuto 89 non è certamente colpa del mister, così come il contropiede preso subito dopo il gol del pareggio quando la Fiorentina ha battuto la rimessa di gioco dal cerchio di centrocampo. Anche quella è colpa di Italiano? Anche quello vogliamo imputare a Barone? E’ compito e dovere di chi scende in campo tornare ad essere quella squadra che non mollava mai e che cercava sempre e comunque di andare oltre i propri limiti: solo così Biraghi e compagni potranno dimostrare di tenere davvero alla maglia viola.
A voi per i commenti!!
