Il buono, il brutto, il cattivo

EMPOLI – FIORENTINA = 0 – 0

Una delle partite più noiose che io ricordi… pensavo fosse tornato Beppe!

Il pareggio a reti bianche (e non poteva essere altrimenti visto che non c’è stato un tiro in porta) tra Empoli e Fiorentina, mi ha fatto venire un flash: e se avessimo cambiato sport? E se la Fiorentina si fosse iscritta al calcio camminato? Per chi non avesse mai visto questa disciplina, vi linko qui un video piuttosto esplicativo….

https://www.youtube.com/watch?v=gzznUi5uNIY

Dopo settimane di dispute tra i fautori della difesa a 3 e quelli della difesa a 4, Palladino ha scelto di ricominciare dalla linea che aveva finito la gara contro la Lazio, con un centrocampo di due mediani e tre mezzepunte dietro Kean. La disposizione viola, che ha certamente facilitato una circolazione della palla più sicura, ha però mostrato limiti incontrovertibili che fanno ancora una volta dubitare in merito alla costruzione della rosa. Partendo dalla difesa, hai due terzini che hanno caratteristiche opposte: se Dodò è rifiorito con la nuova posizione in campo, grazie alle praterie che ha davanti che gli permettono di spingere senza soluzione di continuità, Gosens retrocesso terzino è uno spreco incredibile. Il tedesco, da sempre uno dei migliori quinti della Serie A, nei panni di Biraghi ha le fattezze di una Ferrari il cui proprietario deve tenere le marce basse perché non ha i soldi per la benzina! In mezzo al campo, Adli e Cataldi sono due centrali da centrocampo a 3 (seppur con caratteristiche molto diverse), Bove è un calciatore che si adatta in ogni posizione (ieri male), Richardson è una mezzala fatta e finita. Davanti poi, hai tantissimi esterni piuttosto bravi ad occupare i mezzi spazi: Colpani, che ha un solo movimento offensivo (il dribbling rientrando sul sinistro), se lo limiti sulla linea laterale viene sistematicamente annullato, mentre Sottil ed Ikonè hanno ormai dimostrato (poche volte) che devono giocare più vicini alla porta e non isolati su un esterno. Davanti poi, Gudmundsson è un giocatore che ha bisogno di svariare, come visto ieri, ma incasellato in un 4231 in cui hai esterni fermi sulle linee laterali e mediani che giocano in orizzontale, è costretto a giocare troppo lontano dalla porta. Se pensiamo che la soluzione sia la difesa a 4, allora abbiamo un grosso problema con Gosens, anche se potremmo pensare ad un 442 con il tedesco esterno alto, senza dimenticare che il miglior modulo per utilizzare gli spazi alle spalle dei centrocampisti avversari sarebbe il 4321 che aiuterebbe anche i nostri centrocampisti. Se invece pensiamo che si possa anche giocare a 3, allora torniamo velocemente al 3421 perché l’ex Atalanta ed Inter è il miglior calciatore attuale in rosa e confinarlo in difesa appare un suicidio.

Secondo voi tutti questi problemi chi li dovrebbe risolvere se non Palladino? Dal tecnico campano dobbiamo iniziare a pretendere tutti di più. La giustificazione assolutamente reale del mercato fatto in ritardo inizia a non essere più sufficiente: i viola lavorano insieme ormai da un mese ma nella gara di ieri hanno mostrato di non avere uno straccio di gioco né di rabbia agonistica, oltre ad una condizione atletica non scintillante. Alcuni atteggiamenti poi, cominciano a far pensare che anche nello spogliatoio non vada proprio benissimo: dopo il rigore contro la Lazio, ieri Gudmundsson ha discusso anche per un calcio di punizione, mentre le dichiarazioni di Kouamé sembrano lunari. Uno dei calciatori tecnicamente più scarsi della rosa, che non si sa perché ieri ha fatto il capitano al posto di Dodò o Ranieri, si permette di accusare i propri compagni in sala stampa: una roba mai vista, che andrebbe fortemente stigmatizzata dalla società e dal tecnico. Segnali insomma non proprio incoraggianti sia dal campo che da fuori….adesso tocca al mister ed ai dirigenti farsi sentire perché la prova di ieri è stata disarmante da tutti i punti di vista.

Resta il punto portato via, la porta imbattuta, ma soprattutto l’amore incondizionato di una città che anche ieri ha seguito in massa una squadra triste e senza lampi: urge un cambio di rotta velocissimo!

IL BUONO

  • Dodò: non c’è niente da fare, quando la Fiorentina gioca a 4 il brasiliano si trasforma. Salta avversari in sequenza, conquista molto spesso il fondo. L’unica pecca è l’imprecisione al cross, ma è una fonte inesauribile di gioco. Adesso ci siamo!
  • Clean sheet: certo l’atteggiamento piuttosto rinunciatario dell’Empoli ha aiutato, ma l’attenzione difensiva sembra cresciuta ed anche gli interpreti hanno giocato una partita gagliarda. Al netto delle consuete disattenzioni di Ranieri, tutti sono promossi a pieni voti. Giovedì in Conference il reparto verrà necessariamente rivoluzionato.
  • Cataldi: un giocatore per cui non stravedo ma che ieri mi è stato l’unico centrocampista in grado di costruire qualcosa. Oltre a ciò, ha mandato in porta Bove con un recupero al limite dell’area avversaria come aveva già fatto, con la collaborazione di Kean, con Colpani contro la Lazio. Ha dei limiti, ma la personalità non si discute.
  • Beltran: non mi arrendo all’idea che l’argentino sia un calciatore che non può giocare in questa Fiorentina anche solo a gara in corso. Nei poco più di 20 minuti concessi, porta almeno un pò di verve, un pò di ritmo, in una squadra completamente spenta. Sfiora anche il gol con un colpo di testa. Che giovedì sia la sua serata?

IL BRUTTO

  • Colpani: un fantasma inutile. Vero che metterlo a fare l’esterno non mi sembra una grande idea, ma in 70 minuti si può saltare il diretto avversario anche se si gioca fuori ruolo! Dopo i passi in avanti mostrati nella ripresa della gara contro la Lazio, un deciso passo indietro. Il tempo sta scadendo anche per lui.
  • Bove: sbaglia un gol incredibile che, rivisto al VAR, secondo me sarebbe stato concesso. Oltre a ciò, perde palloni sanguinosi in mezzo al campo e non trova mai né la posizione, né lo spazio per gli inserimenti. E’ necessario un turno di riposo.

A voi per i commenti!!

BarLungo con Simone – Immigrazione tra rischio ed opportunità (2° parte)

Eccoci al nostro podcast, il “BarLungo con Simone”! Sta iniziando una nuova puntata in compagnia del grande amico e professionista Simone Pesucci!

Questo ciclo di approfondimenti vuole parlare di immigrazione senza condizionamenti o ammiccamenti politici, per cercare di capire perché si migra, ma anche se e come sia possibile gestire questo fenomeno. Nella prima puntata abbiamo raccontato alcune tra le più importanti migrazioni cercando di illustrarne le cause ma anche le conseguenze nei paesi di partenza. Oggi invece, proviamo a vedere come il nostro paese, l’Italia, ha deciso di governare questo fenomeno e dunque di quali leggi ci siamo dotati per accogliere i migranti. Avere un avvocato come Simone, in una puntata come questa, è manna dal cielo….

Buon ascolto!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – LAZIO = 2 – 1

E se fosse la domenica della svolta?

La Fiorentina, sotto di un gol alla fine del primo tempo contro una squadra di grande qualità come la Lazio, con le sostituzioni ed un atteggiamento finalmente diverso ribalta il risultato e coglie la prima vittoria stagionale allontanando una crisi dagli sviluppi imprevedibili. 

Partiti col consueto 3-4-2-1, con Biraghi terzo difensore di sinistra e Comuzzo centrale dei tre, i viola nella prima frazione hanno rischiato più volte di andare al riposo con un passivo più pesante. Al netto del clamoroso palo colto da Colpani, solamente un De Gea a tratti mostruoso, ha permesso ai ragazzi di Palladino di chiudere sotto di un gol. Quarantacinque minuti che hanno ricalcato le prestazioni viste fino ad oggi: palloni masticati, poco ritmo, poca qualità, tanti rischi sulle palle inattive come quella che ha permesso a Gila di portare la Lazio in vantaggio. Con Pongracic fuori per un risentimento muscolare, Palladino ha comunque deciso di cambiare il centrale difensivo scegliendo Comuzzo anziché Ranieri: la prova del giovane centrale fresco di rinnovo fino al 2028, è stata sporcata in modo decisivo dalla marcatura imprecisa in occasione del gol subito ma, al netto dell’episodio, Comuzzo è piaciuto per fisicità e personalità

Tornati negli spogliatoi però, finalmente Palladino ha avuto il coraggio di cambiare non solamente il modulo di gioco, passando dal 3-4-2-1 al 4-2-3-1, ma soprattutto gli interpreti. Fuori i distratti ed imprecisi Quarta e Biraghi (ancora una volta insufficiente la prova da centrale difensivo) il tecnico viola ha ricomposto la linea a 4 abbassando Dodo’ e Gosens (un po’ sacrificato nel nuovo ruolo) sulla linea difensiva, ed ha finalmente messo in mostra il gioiello del mercato estivo, quel Gudmundsson che ha impiegato appena 180 secondi per guadagnarsi e realizzare il rigore del pareggio. Nella ripresa si è vista finalmente una Fiorentina coraggiosa e pronta a ribaltare l’azione velocemente grazie alle sovrapposizioni dei due terzini ed alla capacità di recuperare palla spesso in posizione più vicina alla porta avversaria. In fase difensiva poi, i 4 difensori sono riusciti ad arginare meglio l’ampiezza del gioco laziale così abile a sfruttare ottimamente le fasce esterne. La speranza è che si sia trovata la quadratura del cerchio, con la capacità di dare finalmente equilibrio ad una squadra che troppe volte in questo scorcio di stagione ha preso imbarcate anche contro compagini mediocri. Certo è che il messaggio del secondo tempo è stato piuttosto chiaro: Dodo’ quando ha tanto campo davanti da attaccare riesce a prendere in velocità gli avversari e torna ad essere un fattore, Bove riportato nel suo ruolo di centrocampista anziché in quello di trequartista è un calciatore prezioso, lo stesso Cataldi in un centrocampo più muscolare si trova maggiormente a suo agio. Non dimentichiamoci mai che però la differenza la fanno sempre i calciatori e Gudmundsson ha cambiato la gara, togliendo peso e responsabilità a compagni che dopo il suo ingresso sono sembrati più leggeri.

Adesso ci aspetta un’altra settimana intera per poter lavorare insieme, conoscersi e sperimentare nuove soluzioni: domenica il derby di Empoli dovrà dare conferme importanti!

IL BUONO

  • Gudmundsson: non poteva esserci un esordio migliore. Seppur ancora appesantito fisicamente, gioca molti palloni, regala passaggi filtranti, ma soprattutto conquista e realizza il rigore che cambia la partita. E quei calzettoni abbassati mi esaltano non poco!
  • De Gea: mamma mia che portiere che abbiamo!! La parata del primo tempo su Dia è semplicemente mostruosa, con una rapidità di andare giù ed una capacità di respingere la palla da fenomeno. Se sento nuovamente qualcuno invocare Terracciano, non gli parlo più!
  • Dodò: dopo alcune prove incolori, ieri contro la Lazio il terzino brasiliano è finalmente salito di livello. Con il cambio modulo, tornato a giocare più lontano dalla porta, è riuscito a saltare l’avversario diretto con più facilità ed è arrivato sul fondo con continuità. Oltre a guadagnare il rigore decisivo, ha servito un cioccolatino sulla testa di Kean che è stato malamente sprecato. Se il brasiliano torna quello vero, con lui e Gosens ci divertiamo!
  • 4-2-3-1: continuo a pensare che non siano i moduli a far vincere le partite, ma il cambio di atteggiamento difensivo è stato chiarissimo. Ranieri è tornato ad essere convincente, Comuzzo ha sbagliato pochissimo ed i raddoppi di Gosens e Dodò hanno aiutato moltissimo i centrali difensivi. Quando i singoli non sono eccelsi, serve l’aiuto del reparto e la possibilità di non doversi giocare l’uno contro uno in spazi di campo troppo grandi. Certo adesso si aprirà il problema Biraghi ma intanto sono arrivati i tre punti ed è la cosa più importante. Avanti così!

IL BRUTTO

  • Palle inattive: non è accettabile per una squadra di Serie A continuare a subire rete non appena gli avversari calciano un angolo o una punizione in modo pericoloso. Dopo il colpo di testa vincente di Gila, i viola hanno rischiato tantissimo quando Guendozi ha colpito l’incrocio. Dopo aver cambiato assetto difensivo, è necessario migliorare anche queste situazioni!

A voi per i commenti!!

BarLungo con Simone – Immigrazione tra rischio ed opportunità (1° parte)

Eccoci tornati con il nostro podcast stavolta dedicato ad uno dei temi più strumentalizzati dalla comunicazione odierna, cioè l’immigrazione. Poiché cercheremo di approfondire l’argomento in profondità, non potevo che avere al mio fianco l’amico e professionista Simone Pesucci!

In una società sempre più multiculturale in cui si convive ormai da decenni con persone di lingua, paese, religione diversa, siamo ancora troppo spesso a discutere solamente sul numero delle persone che annualmente entrano nel nostro paese, o nella nostra Europa, senza guardare mai alla storia delle migrazioni ed al modo in cui, nei secoli, tante popolazioni diverse sono riuscite a convivere senza alcun problema: insomma il solito dilemma tra chi guarda il dito e chi invece la luna.

Ed allora partiamo in questa prima puntata, come di consueto, dalla storia con un viaggio tra le più importanti migrazioni conosciute.

Buon ascolto!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – MONZA = 2 – 2

Una squadra che non sa vincere ma che si rifiuta di perdere.

L’essenza della Fiorentina pre-sosta di mister Palladino in fondo, è tutta qua. Una compagine assemblata con evidente e colpevole ritardo, con reparti ridotti all’osso in qualità e quantità come la difesa ed altri troppo abbondanti vista l’incapacità di snellire, come tra i trequartisti. In tutto questo, i viola si sono dimostrati ancora una volta incapaci di approcciare la gara al meglio, visto il doppio vantaggio del Monza grazie anche ai marchiani errori di Terracciano, ma anche vogliosi ed a tratti rabbiosi nel non voler accettare una sconfitta che avrebbe probabilmente minato la serenità di un gruppo che ancora deve conoscersi. Certo la qualità di alcuni nuovi arrivati è stata decisiva: la capacità di leadership nel prendere in mano le redini del gioco da parte di Adli fanno assolutamente ben sperare, così come l’evidente cambio di ritmo in mezzo che ha dato Bove quando è subentrato a Mandragora, grazie ad un’aggressività ed una gamba sconosciuta all’ex Udinese e Juventus. E’ piaciuto molto anche Gosens che, al netto del gol che ha regalato il meritato pareggio alla Fiorentina, ha dato nerbo, grinta, corsa e capacità di rovesciare l’azione come né Parisi (per ragioni soprattutto fisiche), né Biraghi (per ragioni soprattutto di età), sanno e possono fare. E’ sembrato invece in netta difficoltà Cataldi che, nella prima frazione, è stato più volte scherzato da Maldini e non è riuscito quasi mai a prendere in mano le redini della squadra, cosa di cui invece è stato capace Adli. Certo è che un mercato così confusionario per scelte e tempistiche, ha migliorato numericamente (non so se qualitativamente) il centrocampo, mentre ha regalato a Palladino un attacco notevolmente più forte rispetto a quello visto nelle ultime stagioni. La situazione appare invece quasi drammatica dietro, dove i viola hanno subìto 7 reti in 5 partite ed hanno provato a ruotare tutti i calciatori disponibili senza però trovare un minimo di solidità. L’esperimento di Biraghi dietro sembra molto rischioso, Ranieri sta disputando le peggiori gare da quando è tornato in maglia viola, Pongracic al momento è un buco nell’acqua e Quarta e Comuzzo stanno come di consueto alternando buoni sprazzi a topiche colossali. Se a ciò si aggiunge la giornataccia di Terracciano, la frittata è fatta….quantomeno sulla questione portiere ieri Palladino è stato chiaro dicendo che da dopo la sosta ci saranno finalmente le gerarchie (e vorrei vedere!!)

Chiuso il mercato, sono finiti anche gli alibi per il nuovo mister. Già nella ripresa contro il Monza, si è vista una Fiorentina con un piglio diverso, trame migliori, una maggior cattiveria nell’attaccare la porta avversaria. Le alternative adesso ci sono, tocca a Palladino trovare un equilibrio soprattutto difensivo non solamente di reparto ma di squadra: troppo poco filtro anche ieri è stato assicurato alla difesa viola, ma troppi sono stati anche gli errori individuali e di reparto dei difensori. Il tempo è scaduto ed i bonus pure!

Resta dunque un primo tempo nuovamente insufficiente e resta soprattutto il rimpianto di non averla pareggiata prima: se solo il colpo di testa di Kean o l’occasione di Ikonè fossero finite in rete, probabilmente i viola avrebbero vinto una partita che il Monza ha giocato in modo del tutto speculativo. Io capisco cercare di portare a casa un risultato positivo, ma iniziare a perdere tempo a metà primo tempo è sembrato veramente eccessivo. Adesso ci sono due settimane di tempo per far conoscere il gruppo, lavorare sui meccanismi difensivi, far entrare in forma alcuni calciatori che sembrano in campo quasi per caso (si Colpani sto parlando proprio di te!!). La fortuna vuole che dei nuovi innesti, solamente Bove partirà per l’Under 21 mentre gli altri resteranno al Viola Park a lavorare con Palladino. Dopo il tour de force tra Conference e campionato, la Fiorentina ripartirà da Bergamo contro un’Atalanta ferita dal mercato ma soprattutto dal poker subìto a San Siro. Servirà la miglior viola per non iniziare a parlare di crisi di gioco e risultati.

IL BUONO

  • Kean: festeggia il ritorno in nazionale con il terzo gol in cinque presenze. L’ex Juventus però non si limita al gol di rapina, ma impensierisce Turati in diverse altre occasioni ed a fine gara usa parole al miele per tecnico, società e città. Speriamo non sia un fuoco di paglia.
  • Ikonè: lo so che può sembrare incredibile ma è proprio così. L’esterno francese, subentrato al suppellettile Colpani, dà velocità, brio e cambio di passo alla squadra. Al tiro è sempre il solito pulcino bagnato, ma se solo fosse questo per tutto l’anno potrebbe pure diventare un’arma interessante per cambiare in corso le partite. In quel caso Palladino dovrebbe vincere la panchina d’oro.
  • Gosens: il gol di testa è tanto bello quanto importante. Arrivato sabato mattina a Pisa, gioca 90 minuti senza mostrare segni di cedimento. Magari non sarà più quello di Bergamo, ma già così per noi è tantissima roba!

IL BRUTTO

  • Terracciano: il paragone con la partita di De Gea in Conference League è tanto chiaro quanto ingeneroso. Poco reattivo sul primo gol anche se le colpe più gravi sono di Biraghi, è invece in netto ritardo sul gol di Maldini. Un vero peccato perché aveva iniziato la stagione nel migliore dei modi. David adesso tocca a te.
  • Colpani: capisco l’ambientamento, capisco la preparazione, capisco anche l’ambiente diverso. Ma in tutte queste partite non ha azzeccato una giocata nemmeno per sbaglio. Che abbia ragione Alan che lo ha definito il nuovo Montolivo?
  • Beltran: la più grande delusione della partita. Gioca finalmente dietro un attaccante vero, libero di svariare sull’esterno o accanto al centravanti ricevendo palla faccia alla porta. Non salta mai l’uomo, non fa mai una giocata decisiva, non tira mai in porta. E se fosse un flop?

A voi per i commenti!!