Un’offesa a noi tifosi

Quando si viene offesi si può reagire in due modi: d’istinto, con una reazione di pancia che non tiene conto di ciò che si dice, di ciò che si fa e dunque delle possibili conseguenze oppure in modo meditato, cercando di far passare l’onda emotiva, interiorizzando l’accaduto per analizzare tutto in modo più distaccato. Sarà che sto invecchiando oppure perché le passate esperienze mi hanno insegnato qualcosa, ma ho deciso prendermi almeno 36 ore di tempo prima di commentare una delle più brutte partite della Fiorentina che io abbia mai visto.

Definire brutta la gara di Venezia in realtà è quasi un complimento perché, da tifoso viola abbonato da anni, presente nelle trasferte più importanti, sempre al fianco della squadra del cuore indipendentemente dai risultati e dai traguardi raggiunti, ho trovato realmente un affronto la prestazione di lunedì. E non possono essere considerati una scusante i 120 minuti disputati col Betis, così come la delusione per l’esclusione dalla Conference League, foss’anche solamente per l’ampio turnover effettuato da mister Palladino. Un allenatore che è riuscito a far giocare la propria squadra con 6 centrocampisti contro una buona squadra di Serie B (qualitativamente parlando) come il Venezia e tra questi è riuscito a sbagliare la posizione di tutti tranne che degli esterni perché lì era impossibile. Un centrocampo in cui Ndour ha dovuto fare il trequartista per marcare a uomo Nicolussi Caviglia, Mandragora ha dovuto giocare a 70 metri dalla porta per fare il regista e dove non si è riusciti a trovare posto né a Folorunsho né ad Adli. Non solo, ma in una partita in cui, oltre a Kean, mancava anche il malato immaginario Gudmundsson mentre i due attaccanti della primavera sono stati portati a Venezia probabilmente per visitare Piazza San Marco. Non dico che Palladino dovesse farne partire uno titolare accanto al povero Beltran (anche se secondo me era la scelta migliore), ma almeno a partita in corso non li potevamo utilizzare? E poi si dice che in Italia non abbiamo giovani buoni: forse sarà anche vero, anche se non ci credo, ma magari li provassimo qualche volta….

In difesa invece, un Ranieri sulle gambe fin da subito, non poteva essere sostituito da Moreno? E non solo, ma giocando contro una squadra che non schierava nemmeno un attaccante, mi piacerebbe capire a cosa sia servito giocare con 3 centrali dietro!! Il gioco della squadra poi, è stato il solito, fatto di pallonate sull’attaccante abbandonato a sé stesso, di sbandate prese in contropiede che se ci fosse stato Italiano in panchina saremmo a fare i processi in piazza Savonarola, di palleggio pressoché sempre orizzontale in cui non si ha mai la sensazione di un gioco riconoscibile ma ci si affida solamente alla giocata del singolo o all’errore dell’avversario.

In campo però, non dobbiamo mai dimenticare che ci vanno i giocatori ed allora anche chi indossa la maglia viola dovrebbe dare spiegazioni: da Pablo Marì che dopo alcune gare più che discrete sembra aver perso quella sicurezza e quell’attenzione in marcatura che aveva contraddistinto la prima parte di stagione, a Ndour che deve decidere cosa vuole fare da grande perché al momento non è né carne né pesce. Fagioli poi, deve risolvere definitivamente i suoi problemi mentre Beltran abbiamo capito che è un giocatore normalissimo che probabilmente è stato sopravvalutato in fase realizzativa ma ha un gran cuore. Chi invece dovrebbe dare diverse spiegazioni è il calciatore che si è preso la 10 sulle spalle, quel Gudmundsson che tra mezzi problemi muscolari e piccoli traumi subiti, non ha mai trovato una continuità di impiego sufficiente. Di Colpani non parlo perché non vorrei sparare sulla croce rossa, di Zaniolo nemmeno perché spero con tutto il cuore di non vederlo più con la maglia viola addosso.

Detto degli errori in serie di Palladino nella gestione tecnica della squadra, non possiamo però tacere in merito alle mosse della società. Il rinnovo del contratto del tecnico fino al 2027 il giorno prima della semifinale di ritorno col Betis ha dato alla piazza ed ai calciatori un messaggio devastante: che si arrivi in finale, che si vinca la Conference, che si vada o no in Europa a noi interessa poco o punto, l’allenatore resta Raffaele Palladino! Allora scusate ma per cosa realmente gioca la Fiorentina? Per mettere in mostra i migliori calciatori in modo da rivenderli al miglior offerente? Per aspettare di mettersi d’accordo col Comune per avere la gestione totale degli introiti dello stadio in cambio dei soldi necessari a finire la ristrutturazione del Franchi? Oppure per cercare di ottenere il miglior risultato possibile facendo la media ponderata tra il campionato di Serie A, il calcio femminile e la primavera? E poi, considerando che ci sbandierano ad ogni intervista l’attaccamento passionale della proprietà, le telefonate ed i messaggi di Commisso nei confronti di squadra e comparto tecnico, è sbagliato definirsi delusi dall’assenza di una parola nei confronti dei tifosi dopo queste due colossali delusioni? Dopo Atene il comunicato societario arrivò con 4 giorni di ritardo, stavolta credo non arriverà proprio!! E’ un peccato constatare nuovamente quanto ormai il tifoso calcistico sia considerato un vero e proprio cliente anziché un appassionato: ti piace la mia merce? La compri! Non ti piace? Andrò alla ricerca di nuovi mercati…..

Infine due parole sulla direzione tecnica della Fiorentina, in particolare su Daniele Pradè. Al netto delle simpatie o delle antipatie, il Direttore Sportivo viola quest’anno ha indubbiamente allestito la miglior rosa dell’era Commisso con tantissime uscite ed alcuni acquisti del tutto azzeccati. Non starò a fare nuovamente la lista delle operazioni delle due sessioni di mercato, ma l’operato in questa stagione è stato per me molto buono. Peccato che il rapporto tra Pradè e Palladino abbia mostrato crepe già dal mese di settembre per poi rimettersi in sesto dopo il filotto di vittorie: i problemi sono però poi riapparsi ad ogni brutta sconfitta della Fiorentina e questo non credo abbia fatto bene all’ambiente. Le parole del Direttore dopo la sconfitta di Venezia hanno immediatamente riaperto la discussione tra chi vorrebbe ancora Palladino sulla panchina viola e chi invece lo esonererebbe ieri. Le cose però sono due: o Pradè ha la forza di imporre la propria visione e dunque riesce a far esonerare il tecnico o altrimenti dovrebbe avere la dignità ed il coraggio di farsi da parte, di presentare le dimissioni per l’incompatibilità con il proprio allenatore. Questa continua faida che esplode alla fine di ogni gara persa, non fa bene all’allenatore, non fa bene al D.S. ma soprattutto non fa bene alla Fiorentina e questa è l’unica cosa che conta davvero.