Il buono, il brutto, il cattivo

PISA – FIORENTINA = 0 – 0  

Uno stato di perplessità in cui viene a trovarsi una persona che non sappia risolversi tra contrastanti soluzioni, o che non veda via d’uscita da una situazione difficile, o che non sappia come rispondere a quanto le è chiesto; anche uno stato di disagio provocato da un sentimento di timore, di soggezione, di pudore. Questa è la definizione che la Treccani ci offre per il termine IMBARAZZO. Non so cosa ne pensiate voi ma credo che manchi una parte della definizione, cioè quella in cui si definisce imbarazzo come il sentimento che il tifoso della Fiorentina prova in questo momento, un momento in cui la propria squadra, partita con grandi ambizioni, ha raggranellato solamente 3 punti in 5 gare, peggior partenza della storia viola nell’era dei tre punti.

La partita alla quale abbiamo assistito ieri in quel di Pisa, un derby che si tornava a giocare dopo un tempo immemore, è stata a tratti raccapricciante. Una squadra, la Fiorentina, che è stata mangiata viva dal punto di vista dell’aggressività, della voglia, del ritmo. Fino a che i ragazzi di Gilardino hanno avuto gambe e fiato, Ranieri e compagni non sono riusciti a creare nulla ed hanno anzi rischiato di capitolare per mano dell’ex Nzola. L’approccio dei viola è stato diverso, con una difesa più bassa guidata da Pablo Marì ed un centrocampo in cui Nicolussi Caviglia e Mandragora si trovavano di fronte due trequartisti con i quali avrebbero dovuto dialogare per creare qualcosa di interessante. La realtà però è stata disarmante, con il solo Kean a lottare come un leone per inventarsi uno straccio di occasione, ed una squadra senza un barlume di gioco né di idea.

Nella ripresa poi, oltre al palo di Cuadrado (calciatore più vicino ai 40 che ai 30 che ha scherzato più volte il fenomeno Dodò che fa pure le bizze per il rinnovo), sono state le decisioni arbitrali di Manganiello a tenere Pioli ed i suoi a galla: dapprima un gol annullato (secondo me giustamente) per un fallo di mano, poi un rigore non concesso ai nerazzurri per un fallo di mano di Pongracic apparso a me ed a molti altri assolutamente punibile. Al netto delle decisioni arbitrali, credo sia giunto il momento di dire le cose come stanno: certo Pioli non sarà il migliore allenatore del mondo, chiaro che il mercato non avrà centrato tutti i colpi che servivano, ovvio che Commisso sia colpevolmente lontano dalla squadra e dal Viola Park, ma lo scempio al quale stiamo assistendo è del tutto inaccettabile. La Fiorentina ha giocato con una difesa a 3 cercando il duello individuale a uomo in tutte le zone del campo, ha provato con lo schieramento a 4 a zona, poi è tornata ieri ad una difesa più bassa e bloccata con Pablo Marì in mezzo al reparto. A centrocampo si è provato a giocare 3, a 4 ed a 5, davanti abbiamo giocato con le 3 punte fisiche, con i due attaccanti pesanti, con un trequartista più Kean e ieri con 2 trequartisti più Kean. I risultati però, sono sotto gli occhi di tutti e la verità è che i maggiori responsabili sono proprio quelli che a Firenze vogliamo sempre difendere, cioè coloro che indossano la maglia viola. Dov’è il trottolino amoroso Dodò che è talmente innamorato di Firenze da colorarsi i capelli di viola? E Gudmundsson che sembra pensare a tutto tranne che al campo? Qualcuno poi ha notizie di Fagioli o dobbiamo chiamare “Chi l’ha visto?” Se poi sapete che fine hanno fatto Pongracic e Ranieri mi fate un fischio? Alla fine in campo vanno i calciatori e mi sembra che, ad oggi, sia stata la componente meno toccata dalle critiche di tutti gli osservatori, giornalisti, tifosi. Vogliamo cominciare ad individuarne le responsabilità?

IL BUONO

  • Risultato: pensate voi cosa mi tocca scrivere!! Sono costretto a dire che, per il numero di occasioni create, alla Fiorentina è pure andata bene…. Vi immaginate cosa sarebbe successo con una sconfitta? Che tristezza infinita.

IL BRUTTO

  • Dodò: il giocatore a tratti dominante che abbiamo visto nelle scorse stagioni a Firenze è sparito. E non è sparito solamente il giocatore, ma anche (e questo è l’aspetto più grave) il compagno di squadra. Troppe volte in questo inizio di stagione lo abbiamo visto lamentarsi, allargare le braccia, redarguire chi indossa la sua stessa maglia. Abbassiamo la cresta e ricominciamo a giocare per bene, poi semmai si potrà anche parlare.
  • Gudmundsson: la pazienza è veramente agli sgoccioli. Hai voglia? Sennò fuori e dentro Fazzini accanto a Kean che qui non abbiamo bisogno di figurine ma di calciatori in carne ed ossa. The end.
  • Nicolussi Caviglia: il perfetto esempio di come un calciatore che viene da squadre retrocesse non possa invertire da solo la tendenza senza un contesto che lo aiuti. Ma almeno le punizioni possiamo tornare a calciarle come a Venezia?

A voi per i commenti!!