Il punto sul mercato della Fiorentina: conosciamo i nuovi!

La Fiorentina nell’ultima settimana di mercato sembra aver messo il turbo chiudendo due colpi di mercato in entrata. A dimostrazione che molto spesso i nomi che vengono fatti in giro su giornali, tv e web sono solamente specchietti per le allodole, la società di Rocco Commisso ha acquistato due calciatori i cui nomi non erano mai usciti nelle rubriche di calciomercato. Ecco perché, avendo avuto meno tempo di presentarli, cercheremo di conoscerli meglio per caratteristiche fisiche, tecniche e di possibile adattamento al calcio di Vincenzo Italiano.

Il primo arrivo è stato quello di Gino Infantino, centrocampista argentino che è stato prelevato da una delle società più gloriose del mondo calcisticamente parlando, il Rosario Central. Il giovanissimo centrocampista, classe 2003, gioca quasi esclusivamente con il piede mancino (effettivamente ne avevamo pochi in rosa), può interpretare sia il ruolo di mezzala che quello di trequartista ed ha già una discreta esperienza nella massima serie argentina. Capitano della nazionale Under 20, predilige la ricerca dell’assist anziché quella della porta avversaria ed ha certamente doti tecniche ben sopra la media. I dubbi sul suo acquisto però permangono tutti: innanzitutto il fisico (1 metro e 78 per poco più di 70 kg) ancora da rinforzare nella parte alta e poi il ruolo. Infantino ha ricoperto tutti i ruoli del centrocampo ed è stato impiegato anche come attaccante esterno, ma sembra un profilo più che altro propenso a svariare in tutte le zone del campo con l’idea di avere le redini del gioco in mano e la palla spesso tra i piedi. Saprà adattarsi al calcio europeo? Saprà specializzarsi in un ruolo per poter tornare utile alla causa viola? E’ un calciatore che certamente alza la qualità media della rosa come chiesto da Italiano, ma in quanto tempo riuscirà ad aiutare la Fiorentina? L’arrivo di Infantino infine, sembra aprire definitivamente le porte alla cessione di Castrovilli, al quale la società ha offerto un rinnovo di contratto al ribasso, mentre il numero 10 viola si attendeva un aumento dell’ingaggio. Chiaro che se poi arrivasse in mezzo al campo anche Pereyra ex Udinese allora, oltre a Castrovilli potrebbero partire anche Duncan ed Amrabat.

Se a centrocampo Infantino porterà qualità, alla difesa Yerri Mina offrirà soprattutto fisicità: il difensore della nazionale colombiana arriva svincolato dopo due stagioni tragiche all’Everton in cui ha giocato solamente 22 volte in 24 mesi. Martoriato da tantissimi infortuni, il suo acquisto rischia di essere un vero e proprio mistero. Partito Igor, difensore mancino spesso disattento ma certamente roccioso, rapido e scattante, Pradè e Barone hanno deciso di portare a Firenze un calciatore la cui parte migliore della carriera sembra essere già alle spalle. Mina poi, oltre ai problemi fisici di cui abbiamo parlato, non appare come il profilo più adatto al calcio di Vincenzo Italiano: lento, falloso, non certamente un falco nelle marcature preventive e nelle letture difensive, rischia di obbligare la squadra a difendere molto più bassa lasciando troppo campo da coprire ai nostri centrocampisti. Certamente più simile a Milenkovic che ad Igor, ha però una caratteristica di cui la Fiorentina aveva assolutamente bisogno: trova spesso la via della rete su azione di calcio d’angolo. Per una squadra che ha così tanta difficoltà a trovare il gol, una vera manna dal cielo! Certo è che, nel momento in cui un calciatore importante come Sutalo sembra sempre più vicino ad altre squadre, l’arrivo di Mina non migliora una rosa che ha bisogno ancora di innesti importanti.

Tra questi certamente il portiere: il nuovo numero 1 non è ancora arrivato (sempre che non si resti con Terracciano), ma tra i due nomi che stanno circolando con insistenza non avrei il minimo dubbio su chi scegliere. Grabara è un portiere che ci farebbe migliorare: conosce il calcio europeo, ha giocato più volte in Champions, è nazionale polacco. Non è un estremo difensore bello da vedere, ma è sicuro e dotato di grande personalità. Al suo cospetto, il brasiliano Lucas Perri non regge il confronto: già passato in Inghilterra senza lasciare traccia, alterna grandissime parate a topiche importanti e la continuità di rendimento non è certamente il suo forte. Resto convinto che il profilo del nuovo numero 1 viola dovesse essere diverso, ma tra i due voto senza dubbio Grabara!

Adesso che, oltre all’accesso in Conference League, abbiamo la certezza anche di essere teste di serie, l’imperativo è cercare di ripetere il cammino della scorsa stagione senza però lasciare troppi punti in campionato. Per riuscirci, Vincenzo Italiano ha bisogno di una rosa con maggiori qualità in tutti i reparti: riusciranno i nostri eroi a costruirla?

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Appunti viola dopo Grosseto Fiorentina

La Fiorentina torna finalmente a giocare a porte aperte in Toscana nello stadio di Grosseto sfuggito alle grinfie della Sovrintendenza e della burocrazia tiranna e ritrova gol e sorrisi dopo la figuraccia rimediata a Belgrado contro la Stella Rossa. Certo i ritmi non sono ancora quelli che serviranno per la prima di campionato a Genova oppure nel preliminare di Conference League, ma alcuni calciatori iniziano a far vedere lampi di ciò che ci aspettiamo ed altri cominciano ad entrare negli ingranaggi della squadra.

Tra le note positive certamente il brasiliano Arthur Melo che, dopo aver già dato prova di ottime doti tecniche nel secondo tempo di Belgrado, contro il Grosseto ha mostrato che il processo di integrazione nello scacchiere viola procede nel verso giusto. Molto cercato dai compagni, sempre nel vivo del gioco, ha preso le redini della squadra non solamente mostrandosi sempre in appoggio, ma anche e soprattutto giocando palloni invitanti in verticale che nella scorsa stagione, con Amrabat al posto di comando, non avevamo mai visto. Oltre al protagonismo nel gioco, ha mostrato anche di non disdegnare la conclusione personale timbrando la prima rete stagionale: se il buongiorno si vede dal mattino……

Se Arthur è una novità, Brekalo è invece uno di quelli che, dopo sei mesi di nulla, sta cercando finalmente di tornare ad essere quel calciatore già ammirato in Italia tra le fila del Torino. Più convinto, più sicuro nel cercare la giocata personale, più cattivo nel trovare la porta, contro il Grosseto è finalmente sembrato quel calciatore che, convergendo verso il centro, può far male alle difese avversarie. Certo anche ieri prima di esultare ha dovuto colpire il palo ma dei timidi segnali di risveglio sembrano iniziare ad esserci: avere qualità nel cercare la porta sugli esterni sarebbe manna dal cielo per una squadra che fatica così tanto a trovare il gol! E la qualità invocata anche da Vincenzo Italiano in una recente intervista, dovrebbe arrivare anche da uno dei centrocampisti più chiacchierati di questo periodo, anche se più per ragioni contrattuali che per aspetti tecnici, cioè Gaetano Castrovilli. Il numero 10 viola (chissà ancora per quanto), nei primi 45 minuti si fa apprezzare grazie a belle serpentine ed interessanti imbucate per gli sciagurati Ikoné e Cabral: tatticamente dimostra ancora una volta di sentirsi stretto nel ruolo di trequartista e di aver bisogno di spazi in cui poter correre, spazi che potrebbe trovare solamente tornando a fare la mezzala. Che sia una risorsa utile per poter giocare con più moduli vista anche la capacità di Arthur di fare il regista?

Se il centrocampo ha dato segnali incoraggianti e la difesa non è assolutamente giudicabile (a parte un’uscita da brividi di Cerofolini), l’attacco continua a dimostrare un’inconsistenza preoccupante. Certamente l’estremo difensore maremmano Raffaelli ha fatto vedere ottime cose, ma i gol che è riuscito a fallire Cabral fanno gridare allo scandalo. L’attaccante ex Basilea continua ad aver bisogno di troppe occasioni per trovare la via della rete e sembra anche aver perso quella tranquillità davanti al portiere avversario che per un centravanti è fondamentale. Ikoné e Kouamé non fanno certo di meglio, mentre Jovic e Sabiri dimostrano almeno di non aver perso dimestichezza con la porta avversaria come invece sembra essere successo a Martinez Quarta che nella seconda frazione sbaglia una rete a porta vuota…. che sia per questo che la Fiorentina sembra stia chiudendo con Yerri Mina?

In una stagione in cui il numero di abbonati sarà certamente in flessione, segno ancora una volta che la gente ha capacità di analisi e decisione che prescinde dalla stampa e dalle afone associazione dei tifosi, un’ultima fase di mercato più convincente darebbe una spinta in più non solamente a chi tifa Fiorentina, ma soprattutto ad una squadra che quasi sotto silenzio ha ottenuto con merito l’accesso alla prossima Conference League. Proviamo a ripetere l’impresa dello scorso anno?

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Appunti viola dopo Fiorentina Catanzaro

In una gara amichevole dai ritmi forse addirittura più bassi di quella col Parma, la Fiorentina batte il Catanzaro segnando tre gol nella ripresa e mette in mostra per la prima volta, seppur per uno spicchio di secondo tempo, il nuovo regista brasiliano Arthur. In un Viola Park ancora chiuso ai tifosi, non è dunque possibile permettere alle due tifoserie gemellate da decenni di abbracciarsi come avrebbero voluto: se vi aspettate che commenti la novella dello stento relativa alle infrastrutture, almeno per adesso lascio il compito a chi vuole solamente attaccare una parte o l’altra in un tiro al piccione che non mette a fuoco le reali responsabilità ma serve solamente ad avvelenare i pozzi.

In una partita in cui i ritmi sono stati così bassi, le occasioni così scarse e le prestazioni individuali non eccelse, mi sembra giusto approfondire il comportamento dei reparti anziché quelli dei singoli visto che nel calcio di Vincenzo Italiano è molto più di moda il pronome noi del pronome io. Contro il Catanzaro neopromosso in cadetteria, la difesa si è rivelata meno attenta che contro il Parma: contro i calabresi infatti, è stato sbagliato un numero maggiore di palloni in uscita (stranamente impreciso anche Ranieri) e soprattutto è stata presa la consueta imbucata in mezzo tra difensore centrale e difensore esterno con la linea che non riesce a mettere in fuorigioco l’attaccante avversario. E’ stata incredibile la somiglianza di tale occasione con la rete subìta in finale a Praga ed in troppe altre occasioni durante l’anno scorso. Fortuna ha voluto che in quel momento in porta ci fosse il reattivo Cerofolini anziché sonnellino Terracciano e dunque la porta sia rimasta inviolata ma….ancora queste occasioni? Ancora nello stesso modo? Mister dobbiamo assolutamente cancellare questo enorme difetto se vogliamo scalare posizioni in campionato!!

In mezzo al campo invece, alcune note liete si sono certamente viste. Detto di un Arthur che ha giocato troppo poco per essere giudicato anche se il tocco di palla è fin da subito sembrato quello di un giocatore che a Firenze manca da un pò, nella prima frazione i panni del regista sono stati ben indossati dal giovane Amatucci che, dopo la prima contro il Parma, è sembrato più dentro al gioco. Cercato molto spesso sia da Terracciano che dalla linea difensiva, ha provato a dare geometria al gioco della Fiorentina che però, senza i lampi di Bonaventura e con un Castrovilli ancora troppo lontano dai suoi standard, ha latitato in un possesso palla spesso orizzontale. Tra i centrocampisti, una nota di merito è certamente per Duncan che ha sradicato diversi palloni, ha cercato la via della rete con una bella conclusione dal limite ed ha infine innescato Ikoné davanti al portiere con una bellissima verticalizzazione che ha bucato la difesa avversaria. Anche Mandragora ha confermato i passi avanti già visti contro il Parma riuscendo anche a trovare il gol grazie ad una punizione battuta astutamente da Biraghi, mentre Castrovilli ha deluso le aspettative: mai una giocata sopra le righe, mai un cambio di passo!

Nel reparto offensivo, detto della rete di Ikoné che è sembrato certamente il più in palla, il resto ha rasentato il pianto: Brekalo innocuo, Kouamé quasi invisibile, Cabral appesantito ed impreciso, Sabiri assente ingiustificato. Nel nulla dei nostri attaccanti, un lampo è invece arrivato da Kokorin (e non sto scherzando!): il gol del 3 – 0 è stato bellissimo con un contro-movimento perfetto, la finta del triangolo con il compagno ed il tiro sul primo palo che prende in controtempo il portiere del Catanzaro. Lungi da me proporre la meteora come componente della rosa viola, ma è giusto sottolineare che, rispetto ai ritiri di Moena, Kokorin sembra più disponibile al lavoro, più coinvolto dai compagni, più dentro la Fiorentina.

Tra 48 ore, in quel di Belgrado contro la Stella Rossa, si comincerà a fare sul serio contro un avversario di caratura internazionale: Vincenzo Italiano ed i suoi ragazzi saranno pronti?

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Appunti viola dopo Fiorentina Parma

Mentre le Associazioni dei Tifosi si destano dal sonno perenne che le aveva colpite in occasione della cancellazione delle riduzioni per gli Under 14 e per le persone anziane al lancio della campagna abbonamenti lanciando strali verso tutti tranne la società per la mancata agibilità del Viola Park, la Fiorentina torna in campo per la seconda amichevole stagionale. Contro un bel Parma allenato da Fabio Pecchia, che è sembrato avere più idee e ritmo dei viola nella prima frazione, la compagine di Vincenzo Italiano non è andata oltre il pareggio confermando il modulo di gioco della seconda parte della scorsa stagione (il 4-2-3-1), la voglia di dominare il gioco attraverso il palleggio, l’idea di provare a spingere se possibile ancora di più sugli esterni.

Mentre nella serata di ieri è finalmente arrivato il regista che il mister chiedeva dal giorno della partenza di Torreira (di Arthur parliamo diffusamente nell’ultima puntata del Corner Viola), possiamo provare ad esaminare alcune prestazioni individuali in attesa che la Fiorentina abbia finalmente un volto più vicino a quello con cui affronterà la prossima stagione. Nella prima frazione di gioco è stato interessante vedere dal primo minuto Amatucci, fresco campione d’Europa Under 19, che ha guidato il centrocampo viola: ciò che certamente piace del giovane prodotto del settore giovanile è la capacità di farsi trovare sempre nella posizione di campo giusta, con il corpo ben posizionato ed il cervello sempre acceso. Resto dubbioso sulle capacità atletiche del ragazzo che è stato spesso sovrastato anche se è cresciuto molto in fase di interdizione nella seconda parte di frazione. Altri spunti interessanti sarebbero dovuti arrivare da Brekalo che, schierato da esterno a piede invertito, si è invece giocato la palma del peggiore in campo con il suo dirimpettaio Ikoné. Giocate scontate, avversari mai saltati, porta mai vista: sugli esterni ho paura che potrebbe presto suonare un campanello d’allarme. Così come potrebbe, anzi dovrebbe suonare già da adesso tra i pali: il buon Terracciano anche ieri ha confermato di vivere un lungo periodo di nebbia fatto da nessuna uscita, pochissime parate, errori con i piedi, scarsa personalità. Italiano ha detto che avrà bisogno di tre portieri all’altezza per affrontare la stagione, dunque la speranza di un nuovo estremo difensore resta viva. La prima frazione si è poi chiusa con il grandissimo gol di Cabral che ha mostrato ancora una volta capacità tecniche importanti e sensibilità di piede notevoli, doti che dovrebbero regalargli, almeno per me, la conferma a Firenze con la contemporanea uscita di Jovic per un attaccante finalmente di spessore.

Nella ripresa la consueta girandola di sostituzioni è stata stavolta ritardata, quantomeno per la difesa. Il reparto che ha iniziato la gara è stato infatti confermato in blocco ma la soglia di attenzione si è decisamente innalzata quando, al 60°, è entrato in campo Fabiano Parisi. L’esordio dell’ex Empoli è stato assolutamente convincente: puntuale nella fase difensiva sia nell’uno contro uno che nelle letture delle possibili verticalizzazioni, intelligente nelle frequenti sovrapposizioni proposte, autore di cross al bacio sia rasoterra per l’inserimento dell’attaccante sul primo palo che aerei per il colpo di testa del compagno. Fisicamente ancora indietro, e non poteva esser altrimenti visto l’impegno con l’Under 21, ha mostrato che l’acquisto sarà certamente preziosissimo in una stagione che speriamo sia di nuovo molto lunga. Per il resto invece, prestazione sottotono di Sabiri dopo la doppietta siglata alla Primavera e di Jovic impalpabile e quasi mai servito in modo decente, mentre qualche sprazzo è arrivato da Mandragora impiegato nei due centrali di centrocampo.

Starà adesso a Vincenzo Italiano, che si è detto molto contento dell’arrivo di Arthur, cercare di integrarlo velocemente e nel miglior modo possibile nei meccanismi della squadra. La speranza è che l’inserimento sia più rapido di quello che normalmente avviene nel calcio del mister siciliano, con la curiosità di vedere se l’innesto brasiliano verrà impiegato in un centrocampo a due oppure come vertice basso a tre, modulo che riporterebbe le lancette dell’orologio indietro alla stagione di Torreira, nella speranza che il risultato sia il medesimo!

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Appunti viola dopo la prima amichevole

Il primo atto più o meno ufficiale della nuova stagione della Fiorentina (considerando che l’arbitro era un uomo dello staff di Vincenzo Italiano), resterà comunque nella storia, indipendentemente da come uno la pensi: la compagine viola ha infatti disputato la prima gara della storia al nuovo Viola Park (o forse sarebbe meglio dire Rocco Commisso training center?). Una svolta epocale, una rivoluzione sportiva e culturale che certamente influirà sulla storia futura della Fiorentina che avrà da oggi in poi un centro sportivo all’avanguardia mondiale in modo da tenere insieme tutte le squadre, tutti i dipendenti, tutte le persone che portano orgogliosamente il giglio sul petto. Che piaccia o no, una nuova pagina da scrivere su un foglio bianco che speriamo sia accompagnata da una parallela fase di crescita tecnica di una compagine che dovrà assolutamente creare i campioni del futuro per tenerseli e non per fare solamente ricche plusvalenze da reinvestire chissà dove (visti anche i 46 milioni di utili certificati al 31 dicembre 2022 di cui nessun giornalista chiede mai conto al padrone del vaporetto).

Venendo al campo, possiamo innanzitutto dire che la Fiorentina è ripartita tatticamente da dove aveva terminato utilizzando il modulo 4-2-3-1 in cui Kokorin nel primo tempo (discreta la sua prova con assist e passaggi filtranti) e Bonaventura nella ripresa (come al solito il migliore per distacco) si sono alternati nel ruolo di trequartista dietro l’attaccante, Jovic prima e Cabral poi. Al netto dei ragazzi della Primavera che si sono dannati l’anima per mettersi in mostra, le considerazioni possono essere poche e scarsamente probanti ma certamente abbiamo visto un Dodò molto indietro sia fisicamente che tatticamente (dalla sua parte nasce infatti l’unica rete subita) ed un Brekalo che, nonostante la rete segnata, si è più volte intestardito nel dribbling quasi dovesse dimostrare qualcosa finendo per perdere troppo spesso palla.

Passando alle noti liete invece, devo dire che mi è piaciuto molto il giovane portiere Martinelli: ha dimostrato grandissime doti con i piedi, ottime capacità di lettura, discreta fisicità considerando la sua verdissima età. Vedendolo ieri, credo che la scelta di assumere uno dei migliori preparatori dei portieri sulla piazza, cioé Marco Savorani, sia da leggere come la volontà di mettere a disposizione di questi giovani ragazzi il miglior istruttore possibile per poter diventare il numero 1 del futuro viola per molti anni. Se la scelta della società deve essere quella di prendere un carneade tedesco svincolato, allora preferirei provare a puntare sui giovani viola visto che adesso le strutture ci sono e gli allenatori anche: niente più scuse!! Discreti segnali sono poi arrivati anche da Sabiri, che ha segnato una doppietta al pari di Jovic, ma che resta un enigma quanto alla posizione in campo: schierato come esterno sinistro nei tre davanti, ha mostrato ottime doti tecniche e capacità di trovare la porta, ma la sensazione è che non abbia le qualità atletiche per ricoprire il ruolo. Certo è che la sua facilità di inquadrare lo specchio, in una squadra in cui i centrocampisti hanno segnato troppo poco in passato potrà tornare utile, ma sinceramente lo vedo più adatto ad interpretare il ruolo di mezz’ala in un centrocampo a 3. Si torna in campo il 20 luglio contro il Parma, un test certamente più probante che potrà darci qualche indicazione in più!

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BarLungo con Simone – Cosa lascia il berlusconismo alla destra

Dopo aver analizzato, nella prima puntata del nostro approfondimento, il lascito di Berlusconi alla parte politica che lo ha sempre avversato, parliamo adesso del centrodestra. Certamente l’ex Presidente del Milan è l’inventore dello schema ancora oggi vincente che vede alleati una destra sdoganata dall’eredità fascista con un centro moderato e conservatore. Cerchiamo di capire, con l’aiuto di Simone Pesucci, cosa ha creato e cosa lascia Silvio Berlusconi alla parte politica di cui è stato l’ispiratore ed il padrone per 30 anni.

Buon ascolto!

BarLungo con Simone – Cosa lascia il berlusconismo alla sinistra

Dopo alcune settimane torna finalmente il nostro podcast nella speranza di non fermarsi più. Il fatto politico (e soprattutto di costume per come è stato trattato dai mass media) più importante dell’ultimo periodo, è stato certamente rappresentato dalla scomparsa di Silvio Berlusconi. Un personaggio che, indipendentemente da come la si pensi, ha cambiato la storia di questo paese dal punto di vista culturale e politico. Con l’aiuto di Simone Pesucci, iniziamo ad analizzare l’impatto del berlusconismo sulla sinistra italiana per poi vedere, nella prossima puntata, quello relativo alla destra.

Buon ascolto!