Il buono, il brutto, il cattivo

COMO – FIORENTINA = 0 – 2

Domenica probabilmente capiremo la reale consistenza della Fiorentina ma intanto si gode!

Una prestazione non bella, con poche occasioni da rete da entrambe le parti e con pochi spunti tecnici ma sinceramente, almeno stavolta, chissenefrega!! La Fiorentina torna da Como con tre punti di platino, contro una squadra che ha uno dei talenti più cristallini del campionato, Nico Paz, ed uno degli attacchi peggiori della serie A formato da due ex viola (Cutrone e Belotti), con uno di questi, il panchinaro, che è stato il centravanti titolare dell’ultima finale di Conference League persa ad Atene (e questo dovrebbe far riflettere bene sulla differenza di calciatori di cui possiamo disporre in questa stagione).

La squadra allenata da Mister Palladino ha messo in mostra ancora una volta un gioco intelligente, che sfrutta le migliori caratteristiche dei propri calciatori e mira innanzitutto ad intasare le linee di passaggio con quattro centrocampisti che pensano prima di tutto a non fare verticalizzare gli avversari. I passi in avanti in questo senso ad esempio di Colpani (ottima la diagonale difensiva su Cutrone quando ancora i viola erano in vantaggio di un solo gol) dimostrano la bravura dell’allenatore e disponibilità dei calciatori. Benissimo ha fatto Palladino nel post partita a sottolineare questo aspetto: la Fiorentina di oggi non è rappresentata solamente dalle parate di De Gea e dai gol di Kean, ma anche e soprattutto dal sacrificio di Beltran che, oltre a servire l’assist ad Adli, combatte quasi più da centrocampista che da fantasista, dalle rincorse di Colpani, dalla capacità di Sottil di entrare a gara in corso per spaccare la partita, dalla voglia da parte di tutti di mettersi a disposizione della causa viola.

Mi permetto però di aggiungere che questa Fiorentina è anche tanto figlia di un mister che conosce molti tipi di calcio: se nella prima fase del filotto di sette vittorie consecutive avevamo ammirato una squadra che amava e riusciva a giocare in velocità grazie ad una condizione fisica eccellente, adesso si ricorre maggiormente al fraseggio corto e spesso lento per dare ai centrocampisti il tempo di accompagnare l’azione. Non solo, ma si cercano meno le sovrapposizioni esterne andando più volte in profondità direttamente con Kean e Beltran. Tutto questo poi, senza dimenticare che si ha anche la capacità ed il coraggio di cambiare modulo in corsa: a Como, nel momento di difficoltà, fuori un centrocampista e dentro un difensore con il passaggio alla difesa a 3 perché, incredibile a dirsi, non è vietato dal regolamento!!! (E’ una battuta mi raccomando…. ). Insomma una squadra ed un allenatore che sanno adattarsi alle pieghe della partita e che stanno recuperando piano piano tutti gli effettivi. Dopo alcune settimane infatti, abbiamo rivisto sia Cataldi che Pongracic, due calciatori che saranno fondamentali nel proseguo della stagione. Il mediano ex Lazio è stato un po’ impreciso quando ha dovuto fare ripartire l’azione ma la sua importanza si è notata soprattutto dal punto di vista difensivo: dopo averlo sostituito, con il conseguente spostamento di Bove davanti alla difesa, la Fiorentina ha fatto molta più fatica ad arginare le verticalizzazioni lariane ed ha perso spesso i duelli individuali in mezzo al campo. Pongracic invece, si è visto poco ma per assurdo anche stavolta ha dovuto adattarsi ad un difesa a 3 anziché quella preferita a 4. Il suo recupero è comunque un’ottima notizia sia perché fino a Befana si giocherà una gara ogni tre giorni, sia perché nel reparto arretrato prima o poi i cartellini gialli si faranno sentire. 

Restano dunque i tre punti, la settima vittoria consecutiva, la quarta partita consecutiva in trasferta senza subire reti, un attaccante in stato di grazie, un portiere che viene da Marte, un centrocampista che pennella con un talento raro e che inizia anche a vedere la porta. Lassù tutti hanno vinto ma credo che sia importante fare la corsa solamente sulla Fiorentina: probabilmente questa settimana sarà complicata anche per le pressioni mediatiche che Palladino ed i suoi ragazzi saranno chiamati a gestire. Come per magia tutta Italia si accorgerà di una squadra in maglia viola che vuol provare a fare la guastafeste del campionato: anche stavolta dovremo essere i più belli, i più scaltri ed i più sfrontati senza cadere nei loro tranelli. Insomma come avrebbe detto il Sommo Poeta….

IL BUONO

  • Adli: gioca un primo tempo semplicemente sontuoso. E’ in ogni zona di campo, nonostante la marcatura a uomo riesce a farsi trovare spesso libero e segna il gol del vantaggio. Cala leggermente nella ripresa ma resta assolutamente il migliore in campo. Tra lui e la coppia Arthur Maxime Lopez la distanza è siderale!!!
  • Dodò: e menomale che doveva essere stanco per il viaggio intercontinentale con la sua nazionale!! Stantuffa avanti ed indietro sulla fascia imbeccato in modo impeccabile da Adli. In fase difensiva Colpani è sempre pronto a coprirgli le spalle ed il brasiliano vola sulle ali dell’entusiasmo e del sorriso. Dodosessuale.
  • De Gea: la tripla parata è semplicemente lunare. Regala tranquillità e sicurezza a tutta la città di Firenze. Marziano.
  • Sottil: nella ripresa Palladino decide di abbassare la linea difensiva della squadra scommettendo sulle ripartenze dei due esterni Sottil ed Ikonè ed il prodotto del settore giovanile viola spacca la partita in due. Riparte negli spazi vincendo ogni confronto diretto e regala l’assist vincente a Kean. Ora ci siamo!

IL BRUTTO

  • Il secondo tempo: se proprio dobbiamo cercare il pelo nell’uovo, la Fiorentina nella ripresa probabilmente si abbassa troppo rischiando anche in qualche mischia davanti a De Gea. Forse è una scelta ponderata anche in relazione alla condizione atletica della squadra e dunque và benissimo così. Se il risultato è sempre questo, 1000 di questi secondi tempi!!

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – HELLAS VERONA = 3 – 1

Una Fiorentina da impazzire!

Dopo la sconfitta di Cipro, la squadra di Raffaele Palladino torna alla vittoria grazie ad un Kean mostruoso e raccoglie il sesto successo consecutivo in campionato ergendosi al secondo posto in classifica seppur in coabitazione con altre compagini. I viola hanno vinto contro un Verona che, pur non avendo mai mollato fisicamente e psicologicamente, non è quasi mai riuscito a mettere in pericolo la porta di De Gea. Il portiere spagnolo infatti, battuto solamente da un bellissimo tiro di Serdar, ha vissuto un pomeriggio tutto sommato tranquillo all’interno del quale ha avuto anche la capacità di servire sul piatto d’argento un assist a Gabriel Omar Kean. Si, avete letto bene, non Moise ma Gabriel Omar…. Dopo tanti anni di stadio e di partite viste in casa ed in trasferta, ieri pomeriggio al Franchi ho visto la cosa più simile a Batistuta da quando il Re Leone decise di andare a Roma a festeggiare il Giubileo. Nella tripletta realizzata con il Verona infatti, si è ammirato il movimento in verticale alle spalle della difesa avversaria premiato da un passaggio filtrante di un vero numero 10 (oggi Beltran ieri Rui Costa), il gol di potenza su palla inattiva con la palla messa in porta con una zampata da opportunista, ma soprattutto grazie a De Gea e Kean abbiamo rivissuto il Ciribè (come lo chiamava Mario Ciuffi, indimenticabile tifoso viola). Rilancio lungo del portiere (allora Francesco Toldo) direttamente sull’attaccante che controlla la palla e si gioca l’uno contro uno con il malcapitato difensore: dribbling e tiro di potenza per chiudere la partita e portarsi a casa il pallone. Uno spettacolo!!!

Oltre alle individualità indubbiamente importanti scovate dal D.S. Pradè, possiamo ormai dire che la trasformazione della Fiorentina dal calcio di Vincenzo Italiano a quello di Raffaele Palladino si è definitivamente compiuta. Il manifesto della nuova idea di calcio viola è il primo gol: la squadra si difende più bassa cercando di intasare tutte le linee di passaggio (grandi passi in avanti in questo senso si sono visti anche nella prestazione difensiva di Sottil oltre a quella di Colpani), recupero della palla nella propria metà campo (anziché andare ad attaccare la palla altissimi), primo passaggio in uscita in verticale a cercare un attaccante come Beltran che a quel punto ha lo spazio ed il tempo per girarsi ed attaccare la porta avversaria. Da lì in poi si cerca la profondità anziché l’ampiezza, il movimento dell’attaccante: nuovo passaggio in verticale e gol. Certamente la qualità aiuta, ma anche la ricerca continua della verticalità anziché dell’ampiezza permette di avvicinarsi più velocemente alla porta offrendo la possibilità agli attaccanti di giocare faccia alla porta e di avere più facilmente un vantaggio rispetto ai difensori.

Dal punto di vista della prestazione non è stata certamente la miglior Fiorentina. Senza Cataldi, con la necessità dunque di portare Bove in mezzo al campo, i viola hanno un solo ideatore di gioco (Adli) e necessariamente meno alternative in fase di possesso palla. Oltre a ciò, i ragazzi di Palladino hanno dimostrato che in alcuni interpreti la spia della riserva si è ormai accesa e dunque la sosta arriva al momento giusto. A differenza del break precedente, diversi Commissari Tecnici si sono però accorti dei viola e sarà quindi più difficile per Palladino lavorare sui meccanismi di squadra. La speranza è che nessuno torni infortunato e che, nel frattempo, i due acquisti più cari della campagna estiva riescano a rimettersi al pari dei propri compagni in modo da avere nuove frecce al nostro arco. Se al momento sia Beltran che la coppia Comuzzo Ranieri non hanno sbagliato un colpo, resta comunque necessario avere una rosa più ampia per continuare ad inseguire un sogno impensabile fino a poche settimane fa. Se alla ripresa in quel di Como, fossimo nuovamente in grado di poter contare sulle doti di Gudmundsson e Pongracic oltreché su quelle di Cataldi, Palladino potrebbe fare delle rotazioni anche in base anche alle energie a disposizione e non solamente in base all’avversario da affrontare.

Godiamoci la sosta e la classifica del momento, al resto penseremo poi!!   

IL BUONO

  • Kean: semplicemente inarrestabile. Segna di potenza, d’astuzia, di forza. Finalmente il BOMBER!!
  • Beltran: il modo in cui ribalta l’azione per servire Kean in occasione del primo gol è da grande giocatore. Finalmente impiegato nel suo ruolo, è a tratti imprendibile ed aiuta anche tantissimo la squadra. Adesso ammiriamo il vero Lucas!
  • La coppia Comuzzo – Ranieri: ciò che mi piace sempre di più è che i due prodotti del settore giovanile viola non solamente sfoggiano grandi prestazioni personali, ma si muovono con una sincronia quasi perfetta. Quando uno scappa l’altro affronta, quando uno temporeggia l’altro si allunga. Uno dei segreti della rincorsa viola.

IL BRUTTO

  • La benzina: nelle ultime gare, da quelle di Genova e Torino a quella di ieri, alcuni interpreti sembrano in riserva. Bove ed Adli ad esempio, appaiono appannati e mancano di quell’aggressività che aveva contraddistinto le loro prove fino ad una ventina di giorni fa. Lo stesso Colpani, dopo alcune partite incoraggianti ieri è sembrato appannato così come Dodò. Insomma questa sosta potrebbe essere l’occasione perfetta per fare il pieno in vista dello sprint fino a Natale!

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

APOEL – FIORENTINA = 2 – 1

Se sconfitta doveva essere, la preferisco in Conference….(oppure godo come un riccio come direbbe l’amico Wwayne)!

Dopo una striscia di risultati positivi come non si vedeva da anni, una Fiorentina vestita in maschera stecca la prestazione e cade meritatamente a Cipro giocando una gara sonnacchiosa, sotto ritmo, molto brutta.

Certo non si poteva chiedere agli 11 scesi in campo dall’inizio la gara del secolo, ma qualcosa in più certamente sì. Non ci dimentichiamo infatti, che gli avversari dell’Apoel sono già al terzo tecnico in stagione e non avevano ancora vinto nella competizione europea. E’ vero che non si può pretendere chissà cosa da chi non ha praticamente mai giocato nell’ultimo mese e mezzo se non spezzoni di gara, ma almeno la grinta, la voglia, la ricerca di evitare la sconfitta l’avrei voluta vedere. La Fiorentina di ieri sera è una squadra senza capo né coda, con calciatori anche fuori ruolo, ma mi piace ricordare che era composta da 7 undicesimi di quella che nelle ultime due stagioni è arrivata tre volte in finale, perdendo sempre. Lo ricordo perché i social e non solo, sono pieni di “tifosi viola” che fanno a gara a sfottere Vincenzo Italiano ogni volta che il Bologna non vince o non fa gol neanche fosse diventato l’allenatore della Juventus! Capisco che possa anche non rimanere simpatico a tutti, ma sulla sua professionalità e sui traguardi raggiunti, non c’è molto da discutere (a meno che non siate disonesti intellettualmente).

La Fiorentina scesa in campo a Cipro era una squadra piena di esperimenti (vedasi Richardson trequartista e Parisi alto a sinistra), calciatori appena rientrati da un infortunio come Mandragora, giovani che ancora devono conoscere il calcio europeo come Moreno, altri che sembrano nettamente involuti rispetto alla scorsa stagione come Kayode. Ci sono poi quelli che sinceramente non capisco come ancora possano giocare a Firenze come Kouamè o quelli che ultimamente, oltre che mediocri, sono anche sfortunati come Biraghi o fuori fase come Quarta.  Insomma un minestrone dal quale era difficile pretendere qualcosa in più: ancora una volta si è visto come, al netto della bravura di un allenatore, quando manca la qualità in campo puoi essere anche Guardiola o Klopp, ma fare rete ed essere in grado di creare la superiorità numerica diventa difficile. Ieri sera con le seconde linee e giocando contro una squadra che si difendeva con 11 uomini sotto la linea della palla, per magìa la Fiorentina è tornata a girare palla lentamente ed in orizzontale, a non vincere mai un duello individuale, a creare pochissimo, a non tirare mai in porta. Se pensiamo che il gol della speranza è stato segnato praticamente in contropiede a campo aperto, questo spiega tante difficoltà che abbiamo affrontato nelle ultime stagioni e che avremmo affrontato anche quest’anno se non fosse stato fatto un mercato grazie al quale si è alzata la qualità media della squadra, con innesti finalmente dalle compagini che normalmente arrivano davanti in classifica e calciatori abituati a giocare determinate partite su determinati palcoscenici.

Resta comunque il troppo turnover effettuato da Palladino, un turnover che ha dimostrato che esistono i titolari ed esistono le riserve, ma soprattutto che in questo momento dobbiamo e vogliamo cavalcare il sogno in campionato con un’altra partita, quella di domenica contro il Verona, che è assolutamente alla portata della Fiorentina bella e spumeggiante che abbiamo ammirato fino a due settimane fa, ma anche di quella brutta, sporca e cattiva che ha fatto 6 punti nelle ultime due trasferte.

Avanti dunque a testa alta per portare a casa i tre punti contro l’Hellas per continuare a sognare!

IL BUONO

  • Ikonè: è lui il calciatore che segna il gol della speranza ed è sempre lui l’unico che prova a puntare l’avversario per creare la superiorità numerica. Ho detto provare, non riuscire!
  • Martinez Quarta: almeno ci mette la grinta, la voglia, la passione cercando di recuperare palla prima possibile ribaltando l’azione da difensiva ad offensiva. Uno dei pochissimi che sembra tenere a questa gara.

IL BRUTTO

  • Parisi: seppur fuori ruolo, gioca una partita imbarazzante. Non salta mai l’uomo, viene sempre sovrastato fisicamente, non chiude mai la diagonale di passaggio, non arriva mai al cross. Sfiduciato, l’ombra del giocatore visto ad Empoli: mandiamolo a giocare!
  • Richardson: lento, impacciato, senza idee, con un piede solo. Potrà fare tante cose, ma non il trequartista!
  • Kayode: il lontano parente di quel calciatore che dominava fisicamente ogni avversario. Non azzecca una giocata, non salta mai l’uomo, è anche protagonista sfortunato della frittata in coppia con Biraghi sul secondo gol. Non è proprio il suo momento!

A voi per i commenti!!

BarLungo con Simone – Com’è stato eletto Donald Trump?

Il tema del momento è indubbiamente quello delle elezioni presidenziali statunitensi. Con questa puntata del nostro podcast, “Il BarLungo con Simone”, cerchiamo di capire il metodo di elezione di quello che è uno dei ruoli più importanti del mondo, non solo per gli amplissimi poteri che il presidente degli Stati Uniti ha, ma anche per i risvolti internazionali che questa elezione avrà.
Molti infatti parlano di elezione diretta del Presidente, ma siamo sicuri sia proprio così? Per districarci tra i vari sistemi elettorali che hanno portato Trump ad essere il 47° Presidente statunitense, ovviamente mi avvalgo delle conoscenze del grande amico e professionista Simone Pesucci.

Buon ascolto!

Il buono, il brutto, il cattivo

TORINO – FIORENTINA = 0 – 1

Sogno o son desto?

In meno di 72 ore la Fiorentina gioca due partite brutte, sporche e cattive riuscendo ad uscire dal campo senza gol al passivo e con 6 punti in saccoccia. Tra la gara di Genova e quella di Torino ci sono molte cose in comune, non solamente il risultato. I viola hanno dato la netta sensazione di essere diventata una squadra con la S maiuscola, un gruppo in cui ci si aiuta e si cerca di condividere gioie e difficoltà per provare a superare gli ostacoli che ci si trova ad affrontare.

Palladino e Prade’ sono i fautori di questo mezzo miracolo, di questo piccolo gioiello nato in pochissimi giorni di mercato grazie ad innesti intelligenti e ad un allenatore che ha cambiato rotta prima che fosse troppo tardi. Non solo il cambio di modulo, ma anche e soprattutto il cambio di uomini (con il coraggio mai avuto negli anni precedenti di tenere fuori i due capitani Biraghi e Quarta) ed il cambio di atteggiamento tattico in campo. Non più una difesa a uomo in tutte le zone del campo, ma alcune marcature individuali (come quella di ieri di Bove su Ricci) e copertura degli spazi in modo da non dare l’opportunità di verticalizzare agli avversari: dedicarsi insomma alle diagonali di passaggio anziché agli uno contro uno. Eppoi lasciare completa libertà ai giocatori nella metà campo avversaria con terzini che diventano ali, centrocampisti che si gettano negli spazi liberi, attaccanti che legano il gioco come non si era mai visto nelle precedenti stagioni.

Oltre ai principi di gioco generali però, Palladino dimostra ogni volta di preparare qualcosa di diverso: contro il Torino ad esempio, si è scelto di provare a cavalcare il momento ottimo di Sottil che a Genova era stato tra i migliori. Ecco allora che, non solo è stato confermato titolare a discapito di Ikone’, ma si è giocato il primo tempo con l’obiettivo di isolarlo uno contro uno con Pedersen: Gosens che faceva sempre la sovrapposizione interna, Richardson e Bove che lo cercavano sempre con la palla in corsa faccia alla porta. Non sempre si è riusciti a trovare Sottil uno contro uno, ma vedere un piano gara che cambia a seconda dell’avversario è una novità interessante da sottolineare.
Per il resto è stata una Fiorentina cinica, che ha sfruttato un errore clamoroso della retroguardia avversaria grazie ad un attaccante che, dopo Vlahovic, in maglia viola non si era mai visto. Seppure al 60 per cento, spesso zoppicante e maltrattato, Kean ha fatto vedere ancora una volta la differenza tra un attaccante vero ed un apprendista del mestiere. Una palla gol ed una rete…. Tre punti ed a casa!

Stavolta però, a differenza della gara di Genova, la Fiorentina ha patito maggiormente soprattutto perché non è riuscita a ripartire in contropiede: i subentrati non hanno dato niente alla squadra e, a parte Mandragora ed un pò Adli, hanno fatto tutti peggio dei compagni che sono usciti. Questo è l’unico neo che dovremo (speriamo) correggere a gennaio…. Un vice Kean ed un centrocampista in più sono necessari se vogliamo continuare a sognare.

Speriamo che le scuse che Commisso e Prade’ hanno offerto alla città dopo il mercato dello scorso gennaio, siano foriere di decisioni diverse e migliori per regalare a Palladino ed ai tifosi un sogno che giornata dopo giornata si fa sempre più reale!

IL BUONO

  • Kean: se a Genova De Gea aveva mostrato cosa significasse avere un portiere da Champions League, ieri Moise ha mostrato cosa sia un centravanti. Pur spesso zoppicante, ha lottato su ogni pallone, ha fatto a sportellate, ha fatto salire la squadra, ma soprattutto ha fatto rete alla prima ed unica occasione di calciare in porta. Da quanti anni aspettavamo un calciatore così…..
  • Beltran: non ha certo giocato una gara da stropicciarsi gli occhi, ma ha fatto un quintale di cose utili. Soprattutto ha pulito decine di palloni arrivatigli imprecisi per mettere i compagni nelle condizioni di attaccare la metà campo avversaria. Ha preso un pò delle botte che solitamente sono dedicate a Kean senza mai battere ciglio ed ha legato i reparti anche in quei momenti in cui la Fiorentina faceva fatica a salire. Preziosissimo!
  • La coppia Ranieri – Comuzzo: certamente il passaggio ad una difesa a 4 ha aiutato tutti, ma in questo momento il muro eretto dai viola sembra difficilmente valicabile. E’ anche un momento in cui va tutto bene, come in occasione del palo di Pedersen, ma l’attenzione e la dedizione di questi due ragazzi è da stropicciarsi gli occhi. Pongracic può recuperare con calma….

IL BRUTTO

  • Gosens: magari vi arrabbierete, ma stavolta il terzino tedesco non convince. Probabilmente affaticato, non si vede quasi mai in proiezione offensiva e rischia di far capitolare la squadra con una dormita colossale in occasione del palo di Pedersen. Capita anche ai migliori…..
  • Richardson: stavolta l’assenza di Cataldi pesa. Lento, impacciato, spesso falloso, il marocchino sembra rimanere troppo spesso ai margini del gioco della propria squadra e più in generale ai margini della gara. L’ingresso di Mandragora restituisce fisicità e nerbo al centrocampo viola. Percorso di crescita.
  • I subentrati: Tolto Mandragora ed in parte Adli, Ikonè Biraghi e Kouamè non portano niente alla squadra. Nessuna giocata in avanti, nessun cambio di passo, nemmeno grande cattiveria agonistica. Al momento la differenza tra titolari e panchinari è immensa!

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – ROMA = 5 – 1

Un inno alla gioia!

Ieri sera al Franchi abbiamo visto una di quelle partite che resteranno scolpite nella testa e nei cuori dei tifosi viola per anni. Una presunta grande dominata dall’inizio alla fine, in ogni singolo aspetto del gioco, una compagine che era arrivata a Firenze dichiarando che doveva essere la gara per ritrovare la fame e la cattiveria. In realtà, lo stesso Juric che aveva sbandierato questi obiettivi, è stato costretto a fare due sostituzioni dopo mezz’ora togliendo Cristante ed Angelino che non erano mai riusciti a fermare lo strapotere di Dodò e Colpani a destra e di Beltran ed Adli nella zona centrale del campo.

La Fiorentina ha giocato una gara al limite della perfezione, chiudendo ogni spazio ai giallorossi e ripartendo in modo chirurgico trovando sempre il modo, i tempi e gli spazi per far male alla difesa avversaria. Se vogliamo trovare un neo ai ragazzi di Palladino, dopo i primi 25 minuti di livello straordinario, la squadra probabilmente si è abbassata troppo subendo il gol che avrebbe potuto riaprire la contesa. La reazione però è stata da grande squadra, da una squadra che sa esattamente cosa vuole fare e lo fa con convinzione e strapotere fisico. I viola hanno trovato la quadra, con i giocatori giusti al posto giusto, con un gran bel portiere, una coppia di difensori che sta stupendo tutti, due terzini di cui uno (Dodò) in un momento di strapotere fisico come non si vedeva dai tempi di Odriozola, l’altro (Gosens) che si sta sacrificando per la squadra limitando le scorribande offensive, un centrocampo in cui Cataldi mantiene sempre gli equilibri senza per questo disdegnare le sortite offensive, Adli fa girare la squadra con una tecnica sopraffina, Colpani che è migliorato tantissimo anche in fase difensiva quando Dodò si sovrappone; davanti poi, Beltran gioca finalmente libero di testa e senza lacci, inventa calcio muovendosi tra le linee anziché essere inchiodato spalle alla porta come invece fa Kean, strepitoso anche ieri non solamente per la doppietta ma anche per il lavoro sporco, le sportellate, le punizioni guadagnate, i palloni recuperati (quanto mi sono sbagliato sul suo conto!!!).

Eppoi lui…. il giocatore che fin da subito (qui invece ci avevo azzeccato) ho individuato come il potenziale scippo dell’ultimo mercato, ovviamente parlo di Bove. Un calciatore con sette polmoni che però non perde praticamente mai lucidità; regala equilibrio alla squadra, gioca sempre in verticale, trova spesso gli spazi in cui inserirsi, recupera decine di palloni e ribalta l’azione sempre con intelligenza. Il confronto con Pisilli è stato a tratti imbarazzante per superiorità! Pensare che nelle ultime convocazioni di Spalletti, il calciatore giallorosso è stato preferito al viola spedito con l’Under 21 lascia sinceramente basiti.

Non possiamo infine non citare i due veri fautori di questa striscia di risultati e di questa squadra, le due persone senza le quali oggi la Fiorentina non sarebbe questa e cioè Raffaele Palladino e Daniele Pradè. Un allenatore che per la prima volta si misura con una piazza importante, difficile, spesso umorale e brontolona, ha avuto un approccio complicato con i viola: le sue idee inizialmente non sono state recepite dalla squadra ed allora ha fatto ciò che fanno le persone intelligenti. Ha parlato con i propri ragazzi, ha modificato le sue richieste ed ha fatto capire ai calciatori che voleva fare qualcosa di importante con loro. Via quindi la difesa a tre, via anche la difesa a uomo in tutte le zone del campo, aggiustamenti nei principi di gioco. Largo dunque alla difesa a 4, ai riferimenti della zona, alle verticalizzazioni sull’attaccante. E’ riuscito a creare un gruppo con gerarchie ben stabilite ma che ha la possibilità di alternarsi in Europa. Nelle dichiarazioni post gara di ieri, ha raccontato tutto questo, ha detto che è pronto a cambiare ancora se necessario, ha dimostrato intelligenza e flessibilità, insomma ciò che serviva per raddrizzare la rotta. Se Palladino ha azzeccato ogni mossa in panchina, questa stagione sta prendendo il verso giusto anche perché finalmente il comparto tecnico viola è stato libero di prendere decisioni senza condizionamenti: Pradè, aiutato da Goretti, ha costruito una squadra divertente, ambiziosa, fresca, di qualità. Ha azzeccato il portiere (De Gea che rispetto a Terracciano ti regala almeno 7-8 punti in più), ha preso l’attaccante giusto per voglia di rilanciarsi e mix tra qualità e fisicità, ha costruito un centrocampo che possiede atletismo, corsa, tecnica, acume tattico, visione di gioco. Diciamoci la verità, la qualità che questa squadra possiede, Vincenzo Italiano l’ha avuta a disposizione forse solamente il primo anno. In questa stagione finalmente abbiamo calciatori che determinano, che giocano in verticale, che cercano la porta con continuità. Vi sembra poco?

Giovedì i viola vanno a Genova con la consapevolezza che probabilmente servirà far tirare il fiato a qualcuno; vedremo se chi ne prenderà il posto sarà capace di tenere la stessa qualità e lo stesso ritmo dei titolari.

IL BUONO

  • Il primo gol: dal momento che dovrei inserire tra i buoni la quasi totalità della squadra viola, ho pensato che fosse preferibile sottolineare la bellezza della prima rete di Kean. L’azione che porta l’attaccante a segnare è la perfetta fotografia del calcio di Palladino in questo momento; rapide verticalizzazioni, scambi di prima, attacco alla profondità. Dopo che nell’ultima stagione abbiamo assistito troppo spesso ad uno sterile possesso palla orizzontale (do you remember Arthur?), l’azione del gol sembra un sogno!!

IL BRUTTO

  • Niente: assolutamente nulla!!!

A voi per i commenti!!

BarLungo con Simone – Immigrazione tra rischio ed opportunità (5° parte)

Eccoci tornati al nostro podcast, il “BarLungo con Simone”! Sta cominciando una nuova puntata in compagnia dell’amico e professionista Simone Pesucci!

Siamo giunti all’ultimo appuntamento di questo approfondimento sull’immigrazione con uno dei temi più divisivi e più strumentalizzati dalla politica, cioè il ruolo delle Organizzazioni non Governative. Con Simone cerchiamo di muoverci tra governi che promettono blocchi navali, ministri in tribunale, centri di accoglienza in Albania e legislazione europea.

Buon ascolto!

Il buono, il brutto, il cattivo

LECCE – FIORENTINA = 0 – 6

Che sia l’alba di un nuovo inizio?

Se dopo la bella e sofferta vittoria interna contro il Milan Firenze ed i suoi tifosi si aspettavano una conferma, non poteva esserci risposta migliore.

La Fiorentina vince e convince in trasferta, strapazzando una delle squadre più in crisi del campionato, rischiando praticamente mai e dando l’impressione di poter continuare ad affondare nella difesa avversaria in ogni momento della gara prescindendo anche dagli interpreti. I ragazzi di Palladino infatti, con o senza Gudmundsson, con o senza Kean, hanno dimostrato che non ci poteva e non ci doveva essere storia! Sembra lontanissima quella squadra spenta e paurosa vista contro Venezia e Monza, quella rinunciataria e pavida di Empoli: i viola ieri hanno dominato il campo ed il gioco sfruttando le proprie capacità senza però mai cadere nella vanità. Soprattutto in mezzo al campo, Adli Cataldi Bove e Colpani non si sono mai guardati allo specchio masturbando il pallone con continui passaggi orizzontali, ma hanno sempre cercato il pallone in verticale per l’attaccante, la sovrapposizione del terzino, l’inserimento del centrocampista. Insomma un bel mix tra possesso e verticalizzazione, tra uno contro uno e ricerca del terzo uomo con un dominio che ha riscaldato il cuore.

Palladino ha deciso di riproporre la stessa formazione che aveva cominciato contro il Milan anche se, probabilmente più per la forza dell’avversario che non per una scelta ponderata, i viola sono partiti fin da subito con un 4-3-2-1: Colpani infatti, differentemente da due settimane fa, ha interpretato il ruolo di trequartista in linea con Gudmundsson anziché quello di esterno di un centrocampo a 4 riuscendo dunque ad avvicinarsi alla porta con maggior pericolosità. L’esperimento è però durato pochissimo poiché dopo l’infortunio dell’islandese, Beltran ha interpretato il ruolo di seconda punta e dunque si è tornati ad un 4-4-2 più simile alla gara precedente. Certo è che essere riusciti a fare due reti nel breve volgere di qualche minuto ha dato alla Fiorentina una tranquillità notevole ma ciò che è piaciuto maggiormente è che la squadra non ha comunque smesso di giocare. Il centrocampo con Adli e Cataldi che si scambiano i compiti di regia e Bove che riesce ad equilibrare sempre la squadra in fase difensiva funziona benissimo (complimenti a Pradè per averlo costruito), mentre davanti Kean ha continuato a fare sportellate con tutti anche con una caviglia dolorante e Dodò da dietro ha fatto sconquassi! Gosens più bloccato ha chiaramente almeno un cilindro in meno, ma come ha detto il tedesco ieri dopo la vittoria, conta la squadra ed in questo momento sembra tutto funzionare perfettamente. Gli stessi Ranieri e Comuzzo hanno dato tranquillità alla squadra ed hanno spesso fatto ripartire l’azione da dietro con il primo passaggio in verticale….peccato solamente per la folle gomitata del capitano viola a gara praticamente conclusa che avrebbe potuto costare molto di più. Il buon Ranieri deve capire che la testa deve rimanere sempre dentro la partita e soprattutto il cervello deve stare sempre acceso per non rischiare di macchiare la propria prestazione con errori assurdi.

Adesso sotto con la Conference League: toccherà alle cosiddette seconde linee cercare di mettere Palladino in difficoltà, anche se l’idea del tecnico campano di far giocare una base importante della formazione ogni domenica finora si è rivelata vincente. Non se ne poteva più di rotazioni cervellotiche contraddistinte da almeno 4-5 cambi a partita: certamente con tutte le gare che aspettano i viola fino alla sosta di novembre qualcuno dovrà rifiatare, ma sarebbe un delitto tornare a balbettare solamente per la voglia di fare turnover!

IL BUONO

  • Cataldi: confesso che il suo arrivo non mi ha scaldato dal momento che mi è sempre sembrato un calciatore che ha bisogno di compagni migliori di lui per dare il massimo. Devo però dire che la coppia con Adli funziona e Bove aiuta sempre tutti. Eppoi una punizione da leccarsi i baffi!
  • Colpani: finalmente si sblocca con una doppietta tanto importante quanto bella. In occasione della prima rete dimostra di sapere sempre dove si trova la porta, nella seconda calcia all’incrocio di potenza. Andrea non fermarti più!!
  • Beltran: finalmente una partita all’altezza del calciatore che stiamo aspettando da troppo tempo! Gli avversari non saranno fenomeni, ma entra con la cattiveria giusta, inventa calcio, salta gli avversari e trova anche il gol. Certo che come riserva direi proprio niente male!!
  • Palladino: dimostra una volta di più di aver trovato una strada percorribile. Non so se sia quella più giusta, ma adesso la Fiorentina è una squadra credibile. Ha avuto coraggio a fare determinate scelte, come quelle che prevedono Quarta e soprattutto Biraghi in panchina, ed ha dato un gioco riconoscibile alla squadra. Forse ci ha messo troppo? L’importante è aver trovato la strada!
  • Pradè: quando il mercato, seppur in notevole e colpevole ritardo, viene fatto da una persona competente si vede! Sarà brutto dirlo, ma questa squadra è finalmente figlia di scelte logiche ed intelligenti, scelte dettate da competenza tecnico-calcistica. L’ho criticato tante volte in passato, ma quando le cose vengono fatte bene bisogna essere onesti intellettualmente!

IL BRUTTO

  • Infortuni: vedere la coppia di attaccanti falcidiata da problemi fisici in questo modo provoca dolore. Per Kean probabilmente la Roma è un traguardo raggiungibile, per Gudmundsson invece dobbiamo solo incrociare le dita. Speriamo bene…….

A voi per i commenti!!

BarLungo con Simone – Immigrazione tra rischio ed opportunità (4° parte)

Eccoci tornati al nostro podcast, il “BarLungo con Simone” per una nuova puntata in compagnia dell’amico e professionista Simone Pesucci!

Andiamo avanti nel nostro ciclo di approfondimenti sull’immigrazione ed iniziamo a guardare fuori dai nostri confini. Dopo aver spiegato la legislazione italiana, vediamo come questa deve obbligatoriamente interfacciarsi con la regolamentazione comunitaria, cioè quella europea. Simone ci guiderà nel viaggio tra regolamenti, patti, raccomandazioni e chissà cos’altro per cercare di renderci più chiare le competenze ed i compiti di stati nazionali e comunità Europea.

Buon ascolto!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – MILAN = 2 – 1

Finalmente la Fiorentina che abbiamo sempre cercato!

Al termine di una partita bellissima, di una sfida epica, di quelle che rimarranno per anni scolpite nelle nostre menti ed i nostri cuori, i ragazzi di Palladino portano a casa tre punti che riportano i viola più vicini alla zona che conta. La gara contro il Milan è stata contrassegnata da emozioni, ribaltamenti di fronte, errori individuali marchiani, un arbitraggio che ancora una volta certifica la mediocrità di un fischietto super sopravvalutato come Pairetto. Una miscela di emozioni che raffigura perfettamente la bellezza del gioco del calcio, lo sport più democratico di tutti dove i calciatori più bravi sono quelli che fanno veramente la differenza. E’ stata la serata di due acquisti estivi, due calciatori che in tantissimi avevano dimenticato, pensando fossero ormai da riporre nel cassetto dei ricordi tra i campioni passati ed i talenti mai sbocciati. David De Gea, uno degli ultimi portieri generazionali di questo sport, il cui acquisto è stato colpevolmente sottovalutato non solamente dalla critica nazionale ma anche da quella fiorentina e Yacine Adli, che ha dimostrato cosa significhi essere capace di prendersi la squadra sulle spalle dimostrando una leadership tecnica clamorosa, hanno gridato al mondo ieri sera che anche se si sta fermi 14 mesi per scelta personale, anche se si arriva da stagioni in cui il campo lo si vede quasi mai, il talento non si dimentica.

Il portiere spagnolo ha parato due rigori ed ha fatto una parata clamorosa su Chukwueze nel finale, Adli ha finalmente dato alla squadra di Palladino quelle geometrie e quella pulizia in costruzione che gli altri centrocampisti impiegati non erano riusciti ad offrire nella prime giornate di campionato. E’ stata però tutta la Fiorentina ad indossare finalmente il vestito delle grandi occasioni: il tecnico campano ha optato ancora una volta per una difesa a 4 al centro della quale ha svettato un ottimo Comuzzo in coppia con Ranieri, mentre sugli esterni Dodò ha giocato una partita completa e Gosens si è limitato nelle scorribande offensive. In mezzo al campo poi, accanto ad Adli un diligente Cataldi non ha mai fatto perdere equilibrio alla squadra e sugli esterni un Colpani finalmente in crescita ed un generosissimo Bove hanno raddoppiato ogni volta che Theo e Emerson cercavano la sovrapposizione. Se Colpani non è riuscito ancora ad inquadrare la porta, stavolta è sembrato però più intraprendente e disciplinato tatticamente; Bove dall’altra parte, ha come al solito giocato una gara di grande sacrificio, ergendosi a pilastro insostituibile quando è stato riportato al centro nell’ultima fetta di gara. Davanti poi, possiamo dire di avere finalmente una coppia d’attacco che può farci sognare: Kean ha fallito il rigore che gli ha lasciato Gudmundsson, ma ha fornito una prestazione enorme. Ha lottato su ogni pallone, ha fatto reparto da solo, ha regalato l’assist decisivo al compagno di reparto e solamente la sfortuna gli ha impedito di segnare il meritatissimo gol che avrebbe definitivamente chiuso la contesa. Gudmundsson invece, è stato bravo a muoversi nelle pieghe della gara sfruttando gli spazi che gli venivano concessi: se nel primo tempo è tornato anche troppo indietro pur di giocare alcuni palloni, nella ripresa ha fatto apparire facilissimo un gol dal grande peso specifico battendo uno dei migliori portieri della serie A (ovviamente il nostro è fuori classifica). L’islandese ha quella rara dote che solamente alcuni calciatori hanno, cioè di riuscire a fare cose difficili con una naturalezza disarmante… adesso durante la sosta sarà necessario ritrovare la forma fisica necessaria a giocare un maggior numero di palloni durando per 90 minuti.

E’ stata però anche la serata di Palladino, un allenatore da molti voluto già sulla graticola. Ha deciso di affrontare il Milan a specchio, inaridendo le fonti di gioco e bloccando le fasce laterali, senza permettere ai rossoneri quelle scorribande che avevano fatto a fette anche l’Inter. Ha adattato Bove in un ruolo non suo, ha bloccato Gosens per liberare maggiormente Dodò in modo da tenere basso Theo Hernandez, ma soprattutto ha avuto il coraggio di impiegare Adli per non chiudersi troppo e per ribaltare velocemente l’azione con cambi di campo improvvisi. Mi è piaciuta molto anche la gestione dei cambi, con lo spostamento di Bove in mezzo al campo che ha restituito quella gamba che né Cataldi né Adli avevano più: chiudere infine con Biraghi e Kayode alti è stata una prova di intelligenza dopo anni di assalti all’arma bianca anche quando eravamo in vantaggio nel recupero. Un bel bagno di umiltà per l’allenatore e per la squadra che speriamo abbiano capito che giocare utilizzando al meglio le proprie armi senza cercare di strafare è sinonimo di intelligenza e non di codardia.

Adesso altre due settimane per affinare l’intesa in una squadra che sta crescendo a vista d’occhio e che inizia ad essere quella che tutti avevamo immaginato a fine mercato: certamente non una big, ma una compagine che ci può far finalmente divertire!

IL BUONO

  • De Gea: semplicemente un extraterrestre capitato non si sa bene come a Firenze. Clamoroso!
  • Dodò: nonostante un’ammonizione ridicola dopo 7 minuti, gioca una partita ottima. Sempre pronto a ripartire, è attentissimo anche in fase difensiva con diagonali precise e salvataggi decisivi. Se gioca così, possiamo svoltare!
  • Adli: come già scritto nell’articolo, è il calciatore che ha preso in mano i compagni e li ha guidati senza paura. Condisce la propria gara con un gol bellissimo. Chapeau.
  • Kean – Gudmundsson: indipendentemente dalle (ottime) prestazioni personali, è la coppia che funziona. Finalmente abbiamo due calciatori pericolosi che parlano la stessa lingua. Se funziona a lungo, quest’anno ci divertiamo!

IL BRUTTO

  • Pairetto: uno degli arbitri più sopravvalutati dell’emisfero terracqueo. Non ha mai in mano la gara, non prende mai una decisione senza l’ausilio della tecnologia. Ammonisce dopo 7 minuti Dodò per un fallo veniale, ma Morata lo può inseguire per tutto il campo ed offendere senza essere sanzionato. Oltre a ciò, inverte tantissime punizioni e non dà mai l’idea di avere il controllo della situazione. Poi ci lamentiamo dei direttori di gara nei dilettanti…….

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