Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – SALERNITANA = 3 – 0

Immaginiamo un attimo di tornare a scuola e di vedersi assegnata una traccia per scrivere un tema, uno di quelli che, dopo alcuni voti poco buoni, non possiamo proprio sbagliare. Ecco allora che cerchiamo dapprima un’idea, poi iniziamo a strutturarla in modo da trovare un’apertura che faccia da introduzione. Fatto questo, tocca al cuore del tema, all’approfondimento della nostra idea, la parte in cui riusciamo a spiegare a tutti cosa vogliamo dire, quali sono gli obiettivi della nostra idea e come vogliamo raggiungere tali obiettivi. Una volta sviscerato l’argomento, andiamo verso la conclusione nella speranza che il risultato ottenuto possa aiutarci a superare il brutto momento vissuto con gli ultimi voti.

La Fiorentina ieri, nella gara interna contro la Salernitana, ha scritto il tema perfetto: l’idea di calcio di Vincenzo Italiano è stata finalmente interpretata alla perfezione, con ottime trame di gioco, ritmi a tratti forsennati, verticalizzazioni precise che hanno tagliato a fette la difesa granata. L’introduzione del tema è stato decisivo, dal momento che dopo poco più di tre minuti uno dei migliori in campo, Arthur, è stato atterrato in area nettamente da Pirola e Beltran, dopo aver dovuto sottrarre la palla al capitano, ha calciato in modo perfetto il rigore con cui finalmente è riuscito a sbloccarsi anche in campionato. Nonostante il vantaggio sia arrivato molto presto, i viola non hanno tolto il piede dall’acceleratore e, complice anche la pochezza tecnica degli avversari, hanno disegnato calcio di pregevole fattura arrivando più volte al tiro mettendo in mostra anche individualità pregevoli. Chiaramente però, chiamandosi Fiorentina, non poteva mancare il brivido in occasione della dormita difensiva che ha permesso ai campani di colpire una traversa, ma poi la rete di Bonaventura, nostro totem indiscusso, ha chiuso i giochi nel migliore dei modi permettendo ai viola di scavalcare nuovamente in classifica il Bologna.

Una vittoria a tutto tondo quella di ieri giunta al termine di una partita in cui si è vista nuovamente l’idea di gioco del mister, in cui finalmente il numero 9 argentino Beltran si è sbloccato ed ha messo in mostra numeri non scontati ed in cui soprattutto non ci sono stati infortuni che avrebbero reso difficile un periodo in cui i viola giocheranno tantissime gare ravvicinate. Si torna infatti in campo mercoledì al Franchi contro il Parma per la Coppa Italia: ci aspettiamo continuità di prestazione e di risultato!     

IL BUONO

  • Bonaventura: vive la sua miglior stagione realizzativa della carriera timbrando il cartellino con una continuità impressionante. La speranza è che riesca a non fermarsi sia per le fortune della nostra amata Fiorentina, sia perché la convocazione agli Europei sarebbe il giusto premio per un calciatore per anni sottovalutato nonostante le prestazioni sempre in linea con le grandi qualità. Il nostro faro.
  • Duncan: mentre da più parti si incensa giustamente l’esperimento del doppio regista con Arthur e Maxime Lopez, troppe volte si continua a sottovalutare la stagione che sta disputando il nostro Alfredino. Anche ieri ha unito con continuità la qualità e la quantità necessaria alla Fiorentina per imporre il proprio gioco, il tutto a ritmi sempre sostenuti. Ma il rinnovo a Duncan quando lo facciamo?
  • Arthur: dopo alcune prove opache, torna a guidare per mano la squadra come ad inizio stagione. Nella gara contro la Salernitana spacca in due la contesa conquistandosi il rigore che apre le danze dopo poco più di tre minuti. Gioca su alti livelli con continuità e visione di gioco associata a brillantezza atletica. In un momento così denso di gare, il miglior Arthur serve come il pane!

IL BRUTTO

  • Sottil: una volta tanto avrei voluto lasciare bianca questa casella, ma il pomata ha deciso di fare la cosa più stupida e sbagliata possibile. Dopo alcune stagioni di nulla, decine di gare in cui ci si aspettava un’esplosione che non arrivava mai, un rinnovo di contratto assolutamente incomprensibile, una pazienza infinita considerando l’indecenza delle prestazioni, il fenomeno venuto da un universo parallelo prima segna un gol assolutamente meraviglioso, poi ha la geniale idea di zittire il pubblico….. Diciamo che già prima di questa esultanza non eri nell’Olimpo dei miei calciatori preferiti, adesso conterò i giorni che ci separano dalla tua sperata cessione. Indecente.

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – GENK = 2 – 1

Una partita strana giocata in un ambiente strano, freddo e grigio come la giornata, che però serve alla Fiorentina per guadagnarsi la certezza di andare avanti in Europa anche se dovremo aspettare gli ultimi 90 minuti per capire se i viola avranno l’accesso diretto alla fase eliminatoria oppure dovranno passare dagli spareggi. I ragazzi di Vincenzo Italiano hanno giocato un primo tempo scialbo, sotto ritmo, con poca intensità, macchiato ancora una volta da errori individuali incredibili, come il liscio di Parisi dopo quattro minuti in occasione del palo belga o la scivolata a vuoto di Quarta che ha aperto ulteriormente la strada al vantaggio del Genk. La fortuna ha voluto che la Fiorentina riuscisse a pareggiare la gara proprio allo scadere della prima frazione con la rete del difensore argentino, altrimenti i fischi si sarebbero riversati su una squadra apparsa già piuttosto fragile psicologicamente. La ripresa poi, ha messo in mostra una squadra completamente diversa, con la possibilità di giocare finalmente in ampiezza grazie al recupero di Kayode, di trovare qualche sprazzo di qualità con Beltran vicino a Kouamè, di gestire in modo più appropriato i tempi della gara con l’inserimento di Arthur accanto a Lopez in mezzo al campo complice anche il calo evidente della compagine belga. Finalmente infatti, Vincenzo Italiano ha iniziato a provare qualcosa di diverso senza limitarsi ai soliti cambi uomo su uomo nello stesso ruolo, ma sparigliando qualche carta dal mazzo. Bocciato Nzola sia dal primo minuto che a gara in corso, il tecnico viola ha invece deciso di dare una nuova chance a Beltran impiegato però vicino a Kouamè e l’azione che ha portato al rigore decisivo è un segnale di speranza per il prossimi futuro. Finalmente una palla in uscita dalla difesa giocata in verticale su Ikoné che non staziona sulla linea laterale ma viene dentro il campo per liberare spazio al terzino, la palla giocata di prima da Beltran nello spazio per Kayode che si sovrappone. Insomma un destro che gioca a destra in difesa, un esterno che viene dentro il campo per lasciare spazio alla sovrapposizione, un calciatore di qualità che fa correre la palla con i tempi ed i modi giusti. Non saranno certamente queste piccole cose ad aver risolto tutti i problemi, ma potrebbe essere un primo passo verso una nuova Fiorentina!

Restano dunque i 3 punti che servivano così come alcuni enigmi da risolvere quali Barak: per l’ennesima volta sono in difficoltà nel giudicare la prova di un calciatore che aiuta pochissimo la manovra, che crea poco gioco, che partecipa poco. Nello stesso tempo però, ogni volta che tocca la palla nell’ultimo quarto di campo rischia di risultare decisivo tanto che, anche contro il Genk, è andato vicinissimo al gol in due occasioni. Non sarà un calciatore totale, ma nel grigiore della nostra Fiorentina lo tengo sempre con me! E domenica arriva la Salernitana, una gara da non sbagliare per dare un minimo di continuità e non perdere il contatto con la zona europea!

IL BUONO

  • Kayode: entra lui e la partita cambia. Certo non è tutto merito suo perché nel frattempo il Genk cala e la Fiorentina migliora, ma la sua intraprendenza a destra rompe fin da subito gli equilibri. Conquista il rigore decisivo ed è anche protagonista di chiusure perfette e recuperi incisivi. Quanto ci sei mancato!
  • Nico Gonzalez: ha il ghiaccio nelle vene. Anche ieri sera non gioca certo ai suoi livelli, nel primo tempo ciabatta anche un’ottima occasione capitatagli sul destro ma quando viene chiamato sul dischetto realizza facendola sembra la cosa più naturale del mondo. Non possiamo farne a meno mai!
  • Arthur: un pò come Maxime Lopez a Milano, il centrocampista brasiliano subentrato nella ripresa condisce la sua prova di tante piccole cose intelligenti e preziose. Sarà un caso, ma quando si inizia a giocare con due registi, il pallone inizia a viaggiare più velocemente ed addirittura talvolta in verticale. Non so se sia possibile giocare con continuità con questa coppia, ma la prima prova è assolutamente positiva. Interessante!

IL BRUTTO

  • Parisi: dispiace sparare su un ragazzo che aveva iniziato tanto bene la sua avventura a Firenze ma gli errori commessi iniziano ad essere decisamente troppi. Anche contro il Genk, l’ex Empoli prima apre l’autostrada per l’azione del palo, poi sbaglia ad uscire in quella del vantaggio belga. Incomprensibile come Italiano continui ad impiegarlo in un ruolo non suo che ormai gli ha fatto perdere anche la serenità. Salvate il soldato Fabiano!
  • Martinez Quarta: ancora una volta condivide le colpe con Parisi della rete subita. Si merita un giallo a metà campo per la solita entrata scomposta da dietro. Non può bastare a salvare la sua prestazione il gol segnato a fine primo tempo, per il difensore il primo obiettivo dovrebbe essere quello di non subirne. Forse è arrivato il momento del riposo dopo il tour de force.
  • Ikonè: il colpo di tacco che esegue nell’azione che porta al rigore guadagnato è bellissimo, ma è l’unica luce nell’ennesima prova insufficiente del francese. Nel primo tempo non riesce a fare gol nemmeno senza portiere….. Consueto buco nell’acqua.

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

MILAN – FIORENTINA = 1 – 0

Nel momento in cui scrivo, la Fiorentina è l’unica squadra dell’ultimo turno di campionato che non ha segnato nella propria partita e nelle due gare che ancora mancano da giocare scenderanno in campo formazioni che magari mi smentiranno, ma il succo non cambia. La qualità dei calciatori si paga e quando la società stanzia il budget da investire sul mercato, decide spesso anche quali siano gli obiettivi della propria stagione. Se i fondi stanziati per il centravanti sono poco più che zero, perché ricordiamoci che Nzola è costato 12 milioni e Beltran 12,5 più altri 12,5 al raggiungimento di determinati obiettivi (al momento irrealistici) e Cabral è stato venduto per 20 più bonus, i risultati sono questi: purtroppo abbiamo una società che si esalta solamente per le infrastrutture, i centri sportivi o gli stadi da costruire….peccato che io vada al Franchi o in trasferta per vedere il gioco del calcio e lo spettacolo visto sabato sera è stato molto simile a quello di tante altre volte.

Una Fiorentina che, contro uno tra i Milan più disastrati che io ricordi, gioca un primo tempo indecente chiuso con l’ennesima imbucata presa per un inserimento offensivo scriteriato di Martinez Quarta (Vincenzo troviamo una contromisura?), e poi inizia a masturbare il pallone fino al limite dell’area avversaria quando due dei calciatori più pagati nelle ultime finestre di mercato, Beltran e Mandragora, commettono due errori davanti a Maignan per i quali avrebbero dovuto avere almeno la decenza di chiedere scusa al popolo viola. Ed invece no, ci tocca ascoltare le consuete elucubrazioni mentali di un allenatore che prepara male una partita che doveva essere azzannata fin da subito considerando le difficoltà psicologiche dell’avversario, che ha il coraggio di farci vedere un calciatore inutile come Sottil che parte sempre come se dovesse arrivare chissà dove e poi invece finisce sempre passando indietro il pallone dopo aver evitato di vincere l’uno contro uno…e questo spettacolo immondo del pomata ci viene regalato per 80 minuti!!! Un Italiano che per l’ennesima volta non forza la partita nonostante lo svantaggio, aspetta di inserire Kouamé all’87° minuto facendogli fare addirittura il trequartista anziché l’attaccante accanto al fantasma Nzola come se per regolamento fosse impossibile giocare con due punte in questo sport. Un mister che dietro non prova mai a cambiare le posizioni, differentemente da quanto aveva fatto in casa contro il Bologna: Parisi è ormai al terzo errore grave a destra…. invertirlo con Biraghi è vietato? Ma contro l’Atalanta, altra partita in cui soffrimmo a destra, il capitano non giocò in quella posizione destreggiandosi non peggio che a sinistra? Contro il Milan, sotto 1-0, non era preferibile invertire i due terzini riportando l’ex Empoli sulla propria fascia di competenza in modo da avere almeno qualcuno che quando arriva sul fondo riesce a crossare in modo decente?

Resta una sconfitta figlia di tanti fattori, il primo dei quali è la mancanza di qualità e freddezza quando ci si avvicina alla porta avversaria. Quelle però sono caratteristiche dei calciatori migliori, di quelli che costano un pò di più o che si deve scovare prima degli altri. Insomma ci vuole voglia di spendere o competenza: se doveste sapere dove trovarla, magari mandate una pec in sede……

IL BUONO

  • Terracciano: dopo un periodo di insicurezze varie, è tornato ad essere un punto fermo perfetto per una squadra come la nostra che non deve andare da nessuna parte. Para il parabile ed anche qualcosa in più, si arrende solamente al calcio di rigore di Theo. Professionista esemplare.
  • Maxime Lopez: se nella ripresa la Fiorentina guadagna fin da subito almeno 30 metri di campo, è anche grazie al sostituto di Arthur che ha l’incredibile idea di giocare qualche pallone in verticale. Alza il ritmo, si prende responsabilità, arriva vicino al gol. Più vivo e più rapido di Arthur: che sia arrivato il suo momento?
  • Il secondo tempo: certo fare meglio della sonnacchiosa prima frazione era pressoché obbligatorio, ma la squadra ha dimostrato che la volontà di sovvertire il risultato non manca. Nella ripresa la Fiorentina ha chiuso il Milan nella propria trequarti campo senza mai farlo uscire da lì. Peccato poi conti buttarla dentro……

IL BRUTTO

  • Sottil: semplicemente inutile. Vincenzo quanto ancora ti serve per capirlo?
  • Mandragora: ormai le occasioni in cui sbaglia reti clamorose non si contano più. L’equilibratore più sopravvalutato del mondo continua a trovare spazio in modo inspiegabile. Vincenzo quanto ancora ti serve per capirlo?
  • Beltran: menomale che la Gialappa’s ormai non fa più le rubriche di una volta altrimenti il gol fallito da Beltran solo davanti a Maignan sarebbe entrato di diritto nell’olimpo delle figuracce di questo weekend. Capisco ci voglia tempo per ambientarsi al calcio di casa nostra, ma lì basta saper controllare la palla….. Ma non è che ci hanno mandato un sosia?
  • Arthur: giocatore bellissimo da vedere che però ormai conoscono tutti. Il primo passaggio del brasiliano è sempre in orizzontale su un terzino e la manovra scorre sempre lentamente. Adesso sembra anche un pò in calo di condizione. Che sia arrivato il momento di farlo riposare?

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – JUVENTUS = 0 – 1

IL BUONO

  • Parisi: l’errore sul gol di Miretti è da circoletto rosso, ma la gara giocata dal terzino ex Empoli, tra l’altro come ultimamente accade sulla fascia non sua, è veramente buona. Nonostante non sia fisicamente così prestante, non soccombe mai ed appena riconquista la palla si lancia nella metà campo avversaria per provare a rimediare al proprio errore. In continua crescita.
  • Arthur Melo: se la sua regia è piuttosto scolastica anche per l’assenza di movimenti coordinati dei quattro calciatori davanti, il brasiliano lotta fino all’ultima goccia di sudore in fase di rottura recuperando tanti palloni. Trovo sinceramente inconcepibile la sostituzione, ma non credo che la sua presenza avrebbe cambiato il corso della gara. Leader.

IL BRUTTO

  • Beltran – Nzola: se lo scorso anno è stato fatto il tiro al piccione su Jovic e Cabral, adesso tocca a loro…siamo sicuri che sia solamente colpa del mister? E se invece non fossero questi fenomeni che ci avevano raccontato? Certo è che anche ieri i due attaccanti viola non l’hanno mai strusciata né con cross bassi né con quelli alti, né con la circolazione della palla orizzontale né con la verticalizzazione. Ed allora quale sarebbe la soluzione? Io spero che anche in questa stagione, come nella scorsa con il passaggio al 4-2-3-1, Vincenzo Italiano tiri fuori il coniglio dal cilindro. Puoi salvarci solo te!
  • Mina centravanti: ecco, quando chiedo ad Italiano di inventarsi qualcosa, non penso a questa roba qua! La mossa della disperazione in casa con la Juve per favore anche no!
  • Mandragora: l’inutilità fatta calciatore, il nulla cosmico, l’uomo che parla alla brillantina. Ed ha fatto 90 minuti più recupero….
  • I risultati: tre partite, zero punti e zero gol fatti. La squadra viola scivola dal terzo all’ottavo posto e torna in una posizione di classifica più vicina al valore della rosa, un insieme di calciatori ai quali mancano le qualità decisive per saltare l’uomo e fare la giocata decisiva negli ultimi 20 metri. Riusciamo a ripartire?

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

NAPOLI – FIORENTINA = 1 – 3

Una Fiorentina semplicemente immensa domina i campioni d’Italia a domicilio!

Una gioia incredibile, una partita perfetta, una lezione di calcio che proietta i viola al terzo posto in classifica in compagnia dei calciatori senza colori. I ragazzi di Vincenzo Italiano hanno giocato una gara tatticamente perfetta, con un centrocampo che ha asfissiato il Napoli, con una difesa che ha accettato molto spesso l’uno contro uno ben sapendo che Kayode e Parisi sono in uno stato di grazia e Milenkovic ha tutto il mestiere necessario per non fare partire in progressione un attaccante di nome Oshimen. A loro poi, si è sommato un Martinez Quarta che ormai ha libera interpretazione del ruolo e della porzione di campo da occupare. Ma come sarebbe stato possibile tutto ciò senza un direttore d’orchestra tra i migliori in Italia e due centrocampisti che sembrano nati per stare insieme? Duncan è rinato e domina sia in fase difensiva che offensiva ed Arthur è un professore del centrocampo che però sa anche qual è il momento di andare a pressare alto per non fare ripartire l’azione avversaria. Tutto ciò è fattibile solo se hai due esterni pronti a difendere prima che attaccare: se da Brekalo ce lo potevamo aspettare, la sorpresa invece viene dall’abnegazione di un Ikone’ che sembra trasformato nella testa più che nel gioco. E chi fa a sportellate con tutti se non Nzola? Si, proprio lui, l’attaccante preso per fare rete, si mette la tuta da operaio e sporca ogni ripartenza avversaria cercando di rendersi utile in ogni modo. Sopra tutti, a guardare dall’alto poi, il rettore del centrocampo, il giocatore più sottovalutato degli ultimi 15 anni in Italia, quel Giacomo Bonaventura che senza tatuaggi, orecchini, codini, atteggiamenti da star, insegna come si gioca al calcio e come lo si fa da professionisti a 34 anni riuscendo a risultare ancora determinante. Dalla panchina poi, a chiudere i giochi, quel Nico Gonzalez che ha tirato la carretta fino ad oggi, conosce i propri limiti e si prende il meritato premio del gol della staffa.

IL BUONO

  • Vincenzo Italiano: il vero artefice del Rinascimento Viola! Un allenatore che non si ferma ai giocatori a disposizione ma è capace di cucire la squadra in base alle loro caratteristiche. Trasforma il ruolo di Martinez Quarta, la capacità difensiva di Ikonè, rende immortale il talento di Bonaventura. Dopo aver dato lo scacco matto a Gasperini si ripete con Garcia: in mezzo al campo decide di mandare Arthur ad attaccare altissimo Lobotka, di aggiungere Quarta a Duncan in mezzo al campo e di accettare il 3 contro 3 nella zona difensiva. Gli riesce tutto al meglio nonostante i due giorni in meno del Napoli per preparare la partita. Non solo, ma a pochi minuti dal termine cambia tutta la linea mediana ed inserisce il terzo difensore centrale facendo esordire al Maradona il giovane Comuzzo. Game, set and match!
  • Brekalo – Ikonè: una volta tanto voglio premiare la coppia di esterni perché nella serata di Napoli riescono in ciò che normalmente non funziona. Il croato segna il primo gol in maglia viola alla prima occasione, il francese si mostra finalmente pratico, disciplinato e cattivo in fase difensiva. Prova totale!
  • Parisi – Kayode: se i due esterni alti hanno fatto tutto bene, i due terzini sono accomunati da ingenuità colossali che avrebbero potuto riaprire il match. Entrambi però, una volta chiesto scusa ai compagni, ricominciano a giocare sfiorando la perfezione come se non fosse successo nulla. Difendono, attaccano, tirano in porta, sfornano assist. Che coppia meravigliosa!
  • Arthur e Bonaventura: quando il mare si fa tempestoso è fondamentale avere capitani ai quali potersi aggrappare senza dubbi. Jack ed Arthur interpretano perfettamente il calcio moderno: gestiscono i ritmi, sanno giocare in orizzontale ed in verticale, puntano la porta quando serve senza mai lasciare scoperta la squadra. Che la salute li assista!

IL BRUTTO

  • Gli errori gratuiti: una partita come questa è rimasta in bilico fino alla fine solamente per i regali che alcuni nostri calciatori hanno confezionato al Napoli. Certamente sono errori che costruiscono un bagaglio di esperienza importante, ma per restare lassù in classifica, dovremo cercare di evitarli il più possibile. Proviamo a non smettere di sognare!

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Corner Viola – L’analisi del mercato della Fiorentina

Stiamo al gioco di tutte le testate sportive fiorentine ed allora, insieme al mio socio Flavio Bardaro, diamo il voto mercato viola cercando però di approfondire reparto per reparto le mosse della società: 6,5

Partiamo innanzitutto dall’obiettivo dichiarato dagli uomini di Commisso, ovvero migliorare il piazzamento in campionato dello scorso anno (8° posto) e lottare per portare un trofeo a Firenze. Il lavoro per colmare il gap con le prime sette del campionato era notevole ed in questo post analizzeremo dove la Fiorentina è riuscita a migliorare grazie al mercato e quali sono ancora le lacune della rosa messa a disposizione di mister Italiano.

Portiere: un ruolo fondamentale sul quale si sono spese tante parole a Firenze. In tanti chiedevano, giustamente, l’acquisto di un estremo difensore di livello che garantisse sicurezza al reparto e portasse punti a fine stagione. Niente di tutto ciò: è stato scelto il danese Christensen, dalla neo retrocessa Herta Berlino. Portiere giovane, magari una scommessa, sicuramente non un salto di qualità nell’immediato. A conti fatti in porta la Fiorentina non è né migliorata né peggiorata rispetto allo scorso anno.

Difesa: serviva un centrale mancino di livello, abile nelle marcature preventive ed in grado di far ripartire la manovra da dietro. Un titolare da affiancare a Milenkovic ed invece, ceduto Igor per 17 mln la Fiorentina si è limitata al solo acquisto di Mina a parametro zero. Un’altra scommessa quella del colombiano, giocatore da rilanciare dopo le ultime stagioni negative condizionate da grossi problemi fisici: sarà verosimilmente Luca Ranieri a prendersi la maglia da titolare sul centro sinistra accanto a Milenkovic. Si poteva e si DOVEVA fare assolutamente di più, in un ruolo chiave come quello del difensore centrale che rimane dunque una grave lacuna non colmata. Molto positivo invece l’arrivo di Parisi, acquisto di prospettiva, che va a migliorare sin da subito la corsia di sinistra. A destra poi, svincolatosi Venuti, Kayode sembra pronto fin da subito a prenderne il posto offrendo maggiore corsa e capacità di arrivare sul fondo per il cross. Anche in difesa possiamo dire che la Fiorentina, rispetto alla scorsa stagione, nel suo complesso non è certamente migliorata, ma nemmeno peggiorata considerando la qualità aggiunta sugli esterni.

Centrocampo: qui la società ha deciso di sostituire il partente Amrabat con due giocatori di qualità come Arthur e Maxime Lopez. Giocatori con caratteristiche opposte rispetto a quelle del marocchino, che garantiscono alla manovra viola più tecnica e maggior palleggio, perdendo qualcosa però in fase di filtro ed interdizione. La scelta è dettata principalmente dalla filosofia di gioco del mister, che predilige il possesso palla e quindi un regista di costruzione davanti alla difesa, piuttosto che un mediano di rottura. A completare il centrocampo viola ecco poi l’arrivo del giovane Infantino, acquisto intelligente e di prospettiva futura. Al netto di quanto analizzato, si può affermare che la Fiorentina è sicuramente migliorata a centrocampo rispetto a quella dello scorso anno, anche se, in un centrocampo a due, forse manca un giocatore di livello da affiancare al regista ed in grado di garantire fisicità.

In attacco, il reparto maggiormente messo sotto la lente di ingrandimento nella scorsa stagione, abbiamo deciso di suddividere l’analisi in due parti, dapprima quella relativa agli esterni offensivi, poi quella delle punte vere e proprie.

Esterni offensivi: la Fiorentina ha perso Saponara a parametro zero ed acquistato Sabiri che però esterno puro non è. Serviva un giocatore capace di essere determinante negli ultimi 30 metri così come Nico Gonzalez da posizionare a sinistra. Purtroppo questa lacuna per i viola è ormai una croce che ci portiamo dietro da anni e che, ancora oggi, non è stata colmata. Con un allenatore come Italiano, che fa del gioco sugli esterni il suo punto di forza, questa è certamente una mancanza pesante.

Attaccanti centrali: rivoluzione completa davanti, con la cessione della deludente coppia Cabral – Jovic e l’arrivo di Nzola e Beltran. L’angolano, voluto fortemente dal mister, viene da due stagioni in doppia cifra a Spezia, garantisce fisicità e soluzioni diverse alla manovra della squadra. È un acquisto certamente positivo che non toglie ma anzi aggiunge un qualcosa di diverso rispetto alla passata stagione. Stesso discorso per Beltran, per il quale la società ha effettuato un investimento importante ma che apre ad una domanda: non era forse meglio puntare su un centravanti da 20 gol garantiti (cosa che nè Nzola nè Beltran al momento sono)? Probabilmente si, ma la sensazione è che, anche qui, si sia fatto un passo avanti rispetto alla passata stagione con un miglioramento sensibile nel ruolo specifico. 

Detto ciò, guardando anche al mercato delle diretti concorrenti per un posto europeo, possiamo obiettivamente sostenere che, purtroppo, nonostante qualche miglioramento della rosa, il gap con le prime sette del campionato sia rimasto piuttosto evidente. Sarà pertanto compito di Vincenzo Italiano e dei suoi ragazzi stupire tutti ed andare nuovamente oltre le aspettative, ribaltando i pronostici per conquistare un posto in Europa per il terzo anno consecutivo. Noi tifosi siamo e saremo con voi. Sempre Forza Viola

Il buono, il brutto, il cattivo

RAPID VIENNA – FIORENTINA = 1 – 0

Un bel bagno d’umiltà, questo rappresenta la sconfitta della Fiorentina in terra austriaca conto il Rapid Vienna. La prova dei ragazzi di Vincenzo Italiano riporta sulla terra tutti coloro i quali avevano fatto voli pindarici dopo la splendida vittoria di Genova e mette a nudo le deficienze viola. Innanzitutto la diversa condizione atletica con cui le due squadre sono arrivate alla gara: da una parte il Rapid reattivo, tosto, veloce, in grado di arrivare sempre per primo sulla palla, dall’altra una Fiorentina compassata, nervosa, quasi sorpresa dal ritmo austriaco, incapace di saltare l’uomo per creare la superiorità numerica e troppo spesso costretta al fraseggio orizzontale che ben conosciamo dalla scorsa stagione. Un fraseggio che però ha trovato interpreti non all’altezza del ruolo, Terracciano su tutti, che con i suoi rinvii sbilenchi ha infiammato il pressing avversario ed il caldissimo pubblico di casa. Una manovra che è sembrata tutto un tratto tornare statica e lenta, senza guizzi, animata solamente dal talento di Arthur e Nico Gonzalez che sono stati in grado di creare qualche grattacapo agli avversari fin dalla prima frazione. Dopo l’ingenuo fallo da rigore di Mandragora (com’è possibile commettere errori del genere nell’epoca del VAR?), i viola hanno affrontato la seconda frazione con un altro piglio ma è stato necessario attendere il tardivo ingresso in campo di Infantino e Beltran per vedere i viola finalmente calciare verso la porta avversaria. Purtroppo Vincenzo Italiano, perfetto nella preparazione e nella gestione del trionfo di Marassi, è sembrato un altro ieri sera, e con lui la squadra: sorpresi dal ritmo forsennato degli austriaci, restii al cambiamento (perché non retrocedere Bonaventura sulla linea dei centrocampisti accanto a Mandragora ed Arthur visto che la squadra era in sofferenza?) e tardivo nelle sostituzioni. Posso concordare con il mister che quella di ieri non fosse una partita da forzare con le due punte, soprattutto visto il gap atletico tra le compagini, ma la differenza di brillantezza tra Infantino e Beltran rispetto a tutti gli altri è stata clamorosa! Del resto i due argentini sono nel pieno della loro stagione ed allora perché aspettare 80 minuti?  
Tra una settimana dunque la Fiorentina è già messa di fronte alla prima partita dentro o fuori con la consapevolezza di avere i mezzi tecnici per superare il turno: certo servirà un’altra brillantezza ed interpreti più bravi a giocarsi l’uno contro uno palla a terra nel traffico, come Beltran anziché un attaccante di posizione come Nzola. Intanto col Lecce domenica i viola cercheranno di mantenere la classifica a punteggio pieno, ma giovedì non si potrà assolutamente sbagliare!

IL BUONO

  • Ranieri: come ormai troppo spesso, il difensore centrale viola è nettamente il migliore in campo. Sicuro, aggressivo, concentrato, ha ormai conquistato la fiducia dei compagni che gli affidano anche tantissimi palloni da giocare. Unico neo, quello che ci è probabilmente costato il gol in finale di Europa League, i crampi che arrivano sempre prima del termine della gara. Probabilmente le sue non eccelse doti atletiche richiedono di giocare sempre oltre il limite per limitare i pochi centimetri e chili e questo alla lunga si paga. Comunque il migliore. 
  • Nico Gonzalez: nel deserto viola di ieri sera si danna l’anima, cerca di accendere la luce e guadagna tantissimi calci piazzati che avrebbero dovuto avere miglior sorte. Capisce prima degli altri che l’unica arma a disposizione della Fiorentina è il suo uno contro uno e non si tira indietro. L’anima viola.
  • Arthur: pur non essendo quello di Genova, anche per la pochezza delle prestazioni dei compagni, riesce comunque a farsi apprezzare. Non perde un pallone, mette sempre ordine, arriva addirittura a farsi dare la palla da Terracciano per cercare di prendere per mano la squadra. Oltre a tutto ciò, recupera tantissimi palloni ed in fase di interdizione recita anche il ruolo del mediano. Speriamo duri!  

IL BRUTTO

  • Terracciano: semplicemente imbarazzante. Basta con la storia che Pietro gioca bene con i piedi, basta con la storia che possa fare il titolare in una squadra con ambizione. In sede di bilancio della scorsa stagione, al Corner Viola avevamo segnalato come priorità del mercato dovesse essere un portiere affidabile che aiutasse la squadra a guadagnare punti ed invece…… Resta un eterno 12.
  • Mandragora: la Conference League non è proprio la sua manifestazione. Dopo il gol fallito in finale, lo stupido ed eclatante fallo da rigore di ieri sera sommato ad una prova incolore. Sarà per la prossima (si spera).
  • Bonaventura: dopo la prova scintillante di Genova, il buon Jack gioca una partita trasparente. Sempre in ritardo, stranamente falloso e nervoso, guadagna uno stupido cartellino giallo alla mezz’ora per una protesta plateale. Visibilmente in giornata no, si meriterebbe di essere sostituito ben prima, ma probabilmente Italiano spera in una sua invenzione che purtroppo non arriva. Domenica a riposo, please.
  • Nzola: che lo stato di forma non fosse dei migliori lo avevamo già visto a Genova, ma anche per sbaglio una volta un cross lo si può anche sfiorare! Sempre in ritardo sia per andare a fare la sponda, sia in area di rigore, risulta invisibile ed inutile. Beltran in nemmeno un quarto d’ora fa molto più di Nzola in 80 inutili minuti. Speriamo sia solamente questione di condizione atletica.

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

GENOA – FIORENTINA = 1 – 4

Mamma mia che Fiorentina! E chi se l’aspettava? 

La gara di Marassi, l’esordio in campionato della truppa di Vincenzo Italiano, dimostra ancora una volta quanto conti realmente il precampionato: ZERO! Una Fiorentina presa a schiaffi nella tournée inglese, in evidente difficoltà di ritmo e di passo con compagini di categoria inferiore, diventa d’un tratto scintillante in un Marassi infuocato. Manovre avvolgenti, azioni a due tocchi, verticalizzazioni improvvise, calciatori che si trovano a memoria. Certo il gol segnato da Biraghi alla prima occasione e per di più calciando di destro, ha messo in discesa una partita che probabilmente era stata preparata in modo perfetto. Di contro un Genoa da rivedere, senza gioco né identità, con un trio difensivo che nella massima serie non può reggere il confronto: se fossi un dirigente rossoblù penserei a prendere almeno un difensore di spessore anziché ammassare centrocampisti offensivi. Fortunatamente però sono un tifoso viola ed oggi c’è solo da esultare per la prestazione di una Fiorentina esagerata: per personalità, fraseggio, continuità nel proporre calcio. Una squadra in cui nascono nuovi fiori (Kayode), buttano gemme alcune piante che sembravano ormai appartenere al passato (Arthur), tengono botta altre che dovrebbero iniziare a sfiorire (Bonaventura).

IL BUONO

  • Kayode: schierato a sorpresa titolare nella difesa a 4, dimostra subito tutte le sue doti. Chi segue il campionato primavera aveva ammirato lo strapotere fisico di questo ragazzo scartato dalla Juventus e costretto a ricominciare dalla Serie D. Ciò che però ha stupito tutti è la crescita esponenziale dal punto di vista tattico e tecnico: in fase di prematch avevo affermato che la sua titolarità poteva essere approvata considerando che il Genoa giocava col 3-5-2 e dunque il giovane terzino non avrebbe dovuto pensare troppo alle chiusure difensive. Invece Kayode ha giganteggiato anche in quelle seppur abbia tenuto in gioco Biraschi in occasione del gol subito. Chapeau! 
  • Biraghi: non so se l’arrivo di Parisi su quella fascia lo abbia invogliato a salire di livello, fatto sta che il capitano sulla fascia mancina è stato devastante. Uno splendido gol di destro al primo affondo, l’assist per Nico da palla ferma e poi…. quell’esultanza per DA13. Bentornato capitano!
  • Bonaventura: semplicemente Jack. Un gol di rapina, un assist per Mandragora che dovrebbe essere mandato in loop alla televisione se solo non vivessimo in un paese in cui comandano quelli di Roma, Torino e Milano e tantissime altre cose belle ed intelligenti. Danza tra le linee permettendo alla squadra di passare da un modulo all’altro come se fosse la cosa più naturale del mondo. Cloniamolo ORA
  • Nico Gonzalez ed Arthur: in una serata in cui non hanno rubato l’occhio, hanno però fatto tutto ciò che serviva alla squadra per vincere la partita senza soffrire. Nico, prima della gioia personale, ha colpito il palo da cui è scaturito il raddoppio quasi senza sudare mentre Arthur ha disegnato calcio con un dono raro: comandare il gioco e farlo sgorgare a due tocchi senza mai essere inquadrato dalle telecamere…. Questa è qualità, quella necessaria a fare il salto!
  • Vincenzo Italiano: ha disegnato una prima viola che nessuno si aspettava. La squadra ha giocato praticamente a memoria pur avendo cambiato il fulcro del centrocampo, rischiando pochissimo dietro e creando tanto davanti. La Fiorentina è stata finalmente camaleontica con Bonaventura che ha quasi sempre interpretato il ruolo di mezzala in un centrocampo a tre grazie anche ad un centravanti che finalmente non ha bisogno della balia che gli ripulisca i palloni ma anzi riesce a fare reparto da solo. Forse comprare i giocatori adatti aiuta il mister? 

IL BRUTTO

  • Il gol subito: una disattenzione, una sola ed anche stavolta siamo costretti a recuperare la palla nella nostra porta. Proviamo a limitare queste piccole pause?  

A voi per i commenti!!

Torna la Serie A: la presentazione di Genoa Fiorentina

Finalmente ci siamo, finalmente torna in campo la Serie A! Il calendario non è certamente stato magnanimo con la Fiorentina di Vincenzo Italiano che esordisce in un Marassi sold out con più di 27000 abbonati contro il Genoa guidato dall’ex Alberto Gilardino. Andiamo dunque a vedere come giocano i rossoblù neopromossi.

Il modulo solitamente utilizzato è il 3-5-2 con una fase difensiva che prevede il terzetto dei difensori centrali molto stretto, con gli esterni di centrocampo che si abbassano sulla linea difensiva per andare a comporre una difesa a 5 con il baricentro molto basso in una sorta di 5-3-2 (do you remember Beppe?). È dunque facile immaginare che i liguri, contro una squadra come la Fiorentina che fa del predominio territoriale il suo marchio di fabbrica, non si faccia trascinare dal fattore Marassi. Una volta saltata la prima pressione sul portatore di palla centrale e superato lo schermo difensivo sul regista avversario Arthur, probabilmente il Genoa prediligerà un atteggiamento prudente, con un baricentro difensivo basso, in modo da sfruttare in ripartenza gli spazi che, inevitabilmente, si apriranno. La Fiorentina dovrà quindi essere abile nell’andare ad attaccare con velocità il campo lasciato libero fra il terzo di difesa ed il quinto di centrocampo rossoblù, in modo da creare superiorità numerica ed innescare la punta (più facile che il titolare sia Nzola che non l’argentino Beltran). A tal proposito fondamentale sarà ancora una volta l’apporto degli esterni, terzini compresi, che avranno il delicato ruolo di sovrapporsi per rompere le linee avversarie e creare superiorità senza lasciare troppi spazi alle proprie spalle. 

In fase offensiva, come detto, potremmo ipotizzare un Genoa che tenterà di sfruttare al meglio gli spazi alle spalle della retroguardia viola abituata, come sappiamo, a tenere sempre una linea di pressione molto alta. Verosimilmente saranno i difensori centrali o il regista (lo scorso anno Badelj o Strootman domani squalificato) ad innescare in profondità direttamente l’esterno di centrocampo o la mezzala che spesso attacca lo spazio fra le linee in fase offensiva per avvicinarsi alla porta avversaria. Sarà importante per i ragazzi di Italiano quindi leggere in anticipo questo tipo di situazioni utilizzando perfettamente le marcature preventive e mantenendo in difesa sempre una soglia alta di attenzione nell’esecuzione dell’elastico difensivo in modo da togliere profondità alle punte rossoblù. Un altro elemento di forza della squadra di Gilardino è certamente la fisicità soprattutto a centrocampo con l’innesto dell’ex doriano Thorsby, abile a recuperare palla e ad inserirsi instancabilmente nella metà campo avversaria. Starà al compagno di reparto di Arthur (probabilmente Mandragora) occuparsi del norvegese cercando di limitarne il raggio d’azione e la pericolosità offensiva. La difesa infine, dovrà tenere sempre sotto osservazione l’attaccante della nazionale italiana Retegui, subito in gol all’esordio assoluto con una doppietta in Coppa Italia. Senza dimenticare poi una particolare attenzione alle palle inattive, situazione grazie alla quale lo scorso anno il Genoa ha risolto diverse gare difficili da sbloccare.

Resta inteso che molto, se non tutto, passerà dall’approccio in uno stadio infuocato e dalla prestazione dei ragazzi di Vincenzo Italiano che dovranno somigliare molto più a quelli della scorsa stagione che non a quelli della tournee anglosassone.

A voi per i commenti!!