Prematch Fiorentina – Inter in attesa del mercato

Questo pezzo è stato tra i più laboriosi di sempre. L’ho iniziato, cambiato, stravolto e riscritto talmente tante volte da avere il dubbio di riuscire a pubblicarlo sul blog.

Avevo infatti in mente di fare un pezzo sul mercato viola quando mancano ormai pochi giorni alla chiusura delle operazioni ma…..dapprima ho studiato il profilo di Ruben Vargas per offrirvi un ritratto particolareggiato ed approfondito del nazionale svizzero che ancora milita nell’Augsburg. Poi però ho dovuto gettare tutto nel cestino perché la trattativa pare saltata (o forse no) per circa un milione di euro; successivamente però avevo ripreso fiducia quando tutti gli operatori di mercato indicavano in chiusura l’acquisto di Brian Rodriguez direttamente dal campionato messicano per una cifra di circa 7 milioni di euro. Ed allora via… di nuovo a studiare, a consultare siti specializzati, video relativi non solamente ai gol ma anche agli altri aspetti del gioco per conoscere e parlare con cognizione di causa dell’esterno che sarebbe dovuto arrivare già nelle scorse ore all’aereo aeroporto di Peretola. Già, sarebbe dovuto arrivare visto che anche stavolta, sull’innesto richiesto non si sa quanto da Vincenzo Italiano, si è abbattuta la scure del mantra di Rocco e Joe: se non esce nessuno non arriva nessuno. E questo nonostante il tecnico, che ad oggi è l’unico vero fuoriclasse della rosa, chieda un esterno offensivo pronto da impiegare con diversi assist e gol nelle proprie corde ormai dalla fine del mercato estivo. Se dunque dovessi tratteggiare il profilo dei nostri due esterni al momento titolari in attesa del rientro di Sottil e di Nico dovrei angustiarvi con il ritratto di due calciatori che ormai a Firenze conosciamo anche troppo bene, cioè Jonathan Ikoné e Josip Brekalo. Credo però che questo sarebbe veramente troppo anche per il più sfegatato tifoso viola!

Domenica sera quindi, ancora una volta i calciatori viola dovranno contare solo ed esclusivamente sulle loro forze e su quelle di un allenatore che ha avuto finalmente 10 giorni di tempo per preparare al meglio la partita con la squadra qualitativamente più forte in Italia. Oltre a ciò, servirà certamente anche un Franchi bollente, quello delle migliori occasioni, quello che pensa ad incitare e sostenere la propria squadra del cuore e i propri beniamini dal primo all’ultimo minuto senza fare polemica con le istituzioni politiche o pensare alla campagna elettorale per le amministrative. Sogno di poter nuovamente ammirare una curva Fiesole colorata e festante impegnata ad aiutare i viola a superare una squadra come quella nerazzurra certamente superiore sia dal punto di vista tecnico che da quello fisico. L’Inter di Simone Inzaghi gioca un 3-5-2 che sviluppa il gioco in grande ampiezza sfruttando i due esterni dinamici e tecnici che alternano le giocate per andare sul fondo con i tagli verso la porta. Non disdegnano inoltre, soprattutto quando giocano Dimarco da una parte e Dumfries dall’altra, anche la giocata da quinto a quinto sorprendendo spesso la difesa avversaria poiché di difficile lettura difensiva: se infatti la disposizione è a specchio, dovrai avere esterni che giochino l’uno contro uno contro calciatori di grande qualità, se invece ti disponi in modo diverso dovrai essere bravo a scalare le marcature ed a leggere le situazioni di gioco. I nerazzurri dispongono poi di un centrocampo tra i migliori in Europa ma le contemporanee assenze di Barella e Calhanoglu potrebbero avvantaggiare la mediana viola. Con la disposizione a tre poi, Simone Inzaghi preferisce sempre ripartire dal basso grazie alle doti tecniche di difensori quali Bastoni e Acerbi che hanno un piede educato ed una visione di gioco da centrocampisti. Se sembra che finora non ci siano punti deboli nell’Inter, allora non cerchiamoli nella coppia di attaccanti: Lautaro sta vivendo la stagione della definitiva consacrazione, mentre Thuram ha avuto un adattamento velocissimo e sorprendente sia al campionato italiano che al modo di giocare della propria squadra. Ed allora? E’ già persa in partenza?

Se è vero che le gare non si perdono mai prima di giocarle, è anche vero che servirà la miglior Fiorentina possibile. Non sarà ammesso un approccio alla gara come ne abbiamo visti troppi nei mesi di dicembre e gennaio, non sarà possibile ripetere i soliti errori difensivi senza il concretissimo rischio di prendere rete. I ragazzi di Vincenzo Italiano dovranno essere attentissimi a non prendere le ripartenze letali che troppo spesso hanno fatto male ai viola e nel contempo dovranno cercare di tenere i ritmi altissimi per non far ragionare gli avversari. Tutti noi sappiamo che la Fiorentina è una squadra completamente diversa in relazione al ritmo che riesce a tenere in una gara: se infatti è capace di pressare alta recuperando palla nella metà campo avversaria, allora sa anche creare occasioni da rete importanti. Se invece comincia dalla costruzione dal basso con il giro palla orizzontale aspettando l’errore dell’avversario, allora diventa lenta e prevedibile. Non so se Vincenzo Italiano deciderà di giocare a specchio, riproponendo la difesa a tre oppure terrà la linea a quattro, sono però certo che non sarà questo a fare la differenza. O la Fiorentina tira fuori una prestazione di grande spessore oppure l’Inter passerà a Firenze.

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – INTER = 0 – 2

Ha vinto la squadra più forte, quella che io ritengo la migliore in Italia ma la Fiorentina ha dato l’impressione di crederci davvero solamente a sprazzi. Dopo il secondo gol firmato da Perisic, i viola sono completamente usciti dal campo ed hanno dimostrato la povertà qualitativa della rosa di Prandelli, povertà acuita dalle assenze di Ribery, Castrovilli e Milenkovic. Prandelli ancora una volta ha preferito Eysseric a Pulgar schierandolo nei tre di centrocampo con Borja Valero a fare da raccordo con Vlahovic, ma la mossa si è rivelata azzeccata solo parzialmente. A parte l’azione conclusasi con la traversa di Bonaventura ed il tiro di Biraghi, i viola non hanno mai impensierito De Vrij e compagni ed il risultato finale è assolutamente giusto. In attesa dei risultati delle altre, sarà importante innanzitutto recuperare tutti gli assenti in vista della trasferta di Genova contro la Sampdoria.

IL BUONO

  • Dragowski: tra i pali è ancora una volta un portento. A parte un’uscita sbagliata, riesce a limitare il passivo in più occasioni con una parata fenomenale su Barella dopo appena 5 minuti ed altri ottimi interventi. Incolpevole sulle due reti subite, si riconferma ancora una volta un punto di forza. Certezza.
  • Martinez Quarta: pur trovandosi di fronte alla squadra più forte del campionato non trema mai. Gioca sempre d’anticipo ed è pronto anche a riproporre l’azione offensiva. Nasce da un suo tunnel l’occasione della traversa di Bonaventura: assolutamente da confermare.
  • Bonaventura: si conferma uno dei pochi in grado di accendere la luce in questa squadra. Soprattutto oggi, in concomitanza con le assenze di Castrovilli e Ribery, si carica la squadra sulle spalle finché può cercando a volte l’assist, altre volte il tiro in porta seppur senza fortuna. Al momento insostituibile.
  • Barella: quando penso ad un calciatore moderno, ad un centrocampista completo non posso non pensare a lui. Qualità, quantità, grinta e tecnica a cui in queste ultime stagioni ha abbinato anche un bel tiro da fuori: per non parlare poi dei meravigliosi tempi di inserimento. Se riesce a limitare i cartellini gialli, entra nell’Olimpo.

IL BRUTTO

  • Igor: è vero, è una serata difficile per i difensori, ma fare peggio di Igor stasera è veramente dura. Non vede praticamente mai Alexis Sanchez che imperversa liberamente nella metà campo viola nel primo tempo, viene scherzato da Hakimi in occasione della seconda rete nerazzurra e, quelle volte che deve far ripartire l’azione, regala palla agli avversari. Credo che stasera abbia toccato il record per il numero di palle perse o di passaggi non andati a buon fine della sua carriera. Ho paura che ancora non sia al livello giusto per giocare queste partite.
  • Kouamé: tecnicamente imbarazzante, per trovare un attaccante con questi limiti tecnici dobbiamo tornare al Tanque Silva o al Gatto di Marmo Bonazzoli. Se davvero la Fiorentina, e dunque Pradè, ha rifiutato 16 milioni di euro per lui, credo sia necessario farsi domande importanti e, nel caso, darsi anche delle risposte veloci. Inadatto.
  • La Fiorentina dopo lo 0-2: è vero che i viola giocavano contro l’Inter ed avevano tantissime assenze (ben quattro!), ma dal gol di Perisic in poi la squadra è virtualmente uscita dal campo tranne Amrabat, Dragowski e poco altro. Spero che almeno abbia già iniziato a pensare alla trasferta di Genova contro la Sampdoria quando la truppa di Prandelli dovrà tornare assolutamente a fare punti per non ripiombare nella zona rossa della classifica. Riattaccare velocemente la spina please!!

Ci vediamo domani su YouTube per l’approfondimento tattico con Portobello !!!

L’Inter è in semifinale

Con una prestazione fra le più convincenti dell’era Conte, i nerazzurri si sbarazzano del Bayer Leverkusen grazie ad una grande prova di squadra.

Difesa alta e sempre pronta all’anticipo, centrocampo aggressivo ed interpreti pronti a buttarsi negli spazi (Barella ma non solo), attacco letale. L’approccio iniziale alla gara è stato da grandissima squadra: pressione nella metà campo avversaria finalizzata al recupero rapido della palla, verticalizzazione sugli inserimenti dei centrocampisti, attaccanti subito pronti a dialogare tra sé e con la squadra.

Guardando la partita di ieri sera, ho la sensazione che la trasformazione di Godin sia la chiave di volta: il difensore ex Atletico Madrid, dopo un apprendistato forse anche troppo lungo, sta finalmente giocando sui livelli attesi. Cattivo, concentrato ed atleticamente in forma, insieme a De Vrij riesce quasi sempre ad anticipare gli avversari per far ripartire l’azione già nella metà campo avversaria. Se solo i nerazzurri avessero coinvolto di più Young a discapito di un D’Ambrosio troppo impreciso, probabilmente la partita sarebbe stata chiusa già nei primi 45 minuti.

Nella prima frazione lo splendido gol di Barella ed il timbro immancabile di Lukaku (gol numero 31 in stagione ed a segno in 9 gare consecutive di Europa League… Come lui nessuno mai!!!) sembrava aver già chiuso la pratica. I nerazzurri però, nonostante le occasioni, non sono riusciti a andare sul 3-0 ed Havertz, alla prima disattenzione difensiva, ha riaperto i giochi con un po’ di fortuna. La grande squadra però è tornata fuori nella ripresa quando, non potendo tenere i ritmi del primo tempo, l’Inter ha gestito benissimo i tempi della partita senza però riuscire a segnare la terza rete che avrebbe messo in ghiaccio la qualificazione. I troppi errori in fase di conclusione sono l’unica pecca di una serata finalmente ai livelli attesi da inizio stagione.


La strada sembra adesso essere quella giusta ed anche tra Conte, il gruppo e la società pare essere tornato il sereno. Un passo ancora e poi sarà finale. Intanto brindiamo ad una semifinale europea di una squadra italiana ed al definitivo salto di qualità di un magnifico centrocampista italiano: Nicolò Barella. Se gli infortuni lo lasceranno in pace ed inizierà anche a trovare la porta con continuità, la nazionale italiana avrà trovato un leader naturale per tanti anni a venire.