Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – ROMA = 2 – 2

Una grandissima delusione al termine di un’ottima prestazione.

Quando le cose devono girare male purtroppo la dea bendata non guarda mai nella tua direzione e la gara di ieri sera ne è stata l’ennesima dimostrazione. Contro la squadra più in forma del campionato, se si eccettua l’Inter degli extraterrestri, la Fiorentina ha disputato una delle prove più convincenti dell’anno. Squadra sempre dentro la partita, molto attenta ai particolari (a parte i soliti di cui parleremo in seguito), con alcune mosse studiate che hanno fatto male alla Roma. I ragazzi di Vincenzo Italiano stavolta hanno interpretato la gara diversamente dal solito sia dal punto di vista tattico che da quello del gioco: la disposizione con cui la Fiorentina ha imbavagliato le fonti del gioco romaniste è stato un 4-3-3 con una fase difensiva che non ha previsto uscite altissime da parte dei centrali Ranieri e Milenkovic, ma un’attesa più bassa. In mezzo al campo poi, Lopez a uomo su Cristante, Mandragora a pressare chiunque e Bonaventura libero di trovare lo spazio tra le linee, hanno messo in grave difficoltà la compagine di De Rossi grazie anche ad alcune giocate finalmente in verticale che hanno trovato un Belotti in grado di fare reparto da solo ed un Sottil sempre pronto a saltare l’uomo ed a convergere per tirare in porta.

L’interpretazione pressoché perfetta dello spartito ha permesso alla Fiorentina di giocare uno dei migliori primi tempi della stagione, una frazione in cui alla Roma non è rimasto che difendersi con le unghie, i denti, le strattonate ed i calci. Se solo Massa, incerto arbitro di una bella partita, avesse distribuito i cartellini gialli come doveva, probabilmente racconteremmo un’altra storia, una storia in cui la Fiorentina avrebbe giocato due terzi di gara in superiorità numerica. Nonostante ciò, i viola erano riusciti a costruire una prestazione eccelsa considerando il valore dell’avversario, ma le consuete distrazioni dei singoli hanno ancora una volta condannato i ragazzi di Italiano a perdere punti a tempo scaduto. La maledizione dei calci di rigore, con il quinto errore consecutivo dal dischetto commesso da quattro calciatori diversi, segna una stagione in cui molto, se non tutto, gira storto… se solo pensiamo a quanti episodi favorevoli avevamo avuto fino a natale, pare che il destino ce le voglia far pagare tutte! Dobbiamo però essere onesti e dire che non è solamente colpa dei calci di rigore se non portiamo a casa partite come quella di ieri sera: la disattenzione sui due gol subiti, in entrambe le occasioni da parte di Biraghi, è una colpa troppo grande per essere taciuta. Le grandi squadre sono quelle che piegano gli episodi a proprio favore grazie alla scaltrezza, l’intelligenza, l’applicazione feroce, doti che purtroppo scarseggiano nella Fiorentina di oggi. Tutto si potrà imputare ad Italiano, che anche ieri sera ha incartato il tanto strombazzato De Rossi, ma non l’incapacità di questa squadra di gestire i momenti topici delle gare. In quei frangenti servono i campioni, i grandi calciatori o i leaders: noi, nella fase difensiva, non abbiamo nessuno che rientri in questa categoria. A qualcuno fischieranno le orecchie?

Cosa resta dunque di una serata così? Certamente una prestazione simile a quella vista contro la Lazio, ma anche la dimostrazione che la squadra crede ancora alla rimonta in campionato. Da ultimo anche la sensazione che il momento peggiore, almeno dal punto di vista atletico, potrebbe essere alle spalle. La conferma si spera possa arrivare giovedì contro il Maccabi Haifa e poi domenica  nella difficile trasferta di Bergamo in cui i viola dovranno fare a meno di Bonaventura squalificato.

IL BUONO

  • Ranieri: dopo due prestazioni disastrose, torna il piccolo gladiatore viola! Finalmente sui livelli ai quali ci aveva abituato, trova anche tranquillità in un Milenkovic che ancora una volta dimostra che contro i calciatori forti fisicamente è quasi una certezza. Meno polemiche con i compagni e più concentrazione….così si fa!
  • Belotti: quanto conta avere un attaccante in grado di duellare con tutti!! Gioca spalle alla porta, rimedia punizioni, sfiora il gol, serve i compagni. Oltre a tutto questo, è autore di un assist e del rigore procurato che Biraghi fallisce. Viene sostituito solamente perché morso più volte dai crampi. Esempio.
  • Sottil: sembra incredibile ma per me è il migliore in campo nel primo tempo. Finalmente trova il coraggio di puntare l’avversario saltandolo ogni volta, arriva al tiro in porta pericolosamente, non molla mai di un centimetro. Avanti così!!!
  • Il tredicesimo minuto: dopo tanto, troppo tempo, la Curva Fiesole dedica applausi e cori al suo capitano eterno regalando brividi che si amplificano con la risposta dei tifosi giallorossi che, subito dopo, intonano lo stesso coro. Un momento indimenticabile.

IL BRUTTO

  • Biraghi: il rigore fallito è solamente la punta dell’iceberg. Il gol di Ranieri viene al primo calcio d’angolo non battuto dal capitano, mentre in entrambe le reti giallorosse c’è lo zampino del terzino viola che non segue mai l’avversario. Sparacchia palloni a caso senza senso e dà sempre l’impressione di incolpare gli altri per i propri errori. Certo che Parisi deve averla combinata veramente grossa…..
  • Nico Gonzalez: la condizione atletica non era al top ma manca anche nelle piccole cose. Incredibilmente avulso dal gioco, prova a salvare la prestazione con la spizzicata di testa in occasione del gol di Ranieri. Quanto manca il vero Nico alla Fiorentina!!
  • Massa: direzione arbitrale assolutamente insufficiente. Manca il secondo giallo a Mancini dopo poco più di 20 minuti (chissà come mai viene sostituito ancor prima dell’intervallo), e manca anche la stessa sanzione a Paredes in occasione del calcio di rigore per la Fiorentina; penalty che tra l’altro sembra oggettivamente generoso. Perché non avere il coraggio di espellere un calciatore?

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

BOLOGNA – FIORENTINA = 2 – 0

Una spensierata lezione di calcio.

Questo è ciò che è successo ieri sera al Dall’Ara dove abbiamo visto la netta differenza tra una squadra in salute, che gioca spensierata, che è costruita con i calciatori giusti per il gioco del proprio tecnico, che ha tutta la città dalla propria parte contrapposta ad una che continua a caracollare cercando soluzioni estemporanee, che non ha più entusiasmo né condizione psicologica per superare le difficoltà, che è figlia di acquisti frettolosi, al risparmio e spesso errati. Non so se chi mi legge ha avuto la mia stessa impressione, ma il Bologna di Thiago Motta mi è sembrato la fotocopia della Fiorentina dello scorso anno (non parlo dell’aspetto tattico ma dell’ambiente e delle motivazioni) mentre i ragazzi di Vincenzo Italiano mi sono sembrati un insieme di persone che cercano di salvare le cose più care prima che passi il tornado o magari dei piccoli artigiani che cercano di rimettere insieme un’opera ormai compromessa.

I viola in realtà non erano nemmeno partiti così male con due conclusioni verso la porta di Nico (ancora incredibilmente schierato a sinistra) ed Ikoné (tornato ad essere fumoso come al solito….il confronto con Orsolini è stato a tratti imbarazzante): l’impressione però è fin da subito stata di una squadra che soffriva tremendamente ogni volta che il Bologna ripartiva con verticalizzazioni (conosci questo termine Arthur??? In portoghese si dice verticalizar) precise e movimenti coordinati tra Zirkzee ed i centrocampisti alle spalle. E’ stata lampante la differenza di atteggiamento delle squadre ma purtroppo ieri è stata clamorosa anche la differenza di gestione da parte dei due allenatori. Vincenzo Italiano, al netto delle scelte di formazione iniziale, ha comunque deciso di giocare un partita posizionale in cui in difesa ed a centrocampo si accettava di giocare uomo contro uomo singolarmente seguendo i movimenti degli avversari: la scelta però si è rivelata del tutto errata per più motivi. Innanzitutto quando la squadra avversaria corre molto più di te, ha la capacità di giocare la palla di prima ed è in fiducia, giocare sempre uomo contro uomo è un grandissimo rischio. Soprattutto però l’errore è stato quello di giocare contro il Bologna come se non lo si conoscesse: con Zirkzee e Saelemaekers che tornavano sempre sulla linea dei centrocampisti a prendere palla e Milenkovic e Kayode che uscivano per seguirli, la Fiorentina si è ritrovata spesso a dover difendere con Arthur difensore centrale (che scalava al posto di Milenkovic o Ranieri) e Biraghi strettissimo dentro al campo. In questo modo si creavano praterie per gli inserimenti di Orsolini, Ferguson e talvolta Aebischer che ci hanno fatto letteralmente a fette. Il problema è che il Bologna non ha iniziato ieri a giocare così ed allora delle due l’una: o abbiamo sottovalutato l’avversario pensando di contenere lo scontro diretto oppure il nostro piano di gioco è stato sbagliato.

Non credo sinceramente che l’aspetto tattico sia l’unica cosa che conta in una partita di calcio perché poi conta anche la qualità degli interpreti ed anche ieri sera abbiamo dimostrato di avere un capitano che probabilmente non dovrebbe nemmeno scendere in campo, un Milenkovic in una crisi che sembra irreversibile, un Arthur che sta tornando ad essere quello che in squadre titolate non giocava mai, un Nico Gonzalez che ha sempre militato in compagini europee di media classifica. Se la magia è finita, la squadra torna ad essere mediocre grazie a scelte societarie per le quali facciamo gestire il mercato a Joe Barone invece di affidarci a managers come Sartori, Giuntoli, Petrachi, Sabatini, D’Amico….. Resta la sensazione che la discesa sia solamente all’inizio e che non sia sufficiente recriminare per un rigore solare non dato se poi si viene dominati in lungo ed in largo da una diretta concorrente che non ha né lo stadio di proprietà né il centro sportivo più bello d’Europa.

Adesso i viola sono attesi ad Empoli da una squadra in salute che Nicola sembra aver rigenerato e che considera il derby come la partita dell’anno: sarà rinascita o crisi conclamata?

IL BUONO

  • Belotti: il meno colpevole non solamente perché è l’ultimo arrivato, ma soprattutto perché lotta, sgomita e si impegna per 90 minuti. Probabilmente l’apatia che attanaglia il gruppo viola non lo ha ancora contagiato…..speriamo non succeda mai!

IL BRUTTO

  • Commisso-Barone-Italiano: la proprietà ha deciso di navigare a vista nel più completo autofinanziamento nonostante la stagione scorsa sia stata da record per i ricavi (e questa è diretta conseguenza dei risultati sportivi), il Direttore Generale continua a magnificare le sorti di un gruppo che è stato depauperato ogni anno di più, il tecnico ha sempre accettato tutto riuscendo ad invertire la rotta ma adesso sembra aver perso la bacchetta magica. Occhio al dirupo in cui potrebbe scivolare la squadra!
  • Arthur: imbarazzante, lento, bolso, incapace di creare gioco. Inutile.
  • Biraghi: solamente una parola…..BASTA!!!!
  • Beltran: se Bonaventura ha giocato l’ennesima gara trasparente, l’attaccante argentino è riuscito a fare addirittura peggio. Non era semplice.
  • Milenkovic: provo sincero imbarazzo nel vederlo in queste condizioni dopo averlo ammirato per anni non certo come il miglior centrale d’Europa, ma almeno come un combattente. Nikola dove sei finito?

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – UDINESE = 2 – 2

Frequento la Curva Fiesole in modo continuativo fin dal 1991 e non mi era mai successo di sentirmi a disagio, di avere la sensazione di non essere a casa mia. Ho vissuto alti e bassi, gioie e dolori, vittorie leggendarie e sconfitte vergognose, ma la Curva è sempre stata la casa di tutti, grandi e piccini, uomini e donne, giovani ed anziani e sapete perché? Perché si è sempre andati in curva per tifare la Fiorentina, per difendere Firenze, per sostenere i propri calciatori senza mai evitare contestazioni, polemiche, fischi e cori ma appunto per Firenze e la Fiorentina, non per fare politica.

Al netto di come ognuno la possa pensare, la furia scatenata da Joe Barone sul Comune di Firenze e sulla Regione Toscana è una roba che in tutti questi anni non ho mai visto. Ed ancora peggiore è vedere la curva Fiesole interamente prostrata ad una proprietà che, invece di pensare a rafforzare una squadra che sarebbe ancora oggi in Champions League, continua ad elemosinare calciatori in prestito per non spendere quei soldi che sono stati accumulati da quando Commisso e Barone sono arrivati a Firenze: scelta legittima per carità, ma che niente ha a che fare con ciò che a noi tifosi dovrebbe interessare, cioè il campo ed il gioco del calcio. Una città come Firenze, una tifoseria come quella viola sempre pronta a dare l’anima per la propria squadra ma anche a contestare senza farsi condizionare da niente e da nessuno ridotta ad un povero megafono padronale. Che tristezza vedere i gruppi organizzati della Fiesole svendere la nostra storia, il nostro nome entrando nell’agone politico come mai era successo prima: io sinceramente avevo capito che si andava allo stadio per vedere la partita e tifare la propria squadra del cuore, non per cercare di influenzare le prossime elezioni amministrative.

Ciò detto, visto che a noi piace il calcio, ricordo a tutti quelli che si interessano solamente allo Stadio Franchi, che la Fiorentina nelle ultime due gare di campionato contro Sassuolo ed Udinese ha raggranellato un punto, si è vista rimontare in classifica da tutte le dirette concorrenti alla Champions League ed ha dimostrato ancora una volta i problemi qualitativi della rosa. Il mercato di riparazione è iniziato da ormai due settimane ed al Viola Park è arrivato solamente un terzino di 31 anni, Faraoni ovviamente in prestito, che ieri ha esordito benissimo con un meraviglioso assist per Beltran. Peccato però che per vincere le gare come quella di Sassuolo e quella di ieri serva la qualità nel saltare l’uomo e creare superiorità numerica…. proprio quella che manca quando Nico non c’è. Ricordiamoci poi che l’unico esterno di valore internazionale che abbiamo, appunto Gonzalez, è stato pagato 27 milioni di euro non cinque più bonus (vedasi la prima offerta per Vargas). Ma credo che anche questa mancanza sul mercato sia colpa di Nardella…..

Intanto nella giornata di oggi la squadra è partita per andare a giocarsi la semifinale e l’eventuale finale di Supercoppa in Arabia Saudita. Mentre i gruppi organizzati magari saranno a fare volantinaggio per le prossime elezioni, io penso a sostenere la Fiorentina e Firenze!!

IL BUONO

  • Faraoni: al debutto in maglia viola dopo essere arrivato meno di 48 ore prima, è sembrato calarsi perfettamente nella parte. L’assist per il gol di Beltran è di ottima fattura, così come alcune piccole sbavature in fase difensiva sono da registrare. Si conferma migliore in fase offensiva che in quella difensiva, ma il suo acquisto (in prestito) paga fin da subito i dividendi. Avanti così!
  • Beltran: il gol, il rigore guadagnato, l’abnegazione totale in qualunque condizione giochi. L’argentino si dimostra ancora una volta un giocatore in grado di far accadere sempre qualcosa. Certamente meglio quando gli viene affiancato Nzola, non molla di un centimetro nemmeno nel primo tempo quando viene accerchiato da tre colossi. Finalmente vicino al top!
  • Nzola: segna un rigore di un peso specifico enorme. Subito prima e subito dopo il gol, sembra quasi essere tornato quello di Spezia….non certo un fenomeno ma nemmeno un lampione come nelle ultime settimane. Se torna quello vero, possiamo avere qualche speranza in più fin dalla Supercoppa. E se si fosse sbloccato mentalmente?

IL BRUTTO

  • Biraghi: se c’è una cosa che contesto aspramente a Vincenzo Italiano, è l’impiego pressoché continuo del capitano. Fino allo scorso anno, l’alternativa Terzic era addirittura peggiore, ma in questa stagione Parisi ha dimostrato che se viene fatto giocare nel suo ruolo è una spanna sopra a Biraghi. Anche ieri si è reso protagonista di innumerevoli errori sia al cross che in impostazione ed è probabilmente il maggior colpevole in occasione del raddoppio bianconero. Vincenzo perché?
  • Gli esterni: non so sinceramente se sia più colpa loro o della società che ancora non si è degnata di portare a Firenze qualcuno meglio, ma anche la prova di ieri è stata semplicemente imbarazzante. Basta, per favore basta!!
  • Il primo tempo: ancora una volta, anche contro l’Udinese, l’approccio alla gara è stato tragico. Surclassata dal punto di vista del gioco, ma anche del ritmo, i viola hanno ancora una volta terminato i primi 45 minuti senza aver mai tirato in porta. Lo stesso Italiano ai microfoni nel dopo gara ha ammesso di doverci lavorare: speriamo di trovare la soluzione che adesso andiamo a giocarci (speriamo) due gare secche!

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Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – BOLOGNA = 0 – 0 (5 – 4 d.c.r.)

Una sofferenza durata più di 120 minuti regala una semifinale di Coppa Italia storica alla Fiorentina: è infatti la prima volta nella storia del club gigliato che viene guadagnato l’accesso al penultimo atto della manifestazione per tre anni di fila. E sapete cosa è successo nelle ultime tre stagioni? Sapete cosa è realmente cambiato? Esattamente….avete già capito!!! Vincenzo Italiano, il vero fuoriclasse di questa squadra, il miglior colpo della gestione Commisso fino ad oggi, arrivava sulla panchina viola nell’estate del 2021 in un ambiente sfiduciato dalle stagioni precedenti, un ambiente in cui il gioco di Beppe Iachini aveva raggiunto gli obiettivi societari ma non aveva mai divertito né convinto.

In due stagioni e mezzo è avvenuta una vera a propria rivoluzione copernicana che ha coinvolto anche lo stesso mister Italiano che, dopo aver fatto giocare negli anni passati alla Fiorentina solamente un tipo di calcio fatto di possesso, dominio del gioco, spregiudicatezza, fase difensiva non propriamente inattaccabile, è finalmente cresciuto. Adesso i viola sono una compagine in grado di utilizzare più moduli, di adattarsi all’avversario, alla gara, al momento di forma dei propri calciatori. E’ indubbio che in questo momento la Fiorentina sia in difficoltà dal punto di vista numerico (società se esisti batti un colpo!!), dal punto di vista fisico (manca brillantezza e spunto, non resistenza alla fatica) ed anche tecnico (gli errori individuali sono talvolta involontariamente comici). Ecco allora che per vincere le partite deve subentrare necessariamente qualcos’altro, qualcosa che la Fiorentina ha dimostrato di avere anche ieri sera. Innanzitutto serve un’ottima organizzazione di squadra e contro il Bologna i viola sono riusciti ad imbrigliare perfettamente il gioco felsineo finché non si è cominciato a perdere i confronti diretti, poi serve tanto cuore e volontà, doti che a questa squadra non sono mai mancate: dallo splendido Ranieri al podista Kayode, dal mai domo Quarta al quasi mai impiegato Maxime Lopez, tutti hanno offerto una prova magari non eccelsa dal punto di vista tecnico ma quasi commovente per l’impegno e la dedizione. Eppoi sinceramente non dobbiamo dimenticarci la Dea bendata che sembra voler accompagnare la Fiorentina nell’ultimo periodo. Il Bologna avrebbe meritato di vincere, ma i pali, le parate di Christensen ed errori in fase di ultimo passaggio, hanno offerto ai viola l’occasione di tenere la barra dritta e la porta inviolata.

Resta dunque il passaggio del turno, il cuore mostrato e la capacità di adattarsi all’avversario. Domenica però, i viola dovranno giocare un altro tipo di gara contro l’Udinese: sarà necessario tornare a fare la partita contro una compagine che spesso aspetta l’avversario e riparte in contropiede. Ci sarà tempo per pensarci, adesso godiamoci un traguardo a suo modo storico!

IL BUONO

    • Christensen: riesce a tenere la porta imbattuta grazie anche ai legni colpiti dagli avversari, ma i miglioramenti rispetto ad inizio stagione sono straordinari. Presenza in area di rigore, personalità, rapidità ad andare in terra, capacità di coprire il primo palo. Se migliora anche con i piedi, siamo davanti ad una vera e propria metamorfosi. Savorani santo subito!

    • Ranieri: sta giocando una stagione clamorosa, addirittura migliore rispetto alla seconda metà della scorsa. Lotta, sgomita, anticipa e fa ripartire l’azione sempre con intelligenza. Sembra migliorato anche dal punto di vista della gestione del dispendio energetico. Bandiera (almeno si spera)!

    • Maxime Lopez: non ha certamente giocato una partita indimenticabile, ma la realizzazione del quinto rigore decisivo lo inserisce di diritto tra i migliori in campo. E’ sempre difficile segnare un rigore in quelle condizioni, se poi non giochi quasi mai le possibilità di sbagliare è ancora più alta. Cecchino. 

IL BRUTTO

    • Biraghi: se devo dire qualcosa a Vincenzo Italiano è in merito all’impiego continuo del capitano. Se già è in difficoltà quando riceve la palla faccia alla porta e con una relativa pressione avversaria, schierarlo addirittura sulla linea dei centrocampisti è sembrata quasi una cattiveria. Saltato e scherzato continuamente, è andato ancor più in difficoltà in fase offensiva avendo meno spazio per avanzare senza marcatura diretta. Parisi forever! 

    • Ikonè: se anche mister Vincenzo Italiano si arrende dichiarando testualmente “Ikoné è questo” perché dovrei riuscire a dire qualcosa io? Visto che la nostra società è bravissima a vendere, riusciamo nel miracolo? 

    • Barak: un altro calciatore che vive un momento di regressione tremendo. Se la scorsa stagione almeno era spesso pericoloso con gli inserimenti in area avversaria e ci ha fatto godere con gol decisivi soprattutto in Europa, quest’anno è scivolato in una nebbia fittissima da cui non riesce ad uscire. Quanto ci servirebbero i suoi gol…..

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Il buono, il brutto, il cattivo

ROMA – FIORENTINA = 1 – 1

Dopo aver visto la Juventus a Firenze credevo di aver ammirato la squadra che giocava il peggior calcio in Europa ma mi sbagliavo. Ieri sera all’Olimpico, la compagine con il terzo monte ingaggi del campionato, con l’allenatore più strombazzato del mondo, con uno tra i pubblici più caldi d’Italia, ha mostrato al mondo perché il calcio italiano non è più tra i migliori. Un calcio fatto di squadre che speculano sul gol del vantaggio, perdono tempo, vivono di espedienti, protestano continuamente, insultano gli arbitri. Un calcio che vive di pause anziché di ritmo, di catenaccio difensivo anziché di calcio offensivo, di difesa e contropiede anziché di controllo del gioco e ricerca del gol. Detto della Roma, possiamo affermare senza paura di smentita che invece la Fiorentina ha fatto la partita che doveva fare: dopo un inizio horror con un gol evitabilissimo subito per le dormite di Biraghi e Kayode, i ragazzi di Vincenzo Italiano hanno preso in mano la partita ed avrebbero già potuto pareggiare se solo Nzola (buona la sua prova da centravanti boa, trasparente quella da goleador) avesse calciato meglio sull’invito geniale di Bonaventura. La ricerca del gol però, divenuta pressante nella ripresa, anche nel primo tempo non si è affievolita nonostante un Ikonè ancora una volta inconcludente ed egoista ed un Jack non nella miglior serata sotto porta. Finalmente però i viola sono riusciti a rimontare una gara in cui erano andati in svantaggio grazie al solito gioco fatto di fraseggi che nella ripresa ha cercato finalmente anche lo sbocco dei palloni alti. Scelta giustissima tanto da giustificare la presenza di un calciatore come Nzola, importante nonostante non abbia segnato, tanto da ammirare il pareggio di Martinez Quarta (alla quinta gioia personale), il bellissimo colpo di testa di Nico, ma anche il mancato ingresso di Beltran. Se dovessi pensare la partita meno adatta per un calciatore come il numero 9 argentino, penserei esattamente alla ripresa di ieri: un avversario arroccato nella propria area di rigore, una squadra che attacca solamente per vie orizzontali o con cross provenienti dalla tre quarti campo: che ci avrebbe fatto in campo? Stavolta la penso come Italiano, meglio tenerlo per la gara di giovedì in cui dovremo mantenere la testa del girone per evitare il turno di spareggio.

Resta dunque l’amaro in bocca per l’occasione del doppio vantaggio numerico non sfruttato (anche se dall’espulsione di Lukaku in poi non si è praticamente mai giocato), ma resta anche il pareggio contro una diretta concorrente per le posizioni europee. Peccato però che la Roma sicuramente arriverà davanti ai viola non perché abbia un tecnico migliore, non perché giochi meglio, non perché sia più organizzata, ma semplicemente perché ha calciatori con una qualità maggiore in fase offensiva che determinano e decidono le partite con un colpo. Ma quei calciatori costano e vogliono un progetto fatto di titoli e non di infrastrutture ed allora credo che anche al termine di questa stagione vivremo di quel che poteva essere se solo avessimo voluto investire di più nel settore calcio; un peccato enorme perché anche ieri sera la Fiorentina ha dimostrato di essere un grande gruppo, fatto di calciatori che remano tutti nella stessa direzione e credono fermamente in ciò che fanno.

Ed ora testa alla Conference League per una partita che non può e non dev’essere sbagliata per non complicarsi la vita anche nel cammino europeo!

IL BUONO

  • Martinez Quarta: la quinta rete del suo campionato regala alla Fiorentina un pareggio tanto importante quanto meritato. Sfiora la doppietta ancora di testa e regge bene l’urto di un bestione come Lukaku. In fase di impostazione accompagna meno il gioco, ma rimane comunque una pedina fondamentale per i viola. Pensate dove saremmo se avessero ceduto il Chino!
  • Ranieri: semplicemente enorme. Gioca una gara pressoché perfetta in fase difensiva anticipando continuamente tutti i giallorossi che provano ad entrare nella sua zona. Sempre attento, ha un’intensità a tratti debordante. Non ha paura di nessuno, si azzuffa con Mancini prima e con Paredes poi dimostrando di tenerci come un matto. E se avessimo trovato una bandiera?
  • Arthur: se la Fiorentina martella per tutta la ripresa senza mai dare pace ai giallorossi, il merito è soprattutto del brasiliano. Gioca un’infinità di palloni, cuce sempre il gioco, recupera diverse situazioni difficili con la massima tranquillità. Finalmente capisce che ogni tanto serve anche la palla lunga per sfruttare la fisicità di Nzola e Kouamè. Metronomo.

IL BRUTTO

  • Ikonè: la sua inutilità è purtroppo ormai conclamata, però se adesso ci mette anche l’egoismo non se ne esce più. Nel primo tempo la Fiorentina riparte in contropiede in superiorità numerica e, nonostante ci sia Bonaventura tutto solo in attesa del pallone, il francese non lo serve in profondità rimediando solamente una punizione ed un cartellino giallo dell’avversario. Dopo poco Jack, che si è evidentemente legato al dito l’episodio, arriva alla conclusione anziché servire Jorko. Asilo Mariuccia.
  • Kayode: dopo un inizio di stagione scintillante, il giovane terzino sembra non aver ancora recuperato del tutto dall’infortunio. Si addormenta in occasione del primo gol quando tiene tutti in gioco, spinge poco, difende in modo meno preciso del solito. Si riscatta parzialmente guadagnando il secondo giallo di Zalewski. Succede, nessun problema.
  • Biraghi: il cartellino giallo che riesce a prendere nel momento in cui la Fiorentina spinge in modo forsennato alla ricerca dei tre punti è la fotografia di un calciatore mediocre. Non parlo poi, per paura della censura, della punizione dal limite dell’area che vuole per forza battere. E’ tornato quello solito.

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Il buono, il brutto, il cattivo

LAZIO – FIORENTINA = 1 – 0

IL BUONO

  • Beltran: finalmente una punta che attacca la profondità come Dio comanda. Il gol giustamente annullato che aveva segnato su lancio di Bonaventura ha in sé tutto ciò che serve: scelta di tempo per evitare il fuorigioco, capacità di difendere la palla, tecnica per superare il portiere, freddezza nei 16 metri. Dopo poco, rischia di segnare di testa (non era un specialità di Nzola?) in mezzo ai difensori laziali. Qualcuno ieri sera mi ha detto…ma poi è sparito….effettivamente quando è entrato l’altro invece abbiamo avuto più presenza davanti…..Liberatelo dalla panchina, almeno lui stoppa un pallone e dialoga con Jack!
  • Terracciano: San Pietro sembra finalmente tornato! Due parate clamorose su Felipe Anderson e Luis Alberto oltre ad una sempre più sicura gestione della palla con i piedi. E’ grazie a lui se i viola arrivano al 94° sul risultato di 0 – 0.
  • Parisi: un pò come per il genio di Rignano destra o sinistra per lui non fa differenza. Spenge completamente Zaccagni senza nemmeno dover ricorrere al fallo sistematico. Oltre a ciò, non disdegna mai le sortite offensive dove trova come compagno di fascia un Ikonè che non punta praticamente mai l’uomo. Peccato, poteva essere l’arma in più in sovrapposizione!

IL BRUTTO

  • Biraghi: si lo so, era ancora dolorante ed aveva un avversario difficile da controllare ma si può sapere perché deve sempre lanciarsi in quelle sceneggiate indigeribili? Sbaglia tutto il possibile in fase di riproposizione del gioco ed anche da fermo è più impreciso del solito. Dedito alla causa, ma comunque mediocre.
  • I subentranti: quando un tecnico effettua delle sostituzioni, soprattutto quando la squadra è calata fisicamente ed ha perso importanti spazi di campo, si aspetta da chi entra quel qualcosa che non trova più in chi esce. Barak è stato come spesso ultimamente invisibile, Nzola a parte fare lo sgherro di quartiere non ha praticamente mai toccato la palla, Mandragora ha dato il suo solito NON contributo. Sveglia che tocca a voi!
  • Milenkovic: già prima del misfatto finale ne aveva azzeccate poche, ma con un pò di mestiere e l’aiuto dei compagni di reparto era riuscito a portare a casa la pelle. L’intervento col braccio finale però, è inconcepibile per un difensore di questa esperienza: ormai da anni tutti sanno che si deve stare con le braccia chiuse o addirittura dietro al corpo, ma il serbo si addormenta perdendo la marcatura di Vecino e combina il patatrac. Prestazione inaccettabile.
  • Le scelte del mister: Italiano aveva preparato la partita in modo perfetto, con una pressione altissima ed un’intensità di gioco debordante. Purtroppo nel secondo tempo accade ciò che tutti ci aspettavamo…la squadra cala ed arriva il momento delle sostituzioni. Se il cambio tra Duncan e Mandragora è purtroppo obbligato dal cartellino giallo e dalla mancanza di alternative nel ruolo, quello tra Beltran e Nzola è troppo anticipato. Sono rimasto poi basito dall’impiego di Nico inchiodato per 90 minuti sulla fascia sinistra: dopo che in settimana Italiano aveva detto che Ikonè si doveva convincere di giocare lì perché serviva alla squadra, mi sarei immaginato un’alternanza considerando poi che Gonzalez è il miglior attaccante in rosa. Sorvolo infine sull’aver concluso la gara con 7 mancini su 10 giocatori di movimento perché al momento non ho il potere di interpretare l’infinito. Forza mister, sono considerazioni (non critiche) fatte a fin di bene!

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – FERENCVAROS = 2 – 2

Una gara dai due volti come spesso accaduto alla Fiorentina in questa stagione. Se però i viola ci avevano abituato ad approcciare bene le partite per poi gestire o crollare nella ripresa, contro il Ferencvaros è successo esattamente l’opposto. Dopo 60 minuti horror, da incubo, i ragazzi di Vincenzo Italiano, una volta schierati i migliori, hanno recuperato i due gol di svantaggio ed hanno anche sfiorato ripetutamente la vittoria con un’ultima mezz’ora da urlo.

Diciamolo subito, questa Fiorentina così com’è stata costruita dalla società in estate non sembra avere una rosa abbastanza competitiva per giocare al massimo le quattro manifestazioni che dovrà affrontare. Il giusto turnover che Vincenzo Italiano ha dovuto effettuare ieri in vista della trasferta di Napoli, ha messo ancora una volta in luce tutti i limiti di una squadra che ha gli uomini contati in difesa, manca di fisicità nel mezzo, dipende follemente da Nico Gonzalez davanti. Certo è che la squadra deve anche cambiare atteggiamento in Europa: se davvero vogliamo arrivare nuovamente in fondo, non possiamo dimenticare che dopo la finale dello scorso anno gli avversari ci guardano con occhio diverso schierando sempre i migliori undici perché conoscono la forza della Fiorentina. Ecco che anche l’approccio alla manifestazione dei viola deve essere sempre massimale altrimenti si rischiano brutte figure! Non è possibile mettere in campo giocatori che non camminano per un infortunio non ancora smaltito (Biraghi) soprattutto se nella propria zona di campo schieriamo il peggior esterno della rosa (Sottil) ed il centrocampista più sopravvalutato a Firenze e non solo (Mandragora). La catena di sinistra schierata da Vincenzo Italiano per l’intero primo tempo era da vietare ai minori di 18 anni perché oscena! Ed in Europa non si può nemmeno pensare di giocare con una formazione che ricordava più la banda bassotti che una squadra di atleti: abbiamo tolto contemporaneamente i centimetri di Milenkovic, i muscoli di Duncan e gli alettoni di Nzola, un pò troppo per pensare di non andare sotto in ogni scontro fisico. Tutto ciò è poi svanito quando finalmente sono entrati in campo i calciatori che ad oggi sono imprescindibili: il motorino sempre acceso di Parisi, le geometrie di Arthur, l’argento vivo di Kouamè, la freddezza sotto porta di Barak. Da quel momento in poi, gli ungheresi non sono più esistiti e, se solo fosse stato valido il gol di Nico al 78°, probabilmente adesso staremmo parlando della rimonta perfetta!

Resta il punto interrogativo che campeggia sulla testa di Beltran: ieri sera non l’ha mai toccata, è sembrato nuovamente avulso dalla manovra. Anche se giocare con la squadra del primo tempo era oggettivamente quasi impossibile, anche nella ripresa è rimasto inerte e senza lampi e questo non ce lo possiamo permettere. Adesso andiamo a Napoli nella speranza che i partenopei siano più brutti di quelli visti in Champions contro il Real ed i viola migliori di quelli incitati fino al novantesimo ieri sera.

IL BUONO

  • Parisi: sarà stato certamente anche per l’infortunio non del tutto smaltito da Biraghi, ma la differenza di prestazione è stata imbarazzante. L’ex Empoli, che secondo me dovrebbe già essere nel giro della nazionale, oltre a servire l’assist per Barak, gioca decine di palloni quasi mai banali, offre sempre un aiuto ai compagni in possesso di palla, è veloce di testa a leggere le situazioni. Al momento il titolare della fascia sinistra deve essere lui!
  • Nico Gonzalez: se non fosse stato per il fuorigioco millimetrico di Kouamè, staremmo parlando di un’altra rete segnata. Mostra una continuità di rendimento impressionante, nel primo tempo torna fino a Ranieri pur di giocare una palla poi nell’ultima mezz’ora sfiora la rete almeno tre volte. Totem assoluto.
  • Kayode: se a sinistra Parisi cresce a vista d’occhio, a destra il giovane viola è ormai una certezza assoluta. Se alcuni avevano conosciuto solamente le doti offensive del giovane terzino, anche ieri sera salva un gol nel primo tempo con una chiusura difensiva clamorosa. Box to box!
  • Barak e Ikonè: il loro ingresso imprime la svolta definitiva alla gara. La Fiorentina aveva già guadagnato metri e alzato i ritmi del gioco, ma i centimetri di Barak e le qualità tecniche di Ikonè hanno fatto definitivamente saltare il banco. Il loro recupero permette a Vincenzo Italiano di provare a gestire in maniera diversa anche le forze dei due giocatori più importanti della rosa, Gonzalez e Bonaventura, senza la cui genialità spesso la luce resta spenta. Reti dal peso specifico enorme!

IL BRUTTO

  • Lopez – Mandragora: la coppia di centrocampisti centrali proposta da Vincenzo Italiano non ha funzionato per niente. Il primo ha vagato spaesato per il campo in cerca di una buona idea che però purtroppo non è mai arrivata, il secondo resta per me un enigma. Un giocatore che non solo non eccelle in niente, ma che ultimamente manca anche di corsa, grinta ed inserimenti offensivi. Resto dell’idea che, nella situazione emergenziale che abbiamo in difesa, Mandragora potrebbe essere provato da centrale di sinistra visto che ha fisicità, senso della posizione, discreta capacità di lettura ed un sinistro piuttosto educato. E voi che ne pensate?
  • Biraghi: schierato non si sa bene perché in condizioni fisiche precarie, viene scherzato in occasione del primo gol e non solo. Non si sovrappone quasi mai, non tiene la marcatura, non contrasta. Vincenzo che ti è venuto in mente?
  • Sottil: poiché cerco sempre di non essere prevenuto nei confronti dei calciatori, ieri ho fatto un piccolo sondaggio nel parterre di Fiesole e su 9 intervistati, nessuno ha più fiducia nell’esterno viola. Quanto a me, cito Luciano Ligabue: Ho perso le parole!

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Il buono, il brutto, il cattivo

UDINESE – FIORENTINA = 0 – 2

Non so se è una vittoria da grande squadra, se invece è da squadra cinica o solamente fortunata, ciò che so è che con questa gara la Fiorentina recupera i due punti sperperati in casa contro il Lecce e rimette le cose a posto in classifica. Non è certo stata una bella prestazione quella dei ragazzi di Vincenzo Italiano, ma stavolta gli episodi sono stati favorevoli, Terracciano e Bonaventura sono stati superlativi ed i tre punti, seppur immeritati dal punto di vista del gioco, sono stati conquistati con determinazione e voglia. Non per forza occorre sempre giocare al massimo per vincere se si vogliono raggiungere determinati obiettivi e dunque speriamo sia solamente la prima volta anziché l’unica.

Vincenzo Italiano aveva deciso di dare la prima maglia da titolare a Maxime Lopez, un turno di riposo a Milenkovic ed una nuova chance a Nzola confermando il solito modulo 4231 sperando di non subire troppo la fisicità avversaria in mezzo al campo. L’approccio alla gara però è stato bruttissimo con l’Udinese che ha dominato in lungo ed in largo fin dall’inizio guadagnandosi due occasioni clamorose già nei primi 180 secondi di gioco: menomale che Terracciano è tornato in versione San Pietro, quello della trasferta contro il Twente almeno per un pomeriggio, altrimenti si sarebbe messa subito in salita. Le cose sono un po’ migliorate col passare dei minuti ma più per la mancanza di qualità degli interpreti avversari che per una vera e propria reazione viola anche se la giocata del miglior giocatore in campo per distacco era in agguato. Ancora una volta Bonaventura ha deciso che la Fiorentina doveva vincere la partita ed allora prima ha lanciato Quarta in una proiezione offensiva tanto inaspettata quanto perfetta e poi ha messo la parola fine alla gara con il timbro personale. Non è stata certamente una grande prestazione, ma i viola tornano da Udine dimostrando ancora una volta lo spirito di un gruppo che rema tutto dalla stessa parte.

I tre punti sono arrivati ma giovedì a Frosinone non conviene scommettere nuovamente sull’assenza di mira degli avversari. Serve una Fiorentina diversa e più vicina a quella che abbiamo ammirato tanto volte da quando Italiano siede sulla panchina viola.

IL BUONO

  • Terracciano: una partita da incorniciare dal primo all’ultimo secondo. Compie almeno tre interventi salva risultato, regala tranquillità e certezze anche nei momenti più bui, chiude la saracinesca quando più serve. Subire una rete al primo affondo sarebbe stato esiziale ma stavolta Pietro decide di dimostrare a tutti che la porta anche per quest’anno dev’essere la sua. Speriamo non sia solamente un episodio!
  • Bonaventura: il rettore del centrocampo viola torna a giganteggiare dopo alcune prove in chiaroscuro. Recuperate le energie, Jack è di nuovo il faro della squadra: dapprima serve un assist meraviglioso a Quarta, poi si occupa di chiudere la storia con un colpo di biliardo. Sottovalutatissimo da sempre!
  • Martinez Quarta: dietro continua ad essere un calciatore di alti e bassi, con troppe pause e qualche svolazzo ma la rete che spacca la partita è il mattone su cui la Fiorentina costruisce la vittoria. Dopo aver segnato di testa contro l’Atalanta, stavolta si diletta in contropiede con un controllo ed un tiro ad incrociare degno di un attaccante di razza. Continua a volare Lucas!
  • Kayode: entrato a freddo dopo il brutto infortunio di Dodò, dimostra di non aver paura di nulla. Lotta, rincorre, chiude e riparte senza soluzione di continuità, gestisce bene la fase difensiva e, quando può, cerca la sortita offensiva. Se l’infortunio del terzino brasiliano dovesse rivelarsi grave, possiamo dormire sonni tranquilli!
  • Vincenzo Italiano: anche stavolta, forse in ritardo, inizia a modellare la squadra in base alle caratteristiche dei calciatori. Come più volte invocato anche al Corner Viola, il tecnico siciliano prova finalmente le due punte con Arthur in mezzo per provare a gestire meglio la gara e per alleggerire il peso dell’arrembaggio friulano. Non solo, ma per bloccarne la fisicità, ricorre anche alla difesa a 3 con Milenkovic perno centrale! Grande mister, avanti così! Iniziamo a gestire le gare anche in base ai momenti ed agli avversari!

IL BRUTTO

  • Biraghi: in una partita in cui Maxime Lopez non ha brillato, Mandragora, Brekalo e Nzola hanno continuato a girovagare nella loro mediocrità, il capitano è stato il peggiore in campo. Ad Udine è sembrato tornare quello dell’inizio della scorsa stagione con tantissimi errori tecnici e tattici. Traversoni sbagliati, diagonali dimenticate e proteste plateali che non fanno altro che innervosire arbitro e tifosi avversari. Solo una parentesi?

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

INTER – FIORENTINA = 4 – 0

Un autentico disastro, uno dei peggiori della gestione di Vincenzo Italiano: non il primo e probabilmente non l’ultimo, ma un disastro da cui in passato la Fiorentina è sempre stata capace di ripartire e la sosta potrebbe decisamente aiutare.

La gara di ieri è stata innanzitutto figlia della presunzione, un atteggiamento che si è impossessato della squadra e dell’allenatore. Dopo che Italiano in conferenza stampa aveva ammesso che gran parte dei calciatori non aveva recuperato le energie spese nella battaglia di giovedì contro il Rapid, il mister ha deciso di confermare i nove undicesimi della formazione cambiando solamente il portiere e l’attaccante. Non solo ma ha deciso anche di giocarsela a viso aperto, con un centrocampo a due contro una mediana a 5, quel reparto che è stato unanimemente considerato il più forte d’Italia e tra i migliori in Europa. Noi invece, con i soli Arthur e Mandragora, con due terzini spompati ed in giornata no come Dodò e Biraghi (ma Kayode e Parisi che hanno fatto di male?), con un attaccante rapido e scattante da solo contro tre difensori centrali forti fisicamente che gli hanno perennemente mangiato in testa, non l’abbiamo presa mai. L’Inter ha dominato in lungo ed in largo, ci ha fatto fare uno sterile possesso palla, lento ed orizzontale, ed è ripartita a piacimento segnando quattro reti solamente perché Thuram ieri era vestito da Babbo Natale, altrimenti il passivo sarebbe stato decisamente più pesante. Una lezione che spero servirà in futuro, visto che per almeno sei volte giocheremo di giovedì e dovremo poi trovare gambe e soluzioni per non pagare in campionato il cammino europeo. Se la squadra ed i calciatori devono assolutamente crescere, non può mancare però anche un netto miglioramento da parte di Vincenzo Italiano che dovrebbe capire che non tutte le partite si possono giocare nello stesso modo e non tutte le squadre si possono attaccare utilizzando lo stesso sistema di gioco.
Ormai il calcio della Fiorentina è studiato, conosciuto, contrastato. Chi vive di dogmi spesso esce dalle battaglie con le ossa rotte: a quando un cambio di paradigma?

IL BUONO

  • Nessuno: una prova disastrosa all’interno della quale non si salva nessuno…. Tutti in castigo!

IL BRUTTO

  • Italiano: la speranza è che il tecnico siciliano abbia deciso di commettere tutti gli errori all’interno di una sola partita. Nella lunare conferenza stampa a fine gara, sembra aver capito che stavolta ne ha veramente combinate di tutti i colori! Considerando che sulle nostre pagine canali ho sempre difeso Italiano, posso tranquillamente dire che ieri ha deciso di scavarsi la fossa senza per questo essere tacciato di partigianeria: il mister ha riproposto calciatori stanchi e vuoti mentalmente, ha voluto sfidare l’Inter con un centrocampo in netta inferiorità numerica, ha schierato una punta tutta sola in mezzo a tre armadi. E’ stato presuntuoso, supponente, indifendibile. Forza mister, te sai fare molto meglio!!
  • Biraghi: lo nomino innanzitutto perché è il capitano e come tale aveva ed avrà il compito di far capire che figure del genere non sono ammissibili. Oltre a ciò, l’ennesimo errore difensivo in marcatura sul gol di Thuram è semplicemente imbarazzante. La palla persa da Milenkovic in uscita è sanguinosa, ma al momento del cross la difesa viola è comunque ben schierata…peccato che Biraghi si dimentichi completamente come si marca un attaccante….. Ma Parisi cosa lo abbiamo preso a fare?
  • Dodò: se decidi di giocare la partita in inferiorità numerica nel mezzo, almeno sulle fasce devi essere in grado di reggere l’uno contro uno e di avere gamba per andare a creare superiorità numerica grazie alle sovrapposizioni sugli esterni offensivi. Di Biraghi abbiamo detto, ma vogliamo parlare del suo compagno? Mai in partita, sovrastato fisicamente da Di Marco (non da Ercole), sbaglia anche diversi passaggi elementari. Come lo scorso anno, è ancora fuori condizione essendo l’unico giocatore al mondo piccolo di statura che entra in forma più tardi degli altri. Kayode lo dobbiamo cercare a “chi l’ha visto”?
  • Bonaventura: la squadra, nel bene e nel male, dipende da Jack. Certo non pretendo che sia sempre quello mostruoso visto a Genova alla prima di campionato, ma l’involuzione successiva ha del clamoroso. Anche ieri ha sbagliato ogni scelta, non ha acceso mai la luce, non è riuscito ad accelerare ed a far correre la squadra. Se manca lui, l’unico faro diventa Arthur (in evidente debito di ossigeno) ed allora bloccare centralmente la Fiorentina è un gioco da ragazzi. Speriamo la sosta ci restituisca il miglior Bonaventura.

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

GENOA – FIORENTINA = 1 – 4

Mamma mia che Fiorentina! E chi se l’aspettava? 

La gara di Marassi, l’esordio in campionato della truppa di Vincenzo Italiano, dimostra ancora una volta quanto conti realmente il precampionato: ZERO! Una Fiorentina presa a schiaffi nella tournée inglese, in evidente difficoltà di ritmo e di passo con compagini di categoria inferiore, diventa d’un tratto scintillante in un Marassi infuocato. Manovre avvolgenti, azioni a due tocchi, verticalizzazioni improvvise, calciatori che si trovano a memoria. Certo il gol segnato da Biraghi alla prima occasione e per di più calciando di destro, ha messo in discesa una partita che probabilmente era stata preparata in modo perfetto. Di contro un Genoa da rivedere, senza gioco né identità, con un trio difensivo che nella massima serie non può reggere il confronto: se fossi un dirigente rossoblù penserei a prendere almeno un difensore di spessore anziché ammassare centrocampisti offensivi. Fortunatamente però sono un tifoso viola ed oggi c’è solo da esultare per la prestazione di una Fiorentina esagerata: per personalità, fraseggio, continuità nel proporre calcio. Una squadra in cui nascono nuovi fiori (Kayode), buttano gemme alcune piante che sembravano ormai appartenere al passato (Arthur), tengono botta altre che dovrebbero iniziare a sfiorire (Bonaventura).

IL BUONO

  • Kayode: schierato a sorpresa titolare nella difesa a 4, dimostra subito tutte le sue doti. Chi segue il campionato primavera aveva ammirato lo strapotere fisico di questo ragazzo scartato dalla Juventus e costretto a ricominciare dalla Serie D. Ciò che però ha stupito tutti è la crescita esponenziale dal punto di vista tattico e tecnico: in fase di prematch avevo affermato che la sua titolarità poteva essere approvata considerando che il Genoa giocava col 3-5-2 e dunque il giovane terzino non avrebbe dovuto pensare troppo alle chiusure difensive. Invece Kayode ha giganteggiato anche in quelle seppur abbia tenuto in gioco Biraschi in occasione del gol subito. Chapeau! 
  • Biraghi: non so se l’arrivo di Parisi su quella fascia lo abbia invogliato a salire di livello, fatto sta che il capitano sulla fascia mancina è stato devastante. Uno splendido gol di destro al primo affondo, l’assist per Nico da palla ferma e poi…. quell’esultanza per DA13. Bentornato capitano!
  • Bonaventura: semplicemente Jack. Un gol di rapina, un assist per Mandragora che dovrebbe essere mandato in loop alla televisione se solo non vivessimo in un paese in cui comandano quelli di Roma, Torino e Milano e tantissime altre cose belle ed intelligenti. Danza tra le linee permettendo alla squadra di passare da un modulo all’altro come se fosse la cosa più naturale del mondo. Cloniamolo ORA
  • Nico Gonzalez ed Arthur: in una serata in cui non hanno rubato l’occhio, hanno però fatto tutto ciò che serviva alla squadra per vincere la partita senza soffrire. Nico, prima della gioia personale, ha colpito il palo da cui è scaturito il raddoppio quasi senza sudare mentre Arthur ha disegnato calcio con un dono raro: comandare il gioco e farlo sgorgare a due tocchi senza mai essere inquadrato dalle telecamere…. Questa è qualità, quella necessaria a fare il salto!
  • Vincenzo Italiano: ha disegnato una prima viola che nessuno si aspettava. La squadra ha giocato praticamente a memoria pur avendo cambiato il fulcro del centrocampo, rischiando pochissimo dietro e creando tanto davanti. La Fiorentina è stata finalmente camaleontica con Bonaventura che ha quasi sempre interpretato il ruolo di mezzala in un centrocampo a tre grazie anche ad un centravanti che finalmente non ha bisogno della balia che gli ripulisca i palloni ma anzi riesce a fare reparto da solo. Forse comprare i giocatori adatti aiuta il mister? 

IL BRUTTO

  • Il gol subito: una disattenzione, una sola ed anche stavolta siamo costretti a recuperare la palla nella nostra porta. Proviamo a limitare queste piccole pause?  

A voi per i commenti!!