Come giocherà la Fiorentina di Palladino

Anche se l’amarezza, la rabbia e la tristezza per la finale persa ad Atene non è ancora passata, è obbligatorio pensare al prossimo futuro nel modo più razionale possibile ed allora gli spunti interessanti iniziano ad emergere. Il problema è che non tutti questi spunti sono positivi ed anzi l’atmosfera che si respira intorno alla nascita della nuova squadra sembra essere quella della disillusione e del distacco, sentimento molto strano per una piazza come Firenze, una piazza in cui si parla di calcio e di Fiorentina 24 ore al giorno.

Nel momento in cui scrivo la novità più importante è certamente la presenza di Raffaele Palladino sulla panchina viola. Se infatti Rocco Commisso ha deciso di dare continuità alle promozioni dirigenziali di Ferrari e Pradè che sono stati affiancati da Goretti al posto di Burdisso nell’area tecnica, in campo non avremo più il piacere o il fastidio di sentire gli urlacci di Vincenzo Italiano. Chiuso un triennio molto importante che, comunque la si pensi, ha rimesso Firenze e la Fiorentina sulla cartina del calcio italiano ed europeo, adesso tocca all’ex mister del Monza provare a fare meglio (parole della società) del precedente ciclo. In un momento in cui la costruzione della rosa è ancora in alto mare, la curiosità nasce soprattutto dalla filosofia di gioco del nuovo allenatore. Nella conferenza stampa di presentazione, Palladino ha messo in mostra un’ottima dialettica, certamente migliore di quella del suo predecessore, ma le parole non basteranno per inebriare una piazza che si è spaccata come una mela nei confronti di Vincenzo Italiano. Le differenze tra i due tecnici sono molteplici e non solamente davanti ad un microfono: la vecchia Fiorentina ormai la conoscevamo a memoria (purtroppo non solamente noi visto che tutti ci avevano preso le misure) con difesa altissima, pressing potenzialmente asfissiante, possesso palla in orizzontale con la ricerca massimale dell’ampiezza del campo.

Con mister Palladino invece, il mondo in un certo senso verrà rovesciato: studiando tutte le statistiche più importanti del Monza delle ultime due stagioni, è facile vedere una differenza enorme nel settore del campo in cui la squadra giocava maggiormente la palla. La nuova Fiorentina sarà probabilmente una compagine che farà molto più possesso palla nella propria metà campo (da qui la necessità secondo me di avere un portiere più bravo con i piedi), cercando in questo modo di attirare la pressione della squadra avversaria più vicino alla propria area di rigore. Così facendo, i viola proveranno a saltare la prima linea del pressing con il possesso o, in alternativa, con la verticalizzazione verso un attaccante che giochi di sponda per gli inserimenti dei trequartisti e dei centrocampisti. Da qui viene la richiesta di calciatori con caratteristiche diverse da parte del mister: una punta che sia forte fisicamente, brava a difendere la palla ed a fare le sponde, dei trequartisti più bravi a giocare tra le linee, più adatti a ricoprire una posizione dentro al campo per andare ad aggredire la porta avversaria, dei centrocampisti forti ad attaccare le seconde palle e rapidi a risalire il campo. Lo schieramento di base sarà il 3-4-2-1 con esterni a tutta fascia (unico ruolo ad oggi coperto con due coppie di calciatori pronti) ma Palladino ha già mostrato una grande elasticità a cambiare sistema di gioco, qualità del tutto sconosciuta al suo predecessore. Il nuovo mister infatti, parla più di concetti di gioco che non di moduli e questa la trovo la più grande novità soprattutto in un calcio moderno in cui i ruoli ed i reparti sono sempre più fluidi. Certo è che alcune scelte operate sul mercato, come la mancata riconferma di quasi tutto il centrocampo, mostrano una decisa inversione di tendenza soprattutto dal punto di vista del ritmo di gioco.

Via lumaca Arthur, via l’attempato rettore del centrocampo Bonaventura, via lo spesso infortunato Castrovilli, via il confusionario Duncan: l’idea di ripartire da una mediana nuova di zecca stuzzica la fantasia perché indica una nuova strada da scoprire e da percorrere. La società sarà in grado di mettere a disposizione del tecnico calciatori giusti per la nuova filosofia di gioco? Calciatori in grado di interpretare più sistemi di gioco anche nella stessa partita?

Come sempre nel gioco del calcio moltissimo, quasi tutto, dipenderà dalla qualità dei giocatori che verranno messi a disposizione del mister, ma spesso squadre non eccelse riescono ad andare oltre i propri limiti per l’alchimia che si viene a creare in determinate situazioni, in determinate piazze. E’ proprio questo che mi preoccupa maggiormente, la sensazione di distacco e di disinteresse che si respira in città in queste settimane, una sensazione che non si avvertiva dalle ultime sciagurate stagioni della gestione Della Valle. Serve dunque che alle parole seguano i fatti, che alle sbandierate ambizioni seguano acquisti che possano realmente migliorare la qualità media della rosa. Con l’arrivo di Kean, potrei direi che la strada intrapresa non sembra essere delle migliori…. Un attaccante che nella scorsa stagione ha segnato zero reti, in quella precedente ne aveva fatti 6, pagato una cifra completamente fuori mercato considerando la scadenza del contratto nel 2025. Al netto della personale insoddisfazione per i continui arrivi degli scarti strisciati pagati a peso d’oro, ho anche diversi dubbi sull’effettiva capacità di Kean di giocare da prima punta. Nella speranza di essere smentito, la certezza è però che questa sessione di mercato potrebbe essere veramente l’ultima spiaggia per questa proprietà e per questa dirigenza: dopo aver sbagliato l’attaccante per cinque sessioni consecutive ed aver pensato ogni anno più al bilancio che alle doti tecniche dei calciatori acquistati, stavolta non è più consentito sbagliare.

Sarà vera ambizione o una sana e rumorosa contestazione?

Il buono, il brutto, il cattivo (Da Cagliari ad Atene)

CAGLIARI – FIORENTINA = 2 – 3

E per il terzo anno di fila la Fiorentina si qualifica in Europa!

Sgombriamo subito il campo dagli equivoci: i rimpianti ci sono e sono molti, soprattutto adesso che sappiamo che probabilmente l’Italia porterà 6 squadre in Champions League, ma questo continuo polemizzare in merito al mancato mercato di gennaio ed alle scelte tattiche del mister non aiuta nessuno a migliorare il lavoro che sta facendo. Probabilmente, come quasi sempre accade, la verità sta nel mezzo: la società ha operato meglio di quello che la stragrande maggioranza dei critici (me compreso) pensa ed Italiano è molto meno scarso di ciò che dicono quelli che lo volevano esonerare non più tardi di due mesi e mezzo fa (è successo davvero!!). Tutti questi discorsi potranno essere spazzati via o ingigantiti dopo la partita di mercoledì che è l’unica cosa che conta: in caso di esito positivo la gestione societaria acquisirebbe punti così come il lavoro di un tecnico che purtroppo se ne andrà non per le polemiche dei tifosi ma perché il ciclo è probabilmente finito.

In mezzo a questo girone infernale che è diventato il calcio moderno, in cui la squadra è chiamata a fare il media day per la finale di Atene prima di giocare una gara di campionato, in cui gli allenatori ufficializzano rescissioni o scelte quando ancora i campionati sono in corso ed i calciatori annunciano già le loro nuove squadre mentre ancora vengono pagati da quelle vecchie, ieri sera la Fiorentina è dovuta andare in campo a Cagliari per quella che è sembrata più una scocciatura che una partita da vincere. La formazione viola ha potuto contare su tantissimi potenziali titolari di mercoledì e, poiché non mi sembra il caso di fare i buoni ed i cattivi, possiamo però segnalare un Terracciano che ha alternato grandi cose nel primo tempo con una reattività da bradipo in occasione del gol di Mutandwa, un Dodò piuttosto in palla, un Ranieri in crisi nera che probabilmente ad Atene vedrà la gara dalla panchina. Tra i centrocampisti invece, mi sembra che ci si sia mossi con circospezione e misura per cercare di amministrare le forze anche se da una parte Barak è tornato ad essere trasparente, mentre Bonaventura ha deliziato la platea con un gol meraviglioso ed Arthur ha dimostrato di avere una personalità da non sottovalutare in funzione della finale europea da giocare. Davanti poi, con il dubbio amletico tra Belotti e Nzola che non accenna a risolversi, possiamo certamente dire chi non dovrebbe giocare ad Atene: l’Ikonè in versione ancora una volta ballerino di ieri non credo meriti di stare tra gli undici dove invece sicuramente troveranno posto il riposato Kouamé ed il redivivo Nico Gonzalez che ha siglato l’importantissimo gol del 2-2.

Resta però da citare il momento più bello della serata e cioè il 13° minuto. Il popolo sardo ha dimostrato di nuovo uno dei tratti distintivi dell’Isola, la capacità di non dimenticare le persone che la amano e la trattano bene. Così come con Gigi Riva, anche con Davide Astori, ogni volta che la Fiorentina torna a giocare a Cagliari, i tifosi rossoblu dimostrano quella gratitudine spontanea e sentita che purtroppo a Firenze sembra sia stata un po’ dimenticata. E’ un vero peccato che al Franchi non si applauda più il ricordo di una delle facce più pulite di questo meraviglioso sport.

Non posso però esimermi dal salutare un grande tecnico che si ritira dalle squadre di club, Sir Claudio Ranieri. Per alcuni un santo, per altri un paraculo, per altri ancora un tecnico solo fortunato. Io sinceramente non so giudicare né il tecnico né la persona perché tutto ciò è offuscato dalla gratitudine per un allenatore che mi ha fatto vincere due delle tre coppe che ho alzato in 48 anni di vita…. come poter essere obiettivi?

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – GENOA = 1 – 1

Come siamo arrivati a questo punto?

Sono contento di aver scritto ormai alcune settimane fa che il campionato viola non aveva più alcun senso solamente per aver azzeccato la previsione, non certo per lo scempio che continuiamo a sorbirci allo stadio Franchi. Pareggio poteva essere e pareggio è stato, un po’ come succede ormai spesso quando Fiorentina e Genoa si trovano di fronte nel girone di ritorno (do you remember Cesare?), ma lo spettacolo offerto dai viola è stato desolante. Se certamente era sovradimensionato il quarto posto occupato dai viola nel mese di dicembre, un  girone di ritorno come quello al quale stiamo assistendo è veramente indecente e le cause di ciò sono molte.

Innanzitutto un mercato di gennaio che ha dimostrato a tutti la mancata volontà da parte della proprietà più ricca della serie A di investire nel calcio e nel comparto tecnico della società. Una scelta che ha avuto ovviamente ripercussioni importanti sia sulla rosa “rinforzata” solamente con due prestiti ultratrentenni, sia sulle motivazioni di un tecnico ed una squadra che probabilmente si aspettavano di essere maggiormente aiutati dopo una prima fase di campionato esaltante. Da ciò deriva l’atavica mancanza di qualità all’interno di un gruppo di calciatori in cui spicca l’assenza di singoli in grado di inventare la giocata, saltare l’uomo per creare superiorità numerica, decidere la partita con caratteristiche difficilmente fermabili. In questo, la società ha sbagliato tutto ciò che poteva: attaccanti che non segnano mai (e che continuano a non segnare quando vengono ceduti), esterni che vanno e vengono senza incidere, trequartisti presi come calciatori in grado di far svoltare la squadra che restano intristiti in panchina o vengono restituiti al mittente. A tutto ciò si aggiunge una condizione atletica che, a differenza della scorsa stagione, non è praticamente mai stata ottimale. Da novembre in poi, la Fiorentina non ha mai dato la sensazione di correre più degli altri, di essere più brillante e lucida, di venire fuori alla distanza. Se già gli scorsi anni le squadre di Italiano avevano mostrato cali di condizione tra febbraio e marzo, in questa stagione sembra che i calciatori siano sempre imballati o stanchi, senza spunti o cambi di passo. Se poi a ciò si aggiunge un tecnico che, già nel mese di marzo, ha fatto chiaramente capire che non resterà sulla panchina viola, la frittata è completa! Italiano non è più lo stesso ma soprattutto sembra non avere più il pieno controllo della situazione, né risposte ai problemi che la Fiorentina gli pone davanti. Un tecnico che nelle precedenti stagioni era sempre riuscito a fronteggiare ogni situazione, adesso sembra prosciugato, stanco, senza idee né alternative.

Allarma e stupisce questa testardaggine senza fine di un tecnico che, nelle stagioni precedenti, aveva cambiato modulo, formazioni, interpretazione delle gare, calciatori. La confusione sembra regnare sovrana anche nelle scelte: da un Comuzzo mai provato nonostante un Quarta disastroso, alla sostituzione tra Milenkovic e Bonaventura quando avremmo dovuto in teoria provare a vincere, ad una compagine che continua a giocare sempre lo stesso tipo di calcio senza mai provare un minimo cambio di spartito. Chiudo ricordando poi che, quando una squadra è composta per due terzi da calciatori che probabilmente nella prossima stagione non avranno più la maglia viola addosso, tutto si fa ancora più complicato. Gente in prestito, altra con il contratto in scadenza, altra ancora scontenta della gestione del mister e stanca di stare a Firenze. Ma tutto questo chi lo dovrebbe gestire e vedere? Lasciamo stare…..

Pensiamo adesso alla prima delle gare fondamentali di questa stagione. Contro il Viktoria Plzen servirà di più….molto di più! Altrimenti rischiamo di uscire contro una squadra molto più debole di noi!

IL BUONO

  • Bonaventura: resta l’unica luce in questa valle di lacrime. Anche ieri, il suo assist per Ikonè, è un cioccolatino troppo invitante per non essere scartato. Oltre a ciò, recupera tanti palloni e li rigioca senza mai essere banale e scolastico. La sua sostituzione resta un mistero irrisolvibile. Leader indiscusso.
  • Terracciano: spesso criticato anche dal sottoscritto, salva il risultato su colpo di testa di Ekuban ed appare sempre sicuro sia con le mani che con i piedi. Se torna San Pietro magari in questo finale di stagione proviamo a divertirci.
  • Ranieri: uno dei pochi che ci prova sempre, sia nelle giornate migliori che in quelle peggiori. Lotta, sgomita, combatte senza sosta cercando di ravvivare anche i compagni di squadra. Nonostante il proprio compagno di reparto, che sia Quarta o Milenkovic, non gli regali mai tranquillità, resta un baluardo. Insostituibile.

IL BRUTTO

  • Martinez Quarta: posso capire la giornata storta, ma lui esagera decisamente. Non ne azzecca una, regala diversi palloni agli attaccanti del Genoa, è sempre impreciso sia in fase difensiva che di impostazione. Giovedì lo farei riposare.
  • Arthur: non lo sopporto più. Calciatore lento che adesso nemmeno fa girare la palla velocemente. Gioca sempre almeno a tre tocchi, non verticalizza mai, non accende mai la luce. Abbiamo provato a fare l’ennesimo favore ai gobbi, ma stavolta la ciambella non è riuscita. A confronto Mandragora è un calciatore!
  • Nico Gonzalez: indolente, spento, imbronciato. Anche basta grazie.

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

TORINO – FIORENTINA = 0 – 0

Una partita orrenda, povera di gesti tecnicamente interessanti, senza alcuna novità tattica, allenata male e giocata peggio agli ordini di un direttore di gara che non ha fatto eccezione. La Fiorentina di Vincenzo Italiano si è presentata a questo match importante in chiave Europa con la stessa formazione con cui aveva vinto dominando contro la Lazio ma il risultato in termini di gioco, intensità ed atteggiamento è stato opposto. Arthur in mezzo al campo è tornato a trotterellare lentamente senza un’idea degna di nota, Beltran è stato ingabbiato da un Torino molto aggressivo e Bonaventura è rimasto a predicare in solitario cercando vanamente un aiuto in un Nico molto opaco, in un inutile Sottil, in un Belotti dominato da Buongiorno. Con i due terzini obbligati ad aspettare nella propria zona di riferimento l’ottimo Bellanova e l’eterno Rodriguez, i viola non sono mai riusciti a rendersi pericolosi fino all’espulsione di Ricci.

Come voi sapete bene, su questo blog difficilmente commento le prestazioni arbitrali ma visto che il Torino si è sentito defraudato, provo a dire come la penso. Marchetti, il fischietto della gara, ha certamente fatto male, ma la decisione più importante, cioè l’annullamento del gol di Zapata, è del tutto corretta. L’attaccante colombiano, prima di calciare in porta, si disinteressa del pallone e va direttamente su Milenkovic spostandolo con una spinta a due mani: di che si parla? Quanto poi all’espulsione di Ricci, la colpa principale dell’atteggiamento del calciatore è del figlioccio di Gasperini e del simil Silvio Berlusconi. Con l’allenatore che inizia ad inveire contro l’arbitro fin dal primo fischio ed il numero uno della società granata (editore de La Gazzetta dello Sport) che ormai da settimane piange come nemmeno Mazzarri, come volete che si comportino i propri calciatori? Tutti a riempirsi la bocca di fair play e di rispetto nei confronti degli altri e poi, durante una partita tra squadre gemellate, arrivano le minacce in stile gangster gridate da Juric ad Italiano…. L’ennesima dimostrazione di un allenatore mediocre, di un uomo non all’altezza del compito che ricopre: resta sempre un Beppe Iachini che ce l’ha fatta!

Il pareggio di Torino ci lascia la prestazione di una brutta Fiorentina che è tornata ad essere quella insipida ed inconcludente di qualche settimana fa, senz’anima e senza ritmo, con calciatori mediocri che sembrano avere anche una condizione atletica non certo ottimale. Con il mese di marzo torna anche la Conference League e sarà necessario ritrovare rapidamente gambe, idee, condizione per provare a ripercorrere con gioia la strada europea.

Giovedì i viola saranno di scena a Budapest contro il Maccabi Haifa: una gara abbordabile per ritrovare vittoria, gol e fiducia!

IL BUONO

  • Bonaventura: nel deserto viola, uno dei pochi a dimostrare di avere qualche idea interessante. Soprattutto nella ripresa, con i viola in superiorità numerica, Jack riesce a muoversi bene tra le linee trovando anche il tiro in porta. Perché esce proprio lui? Insostituibile.
  • Milenkovic: dimostra ancora una volta che quando trova attaccanti forti fisicamente è ancora una gran bel mastino. Zapata prova in tutti i modi a metterlo in difficoltà ma stavolta Nikola sembra essere quello vero. Speriamo si sia finalmente ritrovato.
  • Mandragora: sono immensamente felice perché dico ormai da più di un anno che quello di difensore centrale potrebbe essere il suo nuovo ruolo e vedere Italiano darmi ragione aumenta fortemente la mia autostima 😂😂. A parte gli scherzi, gioca una partita precisa, intelligente, sportivamente cattiva. Sorvolo sul mercato invernale al termine del quale l’uomo dal frigo pieno ci aveva raccontato che Mina non era stato sostituito perché Italiano si fida ciecamente di Comuzzo. Lasciamo perdere….. Nuova carriera per l’ex di turno?

IL BRUTTO

  • Ranieri: una serataccia per il nostro idolo. Prende un giallo evitabilissimo all’alba della gara ed è protagonista di diverse sbavature. Non appare mai sicuro né in grado di far ripartire l’azione. Siamo sicuri che sia solo una parentesi.
  • Barak: vive ancora di rendita per il gol segnato lo scorso anno in semifinale di Conference. Anche contro il Torino gioca una partita trasparente: mai decisivo, mai vicino al gol, mai dentro al gioco. Antonino dove sei finito?
  • Belotti: se contro la Lazio aveva dominato la gara, contro la sua ex squadra non è mai entrato in partita finendo letteralmente sovrastato dall’ottimo Buongiorno. Speriamo sia sola una brutta parentesi!

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – LAZIO = 2 – 1

E poi all’improvviso….arrivi tu!!

Nel periodo più buio, quello più brutto, quello in cui gli altri ti iniziano a scherzare ricordandoti che Sassuolo e Lecce negli ultimi mesi hanno vinto solamente con te, la Fiorentina decide invece di rinascere! E lo fa nell’unico modo in cui è possibile, cioè lavorando intensamente a testa bassa sui propri errori e sperimentando una nuova strada, fino ad oggi non percorsa, che sorprende e mette in crisi una bestia nera come la Lazio ed un tecnico tanto strombazzato come Sarri che, a differenza di Italiano, sono ormai anni che non sperimenta più e non propone più niente di nuovo. Vincenzo Italiano dimostra un’altra volta che, quando ha una settimana di tempo per preparare la gara, studiare gli avversari, decidere le contromosse, è uno dei migliori allenatori dell’ultima generazione.

Con una formazione che stupisce anche Maurizio Sarri, il mister viola vara una Fiorentina in cui la qualità tecnica è la spina dorsale della squadra, una qualità grazie alla quale Jack e soci rubano l’idea alla Lazio, dominano il gioco, cercano finalmente la giocata per le punte. Tutto questo è possibile non solo grazie alla contemporanea presenza in mezzo al campo di Arthur e Bonaventura, ma anche ad una pressione sulla palla in fase di non possesso tornata finalmente a livelli ottimali: ciò è stato reso possibile da due attaccanti che non sono riusciti a segnare ma hanno fatto un lavoro massacrante in entrambe le fasi del gioco. Belotti, sfortunatissimo in occasione del palo, e Beltran sono i primi calciatori ad andare a pressare alto le fonti di gioco laziali ed i primi a cercare di ribaltare l’azione ognuno con le proprie caratteristiche. L’argentino cuce il gioco con la propria tecnica e nel contempo copre le scorribande di Bonaventura e Nico aiutando Arthur nella fase di recupero della palla, Belotti fa a sportellate con chiunque, controlla anche i palloni più infidi, svaria su tutto il fronte d’attacco arrivando addirittura a ricoprire il ruolo di ala per servire l’assist per Kayode.

E’ una Fiorentina finalmente viva, bella, rapida di testa, convinta di ciò che fa; è una Fiorentina che finalmente non molla alla prima difficoltà, che si ribella ai pali ed alle traverse, non accetta il gol subito alla prima disattenzione, cerca una soluzione a tutte le difficoltà. Come per magia, sembra essere tornata la viola della scorsa stagione, quella mai doma che prova a dominare ogni fase del gioco in casa ed in trasferta, quella che vuole andare i propri limiti.

La miglior Fiorentina dell’anno fa rimpiangere amaramente i punti gettati al vento in questo ultimo mese e mezzo, il periodo in cui probabilmente tutti, mister in testa, sono rimasti scottati da un mercato di gennaio risibile, fallimentare. Anche stavolta però, Vincenzo Italiano ed i suoi ragazzi, hanno dimostrato di essere un gruppo sano, un insieme di persone su cui si può contare, un gruppo che tiene alla maglia ed al proprio lavoro. Di questo dovremo sempre ringraziare questa Fiorentina, nella speranza che la voglia di andare oltre i propri limiti non manchi più fino al termine della stagione perché ai tifosi questa voglia di sognare non manca mai come ha dimostrato anche ieri sera il mio grande amico di Sunderland Steven che prima della gara, quando in pochissimi ci credevano, mi ha detto: “Tonight we win and the season is not over!”

Anche stavolta avevi ragione te amico mio ma occorre non fermarsi più!

IL BUONO

  • Kayode: l’unico della linea difensiva che non ha responsabilità sul gol subìto da Luis Alberto, gioca una gara quasi perfetta. Dopo un periodo di grave flessione, sembra finalmente tornato il calciatore di cui ci eravamo tutti innamorati. La rete del pareggio poi, è la ciliegina su una torta deliziosa. Bentornato cucciolo!
  • Bonaventura: non c’è niente da fare, se Jack torna quello vero la Fiorentina è decisamente un’altra squadra! Impiegato in un ruolo diverso dal solito, disegna calcio e, nel contempo, non fa mai mancare l’aiuto alla fase difensiva. Oltre al gol della vittoria (hai detto poco….), confeziona tantissime altre cose belle e preziose. Il rettore del calcio a Firenze.
  • Belotti: se anche Guardiola si è accorto che il centravanti è importante, lo possiamo fare anche a Firenze! L’ex capitano del Torino gioca una partita totale: sfiora il gol con un gran colpo di testa, è sempre il primo a far partire la pressione sul gioco laziale, sforna l’assist per il gol di Kayode. Peccato sia in prestito secco….
  • Beltran: si è preso la Fiorentina costringendo addirittura Italiano a cambiare modo di giocare pur di non metterlo in panchina. Talento, intelligenza, dedizione alla causa, tiro in porta, cattiveria. Non sarà un bomber, ma un giocatore così fa comunque la differenza!
  • La qualità: quante volte su queste pagine abbiamo chiesto che la società investisse sulla qualità dei calciatori? Come per magia appena Arthur torna ad essere quello di inizio stagione, Jack disegna di nuovo calcio e Nico ricomincia a saltare gli avversari a ripetizione, torna la vera Fiorentina. Quanto sarebbe bello avere un pò di competenza in più sul mercato!

IL BRUTTO

  • Nulla: almeno per una sera godiamo e basta!!

A voi per i commenti!!

Reagire prima che sia troppo tardi!

Dopo la sconfitta di Lecce ci sono pochissime certezze, una di queste è la crisi ormai conclamata della squadra viola. Dalla gara di Sassuolo in poi, compresa la semifinale di supercoppa italiana contro il Napoli,  i ragazzi di Vincenzo Italiano hanno raggranellato solamente un pareggio interno contro l’Udinese a fronte di 4 sconfitte con 4 gol fatti ed addirittura 10 subiti. E’ dunque chiaro che adesso serve provare a svoltare per non far diventare una stagione potenzialmente trionfale in una di quelle anonime e mediocri che conoscevamo bene ai tempi di Beppe Iachini. Per poterlo fare però, è assolutamente necessario che tutte le componenti tornino a remare dalla stessa parte mettendo da parte incomprensioni e problemi personali anteponendo a tutto l’amore per la maglia viola.

A partire dalla società sempre più incarnata dal solo Joe Barone, vista la latitanza di Commisso e Pradè, è necessario provare a rimettere insieme i cocci di un vaso che sembrava essere tra i migliori confezionati da quando la proprietà americana è sbarcata a Firenze. Quarto posto in classifica, semifinale di Coppa Italia, Supercoppa da giocare contro un Napoli derelitto, ottavi di finale di Conference League guadagnati senza passare dagli spareggi. Poi il buio…. un tunnel in fondo al quale è necessario ritrovare la luce imparando finalmente dai propri errori. Ecco che sarà fondamentale far sentire tutta la stima e la fiducia ad un mister giustamente deluso dal (non) mercato fatto a gennaio, parlare con alcuni calciatori ai quali probabilmente l’atteggiamento dirigenziale non è proprio andato giù. Pur con i propri 34 anni, Jack Bonaventura resta un faro della squadra sia per le doti tecniche che per la leadership molto spesso dimostrata nei momenti difficili. Spetta alla società non tornare indietro su promesse fatte (do you remember Torreira?) e rimettere al centro del progetto uno dei pochi talenti che in questi anni ha scommesso sul “progetto” Commisso. Non ultimo, visto che finalmente molti stanno aprendo gli occhi, provare a spiegare alla piazza i motivi delle scelte di mercato, i piani futuri, i veri obiettivi della proprietà, senza per questo parlare sempre di soldi, bilanci, introiti, spese: credo che Firenze si stia finalmente stancando di parlare di tutto tranne che di calcio!

Certo qualche spiegazione dovrebbe darla anche mister Vincenzo Italiano che nelle ultime gare sembra aver perso lucidità nelle scelte. Se ad esempio il mercato di gennaio non ti porta quell’esterno chiesto ormai da più di un anno (!!!), si può sempre cambiare modo di giocare. Soprattutto in una gara in cui Ikoné è squalificato e Nico non in condizione, impiegare Nzola come esterno è sembrato solamente un modo di lanciare un messaggio ad una società dimostratasi sorda alle richieste del tecnico. Adesso che il mister ha a disposizione tre attaccanti puri, con un Bonaventura in queste condizioni, non sembra una bestemmia cambiare sistema di gioco: come Italiano ha più volte dimostrato negli ultimi mesi, le soluzioni spesso riesce a trovarle….è il momento di accelerare! Oltre all’aspetto tattico però, ciò che forse preoccupa di più è la sensazione di arrendevolezza che il gruppo ha mostrato ultimamente. E’ necessario rimotivare un gruppo che sembra sgonfio ed accanto alle motivazioni sembra essere insufficiente anche la condizione atletica di tantissimi calciatori, non solo Arthur e Nico, ma anche Duncan, Quarta e Biraghi. Non è più il momento di fare esperimenti, è il momento di affidare nuovamente la squadra ai pochi leaders della rosa: Milenkovic e Ranieri  in difesa, Arthur in mezzo al campo, Nico davanti.

Chiudo poi con chi realmente scende in campo ogni domenica, i calciatori. Certo la società non ha aiutato, magari il mister è in confusione ma siamo sinceramente stufi di vedere errori individuali così marchiani. La gestione del calcio d’angolo di Lecce al minuto 89 non è certamente colpa del mister, così come il contropiede preso subito dopo il gol del pareggio quando la Fiorentina ha battuto la rimessa di gioco dal cerchio di centrocampo. Anche quella è colpa di Italiano? Anche quello vogliamo imputare a Barone? E’ compito e dovere di chi scende in campo tornare ad essere quella squadra che non mollava mai e che cercava sempre e comunque di andare oltre i propri limiti: solo così Biraghi e compagni potranno dimostrare di tenere davvero alla maglia viola.

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – INTER = 0 – 1

Una sconfitta che mette sotto i riflettori ancora una volta tutti i limiti della Fiorentina.

Peccato perché una volta tanto, considerando gli ultimi mesi, la squadra di Vincenzo Italiano aveva approcciato perfettamente la gara dimostrando ancora una volta quanto sia importante per lo staff tecnico avere il tempo necessario per preparare al meglio le gare. Il primo quarto d’ora, considerando le forze in campo, è stato pressoché perfetto con ottime letture difensive, buone trame guidate come al solito da Arthur (festeggerò quando finalmente tornerà a giocare 90 minuti), ritmo alto. Come spesso accade però, una volta andati sotto con il gol di Lautaro Martinez (assolutamente regolare), la Fiorentina non è riuscita a portare a casa quel punto che avrebbe sinceramente meritato. Ancora una volta è stato un  rigore a condannare i viola alla sconfitta, un rigore che tra l’altro mi lascia il dubbio che sia stato decretato per compensazione visto che l’intervento da punire era quello nel primo tempo di Bastoni su Ranieri anziché quello di Sommer su Nzola.

Resta la sensazione che la squadra di Simone Inzaghi abbia gestito senza troppa difficoltà una partita che avrebbe potuto chiudere in ogni momento e che probabilmente avrebbe vinto anche se Nico Gonzalez avesse regalato ai viola il pareggio. E resta soprattutto, ancora una volta, quella sensazione di incompiutezza che ormai la Fiorentina si porta dietro dal mese di dicembre: la squadra di Italiano ha raschiato il fondo del barile delle energie ed avrebbe (avuto) bisogno di un aiuto dal mercato non tanto per rimanere in zona Champions League, traguardo del tutto irrealistico, ma anche solo per competere in Supercoppa e per continuare a lottare su tre fronti. La risposta di Vincenzo Italiano in sala stampa in merito a cosa si aspetti dal mercato è quanto di più chiaro e cristallino rispetto al lavoro di una società alla quale sembra interessare sempre meno il rettangolo di gioco e l’aspetto tecnico sportivo. Se solo si avesse un minimo di amor proprio, si dovrebbe provare imbarazzo a vedere che il tuo tecnico è addirittura costretto ad inserire Milenkovic da secondo attaccante nell’arrembaggio finale: un segno di disperazione che suonerebbe in ogni società calcistica come un campanello d’allarme ma che da noi probabilmente passerà come un tentativo di imitare quel Mourinho che spesso nei minuti finali lancia tutti i propri calciatori all’arrembaggio. Peccato, l’ennesima occasione sprecata nella storia di questa società: da Ficini a Benalouane fino a chissà quale colpo di mercato centrato nelle ultime ore di questo triste gennaio 2024, il passo è veramente breve……

IL BUONO

  • Ranieri: nella difesa composta dalla banda bassotti, è ancora una volta il più attento e pronto a reggere l’urto di attaccanti sulla carta molto più forti. Guadagnerebbe anche un rigore che solamente Aureliano non vede, prova fino all’ultimo secondo a dare coraggio e forza di volontà a tutti i propri compagni. Capitano senza fascia.
  • Faraoni: dopo il debutto con assist, ieri riesce a tenere botta contro un brutto cliente come Carlos Augusto. Se la Fiorentina riesce a contenere l’Inter sulla propria fascia, il merito è soprattutto di questo esterno arrivato dal Verona che sbaglia poco sia in fase difensiva che di impostazione. Altra prova assolutamente convincente!
  • La prestazione: la sconfitta è arrivata, ma ancora una volta la Fiorentina ha dimostrato di non mollare mai. Contro una squadra che sostituisce gli assenti a centrocampo con Asslani e Frattesi (costati più di 40 milioni in due) e Dimarco con il miglior esterno a tutta fascia del campionato scorso, i viola sono costretti a schierare Milenkovic centravanti per disperazione, sostituire per l’ennesima volta il metronomo bianconero in mezzo al campo con un altro prestito ed impiegare un calciatore di 35 anni sulla fascia per mancanza di esterni. Di che si parla?

IL BRUTTO

  • Calci di rigore: ormai la situazione sta diventando paradossale. Una volta tanto che calcia finalmente il rigorista della squadra (finora 10 su 10 dal dischetto), ne esce un’esecuzione quasi comica. Già non segniamo mai su azione in movimento, se la macchina si inceppa anche da palla ferma allora diventa impossibile. Maledizione.
  • Duncan: ancora una volta dimostra che quando non è fisicamente al top, giocare contro una squadra tra le prime in Italia diventa un supplizio. Nonostante ciò, salvate il soldato Alfred che quando esce ci tocca vedere Mandragora!!! Non mollare amico mio!!
  • Gli esterni: la tragicità della situazione in casa viola è perfettamente fotografata dalla differenza di prestazione tra Bonaventura, centrocampista offensivo di 35 anni e Ikoné, esterno di ruolo più giovane di 10 anni. L’ex Milan adattato sulla fascia, appare più brillante, più tonico, più deciso non solo nel calciare verso la porta avversaria. Mi sembra una grande scelta di calcio quella di rischiare di non accordargli il rinnovo: geniale!

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – SALERNITANA = 3 – 0

Immaginiamo un attimo di tornare a scuola e di vedersi assegnata una traccia per scrivere un tema, uno di quelli che, dopo alcuni voti poco buoni, non possiamo proprio sbagliare. Ecco allora che cerchiamo dapprima un’idea, poi iniziamo a strutturarla in modo da trovare un’apertura che faccia da introduzione. Fatto questo, tocca al cuore del tema, all’approfondimento della nostra idea, la parte in cui riusciamo a spiegare a tutti cosa vogliamo dire, quali sono gli obiettivi della nostra idea e come vogliamo raggiungere tali obiettivi. Una volta sviscerato l’argomento, andiamo verso la conclusione nella speranza che il risultato ottenuto possa aiutarci a superare il brutto momento vissuto con gli ultimi voti.

La Fiorentina ieri, nella gara interna contro la Salernitana, ha scritto il tema perfetto: l’idea di calcio di Vincenzo Italiano è stata finalmente interpretata alla perfezione, con ottime trame di gioco, ritmi a tratti forsennati, verticalizzazioni precise che hanno tagliato a fette la difesa granata. L’introduzione del tema è stato decisivo, dal momento che dopo poco più di tre minuti uno dei migliori in campo, Arthur, è stato atterrato in area nettamente da Pirola e Beltran, dopo aver dovuto sottrarre la palla al capitano, ha calciato in modo perfetto il rigore con cui finalmente è riuscito a sbloccarsi anche in campionato. Nonostante il vantaggio sia arrivato molto presto, i viola non hanno tolto il piede dall’acceleratore e, complice anche la pochezza tecnica degli avversari, hanno disegnato calcio di pregevole fattura arrivando più volte al tiro mettendo in mostra anche individualità pregevoli. Chiaramente però, chiamandosi Fiorentina, non poteva mancare il brivido in occasione della dormita difensiva che ha permesso ai campani di colpire una traversa, ma poi la rete di Bonaventura, nostro totem indiscusso, ha chiuso i giochi nel migliore dei modi permettendo ai viola di scavalcare nuovamente in classifica il Bologna.

Una vittoria a tutto tondo quella di ieri giunta al termine di una partita in cui si è vista nuovamente l’idea di gioco del mister, in cui finalmente il numero 9 argentino Beltran si è sbloccato ed ha messo in mostra numeri non scontati ed in cui soprattutto non ci sono stati infortuni che avrebbero reso difficile un periodo in cui i viola giocheranno tantissime gare ravvicinate. Si torna infatti in campo mercoledì al Franchi contro il Parma per la Coppa Italia: ci aspettiamo continuità di prestazione e di risultato!     

IL BUONO

  • Bonaventura: vive la sua miglior stagione realizzativa della carriera timbrando il cartellino con una continuità impressionante. La speranza è che riesca a non fermarsi sia per le fortune della nostra amata Fiorentina, sia perché la convocazione agli Europei sarebbe il giusto premio per un calciatore per anni sottovalutato nonostante le prestazioni sempre in linea con le grandi qualità. Il nostro faro.
  • Duncan: mentre da più parti si incensa giustamente l’esperimento del doppio regista con Arthur e Maxime Lopez, troppe volte si continua a sottovalutare la stagione che sta disputando il nostro Alfredino. Anche ieri ha unito con continuità la qualità e la quantità necessaria alla Fiorentina per imporre il proprio gioco, il tutto a ritmi sempre sostenuti. Ma il rinnovo a Duncan quando lo facciamo?
  • Arthur: dopo alcune prove opache, torna a guidare per mano la squadra come ad inizio stagione. Nella gara contro la Salernitana spacca in due la contesa conquistandosi il rigore che apre le danze dopo poco più di tre minuti. Gioca su alti livelli con continuità e visione di gioco associata a brillantezza atletica. In un momento così denso di gare, il miglior Arthur serve come il pane!

IL BRUTTO

  • Sottil: una volta tanto avrei voluto lasciare bianca questa casella, ma il pomata ha deciso di fare la cosa più stupida e sbagliata possibile. Dopo alcune stagioni di nulla, decine di gare in cui ci si aspettava un’esplosione che non arrivava mai, un rinnovo di contratto assolutamente incomprensibile, una pazienza infinita considerando l’indecenza delle prestazioni, il fenomeno venuto da un universo parallelo prima segna un gol assolutamente meraviglioso, poi ha la geniale idea di zittire il pubblico….. Diciamo che già prima di questa esultanza non eri nell’Olimpo dei miei calciatori preferiti, adesso conterò i giorni che ci separano dalla tua sperata cessione. Indecente.

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – BOLOGNA = 2 – 1

Allora si può vincere una partita senza per forza dominare in lungo ed in largo la partita! Si può vincere avendo finalmente un avversario che ha il 61% di possesso palla contro il 39%, si può vincere una partita sporca cambiando continuamente interpreti e posizioni difensive per arginare gli altri! Finalmente… finalmente… finalmente!! Finalmente un allenatore reattivo, che a fine primo tempo fa due mosse azzeccate, che non pensa solamente a telecomandare i propri calciatori, ma che interviene in tempo reale anche rimescolando le carte come ad esempio cambiando le posizioni in campo degli interpreti. Questa, indipendentemente dalla vittoria, è la risposta a tutti quelli (me compreso) che hanno invocato per settimane una maggiore flessibilità a Vincenzo Italiano, che hanno chiesto un altro modo di giocare, un diverso modo di difendersi e di reagire alle difficoltà.

Intendiamoci subito, i viola non sono stati scintillanti, non hanno disegnato calcio, non hanno rubato l’occhio, ma hanno finalmente portato a casa una partita difficile e combattuta, piena di episodi (arbitrali e non solo), costellata da interpretazioni diverse delle due panchine che si sono sfidate senza esclusioni di colpi. Vincenzo Italiano, dopo un primo tempo piuttosto difficile, ha nuovamente bocciato il centravanti che lui ha scelto questa estate dimostrando quel protagonismo e quel coraggio che attendevamo da settimane. Ha inserito Kouamè che con il suo entusiasmo, la sua voglia di lottare, il suo “casino” (scusate il termine non proprio tecnico), ha squadernato una partita in cui ancora una volta la Fiorentina non riusciva ad essere ficcante quando ripartita, ed ha scommesso sulle doti tecniche e sulla velocità di Ikoné che, oltre ad avere avuto il merito del calcio di rigore, è riuscito ad allungare la squadra permettendo ai propri compagni di guadagnare metri di campo velocemente. Certo anche stavolta la difesa ha ballato tanto davanti ad una squadra che ha dato continuamente l’impressione di poter far male grazie a Zirkzee un attaccante tra i più interessanti del campionato che, oltre ad essere bravo, viene servito con continuità, ma soprattutto con i tempi ed i modi giusti. Una volta tanto però, gli errori marchiani di Parisi e di Martinez Quarta non sono costati punti in classifica, sarebbe stata una mazzata clamorosa per il morale. Bellissimo infine il confronto tra due tra i tecnici più preparati, innovativi, entusiasmanti dell’ultima generazione: dopo aver visto l’abominio dell’interpretazione calcistica di Max Allegri, ammirare il calcio di Thiago Motta è stata una splendida boccata d’aria da respirare a pieni polmoni.

IL BUONO

  • Bonaventura: gira e rigira le questioni sono sempre le solite. La Fiorentina con o senza Jack è una squadra completamente diversa… anche contro il Bologna spacca in due la partita con un gol bellissimo e delizia la platea ed i propri compagni con giocate d’alta scuola. Indispensabile.
  • Kouamè: in una squadra in cui il ritmo della squadra è spesso il solito, l’attaccante ex Genoa è un lampo nel buio. Lotta, sgomita, si butta su tutti i palloni. Certo non avrà le qualità tecniche di Beltran, né la capacità di difendere la palla di Nzola, ma almeno è vivo. Sottovalutato.
  • Duncan: di fronte ad uno dei centrocampisti più sponsorizzati della Serie A (Freuler), il nostro Alfred dimostra di non avere niente da invidiare salendo di livello col passare dei minuti. Nella ripresa prende in mano il centrocampo e macina palloni su palloni riuscendo a far ripartire l’azione offensiva con continuità e qualità. Tra lui e Mandragora è come mangiare e stare a guardare.
  • Terracciano: dopo le grandissime prestazioni di Udine e Roma, si ripete in una gara in cui però ha avuto meno occasioni per mettersi in mostra. Sempre presente, attento e deciso, stavolta almeno un punto è di San Pietro. Avanti così!

IL BRUTTO

  • Martinez Quarta: in una stagione in cui era sembrato tornare sui livelli della prima stagione in viola, stavolta ne azzecca veramente poche giocando una gara disattenta in marcatura che lo vede andare spesso a vuoto in anticipo. Si rifiuta ancora una volta di giocare sul lato destro costringendo mister Italiano a far ruotare più volte gli uomini nella disposizione difensiva. Speriamo dopo la sosta torni il Quarta dell’inizio di stagione!
  • Parisi: dopo l’errore individuale contro la Juventus, ricasca nuovamente in errori clamorosi. Il più grave è quello in occasione del rigore per il Bologna, ma oltre al fallo di mano in area di rigore, l’ex Empoli aveva regalato anche la punizione perdendo un pallone sanguinoso. Con il rientro di Kayode, potrà finalmente tornare a calpestare le zolle preferite.

A voi per i commenti!!