Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – BOLOGNA = 0 – 0 (5 – 4 d.c.r.)

Una sofferenza durata più di 120 minuti regala una semifinale di Coppa Italia storica alla Fiorentina: è infatti la prima volta nella storia del club gigliato che viene guadagnato l’accesso al penultimo atto della manifestazione per tre anni di fila. E sapete cosa è successo nelle ultime tre stagioni? Sapete cosa è realmente cambiato? Esattamente….avete già capito!!! Vincenzo Italiano, il vero fuoriclasse di questa squadra, il miglior colpo della gestione Commisso fino ad oggi, arrivava sulla panchina viola nell’estate del 2021 in un ambiente sfiduciato dalle stagioni precedenti, un ambiente in cui il gioco di Beppe Iachini aveva raggiunto gli obiettivi societari ma non aveva mai divertito né convinto.

In due stagioni e mezzo è avvenuta una vera a propria rivoluzione copernicana che ha coinvolto anche lo stesso mister Italiano che, dopo aver fatto giocare negli anni passati alla Fiorentina solamente un tipo di calcio fatto di possesso, dominio del gioco, spregiudicatezza, fase difensiva non propriamente inattaccabile, è finalmente cresciuto. Adesso i viola sono una compagine in grado di utilizzare più moduli, di adattarsi all’avversario, alla gara, al momento di forma dei propri calciatori. E’ indubbio che in questo momento la Fiorentina sia in difficoltà dal punto di vista numerico (società se esisti batti un colpo!!), dal punto di vista fisico (manca brillantezza e spunto, non resistenza alla fatica) ed anche tecnico (gli errori individuali sono talvolta involontariamente comici). Ecco allora che per vincere le partite deve subentrare necessariamente qualcos’altro, qualcosa che la Fiorentina ha dimostrato di avere anche ieri sera. Innanzitutto serve un’ottima organizzazione di squadra e contro il Bologna i viola sono riusciti ad imbrigliare perfettamente il gioco felsineo finché non si è cominciato a perdere i confronti diretti, poi serve tanto cuore e volontà, doti che a questa squadra non sono mai mancate: dallo splendido Ranieri al podista Kayode, dal mai domo Quarta al quasi mai impiegato Maxime Lopez, tutti hanno offerto una prova magari non eccelsa dal punto di vista tecnico ma quasi commovente per l’impegno e la dedizione. Eppoi sinceramente non dobbiamo dimenticarci la Dea bendata che sembra voler accompagnare la Fiorentina nell’ultimo periodo. Il Bologna avrebbe meritato di vincere, ma i pali, le parate di Christensen ed errori in fase di ultimo passaggio, hanno offerto ai viola l’occasione di tenere la barra dritta e la porta inviolata.

Resta dunque il passaggio del turno, il cuore mostrato e la capacità di adattarsi all’avversario. Domenica però, i viola dovranno giocare un altro tipo di gara contro l’Udinese: sarà necessario tornare a fare la partita contro una compagine che spesso aspetta l’avversario e riparte in contropiede. Ci sarà tempo per pensarci, adesso godiamoci un traguardo a suo modo storico!

IL BUONO

    • Christensen: riesce a tenere la porta imbattuta grazie anche ai legni colpiti dagli avversari, ma i miglioramenti rispetto ad inizio stagione sono straordinari. Presenza in area di rigore, personalità, rapidità ad andare in terra, capacità di coprire il primo palo. Se migliora anche con i piedi, siamo davanti ad una vera e propria metamorfosi. Savorani santo subito!

    • Ranieri: sta giocando una stagione clamorosa, addirittura migliore rispetto alla seconda metà della scorsa. Lotta, sgomita, anticipa e fa ripartire l’azione sempre con intelligenza. Sembra migliorato anche dal punto di vista della gestione del dispendio energetico. Bandiera (almeno si spera)!

    • Maxime Lopez: non ha certamente giocato una partita indimenticabile, ma la realizzazione del quinto rigore decisivo lo inserisce di diritto tra i migliori in campo. E’ sempre difficile segnare un rigore in quelle condizioni, se poi non giochi quasi mai le possibilità di sbagliare è ancora più alta. Cecchino. 

IL BRUTTO

    • Biraghi: se devo dire qualcosa a Vincenzo Italiano è in merito all’impiego continuo del capitano. Se già è in difficoltà quando riceve la palla faccia alla porta e con una relativa pressione avversaria, schierarlo addirittura sulla linea dei centrocampisti è sembrata quasi una cattiveria. Saltato e scherzato continuamente, è andato ancor più in difficoltà in fase offensiva avendo meno spazio per avanzare senza marcatura diretta. Parisi forever! 

    • Ikonè: se anche mister Vincenzo Italiano si arrende dichiarando testualmente “Ikoné è questo” perché dovrei riuscire a dire qualcosa io? Visto che la nostra società è bravissima a vendere, riusciamo nel miracolo? 

    • Barak: un altro calciatore che vive un momento di regressione tremendo. Se la scorsa stagione almeno era spesso pericoloso con gli inserimenti in area avversaria e ci ha fatto godere con gol decisivi soprattutto in Europa, quest’anno è scivolato in una nebbia fittissima da cui non riesce ad uscire. Quanto ci servirebbero i suoi gol…..

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Il buono, il brutto, il cattivo

FERENCVAROS – FIORENTINA = 1 – 1

Passaggio del turno doveva essere e passaggio del turno è stato. Certo la partita lascia sensazioni in gran parte negative, sia per la qualità del gioco espresso e delle prestazioni di diversi singoli, sia soprattutto per l’infortunio occorso a Nico Gonzalez. Eppure i viola erano partiti bene, con alcune occasioni da rete create ed il controllo delle operazioni. L’evento che ha cambiato la storia del primo tempo e della gara è stato però l’infortunio muscolare patito dal miglior calciatore della Fiorentina che, in una serata in cui erano assenti in partenza Arthur e Bonaventura, ha determinato la perdita completa della bussola da parte dei viola. Da quel momento infatti, il Ferencvaros ha guadagnato diversi metri di campo e si è reso più volte pericoloso: solamente un Christensen in versione Batman è riuscito a sventare il vantaggio ungherese. Anche l’estremo difensore danese però non ha potuto nulla in apertura di ripresa quando una dormita collettiva ha permesso a Zachariassen di battere indisturbato in porta. Da quel momento in poi la Fiorentina ha cercato di riorganizzarsi e poggiandosi sulla personalità dei due difensori centrali Milenkovic e Ranieri e sui cambi offensivi operati da Vincenzo Italiano che ha provato finalmente qualche variazione sul tema. Basta fraseggio orizzontale, via ai lanci lunghi alla ricerca delle combinazioni aeree tra Kouame‘ (sempre più importante in questa squadra) e Nzola (incredibile non aver nemmeno centrato la porta solo davanti al portiere) ed alle incursioni di Barak che partiva dalla posizione di centrocampista centrale accanto a Lopez. È servita però una palla inattiva per trovare un pareggio meritato e decisivo per l’approdo diretto agli ottavi di finale che si disputeranno nel mese di marzo.

Adesso però si apre il problema Nico Gonzalez….con il suo infortunio muscolare che lo terrà a riposo per diverse settimane e fermo restando le scadenti prove di Ikone‘, Brekalo e Sottil, ha veramente ancora senso insistere sul 4-2-3-1? Considerando che nelle ultime gare spesso i viola sono riusciti a rimettere in piedi la situazione con due attaccanti in campo, non sarebbe preferibile passare al 4-3-1-2 con Bonaventura dietro i due attaccanti ed un centrocampo col doppio regista accanto a Duncan? La contemporanea presenza di tre centrocampisti potrebbe dare maggior copertura ad una difesa che anche in terra magiara ha dimostrato la propria fragilità (e menomale Christensen non è più quello di inizio anno), offrirebbe probabilmente soluzioni più imprevedibili con il doppio play in mezzo e premierebbe un calciatore come Kouame’ che in questo momento sembra quasi indispensabile (e questo dovrebbe far riflettere molto sulla qualità della rosa e sul mercato fatto negli ultimi anni).

E voi che ne pensate? Non potrebbe essere la gara casalinga contro il Verona l’occasione giusta per provarci?

IL BUONO

  • Ranieri: sarà perché al ragazzo ci ho sempre creduto fin dalla primavera, sarà perché al momento è oggettivamente insostituibile, sarà perché dimostra in ogni momento il proprio attaccamento alla maglia, ma io sogno che Luca Ranieri possa diventare una vera e propria bandiera viola. Anche ieri sera, è stato tra i pochissimi a mantenere concentrazione e lucidità per tutti i 90 minuti, ad essere sempre pronto ad attaccare la palla ed anticipare gli attaccanti, a fare ripartire l’azione. Le ciliegine del gol del pareggio e del recupero al minuto 88 dopo l’ennesima nefandezza di Ikone’, lo issano sul gradino più alto del podio. Colonna!
  • Christensen: la dimostrazione migliore di quanto sia importante lavorare duramente in settimana con i professionisti che la società mette a disposizione dei calciatori. Il gabbiano bagnato delle prime prestazioni in maglia viola, si è trasformato in un’ aquila meravigliosa. I due interventi consecutivi nel primo tempo tengono a galla la baracca e permettono di restare in partita in un momento psicologico complesso visto l’infortunio di Nico. Adesso si inizia a capire perché lo hanno preso!
  • Kouamè: un altro di quelli che non molla mai, che riesce sempre a dare una scossa, che riesce a rendersi utile in qualche modo. Anche nella gara di ieri sera, una volta entrato, ha toccato diversi palloni, è arrivato sempre primo di testa, ha aiutato Nzola ad essere più pericoloso. Con la sua presenza fisica e la sua voglia di lottare qualcosa succede sempre. Utilissimo.

IL BRUTTO

  • Brekalo: il semplice esempio di calciatore trasparente. Dopo tutti questi mesi di Firenze, ho paura davvero che, come dice il Pappagallone Reale, la parentesi ottima di Torino possa essere stato un caso. Anche ieri sera non si nota mai, non salta mai l’uomo, non accompagna mai né gli attaccanti né i centrocampisti. A che serve un esterno così?
  • Ikonè: se Brekalo è trasparente, Ikone’ lo era… adesso è diventato dannoso. Al netto dell’irritazione che mi provoca ogni volta che torna indietro e successivamente esegue un passaggio orizzontale, ieri sera ha pure rischiato di farci perdere la partita quando ha avuto la meravigliosa idea di regalare la palla agli avversari a pochi minuti dal termine scatenandoli in contropiede. I bonus sono finiti da un pezzo. Con Nico rotto possiamo cambiare modulo?
  • Nzola: certo Beltran non ha brillato, ma non riuscire a centrare nemmeno la porta da solo davanti al portiere con la palla che rimbalza è opera solo di un artista ed il suo nome è Mbala. A gennaio sul mercato capiremo quali siano (sempre che ci siano) le ambizioni della società!

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Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – PARMA = 6 – 3 d.c.r.

Una partita che inizia di mercoledì e finisce di giovedì erano anni che non la vedevo! Certo se qualcuno pensava di trascorrere una serata tranquilla al Franchi, la Fiorentina del primo tempo e di buona parte del secondo, gli ha completamente scombussolato i piani. Per raggiungere i quarti di finale infatti, ai viola sono serviti 120 minuti con l’appendice dei calci di rigore certamente per i meriti del Parma, ma anche per 70 minuti di un calcio semplicemente indecente. Prima però di parlare dei nostri eroi (!!), fatemi spendere due parole per gli ospiti che, guidati da un tecnico emergente come Pecchia, giocano un bel calcio, sono messi bene in campo e si muovono come un sol uomo. Oltre a ciò, hanno ottime individualità dalla metà campo in avanti che possono determinare il risultato e giocano un calcio semplice ma efficace, con movimenti continui e verticalizzazioni che fanno male. Spero sinceramente, per il calcio che giocano, la piazza importante ed il nostro amico Gianluigi Crocetti, che riescano a tornare nella massima serie già al termine di questa stagione!

La formazione iniziale schierata da Vincenzo Italiano ha per l’ennesima volta mostrato un’indiscutibile verità: alla Fiorentina manca qualità e questa dote, che già scarseggia nei titolari, diventa del tutto assente quando si decide di far riposare (giustamente) tutti insieme Nico, Bonaventura ed Arthur. Se in mezzo al campo Maxime Lopez ha cercato in qualche modo di guadagnarsi la pagnotta, nella metà campo avversaria la luce non si è mai accesa finché non è entrato Arthur e successivamente Beltran. La pochezza delle seconde linee (da Mina a Mandragora, da Brekalo fino purtroppo anche a Parisi) è stata sconcertante. Gioco nemmeno orizzontale ma all’indietro, uomo mai saltato, tempi di gioco sempre sbagliati, inferiorità imbarazzante nei confronti di un’ottima squadra che però milita in serie B. Menomale che nel buio si è accesa almeno la luce di Christensen che ieri sera ha effettuato almeno tre interventi degni di nota che hanno dapprima tenuto a galla e poi salvato la zattera viola che stava pericolosamente imbarcando acqua da ogni parte. Menomale che poi con i gol di Nzola e Sottil la Fiorentina ha raggiunto i tempi supplementari, mentre grazie agli errori ducali dal dischetto ha conquistato i quarti di finale in cui verrà affrontata la vincente tra Inter e Bologna.

Certo la partita è stata dispendiosa e non rappresenta il miglior modo per preparare la difficile trasferta di Roma, ma è pur vero che è stato importante vedere finalmente che i due attaccanti possono giocare insieme (ieri lo hanno fatto per quasi 60 minuti), prendere coscienza di poter contare su un altro portiere affidabile e rendersi conto che anche quest’anno il mercato in entrata è stato monco non solo in qualità ma anche in quantità (la prova di Mina è stata imbarazzante). Adesso testa all’Olimpico, l’impresa è possibile solo giocando la miglior gara possibile!

IL BUONO

  • Christensen: la più bella sorpresa della serata! Parate su palla alta, uscite basse, reattivo su tiri incrociati, uscite di testa alla Neuer….insomma tutto il campionario del bravo portiere in un’unica serata. Dopo aver faticato (a dire poco) ad inizio stagione, sembra più sicuro, più concentrato, più dentro la partita. Questo dimostra quanto sia importante un preparatore dei portieri come Savorani: complimenti alla società che lo ha scelto e voluto! Adesso Terracciano può prendere un raffreddore senza che Italiano sudi freddo!
  • Maxime Lopez: non ha rubato l’occhio, non ha disegnato calcio ma nel deserto dei primi 65 minuti viola ha cercato di tenere insieme la squadra ed ha dimostrato di avere almeno l’idea di ciò che si dovesse fare. Certo l’inserimento di Arthur gli ha semplificato il lavoro, ma ha ancora una volta dimostrato che la prima alternativa al brasiliano ed a Duncan dev’essere lui. Sempre più nel gioco di Italiano!
  • Nzola: finalmente un gol bello e decisivo! E se fosse la svolta della sua stagione? Come ha detto ieri Italiano, il centravanti ex Spezia deve capire che nulla è dovuto e che Firenze sarà sempre dalla tua parte se ti sacrifichi e sudi la maglia. Certo che se poi, come ha ammesso anche il mister, si comincia a giocare in modo un pò diverso per metterlo nelle migliori condizioni, allora diventa tutto più facile. Non sarà Vlahovic, ma nemmeno Crisantemi della Longobarda!

IL BRUTTO

  • Mina: quando la Fiorentina lo ingaggiò questa estate i soliti trombettieri lo salutarono dicendo che era solo questione di tempo, che bastava aspettarlo. Ecco considerando che quando il colombiano è arrivato avevo il costume da bagno e ieri sera allo stadio era sottozero, direi che possiamo emettere la sentenza: acquisto sbagliato! Giocatore lento per il nostro calcio, inadatto al gioco di Vincenzo Italiano che prevede la pressione uomo su uomo, incapace di tenere la giusta concentrazione per tutta la partita. Però lo abbiamo preso a zero allora…….
  • Parisi: seppur riportato finalmente sulla corsia mancina, dimostra di essere in totale confusione. Regala palloni ed occasioni in serie al Parma, spinge poco e male sulla fascia. Black out totale.
  • Biraghi: solitamente quando un calciatore è in crisi, si ricorre al suo sostituto. Ecco, se Italiano sperava che la soluzione alla serataccia di Parisi fosse in panchina, ho paura sia rimasto deluso. Capitano sonnacchioso.
  • Brekalo: il nulla fatto calciatore. E’ talmente inutile che Sottil sembra quasi abbia fatto qualcosa di importante sull’altra corsia. Peccato, ero contento del suo arrivo in maglia viola, ma finora un buco nell’acqua!

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Il buono, il brutto, il cattivo

GENK – FIORENTINA = 2 – 2

È stata una partita molto spezzettata, non bella tecnicamente ma piena di emozioni, ribaltamenti di fronte, errori marchiani. Errori difensivi, come nell’occasione delle quattro reti segnate tutte sullo sviluppo di una palla inattiva, ma anche offensivi visto che se i viola fossero stati in grado di mettere a segno il terzo gol con Milenkovic o soprattutto Nzola (un attaccante non può fallire un’occasione del genere a due metri dalla porta!!!), il successo esterno sarebbe stato centrato.
Italiano ha cambiato tanto rispetto all’Atalanta e quasi tutti nuovi impiegati hanno risposto presente. Da Kayode, finalmente tornato titolare a destra dopo la vittoria di Genova, ad Arthur nuovamente fulcro del gioco fino a Beltran che continua a mostrare doti tecniche fuori dal comune anche nella protezione della palla pur non venendo praticamente mai servito a dovere. Discorso a parte merita invece il portiere danese Christensen che continua a lasciare molti dubbi, così come Mandragora impiegato al posto dell’infortunato Bonaventura anziché il giovane Infantino. Certo è che la Fiorentina, dopo aver avuto più volte la palla per vincere la partita, ha addirittura rischiato di tornare a casa con un pugno di mosche in mano: se solo il tiro finale fosse finito in porta anziché sul palo, adesso sarebbero certamente ripartiti i processi a Vincenzo Italiano. Il pareggio esterno può dunque considerarsi un bicchiere mezzo pieno se ricordiamo l’inizio della scorsa Conference League, ma le 12 reti subite in 7 partite sono troppe per avere velleità di grandezza.

Da oggi è già tempo di tornare a pensare al campionato vista la mai banale (per tanti motivi) trasferta di Udine nella speranza che le condizioni di Nico Gonzales, uscito ieri per infortunio, non siano gravi: sarebbe un colpo mortale alle ambizioni viola!

IL BUONO

  • Ranieri: quando il calcio racconta una favola. Il calciatore più umile della rosa, quello che si è veramente guadagnato tutto da solo, quello che lo scorso anno società e mister non hanno nemmeno reputato meritevole di fare il ritiro con la squadra, sceglie un palcoscenico europeo per fare il primo gol, anzi esagera con una doppietta, un assist al bacio per Milenkovic dopo aver saltato con un tunnel il diretto avversario e diverse chiusure ottime. Enorme!
  • Kayode: all’esordio in Europa dimostra di non avere paura. In fase offensiva spinge meno del solito, ma difensivamente appare molto cresciuto. Attento, applicato, chiude benissimo diverse diagonali difensive mantenendo sempre alta l’attenzione e la concentrazione. Altro esame superato!
  • Nico Gonzales: non ha giocato certo una partita indimenticabile, ma nonostante la condizione atletica non scintillante, salta avversari a ripetizione e dimostra la propria leadership in ripiegamenti difensivi sempre preziosi. Quando resta a terra infortunato tutta Firenze trattiene il fiato. Leader riconosciuto.

IL BRUTTO

  • Christensen: se nelle ultime settimane abbiamo riempito di critiche il buon Terracciano, stavolta dobbiamo purtroppo fare la stessa cosa con il danese. In uscita regala brividi a tutti i tifosi viola, non è mai sicuro in presa bassa, gioca peggio del solito anche con i piedi. Sul Corner Viola avevamo detto in tempi antichi che il problema del portiere andava risolto alla radice, ma purtroppo così non è stato. Sarà un’altra stagione di passione!
  • Nzola: capisco che non sia in forma, che magari stia soffrendo l’adattamento ad una nuova squadra, che forse psicologicamente senta la pressione ma la rete che sbaglia di testa da due metri grida vendetta. Stavolta non regge nemmeno la scusa dei palloni giocabili.
  • Duncan: dispiace tantissimo inserirlo tra i peggiori in campo e certamente il nostro amico Wwayne non sarà d’accordo, ma l’errore commesso sul gol del definitivo pareggio del Genk è imperdonabile. Fino ad allora era apparso tra i migliori unendo dinamismo e sagacia tattica in un centrocampo senza il faro Bonaventura. Resta comunque centrale nel progetto tattico viola, anche se certe disattenzioni sono troppo gravi per passare sotto silenzio. Dai Alfred io ci credo!

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Corner Viola – L’analisi del mercato della Fiorentina

Stiamo al gioco di tutte le testate sportive fiorentine ed allora, insieme al mio socio Flavio Bardaro, diamo il voto mercato viola cercando però di approfondire reparto per reparto le mosse della società: 6,5

Partiamo innanzitutto dall’obiettivo dichiarato dagli uomini di Commisso, ovvero migliorare il piazzamento in campionato dello scorso anno (8° posto) e lottare per portare un trofeo a Firenze. Il lavoro per colmare il gap con le prime sette del campionato era notevole ed in questo post analizzeremo dove la Fiorentina è riuscita a migliorare grazie al mercato e quali sono ancora le lacune della rosa messa a disposizione di mister Italiano.

Portiere: un ruolo fondamentale sul quale si sono spese tante parole a Firenze. In tanti chiedevano, giustamente, l’acquisto di un estremo difensore di livello che garantisse sicurezza al reparto e portasse punti a fine stagione. Niente di tutto ciò: è stato scelto il danese Christensen, dalla neo retrocessa Herta Berlino. Portiere giovane, magari una scommessa, sicuramente non un salto di qualità nell’immediato. A conti fatti in porta la Fiorentina non è né migliorata né peggiorata rispetto allo scorso anno.

Difesa: serviva un centrale mancino di livello, abile nelle marcature preventive ed in grado di far ripartire la manovra da dietro. Un titolare da affiancare a Milenkovic ed invece, ceduto Igor per 17 mln la Fiorentina si è limitata al solo acquisto di Mina a parametro zero. Un’altra scommessa quella del colombiano, giocatore da rilanciare dopo le ultime stagioni negative condizionate da grossi problemi fisici: sarà verosimilmente Luca Ranieri a prendersi la maglia da titolare sul centro sinistra accanto a Milenkovic. Si poteva e si DOVEVA fare assolutamente di più, in un ruolo chiave come quello del difensore centrale che rimane dunque una grave lacuna non colmata. Molto positivo invece l’arrivo di Parisi, acquisto di prospettiva, che va a migliorare sin da subito la corsia di sinistra. A destra poi, svincolatosi Venuti, Kayode sembra pronto fin da subito a prenderne il posto offrendo maggiore corsa e capacità di arrivare sul fondo per il cross. Anche in difesa possiamo dire che la Fiorentina, rispetto alla scorsa stagione, nel suo complesso non è certamente migliorata, ma nemmeno peggiorata considerando la qualità aggiunta sugli esterni.

Centrocampo: qui la società ha deciso di sostituire il partente Amrabat con due giocatori di qualità come Arthur e Maxime Lopez. Giocatori con caratteristiche opposte rispetto a quelle del marocchino, che garantiscono alla manovra viola più tecnica e maggior palleggio, perdendo qualcosa però in fase di filtro ed interdizione. La scelta è dettata principalmente dalla filosofia di gioco del mister, che predilige il possesso palla e quindi un regista di costruzione davanti alla difesa, piuttosto che un mediano di rottura. A completare il centrocampo viola ecco poi l’arrivo del giovane Infantino, acquisto intelligente e di prospettiva futura. Al netto di quanto analizzato, si può affermare che la Fiorentina è sicuramente migliorata a centrocampo rispetto a quella dello scorso anno, anche se, in un centrocampo a due, forse manca un giocatore di livello da affiancare al regista ed in grado di garantire fisicità.

In attacco, il reparto maggiormente messo sotto la lente di ingrandimento nella scorsa stagione, abbiamo deciso di suddividere l’analisi in due parti, dapprima quella relativa agli esterni offensivi, poi quella delle punte vere e proprie.

Esterni offensivi: la Fiorentina ha perso Saponara a parametro zero ed acquistato Sabiri che però esterno puro non è. Serviva un giocatore capace di essere determinante negli ultimi 30 metri così come Nico Gonzalez da posizionare a sinistra. Purtroppo questa lacuna per i viola è ormai una croce che ci portiamo dietro da anni e che, ancora oggi, non è stata colmata. Con un allenatore come Italiano, che fa del gioco sugli esterni il suo punto di forza, questa è certamente una mancanza pesante.

Attaccanti centrali: rivoluzione completa davanti, con la cessione della deludente coppia Cabral – Jovic e l’arrivo di Nzola e Beltran. L’angolano, voluto fortemente dal mister, viene da due stagioni in doppia cifra a Spezia, garantisce fisicità e soluzioni diverse alla manovra della squadra. È un acquisto certamente positivo che non toglie ma anzi aggiunge un qualcosa di diverso rispetto alla passata stagione. Stesso discorso per Beltran, per il quale la società ha effettuato un investimento importante ma che apre ad una domanda: non era forse meglio puntare su un centravanti da 20 gol garantiti (cosa che nè Nzola nè Beltran al momento sono)? Probabilmente si, ma la sensazione è che, anche qui, si sia fatto un passo avanti rispetto alla passata stagione con un miglioramento sensibile nel ruolo specifico. 

Detto ciò, guardando anche al mercato delle diretti concorrenti per un posto europeo, possiamo obiettivamente sostenere che, purtroppo, nonostante qualche miglioramento della rosa, il gap con le prime sette del campionato sia rimasto piuttosto evidente. Sarà pertanto compito di Vincenzo Italiano e dei suoi ragazzi stupire tutti ed andare nuovamente oltre le aspettative, ribaltando i pronostici per conquistare un posto in Europa per il terzo anno consecutivo. Noi tifosi siamo e saremo con voi. Sempre Forza Viola