Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – MACCABI HAIFA = 1 – 1

Ed anche quest’anno siamo ai quarti di finale!!!

C’è chi dice che la Conference League sia una manifestazione inutile, c’è chi invece dice che è solo uno specchietto per le allodole per coprire una proprietà che vuole solo vivacchiare, io invece dico che giocare in una competizione europea è sempre bello, anzi bellissimo! Con i miei compagni di stadio non manchiamo mai, nemmeno quando affrontiamo compagini di posti sperduti perché abbiamo mangiato talmente tanto letame nelle ultime stagioni che affacciarci nuovamente ad un tabellone europeo ad eliminazione diretta regala sempre una forte adrenalina.

La gara di ieri sera però, ha dato ragione a coloro i quali paragonano la Conference ad un torneo di amatori: ritmi bassi, giocate elementari, errori evidenti, intensità da lunedì mattina in ufficio. Se a questo poi aggiungiamo l’ennesima titolarità di Cristiano Biraghi, il quadro è completo. Nonostante tutto questo però, la cosa più triste della serata è stato l’ambiente e l’atmosfera respirata a Firenze, ed in particolare nel quartiere di Campo di Marte, fin da mercoledì mattina. Strade chiuse, camionette ad ogni angolo, agenti in tenuta antisommossa: scene incredibili che ci devono fare ricordare sempre di quanto sia preziosa la pace e la collaborazione tra i popoli e di quanto siamo stati fortunati a vivere in un così lungo periodo di pace… altro che storie!! La pace è il bene più prezioso e la sempre maggior integrazione tra i popoli è la base fondamentale per riuscire a mantenerla.

Un raggio di luce però è arrivato in curva Fiesole quando il nostro fratello Simo ci ha messo finalmente di nuovo piede. Il suo ritorno, dopo un bruttissimo “incidente”, gli ha permesso di tornare a ridere, scherzare, cantare e tifare con noi in parterre…. decisamente il regalo migliore e la notizia più bella di questo giovedì!!

Resta adesso da conoscere la prossima avversaria mentre già si comincia a pensare alla difficilissima trasferta di domenica a Bergamo contro l’Atalanta. Una sconfitta potrebbe allontanare definitivamente la Fiorentina dalla zona Europa.

IL BUONO

  • Il ritorno di Simo in parterre: so che ho già scritto sopra dell’emozione che abbiamo provato, ma mio figlio Niccolò mi ha detto che questo doveva essere il primo punto perché ha rappresentato la nota più bella della serata ed allora non resta che obbedire…..Bentornato fratello!
  • Barak: l’Avvocato Agnelli aveva definito Boniek “il bello di notte” poiché nelle gare europee dava sempre il meglio di sé stesso. Il nostro Antonino sembra voler ripercorrere le sue orme visto che in Conference League è assolutamente letale, sempre decisivo, pronto a sfruttare ogni singola occasione. Tra l’altro nel gol del vantaggio l’Hellas Verona è azionista di maggioranza visto il cioccolatino servito da Faraoni sulla testa del ceco. Se Barak torna quello vero, allora ci divertiamo!
  • Dodò: quello del mio amico Simo non è stato l’unico rientro ieri sera. Abbiamo finalmente potuto abbracciare nuovamente anche il terzino brasiliano che tanto ci è mancato in questa stagione soprattutto dal punto di vista caratteriale. Un calciatore esplosivo, sempre sorridente, mai domo, che non molla mai fino al novantesimo. Non è certamente pronto per tornare a competere subito ad alti livelli, ma il solo rientro in gruppo potrebbe rappresentare una scintilla fondamentale. Vai Dodò, torna a sorridere ed a volare in maglia viola!!!

IL BRUTTO

  • Terracciano: ricordate quando in uno dei miei ultimi pezzi avevo detto che il buon Pietro mi sembrava appannato? Ecco ieri sera ne abbiamo avuto conferma…. la rete che subisce sotto le gambe è quasi fantozziana e denota scarsa reattività alla conclusione dell’avversario. Probabilmente essere rimasto pressoché inoperoso per tutta la gara non lo ha aiutato, ma ai grandi portieri spesso basta un solo intervento per decidere la partita. Dai Pietro che entriamo nel momento caldo della stagione!!

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

MACCABI HAIFA – FIORENTINA = 3 – 4

Una partita d’altri tempi per condizioni metereologiche e del campo.

Dopo il pareggio a reti bianche di Torino, un’altra gara povera tecnicamente, piena di orrori più che di errori, giocata da calciatori immersi in una mediocrità che sembra ormai essere il tratto distintivo di questo scorcio di stagione. Il campo molto pesante e la pioggia incessante certamente non hanno aiutato gli interpreti, ma con tutta sincerità si sono viste cose sia dal punto di vista tattico che da quello tecnico piuttosto gravi. La Fiorentina però, almeno caratterialmente, sembra tornata quella della scorsa Conference League, una compagine che sbaglia, viene messa sotto per errori individuali grossolani, non ha una condizione atletica brillante, però non molla di un centimetro e pensa sempre ad offendere ed a fare rete. Ciò che inquieta semmai, è la facilità disarmante con cui i viola concedono occasioni (a differenza di ciò che dice Italiano anche ieri sera hanno regalato troppo) che spesso si tramutano in gol sia per le condizioni in cui versa la coppia horror di difensori centrali Ranieri – Milenkovic, sia per un Terracciano che in questo momento sembra piuttosto appannato. Resta però la vittoria, un episodio che potrebbe dare fiducia e coraggio alla Fiorentina, resta il recupero di alcuni calciatori che sembrano finalmente in crescita fisica come Barak e Bonaventura, resta la prova stavolta più che sufficiente dei mancini Biraghi, Nzola e Mandragora ma soprattutto resta stagliata sopra tutti la classe di un calciatore come Lucas Beltran che, oltre ad essere finalmente impiegato nel proprio ruolo, mostra di poter diventare un calciatore totale che segna, sforna assist, recupera palloni in mezzo al campo: un potenziale leader di cui la Fiorentina ha disperatamente bisogno!

Ma se in campo la squadra dimostra quantomeno di mettercela sempre tutta per trainare la città dietro di sé provando ad inseguire nuovamente il sogno di un trofeo, la società sembra ormai entrata in un vicolo cieco dal quale non vuole uscire né tornare indietro. Scusate ma qualcuno di voi ha mai visto o sentito il direttore generale di una squadra di calcio impegnata in una gara di ottavi di finale di una coppa europea parlare di introiti, stadio, infrastrutture, politica? Avete mai avuto il piacere di ascoltare un’intervista in cui si parla di qualunque cosa tranne che di ciò che sta per succedere in campo? Cioè di calcio, di partite, di obiettivi sportivi, insomma di ciò che smuove la passione di gente come noi o come quei  400 tifosi che sono arrivati fino a Budapest non per il restyling del Franchi ma per ammirare Beltran, Nico, Bonaventura e per cantare per la propria città ed i propri colori? E poi, al netto di come uno la possa pensare politicamente, accusare gli altri aver trasformato lo stadio di Firenze in un giocattolo della politica dopo che si è invitato il Ministro per le Infrastrutture al Viola Park e dopo che ci si è fatti ritrarre in un video invitando i tifosi viola a cambiare il governo della città e della regione non è fare politica? Buttiamola sul ridere vai…. consiglierei Barone di non parlare né di elettrodomestici, né di giochi di palazzo perché non mi sembra la specialità della casa!!

Tornando al calcio, domenica sera al Franchi arriva una Roma scintillante, in forma splendida con una striscia aperta di risultati e tanta fiducia. Lukaku, Dybala, Pellegrini e soci hanno ridicolizzato il tanto celebrato Brighton di De Zerbi…. servirà la miglior Fiorentina per provare a fare risultato e restare in corsa per la zona  europea.

IL BUONO

  • La bellezza dei quattro gol: in una gara di rara bruttezza e piena di errori, dobbiamo sottolineare le azioni dalle quali nascono tre dei quattro gol con l’apoteosi del 3 – 3 in cui si sommano un cross perfetto di Biraghi ed una rete di destro di Mandragora (siamo vicini alla fine del calcio?). In mezzo a tutta questa bellezza corale, la puntata geniale di Beltran che dimostra ancora una volta di stare una spanna sopra gli altri. Sogno o son desto?
  • Beltran: oltre alla dimensione tecnica innegabile del calciatore, mi piace sottolineare la leadership, la capacità di mettersi al servizio della squadra, la voglia non mollare mai anche in fase di recupero della palla. E se avessimo finalmente trovato un leader?
  • Voglia di vittoria: se fino a qualche settimana fa iniziavo a dubitare del gruppo e della sua compattezza, ieri sera i ragazzi di Vincenzo Italiano hanno nuovamente dato una gran bella risposta. La squadra, trovatasi sotto per gran parte della gara, non ha mai mollato ed ha sempre trovato la forza e l’energia per provare a ribaltare la gara. Anche i cambi stavolta si sono rivelati importanti ed hanno dato una svolta importante. Avanti così che con la Roma servirà di più!

IL BRUTTO

  • Ranieri: per la seconda volta consecutiva risulta il peggiore in campo e questa è una notizia. Purtroppo però, la sua prestazione non è la cosa più brutta della serata, perché la sceneggiata ai danni di Bonaventura è sinceramente uno schifo. Tra compagni di squadra queste cose non si dovrebbero mai vedere, se poi lo si fa nei confronti di uno dei senatori che in quel momento stava ribaltando la partita…. senza poi contare che hai da poco fatto prendere un gol ai tuoi compagni che sarebbe ridicolo perfino in un campo di provincia!! Ricominciamo a pedalare per favore!!
  • Milenkovic: il gol che subiamo per sua precisa responsabilità su calcio d’angolo è involontariamente ridicolo. A parte quell’episodio, il buon Nikola viene sovrastato per tutta la partita fino a guadagnarsi l’ammonizione che lo vedrà squalificato nella gara di ritorno. Altra serata da dimenticare.
  • La fase difensiva: la serataccia dei due difensori centrali non aiuta, ma i compagni che li dovrebbero tutelare, fanno altrettanto male. Pur avendo un centrocampo muscolare, le verticalizzazioni avversarie trovano comunque autostrade per raggiungere la nostra area di rigore ed i raddoppi sugli esterni non arrivano mai. Giocando così, domenica sera ci fanno a fette!!

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

FERENCVAROS – FIORENTINA = 1 – 1

Passaggio del turno doveva essere e passaggio del turno è stato. Certo la partita lascia sensazioni in gran parte negative, sia per la qualità del gioco espresso e delle prestazioni di diversi singoli, sia soprattutto per l’infortunio occorso a Nico Gonzalez. Eppure i viola erano partiti bene, con alcune occasioni da rete create ed il controllo delle operazioni. L’evento che ha cambiato la storia del primo tempo e della gara è stato però l’infortunio muscolare patito dal miglior calciatore della Fiorentina che, in una serata in cui erano assenti in partenza Arthur e Bonaventura, ha determinato la perdita completa della bussola da parte dei viola. Da quel momento infatti, il Ferencvaros ha guadagnato diversi metri di campo e si è reso più volte pericoloso: solamente un Christensen in versione Batman è riuscito a sventare il vantaggio ungherese. Anche l’estremo difensore danese però non ha potuto nulla in apertura di ripresa quando una dormita collettiva ha permesso a Zachariassen di battere indisturbato in porta. Da quel momento in poi la Fiorentina ha cercato di riorganizzarsi e poggiandosi sulla personalità dei due difensori centrali Milenkovic e Ranieri e sui cambi offensivi operati da Vincenzo Italiano che ha provato finalmente qualche variazione sul tema. Basta fraseggio orizzontale, via ai lanci lunghi alla ricerca delle combinazioni aeree tra Kouame‘ (sempre più importante in questa squadra) e Nzola (incredibile non aver nemmeno centrato la porta solo davanti al portiere) ed alle incursioni di Barak che partiva dalla posizione di centrocampista centrale accanto a Lopez. È servita però una palla inattiva per trovare un pareggio meritato e decisivo per l’approdo diretto agli ottavi di finale che si disputeranno nel mese di marzo.

Adesso però si apre il problema Nico Gonzalez….con il suo infortunio muscolare che lo terrà a riposo per diverse settimane e fermo restando le scadenti prove di Ikone‘, Brekalo e Sottil, ha veramente ancora senso insistere sul 4-2-3-1? Considerando che nelle ultime gare spesso i viola sono riusciti a rimettere in piedi la situazione con due attaccanti in campo, non sarebbe preferibile passare al 4-3-1-2 con Bonaventura dietro i due attaccanti ed un centrocampo col doppio regista accanto a Duncan? La contemporanea presenza di tre centrocampisti potrebbe dare maggior copertura ad una difesa che anche in terra magiara ha dimostrato la propria fragilità (e menomale Christensen non è più quello di inizio anno), offrirebbe probabilmente soluzioni più imprevedibili con il doppio play in mezzo e premierebbe un calciatore come Kouame’ che in questo momento sembra quasi indispensabile (e questo dovrebbe far riflettere molto sulla qualità della rosa e sul mercato fatto negli ultimi anni).

E voi che ne pensate? Non potrebbe essere la gara casalinga contro il Verona l’occasione giusta per provarci?

IL BUONO

  • Ranieri: sarà perché al ragazzo ci ho sempre creduto fin dalla primavera, sarà perché al momento è oggettivamente insostituibile, sarà perché dimostra in ogni momento il proprio attaccamento alla maglia, ma io sogno che Luca Ranieri possa diventare una vera e propria bandiera viola. Anche ieri sera, è stato tra i pochissimi a mantenere concentrazione e lucidità per tutti i 90 minuti, ad essere sempre pronto ad attaccare la palla ed anticipare gli attaccanti, a fare ripartire l’azione. Le ciliegine del gol del pareggio e del recupero al minuto 88 dopo l’ennesima nefandezza di Ikone’, lo issano sul gradino più alto del podio. Colonna!
  • Christensen: la dimostrazione migliore di quanto sia importante lavorare duramente in settimana con i professionisti che la società mette a disposizione dei calciatori. Il gabbiano bagnato delle prime prestazioni in maglia viola, si è trasformato in un’ aquila meravigliosa. I due interventi consecutivi nel primo tempo tengono a galla la baracca e permettono di restare in partita in un momento psicologico complesso visto l’infortunio di Nico. Adesso si inizia a capire perché lo hanno preso!
  • Kouamè: un altro di quelli che non molla mai, che riesce sempre a dare una scossa, che riesce a rendersi utile in qualche modo. Anche nella gara di ieri sera, una volta entrato, ha toccato diversi palloni, è arrivato sempre primo di testa, ha aiutato Nzola ad essere più pericoloso. Con la sua presenza fisica e la sua voglia di lottare qualcosa succede sempre. Utilissimo.

IL BRUTTO

  • Brekalo: il semplice esempio di calciatore trasparente. Dopo tutti questi mesi di Firenze, ho paura davvero che, come dice il Pappagallone Reale, la parentesi ottima di Torino possa essere stato un caso. Anche ieri sera non si nota mai, non salta mai l’uomo, non accompagna mai né gli attaccanti né i centrocampisti. A che serve un esterno così?
  • Ikonè: se Brekalo è trasparente, Ikone’ lo era… adesso è diventato dannoso. Al netto dell’irritazione che mi provoca ogni volta che torna indietro e successivamente esegue un passaggio orizzontale, ieri sera ha pure rischiato di farci perdere la partita quando ha avuto la meravigliosa idea di regalare la palla agli avversari a pochi minuti dal termine scatenandoli in contropiede. I bonus sono finiti da un pezzo. Con Nico rotto possiamo cambiare modulo?
  • Nzola: certo Beltran non ha brillato, ma non riuscire a centrare nemmeno la porta da solo davanti al portiere con la palla che rimbalza è opera solo di un artista ed il suo nome è Mbala. A gennaio sul mercato capiremo quali siano (sempre che ci siano) le ambizioni della società!

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

CUCARICKI – FIORENTINA = 0 – 1

Se la gara di andata era stata poco più che una passeggiata, quella di ieri sera ha assomigliato più ad una di quelle sedute di scarico in cui la squadra titolare allena il possesso palla facendo un pò di attacco contro difesa cercando di non forzare né dal punto di vista tecnico né da quello atletico. Se qualcuno come me si aspettava che le cosiddette seconde linee avessero voglia di dimostrare qualcosa di importante per mettere in difficoltà il mister, è certamente rimasto deluso. A parte Pierozzi che è stato molto impreciso e confusionario ma almeno ha dimostrato voglia ed attaccamento correndo a perdifiato per tutta la gara, gli altri sono stati trasparenti. A partire dal portiere Christensen che con i piedi ha difficilmente tenuto la palla in campo ma con le mani ha fatto peggio come in occasione della mancata presa alta che ci stava per condannare a subire una rete, per proseguire con Ikoné che con le doti tecniche in suo possesso avrebbe dovuto far vedere i sorci verdi alla difesa avversaria permettendo alla Fiorentina di migliorare sensibilmente la propria differenza reti, per concludere con Sottil e Mandragora che hanno dato ancora una volta dimostrazione di come l’apporto alle sorti della squadra sia pressoché nullo per l’evanescenza delle proprie giocate da una parte e l’insipienza del proprio palleggio nell’altra. Se ad esempio paragoniamo la prova di questi calciatori con quella di Parisi o Ranieri, riusciamo a comprendere bene le nuove gerarchie che si stanno delineando tra i ragazzi in maglia viola.

Un discorso a parte meritano invece due calciatori annodati dallo stesso filo, Maxime Lopez e Nzola. Certamente il più chiacchierato è l’attaccante ex Spezia che fino ad oggi è stato ampiamente sotto il suo standard di rendimento. Dopo la gara di ieri però è anche arrivato il momento di porsi delle domande relativamente alle condizioni tattiche in cui sta giocando. Mi sbaglio o quando Nzola ci ha fatto a fette militando nello Spezia veniva servito in profondità con verticalizzazioni rapide? Mi sbaglio o con quella maglia oltre a segnare diverse reti riusciva a spizzare e servire i propri compagni di reparto (e sto parlando di Agudelo e Verde, non di Messi) che lo accompagnavano sfruttando le seconde palle contese dall’attaccante? Quante volte ad esempio nella gara di ieri è stato servito in quel modo? Una….e cosa è successo in quell’occasione? Abbiamo guadagnato il rigore che ci ha permesso di vincere la partita!

Discorso simile merita Maxime Lopez: il centrocampista ex Sassuolo è stato allievo di De Zerbi prima e Dionisi poi, allenatori che come Italiano mirano al bel gioco ma anche alla concretezza grazie alla quale si possono vincere le gare segnando un gol più dell’avversario. Ma per riuscire in questa impresa come si deve muovere la palla? Rapidamente e spesso in verticale per punire gli errori di posizionamento delle difese avversarie come infatti riusciva a fare in terra emiliana il piccolo calciatore in maglia viola. Il problema è che la capacità di verticalizzare e di muovere la palla rapidamente sembra essere svanita sull’A1! Il dubbio che però non sia solo farina del suo sacco mi sorge quando noto che lo stesso atteggiamento lo sta avendo anche il titolare del ruolo, cioè Arthur Melo che continua a dominare in fase di possesso palla senza mai trovare uno sbocco tra le linee avversarie…..Vincenzo proviamo a trovare un rimedio?

Intanto domenica contro il Bologna affrontiamo una squadra che gioca bene, ma che lascia anche giocare: dopo le ultime tre sconfitte consecutive senza segnare nemmeno una rete, il riscatto è d’obbligo!

IL BUONO

    • Il gol di Nzola: penso sinceramente sia stato uno dei rigori più brutti che abbia mai visto ma spero che possa essere quella scintilla che ci permette di recuperare un attaccante che non è certamente un fenomeno ma che è molto meglio di quello che abbiamo visto finora. Forza Mbala abbiamo bisogno del vero Nzola! 

    • Il primo posto solitario nel girone: con il pareggio tra Genk e Ferencvaros, la Fiorentina si issa al comando ed adesso potrà gestire le ultime due partite in cui potrebbe bastare non perdere. Non so se i viola saranno in grado di farlo, ma col gioco orizzontale che abbiamo, certamente addormentare la gara è nelle nostre corde. Manteniamo la leadership! 

IL BRUTTO

    • Il ritmo: la Fiorentina di Vincenzo Italiano ci ha abituato negli anni a giocare quasi sempre a ritmi forsennati, con un possesso palla basato sulla circolazione veloce della palla e la volontà di imporre il proprio gioco indipendentemente dall’avversario. Ieri sera tutto il contrario!

    • L’approccio del secondo tempo: contro una delle squadre più scarse tra quelle che partecipano alle coppe europee, è inaccettabile rischiare di prendere due reti in cinque minuti perché si esce dagli spogliatoi senza testa. Sveglia che domenica si gioca contro una delle squadre più in forma del campionato! 

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Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – FERENCVAROS = 2 – 2

Una gara dai due volti come spesso accaduto alla Fiorentina in questa stagione. Se però i viola ci avevano abituato ad approcciare bene le partite per poi gestire o crollare nella ripresa, contro il Ferencvaros è successo esattamente l’opposto. Dopo 60 minuti horror, da incubo, i ragazzi di Vincenzo Italiano, una volta schierati i migliori, hanno recuperato i due gol di svantaggio ed hanno anche sfiorato ripetutamente la vittoria con un’ultima mezz’ora da urlo.

Diciamolo subito, questa Fiorentina così com’è stata costruita dalla società in estate non sembra avere una rosa abbastanza competitiva per giocare al massimo le quattro manifestazioni che dovrà affrontare. Il giusto turnover che Vincenzo Italiano ha dovuto effettuare ieri in vista della trasferta di Napoli, ha messo ancora una volta in luce tutti i limiti di una squadra che ha gli uomini contati in difesa, manca di fisicità nel mezzo, dipende follemente da Nico Gonzalez davanti. Certo è che la squadra deve anche cambiare atteggiamento in Europa: se davvero vogliamo arrivare nuovamente in fondo, non possiamo dimenticare che dopo la finale dello scorso anno gli avversari ci guardano con occhio diverso schierando sempre i migliori undici perché conoscono la forza della Fiorentina. Ecco che anche l’approccio alla manifestazione dei viola deve essere sempre massimale altrimenti si rischiano brutte figure! Non è possibile mettere in campo giocatori che non camminano per un infortunio non ancora smaltito (Biraghi) soprattutto se nella propria zona di campo schieriamo il peggior esterno della rosa (Sottil) ed il centrocampista più sopravvalutato a Firenze e non solo (Mandragora). La catena di sinistra schierata da Vincenzo Italiano per l’intero primo tempo era da vietare ai minori di 18 anni perché oscena! Ed in Europa non si può nemmeno pensare di giocare con una formazione che ricordava più la banda bassotti che una squadra di atleti: abbiamo tolto contemporaneamente i centimetri di Milenkovic, i muscoli di Duncan e gli alettoni di Nzola, un pò troppo per pensare di non andare sotto in ogni scontro fisico. Tutto ciò è poi svanito quando finalmente sono entrati in campo i calciatori che ad oggi sono imprescindibili: il motorino sempre acceso di Parisi, le geometrie di Arthur, l’argento vivo di Kouamè, la freddezza sotto porta di Barak. Da quel momento in poi, gli ungheresi non sono più esistiti e, se solo fosse stato valido il gol di Nico al 78°, probabilmente adesso staremmo parlando della rimonta perfetta!

Resta il punto interrogativo che campeggia sulla testa di Beltran: ieri sera non l’ha mai toccata, è sembrato nuovamente avulso dalla manovra. Anche se giocare con la squadra del primo tempo era oggettivamente quasi impossibile, anche nella ripresa è rimasto inerte e senza lampi e questo non ce lo possiamo permettere. Adesso andiamo a Napoli nella speranza che i partenopei siano più brutti di quelli visti in Champions contro il Real ed i viola migliori di quelli incitati fino al novantesimo ieri sera.

IL BUONO

  • Parisi: sarà stato certamente anche per l’infortunio non del tutto smaltito da Biraghi, ma la differenza di prestazione è stata imbarazzante. L’ex Empoli, che secondo me dovrebbe già essere nel giro della nazionale, oltre a servire l’assist per Barak, gioca decine di palloni quasi mai banali, offre sempre un aiuto ai compagni in possesso di palla, è veloce di testa a leggere le situazioni. Al momento il titolare della fascia sinistra deve essere lui!
  • Nico Gonzalez: se non fosse stato per il fuorigioco millimetrico di Kouamè, staremmo parlando di un’altra rete segnata. Mostra una continuità di rendimento impressionante, nel primo tempo torna fino a Ranieri pur di giocare una palla poi nell’ultima mezz’ora sfiora la rete almeno tre volte. Totem assoluto.
  • Kayode: se a sinistra Parisi cresce a vista d’occhio, a destra il giovane viola è ormai una certezza assoluta. Se alcuni avevano conosciuto solamente le doti offensive del giovane terzino, anche ieri sera salva un gol nel primo tempo con una chiusura difensiva clamorosa. Box to box!
  • Barak e Ikonè: il loro ingresso imprime la svolta definitiva alla gara. La Fiorentina aveva già guadagnato metri e alzato i ritmi del gioco, ma i centimetri di Barak e le qualità tecniche di Ikonè hanno fatto definitivamente saltare il banco. Il loro recupero permette a Vincenzo Italiano di provare a gestire in maniera diversa anche le forze dei due giocatori più importanti della rosa, Gonzalez e Bonaventura, senza la cui genialità spesso la luce resta spenta. Reti dal peso specifico enorme!

IL BRUTTO

  • Lopez – Mandragora: la coppia di centrocampisti centrali proposta da Vincenzo Italiano non ha funzionato per niente. Il primo ha vagato spaesato per il campo in cerca di una buona idea che però purtroppo non è mai arrivata, il secondo resta per me un enigma. Un giocatore che non solo non eccelle in niente, ma che ultimamente manca anche di corsa, grinta ed inserimenti offensivi. Resto dell’idea che, nella situazione emergenziale che abbiamo in difesa, Mandragora potrebbe essere provato da centrale di sinistra visto che ha fisicità, senso della posizione, discreta capacità di lettura ed un sinistro piuttosto educato. E voi che ne pensate?
  • Biraghi: schierato non si sa bene perché in condizioni fisiche precarie, viene scherzato in occasione del primo gol e non solo. Non si sovrappone quasi mai, non tiene la marcatura, non contrasta. Vincenzo che ti è venuto in mente?
  • Sottil: poiché cerco sempre di non essere prevenuto nei confronti dei calciatori, ieri ho fatto un piccolo sondaggio nel parterre di Fiesole e su 9 intervistati, nessuno ha più fiducia nell’esterno viola. Quanto a me, cito Luciano Ligabue: Ho perso le parole!

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

GENK – FIORENTINA = 2 – 2

È stata una partita molto spezzettata, non bella tecnicamente ma piena di emozioni, ribaltamenti di fronte, errori marchiani. Errori difensivi, come nell’occasione delle quattro reti segnate tutte sullo sviluppo di una palla inattiva, ma anche offensivi visto che se i viola fossero stati in grado di mettere a segno il terzo gol con Milenkovic o soprattutto Nzola (un attaccante non può fallire un’occasione del genere a due metri dalla porta!!!), il successo esterno sarebbe stato centrato.
Italiano ha cambiato tanto rispetto all’Atalanta e quasi tutti nuovi impiegati hanno risposto presente. Da Kayode, finalmente tornato titolare a destra dopo la vittoria di Genova, ad Arthur nuovamente fulcro del gioco fino a Beltran che continua a mostrare doti tecniche fuori dal comune anche nella protezione della palla pur non venendo praticamente mai servito a dovere. Discorso a parte merita invece il portiere danese Christensen che continua a lasciare molti dubbi, così come Mandragora impiegato al posto dell’infortunato Bonaventura anziché il giovane Infantino. Certo è che la Fiorentina, dopo aver avuto più volte la palla per vincere la partita, ha addirittura rischiato di tornare a casa con un pugno di mosche in mano: se solo il tiro finale fosse finito in porta anziché sul palo, adesso sarebbero certamente ripartiti i processi a Vincenzo Italiano. Il pareggio esterno può dunque considerarsi un bicchiere mezzo pieno se ricordiamo l’inizio della scorsa Conference League, ma le 12 reti subite in 7 partite sono troppe per avere velleità di grandezza.

Da oggi è già tempo di tornare a pensare al campionato vista la mai banale (per tanti motivi) trasferta di Udine nella speranza che le condizioni di Nico Gonzales, uscito ieri per infortunio, non siano gravi: sarebbe un colpo mortale alle ambizioni viola!

IL BUONO

  • Ranieri: quando il calcio racconta una favola. Il calciatore più umile della rosa, quello che si è veramente guadagnato tutto da solo, quello che lo scorso anno società e mister non hanno nemmeno reputato meritevole di fare il ritiro con la squadra, sceglie un palcoscenico europeo per fare il primo gol, anzi esagera con una doppietta, un assist al bacio per Milenkovic dopo aver saltato con un tunnel il diretto avversario e diverse chiusure ottime. Enorme!
  • Kayode: all’esordio in Europa dimostra di non avere paura. In fase offensiva spinge meno del solito, ma difensivamente appare molto cresciuto. Attento, applicato, chiude benissimo diverse diagonali difensive mantenendo sempre alta l’attenzione e la concentrazione. Altro esame superato!
  • Nico Gonzales: non ha giocato certo una partita indimenticabile, ma nonostante la condizione atletica non scintillante, salta avversari a ripetizione e dimostra la propria leadership in ripiegamenti difensivi sempre preziosi. Quando resta a terra infortunato tutta Firenze trattiene il fiato. Leader riconosciuto.

IL BRUTTO

  • Christensen: se nelle ultime settimane abbiamo riempito di critiche il buon Terracciano, stavolta dobbiamo purtroppo fare la stessa cosa con il danese. In uscita regala brividi a tutti i tifosi viola, non è mai sicuro in presa bassa, gioca peggio del solito anche con i piedi. Sul Corner Viola avevamo detto in tempi antichi che il problema del portiere andava risolto alla radice, ma purtroppo così non è stato. Sarà un’altra stagione di passione!
  • Nzola: capisco che non sia in forma, che magari stia soffrendo l’adattamento ad una nuova squadra, che forse psicologicamente senta la pressione ma la rete che sbaglia di testa da due metri grida vendetta. Stavolta non regge nemmeno la scusa dei palloni giocabili.
  • Duncan: dispiace tantissimo inserirlo tra i peggiori in campo e certamente il nostro amico Wwayne non sarà d’accordo, ma l’errore commesso sul gol del definitivo pareggio del Genk è imperdonabile. Fino ad allora era apparso tra i migliori unendo dinamismo e sagacia tattica in un centrocampo senza il faro Bonaventura. Resta comunque centrale nel progetto tattico viola, anche se certe disattenzioni sono troppo gravi per passare sotto silenzio. Dai Alfred io ci credo!

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

RAPID VIENNA – FIORENTINA = 1 – 0

Un bel bagno d’umiltà, questo rappresenta la sconfitta della Fiorentina in terra austriaca conto il Rapid Vienna. La prova dei ragazzi di Vincenzo Italiano riporta sulla terra tutti coloro i quali avevano fatto voli pindarici dopo la splendida vittoria di Genova e mette a nudo le deficienze viola. Innanzitutto la diversa condizione atletica con cui le due squadre sono arrivate alla gara: da una parte il Rapid reattivo, tosto, veloce, in grado di arrivare sempre per primo sulla palla, dall’altra una Fiorentina compassata, nervosa, quasi sorpresa dal ritmo austriaco, incapace di saltare l’uomo per creare la superiorità numerica e troppo spesso costretta al fraseggio orizzontale che ben conosciamo dalla scorsa stagione. Un fraseggio che però ha trovato interpreti non all’altezza del ruolo, Terracciano su tutti, che con i suoi rinvii sbilenchi ha infiammato il pressing avversario ed il caldissimo pubblico di casa. Una manovra che è sembrata tutto un tratto tornare statica e lenta, senza guizzi, animata solamente dal talento di Arthur e Nico Gonzalez che sono stati in grado di creare qualche grattacapo agli avversari fin dalla prima frazione. Dopo l’ingenuo fallo da rigore di Mandragora (com’è possibile commettere errori del genere nell’epoca del VAR?), i viola hanno affrontato la seconda frazione con un altro piglio ma è stato necessario attendere il tardivo ingresso in campo di Infantino e Beltran per vedere i viola finalmente calciare verso la porta avversaria. Purtroppo Vincenzo Italiano, perfetto nella preparazione e nella gestione del trionfo di Marassi, è sembrato un altro ieri sera, e con lui la squadra: sorpresi dal ritmo forsennato degli austriaci, restii al cambiamento (perché non retrocedere Bonaventura sulla linea dei centrocampisti accanto a Mandragora ed Arthur visto che la squadra era in sofferenza?) e tardivo nelle sostituzioni. Posso concordare con il mister che quella di ieri non fosse una partita da forzare con le due punte, soprattutto visto il gap atletico tra le compagini, ma la differenza di brillantezza tra Infantino e Beltran rispetto a tutti gli altri è stata clamorosa! Del resto i due argentini sono nel pieno della loro stagione ed allora perché aspettare 80 minuti?  
Tra una settimana dunque la Fiorentina è già messa di fronte alla prima partita dentro o fuori con la consapevolezza di avere i mezzi tecnici per superare il turno: certo servirà un’altra brillantezza ed interpreti più bravi a giocarsi l’uno contro uno palla a terra nel traffico, come Beltran anziché un attaccante di posizione come Nzola. Intanto col Lecce domenica i viola cercheranno di mantenere la classifica a punteggio pieno, ma giovedì non si potrà assolutamente sbagliare!

IL BUONO

  • Ranieri: come ormai troppo spesso, il difensore centrale viola è nettamente il migliore in campo. Sicuro, aggressivo, concentrato, ha ormai conquistato la fiducia dei compagni che gli affidano anche tantissimi palloni da giocare. Unico neo, quello che ci è probabilmente costato il gol in finale di Europa League, i crampi che arrivano sempre prima del termine della gara. Probabilmente le sue non eccelse doti atletiche richiedono di giocare sempre oltre il limite per limitare i pochi centimetri e chili e questo alla lunga si paga. Comunque il migliore. 
  • Nico Gonzalez: nel deserto viola di ieri sera si danna l’anima, cerca di accendere la luce e guadagna tantissimi calci piazzati che avrebbero dovuto avere miglior sorte. Capisce prima degli altri che l’unica arma a disposizione della Fiorentina è il suo uno contro uno e non si tira indietro. L’anima viola.
  • Arthur: pur non essendo quello di Genova, anche per la pochezza delle prestazioni dei compagni, riesce comunque a farsi apprezzare. Non perde un pallone, mette sempre ordine, arriva addirittura a farsi dare la palla da Terracciano per cercare di prendere per mano la squadra. Oltre a tutto ciò, recupera tantissimi palloni ed in fase di interdizione recita anche il ruolo del mediano. Speriamo duri!  

IL BRUTTO

  • Terracciano: semplicemente imbarazzante. Basta con la storia che Pietro gioca bene con i piedi, basta con la storia che possa fare il titolare in una squadra con ambizione. In sede di bilancio della scorsa stagione, al Corner Viola avevamo segnalato come priorità del mercato dovesse essere un portiere affidabile che aiutasse la squadra a guadagnare punti ed invece…… Resta un eterno 12.
  • Mandragora: la Conference League non è proprio la sua manifestazione. Dopo il gol fallito in finale, lo stupido ed eclatante fallo da rigore di ieri sera sommato ad una prova incolore. Sarà per la prossima (si spera).
  • Bonaventura: dopo la prova scintillante di Genova, il buon Jack gioca una partita trasparente. Sempre in ritardo, stranamente falloso e nervoso, guadagna uno stupido cartellino giallo alla mezz’ora per una protesta plateale. Visibilmente in giornata no, si meriterebbe di essere sostituito ben prima, ma probabilmente Italiano spera in una sua invenzione che purtroppo non arriva. Domenica a riposo, please.
  • Nzola: che lo stato di forma non fosse dei migliori lo avevamo già visto a Genova, ma anche per sbaglio una volta un cross lo si può anche sfiorare! Sempre in ritardo sia per andare a fare la sponda, sia in area di rigore, risulta invisibile ed inutile. Beltran in nemmeno un quarto d’ora fa molto più di Nzola in 80 inutili minuti. Speriamo sia solamente questione di condizione atletica.

A voi per i commenti!!

Appunti viola tra il sorteggio di Conference League e la trasferta inglese

Finalmente ci siamo, finalmente il calcio che conta! Dopo il calendario della Serie A che vedrà i viola esordire a Marassi contro il Genoa del mai dimenticato Gilardino, la Fiorentina conosce anche l’avversario dei playoff di Conference League, avversario che dovrà essere necessariamente superato per avanzare alla fase a gironi, nella speranza di ripercorrere l’entusiasmante cavalcata dello scorso anno. Certamente poteva andare meglio ma l’urna stavolta è stata più gentile rispetto alla scorsa stagione quando i viola pescarono il Twente: la vincente tra Debrecen e Rapid Vienna (sulla carta favorita) sarà un avversario da non sottovalutare ma comunque alla portata della Fiorentina che potrà contare anche sulla gara di ritorno al Franchi. Le insidie sono principalmente quella di una condizione atletica che sulla carta sarà peggiore, visto che il campionato austriaco e quello ungherese cominciano prima della nostra Serie A, e quelle ambientali dal momento che la trasferta sarà vietata ai tifosi viola dopo i problemi della gara di semifinale dello scorso anno giocata a Basilea. Vincenzo Italiano ed i suoi ragazzi dovranno insomma sbrigarsela da soli sperando che nel frattempo la rosa a disposizione del mister sia finalmente completata da acquisti che innalzino la qualità della squadra.

Saltando invece al Torneo Sela disputato dai ragazzi dai viola a Newcastle, possiamo innanzitutto dire che la differenza tra la Fiorentina ed una squadra che milita in Champions League non è stata poi così tragica. Se contiamo che in Inghilterra il campionato è ormai alle porte, che la rosa messa a disposizione del tecnico Howe è già completa e che il budget delle due società diverge sensibilmente, la prova dei viola è da considerarsi più che sufficiente. Nella seconda prestazione, quella contro il Nizza, anche il risultato oltre che il gioco mostrato è stato confortante. In entrambe le prove si sono evidenziate alcune caratteristiche concordanti nei vari reparti: innanzitutto la difesa continua ad avere grandi difficoltà nelle ripartenze a campo aperto degli avversari e le letture degli esterni difensivi, in particolare Biraghi, sono inadeguate. Parisi si è confermato un ottimo acquisto in grado (si spera) di giocarsela alla pari con il capitano viola, mentre Kayode ha mostrato grande personalità oltre che doti fisiche fuori dal comune. In ritardo ancora Milenkovic, discreto Comuzzo, in ripresa Martinez Quarta.

In mezzo al campo le note liete sono state diverse, a partire dagli uomini di fosforo. Sia Arthur contro il Newcastle che Amatucci contro il Nizza sembrano essersi calati perfettamente nella parte dei cervelli della squadra. Sempre pronti a farsi vedere in appoggio, hanno mostrato di avere tutte le qualità per poter interpretare al meglio ciò che Vincenzo Italiano chiede loro. Arthur, oltre al tocco di palla superbo ed alla visione di gioco superiore rispetto alla media, ha mostrato anche una condizione atletica in rapida crescita riuscendo per almeno 55 minuti a tenere testa ad avversari più prestanti fisicamente e più avanti di condizione. Resto alquanto scettico sulla possibilità di giocare a due con il brasiliano che, anche al massimo della condizione, non sembra avere la gamba necessaria alla fase di interdizione in spazi larghi come richiesto in un centrocampo a due. Tale difficoltà rischia di aprire spazi enormi in cui le squadre avversarie possono trovare le verticalizzazioni che tanto male fanno alla retroguardia viola. Ecco che, dando per scontata la cessione di Amrabat, il centrocampista più adatto a giocare accanto ad Arthur è certamente Mandragora, a meno che non si voglia tornare ad un centrocampo a 3 facendo fare un bel passo indietro a Bonaventura.

In attacco infine, qualche raggio di luce mischiato a nuvoloni neri minacciosi. Cabral è in evidente stato confusionale, all’attaccante brasiliano sembra mancare serenità e tranquillità davanti al portiere tanto da fallire occasioni in serie non riuscendo nemmeno ad inquadrare la porta. Brekalo è stato come al solito impalpabile, mentre buone cose le hanno mostrate Ikonè (senza chiaramente chiedergli il gol anche se stavolta ha colpito almeno il palo), Jovic (che se solo avesse voglia di giocare sarebbe titolare fisso senza alcun dubbio) e Kouamé. Quest’ultimo contro il Nizza si è fatto apprezzare non solamente come uomo da area di rigore ma anche come assist man e la sua consueta generosità non è passata inosservata. Al netto dei possibili (speriamo probabili) nuovi innesti, dell’entusiasmo, della volontà, della disponibilità dell’attaccante ivoriano non ne farei a meno….preferisco assolutamente le sue lacune tecniche all’atteggiamento di un Sottil, all’indolenza di un Brekalo, alla fumosità di Ikoné. E’ vero che per alzare la soglia serve qualità, ma intanto non buttiamo a mare la voglia di spaccare il mondo di Kouamè.

A voi per i commenti!!