Il diario di un cassintegrato – parte diciassettesima

E’ una settimana decisamente diversa quella che sto vivendo. Finalmente tutti gli sforzi di guardare positivo, la voglia e la disponibilità di reinventarsi, l’aver smesso di piangersi addosso, sembra iniziare a pagare. Sono infatti impegnato quattro giorni al lavoro ed anche se forse sarà solo per questa settimana, è giusto guardare il bicchiere mezzo pieno e prendere il meglio da ciò che accade.

Ecco allora che, insieme a gran parte dei miei colleghi, stiamo investendo il nostro tempo e le nostre energie per organizzare delle spedizioni per le nostre affiliate sperando che sia un segno concreto di ripartenza. Nel frattempo, anche se l’Italia si avvicina a grandi passi verso la zona rossa, una piccolissima parte delle manifestazioni del nostre settore si avviano a ricominciare tra mille difficoltà e dubbi, ma intanto si inizia a rimettere in moto la macchina. Ci vorranno mesi, forse anni, per tornare alla normalità ma ormai non vale più la pena guardare a quando accadrà, ma solamente cercare di creare le condizioni affinché accada.

In mezzo a germogli di speranza, questi ultimi giorni hanno però portato un velo di tristezza sulla mia famiglia. La cara Maia, la cagnolina extraterrestre con uno straordinario attaccamento alla vita ed una forza proveniente da un altro pianeta, ci ha purtroppo lasciati.

Nel frattempo poi, i nostri bambini sono nuovamente chiusi in casa in quarantena e con la variante inglese tra l’altro i protocolli sono cambiati e si sono irrigiditi ulteriormente; saremo dunque in allegra compagnia almeno fino a dopo la metà di marzo… sempre che nel frattempo non decidano, come pare, di chiudere nuovamente tutte le scuole di ogni ordine e grado. Il danno che i bambini, i giovani ed i ragazzi in genere stanno subendo da questa situazione è inimmaginabile per coloro i quali non siano a contatto con loro quotidianamente. Stanno perdendo socialità, cultura, divertimenti, sport, conoscenza: credo che questo sia il salatissimo prezzo da pagare per le future generazioni.

In questo turbinio di emozioni e riassestamenti, la mia ricerca di aggiornamento e formazione non si ferma ed allora per questa settimana ho deciso di consigliare un corso veramente interessante che ho scoperto grazie al mio amico cassintegrato di lungo corso Leo. Lui proprio come me sta cercando di far fruttare questo periodo di forzato allontanamento dal lavoro per cercare di allargare i propri orizzonti e le proprie conoscenze in modo da restare attivo e sempre alla ricerca di possibili alternative e, proprio per questo, sta seguendo il corso che mi ha consigliato. Il futuro volge sempre più verso la digitalizzazione del lavoro sia per le persone che lavorano nel privato che per quelli che lavorano nel pubblico. Stessa cosa dicasi per titolari di negozi o venditori che grazie al web, ai siti, ai social network, all’e-commerce possono reinventare il proprio modo di lavorare anche e soprattutto in periodi come questo in cui è necessario riorganizzarsi. Poiché come vi ho raccontato non ero mai riuscito a trovare posto nei vari corsi gratuiti a cui mi ero iscritto, devo ringraziare Google perché mette a disposizione di tutti un corso di formazione ed aggiornamento sul web gratuito e che rilascia un’attestazione che può essere anche inserita nel curriculum vitae. Dopo aver iniziato a frequentare a spron battuto, le varie vicissitudini mi hanno un po’ frenato ma sono arrivato a circa un quinto del percorso formativo e dunque credo di poterne parlare a ragion veduta. Il corso è articolato su più lezioni, basta avere un account Gmail e per iscriversi si deve utilizzare questo link https://learndigital.withgoogle.com/digitaltraining/courses

Ogni argomento viene trattato in più lezioni con video di massimo 5 minuti al termine dei quali si affronta un piccolo questionario che deve essere superato per poter proseguire. I temi affrontati variano dalla costruzione di un sito all’utilizzo dei social, dalla presentazione della propria attività all’uso del linguaggio, ma a fare la differenza è il modo in cui tali tematiche vengono proposte. Si utilizzano termini alla portata di tutti spiegando il significato dei tecnicismi o delle parole inglesi. Il fatto poi di avere di fronte video brevi permette di ascoltarli nuovamente in caso di dubbi, ma anche di interrompere in ogni momento. Insomma un ottimo modo per ampliare le conoscenze, rimanere con il cervello allenato ed aggiornare il proprio modo di lavorare e di presentarsi al mondo esterno. In più è gratuito e si può fare da ogni dispositivo con il proprio account Gmail. Che chiedere di più?  

Alla prossima puntata del mio diario!!

Diario di un cassintegrato (parte sesta)

Siamo giunti al termine dell’ennesima settimana in cassa integrazione. E’ ormai passato più di un mese da quando la mannaia è caduta nuovamente sulla testa mia e di tanti miei colleghi. La turnazione lavorativa mi ha visto impegnato tre giorni su cinque, insomma niente male! L’altra faccia della medaglia però, è quella che mi ricorda che la prossima settimana non lavorerò nemmeno un’ora….vabbè dedicherò il tempo a me stesso!

Nonostante il mio percorso personale di benessere ed autostima prosegua nel migliore dei modi, a volte è veramente difficile continuare ad essere positivi ed ottimisti quando ci si guarda intorno. Nella settimana appena passata ho assistito a diverse cose che mi hanno fatto riflettere e che vorrei condividere. Una delle prime speranze che avevo quando sono entrato nuovamente in cassa integrazione, era quello di non sprecare nuovamente il mio tempo dal punto di vista professionale. Avevo lanciato l’appello, qui ed in altre sedi, affinché il periodo di forzato riposo venisse utilizzato per un aggiornamento, un miglioramento ed un arricchimento professionale grazie ad incontri, riunioni o anche solo colloqui informali. Dopo più di un mese, posso purtroppo dire che il mio messaggio è caduto nel vuoto e che dunque, ho fatto bene ad organizzarmi da solo con tutte le varie cose che sto autonomamente portando avanti. Ancora una volta è stata sprecata l’occasione per crescere, per confrontarci, per migliorare tutti attraverso lo studio ed il pensiero critico.

Se dall’orticello del mio posto di lavoro volgo il mio sguardo oltre, non posso certo dire di vedere cose migliori. Il primo accadimento che mi ha fortemente deluso è stato quello relativo alla proclamazione dello sciopero da parte dei sindacati del Pubblico Impiego. Sicuramente avranno avuto le loro buone ragioni a protestare (anche se poi il fatto che abbia aderito solamente il 4 per cento dei lavoratori dovrebbe far riflettere), ma in un momento come quello che sta attraversando l’Italia, erano proprio i lavoratori pubblici che dovevano scioperare? Certamente le ragioni della protesta avranno avuto a cuore la sorte dei meno tutelati di quel settore, ma c’è bisogno di ricordare che gli statali ed i lavoratori pubblici sono stati tra i pochissimi che in questa pandemia non hanno perso 1 euro, 1 ora di lavoro, 1 giorno di ferie? Era proprio necessario, davanti a larghi strati di popolazione che non lavorano, lavorano a singhiozzo o hanno perso gran parte del proprio reddito, far scioperare il settore che ha sofferto poco o nulla? Non credo sia stato un bel biglietto da visita per i sindacati né tantomeno per il lavoratori del pubblico impiego.

Il posto al sole però, come spesso capita, lo merita la nostra classe politica. Nel un momento in cui finalmente sembra che il Recovery Fund sia stato sbloccato, nel momento in cui ci sarebbe bisogno di chiamare a raccolta le migliori forze del paese per progettare l’Italia di domani, riecco le consuete beghe di palazzo che tanto inspirano l’antipolitica. Da una parte un governo che, dopo aver gestito decisamente bene la prima ondata del Covid19, sembra aver perso la propria spinta propulsiva ed anche la capacità di stare insieme (vedi le gaffes a ripetizione sul caso Commissario in Calabria). Dall’altra un opposizione che dice sempre tutto ed il contrario di tutto basta dare addosso al governo: prima aprire tutto, poi chiudere tutto. Prima dare del dittatore a Conte perché aveva prorogato lo stato di emergenza, poi accusarlo di non aver fatto nulla per prevenire la seconda ondata che loro dicevano non sarebbe mai arrivata. Prima fare polemica sul coprifuoco la sera del 24 Dicembre, poi accodarsi alla Chiesa che ha spostato senza fiatare la data della Messa. Ma nel mezzo, come spesso, accade si stagliano i mestieranti della politica: coloro che aspettano sempre il momento di difficoltà, per affilare le armi e tornare a colpire. Prima si vuole il rimpasto, poi quando qualcuno inizia ad aprire all’ipotesi, si chiede di più per ottenere qualcosa in più. Si pugnala il proprio paese alle spalle durante un Consiglio Europeo pur di avere visibilità e di tornare centrale nello scacchiere politico. In mezzo ad una pandemia, con tutti i soldi del Recovery Fund da spendere in arrivo, mi sembra francamente una follia tornare ancora una volta a pensare alle alchimie politiche: qui la gente non lavora, l’economia non gira, la sanità e la scuola sono al collasso!!

C’è qualcuno a cui interessa??

Nell’avvicinarsi al Natale, l’angolo del consiglio questa volta è dedicato alle famiglie. Ho parlato in questa rubrica dapprima di libri, poi di film e serie televisive, infine di interviste. Stavolta voglio consigliare un documentario in 6 puntate che ho visto insieme a tutta la famiglia su National Geographic: “Turisti curiosi con Bob e Mack”. Viaggi nel mondo di un babbo ex inviato di guerra ed un figlio che ha spesso sentito la mancanza del padre. Adatto anche ai bambini, permette di conoscere anche dei paesi come il Libano che solitamente non vengono mai citati nei documentari. Assolutamente da vedere nelle lunghe giornate casalinghe che ci aspettano nel periodo natalizio.

Alla prossima puntata!