Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – INTER = 0 – 1

Una sconfitta che mette sotto i riflettori ancora una volta tutti i limiti della Fiorentina.

Peccato perché una volta tanto, considerando gli ultimi mesi, la squadra di Vincenzo Italiano aveva approcciato perfettamente la gara dimostrando ancora una volta quanto sia importante per lo staff tecnico avere il tempo necessario per preparare al meglio le gare. Il primo quarto d’ora, considerando le forze in campo, è stato pressoché perfetto con ottime letture difensive, buone trame guidate come al solito da Arthur (festeggerò quando finalmente tornerà a giocare 90 minuti), ritmo alto. Come spesso accade però, una volta andati sotto con il gol di Lautaro Martinez (assolutamente regolare), la Fiorentina non è riuscita a portare a casa quel punto che avrebbe sinceramente meritato. Ancora una volta è stato un  rigore a condannare i viola alla sconfitta, un rigore che tra l’altro mi lascia il dubbio che sia stato decretato per compensazione visto che l’intervento da punire era quello nel primo tempo di Bastoni su Ranieri anziché quello di Sommer su Nzola.

Resta la sensazione che la squadra di Simone Inzaghi abbia gestito senza troppa difficoltà una partita che avrebbe potuto chiudere in ogni momento e che probabilmente avrebbe vinto anche se Nico Gonzalez avesse regalato ai viola il pareggio. E resta soprattutto, ancora una volta, quella sensazione di incompiutezza che ormai la Fiorentina si porta dietro dal mese di dicembre: la squadra di Italiano ha raschiato il fondo del barile delle energie ed avrebbe (avuto) bisogno di un aiuto dal mercato non tanto per rimanere in zona Champions League, traguardo del tutto irrealistico, ma anche solo per competere in Supercoppa e per continuare a lottare su tre fronti. La risposta di Vincenzo Italiano in sala stampa in merito a cosa si aspetti dal mercato è quanto di più chiaro e cristallino rispetto al lavoro di una società alla quale sembra interessare sempre meno il rettangolo di gioco e l’aspetto tecnico sportivo. Se solo si avesse un minimo di amor proprio, si dovrebbe provare imbarazzo a vedere che il tuo tecnico è addirittura costretto ad inserire Milenkovic da secondo attaccante nell’arrembaggio finale: un segno di disperazione che suonerebbe in ogni società calcistica come un campanello d’allarme ma che da noi probabilmente passerà come un tentativo di imitare quel Mourinho che spesso nei minuti finali lancia tutti i propri calciatori all’arrembaggio. Peccato, l’ennesima occasione sprecata nella storia di questa società: da Ficini a Benalouane fino a chissà quale colpo di mercato centrato nelle ultime ore di questo triste gennaio 2024, il passo è veramente breve……

IL BUONO

  • Ranieri: nella difesa composta dalla banda bassotti, è ancora una volta il più attento e pronto a reggere l’urto di attaccanti sulla carta molto più forti. Guadagnerebbe anche un rigore che solamente Aureliano non vede, prova fino all’ultimo secondo a dare coraggio e forza di volontà a tutti i propri compagni. Capitano senza fascia.
  • Faraoni: dopo il debutto con assist, ieri riesce a tenere botta contro un brutto cliente come Carlos Augusto. Se la Fiorentina riesce a contenere l’Inter sulla propria fascia, il merito è soprattutto di questo esterno arrivato dal Verona che sbaglia poco sia in fase difensiva che di impostazione. Altra prova assolutamente convincente!
  • La prestazione: la sconfitta è arrivata, ma ancora una volta la Fiorentina ha dimostrato di non mollare mai. Contro una squadra che sostituisce gli assenti a centrocampo con Asslani e Frattesi (costati più di 40 milioni in due) e Dimarco con il miglior esterno a tutta fascia del campionato scorso, i viola sono costretti a schierare Milenkovic centravanti per disperazione, sostituire per l’ennesima volta il metronomo bianconero in mezzo al campo con un altro prestito ed impiegare un calciatore di 35 anni sulla fascia per mancanza di esterni. Di che si parla?

IL BRUTTO

  • Calci di rigore: ormai la situazione sta diventando paradossale. Una volta tanto che calcia finalmente il rigorista della squadra (finora 10 su 10 dal dischetto), ne esce un’esecuzione quasi comica. Già non segniamo mai su azione in movimento, se la macchina si inceppa anche da palla ferma allora diventa impossibile. Maledizione.
  • Duncan: ancora una volta dimostra che quando non è fisicamente al top, giocare contro una squadra tra le prime in Italia diventa un supplizio. Nonostante ciò, salvate il soldato Alfred che quando esce ci tocca vedere Mandragora!!! Non mollare amico mio!!
  • Gli esterni: la tragicità della situazione in casa viola è perfettamente fotografata dalla differenza di prestazione tra Bonaventura, centrocampista offensivo di 35 anni e Ikoné, esterno di ruolo più giovane di 10 anni. L’ex Milan adattato sulla fascia, appare più brillante, più tonico, più deciso non solo nel calciare verso la porta avversaria. Mi sembra una grande scelta di calcio quella di rischiare di non accordargli il rinnovo: geniale!

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Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – BOLOGNA = 0 – 0 (5 – 4 d.c.r.)

Una sofferenza durata più di 120 minuti regala una semifinale di Coppa Italia storica alla Fiorentina: è infatti la prima volta nella storia del club gigliato che viene guadagnato l’accesso al penultimo atto della manifestazione per tre anni di fila. E sapete cosa è successo nelle ultime tre stagioni? Sapete cosa è realmente cambiato? Esattamente….avete già capito!!! Vincenzo Italiano, il vero fuoriclasse di questa squadra, il miglior colpo della gestione Commisso fino ad oggi, arrivava sulla panchina viola nell’estate del 2021 in un ambiente sfiduciato dalle stagioni precedenti, un ambiente in cui il gioco di Beppe Iachini aveva raggiunto gli obiettivi societari ma non aveva mai divertito né convinto.

In due stagioni e mezzo è avvenuta una vera a propria rivoluzione copernicana che ha coinvolto anche lo stesso mister Italiano che, dopo aver fatto giocare negli anni passati alla Fiorentina solamente un tipo di calcio fatto di possesso, dominio del gioco, spregiudicatezza, fase difensiva non propriamente inattaccabile, è finalmente cresciuto. Adesso i viola sono una compagine in grado di utilizzare più moduli, di adattarsi all’avversario, alla gara, al momento di forma dei propri calciatori. E’ indubbio che in questo momento la Fiorentina sia in difficoltà dal punto di vista numerico (società se esisti batti un colpo!!), dal punto di vista fisico (manca brillantezza e spunto, non resistenza alla fatica) ed anche tecnico (gli errori individuali sono talvolta involontariamente comici). Ecco allora che per vincere le partite deve subentrare necessariamente qualcos’altro, qualcosa che la Fiorentina ha dimostrato di avere anche ieri sera. Innanzitutto serve un’ottima organizzazione di squadra e contro il Bologna i viola sono riusciti ad imbrigliare perfettamente il gioco felsineo finché non si è cominciato a perdere i confronti diretti, poi serve tanto cuore e volontà, doti che a questa squadra non sono mai mancate: dallo splendido Ranieri al podista Kayode, dal mai domo Quarta al quasi mai impiegato Maxime Lopez, tutti hanno offerto una prova magari non eccelsa dal punto di vista tecnico ma quasi commovente per l’impegno e la dedizione. Eppoi sinceramente non dobbiamo dimenticarci la Dea bendata che sembra voler accompagnare la Fiorentina nell’ultimo periodo. Il Bologna avrebbe meritato di vincere, ma i pali, le parate di Christensen ed errori in fase di ultimo passaggio, hanno offerto ai viola l’occasione di tenere la barra dritta e la porta inviolata.

Resta dunque il passaggio del turno, il cuore mostrato e la capacità di adattarsi all’avversario. Domenica però, i viola dovranno giocare un altro tipo di gara contro l’Udinese: sarà necessario tornare a fare la partita contro una compagine che spesso aspetta l’avversario e riparte in contropiede. Ci sarà tempo per pensarci, adesso godiamoci un traguardo a suo modo storico!

IL BUONO

    • Christensen: riesce a tenere la porta imbattuta grazie anche ai legni colpiti dagli avversari, ma i miglioramenti rispetto ad inizio stagione sono straordinari. Presenza in area di rigore, personalità, rapidità ad andare in terra, capacità di coprire il primo palo. Se migliora anche con i piedi, siamo davanti ad una vera e propria metamorfosi. Savorani santo subito!

    • Ranieri: sta giocando una stagione clamorosa, addirittura migliore rispetto alla seconda metà della scorsa. Lotta, sgomita, anticipa e fa ripartire l’azione sempre con intelligenza. Sembra migliorato anche dal punto di vista della gestione del dispendio energetico. Bandiera (almeno si spera)!

    • Maxime Lopez: non ha certamente giocato una partita indimenticabile, ma la realizzazione del quinto rigore decisivo lo inserisce di diritto tra i migliori in campo. E’ sempre difficile segnare un rigore in quelle condizioni, se poi non giochi quasi mai le possibilità di sbagliare è ancora più alta. Cecchino. 

IL BRUTTO

    • Biraghi: se devo dire qualcosa a Vincenzo Italiano è in merito all’impiego continuo del capitano. Se già è in difficoltà quando riceve la palla faccia alla porta e con una relativa pressione avversaria, schierarlo addirittura sulla linea dei centrocampisti è sembrata quasi una cattiveria. Saltato e scherzato continuamente, è andato ancor più in difficoltà in fase offensiva avendo meno spazio per avanzare senza marcatura diretta. Parisi forever! 

    • Ikonè: se anche mister Vincenzo Italiano si arrende dichiarando testualmente “Ikoné è questo” perché dovrei riuscire a dire qualcosa io? Visto che la nostra società è bravissima a vendere, riusciamo nel miracolo? 

    • Barak: un altro calciatore che vive un momento di regressione tremendo. Se la scorsa stagione almeno era spesso pericoloso con gli inserimenti in area avversaria e ci ha fatto godere con gol decisivi soprattutto in Europa, quest’anno è scivolato in una nebbia fittissima da cui non riesce ad uscire. Quanto ci servirebbero i suoi gol…..

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Il buono, il brutto, il cattivo

SASSUOLO – FIORENTINA = 1 – 0

Dopo aver guadagnato 13 punti nelle ultime 5 partite, aver vinto le ultime tre con la porta imbattuta ed aver raggiunto il quarto posto in solitaria, la Fiorentina cade a Sassuolo più per demeriti propri che per meriti neroverdi. Contro una compagine che subiva reti da 26 gare consecutive in Serie A, arriva una sconfitta che ha tanti padri. Certo Bonaventura ha sbagliato il rigore che avrebbe potuto regalare ai viola almeno un pareggio, ma la formazione iniziale messa in campo da Vincenzo Italiano è completamente sbagliata mentre la società continua a fare campagna elettorale e foto agli stadi come nemmeno i giapponesi in centro a Firenze.
I viola hanno avuto un approccio alla gara tremendo (aspetto sui cui dover necessariamente lavorare visto che purtroppo non è una novità), la scelta di cominciare senza Duncan in mezzo al campo è stata scellerata quasi come quella di fare cominciare Nzola davanti anziché Beltran, ma nella ripresa fortunatamente la personalità ed il gioco ormai collaudato sono venuti fuori ed hanno permesso alla Fiorentina di chiudere il Sassuolo nella propria area di rigore. Il tutto senza contare che stavolta la direzione arbitrale ci aveva fatto un regalo grande come una casa annullando inspiegabilmente il raddoppio della compagine di Dionisi per un fuorigioco del tutto ininfluente.

Quando però i viola sono riusciti a ribaltare la gara dal punto di vista del gioco chiudendo il Sassuolo nella propria area di rigore, è accaduto quello che noi al Corner Viola raccontiamo da mesi: è mancata la qualità!! Quella qualità che, come ormai diciamo da troppo tempo, è necessaria per scardinare le difese avversarie, quella qualità che manca alla squadra viola da troppe sessioni di mercato. Anche in terra emiliana infatti, il gol del pareggio era arrivato grazie a Quarta ed il rigore era stato guadagnato da Milenkovic…..insomma ancora una volta i due difensori centrali come attaccanti più pericolosi!! Ma da quanto tempo sappiamo che questo è il problema principale della Fiorentina? Da quanto tempo sappiamo che Nico Gonzalez ne avrà ancora per un bel pò? Che Kouame’ sarebbe stato convocato in Coppa d’Africa? Che tra poco più di 24 ore la Fiorentina torna in campo per la Coppa Italia e tra meno di 10 giorni per la Supercoppa italiana? Davvero noi tifosi viola vogliamo continuare ad accapigliarci per le prossime elezioni amministrative e per lo stadio? Ma chiedere finalmente conto delle proprie azioni alla società? Chiede a Joe Barone, Pradè, Burdisso ed in primis a Commisso di fare calcio?

Ed uno scatto d’orgoglio come tifosi invece lo avremo mai? Ieri siamo andati in più di 6000 a Reggio Emilia a sostenere una squadra che sta facendo miracoli, ben più di ciò che è nelle proprie possibilità, ma ci siamo andati per continuare a sognare un posto in Champions League oppure un plastico del nuovo stadio?? Certo se non alziamo mai la testa, avranno buon gioco i padroni del vaporetto…..

Martedì alle 21,00 i viola scenderanno di nuovo in campo al Franchi contro il Bologna per continuare la corsa in Coppa Italia: le forze saranno le stesse, speriamo che approccio e sviluppo della gara siano decisamente diversi!!

IL BUONO

  • Duncan : quando entra in campo la Fiorentina si trasforma e la partita gira completamente. Sradica decine di palloni ai centrocampisti neroverdi e li rigioca con giudizio sfiorando anche il gol con un gran tiro che colpisce la traversa. Mandragora è imbarazzante, ma Duncan è diventato un giocatore imprescindibile!
  • Beltran: è vero che il paragone con Nzola in questo momento è impietoso, ma l’argentino dà sempre l’impressione di poter inventare qualcosa di importante. Riesce ad essere più coinvolto del solito nel gioco viola e sfiora il gol quando Ferrari respinge il suo tiro sulla linea di porta. Non sarà una prima punta, ma almeno con lui in campo qualcosa succede!

IL BRUTTO

  • Il primo tempo: dopo la gara con il Parma, il Torino, il Bologna, il Verona, ancora una volta i viola giocano una prima frazione orrenda in cui non riescono mai ad avere il controllo del gioco né a tirare in porta. Urge correre ai ripari.
  • Nzola: questo non è il centravanti che con la maglia dello Spezia ci ha messo in croce più volte. Psicologicamente fragile, impaurito, mai nel vivo del gioco, tecnicamente imbarazzante. E’ vero che ha dimostrato attaccamento scegliendo di non andare in Coppa d’Africa, ma serve di più, molto di più! Dov’è finito l’attaccante che faceva a sportellate con tutti senza paura?
  • Brekalo: partiamo dal presupposto che io avrei iniziato con Parisi alto a sinistra perché un calciatore che è già sul piede di partenza non fà mai la differenza, ma tra non fare la differenza ed essere invisibile comunque ce ne passa. E noi siamo quarti con Brekalo ed Ikonè sugli esterni e c’è gente che vorrebbe esonerare Italiano?
  • Kayode: dispiace per il giovane talento viola, ma ormai gli errori sono troppi. In occasione del gol del Sassuolo sbaglia completamente il posizionamento del corpo facendosi trovare frontale e facendosi infilare da un triangolo molto leggibile. Devi crescere, ma noi tutti ci crediamo!
  • Bonaventura: il rettore del centrocampo viola stavolta commette l’errore che determina la sconfitta viola. Nel mezzo di una gara fatta più da ombre che da luci, calcia un brutto rigore a mezz’altezza che Consigli ha vita facile a neutralizzare. Dai Jack che la Fiorentina ha bisogno di te!

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Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – SALERNITANA = 3 – 0

Immaginiamo un attimo di tornare a scuola e di vedersi assegnata una traccia per scrivere un tema, uno di quelli che, dopo alcuni voti poco buoni, non possiamo proprio sbagliare. Ecco allora che cerchiamo dapprima un’idea, poi iniziamo a strutturarla in modo da trovare un’apertura che faccia da introduzione. Fatto questo, tocca al cuore del tema, all’approfondimento della nostra idea, la parte in cui riusciamo a spiegare a tutti cosa vogliamo dire, quali sono gli obiettivi della nostra idea e come vogliamo raggiungere tali obiettivi. Una volta sviscerato l’argomento, andiamo verso la conclusione nella speranza che il risultato ottenuto possa aiutarci a superare il brutto momento vissuto con gli ultimi voti.

La Fiorentina ieri, nella gara interna contro la Salernitana, ha scritto il tema perfetto: l’idea di calcio di Vincenzo Italiano è stata finalmente interpretata alla perfezione, con ottime trame di gioco, ritmi a tratti forsennati, verticalizzazioni precise che hanno tagliato a fette la difesa granata. L’introduzione del tema è stato decisivo, dal momento che dopo poco più di tre minuti uno dei migliori in campo, Arthur, è stato atterrato in area nettamente da Pirola e Beltran, dopo aver dovuto sottrarre la palla al capitano, ha calciato in modo perfetto il rigore con cui finalmente è riuscito a sbloccarsi anche in campionato. Nonostante il vantaggio sia arrivato molto presto, i viola non hanno tolto il piede dall’acceleratore e, complice anche la pochezza tecnica degli avversari, hanno disegnato calcio di pregevole fattura arrivando più volte al tiro mettendo in mostra anche individualità pregevoli. Chiaramente però, chiamandosi Fiorentina, non poteva mancare il brivido in occasione della dormita difensiva che ha permesso ai campani di colpire una traversa, ma poi la rete di Bonaventura, nostro totem indiscusso, ha chiuso i giochi nel migliore dei modi permettendo ai viola di scavalcare nuovamente in classifica il Bologna.

Una vittoria a tutto tondo quella di ieri giunta al termine di una partita in cui si è vista nuovamente l’idea di gioco del mister, in cui finalmente il numero 9 argentino Beltran si è sbloccato ed ha messo in mostra numeri non scontati ed in cui soprattutto non ci sono stati infortuni che avrebbero reso difficile un periodo in cui i viola giocheranno tantissime gare ravvicinate. Si torna infatti in campo mercoledì al Franchi contro il Parma per la Coppa Italia: ci aspettiamo continuità di prestazione e di risultato!     

IL BUONO

  • Bonaventura: vive la sua miglior stagione realizzativa della carriera timbrando il cartellino con una continuità impressionante. La speranza è che riesca a non fermarsi sia per le fortune della nostra amata Fiorentina, sia perché la convocazione agli Europei sarebbe il giusto premio per un calciatore per anni sottovalutato nonostante le prestazioni sempre in linea con le grandi qualità. Il nostro faro.
  • Duncan: mentre da più parti si incensa giustamente l’esperimento del doppio regista con Arthur e Maxime Lopez, troppe volte si continua a sottovalutare la stagione che sta disputando il nostro Alfredino. Anche ieri ha unito con continuità la qualità e la quantità necessaria alla Fiorentina per imporre il proprio gioco, il tutto a ritmi sempre sostenuti. Ma il rinnovo a Duncan quando lo facciamo?
  • Arthur: dopo alcune prove opache, torna a guidare per mano la squadra come ad inizio stagione. Nella gara contro la Salernitana spacca in due la contesa conquistandosi il rigore che apre le danze dopo poco più di tre minuti. Gioca su alti livelli con continuità e visione di gioco associata a brillantezza atletica. In un momento così denso di gare, il miglior Arthur serve come il pane!

IL BRUTTO

  • Sottil: una volta tanto avrei voluto lasciare bianca questa casella, ma il pomata ha deciso di fare la cosa più stupida e sbagliata possibile. Dopo alcune stagioni di nulla, decine di gare in cui ci si aspettava un’esplosione che non arrivava mai, un rinnovo di contratto assolutamente incomprensibile, una pazienza infinita considerando l’indecenza delle prestazioni, il fenomeno venuto da un universo parallelo prima segna un gol assolutamente meraviglioso, poi ha la geniale idea di zittire il pubblico….. Diciamo che già prima di questa esultanza non eri nell’Olimpo dei miei calciatori preferiti, adesso conterò i giorni che ci separano dalla tua sperata cessione. Indecente.

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Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – BOLOGNA = 2 – 1

Allora si può vincere una partita senza per forza dominare in lungo ed in largo la partita! Si può vincere avendo finalmente un avversario che ha il 61% di possesso palla contro il 39%, si può vincere una partita sporca cambiando continuamente interpreti e posizioni difensive per arginare gli altri! Finalmente… finalmente… finalmente!! Finalmente un allenatore reattivo, che a fine primo tempo fa due mosse azzeccate, che non pensa solamente a telecomandare i propri calciatori, ma che interviene in tempo reale anche rimescolando le carte come ad esempio cambiando le posizioni in campo degli interpreti. Questa, indipendentemente dalla vittoria, è la risposta a tutti quelli (me compreso) che hanno invocato per settimane una maggiore flessibilità a Vincenzo Italiano, che hanno chiesto un altro modo di giocare, un diverso modo di difendersi e di reagire alle difficoltà.

Intendiamoci subito, i viola non sono stati scintillanti, non hanno disegnato calcio, non hanno rubato l’occhio, ma hanno finalmente portato a casa una partita difficile e combattuta, piena di episodi (arbitrali e non solo), costellata da interpretazioni diverse delle due panchine che si sono sfidate senza esclusioni di colpi. Vincenzo Italiano, dopo un primo tempo piuttosto difficile, ha nuovamente bocciato il centravanti che lui ha scelto questa estate dimostrando quel protagonismo e quel coraggio che attendevamo da settimane. Ha inserito Kouamè che con il suo entusiasmo, la sua voglia di lottare, il suo “casino” (scusate il termine non proprio tecnico), ha squadernato una partita in cui ancora una volta la Fiorentina non riusciva ad essere ficcante quando ripartita, ed ha scommesso sulle doti tecniche e sulla velocità di Ikoné che, oltre ad avere avuto il merito del calcio di rigore, è riuscito ad allungare la squadra permettendo ai propri compagni di guadagnare metri di campo velocemente. Certo anche stavolta la difesa ha ballato tanto davanti ad una squadra che ha dato continuamente l’impressione di poter far male grazie a Zirkzee un attaccante tra i più interessanti del campionato che, oltre ad essere bravo, viene servito con continuità, ma soprattutto con i tempi ed i modi giusti. Una volta tanto però, gli errori marchiani di Parisi e di Martinez Quarta non sono costati punti in classifica, sarebbe stata una mazzata clamorosa per il morale. Bellissimo infine il confronto tra due tra i tecnici più preparati, innovativi, entusiasmanti dell’ultima generazione: dopo aver visto l’abominio dell’interpretazione calcistica di Max Allegri, ammirare il calcio di Thiago Motta è stata una splendida boccata d’aria da respirare a pieni polmoni.

IL BUONO

  • Bonaventura: gira e rigira le questioni sono sempre le solite. La Fiorentina con o senza Jack è una squadra completamente diversa… anche contro il Bologna spacca in due la partita con un gol bellissimo e delizia la platea ed i propri compagni con giocate d’alta scuola. Indispensabile.
  • Kouamè: in una squadra in cui il ritmo della squadra è spesso il solito, l’attaccante ex Genoa è un lampo nel buio. Lotta, sgomita, si butta su tutti i palloni. Certo non avrà le qualità tecniche di Beltran, né la capacità di difendere la palla di Nzola, ma almeno è vivo. Sottovalutato.
  • Duncan: di fronte ad uno dei centrocampisti più sponsorizzati della Serie A (Freuler), il nostro Alfred dimostra di non avere niente da invidiare salendo di livello col passare dei minuti. Nella ripresa prende in mano il centrocampo e macina palloni su palloni riuscendo a far ripartire l’azione offensiva con continuità e qualità. Tra lui e Mandragora è come mangiare e stare a guardare.
  • Terracciano: dopo le grandissime prestazioni di Udine e Roma, si ripete in una gara in cui però ha avuto meno occasioni per mettersi in mostra. Sempre presente, attento e deciso, stavolta almeno un punto è di San Pietro. Avanti così!

IL BRUTTO

  • Martinez Quarta: in una stagione in cui era sembrato tornare sui livelli della prima stagione in viola, stavolta ne azzecca veramente poche giocando una gara disattenta in marcatura che lo vede andare spesso a vuoto in anticipo. Si rifiuta ancora una volta di giocare sul lato destro costringendo mister Italiano a far ruotare più volte gli uomini nella disposizione difensiva. Speriamo dopo la sosta torni il Quarta dell’inizio di stagione!
  • Parisi: dopo l’errore individuale contro la Juventus, ricasca nuovamente in errori clamorosi. Il più grave è quello in occasione del rigore per il Bologna, ma oltre al fallo di mano in area di rigore, l’ex Empoli aveva regalato anche la punizione perdendo un pallone sanguinoso. Con il rientro di Kayode, potrà finalmente tornare a calpestare le zolle preferite.

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – CAGLIARI = 3 – 0

Una vittoria netta, chiara, convincente che proietta la Fiorentina al terzo posto in classifica in coabitazione con compagini che sono partite con ambizioni da Champions League. La gara di ieri sera ha alcuni punti di contatto con quella di Frosinone, ma anche differenze sostanziali: il primo tempo disputato dai viola contro il Cagliari è stato bellissimo come quello giocato in terra ciociara, ma stavolta non è mancata la sostanza. La ripresa poi, è stata tutta un’altra storia perché contro i ragazzi di Di Francesco Bonaventura e soci erano andati in apnea concedendo il pareggio e rischiando anche di perdere la contesa, mentre ieri sera la gestione dei tempi di gioco e del possesso palla è stato perfetto tanto che Terracciano è rimasto finalmente imbattuto ed Italiano è riuscito anche a ruotare i calciatori in vista dei prossimi impegni. Nella ripresa infatti, la Fiorentina ha dato la netta sensazione di gestire le proprie forze grazie anche all’oggettiva superiorità nei confronti di un Cagliari apparso debole e quasi arrendevole.

Il mister viola aveva deciso di concedere ancora fiducia alla coppia centrale Milenkovic Quarta, di continuare con Duncan accanto a Arthur Melo e di concedere stavolta la maglia da titolare davanti a Lucas Beltran, apparso più dentro al gioco della Fiorentina anche se troppo spesso servito con tempi sbagliati rispetto ai giusti movimenti effettuati. L’attaccante argentino, che continuo a considerare una seconda punta, è un trottolino in continuo movimento, capace di farsi trovare sempre smarcato ma se servito spalle alla porta trova difficoltà al momento difficilmente superabili. Resta la sensazione di una squadra in crescita sia dal punto di vista atletico che tattico, con due terzini come Parisi e Kayode che uniscono freschezza atletica, grinta e voglia di emergere, un centrocampista come Duncan in continua crescita, due leaders tecnici e morali come Nico e Bonaventura ed un attaccante come Nzola che si è finalmente sbloccato.

Il calendario però non concede pause perché giovedì la Fiorentina sarà chiamata nuovamente al Franchi per affrontare il Ferencvaros che, insieme al Genk rappresenta l’avversaria più agguerrita del girone. Solamente 72 ore dopo poi, i viola saranno ospiti dei campioni d’Italia al Maradona per misurare le ambizioni stagionali in campionato.

IL BUONO

  • Kayode: stavolta la copertina è tutta sua. Unisce strapotere fisico con letture tattiche intelligentissime, proiezioni offensive come quella che porta al raddoppio con chiusure difensive come in occasione del salvataggio sulla linea, il tutto condito da una serenità ed un sorriso contagioso. Hai conquistato il mio cuore!
  • Nico Gonzalez : segna con la regolarità di un centravanti con tanti modi diversi. Contro il Cagliari il suo è un gol sporco, da attaccante vero, di quelli che da anni mancano a Firenze. Che sia sbocciato definitivamente?
  • Duncan e Martinez Quarta: se la Fiorentina nelle ultime settimane sta salendo di livello, il merito è principalmente di questi due gregari trasformati in leaders. Il centrocampista ghanese domina il gioco sia in fase difensiva che di impostazione non disdegnando il tiro in porta, il centrale argentino è il perfetto interprete del calcio di Vincenzo Italiano. Propositivo, volenteroso, cattivo, sempre pronto ad accorciare gli spazi ed il campo in avanti. Certo non sarà mancino, ma per adesso è quasi un nuovo acquisto. Un tandem eccellente!
  • Nzola: finalmente dalla parte giusta della rubrica! Dopo aver fallito una gran bella occasione, sfrutta il lancio di Mandragora (!!) per mostrare le sue doti migliori: protezione della palla con un movimento che inganna il difensore e fuga verso il portiere avversario trafitto stavolta con un delizioso scavetto. Che sia il primo di una lunga serie!

IL BRUTTO

  • Milenkovic: colui che dovrebbe essere il condottiero della difesa viola, sembra invece l’anello debole. Nel primo tempo rischia di rimettere in gioco il Cagliari con un retropassaggio sciagurato, poi si riprende ma non offre mai l’impressione di essere quel muro che spesso abbiamo conosciuto. Succede, ma forse un turno di riposo sarebbe opportuno.
  • Brekalo: se Sottil mi fa spesso arrabbiare, l’esterno croato non riesce mai a smuovere le mie emozioni. Gioca l’ennesima partita trasparente in cui non è né carne né pesce. Non salta quasi mai l’uomo, non arriva praticamente mai al tiro in porta, non crea mai la superiorità numerica. Un gigantesco boh!

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Il buono, il brutto, il cattivo

FROSINONE – FIORENTINA = 1 – 1

Due punti letteralmente buttati nel cesso, o se preferite gettati al vento! Da ieri sera sento persone che mi dicono….vabbè abbiamo fatto pari con i due punti rubacchiati ad Udine, oppure abbiamo preso 7 punti nelle ultime tre partite…. ed allora? Dobbiamo sempre accontentarci del meno peggio? Non possiamo mai guardare alla posizione di classifica in cui potevamo essere? O magari dove saremmo stati se fossimo riusciti a fare filotto anche con il Cagliari? sembra ormai che a Firenze ci si debba sempre accontentare del fatto che la Fiorentina ha una proprietà solida, che non ci farà fallire, che ha costruito il Viola Park, che ha i conti apposto. Parlare di calcio mai? Parlare di un attaccante che ormai non ha più nemmeno la scusa dei palloni che non arrivano è lesa maestà? Nzola ha finito i bonus anche su questo blog in cui alcuni, ad esempio Bomber Siiimo, mi aveva chiesto come mai l’attaccante non fosse stato messo nei cattivi dopo gare incolori. Dopo la rete fallita a Genk, ieri a Frosinone ha avuto diverse occasioni senza centrare mai la porta in 81 minuti più recupero. Anche basta grazie! Per non infierire poi sul “giovane” Sottil che sarebbe sempre sul punto di esplodere…. se solo lui e Nzola avessero concretizzato la mole di lavoro della prima parte della gara adesso staremmo parlando di altro!

Dobbiamo però discutere anche della gestione della gara: la prima mezz’ora della Fiorentina di ieri è stata tra le migliori non solamente di questa stagione con fraseggi belli, interessanti e mai scontati, azioni che alternavano ampiezza e profondità, occasioni da rete in serie. Tutti avevamo capito che quello era il momento di chiudere la gara, quantomeno di trovare il raddoppio perché altrimenti la ripresa sarebbe stata da battaglia contro un Frosinone che in casa aveva già ribaltato il Sassuolo. Purtroppo l’attacco viola ha mostrato ancora una volta limiti imbarazzanti tra Nzola e Sottil, ma nella ripresa la Fiorentina avrebbe dovuto avere un altro tipo di approccio, con calciatori diversi da quelli impiegati. Se sai che devi affrontare un secondo tempo in apnea contro una squadra che ti attaccherà ferocemente in tutte le zone del campo che senso ha inserire il coniglio bagnato Ikoné? Non sarebbe stato preferibile il battagliero Kouamé? E successivamente, quando la squadra ha bisogno di argento vivo addosso, perché impiegare il biondino Barak entrato con le infradito ai piedi e specializzato nei passaggi all’indietro anziché il giovane aitante Infantino? E perché il pomata Mandragora anziché Maxime Lopez quando avevamo bisogno di ritrovare il bandolo della matassa della manovra offensiva? Soprassiedo sugli offensivi 9 minuti regalati a Beltran perché ho troppa stima e fiducia in Italiano, un tecnico che avrà certamente già analizzato queste sostituzioni ed i mancati risultati delle sue scelte. Un allenatore che non più tardi due settimane fa ha dato lo scacco matto a Gasperini merita fiducia e sostegno però anche lui deve alzare l’asticella!

La classifica è ancora buona ma col Cagliari non devono esistere passi falsi, altrimenti poi le gare contro Napoli e Lazio potrebbero diventare già un esame da non fallire.

IL BUONO

  • Duncan: indubbiamente il migliore in campo in entrambe le fasi di gioco. Quando si pensa a Duncan, si pensa solamente ai palloni che riesce a recuperare, al pressing che porta agli avversari, ai raddoppi che esegue. Ieri però, oltre a calciare pericolosamente in porta più volte, regala il cioccolatino solamente da scartare a Nico in occasione del vantaggio. Prestazione totale.
  • Nico Gonzalez: semplicemente #NG10. Se sono stato tra i più feroci contestatori di Nico nella scorsa stagione per la pantomima prima del Qatar, adesso dobbiamo solo alzarci in piedi ed applaudire. Lìder Maximo!
  • Martinez Quarta: attento, preciso, senza fronzoli. A Frosinone decide di dedicarsi quasi esclusivamente alla fase difensiva probabilmente in considerazione dell’impiego di Parisi a destra prima e dell’infortunio di Biraghi poi. Non sbaglia nulla, avanti così!

IL BRUTTO

  • Nzola: mi rifiuto di pensare che la nostra Serie A sia così scarsa da far arrivare un calciatore come questo in doppia cifra per due stagioni consecutive. La verità è che Nzola è molto meglio di cosi ed il mister lo sa ma….. quanto a lungo possiamo aspettarlo?
  • Sottil: chi ancora ripone fiducia nell’esterno viola se ne faccia una ragione. E’ un calciatore che sul primo passo salta sempre tutti, ma a che serve se poi sbaglia sempre la scelta finale? Se poi commette strafalcioni degni di Paperissima? Eterno sopravvalutato.
  • Barak ed Ikoné: il loro ingresso in campo è stato semplicemente un insulto a chi aveva giocato il primo tempo ed ai tifosi che si sono sobbarcati la lunga di trasferta di Frosinone in mezzo alla settimana. Ma perché loro anziché Infantino e Kouamé?
  • Giancarlo Marocchi: al netto della parlata emiliana anche piacevole, è assolutamente imbarazzante sia per la pochezza dei concetti che esprime, sia per l’aperta ostilità nei confronti dei colori viola sottolineata talvolta dalle correzioni del cronista durante il racconto della gara. E mi tocca pure pagare!!

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

GENK – FIORENTINA = 2 – 2

È stata una partita molto spezzettata, non bella tecnicamente ma piena di emozioni, ribaltamenti di fronte, errori marchiani. Errori difensivi, come nell’occasione delle quattro reti segnate tutte sullo sviluppo di una palla inattiva, ma anche offensivi visto che se i viola fossero stati in grado di mettere a segno il terzo gol con Milenkovic o soprattutto Nzola (un attaccante non può fallire un’occasione del genere a due metri dalla porta!!!), il successo esterno sarebbe stato centrato.
Italiano ha cambiato tanto rispetto all’Atalanta e quasi tutti nuovi impiegati hanno risposto presente. Da Kayode, finalmente tornato titolare a destra dopo la vittoria di Genova, ad Arthur nuovamente fulcro del gioco fino a Beltran che continua a mostrare doti tecniche fuori dal comune anche nella protezione della palla pur non venendo praticamente mai servito a dovere. Discorso a parte merita invece il portiere danese Christensen che continua a lasciare molti dubbi, così come Mandragora impiegato al posto dell’infortunato Bonaventura anziché il giovane Infantino. Certo è che la Fiorentina, dopo aver avuto più volte la palla per vincere la partita, ha addirittura rischiato di tornare a casa con un pugno di mosche in mano: se solo il tiro finale fosse finito in porta anziché sul palo, adesso sarebbero certamente ripartiti i processi a Vincenzo Italiano. Il pareggio esterno può dunque considerarsi un bicchiere mezzo pieno se ricordiamo l’inizio della scorsa Conference League, ma le 12 reti subite in 7 partite sono troppe per avere velleità di grandezza.

Da oggi è già tempo di tornare a pensare al campionato vista la mai banale (per tanti motivi) trasferta di Udine nella speranza che le condizioni di Nico Gonzales, uscito ieri per infortunio, non siano gravi: sarebbe un colpo mortale alle ambizioni viola!

IL BUONO

  • Ranieri: quando il calcio racconta una favola. Il calciatore più umile della rosa, quello che si è veramente guadagnato tutto da solo, quello che lo scorso anno società e mister non hanno nemmeno reputato meritevole di fare il ritiro con la squadra, sceglie un palcoscenico europeo per fare il primo gol, anzi esagera con una doppietta, un assist al bacio per Milenkovic dopo aver saltato con un tunnel il diretto avversario e diverse chiusure ottime. Enorme!
  • Kayode: all’esordio in Europa dimostra di non avere paura. In fase offensiva spinge meno del solito, ma difensivamente appare molto cresciuto. Attento, applicato, chiude benissimo diverse diagonali difensive mantenendo sempre alta l’attenzione e la concentrazione. Altro esame superato!
  • Nico Gonzales: non ha giocato certo una partita indimenticabile, ma nonostante la condizione atletica non scintillante, salta avversari a ripetizione e dimostra la propria leadership in ripiegamenti difensivi sempre preziosi. Quando resta a terra infortunato tutta Firenze trattiene il fiato. Leader riconosciuto.

IL BRUTTO

  • Christensen: se nelle ultime settimane abbiamo riempito di critiche il buon Terracciano, stavolta dobbiamo purtroppo fare la stessa cosa con il danese. In uscita regala brividi a tutti i tifosi viola, non è mai sicuro in presa bassa, gioca peggio del solito anche con i piedi. Sul Corner Viola avevamo detto in tempi antichi che il problema del portiere andava risolto alla radice, ma purtroppo così non è stato. Sarà un’altra stagione di passione!
  • Nzola: capisco che non sia in forma, che magari stia soffrendo l’adattamento ad una nuova squadra, che forse psicologicamente senta la pressione ma la rete che sbaglia di testa da due metri grida vendetta. Stavolta non regge nemmeno la scusa dei palloni giocabili.
  • Duncan: dispiace tantissimo inserirlo tra i peggiori in campo e certamente il nostro amico Wwayne non sarà d’accordo, ma l’errore commesso sul gol del definitivo pareggio del Genk è imperdonabile. Fino ad allora era apparso tra i migliori unendo dinamismo e sagacia tattica in un centrocampo senza il faro Bonaventura. Resta comunque centrale nel progetto tattico viola, anche se certe disattenzioni sono troppo gravi per passare sotto silenzio. Dai Alfred io ci credo!

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – LECCE = 2 – 2

E’ stata una Fiorentina dai due volti quella che ha sperperato il doppio vantaggio nella gara interna contro il Lecce. Se nel primo tempo i viola sembravano essere tornati quasi sui livelli di Genova con fraseggi veloci, possesso palla finalmente non scontato, ritmo alto e capacità di andare a segno, la seconda frazione ha paurosamente ricalcato la prova di Vienna. Senza avere di fronte un avversario di quella caratura tecnica però, Bonaventura e compagni avevano dimostrato di aver finito la benzina pur senza rischiare troppo: la consueta dormita difensiva, ha poi vanificato la prima frazione di gioco ed ha cancellato la possibilità di rimanere a punteggio pieno dopo due gare. Se l’errore che ha permesso ai salentini di trovare il secondo gol è certamente personale (Martinez Quarta cosa guarda???), è impossibile però non sottolineare la frequenza di questi passaggi a vuoto che si ripetono ormai fin dall’arrivo di Vincenzo Italiano sulla panchina viola. Purtroppo, la correzione di questi misfatti sembra una chimera, ma la giustificazione del caldo sentita ieri in sala stampa, richiama a piangina Mazzarri, uno dei tanti allenatori per il quale la colpa era sempre di qualcun altro. Restano comunque diverse cose positive, l’ottimo primo tempo, il gol ritrovato con continuità, il bel debutto di Beltran e la capacità di andare a segno di Nico Gonzalez anche se resta soprattutto fortissima l’impressione che questa squadra non possa giocare senza Arthur se manca pure la fisicità di Amrabat. Tutto il buono però, verrà messo velocemente nel dimenticatoio per la seconda frazione sciagurata condita dalle due reti subite.
Tra tre giorni ci aspetta il primo crocevia della stagione, la gara di ritorno contro il Rapid Vienna che potrebbe fin da subito indirizzare l’annata viola. Non sarà più ammesso né tollerato l’atteggiamento della gara d’andata né le disattenzioni del secondo tempo contro il Lecce: ce la possiamo fare, dipende tutto da noi!

IL BUONO

  • Nico Gonzalez: semplicemente di un’altra categoria. Finalmente sembra essere diventato quel leader che tutti pensavano fosse nel momento in cui è arrivato a Firenze. Nuovamente a segno, svaria su tutto il fronte d’attacco e spesso si muove in posizione centrale per aiutare Arthur a cucire il gioco. Di testa si conferma uno dei calciatori con la migliore scelta di tempo in Serie A. Ne avessimo un altro sulla corsia opposta…… 
  • Duncan: questa scelta farà storcere il naso a qualcuno ma ieri Alfredino a me è piaciuto e sinceramente tutta questa differenza con Mandragora non l’ho proprio vista. Gol, assist ed un palo in un primo tempo clamoroso, poi una logica flessione nella ripresa. E’ lui a perdere il pallone in occasione del gol del Lecce, ma la Fiorentina ha la difesa completamente schierata. Professionista esemplare.
  • Beltran: un debutto assolutamente incoraggiante. Dimostra di non aver alcun timore reverenziale e di possedere numeri tecnici importanti. Svaria, lega il gioco, serve una palla meravigliosa nell’azione del 2-0 anche se non calcia mai in porta. Ancora non conosce i compagni né i meccanismi del gioco viola, ma si fa apprezzare in diverse occasioni per la rapidità di esecuzione. Promosso a pieni voti.  

IL BRUTTO

  • Martinez Quarta: a forza di raccontare in questa rubrica gli errori difensivi dell’argentino, mi sono venuto a noia da solo. Cosa aspetta ancora una società che ha incassato 17 milioni di euro dalla cessione di Igor ad acquistare un centrale di livello? Dobbiamo aspettare il mercato di gennaio, quando magari saremo fuori dall’Europa e dovremo rincorrere in campionato? Quarta è questo ed ormai lo conosciamo: forte di testa, con tanta garra e discreto in impostazione, ma i suoi passaggi a vuoto ormai non si contano più. Ma non lo si vuole proprio capire?
  • Sottil: se Martinez Quarta mi è venuto a noia, in merito all’esterno offensivo invece, ho perso del tutto le speranze. Di partite ne vedo tante (anzi, troppe) da molti anni ma un calciatore che riesce a sbagliare ogni singola scelta come lui, io non lo ricordo. Quando parte in velocità palla al piede regala sempre la sensazione che possa succedere qualcosa di importante…..il problema è che la speranza resta regolarmente delusa. Il paragone con Nico dall’altra parte è imbarazzante.
  • Nzola: non posso credere che questo sia il calciatore che mister Italiano chiede da due stagioni. Lento, imbolsito, incapace di tenere su la squadra, entra a gara in corso e non riesce ad aiutare i compagni a respirare. Gioca la stessa partita di Vienna con l’aggravante che è il più fresco di tutti. Non attacca mai né il primo né il secondo palo, non si avvicina nemmeno a tirare in porta. La condizione atletica è certamente deficitaria, ma almeno l’approccio deve assolutamente cambiare. Giovedì servirà un altro Nzola.

A voi per i commenti!!

Appunti viola dopo Fiorentina Catanzaro

In una gara amichevole dai ritmi forse addirittura più bassi di quella col Parma, la Fiorentina batte il Catanzaro segnando tre gol nella ripresa e mette in mostra per la prima volta, seppur per uno spicchio di secondo tempo, il nuovo regista brasiliano Arthur. In un Viola Park ancora chiuso ai tifosi, non è dunque possibile permettere alle due tifoserie gemellate da decenni di abbracciarsi come avrebbero voluto: se vi aspettate che commenti la novella dello stento relativa alle infrastrutture, almeno per adesso lascio il compito a chi vuole solamente attaccare una parte o l’altra in un tiro al piccione che non mette a fuoco le reali responsabilità ma serve solamente ad avvelenare i pozzi.

In una partita in cui i ritmi sono stati così bassi, le occasioni così scarse e le prestazioni individuali non eccelse, mi sembra giusto approfondire il comportamento dei reparti anziché quelli dei singoli visto che nel calcio di Vincenzo Italiano è molto più di moda il pronome noi del pronome io. Contro il Catanzaro neopromosso in cadetteria, la difesa si è rivelata meno attenta che contro il Parma: contro i calabresi infatti, è stato sbagliato un numero maggiore di palloni in uscita (stranamente impreciso anche Ranieri) e soprattutto è stata presa la consueta imbucata in mezzo tra difensore centrale e difensore esterno con la linea che non riesce a mettere in fuorigioco l’attaccante avversario. E’ stata incredibile la somiglianza di tale occasione con la rete subìta in finale a Praga ed in troppe altre occasioni durante l’anno scorso. Fortuna ha voluto che in quel momento in porta ci fosse il reattivo Cerofolini anziché sonnellino Terracciano e dunque la porta sia rimasta inviolata ma….ancora queste occasioni? Ancora nello stesso modo? Mister dobbiamo assolutamente cancellare questo enorme difetto se vogliamo scalare posizioni in campionato!!

In mezzo al campo invece, alcune note liete si sono certamente viste. Detto di un Arthur che ha giocato troppo poco per essere giudicato anche se il tocco di palla è fin da subito sembrato quello di un giocatore che a Firenze manca da un pò, nella prima frazione i panni del regista sono stati ben indossati dal giovane Amatucci che, dopo la prima contro il Parma, è sembrato più dentro al gioco. Cercato molto spesso sia da Terracciano che dalla linea difensiva, ha provato a dare geometria al gioco della Fiorentina che però, senza i lampi di Bonaventura e con un Castrovilli ancora troppo lontano dai suoi standard, ha latitato in un possesso palla spesso orizzontale. Tra i centrocampisti, una nota di merito è certamente per Duncan che ha sradicato diversi palloni, ha cercato la via della rete con una bella conclusione dal limite ed ha infine innescato Ikoné davanti al portiere con una bellissima verticalizzazione che ha bucato la difesa avversaria. Anche Mandragora ha confermato i passi avanti già visti contro il Parma riuscendo anche a trovare il gol grazie ad una punizione battuta astutamente da Biraghi, mentre Castrovilli ha deluso le aspettative: mai una giocata sopra le righe, mai un cambio di passo!

Nel reparto offensivo, detto della rete di Ikoné che è sembrato certamente il più in palla, il resto ha rasentato il pianto: Brekalo innocuo, Kouamé quasi invisibile, Cabral appesantito ed impreciso, Sabiri assente ingiustificato. Nel nulla dei nostri attaccanti, un lampo è invece arrivato da Kokorin (e non sto scherzando!): il gol del 3 – 0 è stato bellissimo con un contro-movimento perfetto, la finta del triangolo con il compagno ed il tiro sul primo palo che prende in controtempo il portiere del Catanzaro. Lungi da me proporre la meteora come componente della rosa viola, ma è giusto sottolineare che, rispetto ai ritiri di Moena, Kokorin sembra più disponibile al lavoro, più coinvolto dai compagni, più dentro la Fiorentina.

Tra 48 ore, in quel di Belgrado contro la Stella Rossa, si comincerà a fare sul serio contro un avversario di caratura internazionale: Vincenzo Italiano ed i suoi ragazzi saranno pronti?

A voi per i commenti!!