BarLungo con Simone – Intelligenza artificiale: la conosciamo davvero? (3° parte)

Ecco il nuovo approfondimento sull’intelligenza artificiale! Dopo aver fatto un pò di storia ed aver scoperto quante volte utilizziamo l’intelligenza artificiale quotidianamente, oggi proviamo a dare risposta a tutte quelle domande che ascoltiamo sempre più spesso come “l’intelligenza artificiale ci ruberà il lavoro?” Oppure anche “ma questa nuova tecnologia ci controlla e ci manipola?” Insomma una puntata tra mito e realtà che ci introduce nell’era del cospirazionismo…… Menomale che ci aiuta Simone Pesucci!

Buon ascolto!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – TORINO = 1 – 1  

Iniziano a scarseggiare anche le parole.

Dopo l’indecente sconfitta di Monza, la Fiorentina riesce a non vincere nemmeno contro un Torino sotto di un gol e con l’uomo in meno dovendosi così accontentare di un altro punto, il secondo nelle ultime sei gare correndo il serio rischio di buttare via tutto ciò che di buono è stato precedentemente fatto. Ed a niente valgono le parole di mister Palladino che parla di bicchiere mezzo pieno, di classifica in linea con gli obiettivi, di statistiche che parlano di quarta difesa del campionato.

Se la settimana, a detta del tecnico viola, era servita per fare il punto della situazione all’interno del gruppo e per ritrovare la serenità e gli automatismi allora mi sa che siamo ai titoli di coda. I viola si sono presentati al cospetto di una squadra incerottata con la cosiddetta formazione tipo e con l’inserimento di Folorunsho al posto di Sottil nel consueto 4-2-3-1. L’ultimo arrivato dal Napoli è stato tra i più convincenti perché è riuscito a dare quella fisicità che purtroppo è mancata nelle ultime settimane e che è continuata a mancare in altri reparti come la difesa. L’idea iniziale di Palladino è stata quella di fotocopiare la Fiorentina ammirata fino allo sfortunato episodio di Bove senza però considerare che, nel frattempo, gli avversari hanno studiato la squadra viola prendendo le contromisure alle trame offensive e trovando la chiave per attaccare la porta di De Gea. Il Torino ha giocato una partita onesta, non certo scintillante, ma che alla fine ha permesso a Vanoli e soci di portare a casa un punto molto prezioso.

La Fiorentina invece ha giocato l’ennesima partita mediocre, una gara in cui non è riuscita a sviluppare trame convincenti e che è dipesa dalle giocate individuali di calciatori in netto calo fisico e tecnico. Adli è stato nuovamente un fantasma, oltre ad essere il protagonista involontario insieme a Comuzzo del disastro in occasione del pareggio granata, Colpani è stato irritante al limite dell’oltraggio personale e solamente un allenatore come Palladino (che lo ha sponsorizzato e voluto a Firenze) poteva tenerlo in campo per 89 minuti, Dodo’ sembra aver perso lo smalto di inizio anno ed anche De Gea purtroppo non fa più i miracoli ai quali ci aveva abituato. Menomale che Mandragora, chissà perché così poco utilizzato, ha giocato una partita più che discreta sia in fase difensiva che in quella offensiva e Kean è tornato a fare gol.

Resta negli occhi di tutti i tifosi una prova a tratti disarmante per la lentezza della manovra, la mancanza di saggezza nella gestione della gara, l’assoluta inesistenza di idea di calcio, la gestione dei cambi incomprensibile: considerando che giocavamo contro una squadra arroccata in difesa e con l’uomo in meno non era proprio possibile giocare con Beltran insieme a Gudmundsson visto che avevamo appena subito il pareggio? E comunque era proprio necessario sostituire il numero 10 islandese anziché Colpani o un difensore? E poi perché aspettare così tanto ad inserire l’unico giocatore che ha gamba e strappo sulla fascia, cioè Sottil?

La stragrande maggioranza dei tifosi viola hanno contestato per mesi Vincenzo Italiano che, con una rosa nettamente più scarsa, aveva una squadra riconoscibile, con un’idea di gioco a cui aggrapparsi anche nei momenti di difficoltà: adesso con un attaccante come Kean, un portiere come De Gea, un esterno come Gosens non riusciamo a vincere con un Torino incerottato e senza un minimo di qualità in campo!! Quanto ancora dobbiamo aspettare prima che qualcuno prenda una decisione coraggiosa?

E della società, che per bocca di Commisso aveva chiesto scusa per lo scorso mercato di gennaio, abbiamo notizie? Una società che è rimasta per 20 giorni inchiodata su un obbiettivo di mercato, Luiz Enrique, che aveva appeso il cartellino del prezzo a 30 milioni con i viola sempre fermi a 20. Una società che ancora non è riuscita a piazzare tutti quegli esuberi che già sappiamo non fare parte del progetto tecnico del mister ma che continuano a fare parte del gruppo. Una società che ieri decide di non fare andare nemmeno in panchina due calciatori come Ikone’ e Kayode che, viste le ennesime prestazioni deludenti di Colpani e Dodo’, forse potevano fare comodo….

Dispiace per la classifica, per la città, ma soprattutto dispiace per noi tifosi, quelli che vivono a Firenze o quelli che vengono da lontano, dalla Toscana, dall’Italia ma anche da altri paesi come Steven, l’amico di Sunderland di cui avevamo già parlato, che questo weekend era accompagnato dai figli Francesca e Josh….

Un minimo di vergogna di fronte a queste persone Palladino e soci la proveranno mai?

IL BUONO

  • Kean: anche stavolta di palloni giocabili se ne vedono pochissimi, ma nonostante ciò timbra l’ennesimo gol della stagione. Insieme a De Gea il miglio acquisto per distacco. Pensate a cosa sarebbe stata questa Fiorentina con Nzola o Belotti…..
  • Gosens: in netta crescita fisica, uno degli ultimi a mollare. Oltre a ciò che fa in campo, mette leadership ed intelligenza nelle dichiarazioni post partita. A lui dovrebbero dare la fascia, altro che a Ranieri o Dodò!!
  • Mandragora: se solo penso che a Monza abbiamo dovuto vedere Richardson, mi viene da piangere. E se penso che devo parlare così di un calciatore del livello di Mandragora mi viene una crisi di nervi. Resta però un vero soldatino, uno di quei calciatori che in rosa vorresti avere sempre!

IL BRUTTO

  • Comuzzo: mi dispiace mettere un giovane dietro la lavagna, ma il buon Pietro è in apnea orma da settimane e gli errori iniziano ad essere tanti. Ma dargli un turno di riposo no?
  • Adli: dalle stelle alle stalle in pochi mesi. Del giocatore sempre dentro il gioco, pulito nel giro palla e pronto a mettersi a disposizione dei compagni non c’è più traccia. Che fosse lento lo si vedeva anche prima, ma adesso che la squadra non lo aiuta pare un pachiderma. Così non serve.
  • Colpani: semplicemente impresentabile. Non salta mai l’uomo, incespica sul pallone, non si prende mai una responsabilità. Menomale non abbiamo l’obbligo di riscatto….

A voi per i commenti!!

BarLungo con Simone – Intelligenza artificiale: la conosciamo davvero? (2° parte)

Ecco la nuova puntata di approfondimento sull’intelligenza artificiale in compagnia del grande amico e professionista Simone Pesucci! Dopo che nel primo appuntamento abbiamo fatto un po’ di storia illustrando i vari passaggi storici dell’intelligenza artificiale, nel nuovo podcast vediamo in che modo l’IA si è già intrufolata nella nostra vita di tutti i giorni, magari attraverso il telefono cellulare, l’auto oppure il PC di lavoro.

Buon ascolto!

Uno spettacolo indecoroso

MONZA – FIORENTINA = 2 – 1  

Una prestazione per la quale la Fiorentina deve provare vergogna.

Dopo un weekend in cui tutti i risultati erano stati perfetti, i viola dovevano solamente vincere per fare un enorme salto in classifica verso la Champions League o comunque l’Europa League. Invece abbiamo assistito ad uno spettacolo indecoroso di fronte ad una squadra che aveva racimolato fino a ieri sera 10 punti in 19 gare, ad una prestazione che ci ha fatto meritare la quarta sconfitta nelle ultime 5 partite subendo altre due reti in circostanze quasi ridicole.

I viola, dopo l’esperimento della difesa a tre schierata contro il Napoli, sono tornati allo schieramento tipo sia nella disposizione tattica che negli uomini, ma l’attenzione e la prestazione degli interpreti è stata del tutto insufficiente. Tremenda poi è stata l’idea di continuare a giocare con solamente due centrocampisti anche e soprattutto per gli interpreti mandati in campo!! Due dei calciatori più lenti della serie A, gente che tocca la palla almeno tre volte prima di scaricarla, con uno dei due, ovviamente Richardson, che ancora sembra non aver nemmeno capito cosa sia il calcio italiano. Contro una compagine che aveva la bava alla bocca, che schierava in mezzo al campo due ragazzi giovani come Bondo e l’ex Bianco che dovevano solamente limitare le giocate avversarie, mister Palladino ha avuto la geniale idea di impiegare due architetti compassati senza pensare però ad aiutarli con qualcuno che avesse voglia di correre ad un ritmo più alto di quello che tengo io il martedì pomeriggio intorno allo stadio. Il masochismo della scelta di non affidarsi ad un incontrista con esperienza come Mandragora ha ancora una volta dato il fianco agli inserimenti degli avversari che si sono imbucati con disarmante facilità e velocità nella metà campo viola come era già successo sia a Torino che in casa contro il Napoli.

Se però le scelte in mezzo al campo e le conseguenti prestazioni sono state tremende, non so veramente quale termine usare per chi ha pascolato nella zona dei trequartisti: tolto un Sottil che almeno ci ha provato ed è stato l’unico a saltare l’uomo, la prova di Colpani e Gudmundsson è stata da psicoanalisi. Se ripenso alle dichiarazioni dell’ex di giornata prima della gara, non so se ridere o piangere: “devo lavorare di più, sento la fiducia da parte di tutti, questo momento passerà”…. Certo se la risalita doveva cominciare ieri sera ho paura che la camminata sarà lunga e tortuosa!! Per non parlare poi dell’uomo venuto dal freddo, l’islandese dai calzettoni abbassati, il calciatore più pagato della storia viola, cioè Gudmundsson. Io accetto tutto da un giocatore della mia squadra del cuore tranne l’assenza di voglia e gli errori di sufficienza: il gol che ha fallito ieri dopo nemmeno cinque minuti calciando una palla al volo al limite dell’area piccola direttamente nella curva del Monza è assolutamente inaccettabile. Così come è del tutto inaccettabile il numero di palloni persi, di passaggi sbagliati, di errori tecnici fatti in solamente 45 minuti di gioco a meno che non voglia pensare male. La sua prova poi, è stata talmente scarsa che al confronto suo Beltran nel secondo tempo è sembrato un pallone d’oro: rigore procurato furbescamente e segnato, un tiro ribattuto sulla linea e tante corse e sportellate…. In una gara così mediocre tocca essere contenti di un attaccante che ad oggi in 15 presenze ha fatto 3 gol di cui uno su rigore ed uno in una gara vinta 6-0 fuori casa.

Restano poi tantissimi dubbi non solamente sulla formazione iniziale di Palladino, ma anche sulla gestione della stessa: a parte il cambio Gudmundsson Beltran, le altre sostituzioni sono state fatte al minuto 64!!! Il tecnico viola fino ad oggi aveva sempre dimostrato un’ottima capacità di lettura delle gare con sostituzioni azzeccate al momento giusto e con una gestione del gruppo sensata. Spesso abbiamo sottolineato come Palladino fosse un tecnico che non dava un gioco riconoscibile alla squadra, ma aveva la capacità di far andare i calciatori oltre i propri limiti proprio perché li metteva nelle migliori condizioni per esprimersi. Se tutto questo non c’è più, che razza di allenatore abbiamo in panchina?

E della condizione fisica ne vogliamo parlare? Lo staff viola ha concesso a più riprese all’inizio di stagione giorni liberi ai calciatori per ricaricare le pile, mentre la scorsa settimana, per la prima volta dalla preparazione estiva, la squadra è stata chiamata a doppie sedute giornaliere….come mai proprio adesso? I dati fisici dei calciatori sono stati finalmente guardati per bene? La Fiorentina è fisicamente in panne da settimane!!

Ma se sul campo abbiamo assistito ad uno spettacolo orrendo, ciò che è accaduto dopo la fine della gara credo sia ancora più grave. Le solite parole a caldo di Palladino, la sfuriata di Pradè che ha invece confermato ciò che si vociferava da settimane, cioè che nel gruppo c’è chi è scontento e non rema nella direzione giusta. Tutto chiaro? Tutto perfetto? Parole scolpite nella pietra? Nemmeno per idea!!! Il buon Palladino, a quel punto, in conferenza stampa contraddice il direttore sportivo dicendo che non ci sono problemi, che il gruppo funziona, che Pradè deve pensare al mercato visto che alla squadra pensa l’allenatore. Peccato che praticamente in contemporanea Ranieri, il capitano (chissà poi perché) della Fiorentina dica testualmente ”Non siamo compatti, non siamo uniti, adesso non si corre più per il compagno come accadeva prima”. Serve altro?

Una maionese impazzita (in onore del mio grande amico e portierone Masi) dalla quale sarà difficile venire fuori senza che qualcuno debba fare dolorosi passi indietro….

Un regalo di natale in ritardo

JUVENTUS – FIORENTINA = 2 – 2  

Abbiamo ritrovato la Fiorentina brutta, sporca e cattiva.

Nella gara dell’anno per la nostra città e la nostra tifoseria, il risultato è da sempre l’unica cosa che conta e riacciuffare un pareggio a pochissimi minuti dal termine con un prodotto del settore giovanile viola è una goduria pazzesca.

Il pareggio di ieri sera ha tante facce diverse, da quella di Palladino che, nonostante la quasi totalità di tifosi ed addetti ai lavori chiedesse un cambio di modulo e di approccio, ha tirato dritto per la sua strada ed ha nuovamente proposto il 4-2-3-1 (con il quale abbiamo ancora una volta sofferto tantissimo in mezzo al campo) schierando gli uomini più in forma (azzeccatissima la scelta di Parisi a sinistra anziché Gosens).

Ma ha la faccia anche di Moise Kean, per le cui critiche all’acquisto chiedo di nuovo umilmente scusa, un attaccante del tutto ritrovato che segna di testa il gol del primo pareggio, ma soprattutto guerreggia con tutti i difensori avversari, guadagna decine di punizioni (anche se Mariani fischia solamente quelle lontane dall’area di rigore), difende la palla come nessuno a Firenze da Gilardino e Toni in poi ed ora è ad un solo gol dal trono di capocannoniere.

Ed ha poi lo sguardo, le braccia, i piedi di David De Gea, una vera e propria benedizione per la nostra Fiorentina, un marziano atterrato a Firenze grazie ad una clamorosa intuizione di Daniele Pradè, un marziano che esegue una parata su Vlahovic che a queste latitudini non si vedeva dai tempi di Frey. Un portiere che para, guida la difesa ed ha anche un modo di comunicare da leader vero dentro e fuori dal campo: il post scritto ieri sera sui social in cui si dichiara orgoglioso di vestire la nostra maglia dovrebbe essere fatto studiare ai tanti ragazzini che invece li usano solamente per mostrare quanto guadagnano, le proprie macchine costose, la roba firmata.

Ma il pareggio viola ha anche la faccia di alcuni gregari come Parisi che, dopo un quarto d’ora di assestamento, ha limitato in modo quasi perfetto lo spauracchio Conceicao. Ne è dimsotrazione il fatto che il portoghese abbia ripreso vigore e trovato l’occasione propizia dopo l’ingresso di Gosens: Fabiano ha dimostrato cosa significhi essere un professionista, un ragazzo che tiene al proprio lavoro, alla maglia che porta, al gruppo con cui passa ogni giorno…altro che le sparate di un procuratore che ha provato a minare l’ambiente viola!!

E non vogliamo citare il cioccolatino che Adli ha recapitato sulla testa di Kean? Un Adli completamente rinato nella seconda frazione di gioco quando Palladino gli ha chiesto di abbassarsi sul centrosinistra per far ripartire l’azione viola.

Ma il pareggio ha soprattutto, giustamente, la faccia di Riccardo Sottil: un calciatore che a Firenze aspettiamo da tanti, troppi anni, un calciatore che è sempre sembrato sul punto di sbocciare ma che non ha mai avuto la continuità di impiego di questa stagione. Probabilmente dunque, non ha avuto mai neanche il tempo di sbagliare, di capire e di imparare dai propri errori, oppure semplicemente non ha mai trovato nessuno che è riuscito ad entrare nella sua testa toccando i tasti giusti. Ieri, quando è entrato Beltran prima ed Ikonè poi, credo che tutta Firenze avrebbe sostituito Colpani e Sottil per lasciare in campo il calciatore più pagato del mercato estivo, il numero 10 che tutti pensavamo potesse inventare la giocata per raddrizzare la gara. Ed invece mister Palladino no….mister Palladino ha deciso di giocare le sue ultime fiches sul ragazzo cresciuto in casa, sull’esterno che ha una moto di cilindrata superiore fin da sempre, su quel Sottil che però negli anni a Firenze era conosciuto quasi solamente per le decisioni tecniche sbagliate prese dopo aver saltato almeno due uomini.

Vorrei che per tutti noi, per tutti voi che mi leggete, il 2025 fosse proprio come quel tiro di Sottil, il segno di una rinascita dopo un periodo brutto e tribolato, con la rete che si gonfia, la gioia che arriva, il sole che torna a splendere….

Buon anno amici!!!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – UDINESE = 1 – 2  

I segnali erano stati chiari.

Nelle ultime settimane, anche su questo blog, avevamo più volte sottolineato come il serbatoio del carburante apparisse quasi vuoto ed anche la divina provvidenza avesse iniziato a guardare da altre parti. Purtroppo la partita con l’Udinese ha certificato tutto ciò dopo che l’approccio iniziale era stato ottimo: finalmente la Fiorentina ha azzannato gli avversari con determinazione e geometrie che sembravano quasi dimenticate ed anche il gioco sembrava sgorgare naturalmente grazie alla coppia di centrocampisti formata ancora una volta da Adli e Cataldi. Un Kean in palla, accompagnato da un Sottil finalmente decisivo non solamente in occasione del rigore, aveva permesso ai viola di trovarsi in vantaggio dopo una manciata di minuti. Purtroppo però, nonostante il dominio assoluto del gioco, De Gea e compagni non sono riusciti a chiudere la partita nei primi 45 minuti di gioco e nella ripresa le parti si sono clamorosamente ribaltate anche grazie a peccati di sufficienza ed errori marchiani inaccettabili a questi livelli. Pronti via, l’Udinese ha trovato il pareggio grazie a Ranieri che ha letteralmente regalato l’occasione da rete ai friulani: lì la Fiorentina è sembrata un pugile suonato in balìa dei colpi di un avversario che ha giocatori tecnicamente molto validi. Solamente dopo il raddoppio di Thauvin i viola hanno ricominciato a giocare ma, un po’ per l’imprecisione di Kean ed Ikoné ed un po’ per la bravura di un’Udinese molto compatta, i viola sono usciti battuti e pieni di pensieri.

Se in questa stagione molto spesso Palladino era riuscito a cambiare le carte in tavola all’intervallo, sia nel modulo che nell’atteggiamento della squadra, stavolta sembra invece che lo scacco matto lo abbiano fatto i friulani. Il tecnico viola infatti, avendo tra le mani una squadra che ormai da settimane è in evidente calo fisico, avrebbe dovuto aspettarsi una reazione da parte dell’Udinese che proprio della fisicità fa la sua arma più importante. Oltre a ciò, la Fiorentina è ormai divenuta una squadra facilmente leggibile soprattutto quando Adli inizia a calare e dunque vengono a mancare le sue geometrie. Si aggiunga poi che l’Udinese ha due attaccanti che sembrano nati per giocare insieme che hanno anche potuto contare sulla stupidaggine colossale di Ranieri: a proposito, invece di pensare a gesticolare in continuazione, io inizierei a pensare di più a quel che si sta facendo in campo perché altrimenti si gioca con sufficienza e si combina disastri come quelli di ieri. Oltre all’errore del singolo però, mi sarei aspettato qualche mossa da Palladino almeno dopo il gol del pareggio friulano: in curva ieri c’è stata una disputa tra me ed il mio carissimo amico Bencio perché per lui ci dovevamo coprire prima inserendo Mandragora al posto di Colpani, mentre io pensavo che dovessimo mettere Parisi alto al posto dell’inutile ex Monza… comunque sia qualcosa andava fatto. Palladino invece non ha reagito alle scorribande bianconere se non con i consueti cambi uomo su uomo e lì abbiamo perso la partita: al momento il 4-2-3-1 è un modulo troppo sfrontato che possiamo reggere solamente in determinate partite e che comunque deve essere rivisto nel momento in cui i due centrocampisti iniziano a boccheggiare. Soprattutto contro una squadra tosta fisicamente come l’Udinese, avremmo dovuto avere un atteggiamento diverso nella ripresa, atteggiamento che invece ci è costato almeno un punto. Oltre a ciò, non ho assolutamente capito il cambio di Sottil che ieri, oltre a guadagnare il rigore, mi è sembrato l’unico sempre in grado di saltare l’avversario per creare la superiorità numerica: peccato, una serataccia può capitare anche al nostro mister…..

Adesso proviamo a passare un natale sereno e poi sarà di nuovo campionato con la sfida ai bianconeri di Torino e lì nessuno dovrà sbagliare!!!

IL BUONO

  • Sottil: conquista un rigore solare che solamente un arbitro molto mediocre non vede. Ha l’argento vivo addosso, salta a ripetizione gli avversari e finalmente aiuta anche dietro. Sembra veramente diventato un altro giocatore. Al momento l’unico esterno utile in rosa.
  • Cataldi: l’unico centrocampista che sembra avere ancora un pò di benzina, anche ieri il primo ad assaltare l’Udinese, l’ultimo a mollare. Capitano senza fascia.

IL BRUTTO

  • Ranieri: commette una sciocchezza colossale aprendo la strada al pareggio friulano. Sovrastato più volte fisicamente da Lucca, fa molta fatica anche contro Thauvin. Una gara da dimenticare.
  • Kayode: all’esordio dal primo minuto in campionato, non convince assolutamente. Timido nel riproporre gioco, spesso preso in mezzo dagli avversari. Oltre a ciò, tecnicamente sembra regredito. Dovrebbe giocare di più ma come fai con Dodò davanti?
  • Gudmundsson: gioca una partita alla Barak. Al piccolo trotto, non salta mai l’uomo e gioca sempre palla orizzontale. Finché gioca dietro Kean non la struscia mai e dunque non inventa niente di utile. Dov’è il vero Gudmundsson?

A voi per i commenti!! Buon Nataleeeeeeeeeeeeee

Il buono, il brutto, il cattivo

VITORIA GUIMARAES – FIORENTINA =  1 – 1  

Un punto conquistato con le unghie e con i denti.

Per come la Fiorentina ha giocato contro il Vitoria Guimaraes, il pareggio era il risultato massimo oggettivamente raggiungibile. Ancora una volta i giocatori meno impiegati da Palladino (non chiamamoli riserve sennò qualcuno si offende) dimostrano la differenza abissale di rendimento che esiste con quelli che vanno in campo ogni domenica. Il mister è stato bravissimo oltre che perfetto nella gestione del gruppo, addossandosi tutte le responsabilità per un primo tempo orribile, ma ancora una volta il turnover ha messo in evidenza come alcuni calciatori siano propri inadatti a militare in una squadra ambiziosa che voglia arrivare in fondo alle competizioni europee e miri ad entrare nell’Europa che conta. Indubbiamente l’approccio al match è stato orrendo con tantissimi errori tecnici nella trasmissione della palla, è stato pigro nell’assenza di movimenti per smarcarsi dalle marcature avversarie, è stato moscio e senza personalità, ma gli interpreti ci hanno messo tanto del loro.

Kouamè ha mostrato limiti tecnici imbarazzanti con gesti involontariamente comici (vogliamo parlare della prima azione offensiva viola quando è inciampato sulla palla oppure quando ha rinviato di testa pur essendo nell’area avversaria?), Ikonè probabilmente non ha capito nemmeno che la partita era iniziata, Richardson ha corricchiato in mezzo al campo come io faccio in pineta d’estate senza far mai qualcosa di utile alla squadra. Ha ragione Palladino quando dice che la squadra probabilmente non ha capito com’era stata preparata la gara, ma alcune scelte sinceramente non le ho capite nemmeno io: posto che Martinez Quarta sembra ormai estraneo alla squadra tanto da sbagliare qualunque scelta sia in fase offensiva che difensiva, alcuni calciatori sono stati impiegati in un ruolo che non ne esalta le caratteristiche. Beltran sull’esterno sinistro ad esempio, è una mossa emergenziale che speriamo finisca presto; in Portogallo, senza Sottil e con Gosens che aveva bisogno di rifiatare, Palladino non aveva alternative ma l’argentino in quella posizione resta completamente fuori dal gioco e non può inventare con continuità per l’attaccante (nell’unica volta in cui ci è riuscito, ha servito Kean a tu per tu con il portiere). Richardson poi, in un centrocampo a due in questo momento non può proprio giocare! Non so se crescendo si adatterà, ma oggi, soprattutto accanto ad un altro mancino come Mandragora, è in evidente difficoltà: il marocchino purtroppo usa un piede solo ed è lento di pensiero, gioca sempre almeno a tre tocchi e questo non è possibile se si vuole giocare competizioni internazionali contro squadre che non siano il Lask. Ad aggravare il quadro, ieri per la prima volta ha steccato clamorosamente anche Comuzzo: solitamente solido, sempre attento, perfetto nella marcatura, in terra portoghese il giovane centrale viola ha commesso diversi errori tecnici e tattici: ha regalato palla agli avversari in impostazione in più di un’occasione, si è fatto saltare facilmente dall’attaccante avversario, ha perso l’uomo sulle palle inattive. In una stagione in cui il nostro Pietro è stato spesso il migliore della difesa viola non c’è da preoccuparsi, probabilmente anche per lui è arrivato il momento di fermarsi un po’ a riposare.

Menomale che nel secondo tempo, certamente con alcuni arrangiamenti di Palladino, ma soprattutto con l’ingresso in campo dei vari Kean, Adli e compagnia, i viola hanno cambiato marcia e negli ultimi 25 minuti hanno letteralmente chiuso i portoghesi nella propria metà campo: se solo l’attaccante della nazionale avesse sfruttato meglio il cioccolatino di Beltran davanti al portiere, probabilmente i viola avrebbero avuto il tempo anche di andare a vincerla per arrivare secondi nel girone. Accontentiamoci del pareggio e cerchiamo di essere soddisfatti di una partita in cui non ci sono stati infortuni, la Fiorentina è riuscita a fare un po’ di rotazioni ed ha ottenuto un risultato utile a saltare gli spareggi di febbraio.

Adesso occhi, cuore e gambe al rush finale del girone di andata della serie A iniziando dalla gara interna con l’Udinese. I friulani sono una squadra fisica, con esterni di gamba ed attaccanti talentuosi, una compagine che potrebbe mettere in difficoltà la Fiorentina lenta ed un po’ spompa delle ultime settimane: servirà una prestazione importante per agguantare tre punti prima della doppia sfida con Juventus e Napoli che ci dirà qualcosa in più in merito all’annata che potranno fare i gigliati in campionato in attesa di un aiuto da Commisso, Pradè e Goretti che speriamo rispondano presente sul mercato.

IL BUONO

  • Mandragora: certamente a Firenze sono in minoranza, visto che in tantissimi vorrebbero la sua cessione, ma io credo che un calciatore come lui in rosa sia importante. Grande professionista, mai una polemica, sempre pronto all’impiego, con qualche gol nelle corde. In un reparto in cui poi siamo corti numericamente, Mandragora ci sta alla grande. Certo non può essere (ed infatti non è) il playmaker della squadra, ma quando tocca a lui raramente tradisce. In ogni squadra ci vorrebbe uno professionista come lui!
  • Adli: quando i ritmi calano e non deve rincorrere gli avversari, l’ex Milan sale in cattedra. Nella rosa affidata a Palladino è uno dei pochi, se non l’unico, a verticalizzare e con lui la Fiorentina inizia a giocare stabilmente nella metà campo avversaria. A quando i 90 minuti nelle gambe?
  • Kean: non è freddo nel momento in cui deve concludere su assist di Beltran, ma come entra in campo i viola guadagnano 20 metri di campo. Non è più quello di inizio stagione, ma la Fiorentina senza di lui davanti non può proprio giocare. Imprescindibile.

IL BRUTTO

  • Comuzzo: per la prima volta da quando indossa la maglia viola della prima squadra, appare confusionario e svagato. Compie diversi errori palla al piede ed anche in marcatura non è il solito mastino. Tranquillo Pietro, succede a tutti!
  • Kouamè ed Ikonè: come cantava Luciano Ligabue……Ho perso le parole.
  • Martinez Quarta: gioca una partita indecente per la quantità di errori commessi. Sembra un pesce fuor d’acqua e credo che la spiegazione, almeno in parte, sia anche di natura tattica. L’argentino nel calcio di Vincenzo Italiano poteva esprimere tutto il suo potenziale perché la fase difensiva era effettuata con la riconquista della palla in avanti, con la ricerca spasmodica dell’anticipo, con la linea difensiva sempre a cavallo della linea di metà campo. In questa stagione invece, la Fiorentina difende bassa e marca quasi sempre alle spalle dell’avversario con l’obiettivo di non farlo girare verso la porta. In questo modo, quando Quarta commette i suoi soliti errori, la palla viene persa al limite o dentro l’area di rigore e dunque è decisamente più pericoloso. Se Pongracic è pronto, credo sia giunto il suo momento!

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

BOLOGNA – FIORENTINA = 1 – 0

Prima o poi doveva accadere.

La Fiorentina, dopo otto vittorie consecutive e dieci risultati utili, cade a Bologna con il minimo scarto al termine di una partita che i padroni di casa hanno meritato di vincere per come hanno interpretato la ripresa. Se infatti i viola hanno disputato un primo tempo molto buono, nei secondi 45 minuti di gioco sono letteralmente spariti dal campo senza riuscire mai a limitare le scorribande rossoblù né a trovare le contromisure. La domenica viola era cominciata nel peggiore dei modi con la terribile notizia della scomparsa della mamma del tecnico Raffaele Palladino al quale esprimo le mie più sentite e sincere condoglianze. Dopo il terribile incidente di Bove, adesso anche la morte ha colpito il gruppo squadra: sarà necessario provare a resettare nuovamente il dolore per ripartire nel migliore dei modi in vista del rush finale in Conference League ed in campionato con gli impegni contro Udinese, Juventus e Napoli.

Come dicevamo, i viola sono partiti compatti e concentrati con una formazione molto offensiva che però non mi ha convinto per più di un motivo. Palladino ha scelto di mantenere il 4-2-3-1 impiegando Beltran alto a sinistra e Gudmundsson dietro a Kean ma questo schieramento ha mostrato molte criticità. Innanzitutto Beltran a sinistra è rimasto spesso fuori dal fulcro del gioco limitando di molto la sua pericolosità sia in fatto di assist che di tiro in porta. Il centrocampo inoltre, ha subìto numerose imbucate importanti perché la Fiorentina aveva quasi sempre i quattro giocatori offensivi oltre la linea della palla accompagnati da Adli e talvolta da Dodo’; la contemporanea presenza di così tanti calciatori offensivi ha spesso sguarnito il centrocampo che ha giocato tutta la partita in inferiorità numerica, ma la criticità maggiore si è palesata una volta che la Fiorentina si è trovata sotto nel punteggio. Costretta a rimontare, la squadra di Palladino non aveva praticamente nessuna freccia al proprio arco per poter ribaltare il risultato se non Sottil che anche stavolta non ha demeritato. Ikone’ e Kouame’ hanno giocato la loro solita partita inutile, mentre Richardson ha mostrato segni di crescita sia in presenza offensiva che in personalità. Credo sia giunto il momento di passare ad un centrocampo a tre soprattutto se Colpani continua ad essere questo: la soluzione con Beltran e Gudmundsson dietro Kean potrebbe permettere all’attaccante di sentirsi meno solo e di essere servito meglio (se lo merita davvero visto l’impegno mostruoso che ci ha messo anche in questa gara).

La sconfitta potrebbe dunque rivelarsi positiva se analizzata in modo giusto perché ha mostrato i diversi problemi che stanno sorgendo. Innanzitutto Adli è un giocatore che, quando si alza il livello agonistico della contesa, tende a sparire completamente dal campo: aiutarlo con l’inserimento di un centrocampista in più potrebbe essere la soluzione. Inizia poi a destare un po’ di preoccupazione anche la condizione fisica. Sono ormai almeno due settimane che i viola calano vistosamente nei secondi tempi ed alcuni calciatori hanno la spia della riserva accesa: detto di Adli, anche Gosens e Cataldi sembrano appannati, mentre Colpani non ha ancora fatto un cambio di passo in tutta la stagione!!
Chiudo parlando di un arbitraggio a tratti scandaloso. Giusto fare giocare il più possibile, ingiusto fare picchiare dall’inizio alla fine. Giusto non dare i rigorini, ingiusto chiudere gli occhi su due penalty solari come quelli su Gudmundsson (perché nessuno lo ha detto ma la trattenuta di Pobega su Gudmundsson continua in area di rigore ed il regolamento, come si può leggere qui sotto, parla chiaro).

Altre volte ci è andata bene (ad esempio per me è discutibile il rigore assegnatoci contro la Lazio), ma stavolta Fabbri ci ha decisamente penalizzato e con lui il VAR che probabilmente a Bologna non funzionava. Peccato, l’importante è ritrovare velocemente la miglior Fiorentina provando anche il terzo modulo della stagione: visto il periodo, io andrei con l’albero di natale!

IL BUONO

  • Gudmundsson: tecnicamente è di un altro livello rispetto a tutti gli altri 21 in campo. Guadagna due rigori non assegnati, accompagna sempre Kean, inventa giocate, mostra lampi di classe. Quando esce, sulla Fiorentina cala il buio.
  • De Gea: risponde sempre presente nel complicato secondo tempo viola. Sia da fuori area che da vicino è reattivo e preciso oltre ad uscire con personalità. Purtroppo stavolta il marziano non basta.
  • Kean: lotta come un leone, difende decine di palloni, si prepara il tiro in diverse occasioni ma non riesce a pungere come vorrebbe. Un leone in gabbia che soffre di solitudine.

IL BRUTTO

  • Beltran: lotta, si sbatte, si sacrifica, ma sbaglia decisamente troppo. Dal punto di vista tecnico non riesce a pulire i palloni che arrivano dai difensori come ci ha abituati a fare. Isolato sulla fascia perde gran parte delle proprie potenzialità. Esperimento da rivedere.
  • Adli: corricchia in mezzo al campo senza mai incidere. Già nel primo tempo appare avulso dal gioco ma nella ripresa, quando il Bologna mette sulle sue tracce Ferguson, viene letteralmente travolto. Sembra un giocatore di futsal.

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – CAGLIARI = 1 – 0

La Fiorentina sta facendo la storia di questa società.

Per fotografare perfettamente il momento viola è giusto far parlare i numeri della compagine di Palladino: ottava vittoria consecutiva in campionato (eguagliato il record storico dei viola che risale al 1960), tagliato il traguardo dei dieci risultati utili consecutivi in Serie A, miglior difesa del campionato insieme a Napoli e Juventus con De Gea che ha tenuto la porta inviolata in 7 partite, di cui 5 in trasferta. E soprattutto 31 punti conquistati in 14 giornate che permettono ai viola di mettere le radici nella zona di classifica più importante, quella che vale l’Europa che conta. I numeri non sono però sufficienti a spiegare quello che Firenze sta vivendo in queste settimane e soprattutto perché i viola, contro ogni pronostico, sono riusciti a diventare la vera sorpresa di questa serie A. Palladino è riuscito a creare in pochissimo tempo un gruppo solido, in cui tutti si aiutano, non ci sono polemiche, tutti si mettono a disposizione della collettività. Il clima che si respira nella Fiorentina è tutto nella chat che riporta i messaggi che Cataldi e Bove si sono scambiati ieri mattina prima della gara (foto qui sotto).


È grazie al gruppo, all’abnegazione, alla serenità che si respira finalmente in città dopo anni di polemiche spesso inutili, che i viola riescono a vincere anche partite come quelle di ieri. Una vittoria brutta, sporca, cattiva, di quelle che valgono doppio proprio perché colte quando i migliori sono appannati ed il gioco sembra non essere più convincente come ad inizio stagione. Senza Bove, con Adli a mezzo servizio e Gosens non più scintillante come qualche settimana fa, la Fiorentina è apparsa spesso lenta e prevedibile ma è riuscita comunque a portare a casa tre punti di platino. E dire che il mister stavolta aveva sorpreso tutti lasciando fuori due dei calciatori più impiegati fino ad oggi, Kean e Colpani, per fare spazio ad Ikone’ e Kouame: scelta certamente coraggiosa ma che non ha pagato grandi dividendi visto che i due nomi a sorpresa non hanno fatto quasi nulla degno di essere ricordato. Certo è che anche i due titolari quando sono entrati in campo hanno disputato una gara sulla falsariga degli altri dimostrando dunque che probabilmente avevano davvero bisogno di riposo. I viola però, quest’ anno, hanno una qualità media nella rosa maggiore rispetto alla scorsa stagione e questo permette a Ranieri e compagni di trovare spesso la giocata risolutiva anche nelle giornate peggiori. Stavolta il jolly lo ha pescato Danilo Cataldi, uno dei leaders di Palladino che dal limite dell’area ha disegnato una traiettoria imparabile per Sherri.

Ma cosa dire del quinto assist stagionale di Beltran? Sulle pagine di questo blog molte volte si è dibattuto in merito alle prestazioni dell’argentino accompagnate a mio modesto avviso da troppo scetticismo. Quanto volte insieme all’amico Wwayne abbiamo scommesso sulle qualità di Lucas al quale bastava solamente essere messo nella sua posizione naturale e ricevere quella fiducia che è spesso necessaria per i calciatori che cambiano vita, campionato e continente nel giro di 24 ore? Anche contro il Cagliari Beltran ha ripulito decine di palloni, ha pressato ogni avversario, si è sacrificato interpretando più ruoli ed ha messo Cataldi nella condizione di battere a rete. Semplicemente immenso!
Resta la sensazione di una squadra stanca forse più di testa che di gambe (la questione Bove non può non avere ripercussioni), una squadra che non riesce più a trovare quella fluidità di manovra di qualche settimana fa, ma che è un monolite, una macchina che viene spinta da ogni singolo calciatore dentro e fuori dal campo: esempio ne è stato l’ingresso di un Parisi concentrato, attento, scaltro in fase difensiva come non si è praticamente mai visto in maglia viola. Tutti si sentono coinvolti, tutti si sentono importanti…forse è proprio questo il segreto della stagione viola!

IL BUONO

  • Cataldi: oltre a segnare il gol decisivo, dimostra con i fatti di aver preso in mano le redini della squadra con i palloni recuperati e la gestione dei tempi della partita. Insieme ad Adli domina il primo tempo: l’italiano con la tempra e l’intelligenza tattica, il francese con le geometrie e le serpentine in mezzo al campo. Con Danilo ci sentiamo tutti un pò meno soli.
  • Comuzzo – Ranieri: se la Fiorentina è la miglior difesa del campionato, tanto merito lo dobbiamo dare alla coppia italiana di difensori centrali. L’arrivo di Pongracic sembrava dover fare retrocedere in panchina almeno uno dei due ed invece i due prodotti del settore giovanile viola, insieme al marziano De Gea, compongono la spina dorsale di una retroguardia che ormai si intende ad occhi chiusi. Bravi a chiudere e rilanciare, ottimi nella marcatura con la difesa schierata, sono i perni della squadra insieme alla coppia Cataldi Adli. Vi meritate tutto!
  • Beltran: vedi sopra. Un altro argentino di cui potersi innamorare.

IL BRUTTO

  • Ikonè: la prima da titolare in campionato non verrà certamente ricordata. Pasticcia come al solito anche se aiuta in fase difensiva. Non incide, non salta l’uomo, non tira in porta. Trasparente.
  • Kouamè: l’ennesima dimostrazione di come la Fiorentina non abbia un vice Kean presentabile. Nonostante il colpo di testa sia il suo forte, con Mina non gli tocca mai e si sfiora il ridicolo quando, al tramonto del primo tempo, sul cross di Gosens rinvia verso la metà campo anziché colpire in direzione della porta avversaria. Meglio un primavera.
  • Kean: per come è entrato aveva ragione il mister. Sembra svuotato, appannato, assente. L’atteggiamento però non mi è proprio piaciuto….

A voi per i commenti!!

BarLungo con Simone – Intelligenza artificiale: la conosciamo davvero? (1° parte)

Sono ormai alcuni anni che si sente parlare di intelligenza artificiale, di quanto sia utile per la nostra vita, di quanto sia amata dai giovani per studiare meno o dagli impiegati per scansare alcuni compiti barbosi, ma nel contempo ci sono anche tanti analisti che la considerano una vera risorsa per risolvere tante problematiche che ad oggi l’essere umano non è riuscito a superare. Ciò che però tantissimi ancora non hanno valutato è l’impatto non solo lavorativo e sociale ma anche ambientale dell’intelligenza artificiale. Per cercare di approfondire meglio queste problematiche in più puntate mi farò guidare, come di consueto, dall’amico e professionista Simone Pesucci partendo da come nasce l’idea di intelligenza artificiale e quale sia la sua definizione.

Buon ascolto!