Il buono, il brutto, il cattivo

LECCE – FIORENTINA = 0 – 6

Che sia l’alba di un nuovo inizio?

Se dopo la bella e sofferta vittoria interna contro il Milan Firenze ed i suoi tifosi si aspettavano una conferma, non poteva esserci risposta migliore.

La Fiorentina vince e convince in trasferta, strapazzando una delle squadre più in crisi del campionato, rischiando praticamente mai e dando l’impressione di poter continuare ad affondare nella difesa avversaria in ogni momento della gara prescindendo anche dagli interpreti. I ragazzi di Palladino infatti, con o senza Gudmundsson, con o senza Kean, hanno dimostrato che non ci poteva e non ci doveva essere storia! Sembra lontanissima quella squadra spenta e paurosa vista contro Venezia e Monza, quella rinunciataria e pavida di Empoli: i viola ieri hanno dominato il campo ed il gioco sfruttando le proprie capacità senza però mai cadere nella vanità. Soprattutto in mezzo al campo, Adli Cataldi Bove e Colpani non si sono mai guardati allo specchio masturbando il pallone con continui passaggi orizzontali, ma hanno sempre cercato il pallone in verticale per l’attaccante, la sovrapposizione del terzino, l’inserimento del centrocampista. Insomma un bel mix tra possesso e verticalizzazione, tra uno contro uno e ricerca del terzo uomo con un dominio che ha riscaldato il cuore.

Palladino ha deciso di riproporre la stessa formazione che aveva cominciato contro il Milan anche se, probabilmente più per la forza dell’avversario che non per una scelta ponderata, i viola sono partiti fin da subito con un 4-3-2-1: Colpani infatti, differentemente da due settimane fa, ha interpretato il ruolo di trequartista in linea con Gudmundsson anziché quello di esterno di un centrocampo a 4 riuscendo dunque ad avvicinarsi alla porta con maggior pericolosità. L’esperimento è però durato pochissimo poiché dopo l’infortunio dell’islandese, Beltran ha interpretato il ruolo di seconda punta e dunque si è tornati ad un 4-4-2 più simile alla gara precedente. Certo è che essere riusciti a fare due reti nel breve volgere di qualche minuto ha dato alla Fiorentina una tranquillità notevole ma ciò che è piaciuto maggiormente è che la squadra non ha comunque smesso di giocare. Il centrocampo con Adli e Cataldi che si scambiano i compiti di regia e Bove che riesce ad equilibrare sempre la squadra in fase difensiva funziona benissimo (complimenti a Pradè per averlo costruito), mentre davanti Kean ha continuato a fare sportellate con tutti anche con una caviglia dolorante e Dodò da dietro ha fatto sconquassi! Gosens più bloccato ha chiaramente almeno un cilindro in meno, ma come ha detto il tedesco ieri dopo la vittoria, conta la squadra ed in questo momento sembra tutto funzionare perfettamente. Gli stessi Ranieri e Comuzzo hanno dato tranquillità alla squadra ed hanno spesso fatto ripartire l’azione da dietro con il primo passaggio in verticale….peccato solamente per la folle gomitata del capitano viola a gara praticamente conclusa che avrebbe potuto costare molto di più. Il buon Ranieri deve capire che la testa deve rimanere sempre dentro la partita e soprattutto il cervello deve stare sempre acceso per non rischiare di macchiare la propria prestazione con errori assurdi.

Adesso sotto con la Conference League: toccherà alle cosiddette seconde linee cercare di mettere Palladino in difficoltà, anche se l’idea del tecnico campano di far giocare una base importante della formazione ogni domenica finora si è rivelata vincente. Non se ne poteva più di rotazioni cervellotiche contraddistinte da almeno 4-5 cambi a partita: certamente con tutte le gare che aspettano i viola fino alla sosta di novembre qualcuno dovrà rifiatare, ma sarebbe un delitto tornare a balbettare solamente per la voglia di fare turnover!

IL BUONO

  • Cataldi: confesso che il suo arrivo non mi ha scaldato dal momento che mi è sempre sembrato un calciatore che ha bisogno di compagni migliori di lui per dare il massimo. Devo però dire che la coppia con Adli funziona e Bove aiuta sempre tutti. Eppoi una punizione da leccarsi i baffi!
  • Colpani: finalmente si sblocca con una doppietta tanto importante quanto bella. In occasione della prima rete dimostra di sapere sempre dove si trova la porta, nella seconda calcia all’incrocio di potenza. Andrea non fermarti più!!
  • Beltran: finalmente una partita all’altezza del calciatore che stiamo aspettando da troppo tempo! Gli avversari non saranno fenomeni, ma entra con la cattiveria giusta, inventa calcio, salta gli avversari e trova anche il gol. Certo che come riserva direi proprio niente male!!
  • Palladino: dimostra una volta di più di aver trovato una strada percorribile. Non so se sia quella più giusta, ma adesso la Fiorentina è una squadra credibile. Ha avuto coraggio a fare determinate scelte, come quelle che prevedono Quarta e soprattutto Biraghi in panchina, ed ha dato un gioco riconoscibile alla squadra. Forse ci ha messo troppo? L’importante è aver trovato la strada!
  • Pradè: quando il mercato, seppur in notevole e colpevole ritardo, viene fatto da una persona competente si vede! Sarà brutto dirlo, ma questa squadra è finalmente figlia di scelte logiche ed intelligenti, scelte dettate da competenza tecnico-calcistica. L’ho criticato tante volte in passato, ma quando le cose vengono fatte bene bisogna essere onesti intellettualmente!

IL BRUTTO

  • Infortuni: vedere la coppia di attaccanti falcidiata da problemi fisici in questo modo provoca dolore. Per Kean probabilmente la Roma è un traguardo raggiungibile, per Gudmundsson invece dobbiamo solo incrociare le dita. Speriamo bene…….

A voi per i commenti!!

Appunti sparsi dal mondo della scuola (parte 12)

Anche se le vacanze estive sono ormai un lontanissimo ricordo, il mondo della scuola ha i propri tempi ed i propri riti e dunque il primo consiglio di istituto di questo anno scolastico si è tenuto solo pochi giorni fa.

Saranno le pile ricaricate, sarà un’oggettiva buona gestione del nostro istituto comprensivo, ma il primo ritrovo dopo oltre tre mesi ha riconfermato il clima sano e collaborativo che abbiamo quasi sempre avuto nelle nostre riunioni. Ho sempre pensato, e questa esperienza me lo sta confermando, che quando la gestione dei problemi è dettata da scelte di ampio respiro e di lungo periodo, tutto è più semplice. Se invece, al contrario, si vivacchia prendendo decisioni solo dettate dall’emergenza, non si può essere capaci di dare una visione complessiva ed una direzione; inoltre non si riesce nemmeno a valorizzare le competenze del gruppo di persone con le quali si lavora proprio perché si tappa solamente i buchi dell’oggi senza pensare al domani.

Nell’ultimo consiglio di istituto abbiamo affrontato un altro punto del programma triennale di mandato che ci eravamo prefissati: dopo aver cambiato ed aggiornato il regolamento di tutto il comprensivo, adesso tocca al regolamento degli organi collegiali a distanza. Questa specificità, la cui importanza è aumentata a dismisura sia durante che dopo la pandemia, ha preso piede arrivando ad essere il metodo preferito da tantissime scuole sul territorio: nel nostro caso però, vorremmo limitarne l’uso ai casi in cui sia necessario, poiché come consiglio d’istituto crediamo ancora fermamente alla cura dei rapporti interpersonali ed allo scambio a quattr’occhi come mezzo di crescita professionale.

Dopo aver sbrigato alcune faccende burocratiche, abbiamo però deliberato in merito a due cose che mi hanno reso orgoglioso del percorso che stiamo facendo. Negli ultimi anni, i casi di disturbi alimentari nei ragazzi stanno aumentando vertiginosamente e non basta più l’approccio personale al problema. Il nostro istituto, e nello specifico la nostra scuola secondaria di primo grado, è stata coinvolta in un progetto pilota che potrebbe rivelarsi fondamentale nella metodologia di intervento nei confronti di questi problemi. L’ospedale Meyer infatti, ha scelto il quartiere 2 come quartiere di riferimento per uno studio metodologico, e la nostra scuola media come uno degli istituti coinvolti. Durante questo anno scolastico, verranno attuati dei protocolli di prevenzione di intervento che saranno monitorati grazie ad alcuni test ed incontri con specialisti del settore che provvederanno anche a formare i docenti. Grazie poi ad alcuni laboratori, sarà possibile coinvolgere attivamente i ragazzi non solamente facendoli riflettere sulle dinamiche di questi disturbi, ma anche offrendo loro strumenti operativi per poter affrontare queste difficoltà e, nel caso, aiutare compagni affetti da queste problematiche. Il progetto poi, ha l’ambizione di coinvolgere anche le associazioni sportive del nostro quartiere in modo da creare una sinergia operativa in grado di creare una rete di intervento che possa aiutare i nostri ragazzi in ogni ambito si ritrovino a dover convivere con questo problema.

Dopo il voto unanime a favore dell’importante progetto, siamo passati all’esame di una questione che mi sta molto a cuore, quella dell’utilizzo dei cellulari e del registro elettronico. In quello utilizzato dalla scuola media del nostro istituto è sempre apparsa la media dei voti delle nostre ragazze e ragazzi in bella evidenza come prima immagine appena aperta la app. Oltre che creare grande ansia nella stragrande maggioranza di studenti e famiglie, ci siamo chiesti quale utilità potesse avere un arido numero in bella vista e la discussione che ne è nata è stata franca ed approfondita. Il dirigente scolastico ad esempio, ha fin da subito espresso il proprio parere favorevole alla soppressione della visibilità del voto anche perché (e questo non lo sapevo), la media generale dei voti è un valore che non ha senso di esistere, visto che non esistono circolari o regolamenti scolastici che lo prevedano. Non solo, ma tale media, non serve nemmeno in vista dell’esame di terza e dunque, oltre a creare ansia, è anche del tutto inutile! Insieme all’altra rappresentante della scuola media, ho perorato la causa della cancellazione trovando grande comprensione sia dal corpo docente che dagli altri rappresentanti. Oltre a ciò, abbiamo anche discusso delle medie delle varie materie ma siamo stati quasi tutti concordi nel mantenerle perché hanno innanzitutto un valore legale, e poi fotografano l’andamento del ragazzo in quella disciplina. Non mi sono fatto però sfuggire l’occasione per cercare di sensibilizzare maestre e professori in merito ad un utilizzo più parsimonioso del registro elettronico: negli ultimi anni infatti, una delle emergenze più importanti che sta emergendo nei nostri ragazzi, è quella della dipendenza dai mezzi elettronici. L’utilizzo, come unico canale di comunicazione, del registro elettronico, credo non possa far altro che acuire il problema.

BarLungo con Simone – Immigrazione tra rischio ed opportunità (4° parte)

Eccoci tornati al nostro podcast, il “BarLungo con Simone” per una nuova puntata in compagnia dell’amico e professionista Simone Pesucci!

Andiamo avanti nel nostro ciclo di approfondimenti sull’immigrazione ed iniziamo a guardare fuori dai nostri confini. Dopo aver spiegato la legislazione italiana, vediamo come questa deve obbligatoriamente interfacciarsi con la regolamentazione comunitaria, cioè quella europea. Simone ci guiderà nel viaggio tra regolamenti, patti, raccomandazioni e chissà cos’altro per cercare di renderci più chiare le competenze ed i compiti di stati nazionali e comunità Europea.

Buon ascolto!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – MILAN = 2 – 1

Finalmente la Fiorentina che abbiamo sempre cercato!

Al termine di una partita bellissima, di una sfida epica, di quelle che rimarranno per anni scolpite nelle nostre menti ed i nostri cuori, i ragazzi di Palladino portano a casa tre punti che riportano i viola più vicini alla zona che conta. La gara contro il Milan è stata contrassegnata da emozioni, ribaltamenti di fronte, errori individuali marchiani, un arbitraggio che ancora una volta certifica la mediocrità di un fischietto super sopravvalutato come Pairetto. Una miscela di emozioni che raffigura perfettamente la bellezza del gioco del calcio, lo sport più democratico di tutti dove i calciatori più bravi sono quelli che fanno veramente la differenza. E’ stata la serata di due acquisti estivi, due calciatori che in tantissimi avevano dimenticato, pensando fossero ormai da riporre nel cassetto dei ricordi tra i campioni passati ed i talenti mai sbocciati. David De Gea, uno degli ultimi portieri generazionali di questo sport, il cui acquisto è stato colpevolmente sottovalutato non solamente dalla critica nazionale ma anche da quella fiorentina e Yacine Adli, che ha dimostrato cosa significhi essere capace di prendersi la squadra sulle spalle dimostrando una leadership tecnica clamorosa, hanno gridato al mondo ieri sera che anche se si sta fermi 14 mesi per scelta personale, anche se si arriva da stagioni in cui il campo lo si vede quasi mai, il talento non si dimentica.

Il portiere spagnolo ha parato due rigori ed ha fatto una parata clamorosa su Chukwueze nel finale, Adli ha finalmente dato alla squadra di Palladino quelle geometrie e quella pulizia in costruzione che gli altri centrocampisti impiegati non erano riusciti ad offrire nella prime giornate di campionato. E’ stata però tutta la Fiorentina ad indossare finalmente il vestito delle grandi occasioni: il tecnico campano ha optato ancora una volta per una difesa a 4 al centro della quale ha svettato un ottimo Comuzzo in coppia con Ranieri, mentre sugli esterni Dodò ha giocato una partita completa e Gosens si è limitato nelle scorribande offensive. In mezzo al campo poi, accanto ad Adli un diligente Cataldi non ha mai fatto perdere equilibrio alla squadra e sugli esterni un Colpani finalmente in crescita ed un generosissimo Bove hanno raddoppiato ogni volta che Theo e Emerson cercavano la sovrapposizione. Se Colpani non è riuscito ancora ad inquadrare la porta, stavolta è sembrato però più intraprendente e disciplinato tatticamente; Bove dall’altra parte, ha come al solito giocato una gara di grande sacrificio, ergendosi a pilastro insostituibile quando è stato riportato al centro nell’ultima fetta di gara. Davanti poi, possiamo dire di avere finalmente una coppia d’attacco che può farci sognare: Kean ha fallito il rigore che gli ha lasciato Gudmundsson, ma ha fornito una prestazione enorme. Ha lottato su ogni pallone, ha fatto reparto da solo, ha regalato l’assist decisivo al compagno di reparto e solamente la sfortuna gli ha impedito di segnare il meritatissimo gol che avrebbe definitivamente chiuso la contesa. Gudmundsson invece, è stato bravo a muoversi nelle pieghe della gara sfruttando gli spazi che gli venivano concessi: se nel primo tempo è tornato anche troppo indietro pur di giocare alcuni palloni, nella ripresa ha fatto apparire facilissimo un gol dal grande peso specifico battendo uno dei migliori portieri della serie A (ovviamente il nostro è fuori classifica). L’islandese ha quella rara dote che solamente alcuni calciatori hanno, cioè di riuscire a fare cose difficili con una naturalezza disarmante… adesso durante la sosta sarà necessario ritrovare la forma fisica necessaria a giocare un maggior numero di palloni durando per 90 minuti.

E’ stata però anche la serata di Palladino, un allenatore da molti voluto già sulla graticola. Ha deciso di affrontare il Milan a specchio, inaridendo le fonti di gioco e bloccando le fasce laterali, senza permettere ai rossoneri quelle scorribande che avevano fatto a fette anche l’Inter. Ha adattato Bove in un ruolo non suo, ha bloccato Gosens per liberare maggiormente Dodò in modo da tenere basso Theo Hernandez, ma soprattutto ha avuto il coraggio di impiegare Adli per non chiudersi troppo e per ribaltare velocemente l’azione con cambi di campo improvvisi. Mi è piaciuta molto anche la gestione dei cambi, con lo spostamento di Bove in mezzo al campo che ha restituito quella gamba che né Cataldi né Adli avevano più: chiudere infine con Biraghi e Kayode alti è stata una prova di intelligenza dopo anni di assalti all’arma bianca anche quando eravamo in vantaggio nel recupero. Un bel bagno di umiltà per l’allenatore e per la squadra che speriamo abbiano capito che giocare utilizzando al meglio le proprie armi senza cercare di strafare è sinonimo di intelligenza e non di codardia.

Adesso altre due settimane per affinare l’intesa in una squadra che sta crescendo a vista d’occhio e che inizia ad essere quella che tutti avevamo immaginato a fine mercato: certamente non una big, ma una compagine che ci può far finalmente divertire!

IL BUONO

  • De Gea: semplicemente un extraterrestre capitato non si sa bene come a Firenze. Clamoroso!
  • Dodò: nonostante un’ammonizione ridicola dopo 7 minuti, gioca una partita ottima. Sempre pronto a ripartire, è attentissimo anche in fase difensiva con diagonali precise e salvataggi decisivi. Se gioca così, possiamo svoltare!
  • Adli: come già scritto nell’articolo, è il calciatore che ha preso in mano i compagni e li ha guidati senza paura. Condisce la propria gara con un gol bellissimo. Chapeau.
  • Kean – Gudmundsson: indipendentemente dalle (ottime) prestazioni personali, è la coppia che funziona. Finalmente abbiamo due calciatori pericolosi che parlano la stessa lingua. Se funziona a lungo, quest’anno ci divertiamo!

IL BRUTTO

  • Pairetto: uno degli arbitri più sopravvalutati dell’emisfero terracqueo. Non ha mai in mano la gara, non prende mai una decisione senza l’ausilio della tecnologia. Ammonisce dopo 7 minuti Dodò per un fallo veniale, ma Morata lo può inseguire per tutto il campo ed offendere senza essere sanzionato. Oltre a ciò, inverte tantissime punizioni e non dà mai l’idea di avere il controllo della situazione. Poi ci lamentiamo dei direttori di gara nei dilettanti…….

A voi per i commenti!!

BarLungo con Simone – Immigrazione tra rischio ed opportunità (3° parte)

Eccoci nuovamente al nostro podcast, il “BarLungo con Simone”! Sta iniziando una nuova puntata in compagnia del grande amico e professionista Simone Pesucci!

Siamo al terzo appuntamento di questo ciclo di approfondimenti e, dopo le prime puntate dedicate alla storia delle migrazioni ed alla legislazione esistente nel nostro paese, è giunto il momento di vedere com’è possibile, per chi arriva in Italia, vivere nella legalità ed essere registrato sul nostro territorio. Cos’è il permesso di soggiorno, i motivi per cui viene concesso o negato, la vita nei centri di prima accoglienza.

Buon ascolto!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – NEW SAINTS = 2 – 0

C’è chi ieri sera si è annoiato al punto di rischiare di addormentarsi e chi mente.

La Fiorentina di Palladino, contro i modesti campioni del Galles, ha la necessità di mettere in campo i titolari per trovare finalmente il gol e portare a casa i primi tre punti della stagione in Conference League. I viola però, sono apparsi ancora una volta lenti, con poche idee, capaci solo ed esclusivamente di giocate individuali spesso finite nel nulla. Vero è che i gallesi hanno giocato con 11 uomini sotto la linea della palla, ma al cospetto della squadra finalista delle ultime due edizioni che avrebbero dovuto fare? Regalare praterie al contropiede viola? Regalare spazi e potenziali occasioni da gol?

Tornando alla Fiorentina, il primo tempo ha quasi del tutto ricalcato la scialba prestazione di Empoli seppur con interpreti diversi: certo se solo Ikonè avesse calciato in porta il pallone capitatogli sul destro dopo pochi minuti magari poi i viola sarebbero andati di goleada, ma con i se e con i ma non si và da nessuna parte. La verità è che la compagine di Palladino appare ancora impacciata, senza idee, senza cambi di passo ed anche la prova di Adli, dal punto di vista della regia, è stata deludente. Chiedo poi a qualcuno di voi, nella speranza che mi possiate aiutare, con quale modulo erano schierati in campo i viola: Kayode è rimasto sospeso tra il ruolo di terzo di difesa e quello di terzino, Kouamè ha iniziato da esterno di sinistra per poi fare il centravanti (!!!), Ikonè ha giocato spesso a tutta fascia un po’ come Parisi….insomma una maionese di ruoli ed interpreti che però non ha portato a nulla. Resta la sensazione di una grande confusione, con calciatori impacciati e lenti, poca qualità degli interpreti, nessuna chiarezza di intenti.

Considerando la rara bruttezza della gara e la noia che si è spesso impadronita di me, mi scuserete se stavolta non stilo una classifica dei migliori e peggiori, ma provo a commentare la prestazione di alcuni dei calciatori che ci hanno regalato un’altra grande serata di calcio camminato.

Partiamo da colui il quale, dopo il pareggio di Empoli, si è arrogato il diritto di accusare i compagni perché non giocano di squadra, cioè Kouamè: nella gara di ieri sera ha cercato il gol in ogni modo, calciando spesso in porta anche quando aveva compagni meglio posizionati e liberi in area di rigore. La fotografia della sua partita e della sua cifra tecnica è tutta nell’azione del secondo gol di Kean, quando il fromboliere viola svirgola comicamente la palla cercando di calciare al volo. Quando ero bambino, se capitava una cosa del genere, l’allenatore ti piazzava davanti ad una forca che aveva il pallone sorretto da una corda: dovevi stare davanti a quel pallone a calciarlo al volo fino allo sfinimento per evitare brutte figure del genere. Che possa servire anche al bomber viola?

Ma non possiamo non parlare della prestazione dell’esterno offensivo più inutile che io ricordi da quando guardo la Fiorentina: Ikonè non segna mai, non calcia mai in porta, non serve mai un assist decisivo, non fa mai un recupero difensivo che possa salvare un gol. Non che il suo dirimpettaio Sottil abbia rubato la scena! Corricchia inutilmente su quella fascia come se ci facesse un favore, riesce sempre a colpire il diretto avversario sia che crossi, sia che tiri in porta: altra scommessa persa. Cosa dire poi del padrone della macchina Raffaele Palladino: detto del non gioco della squadra, sconcerta anche la gestione di alcuni calciatori, Kayode su tutti. Capisco che il mister preferisca Dodò in quel ruolo, ma possibile che il terzino dell’Under 21 non possa giocare 90 minuti nemmeno contro i gallesi? E’ vero, nel preliminare ha commesso errori grossolani, ma siamo sicuri che metterlo in castigo in questo modo sia la scelta giusta? Il tecnico campano era stato presentato come una persona incline al dialogo e bravo a far crescere i calciatori, ma al momento sia Kayode che Parisi sembrano entrati in un tunnel senza uscita. La stessa sostituzione di Beltran, che stava giocando un’altra gara insufficiente, serve davvero all’autostima dell’argentino?

Non mi è invece dispiaciuto Moreno, tipico difensore argentino. Roccioso, arcigno, dotato di gran fisico, andrà certamente rivisto con squadre più importanti ma, oltre alla stazza, ha dimostrato di lottare in ogni modo (consentito e non) pur di non farsi saltare dall’attaccante avversario. Tecnicamente non sembra proprio un numero 10, ma intanto avere qualcuno capace di difendere può aiutare.

Chiudo facendo un immenso in bocca al lupo a Mandragora, un calciatore che come sapete non è nella lista dei miei preferiti. Nonostante ciò, il centrocampista ex Udinese, ha sempre dimostrato una grandissima professionalità ed una grande importanza per il gruppo e lo spogliatoio. La sua assenza peserà certamente e se ne accorgeranno anche quegli stolti che sui social e non solo, hanno fatto battute stupide sul suo infortunio.

PS: col Milan servirà tutt’altra prestazione!!

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

EMPOLI – FIORENTINA = 0 – 0

Una delle partite più noiose che io ricordi… pensavo fosse tornato Beppe!

Il pareggio a reti bianche (e non poteva essere altrimenti visto che non c’è stato un tiro in porta) tra Empoli e Fiorentina, mi ha fatto venire un flash: e se avessimo cambiato sport? E se la Fiorentina si fosse iscritta al calcio camminato? Per chi non avesse mai visto questa disciplina, vi linko qui un video piuttosto esplicativo….

https://www.youtube.com/watch?v=gzznUi5uNIY

Dopo settimane di dispute tra i fautori della difesa a 3 e quelli della difesa a 4, Palladino ha scelto di ricominciare dalla linea che aveva finito la gara contro la Lazio, con un centrocampo di due mediani e tre mezzepunte dietro Kean. La disposizione viola, che ha certamente facilitato una circolazione della palla più sicura, ha però mostrato limiti incontrovertibili che fanno ancora una volta dubitare in merito alla costruzione della rosa. Partendo dalla difesa, hai due terzini che hanno caratteristiche opposte: se Dodò è rifiorito con la nuova posizione in campo, grazie alle praterie che ha davanti che gli permettono di spingere senza soluzione di continuità, Gosens retrocesso terzino è uno spreco incredibile. Il tedesco, da sempre uno dei migliori quinti della Serie A, nei panni di Biraghi ha le fattezze di una Ferrari il cui proprietario deve tenere le marce basse perché non ha i soldi per la benzina! In mezzo al campo, Adli e Cataldi sono due centrali da centrocampo a 3 (seppur con caratteristiche molto diverse), Bove è un calciatore che si adatta in ogni posizione (ieri male), Richardson è una mezzala fatta e finita. Davanti poi, hai tantissimi esterni piuttosto bravi ad occupare i mezzi spazi: Colpani, che ha un solo movimento offensivo (il dribbling rientrando sul sinistro), se lo limiti sulla linea laterale viene sistematicamente annullato, mentre Sottil ed Ikonè hanno ormai dimostrato (poche volte) che devono giocare più vicini alla porta e non isolati su un esterno. Davanti poi, Gudmundsson è un giocatore che ha bisogno di svariare, come visto ieri, ma incasellato in un 4231 in cui hai esterni fermi sulle linee laterali e mediani che giocano in orizzontale, è costretto a giocare troppo lontano dalla porta. Se pensiamo che la soluzione sia la difesa a 4, allora abbiamo un grosso problema con Gosens, anche se potremmo pensare ad un 442 con il tedesco esterno alto, senza dimenticare che il miglior modulo per utilizzare gli spazi alle spalle dei centrocampisti avversari sarebbe il 4321 che aiuterebbe anche i nostri centrocampisti. Se invece pensiamo che si possa anche giocare a 3, allora torniamo velocemente al 3421 perché l’ex Atalanta ed Inter è il miglior calciatore attuale in rosa e confinarlo in difesa appare un suicidio.

Secondo voi tutti questi problemi chi li dovrebbe risolvere se non Palladino? Dal tecnico campano dobbiamo iniziare a pretendere tutti di più. La giustificazione assolutamente reale del mercato fatto in ritardo inizia a non essere più sufficiente: i viola lavorano insieme ormai da un mese ma nella gara di ieri hanno mostrato di non avere uno straccio di gioco né di rabbia agonistica, oltre ad una condizione atletica non scintillante. Alcuni atteggiamenti poi, cominciano a far pensare che anche nello spogliatoio non vada proprio benissimo: dopo il rigore contro la Lazio, ieri Gudmundsson ha discusso anche per un calcio di punizione, mentre le dichiarazioni di Kouamé sembrano lunari. Uno dei calciatori tecnicamente più scarsi della rosa, che non si sa perché ieri ha fatto il capitano al posto di Dodò o Ranieri, si permette di accusare i propri compagni in sala stampa: una roba mai vista, che andrebbe fortemente stigmatizzata dalla società e dal tecnico. Segnali insomma non proprio incoraggianti sia dal campo che da fuori….adesso tocca al mister ed ai dirigenti farsi sentire perché la prova di ieri è stata disarmante da tutti i punti di vista.

Resta il punto portato via, la porta imbattuta, ma soprattutto l’amore incondizionato di una città che anche ieri ha seguito in massa una squadra triste e senza lampi: urge un cambio di rotta velocissimo!

IL BUONO

  • Dodò: non c’è niente da fare, quando la Fiorentina gioca a 4 il brasiliano si trasforma. Salta avversari in sequenza, conquista molto spesso il fondo. L’unica pecca è l’imprecisione al cross, ma è una fonte inesauribile di gioco. Adesso ci siamo!
  • Clean sheet: certo l’atteggiamento piuttosto rinunciatario dell’Empoli ha aiutato, ma l’attenzione difensiva sembra cresciuta ed anche gli interpreti hanno giocato una partita gagliarda. Al netto delle consuete disattenzioni di Ranieri, tutti sono promossi a pieni voti. Giovedì in Conference il reparto verrà necessariamente rivoluzionato.
  • Cataldi: un giocatore per cui non stravedo ma che ieri mi è stato l’unico centrocampista in grado di costruire qualcosa. Oltre a ciò, ha mandato in porta Bove con un recupero al limite dell’area avversaria come aveva già fatto, con la collaborazione di Kean, con Colpani contro la Lazio. Ha dei limiti, ma la personalità non si discute.
  • Beltran: non mi arrendo all’idea che l’argentino sia un calciatore che non può giocare in questa Fiorentina anche solo a gara in corso. Nei poco più di 20 minuti concessi, porta almeno un pò di verve, un pò di ritmo, in una squadra completamente spenta. Sfiora anche il gol con un colpo di testa. Che giovedì sia la sua serata?

IL BRUTTO

  • Colpani: un fantasma inutile. Vero che metterlo a fare l’esterno non mi sembra una grande idea, ma in 70 minuti si può saltare il diretto avversario anche se si gioca fuori ruolo! Dopo i passi in avanti mostrati nella ripresa della gara contro la Lazio, un deciso passo indietro. Il tempo sta scadendo anche per lui.
  • Bove: sbaglia un gol incredibile che, rivisto al VAR, secondo me sarebbe stato concesso. Oltre a ciò, perde palloni sanguinosi in mezzo al campo e non trova mai né la posizione, né lo spazio per gli inserimenti. E’ necessario un turno di riposo.

A voi per i commenti!!

BarLungo con Simone – Immigrazione tra rischio ed opportunità (2° parte)

Eccoci al nostro podcast, il “BarLungo con Simone”! Sta iniziando una nuova puntata in compagnia del grande amico e professionista Simone Pesucci!

Questo ciclo di approfondimenti vuole parlare di immigrazione senza condizionamenti o ammiccamenti politici, per cercare di capire perché si migra, ma anche se e come sia possibile gestire questo fenomeno. Nella prima puntata abbiamo raccontato alcune tra le più importanti migrazioni cercando di illustrarne le cause ma anche le conseguenze nei paesi di partenza. Oggi invece, proviamo a vedere come il nostro paese, l’Italia, ha deciso di governare questo fenomeno e dunque di quali leggi ci siamo dotati per accogliere i migranti. Avere un avvocato come Simone, in una puntata come questa, è manna dal cielo….

Buon ascolto!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – LAZIO = 2 – 1

E se fosse la domenica della svolta?

La Fiorentina, sotto di un gol alla fine del primo tempo contro una squadra di grande qualità come la Lazio, con le sostituzioni ed un atteggiamento finalmente diverso ribalta il risultato e coglie la prima vittoria stagionale allontanando una crisi dagli sviluppi imprevedibili. 

Partiti col consueto 3-4-2-1, con Biraghi terzo difensore di sinistra e Comuzzo centrale dei tre, i viola nella prima frazione hanno rischiato più volte di andare al riposo con un passivo più pesante. Al netto del clamoroso palo colto da Colpani, solamente un De Gea a tratti mostruoso, ha permesso ai ragazzi di Palladino di chiudere sotto di un gol. Quarantacinque minuti che hanno ricalcato le prestazioni viste fino ad oggi: palloni masticati, poco ritmo, poca qualità, tanti rischi sulle palle inattive come quella che ha permesso a Gila di portare la Lazio in vantaggio. Con Pongracic fuori per un risentimento muscolare, Palladino ha comunque deciso di cambiare il centrale difensivo scegliendo Comuzzo anziché Ranieri: la prova del giovane centrale fresco di rinnovo fino al 2028, è stata sporcata in modo decisivo dalla marcatura imprecisa in occasione del gol subito ma, al netto dell’episodio, Comuzzo è piaciuto per fisicità e personalità

Tornati negli spogliatoi però, finalmente Palladino ha avuto il coraggio di cambiare non solamente il modulo di gioco, passando dal 3-4-2-1 al 4-2-3-1, ma soprattutto gli interpreti. Fuori i distratti ed imprecisi Quarta e Biraghi (ancora una volta insufficiente la prova da centrale difensivo) il tecnico viola ha ricomposto la linea a 4 abbassando Dodo’ e Gosens (un po’ sacrificato nel nuovo ruolo) sulla linea difensiva, ed ha finalmente messo in mostra il gioiello del mercato estivo, quel Gudmundsson che ha impiegato appena 180 secondi per guadagnarsi e realizzare il rigore del pareggio. Nella ripresa si è vista finalmente una Fiorentina coraggiosa e pronta a ribaltare l’azione velocemente grazie alle sovrapposizioni dei due terzini ed alla capacità di recuperare palla spesso in posizione più vicina alla porta avversaria. In fase difensiva poi, i 4 difensori sono riusciti ad arginare meglio l’ampiezza del gioco laziale così abile a sfruttare ottimamente le fasce esterne. La speranza è che si sia trovata la quadratura del cerchio, con la capacità di dare finalmente equilibrio ad una squadra che troppe volte in questo scorcio di stagione ha preso imbarcate anche contro compagini mediocri. Certo è che il messaggio del secondo tempo è stato piuttosto chiaro: Dodo’ quando ha tanto campo davanti da attaccare riesce a prendere in velocità gli avversari e torna ad essere un fattore, Bove riportato nel suo ruolo di centrocampista anziché in quello di trequartista è un calciatore prezioso, lo stesso Cataldi in un centrocampo più muscolare si trova maggiormente a suo agio. Non dimentichiamoci mai che però la differenza la fanno sempre i calciatori e Gudmundsson ha cambiato la gara, togliendo peso e responsabilità a compagni che dopo il suo ingresso sono sembrati più leggeri.

Adesso ci aspetta un’altra settimana intera per poter lavorare insieme, conoscersi e sperimentare nuove soluzioni: domenica il derby di Empoli dovrà dare conferme importanti!

IL BUONO

  • Gudmundsson: non poteva esserci un esordio migliore. Seppur ancora appesantito fisicamente, gioca molti palloni, regala passaggi filtranti, ma soprattutto conquista e realizza il rigore che cambia la partita. E quei calzettoni abbassati mi esaltano non poco!
  • De Gea: mamma mia che portiere che abbiamo!! La parata del primo tempo su Dia è semplicemente mostruosa, con una rapidità di andare giù ed una capacità di respingere la palla da fenomeno. Se sento nuovamente qualcuno invocare Terracciano, non gli parlo più!
  • Dodò: dopo alcune prove incolori, ieri contro la Lazio il terzino brasiliano è finalmente salito di livello. Con il cambio modulo, tornato a giocare più lontano dalla porta, è riuscito a saltare l’avversario diretto con più facilità ed è arrivato sul fondo con continuità. Oltre a guadagnare il rigore decisivo, ha servito un cioccolatino sulla testa di Kean che è stato malamente sprecato. Se il brasiliano torna quello vero, con lui e Gosens ci divertiamo!
  • 4-2-3-1: continuo a pensare che non siano i moduli a far vincere le partite, ma il cambio di atteggiamento difensivo è stato chiarissimo. Ranieri è tornato ad essere convincente, Comuzzo ha sbagliato pochissimo ed i raddoppi di Gosens e Dodò hanno aiutato moltissimo i centrali difensivi. Quando i singoli non sono eccelsi, serve l’aiuto del reparto e la possibilità di non doversi giocare l’uno contro uno in spazi di campo troppo grandi. Certo adesso si aprirà il problema Biraghi ma intanto sono arrivati i tre punti ed è la cosa più importante. Avanti così!

IL BRUTTO

  • Palle inattive: non è accettabile per una squadra di Serie A continuare a subire rete non appena gli avversari calciano un angolo o una punizione in modo pericoloso. Dopo il colpo di testa vincente di Gila, i viola hanno rischiato tantissimo quando Guendozi ha colpito l’incrocio. Dopo aver cambiato assetto difensivo, è necessario migliorare anche queste situazioni!

A voi per i commenti!!