Brucia, brucia tanto, brucia ancora.
Dopo la stagione in cui finalmente la Fiorentina era tornata sulla cartina del calcio che conta grazie alle due finali di Coppa Italia e Conference League, l’obiettivo dell’annata ormai terminata era quello di fare meglio e purtroppo i viola non ci sono riusciti. Inutile fare finta, la società di Commisso e del compianto Barone anche stavolta non è stata capace di portare a casa un trofeo né ad entrare in una coppa europea più importante anche se per molti parlare di fallimento sarebbe eccessivo. Se infatti consideriamo i NON investimenti del mercato estivo e soprattutto l’incomprensibile sessione di gennaio, possiamo certamente affermare che, nonostante le parole spese che ci avevano raccontato di una proprietà che voleva riportare i viola in alto, la società non ha voluto e saputo aiutare Vincenzo Italiano ed il comparto tecnico. Ciò detto però, anche chi è andato in campo non può essere considerato esente da colpe se, al termine nuovamente di quasi 60 gare disputate, non sono riusciti a migliorare i risultati in Coppa Italia (dove la Fiorentina è uscita in semifinale contro l’Atalanta), in campionato (dove l’ottavo posto rappresenta il minimo sindacale) ed in Conference League (dove capitan Biraghi e soci sono riusciti a perdere la terza finale consecutiva contro una squadra molto mediocre) volendo far finta che la Supercoppa Italiana non sia mai stata disputata. Un vero peccato soprattutto se consideriamo che il calcio ammirato nelle prime due stagioni grazie alla “rivoluzione” tecnico tattica di Italiano in questa stagione è sembrato evaporato. Se nei campionati precedenti avevo fatto fatica ad individuare una sola partita da premiare come la migliore, stavolta l’imbarazzo della scelta l’ho avuto ripensando a quante brutte partite ha giocato la Fiorentina e quante occasioni sono state sprecate non solamente dalla società ma anche da chi è andato in campo. Inaccettabili sono state le sconfitte di Lecce, quella di Sassuolo, i punti persi in casa contro i salentini ma non solo….. Un vero peccato perché, nonostante le colpe maggiori siano di Commisso, Barone, Pradè e Ferrari, la finale di Conference non è praticamente stata giocata ed i punti persi in modo rocambolesco contro le “piccole” sono quelli che sono mancati per riuscire a restare nelle prime sei posizioni di campionato. Insomma, nessuno può essere assolto per il fallimento stagionale che in troppi hanno cercato di nascondere. Che il ciclo di Italiano e di questo gruppo fosse finito lo avevamo capito da un pezzo, che però dovesse concludersi in questo modo è assolutamente inaccettabile. Tocca adesso alla società dimostrare che effettivamente sono stati compresi gli errori, tocca a Palladino trovare quell’elasticità di gioco e di schieramento che troppo spesso è mancata durante la gestione Italiano, tocca ai giocatori riconquistare una piazza delusa, ferita, pronta a far esplodere la rabbia contestatrice così come a innamorarsi nuovamente di una squadra e di un colore che scorre nelle vene di chiunque sia nato in riva all’Arno.
STATISTICHE A CONFRONTO CON LA STAGIONE 2022-2023
Posizione finale: 8° (8° nel 2022-2023)
Punti: 92 (totali nelle manifestazioni) media punti 1,58 (87 media punti 1,68)
Vittorie: 25 (29)
Pareggi: 17 (14)
Sconfitte: 17 (16)
Gol fatti: 98 (92)
Gol subiti: 70 (65)
Differenza reti: +28 (+33)
Capocannoniere: Nico Gonzalez 16 (12 in campionato, 4 in Conference League) (Cabral 16 reti)
Miglior gara dell’anno: Fiorentina – Atalanta (Coppa Italia)
Delle tre stagioni in cui Vincenzo Italiano è stato sulla panchina viola, quella appena terminata è stata certamente quella giocata peggio. Non sto parlando né di risultati, né di classifiche, ma solamente di prestazioni. Dopo due anni in cui i viola avevano dimostrato di poter mettere in difficoltà chiunque grazie al ritmo, alla capacità di creare occasioni, alla forsennata pressione sui portatori di palla avversari, quest’anno non abbiamo ammirato le stesse qualità. La Fiorentina ha sempre cercato di fare il proprio gioco ma le avversarie avevano ormai capito lo spartito ed i calciatori non hanno saputo fare quel qualcosa in più per continuare a stupire. Non solo, anche dalla panchina sono arrivate poche invenzioni e Vincenzo Italiano è sembrato aver perso quella creatività che aveva permesso di stupire anche in corso d’opera. La Fiorentina ha continuato a giocare un possesso palla spesso sterile che, sommato alla scarsa qualità della rosa, ha raramente divertito il pubblico sugli spalti. Certo ci sono state anche eccezioni e la semifinale di andata di Coppa Italia ha rappresentato il canto del cigno di un gruppo arrivato ormai a fine corsa. Contro la squadra di Gasperini, i viola hanno sfoggiato tutte le migliori qualità: recupero della palla nella metà campo avversaria, attenzione alle verticalizzazioni avversarie, ferocia nel sapere ripartire grazie a giocate di qualità ed a spirito di gruppo. Tutto ciò che purtroppo è mancato nella finale di Atene.
Peggior gara dell’anno: Sassuolo – Fiorentina
Ce ne sono state troppe ed è stato difficile sceglierne una sola ma la trasferta di Sassuolo credo sia la peggiore, quella che ci ha fatto anche risvegliare da un sogno chiamato Champions League. Una squadra senza cuore, senza gambe, senza grinta, che ha buttato letteralmente via la gara senza nemmeno giocarla. Il dubbio che mi attanagliava era tra la gara in terra emiliana, la finale di Conference (che però era già stata eletta come la peggiore nella scorsa stagione) e la sconfitta di Lecce, che è certamente la più rocambolesca. Da una squadra come la Fiorentina, che ha costruito le fortune delle ultime stagioni sull’intensità ed il furore agonistico, non mi sarei mai aspettato, in quel momento della stagione, una gara vuota ed insipida come quella di Sassuolo. Un brusco risveglio che purtroppo non è servito per convincere la società ad investire sul mercato di gennaio.
Miglior calciatore: Martinez Quarta
La stagione viola ha vissuto di tanti colori cupi e dunque non c’erano molti candidati al premio. Purtroppo gli innesti della campagna acquisti estiva non hanno brillato, un pò per colpe del calciatore come nel caso di Nzola, un pò per equivoci tattici che hanno fatto rendere meno delle attese atleti che probabilmente avrebbero potuto fare di più, come Beltran. Quarta però, partito addirittura in panchina per lasciare spazio alla coppia Milenkovic Ranieri, ha vissuto una stagione in netto crescendo e non solamente dal punto di vista realizzativo. Ripercorrendo le prestazioni del centrale argentino, vedo alcune assonanze con quella di Torreira: al centrocampista uruguaiano, grazie all’intuizione di Vincenzo Italiano, fu data licenza di attaccare negli spazi in avanti quando la Fiorentina decise di cedere Vlahovic alla Juventus a gennaio (a proposito com’è quella storiella che Pradè e Ferrari hanno raccontato in conferenza stampa sulle società che non vendono mai a gennaio il miglior calciatore?). Da quel momento in poi, Torreira diventò l’attaccante più importante viola segnando diverse reti e tenendo i viola nelle posizioni buone per il ritorno in Europa. Anche Quarta in questa stagione ha tolto diverse castagne dal fuoco con i gol, gli assist, le giocate per i compagni. Certo ha ancora diversi difetti in fase difensiva anche se sta migliorando anche in quegli aspetti: finalmente meno cartellini gialli soprattutto in posizioni inoffensive per Terracciano, meno amnesie in marcatura. Ed ora col rinnovo fino al 2028 potrebbe diventare una colonna viola. Crescerà ancora?
Peggior calciatore : Arthur Melo
Arrivato dalla Juventus con un’operazione cervellotica che solo questa proprietà poteva pensare, ha fatto ciò che in molti, tra cui il sottoscritto, avevano previsto. Un calciatore praticamente fermo da due anni, che ha pochi cavalli nel motore, ha giocato poco più di metà delle gare a ritmo ridotto. Mai un cambio di passo (e questo lo potevamo immaginare), poca personalità nel ruolo (e questa è la cosa più grave): ha giocato una stagione grigia, fatta di tanti passaggi in orizzontale ed all’indietro, con pochi guizzi e quasi alcuna verticalizzazione. Arrivato strombazzato come pochi, si è dimostrato un calciatore fortemente sopravvalutato o comunque non in grado di elevare il livello dei propri compagni come invece dovrebbe fare chi vuole essere il faro del centrocampo. Adesso torna alla Juventus dopo che la Fiorentina lo ha rimesso in sesto fisicamente e gli ha regalato nuovamente una buona quotazione sul mercato facendo l’ennesimo regalo ai bianconeri. Poi non dobbiamo contestare questa proprietà…..Amarezza.
La sorpresa: Kayode
Lanciato da titolare alla prima di campionato a Genova, il giovane terzino proveniente dalla primavera ha fin da subito stupito non solo per la corsa e l’entusiasmo, ma anche per la maturità e la capacità di adattamento nel calcio dei grandi. Ha coperto l’assenza di Dodò sulla fascia destra nel migliore dei modi giocando talvolta anche troppo. L’ennesima dimostrazione che quando i giovani vengono fatti giocare senza l’ansia da prestazione, il calcio italiano riesce ancora a tirare fuori calciatori in grado di giocare e di farlo bene. Ha avuto dei passaggi a vuoto ma resta di gran lunga la più bella notizia della nostra stagione. Il nostro futuro!
La delusione: Barak
Atteso alla stagione della consacrazione, ha fatto un vero e proprio buco nell’acqua. Dopo aver saltato quasi completamente la preparazione estiva per un problema fisico serio, gli è stato dato tutto il tempo necessario a tornare in condizione ma del vero Barak in questa stagione si è visto poco o nulla. Male nel ruolo di trequartista con licenza di inserirsi in area, male quando è stato arretrato nel ruolo di centrocampista puro, non ha mai trovato continuità di impiego né di prestazione. Peccato perché è uno di quei giocatori che almeno fino alla stagione precedente, era in grado di cambiare la gara anche entrando in corsa. Che farne di lui? Rilancio o cessione?
Voto alla stagione viola: 6+
E’ stato difficilissimo racchiudere tutti gli episodi, i sentimenti, le arrabbiature e le gioie in un solo voto, ma il gioco è questo. La stagione è certamente sufficiente perché, come dice anche Vincenzo Italiano (voto 7,5 al suo triennio in viola che credo rimpiangeremo) non può contare solamente il risultato finale ma anche il percorso. Anche stavolta la Fiorentina ha raggiunto la finale europea ed il posto in una competizione internazionale e dunque ha fatto il minimo di quello che gli veniva richiesto. Certo se l’obiettivo iniziale era quello di fare meglio, allora i viola hanno fallito ma quanto sono stati aiutati da una società che tutti gli anni dichiara di voler fare meglio della stagione precedente ma non investe nulla? Resta un campionato concluso all’ottavo posto, come lo scorso anno, una finale persa contro una squadra modesta che rappresenta il rimpianto più grande di queste ultime stagioni. Tutto ciò non deve però far dimenticare che la Fiorentina, anche il prossimo anno, giocherà in Europa ed ha comunque giocato più partite di tutti nelle ultime due stagioni. Di bel calcio se n’è visto decisamente meno, ma il bilancio resta comunque sufficiente. Adesso tocca a Palladino ed alla società provare (finalmente) a fare meglio.
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