Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – PANATHINAIKOS = 3 – 1  

Ostacolo superato, obiettivo raggiunto!

Anche se il mio fido lettore Wwayne non sarà contento, la Fiorentina batte il Panathinaikos e raggiunge i quarti di finale di Conference non senza un po’ di quella sofferenza finale con la quale i tifosi viola devono sempre convivere. Contro i greci, che nella gara di andata avevano sfruttato alcune scelte scellerate di mister Palladino ed un secondo tempo indegno dei nostri calciatori, la Fiorentina ha ribaltato il risultato grazie ad alcune prestazioni individuali ottime ed uno spirito di squadra che sembra finalmente essere tornato quello necessario a superare le difficoltà. Palladino ha scelto di dare continuità alla difesa a 3, ma soprattutto al centrocampo formato da un mediano e due mezz’ali come invocato da praticamente tutti fin dal momento dell’assenza forzata di Bove. Con questo modulo, il 3-5-2, la difesa è maggiormente coperta dalle incursioni avversarie, i centrocampisti hanno meno campo da occupare, possono portare i raddoppi e sono presenti sia in fase difensiva che offensiva, Gosens è letteralmente un altro calciatore e Gudmundsson e Kean sono un piacere per gli occhi. L’islandese, finalmente libero di svariare su tutto il fronte d’attacco senza due esterni sempre in linea ad intasare gli spazi, può muoversi a piacimento cercando i migliori pertugi per arrivare al tiro o dialogare con Kean, mentre il centravanti della nazionale non soffre più di quella solitudine che ha contrassegnato quasi tutta la sua stagione. Tutto ciò gli permette di non avere sempre addosso il raddoppio sistematico e nel contempo offre la possibilità anche ai centrocampisti di avere maggiore spazio per avvicinarsi all’area di rigore avversaria.

Chiaro che poi ci vuole anche la qualità e l’inserimento di Fagioli in mezzo al campo cambia letteralmente faccia alla Fiorentina: al netto del fallo da rigore sciocco che ha causato la sofferenza finale, l’ex Juventus ha doti rarissime da trovare nel calcio italiano di oggi. E’ tecnicamente molto valido, gioca spesso la palla di prima, ha una visione di gioco sopraffina, preferisce la verticalizzazione al passaggio in orizzontale ed è sempre pronto a correre e sacrificarsi per non lasciare la difesa sguarnita: una manna dal cielo per ogni squadra! Dopo un periodo di appannamento sembra poi essere tornato al top della condizione anche Comuzzo sempre pronto all’anticipo ed a guerreggiare sui palloni aerei, mentre un discorso a parte credo meriti Mandragora: trattato spesso come Medioman, dileggiato per le sue qualità non eccelse, si sta prendendo diverse rivincite e non solamente per i gol. Nella turnazione pressoché fissa adottata da Palladino, nell’ultimo mese l’unico punto fisso è sempre stato il buon Rolando che, vuoi per le assenze altrui vuoi per la sua capacità di adattamento, le sta giocando praticamente tutte. Certo è che, come ho fatto notare più volte, Mandragora è un giocatore normale ma un professionista esemplare, un calciatore che per dare il meglio ha bisogno di qualcuno più forte accanto: ciò lo libera da responsabilità che una squadra che abbia ambizioni europee non può affidargli. Fagioli ed Adli sono calciatori che si sposano perfettamente con un calciatore come Mandragora e questo è merito di chi ha pensato e costruito questa Fiorentina.

I viola hanno dunque centrato il primo obiettivo settimanale, cioè l’accesso ai quarti di finale contro il Celie, insomma non proprio il Real Madrid di Ancelotti, ma adesso è già tempo di pensare alla madre di tutte le partite, quella di domenica alle 18.00 contro la Juventus: una vittoria potrebbe incredibilmente rilanciare le ambizioni della Fiorentina anche in Serie A….io ci proverei e voi?

IL BUONO

  • Gosens: il vero capitano di questa Fiorentina. Tornato a giocare nel suo ruolo più congeniale, è protagonista di una partita totale: incoraggia tutti i propri compagni, ara la fascia decine di volte, è autore di due chiusure fondamentali sui tiri avversari, fornisce l’assist a Kean. Vorrei essere come Robin…..
  • Fagioli: come scritto anche nell’articolo, cambia letteralmente faccia alla squadra viola. Negli Stati Uniti lo definirebbero un potenziale steal (furto) dell’ultimo mercato. Dategli le chiavi del centrocampo ora e fino al termine della stagione!
  • Il pubblico: non so se la Fiorentina riuscirà finalmente nell’impresa sfuggita nelle ultime due stagioni, ma so che se succederà, il trofeo sarà soprattutto di quelle persone che abitano a Firenze e che ieri sera erano allo stadio. In troppi ormai, e parlo di quelli che avrebbero avuto la possibilità di venire al Franchi, stanno con il plaid sulle ginocchia ed il telefonino in mano pronti a sputare veleno sui social anziché venire a sostenere la squadra della propria città. Noi invece ci siamo stati, ci siamo e ci saremo!

IL BRUTTO

  • Le sostituzioni: sinceramente il cambio di Ranieri con un centrocampista non l’ho proprio capito, a maggior ragione con gli altri due centrali ammoniti. Per stavolta però mi fermo qui perché è già tempo di pensare alla partita dell’anno. Non ci tradite mi raccomando!

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

NAPOLI – FIORENTINA = 2 – 1  

Come le ciliegie: non è il titolo dell’ultimo singolo di Alfa, ma quello di questo scorcio di stagione viola.

Si passa da una sconfitta ad un’altra, una dopo l’altra appunto come le ciliegie, ed ormai sembra che quasi tutto l’ambiente viola sia assuefatto alla capitolazione continua. Con quella di Napoli, la Fiorentina ha perso 5 delle ultime 6 partite e 9 delle ultime 16, in classifica è ormai scivolata a 5 punti dal Bologna, è stata scavalcata dalla Roma ed è tallonata dal Milan che si trova a un punto di distanza. Non solo, ma nonostante le dichiarazioni lunari di Palladino e Prade’ (che sia arrivata la chiamata dagli States per rimetterlo in riga?), la Fiorentina ha giocato l’ennesima partita insipida senza capo né coda, con l’unico intento di chiudersi dietro la linea della palla e provare a ripartire con pallonate a casaccio alla ricerca di un Kean commovente. Nella prima frazione di gioco i viola hanno fatto quasi tenerezza con il Napoli che sembrava essere “impegnato” nell’amichevole del giovedì contro la sparring partner di turno. Un’inferiorità imbarazzante, con una pochezza di idee da fare vergognare un qualsiasi allenatore tranne il nostro che, nelle dichiarazioni dopo la gara, ha addirittura lodato la prestazione della propria squadra nella sua interezza!!!

Palladino, colui che ha avuto l’ardire di cambiare due difensori su tre per farli rifiatare, ma che avrebbe potuto dare un segnale di coraggio in occasione della seconda sostituzione magari con l’inserimento di Beltran ed il conseguente passaggio alla difesa a 4, ci ha deluso nuovamente con il solito stucchevole copione riproposto fino al novantesimo, anche quando i viola avevano dimezzato le distanze grazie alla magia della coppia Kean Gudmundsson. Gli ultimi 10 minuti rabbiosi dei viola poi, hanno mostrato almeno la voglia di provare a recuperare un risultato che avrebbe avuto del miracoloso viste le ripetute parate di De Gea ed il dominio assoluto partenopeo per almeno 65 minuti di gioco.
Resta la sensazione di una squadra che non riesce in alcun modo a sfruttare le qualità dei calciatori che la società ha messo a disposizione del mister: Fagioli, nonostante chiunque abbia ormai visto che deve essere il fulcro del gioco viola è stato nuovamente impiegato da mezz’ala, Ndour è divenuto titolare fisso probabilmente solo per la sua fisicità importante, Kean è stato costretto a correre come un disperato in tutte le zone del campo in cerca di un pallone giocabile. Oltre alle oggettive difficoltà della fase offensiva, i viola continuano ad imbarcare acqua anche dietro. Dopo i tre gol subìti in Grecia, altri due a Napoli in un pomeriggio in cui, nonostante l’errore sul primo gol, De Gea è stato uno dei protagonisti assoluti della partita!

In vista della gara da dentro-fuori di giovedì, i segnali non sono certo confortanti anche se la differenza nella qualità dei calciatori tra la Fiorentina ed il Panathinaikos potrebbe e speriamo dovrebbe far pendere l’ago della bilancia dalla nostra parte. Mentre il campionato sta andando ormai in malora, speriamo che i viola abbiano un sussulto di orgoglio almeno in Conference League per non ritrovarsi già a metà marzo senza alcun obiettivo raggiungibile. 

IL BUONO

  • Kean: cosa vogliamo chiedere di più a Moise? Lotta su tutti i palloni, si inventa occasioni anche quando gli arrivano palloni innocui, inventa un assist fantastico per il compagno di reparto Gudmundsson. Se solo giocassimo a calcio….
  • Gudmundsson: torna titolare dopo una vita e non può certamente essere al massimo. Nonostante ciò, cerca in ogni modo di essere utile alla squadra venendo a prendersi il pallone dai difensori per provare a fare salire i compagni. Segna poi un gol bellissimo con un destro imparabile. Sicuri non sia da riscattare?
  • Fagioli : una luce in mezzo al buio. Come dico da quando lo abbiamo preso, possiede la capacità di fare alcune giocate che non ha nessun altro. Vede il gioco, è tecnicamente fortissimo, ha personalità. Non deve più uscire dall’undici iniziale!

IL BRUTTO

  • Dodò: già scherzato da Spinazzola nella gara d’andata, non ha miglior fortuna al ritorno. Sembra spento, sgonfio, goffo. In avanti non salta mai l’uomo, in difesa viene spesso soverchiato. Non capisco perché non possa riposare….ah no, non abbiamo un’alternativa!!
  • Cataldi: lontano parente del centrocampista ammirato ad inizio stagione, fa quasi rimpiangere Mandragora. Dominato fisicamente dai centrocampisti del Napoli, recupera pochi palloni ed è nullo in fase di riproposizione. Danilo dove sei finito?
  • Ndour: l’occasione finale calciata in rimessa laterale è solo l’ultimo errore di una partita giocata sempre in ombra. Deve marcare a uomo McTominay e lo limita abbastanza bene, ma manca completamente nella metà campo avversaria. Serve di più, molto di più!

A voi per i commenti!!

Capolavoro Tattico di Palladino: La Fiorentina Surclassa l’Inter

Una Fiorentina perfetta.

Nella serata in cui nessuno se lo aspettava (a parte il mitico Gianluigi), i viola tirano fuori una prestazione maiuscola e battono l’Inter senza praticamente mai subire un tiro in porta. Con una rosa decimata da mercato ed infortuni, nella prosecuzione del maledetto 1 dicembre, Raffaele Palladino compie un vero e proprio capolavoro tattico e mette al tappeto un Simone Inzaghi che esce invece fortemente ridimensionato dal confronto diretto. In una partita in cui i nerazzurri non sono mai riusciti a trovare spazi in cui infilarsi, che senso ha chiudere la contesa con ben 4 punte centrali in campo? Sarà affare loro ma mi sembra ci abbia capito proprio pochino….

Chi invece ha letto perfettamente la situazione in cui si trovava la propria squadra, il momento non proprio scintillante degli avversari e trovato il modo di bloccare ed inaridire le fonti del gioco nerazzurro, è stato indubbiamente mister Palladino. Il tecnico campano ha schierato una Fiorentina molto compatta, stretta e corta, con tre difensori bloccati (Pongracic, Ranieri e Comuzzo), oltre a due stantuffi come Dodò e Gosens che hanno arginato perfettamente gli esterni avversari e sono ripartiti fulmineamente negli spazi trovati alle spalle di Dumfries e Carlos Augusto o Dimarco. I due centrali di centrocampo poi, Richardson e Mandragora, non hanno mai dato agli avversari la luce per verticalizzare verso la porta e Parisi si è sfiancato in un lavoro di raccordo che lo vedeva sempre pronto a raddoppiare ora esternamente ora centralmente. A questa fase difensiva poi, si è aggiunto il maratoneta Beltran, chiamato ancora una volta agli straordinari, e Moise Kean che, oltre ad aver segnato una doppietta che ci resterà negli occhi e nel cuore per anni, si è battuto contro i tre difensori centrali avversari non solamente in area di rigore ma anche in mezzo al campo come in occasione del magnifico assist sprecato da Dodò quando ancora la partita era ferma sullo 0-0. La Fiorentina poi, oltre ad inaridire le fonti di gioco nerazzurre e chiudere tutte le possibili linee di passaggio, è stata chirurgica nel ripartire e nel trovare la via della rete in ogni occasione creata: dapprima su palla inattiva con il secondo assist consecutivo di Madragora stavolta per capitan Ranieri e poi con una doppietta di uno dei più grandi scippi del calciomercato moderno. Quel Moise Kean che, arrivato tra la contrarietà di molti (anche del sottoscritto), adesso veleggia a quota 15 reti e si può prendere anche la libertà di prendere in giro nel dopopartita chi in passato non ha avuto fiducia in lui.

E’ stata la serata di molti calciatori, alcuni dei quali menzionerò in seguito, ma è stata soprattutto la serata della squadra, del gruppo viola nella sua più alta rappresentazione di sé: i calciatori impiegati (12 contati più Caprini appena preso dalla primavera), si sono aiutati, confortati, abbracciati, consigliati, sostenuti. Una dimostrazione plastica di ciò che Palladino, Pradè e tutta la società hanno voluto fare nelle due sessioni di mercato di questa stagione. Una vera e propria rivoluzione iniziata in estate e terminata pochi giorni fa che ha portato a stravolgere completamente un gruppo di calciatori che probabilmente aveva dato tutto e forse pensava di poter vivere rendite di posizioni che nel calcio non possono e non devono esistere. Ecco perché, se guardiamo bene, della rosa della scorsa stagione sono rimasti solamente Mandragora, Ranieri, Dodò, Beltran, Comuzzo e Parisi con questi ultimi due scarsamente impiegati da Italiano. Non voglio dire che siano state fatte fuori le mele marce o che siano stati tagliati i rami secchi, ma più semplicemente che si era chiuso un ciclo ed invece di vivacchiare finalmente la Fiorentina ha fatto scelte nette e riconoscibili. Giusto? Sbagliato? Lo dirà il campo ma almeno la direzione è stata tracciata e stavolta la società ha lavorato di comune accordo con un allenatore il cui gioco non riempirà gli occhi, ma porta punti (per adesso soprattutto con le grandi).

Se dovessi segnalare i migliori dell’impresa contro l’Inter avrei paura di dimenticarmi qualcuno ed allora scelgo semplicemente di sottolineare la prova di alcuni tra quei calciatori meno reclamizzati, meno chiacchierati, meno sponsorizzati. Io trovo che la gara giocata da Pongracic ieri sera sia da stropicciarsi gli occhi: dopo un periodo di ambientamento condito forse da troppe aspettative e certamente da troppi infortuni, il difensore ex Lecce sta inanellando prove ottime sia nella difesa a tre che in quella quattro. Questo a riprova del fatto che un calciatore può trovarsi meglio in uno schieramento anziché in un altro, ma può e deve essere pronto ad interpretare più moduli. Pongracic ha lasciato solamente le briciole, aiutato da Comuzzo e Ranieri, ad uno dei migliori attacchi del campionato senza nemmeno dover usare le maniere forti, a dimostrazione del fatto che i cartellini rossi e gialli di inizio stagione erano soprattutto il frutto del ritardo di condizione atletica. Ma invece vogliamo parlare del calciatore con il procuratore più simpatico del pianeta? Fabiano Parisi ha corso per tre, ha giocato in un ruolo non suo, ha badato più a difendere che ad attaccare. Spesso ritrovatosi a fare la mezz’ala, non ha esitato davanti a quello che viene considerato da molti uno dei migliori centrocampo d’Europa: una gara piena di cose utili ed intelligenti che dimostra ancora una volta che i procuratori dovrebbero parlare meno e pensare di più agli interessi dei propri assistiti. Ma chi in mezzo al campo ha svettato per intelligenza tattica, voglia, grinta e tempi di gioco, è stato Rolando Mandragora; accanto ad un finalmente convincente Richardson, Mandragora ha disegnato un altro assist da palla ferma per il gol di Ranieri e poi ha fatto a sportellate con tutti gli avversari sempre a testa alta e senza paura. Nel deserto del centrocampo viola delle ultime settimane, Mandragora ha tirato fuori prestazioni eccellenti dopo un periodo in cui era rimasto nel dimenticatoio. Complimenti ad un professionista vero, un uomo che sa stare al suo posto, sa fare gruppo ed è sempre pronto ad entrare in campo per fare la sua parte.

Finiti i festeggiamenti, tra 72 ore siamo di nuovo in campo a San Siro contro l’Inter per giocare una partita in cui i nerazzurri hanno tutto da perdere. Intanto la Fiorentina è di nuovo una squadra pronta a giocarsela con tutti e questo mi basta ed avanza!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – TORINO = 1 – 1  

Iniziano a scarseggiare anche le parole.

Dopo l’indecente sconfitta di Monza, la Fiorentina riesce a non vincere nemmeno contro un Torino sotto di un gol e con l’uomo in meno dovendosi così accontentare di un altro punto, il secondo nelle ultime sei gare correndo il serio rischio di buttare via tutto ciò che di buono è stato precedentemente fatto. Ed a niente valgono le parole di mister Palladino che parla di bicchiere mezzo pieno, di classifica in linea con gli obiettivi, di statistiche che parlano di quarta difesa del campionato.

Se la settimana, a detta del tecnico viola, era servita per fare il punto della situazione all’interno del gruppo e per ritrovare la serenità e gli automatismi allora mi sa che siamo ai titoli di coda. I viola si sono presentati al cospetto di una squadra incerottata con la cosiddetta formazione tipo e con l’inserimento di Folorunsho al posto di Sottil nel consueto 4-2-3-1. L’ultimo arrivato dal Napoli è stato tra i più convincenti perché è riuscito a dare quella fisicità che purtroppo è mancata nelle ultime settimane e che è continuata a mancare in altri reparti come la difesa. L’idea iniziale di Palladino è stata quella di fotocopiare la Fiorentina ammirata fino allo sfortunato episodio di Bove senza però considerare che, nel frattempo, gli avversari hanno studiato la squadra viola prendendo le contromisure alle trame offensive e trovando la chiave per attaccare la porta di De Gea. Il Torino ha giocato una partita onesta, non certo scintillante, ma che alla fine ha permesso a Vanoli e soci di portare a casa un punto molto prezioso.

La Fiorentina invece ha giocato l’ennesima partita mediocre, una gara in cui non è riuscita a sviluppare trame convincenti e che è dipesa dalle giocate individuali di calciatori in netto calo fisico e tecnico. Adli è stato nuovamente un fantasma, oltre ad essere il protagonista involontario insieme a Comuzzo del disastro in occasione del pareggio granata, Colpani è stato irritante al limite dell’oltraggio personale e solamente un allenatore come Palladino (che lo ha sponsorizzato e voluto a Firenze) poteva tenerlo in campo per 89 minuti, Dodo’ sembra aver perso lo smalto di inizio anno ed anche De Gea purtroppo non fa più i miracoli ai quali ci aveva abituato. Menomale che Mandragora, chissà perché così poco utilizzato, ha giocato una partita più che discreta sia in fase difensiva che in quella offensiva e Kean è tornato a fare gol.

Resta negli occhi di tutti i tifosi una prova a tratti disarmante per la lentezza della manovra, la mancanza di saggezza nella gestione della gara, l’assoluta inesistenza di idea di calcio, la gestione dei cambi incomprensibile: considerando che giocavamo contro una squadra arroccata in difesa e con l’uomo in meno non era proprio possibile giocare con Beltran insieme a Gudmundsson visto che avevamo appena subito il pareggio? E comunque era proprio necessario sostituire il numero 10 islandese anziché Colpani o un difensore? E poi perché aspettare così tanto ad inserire l’unico giocatore che ha gamba e strappo sulla fascia, cioè Sottil?

La stragrande maggioranza dei tifosi viola hanno contestato per mesi Vincenzo Italiano che, con una rosa nettamente più scarsa, aveva una squadra riconoscibile, con un’idea di gioco a cui aggrapparsi anche nei momenti di difficoltà: adesso con un attaccante come Kean, un portiere come De Gea, un esterno come Gosens non riusciamo a vincere con un Torino incerottato e senza un minimo di qualità in campo!! Quanto ancora dobbiamo aspettare prima che qualcuno prenda una decisione coraggiosa?

E della società, che per bocca di Commisso aveva chiesto scusa per lo scorso mercato di gennaio, abbiamo notizie? Una società che è rimasta per 20 giorni inchiodata su un obbiettivo di mercato, Luiz Enrique, che aveva appeso il cartellino del prezzo a 30 milioni con i viola sempre fermi a 20. Una società che ancora non è riuscita a piazzare tutti quegli esuberi che già sappiamo non fare parte del progetto tecnico del mister ma che continuano a fare parte del gruppo. Una società che ieri decide di non fare andare nemmeno in panchina due calciatori come Ikone’ e Kayode che, viste le ennesime prestazioni deludenti di Colpani e Dodo’, forse potevano fare comodo….

Dispiace per la classifica, per la città, ma soprattutto dispiace per noi tifosi, quelli che vivono a Firenze o quelli che vengono da lontano, dalla Toscana, dall’Italia ma anche da altri paesi come Steven, l’amico di Sunderland di cui avevamo già parlato, che questo weekend era accompagnato dai figli Francesca e Josh….

Un minimo di vergogna di fronte a queste persone Palladino e soci la proveranno mai?

IL BUONO

  • Kean: anche stavolta di palloni giocabili se ne vedono pochissimi, ma nonostante ciò timbra l’ennesimo gol della stagione. Insieme a De Gea il miglio acquisto per distacco. Pensate a cosa sarebbe stata questa Fiorentina con Nzola o Belotti…..
  • Gosens: in netta crescita fisica, uno degli ultimi a mollare. Oltre a ciò che fa in campo, mette leadership ed intelligenza nelle dichiarazioni post partita. A lui dovrebbero dare la fascia, altro che a Ranieri o Dodò!!
  • Mandragora: se solo penso che a Monza abbiamo dovuto vedere Richardson, mi viene da piangere. E se penso che devo parlare così di un calciatore del livello di Mandragora mi viene una crisi di nervi. Resta però un vero soldatino, uno di quei calciatori che in rosa vorresti avere sempre!

IL BRUTTO

  • Comuzzo: mi dispiace mettere un giovane dietro la lavagna, ma il buon Pietro è in apnea orma da settimane e gli errori iniziano ad essere tanti. Ma dargli un turno di riposo no?
  • Adli: dalle stelle alle stalle in pochi mesi. Del giocatore sempre dentro il gioco, pulito nel giro palla e pronto a mettersi a disposizione dei compagni non c’è più traccia. Che fosse lento lo si vedeva anche prima, ma adesso che la squadra non lo aiuta pare un pachiderma. Così non serve.
  • Colpani: semplicemente impresentabile. Non salta mai l’uomo, incespica sul pallone, non si prende mai una responsabilità. Menomale non abbiamo l’obbligo di riscatto….

A voi per i commenti!!

Un regalo di natale in ritardo

JUVENTUS – FIORENTINA = 2 – 2  

Abbiamo ritrovato la Fiorentina brutta, sporca e cattiva.

Nella gara dell’anno per la nostra città e la nostra tifoseria, il risultato è da sempre l’unica cosa che conta e riacciuffare un pareggio a pochissimi minuti dal termine con un prodotto del settore giovanile viola è una goduria pazzesca.

Il pareggio di ieri sera ha tante facce diverse, da quella di Palladino che, nonostante la quasi totalità di tifosi ed addetti ai lavori chiedesse un cambio di modulo e di approccio, ha tirato dritto per la sua strada ed ha nuovamente proposto il 4-2-3-1 (con il quale abbiamo ancora una volta sofferto tantissimo in mezzo al campo) schierando gli uomini più in forma (azzeccatissima la scelta di Parisi a sinistra anziché Gosens).

Ma ha la faccia anche di Moise Kean, per le cui critiche all’acquisto chiedo di nuovo umilmente scusa, un attaccante del tutto ritrovato che segna di testa il gol del primo pareggio, ma soprattutto guerreggia con tutti i difensori avversari, guadagna decine di punizioni (anche se Mariani fischia solamente quelle lontane dall’area di rigore), difende la palla come nessuno a Firenze da Gilardino e Toni in poi ed ora è ad un solo gol dal trono di capocannoniere.

Ed ha poi lo sguardo, le braccia, i piedi di David De Gea, una vera e propria benedizione per la nostra Fiorentina, un marziano atterrato a Firenze grazie ad una clamorosa intuizione di Daniele Pradè, un marziano che esegue una parata su Vlahovic che a queste latitudini non si vedeva dai tempi di Frey. Un portiere che para, guida la difesa ed ha anche un modo di comunicare da leader vero dentro e fuori dal campo: il post scritto ieri sera sui social in cui si dichiara orgoglioso di vestire la nostra maglia dovrebbe essere fatto studiare ai tanti ragazzini che invece li usano solamente per mostrare quanto guadagnano, le proprie macchine costose, la roba firmata.

Ma il pareggio viola ha anche la faccia di alcuni gregari come Parisi che, dopo un quarto d’ora di assestamento, ha limitato in modo quasi perfetto lo spauracchio Conceicao. Ne è dimsotrazione il fatto che il portoghese abbia ripreso vigore e trovato l’occasione propizia dopo l’ingresso di Gosens: Fabiano ha dimostrato cosa significhi essere un professionista, un ragazzo che tiene al proprio lavoro, alla maglia che porta, al gruppo con cui passa ogni giorno…altro che le sparate di un procuratore che ha provato a minare l’ambiente viola!!

E non vogliamo citare il cioccolatino che Adli ha recapitato sulla testa di Kean? Un Adli completamente rinato nella seconda frazione di gioco quando Palladino gli ha chiesto di abbassarsi sul centrosinistra per far ripartire l’azione viola.

Ma il pareggio ha soprattutto, giustamente, la faccia di Riccardo Sottil: un calciatore che a Firenze aspettiamo da tanti, troppi anni, un calciatore che è sempre sembrato sul punto di sbocciare ma che non ha mai avuto la continuità di impiego di questa stagione. Probabilmente dunque, non ha avuto mai neanche il tempo di sbagliare, di capire e di imparare dai propri errori, oppure semplicemente non ha mai trovato nessuno che è riuscito ad entrare nella sua testa toccando i tasti giusti. Ieri, quando è entrato Beltran prima ed Ikonè poi, credo che tutta Firenze avrebbe sostituito Colpani e Sottil per lasciare in campo il calciatore più pagato del mercato estivo, il numero 10 che tutti pensavamo potesse inventare la giocata per raddrizzare la gara. Ed invece mister Palladino no….mister Palladino ha deciso di giocare le sue ultime fiches sul ragazzo cresciuto in casa, sull’esterno che ha una moto di cilindrata superiore fin da sempre, su quel Sottil che però negli anni a Firenze era conosciuto quasi solamente per le decisioni tecniche sbagliate prese dopo aver saltato almeno due uomini.

Vorrei che per tutti noi, per tutti voi che mi leggete, il 2025 fosse proprio come quel tiro di Sottil, il segno di una rinascita dopo un periodo brutto e tribolato, con la rete che si gonfia, la gioia che arriva, il sole che torna a splendere….

Buon anno amici!!!

Il buono, il brutto, il cattivo

BOLOGNA – FIORENTINA = 1 – 0

Prima o poi doveva accadere.

La Fiorentina, dopo otto vittorie consecutive e dieci risultati utili, cade a Bologna con il minimo scarto al termine di una partita che i padroni di casa hanno meritato di vincere per come hanno interpretato la ripresa. Se infatti i viola hanno disputato un primo tempo molto buono, nei secondi 45 minuti di gioco sono letteralmente spariti dal campo senza riuscire mai a limitare le scorribande rossoblù né a trovare le contromisure. La domenica viola era cominciata nel peggiore dei modi con la terribile notizia della scomparsa della mamma del tecnico Raffaele Palladino al quale esprimo le mie più sentite e sincere condoglianze. Dopo il terribile incidente di Bove, adesso anche la morte ha colpito il gruppo squadra: sarà necessario provare a resettare nuovamente il dolore per ripartire nel migliore dei modi in vista del rush finale in Conference League ed in campionato con gli impegni contro Udinese, Juventus e Napoli.

Come dicevamo, i viola sono partiti compatti e concentrati con una formazione molto offensiva che però non mi ha convinto per più di un motivo. Palladino ha scelto di mantenere il 4-2-3-1 impiegando Beltran alto a sinistra e Gudmundsson dietro a Kean ma questo schieramento ha mostrato molte criticità. Innanzitutto Beltran a sinistra è rimasto spesso fuori dal fulcro del gioco limitando di molto la sua pericolosità sia in fatto di assist che di tiro in porta. Il centrocampo inoltre, ha subìto numerose imbucate importanti perché la Fiorentina aveva quasi sempre i quattro giocatori offensivi oltre la linea della palla accompagnati da Adli e talvolta da Dodo’; la contemporanea presenza di così tanti calciatori offensivi ha spesso sguarnito il centrocampo che ha giocato tutta la partita in inferiorità numerica, ma la criticità maggiore si è palesata una volta che la Fiorentina si è trovata sotto nel punteggio. Costretta a rimontare, la squadra di Palladino non aveva praticamente nessuna freccia al proprio arco per poter ribaltare il risultato se non Sottil che anche stavolta non ha demeritato. Ikone’ e Kouame’ hanno giocato la loro solita partita inutile, mentre Richardson ha mostrato segni di crescita sia in presenza offensiva che in personalità. Credo sia giunto il momento di passare ad un centrocampo a tre soprattutto se Colpani continua ad essere questo: la soluzione con Beltran e Gudmundsson dietro Kean potrebbe permettere all’attaccante di sentirsi meno solo e di essere servito meglio (se lo merita davvero visto l’impegno mostruoso che ci ha messo anche in questa gara).

La sconfitta potrebbe dunque rivelarsi positiva se analizzata in modo giusto perché ha mostrato i diversi problemi che stanno sorgendo. Innanzitutto Adli è un giocatore che, quando si alza il livello agonistico della contesa, tende a sparire completamente dal campo: aiutarlo con l’inserimento di un centrocampista in più potrebbe essere la soluzione. Inizia poi a destare un po’ di preoccupazione anche la condizione fisica. Sono ormai almeno due settimane che i viola calano vistosamente nei secondi tempi ed alcuni calciatori hanno la spia della riserva accesa: detto di Adli, anche Gosens e Cataldi sembrano appannati, mentre Colpani non ha ancora fatto un cambio di passo in tutta la stagione!!
Chiudo parlando di un arbitraggio a tratti scandaloso. Giusto fare giocare il più possibile, ingiusto fare picchiare dall’inizio alla fine. Giusto non dare i rigorini, ingiusto chiudere gli occhi su due penalty solari come quelli su Gudmundsson (perché nessuno lo ha detto ma la trattenuta di Pobega su Gudmundsson continua in area di rigore ed il regolamento, come si può leggere qui sotto, parla chiaro).

Altre volte ci è andata bene (ad esempio per me è discutibile il rigore assegnatoci contro la Lazio), ma stavolta Fabbri ci ha decisamente penalizzato e con lui il VAR che probabilmente a Bologna non funzionava. Peccato, l’importante è ritrovare velocemente la miglior Fiorentina provando anche il terzo modulo della stagione: visto il periodo, io andrei con l’albero di natale!

IL BUONO

  • Gudmundsson: tecnicamente è di un altro livello rispetto a tutti gli altri 21 in campo. Guadagna due rigori non assegnati, accompagna sempre Kean, inventa giocate, mostra lampi di classe. Quando esce, sulla Fiorentina cala il buio.
  • De Gea: risponde sempre presente nel complicato secondo tempo viola. Sia da fuori area che da vicino è reattivo e preciso oltre ad uscire con personalità. Purtroppo stavolta il marziano non basta.
  • Kean: lotta come un leone, difende decine di palloni, si prepara il tiro in diverse occasioni ma non riesce a pungere come vorrebbe. Un leone in gabbia che soffre di solitudine.

IL BRUTTO

  • Beltran: lotta, si sbatte, si sacrifica, ma sbaglia decisamente troppo. Dal punto di vista tecnico non riesce a pulire i palloni che arrivano dai difensori come ci ha abituati a fare. Isolato sulla fascia perde gran parte delle proprie potenzialità. Esperimento da rivedere.
  • Adli: corricchia in mezzo al campo senza mai incidere. Già nel primo tempo appare avulso dal gioco ma nella ripresa, quando il Bologna mette sulle sue tracce Ferguson, viene letteralmente travolto. Sembra un giocatore di futsal.

A voi per i commenti!!

Domenica arriva l’Inter: la presentazione del match

Ed ora la partita che tutta Firenze aspetta….

La vittoria in Conference League contro i ciprioti del Pafos ha rimesso a posto momentaneamente la classifica con i viola che sono già qualificati matematicamente ai playoffs ed ora possono pensare al campionato. Le scelte di Raffaele Palladino stavolta sono state meno radicali rispetto alla trasferta di Nicosia e queste gli hanno dato ragione: la Fiorentina ha vinto, seppur complicandosi la vita, i tre titolari impiegati (Comuzzo, Dodò e Beltran) hanno giocato 60 minuti senza subire infortuni e gli altri componenti della rosa hanno dato risposte confortanti.  Adesso però tocca allo scontro al vertice contro i campioni d’Italia e domenica alle 18,00 sarà nuovamente il turno della formazione più rodata.

Il confronto tra i viola e l’Inter sarà probabilmente una partita a scacchi tra due tecnici italiani che hanno due filosofie completamente diverse innanzitutto per lo schema tattico utilizzato. Se da una parte Simone Inzaghi è un “talebano” del 3-5-2, Palladino ha già dimostrato più volte sia a Monza che nello scorcio di stagione a Firenze, di cercare sempre la soluzione migliore per i calciatori che ha a disposizione. Non solo, è pronto anche a cambiare modo di giocare in corsa, come successo anche a Como quando la Fiorentina è passata a difendere a tre con l’inserimento di Quarta; abbassando poi la linea dei centrocampisti, la squadra ha permesso a Sottil di spaccare la partita agendo in contropiede. Tornando alla sfida tra i nerazzurri ed i viola, penso che l’atteggiamento di Ranieri e compagni sarà molto diverso dalle ultime stagioni ed anche da alcune prestazioni viste fino ad oggi: Comuzzo ed il capitano viola non seguiranno a uomo a tutto campo la coppia Thuram Lautaro sia perché sarebbe difficile limitarli negli spazi ampi, sia perché questo potrebbe aprire spazi centrali per i centrocampisti nerazzurri, da sempre tra i più bravi ad inserirsi da dietro. La Fiorentina dovrà cercare di vincere il duello sugli esterni dove Dodò e Dimarco battaglieranno a tutta fascia, mentre Gosens potrebbe essere chiamato di nuovo a rimanere più bloccato se giocasse Dumfries, mentre avrebbe più spazio in caso di impiego di Darmian.

E proprio sugli esterni la Fiorentina potrebbe provare a vincere la sfida! Le coppie Gosens Bove da una parte e Dodò Colpani dall’altra, dovranno cercare di arrivare velocemente nella metà campo avversaria per trovarsi in superiorità numerica contro l’unico esterno nerazzurro che a quel punto avrà bisogno dell’aiuto di uno dei tre difensori centrali allargando le maglie della retroguardia e permettendo così a Kean di giocarsi l’uno contro uno con De Vrij, ottimo calciatore ma certamente più lento del bomber viola. Sarà dunque fondamentale aspettare l’Inter abbastanza bassi (senza con questo portarseli dentro l’area di rigore) per evitare le verticalizzazioni su Thuram e nel contempo ripartire velocemente grazie alla qualità di Adli quando verrà recuperata palla. Il posizionamento dei quattro centrocampisti più Beltran (o Gudmundsson) sulle linee di passaggio avversarie, dovrà essere sempre attento a non far giocare in verticale i nerazzurri e dovrà avere come obiettivo primario quello di intasare gli spazi giocando stretti verso il centro. La partita però dovrà essere giocata restando sempre attenti anche ai cambi di gioco improvvisi perché l’Inter è maestra nella ricerca dell’esterno opposto con le giocate da quinto a quinto di centrocampo. Lì dovranno essere brave le coppie esterne viola a collaborare ed a parlarsi continuamente.

E’ chiaro che sulla carta l’Inter è favorita, non solo per la qualità e varietà della rosa ma anche per la maggior abitudine a giocare un determinato tipo di partite. I nerazzurri di Inzaghi nelle ultime stagioni hanno vinto campionati, coppe ed hanno sfiorato la Champions League, mentre la Fiorentina ha perso tutte le finali giocate sbagliando spesso le partite decisive. Stavolta però, anche i viola possono contare su qualche calciatore che ha già disputato gare di questo genere: Bove ha vinto un’Europa League, Kean ha giocato la Champions League da protagonista, Cataldi è stato capitano della Lazio anche in Europa, Adli ha giocato nella massima competizione europea ed in nazionale e poi il Marziano che abbiamo in porta…. Come potete vedere sono tutti nuovi acquisti, segno di un mercato che finalmente è andato a scegliere calciatori da squadre più forti e con più tradizione recente della Fiorentina. Adesso abbiamo alcuni giocatori in maglia viola che hanno leadership ed esperienza anche in campo europeo ed in gare decisive. Insomma l’Inter potrà anche vincere, ma stavolta ce la giocheremo fino in fondo.

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – HELLAS VERONA = 3 – 1

Una Fiorentina da impazzire!

Dopo la sconfitta di Cipro, la squadra di Raffaele Palladino torna alla vittoria grazie ad un Kean mostruoso e raccoglie il sesto successo consecutivo in campionato ergendosi al secondo posto in classifica seppur in coabitazione con altre compagini. I viola hanno vinto contro un Verona che, pur non avendo mai mollato fisicamente e psicologicamente, non è quasi mai riuscito a mettere in pericolo la porta di De Gea. Il portiere spagnolo infatti, battuto solamente da un bellissimo tiro di Serdar, ha vissuto un pomeriggio tutto sommato tranquillo all’interno del quale ha avuto anche la capacità di servire sul piatto d’argento un assist a Gabriel Omar Kean. Si, avete letto bene, non Moise ma Gabriel Omar…. Dopo tanti anni di stadio e di partite viste in casa ed in trasferta, ieri pomeriggio al Franchi ho visto la cosa più simile a Batistuta da quando il Re Leone decise di andare a Roma a festeggiare il Giubileo. Nella tripletta realizzata con il Verona infatti, si è ammirato il movimento in verticale alle spalle della difesa avversaria premiato da un passaggio filtrante di un vero numero 10 (oggi Beltran ieri Rui Costa), il gol di potenza su palla inattiva con la palla messa in porta con una zampata da opportunista, ma soprattutto grazie a De Gea e Kean abbiamo rivissuto il Ciribè (come lo chiamava Mario Ciuffi, indimenticabile tifoso viola). Rilancio lungo del portiere (allora Francesco Toldo) direttamente sull’attaccante che controlla la palla e si gioca l’uno contro uno con il malcapitato difensore: dribbling e tiro di potenza per chiudere la partita e portarsi a casa il pallone. Uno spettacolo!!!

Oltre alle individualità indubbiamente importanti scovate dal D.S. Pradè, possiamo ormai dire che la trasformazione della Fiorentina dal calcio di Vincenzo Italiano a quello di Raffaele Palladino si è definitivamente compiuta. Il manifesto della nuova idea di calcio viola è il primo gol: la squadra si difende più bassa cercando di intasare tutte le linee di passaggio (grandi passi in avanti in questo senso si sono visti anche nella prestazione difensiva di Sottil oltre a quella di Colpani), recupero della palla nella propria metà campo (anziché andare ad attaccare la palla altissimi), primo passaggio in uscita in verticale a cercare un attaccante come Beltran che a quel punto ha lo spazio ed il tempo per girarsi ed attaccare la porta avversaria. Da lì in poi si cerca la profondità anziché l’ampiezza, il movimento dell’attaccante: nuovo passaggio in verticale e gol. Certamente la qualità aiuta, ma anche la ricerca continua della verticalità anziché dell’ampiezza permette di avvicinarsi più velocemente alla porta offrendo la possibilità agli attaccanti di giocare faccia alla porta e di avere più facilmente un vantaggio rispetto ai difensori.

Dal punto di vista della prestazione non è stata certamente la miglior Fiorentina. Senza Cataldi, con la necessità dunque di portare Bove in mezzo al campo, i viola hanno un solo ideatore di gioco (Adli) e necessariamente meno alternative in fase di possesso palla. Oltre a ciò, i ragazzi di Palladino hanno dimostrato che in alcuni interpreti la spia della riserva si è ormai accesa e dunque la sosta arriva al momento giusto. A differenza del break precedente, diversi Commissari Tecnici si sono però accorti dei viola e sarà quindi più difficile per Palladino lavorare sui meccanismi di squadra. La speranza è che nessuno torni infortunato e che, nel frattempo, i due acquisti più cari della campagna estiva riescano a rimettersi al pari dei propri compagni in modo da avere nuove frecce al nostro arco. Se al momento sia Beltran che la coppia Comuzzo Ranieri non hanno sbagliato un colpo, resta comunque necessario avere una rosa più ampia per continuare ad inseguire un sogno impensabile fino a poche settimane fa. Se alla ripresa in quel di Como, fossimo nuovamente in grado di poter contare sulle doti di Gudmundsson e Pongracic oltreché su quelle di Cataldi, Palladino potrebbe fare delle rotazioni anche in base anche alle energie a disposizione e non solamente in base all’avversario da affrontare.

Godiamoci la sosta e la classifica del momento, al resto penseremo poi!!   

IL BUONO

  • Kean: semplicemente inarrestabile. Segna di potenza, d’astuzia, di forza. Finalmente il BOMBER!!
  • Beltran: il modo in cui ribalta l’azione per servire Kean in occasione del primo gol è da grande giocatore. Finalmente impiegato nel suo ruolo, è a tratti imprendibile ed aiuta anche tantissimo la squadra. Adesso ammiriamo il vero Lucas!
  • La coppia Comuzzo – Ranieri: ciò che mi piace sempre di più è che i due prodotti del settore giovanile viola non solamente sfoggiano grandi prestazioni personali, ma si muovono con una sincronia quasi perfetta. Quando uno scappa l’altro affronta, quando uno temporeggia l’altro si allunga. Uno dei segreti della rincorsa viola.

IL BRUTTO

  • La benzina: nelle ultime gare, da quelle di Genova e Torino a quella di ieri, alcuni interpreti sembrano in riserva. Bove ed Adli ad esempio, appaiono appannati e mancano di quell’aggressività che aveva contraddistinto le loro prove fino ad una ventina di giorni fa. Lo stesso Colpani, dopo alcune partite incoraggianti ieri è sembrato appannato così come Dodò. Insomma questa sosta potrebbe essere l’occasione perfetta per fare il pieno in vista dello sprint fino a Natale!

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

TORINO – FIORENTINA = 0 – 1

Sogno o son desto?

In meno di 72 ore la Fiorentina gioca due partite brutte, sporche e cattive riuscendo ad uscire dal campo senza gol al passivo e con 6 punti in saccoccia. Tra la gara di Genova e quella di Torino ci sono molte cose in comune, non solamente il risultato. I viola hanno dato la netta sensazione di essere diventata una squadra con la S maiuscola, un gruppo in cui ci si aiuta e si cerca di condividere gioie e difficoltà per provare a superare gli ostacoli che ci si trova ad affrontare.

Palladino e Prade’ sono i fautori di questo mezzo miracolo, di questo piccolo gioiello nato in pochissimi giorni di mercato grazie ad innesti intelligenti e ad un allenatore che ha cambiato rotta prima che fosse troppo tardi. Non solo il cambio di modulo, ma anche e soprattutto il cambio di uomini (con il coraggio mai avuto negli anni precedenti di tenere fuori i due capitani Biraghi e Quarta) ed il cambio di atteggiamento tattico in campo. Non più una difesa a uomo in tutte le zone del campo, ma alcune marcature individuali (come quella di ieri di Bove su Ricci) e copertura degli spazi in modo da non dare l’opportunità di verticalizzare agli avversari: dedicarsi insomma alle diagonali di passaggio anziché agli uno contro uno. Eppoi lasciare completa libertà ai giocatori nella metà campo avversaria con terzini che diventano ali, centrocampisti che si gettano negli spazi liberi, attaccanti che legano il gioco come non si era mai visto nelle precedenti stagioni.

Oltre ai principi di gioco generali però, Palladino dimostra ogni volta di preparare qualcosa di diverso: contro il Torino ad esempio, si è scelto di provare a cavalcare il momento ottimo di Sottil che a Genova era stato tra i migliori. Ecco allora che, non solo è stato confermato titolare a discapito di Ikone’, ma si è giocato il primo tempo con l’obiettivo di isolarlo uno contro uno con Pedersen: Gosens che faceva sempre la sovrapposizione interna, Richardson e Bove che lo cercavano sempre con la palla in corsa faccia alla porta. Non sempre si è riusciti a trovare Sottil uno contro uno, ma vedere un piano gara che cambia a seconda dell’avversario è una novità interessante da sottolineare.
Per il resto è stata una Fiorentina cinica, che ha sfruttato un errore clamoroso della retroguardia avversaria grazie ad un attaccante che, dopo Vlahovic, in maglia viola non si era mai visto. Seppure al 60 per cento, spesso zoppicante e maltrattato, Kean ha fatto vedere ancora una volta la differenza tra un attaccante vero ed un apprendista del mestiere. Una palla gol ed una rete…. Tre punti ed a casa!

Stavolta però, a differenza della gara di Genova, la Fiorentina ha patito maggiormente soprattutto perché non è riuscita a ripartire in contropiede: i subentrati non hanno dato niente alla squadra e, a parte Mandragora ed un pò Adli, hanno fatto tutti peggio dei compagni che sono usciti. Questo è l’unico neo che dovremo (speriamo) correggere a gennaio…. Un vice Kean ed un centrocampista in più sono necessari se vogliamo continuare a sognare.

Speriamo che le scuse che Commisso e Prade’ hanno offerto alla città dopo il mercato dello scorso gennaio, siano foriere di decisioni diverse e migliori per regalare a Palladino ed ai tifosi un sogno che giornata dopo giornata si fa sempre più reale!

IL BUONO

  • Kean: se a Genova De Gea aveva mostrato cosa significasse avere un portiere da Champions League, ieri Moise ha mostrato cosa sia un centravanti. Pur spesso zoppicante, ha lottato su ogni pallone, ha fatto a sportellate, ha fatto salire la squadra, ma soprattutto ha fatto rete alla prima ed unica occasione di calciare in porta. Da quanti anni aspettavamo un calciatore così…..
  • Beltran: non ha certo giocato una gara da stropicciarsi gli occhi, ma ha fatto un quintale di cose utili. Soprattutto ha pulito decine di palloni arrivatigli imprecisi per mettere i compagni nelle condizioni di attaccare la metà campo avversaria. Ha preso un pò delle botte che solitamente sono dedicate a Kean senza mai battere ciglio ed ha legato i reparti anche in quei momenti in cui la Fiorentina faceva fatica a salire. Preziosissimo!
  • La coppia Ranieri – Comuzzo: certamente il passaggio ad una difesa a 4 ha aiutato tutti, ma in questo momento il muro eretto dai viola sembra difficilmente valicabile. E’ anche un momento in cui va tutto bene, come in occasione del palo di Pedersen, ma l’attenzione e la dedizione di questi due ragazzi è da stropicciarsi gli occhi. Pongracic può recuperare con calma….

IL BRUTTO

  • Gosens: magari vi arrabbierete, ma stavolta il terzino tedesco non convince. Probabilmente affaticato, non si vede quasi mai in proiezione offensiva e rischia di far capitolare la squadra con una dormita colossale in occasione del palo di Pedersen. Capita anche ai migliori…..
  • Richardson: stavolta l’assenza di Cataldi pesa. Lento, impacciato, spesso falloso, il marocchino sembra rimanere troppo spesso ai margini del gioco della propria squadra e più in generale ai margini della gara. L’ingresso di Mandragora restituisce fisicità e nerbo al centrocampo viola. Percorso di crescita.
  • I subentrati: Tolto Mandragora ed in parte Adli, Ikonè Biraghi e Kouamè non portano niente alla squadra. Nessuna giocata in avanti, nessun cambio di passo, nemmeno grande cattiveria agonistica. Al momento la differenza tra titolari e panchinari è immensa!

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – ROMA = 5 – 1

Un inno alla gioia!

Ieri sera al Franchi abbiamo visto una di quelle partite che resteranno scolpite nella testa e nei cuori dei tifosi viola per anni. Una presunta grande dominata dall’inizio alla fine, in ogni singolo aspetto del gioco, una compagine che era arrivata a Firenze dichiarando che doveva essere la gara per ritrovare la fame e la cattiveria. In realtà, lo stesso Juric che aveva sbandierato questi obiettivi, è stato costretto a fare due sostituzioni dopo mezz’ora togliendo Cristante ed Angelino che non erano mai riusciti a fermare lo strapotere di Dodò e Colpani a destra e di Beltran ed Adli nella zona centrale del campo.

La Fiorentina ha giocato una gara al limite della perfezione, chiudendo ogni spazio ai giallorossi e ripartendo in modo chirurgico trovando sempre il modo, i tempi e gli spazi per far male alla difesa avversaria. Se vogliamo trovare un neo ai ragazzi di Palladino, dopo i primi 25 minuti di livello straordinario, la squadra probabilmente si è abbassata troppo subendo il gol che avrebbe potuto riaprire la contesa. La reazione però è stata da grande squadra, da una squadra che sa esattamente cosa vuole fare e lo fa con convinzione e strapotere fisico. I viola hanno trovato la quadra, con i giocatori giusti al posto giusto, con un gran bel portiere, una coppia di difensori che sta stupendo tutti, due terzini di cui uno (Dodò) in un momento di strapotere fisico come non si vedeva dai tempi di Odriozola, l’altro (Gosens) che si sta sacrificando per la squadra limitando le scorribande offensive, un centrocampo in cui Cataldi mantiene sempre gli equilibri senza per questo disdegnare le sortite offensive, Adli fa girare la squadra con una tecnica sopraffina, Colpani che è migliorato tantissimo anche in fase difensiva quando Dodò si sovrappone; davanti poi, Beltran gioca finalmente libero di testa e senza lacci, inventa calcio muovendosi tra le linee anziché essere inchiodato spalle alla porta come invece fa Kean, strepitoso anche ieri non solamente per la doppietta ma anche per il lavoro sporco, le sportellate, le punizioni guadagnate, i palloni recuperati (quanto mi sono sbagliato sul suo conto!!!).

Eppoi lui…. il giocatore che fin da subito (qui invece ci avevo azzeccato) ho individuato come il potenziale scippo dell’ultimo mercato, ovviamente parlo di Bove. Un calciatore con sette polmoni che però non perde praticamente mai lucidità; regala equilibrio alla squadra, gioca sempre in verticale, trova spesso gli spazi in cui inserirsi, recupera decine di palloni e ribalta l’azione sempre con intelligenza. Il confronto con Pisilli è stato a tratti imbarazzante per superiorità! Pensare che nelle ultime convocazioni di Spalletti, il calciatore giallorosso è stato preferito al viola spedito con l’Under 21 lascia sinceramente basiti.

Non possiamo infine non citare i due veri fautori di questa striscia di risultati e di questa squadra, le due persone senza le quali oggi la Fiorentina non sarebbe questa e cioè Raffaele Palladino e Daniele Pradè. Un allenatore che per la prima volta si misura con una piazza importante, difficile, spesso umorale e brontolona, ha avuto un approccio complicato con i viola: le sue idee inizialmente non sono state recepite dalla squadra ed allora ha fatto ciò che fanno le persone intelligenti. Ha parlato con i propri ragazzi, ha modificato le sue richieste ed ha fatto capire ai calciatori che voleva fare qualcosa di importante con loro. Via quindi la difesa a tre, via anche la difesa a uomo in tutte le zone del campo, aggiustamenti nei principi di gioco. Largo dunque alla difesa a 4, ai riferimenti della zona, alle verticalizzazioni sull’attaccante. E’ riuscito a creare un gruppo con gerarchie ben stabilite ma che ha la possibilità di alternarsi in Europa. Nelle dichiarazioni post gara di ieri, ha raccontato tutto questo, ha detto che è pronto a cambiare ancora se necessario, ha dimostrato intelligenza e flessibilità, insomma ciò che serviva per raddrizzare la rotta. Se Palladino ha azzeccato ogni mossa in panchina, questa stagione sta prendendo il verso giusto anche perché finalmente il comparto tecnico viola è stato libero di prendere decisioni senza condizionamenti: Pradè, aiutato da Goretti, ha costruito una squadra divertente, ambiziosa, fresca, di qualità. Ha azzeccato il portiere (De Gea che rispetto a Terracciano ti regala almeno 7-8 punti in più), ha preso l’attaccante giusto per voglia di rilanciarsi e mix tra qualità e fisicità, ha costruito un centrocampo che possiede atletismo, corsa, tecnica, acume tattico, visione di gioco. Diciamoci la verità, la qualità che questa squadra possiede, Vincenzo Italiano l’ha avuta a disposizione forse solamente il primo anno. In questa stagione finalmente abbiamo calciatori che determinano, che giocano in verticale, che cercano la porta con continuità. Vi sembra poco?

Giovedì i viola vanno a Genova con la consapevolezza che probabilmente servirà far tirare il fiato a qualcuno; vedremo se chi ne prenderà il posto sarà capace di tenere la stessa qualità e lo stesso ritmo dei titolari.

IL BUONO

  • Il primo gol: dal momento che dovrei inserire tra i buoni la quasi totalità della squadra viola, ho pensato che fosse preferibile sottolineare la bellezza della prima rete di Kean. L’azione che porta l’attaccante a segnare è la perfetta fotografia del calcio di Palladino in questo momento; rapide verticalizzazioni, scambi di prima, attacco alla profondità. Dopo che nell’ultima stagione abbiamo assistito troppo spesso ad uno sterile possesso palla orizzontale (do you remember Arthur?), l’azione del gol sembra un sogno!!

IL BRUTTO

  • Niente: assolutamente nulla!!!

A voi per i commenti!!