Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – NEW SAINTS = 2 – 0

C’è chi ieri sera si è annoiato al punto di rischiare di addormentarsi e chi mente.

La Fiorentina di Palladino, contro i modesti campioni del Galles, ha la necessità di mettere in campo i titolari per trovare finalmente il gol e portare a casa i primi tre punti della stagione in Conference League. I viola però, sono apparsi ancora una volta lenti, con poche idee, capaci solo ed esclusivamente di giocate individuali spesso finite nel nulla. Vero è che i gallesi hanno giocato con 11 uomini sotto la linea della palla, ma al cospetto della squadra finalista delle ultime due edizioni che avrebbero dovuto fare? Regalare praterie al contropiede viola? Regalare spazi e potenziali occasioni da gol?

Tornando alla Fiorentina, il primo tempo ha quasi del tutto ricalcato la scialba prestazione di Empoli seppur con interpreti diversi: certo se solo Ikonè avesse calciato in porta il pallone capitatogli sul destro dopo pochi minuti magari poi i viola sarebbero andati di goleada, ma con i se e con i ma non si và da nessuna parte. La verità è che la compagine di Palladino appare ancora impacciata, senza idee, senza cambi di passo ed anche la prova di Adli, dal punto di vista della regia, è stata deludente. Chiedo poi a qualcuno di voi, nella speranza che mi possiate aiutare, con quale modulo erano schierati in campo i viola: Kayode è rimasto sospeso tra il ruolo di terzo di difesa e quello di terzino, Kouamè ha iniziato da esterno di sinistra per poi fare il centravanti (!!!), Ikonè ha giocato spesso a tutta fascia un po’ come Parisi….insomma una maionese di ruoli ed interpreti che però non ha portato a nulla. Resta la sensazione di una grande confusione, con calciatori impacciati e lenti, poca qualità degli interpreti, nessuna chiarezza di intenti.

Considerando la rara bruttezza della gara e la noia che si è spesso impadronita di me, mi scuserete se stavolta non stilo una classifica dei migliori e peggiori, ma provo a commentare la prestazione di alcuni dei calciatori che ci hanno regalato un’altra grande serata di calcio camminato.

Partiamo da colui il quale, dopo il pareggio di Empoli, si è arrogato il diritto di accusare i compagni perché non giocano di squadra, cioè Kouamè: nella gara di ieri sera ha cercato il gol in ogni modo, calciando spesso in porta anche quando aveva compagni meglio posizionati e liberi in area di rigore. La fotografia della sua partita e della sua cifra tecnica è tutta nell’azione del secondo gol di Kean, quando il fromboliere viola svirgola comicamente la palla cercando di calciare al volo. Quando ero bambino, se capitava una cosa del genere, l’allenatore ti piazzava davanti ad una forca che aveva il pallone sorretto da una corda: dovevi stare davanti a quel pallone a calciarlo al volo fino allo sfinimento per evitare brutte figure del genere. Che possa servire anche al bomber viola?

Ma non possiamo non parlare della prestazione dell’esterno offensivo più inutile che io ricordi da quando guardo la Fiorentina: Ikonè non segna mai, non calcia mai in porta, non serve mai un assist decisivo, non fa mai un recupero difensivo che possa salvare un gol. Non che il suo dirimpettaio Sottil abbia rubato la scena! Corricchia inutilmente su quella fascia come se ci facesse un favore, riesce sempre a colpire il diretto avversario sia che crossi, sia che tiri in porta: altra scommessa persa. Cosa dire poi del padrone della macchina Raffaele Palladino: detto del non gioco della squadra, sconcerta anche la gestione di alcuni calciatori, Kayode su tutti. Capisco che il mister preferisca Dodò in quel ruolo, ma possibile che il terzino dell’Under 21 non possa giocare 90 minuti nemmeno contro i gallesi? E’ vero, nel preliminare ha commesso errori grossolani, ma siamo sicuri che metterlo in castigo in questo modo sia la scelta giusta? Il tecnico campano era stato presentato come una persona incline al dialogo e bravo a far crescere i calciatori, ma al momento sia Kayode che Parisi sembrano entrati in un tunnel senza uscita. La stessa sostituzione di Beltran, che stava giocando un’altra gara insufficiente, serve davvero all’autostima dell’argentino?

Non mi è invece dispiaciuto Moreno, tipico difensore argentino. Roccioso, arcigno, dotato di gran fisico, andrà certamente rivisto con squadre più importanti ma, oltre alla stazza, ha dimostrato di lottare in ogni modo (consentito e non) pur di non farsi saltare dall’attaccante avversario. Tecnicamente non sembra proprio un numero 10, ma intanto avere qualcuno capace di difendere può aiutare.

Chiudo facendo un immenso in bocca al lupo a Mandragora, un calciatore che come sapete non è nella lista dei miei preferiti. Nonostante ciò, il centrocampista ex Udinese, ha sempre dimostrato una grandissima professionalità ed una grande importanza per il gruppo e lo spogliatoio. La sua assenza peserà certamente e se ne accorgeranno anche quegli stolti che sui social e non solo, hanno fatto battute stupide sul suo infortunio.

PS: col Milan servirà tutt’altra prestazione!!

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

CLUB BRUGGE – FIORENTINA = 1 – 1

Ed ora tutti sul carro! C’è posto per tutti!

La Fiorentina pareggia in Belgio e conquista meritatamente la seconda finale europea consecutiva e chissenefrega (scusami Wwayne) se qualcuno dice che è una coppetta! La squadra viola, dopo una gara di andata  in cui si era divorata l’occasione di ipotecare il passaggio del turno, si è presentata ieri sera in grande spolvero dominando, soprattutto nella ripresa, in lungo ed in largo una compagine che negli ultimi mesi stava vincendo partite in serie in campo nazionale ed in Conference League. Vincenzo Italiano ha dimostrato ancora una volta che nel doppio confronto è un tecnico difficilissimo da mettere sotto, un allenatore che studia ogni particolare degli avversari per colpirli più volte nell’arco della gara. Certo è che dovrà, nel suo futuro, migliorare la cura della fase difensiva, ma purtroppo lo farà lontano da Firenze: un bene? Un male? Lo vedremo nelle prossime stagioni ma intanto godiamoci questa terza finale in due anni sperando che l’esito sia finalmente diverso.

Senza Bonaventura infortunato in mezzo al campo e Ranieri per scelta tecnica in difesa, la Fiorentina si è presentata in terra belga con la solita volontà di guidare il gioco e gestire i ritmi della gara ma per l’ennesima volta è stata punita alla prima occasione a causa di una catena di errori da circoletto rosso (ode a Rino Tommasi). Un rinvio sbilenco di Terracciano, una palla persa per leggerezza da Arthur, una linea difensiva non tenuta da Biraghi e la frittata è fatta…. Viola sotto di un gol su cross dalla trequarti. Se la Fiorentina fosse stata una squadra a fine corsa, senza identità e senza cuore, si sarebbe liquefatta in un catino che traboccava passione grazie ad un tifo incessante. Invece, anche stavolta, Biraghi e compagni hanno dimostrato la compattezza di un gruppo granitico che davanti alle difficoltà reagisce indipendentemente dagli interpreti e dagli avversari. Ecco allora che dapprima con l’occasione di Nico Gonzalez (di cui poi parlerò in maniera più diffusa) e poi con la traversa di Kouamè, i viola hanno fatto capire che non avrebbero mollato.

Il secondo tempo poi, è stato letteralmente sontuoso grazie ad una fase offensiva che ha prodotto occasioni a getto continuo, grazie a calciatori saliti nettamente di livello (Dodò ha arato la fascia come prima dell’infortunio), grazie alle sostituzioni di mister Italiano. Duncan al posto di Arthur ha offerto alla squadra una pressione sugli avversari più alta e feroce alzando ulteriormente il baricentro del gioco ed il ritmo della gara, mentre Nzola, oltre ad essersi procurato il rigore decisivo, ha offerto sponde ed ha tenuto impegnati due difensori belgi per volta. In successione i viola hanno colpito la traversa con Biraghi, poi il palo con lo splendido colpo di testa dell’inesauribile Kouamè ed infine hanno abbattuto il muro belga grazie al perfetto di rigore Beltran. Una volta raggiunto il pareggio poi, la Fiorentina ha dimostrato ancora una volta di non essere capace di gestire le partite regalando una palla gol clamorosa con la coppia Dodò Nico Gonzalez in occasione di una rimessa laterale a nostro favore: menomale che, almeno stavolta, Terracciano ha sfoggiato un intervento di quelli che sono mancati negli ultimi mesi indossando il mantello da Superman….la beffa forse sarebbe stata troppo dolorosa anche per i viola.

Ed ora la finale, un traguardo raggiunto da un gruppo eccezionale, un gruppo in cui tutti (nessuno escluso) hanno un ruolo importante, un gruppo il cui comandante, Vincenzo Italiano, avrà tutti i difetti di questo mondo, ma ha un pregio che nessuno può insegnare: la capacità di entrare sotto pelle ai propri calciatori.

IL BUONO

  • Beltran: al termine di una delle partite più sottotono della sua avventura viola, si prende la responsabilità di scagliare in porta un pallone che pesa quintali. Aveva giocato una gara trasparente ma….chi se ne importa? Personalità clamorosa!!
  • Kouamè: ieri sera ha dimostrato perché mister Italiano abbia più volte detto che non si può andare a fare la “guerra” senza Christian. Gioca una partita fatta di voglia, grinta, applicazione e tanta, tantissima sfortuna. Tra la traversa ed il palo non saprei scegliere quale sia la conclusione più bella. Imprescindibile.
  • Dodò: dimenticandosi la sciocchezza che quasi ci costa il pareggio a gara praticamente finita, torna quello che ricordavamo prima dell’infortunio. Dà la scossa a tutta la squadra nella ripresa quando inizia ad attaccare senza sosta ed a difendere in modo puntuale. Pendolino.
  • Terracciano: la parata dei minuti finali ripaga un periodo non certo esaltante. E se fosse il segno del risveglio?

IL BRUTTO

  • Nico Gonzalez: la delusione della serata. Nel primo tempo fallisce un gol incredibile e nella ripresa cede il rigore del pareggio a Beltran. Come diceva Don Abbondio…..«Il coraggio se uno non ce l’ha mica se lo può dare»
  • Terracciano: la parata dei minuti finali non può cancellare una prova che era stata condita da tante ombre e pochissime luci. Rinvii sbagliati, uscite mai avvenute, timori reverenziali in serie. Speriamo che la parata finale gli abbia dato la scossa!

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

SALERNITANA – FIORENTINA = 0 – 2

Vittoria doveva essere e vittoria è stata!

Nella desolazione di Salerno, uno stadio in cui la Fiorentina ha vissuto una delle più grandi ingiustizie della propria storia, i viola si presentano con una squadra in maschera soprattutto nella metà campo offensiva dove torna in campo dopo tempo immemore Castrovilli (piuttosto trasparente la sua prova) e presentano Barak nel ruolo di “unica punta” (ammirevole la sua abbronzatura). Sento ancora dire a Vincenzo Italiano e Daniele Pradè che la Fiorentina non ha fatto una scelta tra coppe e campionato ma, se così fosse, il turnover quasi totale di Salerno potrebbe essere salutato con favore. Eccetto Terracciano e Ranieri infatti, i 9 undicesimi viola erano diversi dalla gara di giovedì ma i tre punti sono comunque arrivati, seppur la differenza si sia vista quando sono entrati in campo Kouamè davanti e Mandragora in mezzo al campo. Con un Napoli che continua a perdere, un Torino che non vince più ed una partita da recuperare chissà quando, la Fiorentina continua ad essere incredibilmente in corsa per l’Europa della prossima stagione. Nonostante un girone di ritorno imbarazzante infatti, grazie al fieno in cascina accumulato nella prima parte di stagione ed ai disastri che anche le altre concorrenti stanno combinando, Vincenzo Italiano potrebbe lasciare i viola nuovamente nelle coppe europee per suggellare un triennio che diventerebbe trionfale (nonostante i numerosissimi detrattori) con un trofeo che dobbiamo iniziare a rincorrere già da mercoledì a Bergamo.

Se la partita in sé non ha raccontato molto, il primo tempo è stato assolutamente inguardabile. Palla sempre in orizzontale, ritmi di gioco balneari, confronti diretti mai vinti: il nulla cosmico. Anche la seconda frazione era cominciata allo stesso modo ma, dopo circa 70 minuti, Italiano ha deciso di cambiare con Kouamè al posto di Castrovilli e Mandragora in mezzo al campo. Da lì in poi niente di trascendentale ma i viola hanno iniziato a riempire l’area ed a verticalizzare quel poco che è bastato per vincere la partita e portare a casa i tre punti. Pensare alla sfida di Bergamo era doveroso così come era indispensabile non gettare al vento l’opportunità di accorciare sulle dirette avversarie grazie al turno favorevole. Non solo, ma gli ultimi minuti sono serviti anche a sperimentare nuovamente una difesa a tre con Milenkovic perno centrale, Quarta a destra e Ranieri a sinistra, solito schieramento che era stato utilizzato, seppur per necessità diverse, nella parte finale della sfida contro il Viktoria Plzen. Adesso andiamo ad affrontare l’Atalanta in quel di Bergamo partendo dal risicato vantaggio dell’andata e, probabilmente, anche una difesa a tre in un tratto di gara potrebbe essere un antidoto in più per sterilizzare le folate offensive nerazzurre. Certo la cosa più importante sarà però recuperare i tanti acciaccati che ieri hanno riposato a Salerno in modo da poter scegliere la formazione migliore per mettere in difficoltà i ragazzi di Gasperini.

A Bergamo sarà durissima, ma la Fiorentina targata Italiano ha dimostrato più volte che nelle gare decisive comunque offre la grande prestazione: speriamo basti per regalarci una nuova finale!

IL BUONO

  • Kouamè: entra e dà subito l’impressione di voler lasciare un marchio sulla partita. Il gol di testa è bellissimo, con uno stacco imperioso ed un’incornata da vero attaccante. Se inizia anche a segnare allora…..
  • Ranieri: oltre alla solita prestazione importante in fase difensiva, stavolta risulta decisivo anche nella metà campo avversaria. Il cross per la testa di Kouamè è delizioso e dimostra che il piede sinistro è veramente educato. Un gran bel ritorno in quella che è stata la sua casa.
  • Martinez Quarta: uno dei pochi che sembra aver preso sul serio l’impegno fin dal primo minuto. Lotta, sgomita, anticipa e riparte…per la trasferta di Bergamo sarà difficile capire chi tenere fuori tra i tre centrali difensivi. Peccato per il giallo.
  • Mandragora: quando entra lui, la Fiorentina cambia marcia come ritmo e come giocate. Finalmente i viola iniziano a verticalizzare e riescono a rubare palla nella metà campo avversaria. Si può dire tutto di Mandragora, ed io sono spesso stato tra i suoi detrattori, ma la mentalità e l’applicazione è sempre massimale. Professionista esemplare.

IL BRUTTO

  • Le ammonizioni dei difensori: in una gara in cui si è giocato su ritmi bassi e si è rischiato quasi nulla, vedere i due centrali difensivi Ranieri e Quarta entrambi ammoniti dispiace. Nella speranza di continuare a rincorrere l’Europa del prossimo anno anche attraverso il campionato, speriamo di non doverci pentire di questi cartellini. Ci voleva più attenzione!

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – VIKTORIA PLZEN= 2 – 0

Finalmente una grande notte per Firenze e la Fiorentina!

Al termine di 120 minuti tirati e concitati, i ragazzi di Vincenzo Italiano conquistano una meritatissima semifinale di Conference League ed ora sfideranno i belgi del Club Brugge per tornare a giocarsi un trofeo europeo a 12 mesi di distanza. Certo che la serata non è stata proprio delle più tranquille e, dopo un primo tempo giocato finalmente su ritmi altissimi e con tante occasioni da gol, sul Franchi hanno iniziato a volteggiare i fantasmi del Glasgow Rangers. Per quei pochi che non lo sapessero, contro gli scozzesi la Fiorentina perse ai rigori la semifinale di Coppa Uefa (oggi Europa League) nel 2008 dopo aver dominato in lungo ed in largo sia la gara di andata a Glasgow che quella di ritorno al Franchi. Le similitudini insomma c’erano tutte ma stavolta è andata diversamente e, se all’andata la Fiorentina era apparsa sotto tono e sotto ritmo, ieri ha invece offerto la versione migliore. Circolazione della palla finalmente più veloce (se non passava da Arthur), esterni che riuscivano a dare la profondità, terzini che si sovrapponevano spesso, Belotti indemoniato e molto sfortunato. Essere andati sul riposo ancora sullo 0 – 0 è sembrato un evento sinistro, ma i viola non si sono persi d’animo. Seppur con diverse sfumature, la Fiorentina ha continuato ad attaccare, a creare occasioni, a prendere pali e traverse: una volta tanto anche i cambi sono stati decisivi con un Maxime Lopez che ha trovato nuove soluzioni al gioco offensivo, Faraoni che ha spinto bene nonostante le diverse settimane di inattività, Quarta che ha creato superiorità numerica in mezzo al campo con le sue sortite offensive, Ikoné che ha condotto perfettamente il contropiede che ha portato Biraghi a chiudere i giochi. Eppoi finalmente la zampata di Nico, del giocatore più talentuoso della Fiorentina, di colui il quale deve avere la forza e l’intelligenza di aiutare i propri compagni portandoli dove solamente lui e l’assente Bonaventura possono condurli. Quando le partite sono bloccate e la palla sembra non voler entrare, servono le giocate individuali dei calciatori che hanno più talento e Nico è uno dei pochissimi giocatori viola di un livello tecnico superiore e di una certa esperienza internazionale che può elevare la Fiorentina a giocarsi questa coppa e non solo.

Potrà piacere o non piacere ma con la vittoria di ieri sera Vincenzo Italiano si conferma un allenatore che centra anche obiettivi impensabili ad inizio anno. Da quando siede sulla panchina viola infatti, Italiano ha portato la propria squadra almeno in semifinale in ogni competizione, che fosse Coppa Italia o Conference League e questo è un dato incontrovertibile! Avrà certamente un carattere spigoloso, non sarà simpatico e nemmeno molto flessibile, ma io sinceramente preferisco arrivare in fondo alle manifestazioni anziché divertirmi in conferenza stampa o avere un tecnico che liscia la piazza solamente per non essere contestato. Ed anche ieri sera, le mosse di Martinez Quarta quale centrocampista aggiunto e l’aver alzato i due esterni difensivi, hanno probabilmente dato la spallata finale ad una squadra come il Viktoria Plzen che stava cercando di intasare tutti gli spazi con l’unico obiettivo di arrivare ai calci di rigore.

Ed a proposito di tiri dal dischetto, la serata è diventata perfetta quando Leonardo Bonucci, entrato al 118° minuto nel quarto di finale giocato dalla propria squadra solo per calciare dagli 11 metri, ha sbagliato il tiro decisivo…. Una serata indimenticabile!!!

IL BUONO

  • Nico Gonzalez: all’interno di una gara non certo eccezionale, ha però il grandissimo merito di sbloccarla. Non è ancora il vero Nico… non salta quasi mai l’uomo, viene spesso anticipato di testa, sbaglia gol clamorosi come quello alla fine del primo tempo, ma la rete trovata con il piede destro cancella tutto. E se fosse la svolta?
  • Mandragora: è ormai il perno del centrocampo viola. Corre per tre, gioca palla anche in verticale su Kouamé, rischia il gol alla Bressan con una bella rovesciata, incita sempre i compagni in difficoltà. Se solo accanto avesse un geometra…..
  • Kouamè: tecnicamente è un calciatore non eccelso, ma i miglioramenti nell’interpretazione del ruolo di esterno offensivo e la voglia di spaccare il mondo lo rendono in questo momento insostituibile. Sempre il primo a fare pressing, sempre pronto a lanciarsi su tutti i palloni, sta imparando anche ad attaccare la profondità alle spalle dei difensori avversari con i tempi giusti. In netta crescita.
  • Belotti: prima o poi forse farà anche rete, ma ieri sera è stato encomiabile. Lotta come un leone, difende palla facendo reparto da solo e colpisce di testa con continuità. Anche stavolta il palo non gli rende giustizia ma…. Tra lui e Nzola non c’è proprio paragone.

IL BRUTTO

  • Chi è rimasto sul divano: ovviamente non parlo di chi lavorava o veniva da fuori Firenze, ma la risposta del pubblico è stata sinceramente deludente. Un aspetto da non sottovalutare e sulla quale dovremmo aprire una riflessione. Intanto però pensiamo a festeggiare!

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

FERENCVAROS – FIORENTINA = 1 – 1

Passaggio del turno doveva essere e passaggio del turno è stato. Certo la partita lascia sensazioni in gran parte negative, sia per la qualità del gioco espresso e delle prestazioni di diversi singoli, sia soprattutto per l’infortunio occorso a Nico Gonzalez. Eppure i viola erano partiti bene, con alcune occasioni da rete create ed il controllo delle operazioni. L’evento che ha cambiato la storia del primo tempo e della gara è stato però l’infortunio muscolare patito dal miglior calciatore della Fiorentina che, in una serata in cui erano assenti in partenza Arthur e Bonaventura, ha determinato la perdita completa della bussola da parte dei viola. Da quel momento infatti, il Ferencvaros ha guadagnato diversi metri di campo e si è reso più volte pericoloso: solamente un Christensen in versione Batman è riuscito a sventare il vantaggio ungherese. Anche l’estremo difensore danese però non ha potuto nulla in apertura di ripresa quando una dormita collettiva ha permesso a Zachariassen di battere indisturbato in porta. Da quel momento in poi la Fiorentina ha cercato di riorganizzarsi e poggiandosi sulla personalità dei due difensori centrali Milenkovic e Ranieri e sui cambi offensivi operati da Vincenzo Italiano che ha provato finalmente qualche variazione sul tema. Basta fraseggio orizzontale, via ai lanci lunghi alla ricerca delle combinazioni aeree tra Kouame‘ (sempre più importante in questa squadra) e Nzola (incredibile non aver nemmeno centrato la porta solo davanti al portiere) ed alle incursioni di Barak che partiva dalla posizione di centrocampista centrale accanto a Lopez. È servita però una palla inattiva per trovare un pareggio meritato e decisivo per l’approdo diretto agli ottavi di finale che si disputeranno nel mese di marzo.

Adesso però si apre il problema Nico Gonzalez….con il suo infortunio muscolare che lo terrà a riposo per diverse settimane e fermo restando le scadenti prove di Ikone‘, Brekalo e Sottil, ha veramente ancora senso insistere sul 4-2-3-1? Considerando che nelle ultime gare spesso i viola sono riusciti a rimettere in piedi la situazione con due attaccanti in campo, non sarebbe preferibile passare al 4-3-1-2 con Bonaventura dietro i due attaccanti ed un centrocampo col doppio regista accanto a Duncan? La contemporanea presenza di tre centrocampisti potrebbe dare maggior copertura ad una difesa che anche in terra magiara ha dimostrato la propria fragilità (e menomale Christensen non è più quello di inizio anno), offrirebbe probabilmente soluzioni più imprevedibili con il doppio play in mezzo e premierebbe un calciatore come Kouame’ che in questo momento sembra quasi indispensabile (e questo dovrebbe far riflettere molto sulla qualità della rosa e sul mercato fatto negli ultimi anni).

E voi che ne pensate? Non potrebbe essere la gara casalinga contro il Verona l’occasione giusta per provarci?

IL BUONO

  • Ranieri: sarà perché al ragazzo ci ho sempre creduto fin dalla primavera, sarà perché al momento è oggettivamente insostituibile, sarà perché dimostra in ogni momento il proprio attaccamento alla maglia, ma io sogno che Luca Ranieri possa diventare una vera e propria bandiera viola. Anche ieri sera, è stato tra i pochissimi a mantenere concentrazione e lucidità per tutti i 90 minuti, ad essere sempre pronto ad attaccare la palla ed anticipare gli attaccanti, a fare ripartire l’azione. Le ciliegine del gol del pareggio e del recupero al minuto 88 dopo l’ennesima nefandezza di Ikone’, lo issano sul gradino più alto del podio. Colonna!
  • Christensen: la dimostrazione migliore di quanto sia importante lavorare duramente in settimana con i professionisti che la società mette a disposizione dei calciatori. Il gabbiano bagnato delle prime prestazioni in maglia viola, si è trasformato in un’ aquila meravigliosa. I due interventi consecutivi nel primo tempo tengono a galla la baracca e permettono di restare in partita in un momento psicologico complesso visto l’infortunio di Nico. Adesso si inizia a capire perché lo hanno preso!
  • Kouamè: un altro di quelli che non molla mai, che riesce sempre a dare una scossa, che riesce a rendersi utile in qualche modo. Anche nella gara di ieri sera, una volta entrato, ha toccato diversi palloni, è arrivato sempre primo di testa, ha aiutato Nzola ad essere più pericoloso. Con la sua presenza fisica e la sua voglia di lottare qualcosa succede sempre. Utilissimo.

IL BRUTTO

  • Brekalo: il semplice esempio di calciatore trasparente. Dopo tutti questi mesi di Firenze, ho paura davvero che, come dice il Pappagallone Reale, la parentesi ottima di Torino possa essere stato un caso. Anche ieri sera non si nota mai, non salta mai l’uomo, non accompagna mai né gli attaccanti né i centrocampisti. A che serve un esterno così?
  • Ikonè: se Brekalo è trasparente, Ikone’ lo era… adesso è diventato dannoso. Al netto dell’irritazione che mi provoca ogni volta che torna indietro e successivamente esegue un passaggio orizzontale, ieri sera ha pure rischiato di farci perdere la partita quando ha avuto la meravigliosa idea di regalare la palla agli avversari a pochi minuti dal termine scatenandoli in contropiede. I bonus sono finiti da un pezzo. Con Nico rotto possiamo cambiare modulo?
  • Nzola: certo Beltran non ha brillato, ma non riuscire a centrare nemmeno la porta da solo davanti al portiere con la palla che rimbalza è opera solo di un artista ed il suo nome è Mbala. A gennaio sul mercato capiremo quali siano (sempre che ci siano) le ambizioni della società!

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – BOLOGNA = 2 – 1

Allora si può vincere una partita senza per forza dominare in lungo ed in largo la partita! Si può vincere avendo finalmente un avversario che ha il 61% di possesso palla contro il 39%, si può vincere una partita sporca cambiando continuamente interpreti e posizioni difensive per arginare gli altri! Finalmente… finalmente… finalmente!! Finalmente un allenatore reattivo, che a fine primo tempo fa due mosse azzeccate, che non pensa solamente a telecomandare i propri calciatori, ma che interviene in tempo reale anche rimescolando le carte come ad esempio cambiando le posizioni in campo degli interpreti. Questa, indipendentemente dalla vittoria, è la risposta a tutti quelli (me compreso) che hanno invocato per settimane una maggiore flessibilità a Vincenzo Italiano, che hanno chiesto un altro modo di giocare, un diverso modo di difendersi e di reagire alle difficoltà.

Intendiamoci subito, i viola non sono stati scintillanti, non hanno disegnato calcio, non hanno rubato l’occhio, ma hanno finalmente portato a casa una partita difficile e combattuta, piena di episodi (arbitrali e non solo), costellata da interpretazioni diverse delle due panchine che si sono sfidate senza esclusioni di colpi. Vincenzo Italiano, dopo un primo tempo piuttosto difficile, ha nuovamente bocciato il centravanti che lui ha scelto questa estate dimostrando quel protagonismo e quel coraggio che attendevamo da settimane. Ha inserito Kouamè che con il suo entusiasmo, la sua voglia di lottare, il suo “casino” (scusate il termine non proprio tecnico), ha squadernato una partita in cui ancora una volta la Fiorentina non riusciva ad essere ficcante quando ripartita, ed ha scommesso sulle doti tecniche e sulla velocità di Ikoné che, oltre ad avere avuto il merito del calcio di rigore, è riuscito ad allungare la squadra permettendo ai propri compagni di guadagnare metri di campo velocemente. Certo anche stavolta la difesa ha ballato tanto davanti ad una squadra che ha dato continuamente l’impressione di poter far male grazie a Zirkzee un attaccante tra i più interessanti del campionato che, oltre ad essere bravo, viene servito con continuità, ma soprattutto con i tempi ed i modi giusti. Una volta tanto però, gli errori marchiani di Parisi e di Martinez Quarta non sono costati punti in classifica, sarebbe stata una mazzata clamorosa per il morale. Bellissimo infine il confronto tra due tra i tecnici più preparati, innovativi, entusiasmanti dell’ultima generazione: dopo aver visto l’abominio dell’interpretazione calcistica di Max Allegri, ammirare il calcio di Thiago Motta è stata una splendida boccata d’aria da respirare a pieni polmoni.

IL BUONO

  • Bonaventura: gira e rigira le questioni sono sempre le solite. La Fiorentina con o senza Jack è una squadra completamente diversa… anche contro il Bologna spacca in due la partita con un gol bellissimo e delizia la platea ed i propri compagni con giocate d’alta scuola. Indispensabile.
  • Kouamè: in una squadra in cui il ritmo della squadra è spesso il solito, l’attaccante ex Genoa è un lampo nel buio. Lotta, sgomita, si butta su tutti i palloni. Certo non avrà le qualità tecniche di Beltran, né la capacità di difendere la palla di Nzola, ma almeno è vivo. Sottovalutato.
  • Duncan: di fronte ad uno dei centrocampisti più sponsorizzati della Serie A (Freuler), il nostro Alfred dimostra di non avere niente da invidiare salendo di livello col passare dei minuti. Nella ripresa prende in mano il centrocampo e macina palloni su palloni riuscendo a far ripartire l’azione offensiva con continuità e qualità. Tra lui e Mandragora è come mangiare e stare a guardare.
  • Terracciano: dopo le grandissime prestazioni di Udine e Roma, si ripete in una gara in cui però ha avuto meno occasioni per mettersi in mostra. Sempre presente, attento e deciso, stavolta almeno un punto è di San Pietro. Avanti così!

IL BRUTTO

  • Martinez Quarta: in una stagione in cui era sembrato tornare sui livelli della prima stagione in viola, stavolta ne azzecca veramente poche giocando una gara disattenta in marcatura che lo vede andare spesso a vuoto in anticipo. Si rifiuta ancora una volta di giocare sul lato destro costringendo mister Italiano a far ruotare più volte gli uomini nella disposizione difensiva. Speriamo dopo la sosta torni il Quarta dell’inizio di stagione!
  • Parisi: dopo l’errore individuale contro la Juventus, ricasca nuovamente in errori clamorosi. Il più grave è quello in occasione del rigore per il Bologna, ma oltre al fallo di mano in area di rigore, l’ex Empoli aveva regalato anche la punizione perdendo un pallone sanguinoso. Con il rientro di Kayode, potrà finalmente tornare a calpestare le zolle preferite.

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – ATALANTA = 3 – 2

Che sport meraviglioso è il calcio! In qualunque altra disciplina, dal basket alla pallavolo, dal baseball al rugby, una squadra letteralmente dominata come la Fiorentina dei primi 25 minuti di ieri, mai e poi mai si sarebbe trovata al riposo in vantaggio! Ed invece il meraviglioso football è assolutamente imprevedibile proprio per questo, perché a volte basta una scintilla e tutto si capovolge! La squadra che sembrava in balìa dell’altra inizia a dominare, sembra correre di più, sembra migliore dal punto di vista fisico, tecnico e tattico.

Certo se da una parte Vincenzo Italiano ha azzeccato ogni singola mossa, compreso l’inserimento di Biraghi a destra, dall’altra Gasperini si è impegnato per mettere in difficoltà la propria compagine. Se gli ingressi di Beltran, Kouamè ed Arthur hanno permesso di guadagnare 30 metri di campo e di segnare il gol della vittoria, le sostituzioni di Koopmeiners e Lookman sono state tecnicamente assassine. L’Atalanta con quelle mosse ha perso il controllo del gioco, non ha più avuto quella profondità che nella prima frazione aveva dato tanto fastidio ai centrocampisti viola e si è progressivamente spenta senza più riuscire a trovare la via dell’area di rigore avversaria. Dall’altra parte invece, la Fiorentina è salita di livello, ha conquistato campo mettendo in mostra (finalmente) un indomabile Parisi a sinistra, un Brekalo in netta crescita, un Beltran con colpi importanti. Giusto però che il gol del successo porti la firma di Kouamè, uno degli scudieri di Italiano che ha sempre speso parole al miele per questo grandissimo professionista che dimostra ancora una volta quanto conti la voglia di migliorarsi con il lavoro, la voglia di emergere!

Adesso inizia la maratona della Conference League dove la Fiorentina vuole ripetere il percorso della scorsa stagione sperando non solamente in un esito finale diverso, ma anche in un girone più tranquillo grazie ad un approccio lontano da quello della scorsa stagione.

IL BUONO

  • Kouamè: segna il gol di rapina che vale 3 punti. Spesso quando entra a gara in corso è in grado di far succedere qualcosa anche solo con l’energia che sprizza da tutti i pori. Avrà tanti difetti, ma non quello di mollare. La classe operaia va in Paradiso!
  • Parisi: finalmente titolare, finalmente padrone della fascia sinistra. E’ una furia, si sovrappone spesso, regala sempre il movimento in appoggio ai propri compagni. E’ per questo che al termine della gara risulta il calciatore con il maggior numero di palloni giocati e di palloni recuperati. Avanti così!
  • Martinez Quarta: nella marcatura di Lookman ci capisce poco, ma il gol di testa che segna sotto la Fiesole è semplicemente meraviglioso. Oltre ad esso, si sgancia con regolarità per andare a costruire sulla linea dei centrocampisti e non molla di un centimetro fino alla fine. Seppur con tante, troppe pause, gioca finalmente una partita convincente. Primo segno di rinascita?
  • Vincenzo Italiano: stupisce tutti con una formazione iniziale in cui il centrocampo è fatto di soli muscoli e, probabilmente più per l’approccio dell’Atalanta che per le scelte operate, viene fatto a fette per 25 minuti. La sua Fiorentina però ha il grandissimo merito di trovare la scintilla in grado di accendersi per non spengersi più. Nella ripresa poi, opera lo scacco matto a Gasperini azzeccando ogni scelta. Seppur con i suoi limiti, resta il fulcro del progetto Fiorentina.

IL BRUTTO

  • Terracciano: se sul primo gol possiamo provare a giustificarlo per la deviazione, sulla rete di Lookman è indifendibile. Viene nuovamente bucato sul suo palo lasciando sguarnito quello che è il punto di riferimento fondamentale per ogni portiere. E’ lentissimo a reagire al tiro e sembra aver perso anche sicurezza con i piedi. Sicuri che l’alternanza faccia bene?
  • Dodò: è il lontanissimo parente del calciatore che abbiamo ammirato nella scorsa stagione. Con l’avanzamento di Quarta sulla linea dei centrocampisti, è obbligato a stringere verso il centro interpretando quasi il ruolo di terzo difensore centrale. Inventa un’occasione clamorosa per Nico Gonzales ma non basta. Diligente, ma il vero Dodò è un’altra cosa.
  • Gasperini: se avesse l’umiltà di fare autocritica, capirebbe che questa guerra strisciante che ha deciso di combattere ogni volta che si presenta al Franchi è dannosa innanzitutto per lui. Grazie ai suoi atteggiamenti ed alle sue dichiarazioni, l’Atalanta è divenuta ormai una nemica giurata della Fiorentina e l’ambiente è sempre caldissimo. Non solo, ma anche la lucidità nell’interpretare la gara sembra risentirne: le sostituzioni effettuate ieri sono state dannose per la manovra e per il risultato finale. Pensi più al campo, meno alle dichiarazioni….è molto più bravo come tecnico che come comunicatore!

A voi per i commenti!!

Appunti viola tra il sorteggio di Conference League e la trasferta inglese

Finalmente ci siamo, finalmente il calcio che conta! Dopo il calendario della Serie A che vedrà i viola esordire a Marassi contro il Genoa del mai dimenticato Gilardino, la Fiorentina conosce anche l’avversario dei playoff di Conference League, avversario che dovrà essere necessariamente superato per avanzare alla fase a gironi, nella speranza di ripercorrere l’entusiasmante cavalcata dello scorso anno. Certamente poteva andare meglio ma l’urna stavolta è stata più gentile rispetto alla scorsa stagione quando i viola pescarono il Twente: la vincente tra Debrecen e Rapid Vienna (sulla carta favorita) sarà un avversario da non sottovalutare ma comunque alla portata della Fiorentina che potrà contare anche sulla gara di ritorno al Franchi. Le insidie sono principalmente quella di una condizione atletica che sulla carta sarà peggiore, visto che il campionato austriaco e quello ungherese cominciano prima della nostra Serie A, e quelle ambientali dal momento che la trasferta sarà vietata ai tifosi viola dopo i problemi della gara di semifinale dello scorso anno giocata a Basilea. Vincenzo Italiano ed i suoi ragazzi dovranno insomma sbrigarsela da soli sperando che nel frattempo la rosa a disposizione del mister sia finalmente completata da acquisti che innalzino la qualità della squadra.

Saltando invece al Torneo Sela disputato dai ragazzi dai viola a Newcastle, possiamo innanzitutto dire che la differenza tra la Fiorentina ed una squadra che milita in Champions League non è stata poi così tragica. Se contiamo che in Inghilterra il campionato è ormai alle porte, che la rosa messa a disposizione del tecnico Howe è già completa e che il budget delle due società diverge sensibilmente, la prova dei viola è da considerarsi più che sufficiente. Nella seconda prestazione, quella contro il Nizza, anche il risultato oltre che il gioco mostrato è stato confortante. In entrambe le prove si sono evidenziate alcune caratteristiche concordanti nei vari reparti: innanzitutto la difesa continua ad avere grandi difficoltà nelle ripartenze a campo aperto degli avversari e le letture degli esterni difensivi, in particolare Biraghi, sono inadeguate. Parisi si è confermato un ottimo acquisto in grado (si spera) di giocarsela alla pari con il capitano viola, mentre Kayode ha mostrato grande personalità oltre che doti fisiche fuori dal comune. In ritardo ancora Milenkovic, discreto Comuzzo, in ripresa Martinez Quarta.

In mezzo al campo le note liete sono state diverse, a partire dagli uomini di fosforo. Sia Arthur contro il Newcastle che Amatucci contro il Nizza sembrano essersi calati perfettamente nella parte dei cervelli della squadra. Sempre pronti a farsi vedere in appoggio, hanno mostrato di avere tutte le qualità per poter interpretare al meglio ciò che Vincenzo Italiano chiede loro. Arthur, oltre al tocco di palla superbo ed alla visione di gioco superiore rispetto alla media, ha mostrato anche una condizione atletica in rapida crescita riuscendo per almeno 55 minuti a tenere testa ad avversari più prestanti fisicamente e più avanti di condizione. Resto alquanto scettico sulla possibilità di giocare a due con il brasiliano che, anche al massimo della condizione, non sembra avere la gamba necessaria alla fase di interdizione in spazi larghi come richiesto in un centrocampo a due. Tale difficoltà rischia di aprire spazi enormi in cui le squadre avversarie possono trovare le verticalizzazioni che tanto male fanno alla retroguardia viola. Ecco che, dando per scontata la cessione di Amrabat, il centrocampista più adatto a giocare accanto ad Arthur è certamente Mandragora, a meno che non si voglia tornare ad un centrocampo a 3 facendo fare un bel passo indietro a Bonaventura.

In attacco infine, qualche raggio di luce mischiato a nuvoloni neri minacciosi. Cabral è in evidente stato confusionale, all’attaccante brasiliano sembra mancare serenità e tranquillità davanti al portiere tanto da fallire occasioni in serie non riuscendo nemmeno ad inquadrare la porta. Brekalo è stato come al solito impalpabile, mentre buone cose le hanno mostrate Ikonè (senza chiaramente chiedergli il gol anche se stavolta ha colpito almeno il palo), Jovic (che se solo avesse voglia di giocare sarebbe titolare fisso senza alcun dubbio) e Kouamé. Quest’ultimo contro il Nizza si è fatto apprezzare non solamente come uomo da area di rigore ma anche come assist man e la sua consueta generosità non è passata inosservata. Al netto dei possibili (speriamo probabili) nuovi innesti, dell’entusiasmo, della volontà, della disponibilità dell’attaccante ivoriano non ne farei a meno….preferisco assolutamente le sue lacune tecniche all’atteggiamento di un Sottil, all’indolenza di un Brekalo, alla fumosità di Ikoné. E’ vero che per alzare la soglia serve qualità, ma intanto non buttiamo a mare la voglia di spaccare il mondo di Kouamè.

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Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – ROMA = 2 – 1

Una meritata vittoria in rimonta che restituisce tranquillità e serenità nel momento più importante della stagione. Certo tutti penseranno che, se la rimonta l’avessimo centrata in occasione della finale di Roma, saremmo stati enormemente più felici, ma già il fatto di aver mantenuto la voglia di vincere ed essere riusciti a tenere la spina attaccata è secondo me una gran bella notizia. Ancora una volta infatti, Vincenzo Italiano ed il suo gruppo hanno dimostrato di non accontentarsi mai, di non darsi mai per vinti, di sapere incassare anche i pugni più duri senza mai cadere al tappeto. La gara di sabato poteva essere l’occasione perfetta per mollare gli ormeggi, dopo la sconfitta in finale di Coppa Italia e la vendemmia del Torino a La Spezia anche l’ottavo posto poteva sembrare irraggiungibile: se poi a ciò aggiungiamo un primo tempo soporifero con una squadra sotto ritmo chiuso con un gol di svantaggio, i viola avrebbero potuto mollare. Ed invece no, ancora una volta la squadra si è voluta ribellare al proprio destino e grazie anche all’apporto fondamentale dei calciatori subentrati (vedasi Kouamè e Terzic), i viola hanno ribaltato il risultato e agguantato nuovamente i granata di Juric. Per l’ottavo posto si deciderà tutto nell’ultimo turno e, successivamente, nella aule dei tribunali italiano ed europee che troppo spesso, negli ultimi mesi, hanno scritto e riscritto la classifica della Serie A. Colpa di chi decide? Certamente la giustizia sportiva è da riformare ma dobbiamo sempre ricordare che, se gli illeciti non fossero stati commessi, oggi non ci sarebbe la necessità dell’intervento di alcuno.

Chiudo con un saluto ad un calciatore che ha realizzato il proprio sogno da bambino, Lorenzo Venuti. Calciatore inadatto alla dimensione attuale della Fiorentina, che però è stato giustamente salutato dalla curva in quanto uomo e tifoso viola. Nella prossima stagione andrà a difendere i colori di un’altra compagine ed allora Lollo ti teniamo in caldo quel posto accanto a noi, in Curva Fiesole, posto più adatto per vivere l’amore viscerale che provi per la nostra splendida maglia viola.

IL BUONO

  • Jovic: le parole al miele di Italiano dopo la partita, certificano l’inversione a U del calciatore serbo relativamente all’atteggiamento verso il gruppo. Più disponibile ad aiutare i compagni, più dialogante con tutti, più coinvolto anche emotivamente. Gli errori contro l’Inter ancora pesano ma la riattivazione dell’ex Real è sicuramente a buon punto. Che torni definitivamente il calciatore che conoscevamo il 7 giugno?
  • Kouamè: due mezzi assist decisivi, ma soprattutto il fuoco dentro una gara che rischiava di restare spenta. Il talento non è quello di Jovic, la sapienza tattica non è quella di Bonaventura, ma quanto a spirito, voglia ed attaccamento Kouamè non è secondo a nessuno. Qualcuno dovrebbe andare a ripetizione da lui!
  • Cerofolini: altro prodotto del settore giovanile che fino ad oggi, nelle poche occasioni avute, non aveva del tutto convinto. Contro la Roma invece tiene su la baracca grazie ad almeno due interventi importanti nel primo tempo e sembra anche più sicuro nel gioco con i piedi. Non credo sarà mai il titolare a Firenze, ma dimostra che come alternativa di un portiere importante potrebbe dire la sua (considerando anche l’età ancora piuttosto giovane). Ottima prova, ma per il prossimo anno serve ancora un portiere titolare!!!

IL BRUTTO

  • Quarta: continua il momento orribile del difensore argentino. Il salvataggio sulla linea che evita il raddoppio di Solbakken non è sufficiente per rimediare a tutti gli errori commessi: posizionamenti errati in marcatura, lanci e ripartenze puntualmente regalate alla squadra avversaria, amnesie a ripetizione. Titolare a Sassuolo e poi una lunga e meritata pausa estiva.
  • Saponara: quando la tecnica non basta più. Il buon Ricky incanta sempre meno con la palla ai piedi perché ha sempre più difficoltà a riceverla, a coprirla, ad accarezzarla. Sembra ormai quasi un ammenicolo come quelli della nonna che non butti via solamente perché ti fanno tornare in mente alcuni piacevoli ricordi. Insieme a Lollo, anche Saponara è al capolinea a Firenze?

A voi per i commenti!!