Il buono, il brutto, il cattivo

APOEL – FIORENTINA = 2 – 1

Se sconfitta doveva essere, la preferisco in Conference….(oppure godo come un riccio come direbbe l’amico Wwayne)!

Dopo una striscia di risultati positivi come non si vedeva da anni, una Fiorentina vestita in maschera stecca la prestazione e cade meritatamente a Cipro giocando una gara sonnacchiosa, sotto ritmo, molto brutta.

Certo non si poteva chiedere agli 11 scesi in campo dall’inizio la gara del secolo, ma qualcosa in più certamente sì. Non ci dimentichiamo infatti, che gli avversari dell’Apoel sono già al terzo tecnico in stagione e non avevano ancora vinto nella competizione europea. E’ vero che non si può pretendere chissà cosa da chi non ha praticamente mai giocato nell’ultimo mese e mezzo se non spezzoni di gara, ma almeno la grinta, la voglia, la ricerca di evitare la sconfitta l’avrei voluta vedere. La Fiorentina di ieri sera è una squadra senza capo né coda, con calciatori anche fuori ruolo, ma mi piace ricordare che era composta da 7 undicesimi di quella che nelle ultime due stagioni è arrivata tre volte in finale, perdendo sempre. Lo ricordo perché i social e non solo, sono pieni di “tifosi viola” che fanno a gara a sfottere Vincenzo Italiano ogni volta che il Bologna non vince o non fa gol neanche fosse diventato l’allenatore della Juventus! Capisco che possa anche non rimanere simpatico a tutti, ma sulla sua professionalità e sui traguardi raggiunti, non c’è molto da discutere (a meno che non siate disonesti intellettualmente).

La Fiorentina scesa in campo a Cipro era una squadra piena di esperimenti (vedasi Richardson trequartista e Parisi alto a sinistra), calciatori appena rientrati da un infortunio come Mandragora, giovani che ancora devono conoscere il calcio europeo come Moreno, altri che sembrano nettamente involuti rispetto alla scorsa stagione come Kayode. Ci sono poi quelli che sinceramente non capisco come ancora possano giocare a Firenze come Kouamè o quelli che ultimamente, oltre che mediocri, sono anche sfortunati come Biraghi o fuori fase come Quarta.  Insomma un minestrone dal quale era difficile pretendere qualcosa in più: ancora una volta si è visto come, al netto della bravura di un allenatore, quando manca la qualità in campo puoi essere anche Guardiola o Klopp, ma fare rete ed essere in grado di creare la superiorità numerica diventa difficile. Ieri sera con le seconde linee e giocando contro una squadra che si difendeva con 11 uomini sotto la linea della palla, per magìa la Fiorentina è tornata a girare palla lentamente ed in orizzontale, a non vincere mai un duello individuale, a creare pochissimo, a non tirare mai in porta. Se pensiamo che il gol della speranza è stato segnato praticamente in contropiede a campo aperto, questo spiega tante difficoltà che abbiamo affrontato nelle ultime stagioni e che avremmo affrontato anche quest’anno se non fosse stato fatto un mercato grazie al quale si è alzata la qualità media della squadra, con innesti finalmente dalle compagini che normalmente arrivano davanti in classifica e calciatori abituati a giocare determinate partite su determinati palcoscenici.

Resta comunque il troppo turnover effettuato da Palladino, un turnover che ha dimostrato che esistono i titolari ed esistono le riserve, ma soprattutto che in questo momento dobbiamo e vogliamo cavalcare il sogno in campionato con un’altra partita, quella di domenica contro il Verona, che è assolutamente alla portata della Fiorentina bella e spumeggiante che abbiamo ammirato fino a due settimane fa, ma anche di quella brutta, sporca e cattiva che ha fatto 6 punti nelle ultime due trasferte.

Avanti dunque a testa alta per portare a casa i tre punti contro l’Hellas per continuare a sognare!

IL BUONO

  • Ikonè: è lui il calciatore che segna il gol della speranza ed è sempre lui l’unico che prova a puntare l’avversario per creare la superiorità numerica. Ho detto provare, non riuscire!
  • Martinez Quarta: almeno ci mette la grinta, la voglia, la passione cercando di recuperare palla prima possibile ribaltando l’azione da difensiva ad offensiva. Uno dei pochissimi che sembra tenere a questa gara.

IL BRUTTO

  • Parisi: seppur fuori ruolo, gioca una partita imbarazzante. Non salta mai l’uomo, viene sempre sovrastato fisicamente, non chiude mai la diagonale di passaggio, non arriva mai al cross. Sfiduciato, l’ombra del giocatore visto ad Empoli: mandiamolo a giocare!
  • Richardson: lento, impacciato, senza idee, con un piede solo. Potrà fare tante cose, ma non il trequartista!
  • Kayode: il lontano parente di quel calciatore che dominava fisicamente ogni avversario. Non azzecca una giocata, non salta mai l’uomo, è anche protagonista sfortunato della frittata in coppia con Biraghi sul secondo gol. Non è proprio il suo momento!

A voi per i commenti!!

Dalla gloria al fallimento: il bilancio della stagione viola

Dopo la stagione in cui finalmente la Fiorentina era tornata sulla cartina del calcio che conta grazie alle due finali di Coppa Italia e Conference League, l’obiettivo dell’annata ormai terminata era quello di fare meglio e purtroppo i viola non ci sono riusciti. Inutile fare finta, la società di Commisso e del compianto Barone anche stavolta non è stata capace di portare a casa un trofeo né ad entrare in una coppa europea più importante anche se per molti parlare di fallimento sarebbe eccessivo. Se infatti consideriamo i NON investimenti del mercato estivo e soprattutto l’incomprensibile sessione di gennaio, possiamo certamente affermare che, nonostante le parole spese che ci avevano raccontato di una proprietà che voleva riportare i viola in alto, la società non ha voluto e saputo aiutare Vincenzo Italiano ed il comparto tecnico. Ciò detto però, anche chi è andato in campo non può essere considerato esente da colpe se, al termine nuovamente di quasi 60 gare disputate, non sono riusciti a migliorare i risultati in Coppa Italia (dove la Fiorentina è uscita in semifinale contro l’Atalanta), in campionato (dove l’ottavo posto rappresenta il minimo sindacale) ed in Conference League (dove capitan Biraghi e soci sono riusciti a perdere la terza finale consecutiva contro una squadra molto mediocre) volendo far finta che la Supercoppa Italiana non sia mai stata disputata. Un vero peccato soprattutto se consideriamo che il calcio ammirato nelle prime due stagioni grazie alla “rivoluzione” tecnico tattica di Italiano in questa stagione è sembrato evaporato. Se nei campionati precedenti avevo fatto fatica ad individuare una sola partita da premiare come la migliore, stavolta l’imbarazzo della scelta l’ho avuto ripensando a quante brutte partite ha giocato la Fiorentina e quante occasioni sono state sprecate non solamente dalla società ma anche da chi è andato in campo. Inaccettabili sono state le sconfitte di Lecce, quella di Sassuolo, i punti persi in casa contro i salentini ma non solo….. Un vero peccato perché, nonostante le colpe maggiori siano di Commisso, Barone, Pradè e Ferrari, la finale di Conference non è praticamente stata giocata ed i punti persi in modo rocambolesco contro le “piccole” sono quelli che sono mancati per riuscire a restare nelle prime sei posizioni di campionato. Insomma, nessuno può essere assolto per il fallimento stagionale che in troppi hanno cercato di nascondere. Che il ciclo di Italiano e di questo gruppo fosse finito lo avevamo capito da un pezzo, che però dovesse concludersi in questo modo è assolutamente inaccettabile. Tocca adesso alla società dimostrare che effettivamente sono stati compresi gli errori, tocca a Palladino trovare quell’elasticità di gioco e di schieramento che troppo spesso è mancata durante la gestione Italiano, tocca ai giocatori riconquistare una piazza delusa, ferita, pronta a far esplodere la rabbia contestatrice così come a innamorarsi nuovamente di una squadra e di un colore che scorre nelle vene di chiunque sia nato in riva all’Arno.

STATISTICHE A CONFRONTO CON LA STAGIONE 2022-2023

Posizione finale:  8° (8° nel 2022-2023)

Punti:  92 (totali nelle manifestazioni) media punti 1,58 (87 media punti 1,68)

Vittorie: 25 (29)

Pareggi: 17 (14)

Sconfitte:  17 (16)

Gol fatti: 98 (92)              

Gol subiti: 70 (65)

Differenza reti: +28  (+33)

Capocannoniere: Nico Gonzalez 16 (12 in campionato, 4 in Conference League) (Cabral 16 reti)

Delle tre stagioni in cui Vincenzo Italiano è stato sulla panchina viola, quella appena terminata è stata certamente quella giocata peggio. Non sto parlando né di risultati, né di classifiche, ma solamente di prestazioni. Dopo due anni in cui i viola avevano dimostrato di poter mettere in difficoltà chiunque grazie al ritmo, alla capacità di creare occasioni, alla forsennata pressione sui portatori di palla avversari, quest’anno non abbiamo ammirato le stesse qualità. La Fiorentina ha sempre cercato di fare il proprio gioco ma le avversarie avevano ormai capito lo spartito ed i calciatori non hanno saputo fare quel qualcosa in più per continuare a stupire. Non solo, anche dalla panchina sono arrivate poche invenzioni e Vincenzo Italiano è sembrato aver perso quella creatività che aveva permesso di stupire anche in corso d’opera. La Fiorentina ha continuato a giocare un possesso palla spesso sterile che, sommato alla scarsa qualità della rosa, ha raramente divertito il pubblico sugli spalti. Certo ci sono state anche eccezioni e la semifinale di andata di Coppa Italia ha rappresentato il canto del cigno di un gruppo arrivato ormai a fine corsa. Contro la squadra di Gasperini, i viola hanno sfoggiato tutte le migliori qualità: recupero della palla nella metà campo avversaria, attenzione alle verticalizzazioni avversarie, ferocia nel sapere ripartire grazie a giocate di qualità ed a spirito di gruppo. Tutto ciò che purtroppo è mancato nella finale di Atene.

Peggior gara dell’anno: Sassuolo – Fiorentina

Ce ne sono state troppe ed è stato difficile sceglierne una sola ma la trasferta di Sassuolo credo sia la peggiore, quella che ci ha fatto anche risvegliare da un sogno chiamato Champions League. Una squadra senza cuore, senza gambe, senza grinta, che ha buttato letteralmente via la gara senza nemmeno giocarla. Il dubbio che mi attanagliava era tra la gara in terra emiliana, la finale di Conference (che però era già stata eletta come la peggiore nella scorsa stagione) e la sconfitta di Lecce, che è certamente la più rocambolesca. Da una squadra come la Fiorentina, che ha costruito le fortune delle ultime stagioni sull’intensità ed il furore agonistico, non mi sarei mai aspettato, in quel momento della stagione, una gara vuota ed insipida come quella di Sassuolo. Un brusco risveglio che purtroppo non è servito per convincere la società ad investire sul mercato di gennaio.

Miglior calciatore: Martinez Quarta

La stagione viola ha vissuto di tanti colori cupi e dunque non c’erano molti candidati al premio. Purtroppo gli innesti della campagna acquisti estiva non hanno brillato, un pò per colpe del calciatore come nel caso di Nzola, un pò per equivoci tattici che hanno fatto rendere meno delle attese atleti che probabilmente avrebbero potuto fare di più, come Beltran. Quarta però, partito addirittura in panchina per lasciare spazio alla coppia Milenkovic Ranieri, ha vissuto una stagione in netto crescendo e non solamente dal punto di vista realizzativo. Ripercorrendo le prestazioni del centrale argentino, vedo alcune assonanze con quella di Torreira: al centrocampista uruguaiano, grazie all’intuizione di Vincenzo Italiano, fu data licenza di attaccare negli spazi in avanti quando la Fiorentina decise di cedere Vlahovic alla Juventus a gennaio (a proposito com’è quella storiella che Pradè e Ferrari hanno raccontato in conferenza stampa sulle società che non vendono mai a gennaio il miglior calciatore?). Da quel momento in poi, Torreira diventò l’attaccante più importante viola segnando diverse reti e tenendo i viola nelle posizioni buone per il ritorno in Europa. Anche Quarta in questa stagione ha tolto diverse castagne dal fuoco con i gol, gli assist, le giocate per i compagni. Certo ha ancora diversi difetti in fase difensiva anche se sta migliorando anche in quegli aspetti: finalmente meno cartellini gialli soprattutto in posizioni inoffensive per Terracciano, meno amnesie in marcatura. Ed ora col rinnovo fino al 2028 potrebbe diventare una colonna viola. Crescerà ancora?

Peggior calciatore : Arthur Melo

Arrivato dalla Juventus con un’operazione cervellotica che solo questa proprietà poteva pensare, ha fatto ciò che in molti, tra cui il sottoscritto, avevano previsto. Un calciatore praticamente fermo da due anni, che ha pochi cavalli nel motore, ha giocato poco più di metà delle gare a ritmo ridotto. Mai un cambio di passo (e questo lo potevamo immaginare), poca personalità nel ruolo (e questa è la cosa più grave): ha giocato una stagione grigia, fatta di tanti passaggi in orizzontale ed all’indietro, con pochi guizzi e quasi alcuna verticalizzazione. Arrivato strombazzato come pochi, si è dimostrato un calciatore fortemente sopravvalutato o comunque non in grado di elevare il livello dei propri compagni come invece dovrebbe fare chi vuole essere il faro del centrocampo. Adesso torna alla Juventus dopo che la Fiorentina lo ha rimesso in sesto fisicamente e gli ha regalato nuovamente una buona quotazione sul mercato facendo l’ennesimo regalo ai bianconeri. Poi non dobbiamo contestare questa proprietà…..Amarezza.

La sorpresa: Kayode

Lanciato da titolare alla prima di campionato a Genova, il giovane terzino proveniente dalla primavera ha fin da subito stupito non solo per la corsa e l’entusiasmo, ma anche per la maturità e la capacità di adattamento nel calcio dei grandi. Ha coperto l’assenza di Dodò sulla fascia destra nel migliore dei modi giocando talvolta anche troppo. L’ennesima dimostrazione che quando i giovani vengono fatti giocare senza l’ansia da prestazione, il calcio italiano riesce ancora a tirare fuori calciatori in grado di giocare e di farlo bene. Ha avuto dei passaggi a vuoto ma resta di gran lunga la più bella notizia della nostra stagione. Il nostro futuro!

La delusione: Barak

Atteso alla stagione della consacrazione, ha fatto un vero e proprio buco nell’acqua. Dopo aver saltato quasi completamente la preparazione estiva per un problema fisico serio, gli è stato dato tutto il tempo necessario a tornare in condizione ma del vero Barak in questa stagione si è visto poco o nulla. Male nel ruolo di trequartista con licenza di inserirsi in area, male quando è stato arretrato nel ruolo di centrocampista puro, non ha mai trovato continuità di impiego né di prestazione. Peccato perché è uno di quei giocatori che almeno fino alla stagione precedente, era in grado di cambiare la gara anche entrando in corsa. Che farne di lui? Rilancio o cessione?

Voto alla stagione viola: 6+

E’ stato difficilissimo racchiudere tutti gli episodi, i sentimenti, le arrabbiature e le gioie in un solo voto, ma il gioco è questo. La stagione è certamente sufficiente perché, come dice anche Vincenzo Italiano (voto 7,5 al suo triennio in viola che credo rimpiangeremo) non può contare solamente il risultato finale ma anche il percorso. Anche stavolta la Fiorentina ha raggiunto la finale europea ed il posto in una competizione internazionale e dunque ha fatto il minimo di quello che gli veniva richiesto. Certo se l’obiettivo iniziale era quello di fare meglio, allora i viola hanno fallito ma quanto sono stati aiutati da una società che tutti gli anni dichiara di voler fare meglio della stagione precedente ma non investe nulla? Resta un campionato concluso all’ottavo posto, come lo scorso anno, una finale persa contro una squadra modesta che rappresenta il rimpianto più grande di queste ultime stagioni. Tutto ciò non deve però far dimenticare che la Fiorentina, anche il prossimo anno, giocherà in Europa ed ha comunque giocato più partite di tutti nelle ultime due stagioni. Di bel calcio se n’è visto decisamente meno, ma il bilancio resta comunque sufficiente. Adesso tocca a Palladino ed alla società provare (finalmente) a fare meglio.

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Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – SASSUOLO = 5 – 1

Seconda vittoria consecutiva e zona Europa riagganciata!

Dopo la grande delusione di Bergamo, gara che non ho commentato visto il rientro alle prime luci dell’alba dal Gewiss Stadium, era necessario tornare a vincere ed a convincere contro una delle squadre più arrendevoli del campionato. Se il Sassuolo doveva dimostrare quantomeno la voglia di provare a salvarsi, l’obiettivo è stato del tutto mancato vista l’assenza di convinzione e di attenzione che i ragazzi di Ballardini hanno messo nei 90 minuti di ieri. I viola dal canto loro, hanno fatto la partita che dovevano, riuscendo a conquistare i tre punti, a ritrovare finalmente la via della rete senza dannarsi troppo l’anima, a far crescere il minutaggio di diversi calciatori che ultimamente sembravano in netta flessione, a restituire la fiducia a giocatori centrali del progetto viola, quali Nico Gonzalez e Barak tornati finalmente al gol. Vincenzo Italiano ha deciso di far rifiatare alcuni calciatori che avevano battagliato in quel di Bergamo ed ha tenuto fuori gli acciaccati Belotti, Nico e Bonaventura, lo sconclusionato Milenkovic ed il sempre presente Terracciano, mentre ha dato le chiavi del centrocampo ad Arthur nonostante tutti pensassero all’impiego dell’ex Maxime Lopez. Il brasiliano ex Juventus sembra essere in crescita di condizione, almeno secondo il tecnico, anche se francamente a me è parso il solito architetto compassato, incapace di verticalizzare e di far cambiare ritmo alla propria squadra. Nonostante ciò, la differenza tra le due squadre è stata troppo netta e gli spunti di un redivivo Sottil ed i nuovi innesti nella ripresa hanno permesso alla Fiorentina di vivere finalmente una serata tranquilla nonostante la rete subìta. E la vittoria è stata comunque importante visto il contemporaneo pareggio del Napoli che adesso è stato raggiunto in classifica nonostante la gara da recuperare (chissà quando) contro l’Atalanta e con il vantaggio dello scontro diretto all’ultima giornata da disputarsi al Franchi.

Certo pensare ai punti buttati via all’andata contro il Sassuolo, a quelli dilapidati contro il Lecce sia all’andata che al ritorno viene veramente il mal di stomaco….restano comunque questi sei punti consecutivi che rimettono la Fiorentina in una posizione di classifica più consona e restano anche le prestazioni di alcuni calciatori, come Parisi, che ha trovato troppo poco spazio visto il titolare di quella fascia e come Sottil che avrebbe veramente tutto per diventare un ottimo calciatore ma al quale sembra sempre mancare qualcosa per fare la differenza. La speranza poi, è che si sia finalmente ritrovato il miglior Barak che servirebbe come il pane in questo rush finale e che Nico Gonzalez si sia ricordato che calciatore è e quali doti ha anche nel trovare la porta avversaria. I dati dicono che i viola sono assolutamente in linea con le pretendenti all’Europa che conta in fatto di reti subìte ma mancano clamorosamente nei gol segnati. Che qualcuno si sia finalmente sbloccato davvero?

Giovedì intanto, contro il Club Brugge, arriva la prima partita della vita, quella da non sbagliare per continuare nel nostro sogno. Come dice sempre mister Vincenzo Italiano, nella gara d’andata è fondamentale tenere tutto aperto: considerando i momenti opposti delle due squadre, sarebbe già un buon risultato!

IL BUONO

  • Sottil: senza alcun dubbio il migliore in campo. Segna un gran bel gol che sblocca la gara, disegna due assist per i propri compagni e si dimostra fin da subito imprendibile per i difensori avversari. Che il problema sia soprattutto nella testa del ragazzo è ormai acclarato. Speriamo che la visita del padre a Firenze gli dia la serenità necessaria a sbocciare definitivamente.
  • Martinez Quarta: all’ottavo gol stagionale, dimostra ancora una volta di essere, seppur con tutti i suoi difetti, imprescindibile per la Fiorentina. Resta un mistero il suo mancato impiego a Bergamo in una sfida così importante.
  • Nico Gonzalez: segna una doppietta in pochi minuti contro una difesa arrendevole. Sarebbe fondamentale che Nico ritrovasse quella fiducia che, dopo i rigori sbagliati, sembra essere svanita. Forza Nico che la Fiorentina ha bisogno del suo numero 10!
  • Barak: altro calciatore che è mancato tantissimo in questa stagione. Dopo un inizio macchiato dai problemi di salute, il biondino ex Verona non ha mai trovato quella continuità di rendimento che la scorsa stagione risolse tante partite. E se si fosse tenuto il meglio per la fine?

IL BRUTTO

  • Gol subìto: un peccato non aver chiuso imbattuti la partita, ma Christensen vive comunque una serata da disoccupato. Contro il Brugges ci vorrà la massima attenzione!

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

SALERNITANA – FIORENTINA = 0 – 2

Vittoria doveva essere e vittoria è stata!

Nella desolazione di Salerno, uno stadio in cui la Fiorentina ha vissuto una delle più grandi ingiustizie della propria storia, i viola si presentano con una squadra in maschera soprattutto nella metà campo offensiva dove torna in campo dopo tempo immemore Castrovilli (piuttosto trasparente la sua prova) e presentano Barak nel ruolo di “unica punta” (ammirevole la sua abbronzatura). Sento ancora dire a Vincenzo Italiano e Daniele Pradè che la Fiorentina non ha fatto una scelta tra coppe e campionato ma, se così fosse, il turnover quasi totale di Salerno potrebbe essere salutato con favore. Eccetto Terracciano e Ranieri infatti, i 9 undicesimi viola erano diversi dalla gara di giovedì ma i tre punti sono comunque arrivati, seppur la differenza si sia vista quando sono entrati in campo Kouamè davanti e Mandragora in mezzo al campo. Con un Napoli che continua a perdere, un Torino che non vince più ed una partita da recuperare chissà quando, la Fiorentina continua ad essere incredibilmente in corsa per l’Europa della prossima stagione. Nonostante un girone di ritorno imbarazzante infatti, grazie al fieno in cascina accumulato nella prima parte di stagione ed ai disastri che anche le altre concorrenti stanno combinando, Vincenzo Italiano potrebbe lasciare i viola nuovamente nelle coppe europee per suggellare un triennio che diventerebbe trionfale (nonostante i numerosissimi detrattori) con un trofeo che dobbiamo iniziare a rincorrere già da mercoledì a Bergamo.

Se la partita in sé non ha raccontato molto, il primo tempo è stato assolutamente inguardabile. Palla sempre in orizzontale, ritmi di gioco balneari, confronti diretti mai vinti: il nulla cosmico. Anche la seconda frazione era cominciata allo stesso modo ma, dopo circa 70 minuti, Italiano ha deciso di cambiare con Kouamè al posto di Castrovilli e Mandragora in mezzo al campo. Da lì in poi niente di trascendentale ma i viola hanno iniziato a riempire l’area ed a verticalizzare quel poco che è bastato per vincere la partita e portare a casa i tre punti. Pensare alla sfida di Bergamo era doveroso così come era indispensabile non gettare al vento l’opportunità di accorciare sulle dirette avversarie grazie al turno favorevole. Non solo, ma gli ultimi minuti sono serviti anche a sperimentare nuovamente una difesa a tre con Milenkovic perno centrale, Quarta a destra e Ranieri a sinistra, solito schieramento che era stato utilizzato, seppur per necessità diverse, nella parte finale della sfida contro il Viktoria Plzen. Adesso andiamo ad affrontare l’Atalanta in quel di Bergamo partendo dal risicato vantaggio dell’andata e, probabilmente, anche una difesa a tre in un tratto di gara potrebbe essere un antidoto in più per sterilizzare le folate offensive nerazzurre. Certo la cosa più importante sarà però recuperare i tanti acciaccati che ieri hanno riposato a Salerno in modo da poter scegliere la formazione migliore per mettere in difficoltà i ragazzi di Gasperini.

A Bergamo sarà durissima, ma la Fiorentina targata Italiano ha dimostrato più volte che nelle gare decisive comunque offre la grande prestazione: speriamo basti per regalarci una nuova finale!

IL BUONO

  • Kouamè: entra e dà subito l’impressione di voler lasciare un marchio sulla partita. Il gol di testa è bellissimo, con uno stacco imperioso ed un’incornata da vero attaccante. Se inizia anche a segnare allora…..
  • Ranieri: oltre alla solita prestazione importante in fase difensiva, stavolta risulta decisivo anche nella metà campo avversaria. Il cross per la testa di Kouamè è delizioso e dimostra che il piede sinistro è veramente educato. Un gran bel ritorno in quella che è stata la sua casa.
  • Martinez Quarta: uno dei pochi che sembra aver preso sul serio l’impegno fin dal primo minuto. Lotta, sgomita, anticipa e riparte…per la trasferta di Bergamo sarà difficile capire chi tenere fuori tra i tre centrali difensivi. Peccato per il giallo.
  • Mandragora: quando entra lui, la Fiorentina cambia marcia come ritmo e come giocate. Finalmente i viola iniziano a verticalizzare e riescono a rubare palla nella metà campo avversaria. Si può dire tutto di Mandragora, ed io sono spesso stato tra i suoi detrattori, ma la mentalità e l’applicazione è sempre massimale. Professionista esemplare.

IL BRUTTO

  • Le ammonizioni dei difensori: in una gara in cui si è giocato su ritmi bassi e si è rischiato quasi nulla, vedere i due centrali difensivi Ranieri e Quarta entrambi ammoniti dispiace. Nella speranza di continuare a rincorrere l’Europa del prossimo anno anche attraverso il campionato, speriamo di non doverci pentire di questi cartellini. Ci voleva più attenzione!

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

EMPOLI – FIORENTINA = 1 – 1

Una noia mortale. Lo possiamo dire?

Magari qualcuno se la prenderà a male… forse quelli che “si ma noi abbiamo il Viola Park”, oppure quelli che “ma i nostri bilanci sono in ordine!!”, o magari perché no quelli che “è la miglior partenza da quando è cambiata la società!!”. Sinceramente non me ne importa nulla perché la verità è che qui nessuno è innocente tranne i 4.000 che sono andati ad Empoli e tutti noi che continuiamo a dedicare (o forse sprecare) il nostro tempo dietro ad una maglia che ultimamente è bistrattata da tutti quelli che invece la dovrebbero onorare. Innanzitutto da una proprietà che è venuta in Italia probabilmente solo per costruire infrastrutture, centro sportivo e stadio senza però ricordarsi che quello che muove la passione dei tifosi (pardon clienti come li considerano loro) è ciò che accade durante i 90 minuti che si giocano sul rettangolo verde. E lì conta avere giocatori buoni, che magari non costano nemmeno uno sproposito, ma che lameno sono adatti alle idee di gioco che vuole mettere in pratica il tecnico che la proprietà sceglie. Ma come si trovano i calciatori buoni anche senza spendere una fortuna visto che, come sempre ci ricordano Rocco e Joe, la Fiorentina non può spendere quanto le altre grandi? Con la COMPETENZA, quella di un direttore generale o di un direttore sportivo che abbia esperienza non nei Cosmos (tra l’altro fatti fallire), ma nel calcio italiano e perché no europeo. E non voglio parlare di quelli che già in questo momento lavorano in altre società ma ci sarebbero fior di professionisti che in questo momento sono a spasso….ne cito solamente alcuni dei migliori per non annoiarvi: Petrachi, Tare, Massara. Ma cosa hanno in comune tutti questi dirigenti? Che vogliono un budget operativo e l’autonomia decisionale per fare la squadra che ritengono migliore. Possibilità che ciò accada con questa proprietà? Credo prossime allo zero!! Se poi non si vuole affidare la direzione sportiva della società ad un solo uomo, ci sarebbe un’altra via, quella dello scouting in tutto il mondo. Ad Udine ad esempio, credo che nessuno sappia chi è il Direttore Sportivo eppure ogni anno arrivano giocatori sconosciuti da tutto il mondo che permettono ad una piazza come quella di stare nella massima serie con relativa facilità per decenni sfornando talenti a ripetizione e, nelle ultime stagioni, anche calciatori più maturi (vedi Deulofeu e Thauvin)! Ah già ma loro hanno lo stadio di proprietà…. Sorvolo poi sul mercato di gennaio perché ne ho già parlato anche troppe volte.

Dobbiamo anche dire però, che mister Vincenzo Italiano, che è stato il vero fuoriclasse per due stagioni in cui ha sbagliato quasi nulla, ultimamente ne sta invece combinando diverse. Al netto dell’errata scelta del centravanti da acquistare, ciò che preoccupa di più è che la squadra da dicembre in avanti è chiaramente involuta dal punto di vista del gioco e non solo. Chi non guarda le partite con i paraocchi, dovrà ammettere che già i risultati che ci avevano lanciato al quarto posto in classifica erano stati spesso figli del caso, della fortuna, delle combinazioni. Più volte i viola erano stati messi sotto dal punto di vista del gioco ed avevano risolto le partite con colpi dei singoli oppure grazie ad errori clamorosi degli avversari. Purtroppo in quel momento forse anche Italiano si è illuso che alla società interessasse il risultato sportivo e che avrebbe investito sul mercato per provare a restare lassù, così ha cercato di sfruttare solamente l’onda lunga dei risultati. La verità è che la Fiorentina dall’inizio di dicembre corre meno degli avversari, non ha brillantezza nell’uno contro uno, arriva sempre seconda sulla palla, non riesce a controllare il gioco sia perché alcuni singoli stanno indubbiamente mancando, ma anche perché il calcio dei viola viene ormai letto da tutti come un libro aperto ed Italiano non è ancora riuscito a trovare un’alternativa. Resta poi un mistero come dopo due anni e mezzo di continuità con lo stesso tecnico, i viola siano capaci di prendere sempre le stesse ripartenze quando sono in possesso di palla. Come a Lecce così ad Empoli, giusto per ricordare solamente le ultime due occasioni, la Fiorentina è riuscita a prendere gol o rigore contro con un’azione partita da un calcio d’angolo a favore. Saranno anche sempre e solo errori individuali come dice il Pappagallone Reale, ma tempo per correggerli mi sembra ce ne sia stato abbastanza…..

E veniamo da ultimo a quelli che sono stati trattati fino ad oggi con i guanti bianchi e cioè i calciatori. Certamente possono essere considerati i meno colpevoli di questa situazione perché sono stati catapultati ad un livello di attenzione e soprattutto di aspettative che non sono capaci di raggiungere. Questa squadra non è da Champions League e forse nemmeno da Europa League ma le prestazioni e gli errori commessi nelle ultime settimane sono stati indecenti ed inaccettabili. La sconfitta di Lecce, il contropiede di oggi che ha portato al rigore, per non parlare degli errori di Quarta contro il Frosinone che fortunatamente non ci sono costati la partita sono figli di errori individuali che non possono essere più tollerati. Proprio perché la Fiorentina è una squadra con poca qualità, la soglia di attenzione dev’essere sempre massimale e nelle ultime settimane così non è stato. Non solo, ma anche dal punto di vista dell’aggressività Bologna, Empoli e Lecce ci hanno mangiato vivi in tutte le zone del campo e questa non può essere colpa né di Italiano né della società. Insomma anche i calciatori devono assumersi le proprie responsabilità anziché scaricarle sugli altri (vero Biraghi??).

Solamente se queste tre componenti ricominceranno a viaggiare insieme sarà possibile salvare una stagione che sta velocemente scivolando verso la mediocrità.

IL BUONO

  • Beltran: segna un gol di una difficoltà eccezionale con una tecnica meravigliosa. Lotta, si sbatte, sgomita, non molla mai. Finalmente impiegato nell’unico ruolo che può ricoprire nel nostro calcio, cioè quello della seconda punta, sembra pronto a tenersi la maglia da titolare. Giocatore vero.
  • Martinez Quarta: oltre alle consuete sortite offensive rimedia anche ad alcuni strafalcioni del compagni di reparto Milenkovic. Sempre sveglio, puntuale, pronto ad anticipare l’attaccante avversario per far ripartire l’azione. Dovrebbe essere sempre questo.

IL BRUTTO

  • Milenkovic: se Quarta regala tranquillità e solidità, Nikola sembra non riuscire più a ritrovare la condizione che lo aveva contraddistinto nelle scorse stagioni. Tornerà più quello vero?
  • Sottil: ed ha anche il coraggio di dire qualcosa mentre esce…..Crescerà mai?
  • Biraghi: solamente una parola…..BASTA!!!!
  • Faraoni: commette un fallo da rigore che è roba da scuola calcio. Del resto se non giocava nemmeno a Verona ci sarà stato un motivo…..

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – FROSINONE = 5 – 1

Qual è il significato dell’espressione congiunzione astrale? Semplificando è quel momento in cui due pianeti, visti dal centro della Terra, hanno la stessa longitudine o la stessa ascensione retta.

L’espressione è però diventata di uso comune come quel momento o quella situazione in cui si verificano coincidenze favorevoli e per niente prevedibili. C’è chi le chiama coincidenze, chi destino o chi fato, nel nostro caso lo si può chiamare semplicemente gioco del calcio. In un momento in cui una squadra si trova in crisi di gioco, di risultato e fiducia, quale miglior cosa può accadere rispetto a quella di trovarsi di fronte alla squadra che difende peggio in Italia (e non solo)? E quale miglior cosa può registrarsi se non quella di avere un portiere, Terracciano, che la salva dopo un errore clamoroso del proprio difensore centrale (Quarta) e, dopo pochissimi minuti, andare in vantaggio con un gol del proprio attaccante appena arrivato dal (misero) mercato di riparazione?

Alla fine, se vogliamo essere onesti, la vittoria che la Fiorentina ha conquista contro il Frosinone è tutta qua. Una squadra timorosa, impaurita, a tratti in difficoltà come quella viola che incontra una compagine che ultimamente regala occasioni e punti a tutti. Trovo sinceramente imbarazzante la fase difensiva della squadra di Di Francesco: dopo un inizio di torneo incoraggiante, con gare disputate in modo intelligente, talvolta addirittura accorto, il Frosinone sembra adesso una squadra composta da calciatori improvvisati per la massima serie. Se a Firenze ci sono tifosi e giornalisti che, in parte giustamente, criticano la fase difensiva viola, ieri hanno assistito ad uno scempio tattico: i ciociari hanno un reparto difensivo che sembra quasi giocare a caso, con calciatori che non seguono i tagli degli attaccanti avversari, fanno movimenti al contrario, non danno mai l’impressione di essere coordinati. E che dalla metà campo in avanti, i calciatori di Di Francesco dispongono di ottime qualità individuali, costruiscono trame interessanti e pericolose, riempiono bene l’area di rigore avversaria. Prendere tutte queste reti però, rischia di far ricadere il Frosinone nella zona più calda della classifica……

A volte però, un pò per congiunzione astrale oppure forse solo per fortuna, può anche capitare di trovare la persona giusta, quella che in un momento ti svolta la giornata, il periodo, il lavoro. Tutto questo per la Fiorentina è sembrato essere Andrea Belotti, un attaccante pronto, italiano, uno che fino a pochi anni fa aveva una clausola da 100 milioni di euro, ma che nelle ultime stagioni sembrava ormai essere diventato un ferro arrugginito. Uno di quei calciatori che, speriamo troppo presto, sono stati dipinti come in una fase discendente inarrestabile. Con un’operazione chiaramente in prestito secco, la Fiorentina ha portato a casa un calciatore che già si era presentato con la testa giusta a Lecce, dove aveva colpito una traversa subito dopo essere entrato in campo. Ieri però, in poco più di un quarto d’ora ha dato l’impressione di essere proprio quel centravanti che alla Fiorentina manca dal momento della cessione di Vlahovic (fatte ovviamente le debite proporzioni): forte fisicamente, pronto a fare a sportellate con tutti, capace di fare reparto da solo, cattivo sotto porta, generoso con la squadra. Anche se non è più quel centravanti da 20 gol a campionato, è un calciatore che mancava allo scacchiere viola anche perché aiuta la Fiorentina ad avere più modi di giocare: se con Beltran davanti era imprescindibile il palleggio ed il possesso palla rasoterra, con Belotti si può decidere anche di andare in verticale più velocemente, con palla alta che salti il centrocampo avversario. Non solo, ma la presenza di un centravanti del genere, permette alla Fiorentina di sostenere meglio l’assenza (o la presenza invisibile fate voi) di Arthur e Lopez, i due architetti del centrocampo viola.

Urge la riprova nella difficilissima ed importantissima gara di Bologna: contro una diretta concorrente per l’Europa, la Fiorentina è chiamata a confermare i progressi in fase offensiva, ma anche a correggere gli errori difensivi che Zirkzee, Ferguson ed Orsolini potrebbero punire severamente!

IL BUONO

  • L’atteggiamento della Curva Fiesole: dopo averla bacchettata più volte, stavolta devo dire che mi è proprio piaciuta. Uno striscione ironico di contestazione alla società, un coro convinto per mister Italiano, 90 minuti di supporto per la squadra. Che finalmente abbiano capito da che parte stare?
  • Belotti: la dimostrazione più lampante del motivo per cui spesso si dice “giocare con l’attaccante aiuta”. Lotta, sgomita, non si dà mai per vinto, la butta dentro. Che finalmente si sia trovato un attaccante di riferimento? Aspettiamo a festeggiare ma….
  • Ikonè: bravo e fortunato in occasione del gol, una volta tanto però a convincere è l’atteggiamento. Finalmente intraprendente, coraggioso nell’uno contro uno, voglioso di superare l’avversario. Ormai alla trasformazione di questo talento francese non ci credo più. Prendiamo quel che viene…..
  • Terracciano: mai sotto i riflettori, mai sulle prime pagine dei vari siti, ma anche ieri decisivo in almeno due occasioni. Se lo strafalcione di Martinez Quarta non fosse stato cancellato dal portierone viola, chissà di cosa staremmo parlando adesso….Si conferma una delle certezze di questa stagione!

IL BRUTTO

  • Martinez Quarta: ok il gol del 3 – 0 ed altre buone chiusure a partita ormai quasi finita, ma le due disattenzioni potevano costarci carissime, soprattutto la prima in avvio di gara. Io capisco cercare sempre di giocare palla, ma non era proprio il momento più adatto per rischiare così tanto. Kaio Jorge poi lo mette in difficoltà più volte sgusciandogli alle spalle. Il turno di riposo causa squalifica potrebbe essere arrivato al momento giusto.
  • Le condizioni di Arthur: l’incantesimo sembra svanito, il centrocampista brasiliano non si allena con continuità in gruppo ormai da settimane, ma del resto la sua carriera parlava chiaro. Adesso con Belotti probabilmente la Fiorentina potrebbe sentirne meno l’assenza soprattutto se Duncan tornasse quello di inizio stagione, ma i dubbi di questa estate tornano ad affiorare pesantemente. Ennesima scommessa persa?

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

ROMA – FIORENTINA = 1 – 1

Dopo aver visto la Juventus a Firenze credevo di aver ammirato la squadra che giocava il peggior calcio in Europa ma mi sbagliavo. Ieri sera all’Olimpico, la compagine con il terzo monte ingaggi del campionato, con l’allenatore più strombazzato del mondo, con uno tra i pubblici più caldi d’Italia, ha mostrato al mondo perché il calcio italiano non è più tra i migliori. Un calcio fatto di squadre che speculano sul gol del vantaggio, perdono tempo, vivono di espedienti, protestano continuamente, insultano gli arbitri. Un calcio che vive di pause anziché di ritmo, di catenaccio difensivo anziché di calcio offensivo, di difesa e contropiede anziché di controllo del gioco e ricerca del gol. Detto della Roma, possiamo affermare senza paura di smentita che invece la Fiorentina ha fatto la partita che doveva fare: dopo un inizio horror con un gol evitabilissimo subito per le dormite di Biraghi e Kayode, i ragazzi di Vincenzo Italiano hanno preso in mano la partita ed avrebbero già potuto pareggiare se solo Nzola (buona la sua prova da centravanti boa, trasparente quella da goleador) avesse calciato meglio sull’invito geniale di Bonaventura. La ricerca del gol però, divenuta pressante nella ripresa, anche nel primo tempo non si è affievolita nonostante un Ikonè ancora una volta inconcludente ed egoista ed un Jack non nella miglior serata sotto porta. Finalmente però i viola sono riusciti a rimontare una gara in cui erano andati in svantaggio grazie al solito gioco fatto di fraseggi che nella ripresa ha cercato finalmente anche lo sbocco dei palloni alti. Scelta giustissima tanto da giustificare la presenza di un calciatore come Nzola, importante nonostante non abbia segnato, tanto da ammirare il pareggio di Martinez Quarta (alla quinta gioia personale), il bellissimo colpo di testa di Nico, ma anche il mancato ingresso di Beltran. Se dovessi pensare la partita meno adatta per un calciatore come il numero 9 argentino, penserei esattamente alla ripresa di ieri: un avversario arroccato nella propria area di rigore, una squadra che attacca solamente per vie orizzontali o con cross provenienti dalla tre quarti campo: che ci avrebbe fatto in campo? Stavolta la penso come Italiano, meglio tenerlo per la gara di giovedì in cui dovremo mantenere la testa del girone per evitare il turno di spareggio.

Resta dunque l’amaro in bocca per l’occasione del doppio vantaggio numerico non sfruttato (anche se dall’espulsione di Lukaku in poi non si è praticamente mai giocato), ma resta anche il pareggio contro una diretta concorrente per le posizioni europee. Peccato però che la Roma sicuramente arriverà davanti ai viola non perché abbia un tecnico migliore, non perché giochi meglio, non perché sia più organizzata, ma semplicemente perché ha calciatori con una qualità maggiore in fase offensiva che determinano e decidono le partite con un colpo. Ma quei calciatori costano e vogliono un progetto fatto di titoli e non di infrastrutture ed allora credo che anche al termine di questa stagione vivremo di quel che poteva essere se solo avessimo voluto investire di più nel settore calcio; un peccato enorme perché anche ieri sera la Fiorentina ha dimostrato di essere un grande gruppo, fatto di calciatori che remano tutti nella stessa direzione e credono fermamente in ciò che fanno.

Ed ora testa alla Conference League per una partita che non può e non dev’essere sbagliata per non complicarsi la vita anche nel cammino europeo!

IL BUONO

  • Martinez Quarta: la quinta rete del suo campionato regala alla Fiorentina un pareggio tanto importante quanto meritato. Sfiora la doppietta ancora di testa e regge bene l’urto di un bestione come Lukaku. In fase di impostazione accompagna meno il gioco, ma rimane comunque una pedina fondamentale per i viola. Pensate dove saremmo se avessero ceduto il Chino!
  • Ranieri: semplicemente enorme. Gioca una gara pressoché perfetta in fase difensiva anticipando continuamente tutti i giallorossi che provano ad entrare nella sua zona. Sempre attento, ha un’intensità a tratti debordante. Non ha paura di nessuno, si azzuffa con Mancini prima e con Paredes poi dimostrando di tenerci come un matto. E se avessimo trovato una bandiera?
  • Arthur: se la Fiorentina martella per tutta la ripresa senza mai dare pace ai giallorossi, il merito è soprattutto del brasiliano. Gioca un’infinità di palloni, cuce sempre il gioco, recupera diverse situazioni difficili con la massima tranquillità. Finalmente capisce che ogni tanto serve anche la palla lunga per sfruttare la fisicità di Nzola e Kouamè. Metronomo.

IL BRUTTO

  • Ikonè: la sua inutilità è purtroppo ormai conclamata, però se adesso ci mette anche l’egoismo non se ne esce più. Nel primo tempo la Fiorentina riparte in contropiede in superiorità numerica e, nonostante ci sia Bonaventura tutto solo in attesa del pallone, il francese non lo serve in profondità rimediando solamente una punizione ed un cartellino giallo dell’avversario. Dopo poco Jack, che si è evidentemente legato al dito l’episodio, arriva alla conclusione anziché servire Jorko. Asilo Mariuccia.
  • Kayode: dopo un inizio di stagione scintillante, il giovane terzino sembra non aver ancora recuperato del tutto dall’infortunio. Si addormenta in occasione del primo gol quando tiene tutti in gioco, spinge poco, difende in modo meno preciso del solito. Si riscatta parzialmente guadagnando il secondo giallo di Zalewski. Succede, nessun problema.
  • Biraghi: il cartellino giallo che riesce a prendere nel momento in cui la Fiorentina spinge in modo forsennato alla ricerca dei tre punti è la fotografia di un calciatore mediocre. Non parlo poi, per paura della censura, della punizione dal limite dell’area che vuole per forza battere. E’ tornato quello solito.

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – BOLOGNA = 2 – 1

Allora si può vincere una partita senza per forza dominare in lungo ed in largo la partita! Si può vincere avendo finalmente un avversario che ha il 61% di possesso palla contro il 39%, si può vincere una partita sporca cambiando continuamente interpreti e posizioni difensive per arginare gli altri! Finalmente… finalmente… finalmente!! Finalmente un allenatore reattivo, che a fine primo tempo fa due mosse azzeccate, che non pensa solamente a telecomandare i propri calciatori, ma che interviene in tempo reale anche rimescolando le carte come ad esempio cambiando le posizioni in campo degli interpreti. Questa, indipendentemente dalla vittoria, è la risposta a tutti quelli (me compreso) che hanno invocato per settimane una maggiore flessibilità a Vincenzo Italiano, che hanno chiesto un altro modo di giocare, un diverso modo di difendersi e di reagire alle difficoltà.

Intendiamoci subito, i viola non sono stati scintillanti, non hanno disegnato calcio, non hanno rubato l’occhio, ma hanno finalmente portato a casa una partita difficile e combattuta, piena di episodi (arbitrali e non solo), costellata da interpretazioni diverse delle due panchine che si sono sfidate senza esclusioni di colpi. Vincenzo Italiano, dopo un primo tempo piuttosto difficile, ha nuovamente bocciato il centravanti che lui ha scelto questa estate dimostrando quel protagonismo e quel coraggio che attendevamo da settimane. Ha inserito Kouamè che con il suo entusiasmo, la sua voglia di lottare, il suo “casino” (scusate il termine non proprio tecnico), ha squadernato una partita in cui ancora una volta la Fiorentina non riusciva ad essere ficcante quando ripartita, ed ha scommesso sulle doti tecniche e sulla velocità di Ikoné che, oltre ad avere avuto il merito del calcio di rigore, è riuscito ad allungare la squadra permettendo ai propri compagni di guadagnare metri di campo velocemente. Certo anche stavolta la difesa ha ballato tanto davanti ad una squadra che ha dato continuamente l’impressione di poter far male grazie a Zirkzee un attaccante tra i più interessanti del campionato che, oltre ad essere bravo, viene servito con continuità, ma soprattutto con i tempi ed i modi giusti. Una volta tanto però, gli errori marchiani di Parisi e di Martinez Quarta non sono costati punti in classifica, sarebbe stata una mazzata clamorosa per il morale. Bellissimo infine il confronto tra due tra i tecnici più preparati, innovativi, entusiasmanti dell’ultima generazione: dopo aver visto l’abominio dell’interpretazione calcistica di Max Allegri, ammirare il calcio di Thiago Motta è stata una splendida boccata d’aria da respirare a pieni polmoni.

IL BUONO

  • Bonaventura: gira e rigira le questioni sono sempre le solite. La Fiorentina con o senza Jack è una squadra completamente diversa… anche contro il Bologna spacca in due la partita con un gol bellissimo e delizia la platea ed i propri compagni con giocate d’alta scuola. Indispensabile.
  • Kouamè: in una squadra in cui il ritmo della squadra è spesso il solito, l’attaccante ex Genoa è un lampo nel buio. Lotta, sgomita, si butta su tutti i palloni. Certo non avrà le qualità tecniche di Beltran, né la capacità di difendere la palla di Nzola, ma almeno è vivo. Sottovalutato.
  • Duncan: di fronte ad uno dei centrocampisti più sponsorizzati della Serie A (Freuler), il nostro Alfred dimostra di non avere niente da invidiare salendo di livello col passare dei minuti. Nella ripresa prende in mano il centrocampo e macina palloni su palloni riuscendo a far ripartire l’azione offensiva con continuità e qualità. Tra lui e Mandragora è come mangiare e stare a guardare.
  • Terracciano: dopo le grandissime prestazioni di Udine e Roma, si ripete in una gara in cui però ha avuto meno occasioni per mettersi in mostra. Sempre presente, attento e deciso, stavolta almeno un punto è di San Pietro. Avanti così!

IL BRUTTO

  • Martinez Quarta: in una stagione in cui era sembrato tornare sui livelli della prima stagione in viola, stavolta ne azzecca veramente poche giocando una gara disattenta in marcatura che lo vede andare spesso a vuoto in anticipo. Si rifiuta ancora una volta di giocare sul lato destro costringendo mister Italiano a far ruotare più volte gli uomini nella disposizione difensiva. Speriamo dopo la sosta torni il Quarta dell’inizio di stagione!
  • Parisi: dopo l’errore individuale contro la Juventus, ricasca nuovamente in errori clamorosi. Il più grave è quello in occasione del rigore per il Bologna, ma oltre al fallo di mano in area di rigore, l’ex Empoli aveva regalato anche la punizione perdendo un pallone sanguinoso. Con il rientro di Kayode, potrà finalmente tornare a calpestare le zolle preferite.

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – CUCARICKI = 6 – 0

E’ stata poco più che un’amichevole ma qualche segnale la Fiorentina l’ha comunque lanciato. Innanzitutto la voglia di riscatto palesata da un approccio totalmente diverso rispetto alla gara interna con l’Empoli e poi le prove dei singoli con alcuni interpreti che avevano deluso finalmente sugli scudi.

Delle doti tecniche dei vari Beltran, Maxime Lopez o Ikonè nessuno che fosse in buona fede aveva mai dubitato, ma quella con il Cucaricki potrebbe rappresentare la scintilla che accende una fiamma finalmente calda e potente. Il numero 9 argentino, dopo una prima rete favorita da un improvviso “svenimento” del difensore avversario, ha inventato un gol da fuoriclasse con un pallonetto al volo di rara bellezza. Lopez invece, al netto del destro a giro che ha chiuso i giochi, è finalmente sembrato più dentro al gioco della Fiorentina disegnando traiettorie interessanti e mostrando quella capacità di farsi trovare sempre smarcato in appoggio che tanto avevamo ammirato a Sassuolo. Ikonè infine, che speriamo sia definitivamente recuperato, ha trovato la gioia personale al termine di un’azione personale che denota una fiducia nei propri mezzi ed una cattiveria che nelle scorse stagioni sembravano ormai perse. Certo il test non era dei più probanti ma aver vinto in goleada issandosi al primo posto nel girone (seppur solamente per il maggior numero di gol fatti), aver trovato la doppietta di Beltran, aver visto l’esordio internazionale di due prodotti del settore giovanile come Pierozzi e Comuzzo ed aver risparmiato tanti calciatori in vista del doppio impegno con Lazio e Juventus è un insieme di buone notizie che non può che farci sorridere.

IL BUONO

  • Beltran: gli avversari non saranno stati dei fenomeni ma il secondo gol è una chicca assoluta. Continuo ad essere perplesso sul fatto che contro difese fisiche possa fare l’attaccante centrale, ma le sue qualità non possono certamente essere messe da parte. Non fermarti più Lucas!
  • Maxime Lopez: oltre alla rete spettacolare, inizia ad assomigliare al giocatore che avevamo visto ed ammirato a Sassuolo. Nel secondo tempo entra definitivamente nel cuore del gioco e si impadronisce della squadra. Non credo sia possibile farlo convivere con Arthur, ma già solo pensare di avere un’alternativa del genere mi fa dormire sonni più tranquilli. In netta crescita.
  • Ikonè: il gol è una perla rara figlia anche di una maggiore fiducia in sé stesso. In settimana Italiano ha detto che ha Jorko deve convincersi di poter giocare a sinistra per completare il tridente con Nico a destra….sarebbe da leccarsi i baffi!
  • Martinez Quarta: a parte l’ennesimo gol stagionale, la fascia da capitano sembra averlo responsabilizzato e convinto ulteriormente. Dopo aver timbrato la rete, corre a recuperare la palla nella porta avversaria per non perdere tempo. Avessimo trovato un leader in campo?
  • I giovani in prima squadra: dopo anni in cui il settore giovanile viola non riusciva a far esordire nemmeno un ragazzo nei professionisti, finalmente abbiamo un allenatore che li lancia e buone pianticelle su cui poter scommettere. Certo è che spesso il caso aiuta: dapprima Kayode che si prende la scena al posto di Dodò, adesso Pierozzi e Comuzzo che debuttano in Europa proprio per l’assenza del giovane compagno. Come dice il saggio Flavio Bardaro, l’allenatore se sono buoni li lancia ed allora…..Che sia solo l’inizio!!

IL BRUTTO

  • L’infortunio di Kayode: questa proprio non ci voleva! Dopo il crociato di Dodò, adesso la caviglia del giovane terzino fresco di rinnovo in prossimità della doppia sfida con Lazio e Juventus. Certo che quest’anno su quella fascia siamo proprio sfortunati!

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – FERENCVAROS = 2 – 2

Una gara dai due volti come spesso accaduto alla Fiorentina in questa stagione. Se però i viola ci avevano abituato ad approcciare bene le partite per poi gestire o crollare nella ripresa, contro il Ferencvaros è successo esattamente l’opposto. Dopo 60 minuti horror, da incubo, i ragazzi di Vincenzo Italiano, una volta schierati i migliori, hanno recuperato i due gol di svantaggio ed hanno anche sfiorato ripetutamente la vittoria con un’ultima mezz’ora da urlo.

Diciamolo subito, questa Fiorentina così com’è stata costruita dalla società in estate non sembra avere una rosa abbastanza competitiva per giocare al massimo le quattro manifestazioni che dovrà affrontare. Il giusto turnover che Vincenzo Italiano ha dovuto effettuare ieri in vista della trasferta di Napoli, ha messo ancora una volta in luce tutti i limiti di una squadra che ha gli uomini contati in difesa, manca di fisicità nel mezzo, dipende follemente da Nico Gonzalez davanti. Certo è che la squadra deve anche cambiare atteggiamento in Europa: se davvero vogliamo arrivare nuovamente in fondo, non possiamo dimenticare che dopo la finale dello scorso anno gli avversari ci guardano con occhio diverso schierando sempre i migliori undici perché conoscono la forza della Fiorentina. Ecco che anche l’approccio alla manifestazione dei viola deve essere sempre massimale altrimenti si rischiano brutte figure! Non è possibile mettere in campo giocatori che non camminano per un infortunio non ancora smaltito (Biraghi) soprattutto se nella propria zona di campo schieriamo il peggior esterno della rosa (Sottil) ed il centrocampista più sopravvalutato a Firenze e non solo (Mandragora). La catena di sinistra schierata da Vincenzo Italiano per l’intero primo tempo era da vietare ai minori di 18 anni perché oscena! Ed in Europa non si può nemmeno pensare di giocare con una formazione che ricordava più la banda bassotti che una squadra di atleti: abbiamo tolto contemporaneamente i centimetri di Milenkovic, i muscoli di Duncan e gli alettoni di Nzola, un pò troppo per pensare di non andare sotto in ogni scontro fisico. Tutto ciò è poi svanito quando finalmente sono entrati in campo i calciatori che ad oggi sono imprescindibili: il motorino sempre acceso di Parisi, le geometrie di Arthur, l’argento vivo di Kouamè, la freddezza sotto porta di Barak. Da quel momento in poi, gli ungheresi non sono più esistiti e, se solo fosse stato valido il gol di Nico al 78°, probabilmente adesso staremmo parlando della rimonta perfetta!

Resta il punto interrogativo che campeggia sulla testa di Beltran: ieri sera non l’ha mai toccata, è sembrato nuovamente avulso dalla manovra. Anche se giocare con la squadra del primo tempo era oggettivamente quasi impossibile, anche nella ripresa è rimasto inerte e senza lampi e questo non ce lo possiamo permettere. Adesso andiamo a Napoli nella speranza che i partenopei siano più brutti di quelli visti in Champions contro il Real ed i viola migliori di quelli incitati fino al novantesimo ieri sera.

IL BUONO

  • Parisi: sarà stato certamente anche per l’infortunio non del tutto smaltito da Biraghi, ma la differenza di prestazione è stata imbarazzante. L’ex Empoli, che secondo me dovrebbe già essere nel giro della nazionale, oltre a servire l’assist per Barak, gioca decine di palloni quasi mai banali, offre sempre un aiuto ai compagni in possesso di palla, è veloce di testa a leggere le situazioni. Al momento il titolare della fascia sinistra deve essere lui!
  • Nico Gonzalez: se non fosse stato per il fuorigioco millimetrico di Kouamè, staremmo parlando di un’altra rete segnata. Mostra una continuità di rendimento impressionante, nel primo tempo torna fino a Ranieri pur di giocare una palla poi nell’ultima mezz’ora sfiora la rete almeno tre volte. Totem assoluto.
  • Kayode: se a sinistra Parisi cresce a vista d’occhio, a destra il giovane viola è ormai una certezza assoluta. Se alcuni avevano conosciuto solamente le doti offensive del giovane terzino, anche ieri sera salva un gol nel primo tempo con una chiusura difensiva clamorosa. Box to box!
  • Barak e Ikonè: il loro ingresso imprime la svolta definitiva alla gara. La Fiorentina aveva già guadagnato metri e alzato i ritmi del gioco, ma i centimetri di Barak e le qualità tecniche di Ikonè hanno fatto definitivamente saltare il banco. Il loro recupero permette a Vincenzo Italiano di provare a gestire in maniera diversa anche le forze dei due giocatori più importanti della rosa, Gonzalez e Bonaventura, senza la cui genialità spesso la luce resta spenta. Reti dal peso specifico enorme!

IL BRUTTO

  • Lopez – Mandragora: la coppia di centrocampisti centrali proposta da Vincenzo Italiano non ha funzionato per niente. Il primo ha vagato spaesato per il campo in cerca di una buona idea che però purtroppo non è mai arrivata, il secondo resta per me un enigma. Un giocatore che non solo non eccelle in niente, ma che ultimamente manca anche di corsa, grinta ed inserimenti offensivi. Resto dell’idea che, nella situazione emergenziale che abbiamo in difesa, Mandragora potrebbe essere provato da centrale di sinistra visto che ha fisicità, senso della posizione, discreta capacità di lettura ed un sinistro piuttosto educato. E voi che ne pensate?
  • Biraghi: schierato non si sa bene perché in condizioni fisiche precarie, viene scherzato in occasione del primo gol e non solo. Non si sovrappone quasi mai, non tiene la marcatura, non contrasta. Vincenzo che ti è venuto in mente?
  • Sottil: poiché cerco sempre di non essere prevenuto nei confronti dei calciatori, ieri ho fatto un piccolo sondaggio nel parterre di Fiesole e su 9 intervistati, nessuno ha più fiducia nell’esterno viola. Quanto a me, cito Luciano Ligabue: Ho perso le parole!

A voi per i commenti!!