Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – EMPOLI = 2 – 2 (5-6 d.c.r.)

La Fiorentina di ieri non è stata e non poteva essere quella che abbiamo conosciuto in questa stagione fino a quel maledetto 17° minuto della gara contro l’Inter.

Dopo aver passato giustamente le ultime 72 ore a pensare a Bove anziché alla preparazione della partita contro l’Empoli, i viola sono apparsi contratti, distratti, tecnicamente fallosi, quasi straniti. Nel primo tempo abbiamo assistito ad una gara giocata da una squadra confusa che ha potuto contare solamente su gesti tecnici individuali per superare un Empoli compatto, organizzatissimo, con alcuni talenti italiani (come si può vedere ci sono ancora) che non hanno sbagliato nulla. Nonostante ciò, la Fiorentina ha avuto occasioni incredibili per portarsi a casa il passaggio del turno, come quella della traversa di Kean e del salvataggio sulla linea al termine della gara, ma non ci è riuscita. La prestazione è difficilmente commentabile anche se la differenza tra il primo tempo ed il secondo è sotto gli occhi di tutti: i viola hanno alzato i giri del motore, sono entrati in campo con una testa diversa (probabilmente più sgombra dopo aver già giocato 45 minuti), hanno aggiustato qualcosa anche negli interpreti. Alcune prestazioni individuali sono state decisamente mediocri ed è giusto dirlo. Martinez Quarta non ha né i tempi né l’intelligenza calcistica per poter giocare in mezzo al campo: se il suo impiego a centrocampo lo si pensa come una scelta per contenere nell’ultimo spezzone di gara può anche avere un senso, ma farlo partire titolare nella zona nevralgica del gioco non ha alcun senso. Se per Quarta c’è certamente l’attenuante della posizione in campo, chi inizia ad aver finito il credito è invece Colpani. Acquistato questa estate a furor di popolo, sembra essere lontanissimo parente del calciatore ammirato a Monza. E’ vero che sta facendo tantissimo lavoro sporco a supporto di Dodò, ma contro mezza squadra primavera dell’Empoli può ed anzi deve assolutamente fare di più: mai un’invenzione, un’accelerazione, un tiro in porta. Così non aiuta né la squadra né sé stesso e forse, quando Gudmundsson sarà pronto a partire dal primo minuto, il sacrificato potrebbe essere proprio lui! 

Buttato al vento il primo obiettivo stagionale, adesso è assolutamente necessario reagire perché già domenica la Fiorentina avrà una nuova gara casalinga contro il Cagliari. E’ fondamentale tornare alla vittoria per cercare di rimanere attaccati al treno dell’Europa che conta e mantenere il distacco guadagnato dalle grandi che al momento sono attardate. Sono molto curioso di capire come Palladino deciderà di affrontare i sardi: i rossoblù sono la tipica squadra allenata da Nicola con grande aggressività, grinta, attenzione alle marcature e ripartenze rapide grazie alle qualità tecniche dei propri centrocampisti. La mobilità dei difensori non è la dote migliore, visto che sia Mina che Luperto sono ottimi marcatori ma nello spazio ampio diventano vulnerabili. Ecco perché il Cagliari è una delle compagini che tiene la linea difensiva più bassa e questo potrebbe creare problemi alla Fiorentina nella ricerca degli spazi. Dunque meglio continuare a giocare con un 4-2-3-1 con Sottil e Colpani sugli esterni per allargare le maglie difensive oppure provare a cambiare qualcosa inserendo un centrocampista in più (Mandragora o Richardson) ed andare con due trequartisti più vicini a Kean? Cioè provare il terzo schieramento diverso in stagione, un 4-3-2-1 che avvicinerebbe Colpani (o Sottil) a Beltran (o in corsa Gudmundsson) per cercare un fraseggio diverso con il centravanti?

Credo sinceramente che, soprattutto in un momento di evidente difficoltà psicologica come questo, Palladino sceglierà la continuità con il recupero di Adli in mezzo ed il rientro di De Gea tra i pali: del resto nelle difficoltà meglio affidarsi alle certezze che agli esperimenti!

IL BUONO

  • Dodò: in questo momento è il calciatore più in forma della Fiorentina. Spumeggiante, sempre pronto a sovrapporsi, con l’argento vivo addosso. L’anima viola.
  • Gudmundsson: seppur ancora non al top della condizione, gioca minuti preziosi. Da esterno e da trequartista, dimostra di avere delle qualità superiori rispetto a tutti gli altri calciatori in campo. In questo momento così difficile, serve come l’aria.
  • Sottil: un pò confusionario nei movimenti di interscambio con Gosens ma sempre presente nelle azioni più importanti della Fiorentina. Punta sempre l’uomo, spesso lo salta, non molla mai. Senza Bove serve il miglior Sottil!

IL BRUTTO

  • Martinez Quarta: come già scritto nell’articolo, è di gran lunga il peggiore in campo non solo per colpe proprie. Dispiace perché nel calcio di Italiano aveva un ruolo centrale partendo dalla linea dei difensori ed inserendosi in zona offensiva, in un calcio più bloccato e con la linea difensiva più bassa sembra un pesce fuor d’acqua. Avventura al capolinea?
  • Kean: la prima vera bocciatura della stagione. Sbaglia gol incredibili e viene spesso sovrastato fisicamente dai difensori avversari. Il rigore poi, è quasi comico…..
  • Terracciano: dispiace ma sembra non avere più la testa per giocare a Firenze. Dà la netta impressione che, senza sentire la totale fiducia, torni ad essere un portiere mediocre. In ritardo nell’uscita sul primo gol, lentissimo nel reagire ai tiri di rigore. Credo sia giunto il momento di Martinelli.

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Domenica arriva l’Inter: la presentazione del match

Ed ora la partita che tutta Firenze aspetta….

La vittoria in Conference League contro i ciprioti del Pafos ha rimesso a posto momentaneamente la classifica con i viola che sono già qualificati matematicamente ai playoffs ed ora possono pensare al campionato. Le scelte di Raffaele Palladino stavolta sono state meno radicali rispetto alla trasferta di Nicosia e queste gli hanno dato ragione: la Fiorentina ha vinto, seppur complicandosi la vita, i tre titolari impiegati (Comuzzo, Dodò e Beltran) hanno giocato 60 minuti senza subire infortuni e gli altri componenti della rosa hanno dato risposte confortanti.  Adesso però tocca allo scontro al vertice contro i campioni d’Italia e domenica alle 18,00 sarà nuovamente il turno della formazione più rodata.

Il confronto tra i viola e l’Inter sarà probabilmente una partita a scacchi tra due tecnici italiani che hanno due filosofie completamente diverse innanzitutto per lo schema tattico utilizzato. Se da una parte Simone Inzaghi è un “talebano” del 3-5-2, Palladino ha già dimostrato più volte sia a Monza che nello scorcio di stagione a Firenze, di cercare sempre la soluzione migliore per i calciatori che ha a disposizione. Non solo, è pronto anche a cambiare modo di giocare in corsa, come successo anche a Como quando la Fiorentina è passata a difendere a tre con l’inserimento di Quarta; abbassando poi la linea dei centrocampisti, la squadra ha permesso a Sottil di spaccare la partita agendo in contropiede. Tornando alla sfida tra i nerazzurri ed i viola, penso che l’atteggiamento di Ranieri e compagni sarà molto diverso dalle ultime stagioni ed anche da alcune prestazioni viste fino ad oggi: Comuzzo ed il capitano viola non seguiranno a uomo a tutto campo la coppia Thuram Lautaro sia perché sarebbe difficile limitarli negli spazi ampi, sia perché questo potrebbe aprire spazi centrali per i centrocampisti nerazzurri, da sempre tra i più bravi ad inserirsi da dietro. La Fiorentina dovrà cercare di vincere il duello sugli esterni dove Dodò e Dimarco battaglieranno a tutta fascia, mentre Gosens potrebbe essere chiamato di nuovo a rimanere più bloccato se giocasse Dumfries, mentre avrebbe più spazio in caso di impiego di Darmian.

E proprio sugli esterni la Fiorentina potrebbe provare a vincere la sfida! Le coppie Gosens Bove da una parte e Dodò Colpani dall’altra, dovranno cercare di arrivare velocemente nella metà campo avversaria per trovarsi in superiorità numerica contro l’unico esterno nerazzurro che a quel punto avrà bisogno dell’aiuto di uno dei tre difensori centrali allargando le maglie della retroguardia e permettendo così a Kean di giocarsi l’uno contro uno con De Vrij, ottimo calciatore ma certamente più lento del bomber viola. Sarà dunque fondamentale aspettare l’Inter abbastanza bassi (senza con questo portarseli dentro l’area di rigore) per evitare le verticalizzazioni su Thuram e nel contempo ripartire velocemente grazie alla qualità di Adli quando verrà recuperata palla. Il posizionamento dei quattro centrocampisti più Beltran (o Gudmundsson) sulle linee di passaggio avversarie, dovrà essere sempre attento a non far giocare in verticale i nerazzurri e dovrà avere come obiettivo primario quello di intasare gli spazi giocando stretti verso il centro. La partita però dovrà essere giocata restando sempre attenti anche ai cambi di gioco improvvisi perché l’Inter è maestra nella ricerca dell’esterno opposto con le giocate da quinto a quinto di centrocampo. Lì dovranno essere brave le coppie esterne viola a collaborare ed a parlarsi continuamente.

E’ chiaro che sulla carta l’Inter è favorita, non solo per la qualità e varietà della rosa ma anche per la maggior abitudine a giocare un determinato tipo di partite. I nerazzurri di Inzaghi nelle ultime stagioni hanno vinto campionati, coppe ed hanno sfiorato la Champions League, mentre la Fiorentina ha perso tutte le finali giocate sbagliando spesso le partite decisive. Stavolta però, anche i viola possono contare su qualche calciatore che ha già disputato gare di questo genere: Bove ha vinto un’Europa League, Kean ha giocato la Champions League da protagonista, Cataldi è stato capitano della Lazio anche in Europa, Adli ha giocato nella massima competizione europea ed in nazionale e poi il Marziano che abbiamo in porta…. Come potete vedere sono tutti nuovi acquisti, segno di un mercato che finalmente è andato a scegliere calciatori da squadre più forti e con più tradizione recente della Fiorentina. Adesso abbiamo alcuni giocatori in maglia viola che hanno leadership ed esperienza anche in campo europeo ed in gare decisive. Insomma l’Inter potrà anche vincere, ma stavolta ce la giocheremo fino in fondo.

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Il buono, il brutto, il cattivo

COMO – FIORENTINA = 0 – 2

Domenica probabilmente capiremo la reale consistenza della Fiorentina ma intanto si gode!

Una prestazione non bella, con poche occasioni da rete da entrambe le parti e con pochi spunti tecnici ma sinceramente, almeno stavolta, chissenefrega!! La Fiorentina torna da Como con tre punti di platino, contro una squadra che ha uno dei talenti più cristallini del campionato, Nico Paz, ed uno degli attacchi peggiori della serie A formato da due ex viola (Cutrone e Belotti), con uno di questi, il panchinaro, che è stato il centravanti titolare dell’ultima finale di Conference League persa ad Atene (e questo dovrebbe far riflettere bene sulla differenza di calciatori di cui possiamo disporre in questa stagione).

La squadra allenata da Mister Palladino ha messo in mostra ancora una volta un gioco intelligente, che sfrutta le migliori caratteristiche dei propri calciatori e mira innanzitutto ad intasare le linee di passaggio con quattro centrocampisti che pensano prima di tutto a non fare verticalizzare gli avversari. I passi in avanti in questo senso ad esempio di Colpani (ottima la diagonale difensiva su Cutrone quando ancora i viola erano in vantaggio di un solo gol) dimostrano la bravura dell’allenatore e disponibilità dei calciatori. Benissimo ha fatto Palladino nel post partita a sottolineare questo aspetto: la Fiorentina di oggi non è rappresentata solamente dalle parate di De Gea e dai gol di Kean, ma anche e soprattutto dal sacrificio di Beltran che, oltre a servire l’assist ad Adli, combatte quasi più da centrocampista che da fantasista, dalle rincorse di Colpani, dalla capacità di Sottil di entrare a gara in corso per spaccare la partita, dalla voglia da parte di tutti di mettersi a disposizione della causa viola.

Mi permetto però di aggiungere che questa Fiorentina è anche tanto figlia di un mister che conosce molti tipi di calcio: se nella prima fase del filotto di sette vittorie consecutive avevamo ammirato una squadra che amava e riusciva a giocare in velocità grazie ad una condizione fisica eccellente, adesso si ricorre maggiormente al fraseggio corto e spesso lento per dare ai centrocampisti il tempo di accompagnare l’azione. Non solo, ma si cercano meno le sovrapposizioni esterne andando più volte in profondità direttamente con Kean e Beltran. Tutto questo poi, senza dimenticare che si ha anche la capacità ed il coraggio di cambiare modulo in corsa: a Como, nel momento di difficoltà, fuori un centrocampista e dentro un difensore con il passaggio alla difesa a 3 perché, incredibile a dirsi, non è vietato dal regolamento!!! (E’ una battuta mi raccomando…. ). Insomma una squadra ed un allenatore che sanno adattarsi alle pieghe della partita e che stanno recuperando piano piano tutti gli effettivi. Dopo alcune settimane infatti, abbiamo rivisto sia Cataldi che Pongracic, due calciatori che saranno fondamentali nel proseguo della stagione. Il mediano ex Lazio è stato un po’ impreciso quando ha dovuto fare ripartire l’azione ma la sua importanza si è notata soprattutto dal punto di vista difensivo: dopo averlo sostituito, con il conseguente spostamento di Bove davanti alla difesa, la Fiorentina ha fatto molta più fatica ad arginare le verticalizzazioni lariane ed ha perso spesso i duelli individuali in mezzo al campo. Pongracic invece, si è visto poco ma per assurdo anche stavolta ha dovuto adattarsi ad un difesa a 3 anziché quella preferita a 4. Il suo recupero è comunque un’ottima notizia sia perché fino a Befana si giocherà una gara ogni tre giorni, sia perché nel reparto arretrato prima o poi i cartellini gialli si faranno sentire. 

Restano dunque i tre punti, la settima vittoria consecutiva, la quarta partita consecutiva in trasferta senza subire reti, un attaccante in stato di grazie, un portiere che viene da Marte, un centrocampista che pennella con un talento raro e che inizia anche a vedere la porta. Lassù tutti hanno vinto ma credo che sia importante fare la corsa solamente sulla Fiorentina: probabilmente questa settimana sarà complicata anche per le pressioni mediatiche che Palladino ed i suoi ragazzi saranno chiamati a gestire. Come per magia tutta Italia si accorgerà di una squadra in maglia viola che vuol provare a fare la guastafeste del campionato: anche stavolta dovremo essere i più belli, i più scaltri ed i più sfrontati senza cadere nei loro tranelli. Insomma come avrebbe detto il Sommo Poeta….

IL BUONO

  • Adli: gioca un primo tempo semplicemente sontuoso. E’ in ogni zona di campo, nonostante la marcatura a uomo riesce a farsi trovare spesso libero e segna il gol del vantaggio. Cala leggermente nella ripresa ma resta assolutamente il migliore in campo. Tra lui e la coppia Arthur Maxime Lopez la distanza è siderale!!!
  • Dodò: e menomale che doveva essere stanco per il viaggio intercontinentale con la sua nazionale!! Stantuffa avanti ed indietro sulla fascia imbeccato in modo impeccabile da Adli. In fase difensiva Colpani è sempre pronto a coprirgli le spalle ed il brasiliano vola sulle ali dell’entusiasmo e del sorriso. Dodosessuale.
  • De Gea: la tripla parata è semplicemente lunare. Regala tranquillità e sicurezza a tutta la città di Firenze. Marziano.
  • Sottil: nella ripresa Palladino decide di abbassare la linea difensiva della squadra scommettendo sulle ripartenze dei due esterni Sottil ed Ikonè ed il prodotto del settore giovanile viola spacca la partita in due. Riparte negli spazi vincendo ogni confronto diretto e regala l’assist vincente a Kean. Ora ci siamo!

IL BRUTTO

  • Il secondo tempo: se proprio dobbiamo cercare il pelo nell’uovo, la Fiorentina nella ripresa probabilmente si abbassa troppo rischiando anche in qualche mischia davanti a De Gea. Forse è una scelta ponderata anche in relazione alla condizione atletica della squadra e dunque và benissimo così. Se il risultato è sempre questo, 1000 di questi secondi tempi!!

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Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – HELLAS VERONA = 3 – 1

Una Fiorentina da impazzire!

Dopo la sconfitta di Cipro, la squadra di Raffaele Palladino torna alla vittoria grazie ad un Kean mostruoso e raccoglie il sesto successo consecutivo in campionato ergendosi al secondo posto in classifica seppur in coabitazione con altre compagini. I viola hanno vinto contro un Verona che, pur non avendo mai mollato fisicamente e psicologicamente, non è quasi mai riuscito a mettere in pericolo la porta di De Gea. Il portiere spagnolo infatti, battuto solamente da un bellissimo tiro di Serdar, ha vissuto un pomeriggio tutto sommato tranquillo all’interno del quale ha avuto anche la capacità di servire sul piatto d’argento un assist a Gabriel Omar Kean. Si, avete letto bene, non Moise ma Gabriel Omar…. Dopo tanti anni di stadio e di partite viste in casa ed in trasferta, ieri pomeriggio al Franchi ho visto la cosa più simile a Batistuta da quando il Re Leone decise di andare a Roma a festeggiare il Giubileo. Nella tripletta realizzata con il Verona infatti, si è ammirato il movimento in verticale alle spalle della difesa avversaria premiato da un passaggio filtrante di un vero numero 10 (oggi Beltran ieri Rui Costa), il gol di potenza su palla inattiva con la palla messa in porta con una zampata da opportunista, ma soprattutto grazie a De Gea e Kean abbiamo rivissuto il Ciribè (come lo chiamava Mario Ciuffi, indimenticabile tifoso viola). Rilancio lungo del portiere (allora Francesco Toldo) direttamente sull’attaccante che controlla la palla e si gioca l’uno contro uno con il malcapitato difensore: dribbling e tiro di potenza per chiudere la partita e portarsi a casa il pallone. Uno spettacolo!!!

Oltre alle individualità indubbiamente importanti scovate dal D.S. Pradè, possiamo ormai dire che la trasformazione della Fiorentina dal calcio di Vincenzo Italiano a quello di Raffaele Palladino si è definitivamente compiuta. Il manifesto della nuova idea di calcio viola è il primo gol: la squadra si difende più bassa cercando di intasare tutte le linee di passaggio (grandi passi in avanti in questo senso si sono visti anche nella prestazione difensiva di Sottil oltre a quella di Colpani), recupero della palla nella propria metà campo (anziché andare ad attaccare la palla altissimi), primo passaggio in uscita in verticale a cercare un attaccante come Beltran che a quel punto ha lo spazio ed il tempo per girarsi ed attaccare la porta avversaria. Da lì in poi si cerca la profondità anziché l’ampiezza, il movimento dell’attaccante: nuovo passaggio in verticale e gol. Certamente la qualità aiuta, ma anche la ricerca continua della verticalità anziché dell’ampiezza permette di avvicinarsi più velocemente alla porta offrendo la possibilità agli attaccanti di giocare faccia alla porta e di avere più facilmente un vantaggio rispetto ai difensori.

Dal punto di vista della prestazione non è stata certamente la miglior Fiorentina. Senza Cataldi, con la necessità dunque di portare Bove in mezzo al campo, i viola hanno un solo ideatore di gioco (Adli) e necessariamente meno alternative in fase di possesso palla. Oltre a ciò, i ragazzi di Palladino hanno dimostrato che in alcuni interpreti la spia della riserva si è ormai accesa e dunque la sosta arriva al momento giusto. A differenza del break precedente, diversi Commissari Tecnici si sono però accorti dei viola e sarà quindi più difficile per Palladino lavorare sui meccanismi di squadra. La speranza è che nessuno torni infortunato e che, nel frattempo, i due acquisti più cari della campagna estiva riescano a rimettersi al pari dei propri compagni in modo da avere nuove frecce al nostro arco. Se al momento sia Beltran che la coppia Comuzzo Ranieri non hanno sbagliato un colpo, resta comunque necessario avere una rosa più ampia per continuare ad inseguire un sogno impensabile fino a poche settimane fa. Se alla ripresa in quel di Como, fossimo nuovamente in grado di poter contare sulle doti di Gudmundsson e Pongracic oltreché su quelle di Cataldi, Palladino potrebbe fare delle rotazioni anche in base anche alle energie a disposizione e non solamente in base all’avversario da affrontare.

Godiamoci la sosta e la classifica del momento, al resto penseremo poi!!   

IL BUONO

  • Kean: semplicemente inarrestabile. Segna di potenza, d’astuzia, di forza. Finalmente il BOMBER!!
  • Beltran: il modo in cui ribalta l’azione per servire Kean in occasione del primo gol è da grande giocatore. Finalmente impiegato nel suo ruolo, è a tratti imprendibile ed aiuta anche tantissimo la squadra. Adesso ammiriamo il vero Lucas!
  • La coppia Comuzzo – Ranieri: ciò che mi piace sempre di più è che i due prodotti del settore giovanile viola non solamente sfoggiano grandi prestazioni personali, ma si muovono con una sincronia quasi perfetta. Quando uno scappa l’altro affronta, quando uno temporeggia l’altro si allunga. Uno dei segreti della rincorsa viola.

IL BRUTTO

  • La benzina: nelle ultime gare, da quelle di Genova e Torino a quella di ieri, alcuni interpreti sembrano in riserva. Bove ed Adli ad esempio, appaiono appannati e mancano di quell’aggressività che aveva contraddistinto le loro prove fino ad una ventina di giorni fa. Lo stesso Colpani, dopo alcune partite incoraggianti ieri è sembrato appannato così come Dodò. Insomma questa sosta potrebbe essere l’occasione perfetta per fare il pieno in vista dello sprint fino a Natale!

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Il buono, il brutto, il cattivo

APOEL – FIORENTINA = 2 – 1

Se sconfitta doveva essere, la preferisco in Conference….(oppure godo come un riccio come direbbe l’amico Wwayne)!

Dopo una striscia di risultati positivi come non si vedeva da anni, una Fiorentina vestita in maschera stecca la prestazione e cade meritatamente a Cipro giocando una gara sonnacchiosa, sotto ritmo, molto brutta.

Certo non si poteva chiedere agli 11 scesi in campo dall’inizio la gara del secolo, ma qualcosa in più certamente sì. Non ci dimentichiamo infatti, che gli avversari dell’Apoel sono già al terzo tecnico in stagione e non avevano ancora vinto nella competizione europea. E’ vero che non si può pretendere chissà cosa da chi non ha praticamente mai giocato nell’ultimo mese e mezzo se non spezzoni di gara, ma almeno la grinta, la voglia, la ricerca di evitare la sconfitta l’avrei voluta vedere. La Fiorentina di ieri sera è una squadra senza capo né coda, con calciatori anche fuori ruolo, ma mi piace ricordare che era composta da 7 undicesimi di quella che nelle ultime due stagioni è arrivata tre volte in finale, perdendo sempre. Lo ricordo perché i social e non solo, sono pieni di “tifosi viola” che fanno a gara a sfottere Vincenzo Italiano ogni volta che il Bologna non vince o non fa gol neanche fosse diventato l’allenatore della Juventus! Capisco che possa anche non rimanere simpatico a tutti, ma sulla sua professionalità e sui traguardi raggiunti, non c’è molto da discutere (a meno che non siate disonesti intellettualmente).

La Fiorentina scesa in campo a Cipro era una squadra piena di esperimenti (vedasi Richardson trequartista e Parisi alto a sinistra), calciatori appena rientrati da un infortunio come Mandragora, giovani che ancora devono conoscere il calcio europeo come Moreno, altri che sembrano nettamente involuti rispetto alla scorsa stagione come Kayode. Ci sono poi quelli che sinceramente non capisco come ancora possano giocare a Firenze come Kouamè o quelli che ultimamente, oltre che mediocri, sono anche sfortunati come Biraghi o fuori fase come Quarta.  Insomma un minestrone dal quale era difficile pretendere qualcosa in più: ancora una volta si è visto come, al netto della bravura di un allenatore, quando manca la qualità in campo puoi essere anche Guardiola o Klopp, ma fare rete ed essere in grado di creare la superiorità numerica diventa difficile. Ieri sera con le seconde linee e giocando contro una squadra che si difendeva con 11 uomini sotto la linea della palla, per magìa la Fiorentina è tornata a girare palla lentamente ed in orizzontale, a non vincere mai un duello individuale, a creare pochissimo, a non tirare mai in porta. Se pensiamo che il gol della speranza è stato segnato praticamente in contropiede a campo aperto, questo spiega tante difficoltà che abbiamo affrontato nelle ultime stagioni e che avremmo affrontato anche quest’anno se non fosse stato fatto un mercato grazie al quale si è alzata la qualità media della squadra, con innesti finalmente dalle compagini che normalmente arrivano davanti in classifica e calciatori abituati a giocare determinate partite su determinati palcoscenici.

Resta comunque il troppo turnover effettuato da Palladino, un turnover che ha dimostrato che esistono i titolari ed esistono le riserve, ma soprattutto che in questo momento dobbiamo e vogliamo cavalcare il sogno in campionato con un’altra partita, quella di domenica contro il Verona, che è assolutamente alla portata della Fiorentina bella e spumeggiante che abbiamo ammirato fino a due settimane fa, ma anche di quella brutta, sporca e cattiva che ha fatto 6 punti nelle ultime due trasferte.

Avanti dunque a testa alta per portare a casa i tre punti contro l’Hellas per continuare a sognare!

IL BUONO

  • Ikonè: è lui il calciatore che segna il gol della speranza ed è sempre lui l’unico che prova a puntare l’avversario per creare la superiorità numerica. Ho detto provare, non riuscire!
  • Martinez Quarta: almeno ci mette la grinta, la voglia, la passione cercando di recuperare palla prima possibile ribaltando l’azione da difensiva ad offensiva. Uno dei pochissimi che sembra tenere a questa gara.

IL BRUTTO

  • Parisi: seppur fuori ruolo, gioca una partita imbarazzante. Non salta mai l’uomo, viene sempre sovrastato fisicamente, non chiude mai la diagonale di passaggio, non arriva mai al cross. Sfiduciato, l’ombra del giocatore visto ad Empoli: mandiamolo a giocare!
  • Richardson: lento, impacciato, senza idee, con un piede solo. Potrà fare tante cose, ma non il trequartista!
  • Kayode: il lontano parente di quel calciatore che dominava fisicamente ogni avversario. Non azzecca una giocata, non salta mai l’uomo, è anche protagonista sfortunato della frittata in coppia con Biraghi sul secondo gol. Non è proprio il suo momento!

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Il buono, il brutto, il cattivo

TORINO – FIORENTINA = 0 – 1

Sogno o son desto?

In meno di 72 ore la Fiorentina gioca due partite brutte, sporche e cattive riuscendo ad uscire dal campo senza gol al passivo e con 6 punti in saccoccia. Tra la gara di Genova e quella di Torino ci sono molte cose in comune, non solamente il risultato. I viola hanno dato la netta sensazione di essere diventata una squadra con la S maiuscola, un gruppo in cui ci si aiuta e si cerca di condividere gioie e difficoltà per provare a superare gli ostacoli che ci si trova ad affrontare.

Palladino e Prade’ sono i fautori di questo mezzo miracolo, di questo piccolo gioiello nato in pochissimi giorni di mercato grazie ad innesti intelligenti e ad un allenatore che ha cambiato rotta prima che fosse troppo tardi. Non solo il cambio di modulo, ma anche e soprattutto il cambio di uomini (con il coraggio mai avuto negli anni precedenti di tenere fuori i due capitani Biraghi e Quarta) ed il cambio di atteggiamento tattico in campo. Non più una difesa a uomo in tutte le zone del campo, ma alcune marcature individuali (come quella di ieri di Bove su Ricci) e copertura degli spazi in modo da non dare l’opportunità di verticalizzare agli avversari: dedicarsi insomma alle diagonali di passaggio anziché agli uno contro uno. Eppoi lasciare completa libertà ai giocatori nella metà campo avversaria con terzini che diventano ali, centrocampisti che si gettano negli spazi liberi, attaccanti che legano il gioco come non si era mai visto nelle precedenti stagioni.

Oltre ai principi di gioco generali però, Palladino dimostra ogni volta di preparare qualcosa di diverso: contro il Torino ad esempio, si è scelto di provare a cavalcare il momento ottimo di Sottil che a Genova era stato tra i migliori. Ecco allora che, non solo è stato confermato titolare a discapito di Ikone’, ma si è giocato il primo tempo con l’obiettivo di isolarlo uno contro uno con Pedersen: Gosens che faceva sempre la sovrapposizione interna, Richardson e Bove che lo cercavano sempre con la palla in corsa faccia alla porta. Non sempre si è riusciti a trovare Sottil uno contro uno, ma vedere un piano gara che cambia a seconda dell’avversario è una novità interessante da sottolineare.
Per il resto è stata una Fiorentina cinica, che ha sfruttato un errore clamoroso della retroguardia avversaria grazie ad un attaccante che, dopo Vlahovic, in maglia viola non si era mai visto. Seppure al 60 per cento, spesso zoppicante e maltrattato, Kean ha fatto vedere ancora una volta la differenza tra un attaccante vero ed un apprendista del mestiere. Una palla gol ed una rete…. Tre punti ed a casa!

Stavolta però, a differenza della gara di Genova, la Fiorentina ha patito maggiormente soprattutto perché non è riuscita a ripartire in contropiede: i subentrati non hanno dato niente alla squadra e, a parte Mandragora ed un pò Adli, hanno fatto tutti peggio dei compagni che sono usciti. Questo è l’unico neo che dovremo (speriamo) correggere a gennaio…. Un vice Kean ed un centrocampista in più sono necessari se vogliamo continuare a sognare.

Speriamo che le scuse che Commisso e Prade’ hanno offerto alla città dopo il mercato dello scorso gennaio, siano foriere di decisioni diverse e migliori per regalare a Palladino ed ai tifosi un sogno che giornata dopo giornata si fa sempre più reale!

IL BUONO

  • Kean: se a Genova De Gea aveva mostrato cosa significasse avere un portiere da Champions League, ieri Moise ha mostrato cosa sia un centravanti. Pur spesso zoppicante, ha lottato su ogni pallone, ha fatto a sportellate, ha fatto salire la squadra, ma soprattutto ha fatto rete alla prima ed unica occasione di calciare in porta. Da quanti anni aspettavamo un calciatore così…..
  • Beltran: non ha certo giocato una gara da stropicciarsi gli occhi, ma ha fatto un quintale di cose utili. Soprattutto ha pulito decine di palloni arrivatigli imprecisi per mettere i compagni nelle condizioni di attaccare la metà campo avversaria. Ha preso un pò delle botte che solitamente sono dedicate a Kean senza mai battere ciglio ed ha legato i reparti anche in quei momenti in cui la Fiorentina faceva fatica a salire. Preziosissimo!
  • La coppia Ranieri – Comuzzo: certamente il passaggio ad una difesa a 4 ha aiutato tutti, ma in questo momento il muro eretto dai viola sembra difficilmente valicabile. E’ anche un momento in cui va tutto bene, come in occasione del palo di Pedersen, ma l’attenzione e la dedizione di questi due ragazzi è da stropicciarsi gli occhi. Pongracic può recuperare con calma….

IL BRUTTO

  • Gosens: magari vi arrabbierete, ma stavolta il terzino tedesco non convince. Probabilmente affaticato, non si vede quasi mai in proiezione offensiva e rischia di far capitolare la squadra con una dormita colossale in occasione del palo di Pedersen. Capita anche ai migliori…..
  • Richardson: stavolta l’assenza di Cataldi pesa. Lento, impacciato, spesso falloso, il marocchino sembra rimanere troppo spesso ai margini del gioco della propria squadra e più in generale ai margini della gara. L’ingresso di Mandragora restituisce fisicità e nerbo al centrocampo viola. Percorso di crescita.
  • I subentrati: Tolto Mandragora ed in parte Adli, Ikonè Biraghi e Kouamè non portano niente alla squadra. Nessuna giocata in avanti, nessun cambio di passo, nemmeno grande cattiveria agonistica. Al momento la differenza tra titolari e panchinari è immensa!

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Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – ROMA = 5 – 1

Un inno alla gioia!

Ieri sera al Franchi abbiamo visto una di quelle partite che resteranno scolpite nella testa e nei cuori dei tifosi viola per anni. Una presunta grande dominata dall’inizio alla fine, in ogni singolo aspetto del gioco, una compagine che era arrivata a Firenze dichiarando che doveva essere la gara per ritrovare la fame e la cattiveria. In realtà, lo stesso Juric che aveva sbandierato questi obiettivi, è stato costretto a fare due sostituzioni dopo mezz’ora togliendo Cristante ed Angelino che non erano mai riusciti a fermare lo strapotere di Dodò e Colpani a destra e di Beltran ed Adli nella zona centrale del campo.

La Fiorentina ha giocato una gara al limite della perfezione, chiudendo ogni spazio ai giallorossi e ripartendo in modo chirurgico trovando sempre il modo, i tempi e gli spazi per far male alla difesa avversaria. Se vogliamo trovare un neo ai ragazzi di Palladino, dopo i primi 25 minuti di livello straordinario, la squadra probabilmente si è abbassata troppo subendo il gol che avrebbe potuto riaprire la contesa. La reazione però è stata da grande squadra, da una squadra che sa esattamente cosa vuole fare e lo fa con convinzione e strapotere fisico. I viola hanno trovato la quadra, con i giocatori giusti al posto giusto, con un gran bel portiere, una coppia di difensori che sta stupendo tutti, due terzini di cui uno (Dodò) in un momento di strapotere fisico come non si vedeva dai tempi di Odriozola, l’altro (Gosens) che si sta sacrificando per la squadra limitando le scorribande offensive, un centrocampo in cui Cataldi mantiene sempre gli equilibri senza per questo disdegnare le sortite offensive, Adli fa girare la squadra con una tecnica sopraffina, Colpani che è migliorato tantissimo anche in fase difensiva quando Dodò si sovrappone; davanti poi, Beltran gioca finalmente libero di testa e senza lacci, inventa calcio muovendosi tra le linee anziché essere inchiodato spalle alla porta come invece fa Kean, strepitoso anche ieri non solamente per la doppietta ma anche per il lavoro sporco, le sportellate, le punizioni guadagnate, i palloni recuperati (quanto mi sono sbagliato sul suo conto!!!).

Eppoi lui…. il giocatore che fin da subito (qui invece ci avevo azzeccato) ho individuato come il potenziale scippo dell’ultimo mercato, ovviamente parlo di Bove. Un calciatore con sette polmoni che però non perde praticamente mai lucidità; regala equilibrio alla squadra, gioca sempre in verticale, trova spesso gli spazi in cui inserirsi, recupera decine di palloni e ribalta l’azione sempre con intelligenza. Il confronto con Pisilli è stato a tratti imbarazzante per superiorità! Pensare che nelle ultime convocazioni di Spalletti, il calciatore giallorosso è stato preferito al viola spedito con l’Under 21 lascia sinceramente basiti.

Non possiamo infine non citare i due veri fautori di questa striscia di risultati e di questa squadra, le due persone senza le quali oggi la Fiorentina non sarebbe questa e cioè Raffaele Palladino e Daniele Pradè. Un allenatore che per la prima volta si misura con una piazza importante, difficile, spesso umorale e brontolona, ha avuto un approccio complicato con i viola: le sue idee inizialmente non sono state recepite dalla squadra ed allora ha fatto ciò che fanno le persone intelligenti. Ha parlato con i propri ragazzi, ha modificato le sue richieste ed ha fatto capire ai calciatori che voleva fare qualcosa di importante con loro. Via quindi la difesa a tre, via anche la difesa a uomo in tutte le zone del campo, aggiustamenti nei principi di gioco. Largo dunque alla difesa a 4, ai riferimenti della zona, alle verticalizzazioni sull’attaccante. E’ riuscito a creare un gruppo con gerarchie ben stabilite ma che ha la possibilità di alternarsi in Europa. Nelle dichiarazioni post gara di ieri, ha raccontato tutto questo, ha detto che è pronto a cambiare ancora se necessario, ha dimostrato intelligenza e flessibilità, insomma ciò che serviva per raddrizzare la rotta. Se Palladino ha azzeccato ogni mossa in panchina, questa stagione sta prendendo il verso giusto anche perché finalmente il comparto tecnico viola è stato libero di prendere decisioni senza condizionamenti: Pradè, aiutato da Goretti, ha costruito una squadra divertente, ambiziosa, fresca, di qualità. Ha azzeccato il portiere (De Gea che rispetto a Terracciano ti regala almeno 7-8 punti in più), ha preso l’attaccante giusto per voglia di rilanciarsi e mix tra qualità e fisicità, ha costruito un centrocampo che possiede atletismo, corsa, tecnica, acume tattico, visione di gioco. Diciamoci la verità, la qualità che questa squadra possiede, Vincenzo Italiano l’ha avuta a disposizione forse solamente il primo anno. In questa stagione finalmente abbiamo calciatori che determinano, che giocano in verticale, che cercano la porta con continuità. Vi sembra poco?

Giovedì i viola vanno a Genova con la consapevolezza che probabilmente servirà far tirare il fiato a qualcuno; vedremo se chi ne prenderà il posto sarà capace di tenere la stessa qualità e lo stesso ritmo dei titolari.

IL BUONO

  • Il primo gol: dal momento che dovrei inserire tra i buoni la quasi totalità della squadra viola, ho pensato che fosse preferibile sottolineare la bellezza della prima rete di Kean. L’azione che porta l’attaccante a segnare è la perfetta fotografia del calcio di Palladino in questo momento; rapide verticalizzazioni, scambi di prima, attacco alla profondità. Dopo che nell’ultima stagione abbiamo assistito troppo spesso ad uno sterile possesso palla orizzontale (do you remember Arthur?), l’azione del gol sembra un sogno!!

IL BRUTTO

  • Niente: assolutamente nulla!!!

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

LECCE – FIORENTINA = 0 – 6

Che sia l’alba di un nuovo inizio?

Se dopo la bella e sofferta vittoria interna contro il Milan Firenze ed i suoi tifosi si aspettavano una conferma, non poteva esserci risposta migliore.

La Fiorentina vince e convince in trasferta, strapazzando una delle squadre più in crisi del campionato, rischiando praticamente mai e dando l’impressione di poter continuare ad affondare nella difesa avversaria in ogni momento della gara prescindendo anche dagli interpreti. I ragazzi di Palladino infatti, con o senza Gudmundsson, con o senza Kean, hanno dimostrato che non ci poteva e non ci doveva essere storia! Sembra lontanissima quella squadra spenta e paurosa vista contro Venezia e Monza, quella rinunciataria e pavida di Empoli: i viola ieri hanno dominato il campo ed il gioco sfruttando le proprie capacità senza però mai cadere nella vanità. Soprattutto in mezzo al campo, Adli Cataldi Bove e Colpani non si sono mai guardati allo specchio masturbando il pallone con continui passaggi orizzontali, ma hanno sempre cercato il pallone in verticale per l’attaccante, la sovrapposizione del terzino, l’inserimento del centrocampista. Insomma un bel mix tra possesso e verticalizzazione, tra uno contro uno e ricerca del terzo uomo con un dominio che ha riscaldato il cuore.

Palladino ha deciso di riproporre la stessa formazione che aveva cominciato contro il Milan anche se, probabilmente più per la forza dell’avversario che non per una scelta ponderata, i viola sono partiti fin da subito con un 4-3-2-1: Colpani infatti, differentemente da due settimane fa, ha interpretato il ruolo di trequartista in linea con Gudmundsson anziché quello di esterno di un centrocampo a 4 riuscendo dunque ad avvicinarsi alla porta con maggior pericolosità. L’esperimento è però durato pochissimo poiché dopo l’infortunio dell’islandese, Beltran ha interpretato il ruolo di seconda punta e dunque si è tornati ad un 4-4-2 più simile alla gara precedente. Certo è che essere riusciti a fare due reti nel breve volgere di qualche minuto ha dato alla Fiorentina una tranquillità notevole ma ciò che è piaciuto maggiormente è che la squadra non ha comunque smesso di giocare. Il centrocampo con Adli e Cataldi che si scambiano i compiti di regia e Bove che riesce ad equilibrare sempre la squadra in fase difensiva funziona benissimo (complimenti a Pradè per averlo costruito), mentre davanti Kean ha continuato a fare sportellate con tutti anche con una caviglia dolorante e Dodò da dietro ha fatto sconquassi! Gosens più bloccato ha chiaramente almeno un cilindro in meno, ma come ha detto il tedesco ieri dopo la vittoria, conta la squadra ed in questo momento sembra tutto funzionare perfettamente. Gli stessi Ranieri e Comuzzo hanno dato tranquillità alla squadra ed hanno spesso fatto ripartire l’azione da dietro con il primo passaggio in verticale….peccato solamente per la folle gomitata del capitano viola a gara praticamente conclusa che avrebbe potuto costare molto di più. Il buon Ranieri deve capire che la testa deve rimanere sempre dentro la partita e soprattutto il cervello deve stare sempre acceso per non rischiare di macchiare la propria prestazione con errori assurdi.

Adesso sotto con la Conference League: toccherà alle cosiddette seconde linee cercare di mettere Palladino in difficoltà, anche se l’idea del tecnico campano di far giocare una base importante della formazione ogni domenica finora si è rivelata vincente. Non se ne poteva più di rotazioni cervellotiche contraddistinte da almeno 4-5 cambi a partita: certamente con tutte le gare che aspettano i viola fino alla sosta di novembre qualcuno dovrà rifiatare, ma sarebbe un delitto tornare a balbettare solamente per la voglia di fare turnover!

IL BUONO

  • Cataldi: confesso che il suo arrivo non mi ha scaldato dal momento che mi è sempre sembrato un calciatore che ha bisogno di compagni migliori di lui per dare il massimo. Devo però dire che la coppia con Adli funziona e Bove aiuta sempre tutti. Eppoi una punizione da leccarsi i baffi!
  • Colpani: finalmente si sblocca con una doppietta tanto importante quanto bella. In occasione della prima rete dimostra di sapere sempre dove si trova la porta, nella seconda calcia all’incrocio di potenza. Andrea non fermarti più!!
  • Beltran: finalmente una partita all’altezza del calciatore che stiamo aspettando da troppo tempo! Gli avversari non saranno fenomeni, ma entra con la cattiveria giusta, inventa calcio, salta gli avversari e trova anche il gol. Certo che come riserva direi proprio niente male!!
  • Palladino: dimostra una volta di più di aver trovato una strada percorribile. Non so se sia quella più giusta, ma adesso la Fiorentina è una squadra credibile. Ha avuto coraggio a fare determinate scelte, come quelle che prevedono Quarta e soprattutto Biraghi in panchina, ed ha dato un gioco riconoscibile alla squadra. Forse ci ha messo troppo? L’importante è aver trovato la strada!
  • Pradè: quando il mercato, seppur in notevole e colpevole ritardo, viene fatto da una persona competente si vede! Sarà brutto dirlo, ma questa squadra è finalmente figlia di scelte logiche ed intelligenti, scelte dettate da competenza tecnico-calcistica. L’ho criticato tante volte in passato, ma quando le cose vengono fatte bene bisogna essere onesti intellettualmente!

IL BRUTTO

  • Infortuni: vedere la coppia di attaccanti falcidiata da problemi fisici in questo modo provoca dolore. Per Kean probabilmente la Roma è un traguardo raggiungibile, per Gudmundsson invece dobbiamo solo incrociare le dita. Speriamo bene…….

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – MILAN = 2 – 1

Finalmente la Fiorentina che abbiamo sempre cercato!

Al termine di una partita bellissima, di una sfida epica, di quelle che rimarranno per anni scolpite nelle nostre menti ed i nostri cuori, i ragazzi di Palladino portano a casa tre punti che riportano i viola più vicini alla zona che conta. La gara contro il Milan è stata contrassegnata da emozioni, ribaltamenti di fronte, errori individuali marchiani, un arbitraggio che ancora una volta certifica la mediocrità di un fischietto super sopravvalutato come Pairetto. Una miscela di emozioni che raffigura perfettamente la bellezza del gioco del calcio, lo sport più democratico di tutti dove i calciatori più bravi sono quelli che fanno veramente la differenza. E’ stata la serata di due acquisti estivi, due calciatori che in tantissimi avevano dimenticato, pensando fossero ormai da riporre nel cassetto dei ricordi tra i campioni passati ed i talenti mai sbocciati. David De Gea, uno degli ultimi portieri generazionali di questo sport, il cui acquisto è stato colpevolmente sottovalutato non solamente dalla critica nazionale ma anche da quella fiorentina e Yacine Adli, che ha dimostrato cosa significhi essere capace di prendersi la squadra sulle spalle dimostrando una leadership tecnica clamorosa, hanno gridato al mondo ieri sera che anche se si sta fermi 14 mesi per scelta personale, anche se si arriva da stagioni in cui il campo lo si vede quasi mai, il talento non si dimentica.

Il portiere spagnolo ha parato due rigori ed ha fatto una parata clamorosa su Chukwueze nel finale, Adli ha finalmente dato alla squadra di Palladino quelle geometrie e quella pulizia in costruzione che gli altri centrocampisti impiegati non erano riusciti ad offrire nella prime giornate di campionato. E’ stata però tutta la Fiorentina ad indossare finalmente il vestito delle grandi occasioni: il tecnico campano ha optato ancora una volta per una difesa a 4 al centro della quale ha svettato un ottimo Comuzzo in coppia con Ranieri, mentre sugli esterni Dodò ha giocato una partita completa e Gosens si è limitato nelle scorribande offensive. In mezzo al campo poi, accanto ad Adli un diligente Cataldi non ha mai fatto perdere equilibrio alla squadra e sugli esterni un Colpani finalmente in crescita ed un generosissimo Bove hanno raddoppiato ogni volta che Theo e Emerson cercavano la sovrapposizione. Se Colpani non è riuscito ancora ad inquadrare la porta, stavolta è sembrato però più intraprendente e disciplinato tatticamente; Bove dall’altra parte, ha come al solito giocato una gara di grande sacrificio, ergendosi a pilastro insostituibile quando è stato riportato al centro nell’ultima fetta di gara. Davanti poi, possiamo dire di avere finalmente una coppia d’attacco che può farci sognare: Kean ha fallito il rigore che gli ha lasciato Gudmundsson, ma ha fornito una prestazione enorme. Ha lottato su ogni pallone, ha fatto reparto da solo, ha regalato l’assist decisivo al compagno di reparto e solamente la sfortuna gli ha impedito di segnare il meritatissimo gol che avrebbe definitivamente chiuso la contesa. Gudmundsson invece, è stato bravo a muoversi nelle pieghe della gara sfruttando gli spazi che gli venivano concessi: se nel primo tempo è tornato anche troppo indietro pur di giocare alcuni palloni, nella ripresa ha fatto apparire facilissimo un gol dal grande peso specifico battendo uno dei migliori portieri della serie A (ovviamente il nostro è fuori classifica). L’islandese ha quella rara dote che solamente alcuni calciatori hanno, cioè di riuscire a fare cose difficili con una naturalezza disarmante… adesso durante la sosta sarà necessario ritrovare la forma fisica necessaria a giocare un maggior numero di palloni durando per 90 minuti.

E’ stata però anche la serata di Palladino, un allenatore da molti voluto già sulla graticola. Ha deciso di affrontare il Milan a specchio, inaridendo le fonti di gioco e bloccando le fasce laterali, senza permettere ai rossoneri quelle scorribande che avevano fatto a fette anche l’Inter. Ha adattato Bove in un ruolo non suo, ha bloccato Gosens per liberare maggiormente Dodò in modo da tenere basso Theo Hernandez, ma soprattutto ha avuto il coraggio di impiegare Adli per non chiudersi troppo e per ribaltare velocemente l’azione con cambi di campo improvvisi. Mi è piaciuta molto anche la gestione dei cambi, con lo spostamento di Bove in mezzo al campo che ha restituito quella gamba che né Cataldi né Adli avevano più: chiudere infine con Biraghi e Kayode alti è stata una prova di intelligenza dopo anni di assalti all’arma bianca anche quando eravamo in vantaggio nel recupero. Un bel bagno di umiltà per l’allenatore e per la squadra che speriamo abbiano capito che giocare utilizzando al meglio le proprie armi senza cercare di strafare è sinonimo di intelligenza e non di codardia.

Adesso altre due settimane per affinare l’intesa in una squadra che sta crescendo a vista d’occhio e che inizia ad essere quella che tutti avevamo immaginato a fine mercato: certamente non una big, ma una compagine che ci può far finalmente divertire!

IL BUONO

  • De Gea: semplicemente un extraterrestre capitato non si sa bene come a Firenze. Clamoroso!
  • Dodò: nonostante un’ammonizione ridicola dopo 7 minuti, gioca una partita ottima. Sempre pronto a ripartire, è attentissimo anche in fase difensiva con diagonali precise e salvataggi decisivi. Se gioca così, possiamo svoltare!
  • Adli: come già scritto nell’articolo, è il calciatore che ha preso in mano i compagni e li ha guidati senza paura. Condisce la propria gara con un gol bellissimo. Chapeau.
  • Kean – Gudmundsson: indipendentemente dalle (ottime) prestazioni personali, è la coppia che funziona. Finalmente abbiamo due calciatori pericolosi che parlano la stessa lingua. Se funziona a lungo, quest’anno ci divertiamo!

IL BRUTTO

  • Pairetto: uno degli arbitri più sopravvalutati dell’emisfero terracqueo. Non ha mai in mano la gara, non prende mai una decisione senza l’ausilio della tecnologia. Ammonisce dopo 7 minuti Dodò per un fallo veniale, ma Morata lo può inseguire per tutto il campo ed offendere senza essere sanzionato. Oltre a ciò, inverte tantissime punizioni e non dà mai l’idea di avere il controllo della situazione. Poi ci lamentiamo dei direttori di gara nei dilettanti…….

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – NEW SAINTS = 2 – 0

C’è chi ieri sera si è annoiato al punto di rischiare di addormentarsi e chi mente.

La Fiorentina di Palladino, contro i modesti campioni del Galles, ha la necessità di mettere in campo i titolari per trovare finalmente il gol e portare a casa i primi tre punti della stagione in Conference League. I viola però, sono apparsi ancora una volta lenti, con poche idee, capaci solo ed esclusivamente di giocate individuali spesso finite nel nulla. Vero è che i gallesi hanno giocato con 11 uomini sotto la linea della palla, ma al cospetto della squadra finalista delle ultime due edizioni che avrebbero dovuto fare? Regalare praterie al contropiede viola? Regalare spazi e potenziali occasioni da gol?

Tornando alla Fiorentina, il primo tempo ha quasi del tutto ricalcato la scialba prestazione di Empoli seppur con interpreti diversi: certo se solo Ikonè avesse calciato in porta il pallone capitatogli sul destro dopo pochi minuti magari poi i viola sarebbero andati di goleada, ma con i se e con i ma non si và da nessuna parte. La verità è che la compagine di Palladino appare ancora impacciata, senza idee, senza cambi di passo ed anche la prova di Adli, dal punto di vista della regia, è stata deludente. Chiedo poi a qualcuno di voi, nella speranza che mi possiate aiutare, con quale modulo erano schierati in campo i viola: Kayode è rimasto sospeso tra il ruolo di terzo di difesa e quello di terzino, Kouamè ha iniziato da esterno di sinistra per poi fare il centravanti (!!!), Ikonè ha giocato spesso a tutta fascia un po’ come Parisi….insomma una maionese di ruoli ed interpreti che però non ha portato a nulla. Resta la sensazione di una grande confusione, con calciatori impacciati e lenti, poca qualità degli interpreti, nessuna chiarezza di intenti.

Considerando la rara bruttezza della gara e la noia che si è spesso impadronita di me, mi scuserete se stavolta non stilo una classifica dei migliori e peggiori, ma provo a commentare la prestazione di alcuni dei calciatori che ci hanno regalato un’altra grande serata di calcio camminato.

Partiamo da colui il quale, dopo il pareggio di Empoli, si è arrogato il diritto di accusare i compagni perché non giocano di squadra, cioè Kouamè: nella gara di ieri sera ha cercato il gol in ogni modo, calciando spesso in porta anche quando aveva compagni meglio posizionati e liberi in area di rigore. La fotografia della sua partita e della sua cifra tecnica è tutta nell’azione del secondo gol di Kean, quando il fromboliere viola svirgola comicamente la palla cercando di calciare al volo. Quando ero bambino, se capitava una cosa del genere, l’allenatore ti piazzava davanti ad una forca che aveva il pallone sorretto da una corda: dovevi stare davanti a quel pallone a calciarlo al volo fino allo sfinimento per evitare brutte figure del genere. Che possa servire anche al bomber viola?

Ma non possiamo non parlare della prestazione dell’esterno offensivo più inutile che io ricordi da quando guardo la Fiorentina: Ikonè non segna mai, non calcia mai in porta, non serve mai un assist decisivo, non fa mai un recupero difensivo che possa salvare un gol. Non che il suo dirimpettaio Sottil abbia rubato la scena! Corricchia inutilmente su quella fascia come se ci facesse un favore, riesce sempre a colpire il diretto avversario sia che crossi, sia che tiri in porta: altra scommessa persa. Cosa dire poi del padrone della macchina Raffaele Palladino: detto del non gioco della squadra, sconcerta anche la gestione di alcuni calciatori, Kayode su tutti. Capisco che il mister preferisca Dodò in quel ruolo, ma possibile che il terzino dell’Under 21 non possa giocare 90 minuti nemmeno contro i gallesi? E’ vero, nel preliminare ha commesso errori grossolani, ma siamo sicuri che metterlo in castigo in questo modo sia la scelta giusta? Il tecnico campano era stato presentato come una persona incline al dialogo e bravo a far crescere i calciatori, ma al momento sia Kayode che Parisi sembrano entrati in un tunnel senza uscita. La stessa sostituzione di Beltran, che stava giocando un’altra gara insufficiente, serve davvero all’autostima dell’argentino?

Non mi è invece dispiaciuto Moreno, tipico difensore argentino. Roccioso, arcigno, dotato di gran fisico, andrà certamente rivisto con squadre più importanti ma, oltre alla stazza, ha dimostrato di lottare in ogni modo (consentito e non) pur di non farsi saltare dall’attaccante avversario. Tecnicamente non sembra proprio un numero 10, ma intanto avere qualcuno capace di difendere può aiutare.

Chiudo facendo un immenso in bocca al lupo a Mandragora, un calciatore che come sapete non è nella lista dei miei preferiti. Nonostante ciò, il centrocampista ex Udinese, ha sempre dimostrato una grandissima professionalità ed una grande importanza per il gruppo e lo spogliatoio. La sua assenza peserà certamente e se ne accorgeranno anche quegli stolti che sui social e non solo, hanno fatto battute stupide sul suo infortunio.

PS: col Milan servirà tutt’altra prestazione!!

A voi per i commenti!!