Timidi segnali di risveglio

Uno dei film che mi ha commosso maggiormente è stato “Risvegli” di cui immagino il nostro caro amico Wwayne potrebbe fare una splendida recensione (a proposito ha un blog pieno di post bellissimi su libri, serie e film)!

Ovviamente non ho iniziato il mio articolo in questo modo per promuovere il blog di Wwayne, ma solamente perché se mi dovessero chiedere un’espressione per raffigurare la partita della Fiorentina di ieri a Marassi, userei la frase “timidi segnali di risveglio”. La truppa dell’esordiente mister Vanoli infatti, ha dato l’impressione di aver iniziato a capire che si trova sul ciglio di un burrone e che è necessario iniziare a risalire tutti insieme, un pezzo per volta, un punticino alla volta. Nelle prime parole regalate al sito della società, il mister ha messo il focus sui risultati, sulla necessità di cambiare una mentalità con la quale si è spesso pensato che se non avessimo vinto quella gara, saremmo stati certamente capaci di vincere la successiva, poi quella dopo ed infine quella dopo ancora, con il risultato che, ad oggi, dopo 11 giornate, i viola devono ancora trovare il primo successo in campionato. Per invertire la tendenza, per provare a risalire la china, era necessario bloccare l’emorragia, portare a casa un risultato positivo perché, come ha detto sempre mister Vanoli, la squadra deve capire che le partite che non possiamo vincere, dobbiamo assolutamente imparare a non perderle.

Ecco a Genova, la Fiorentina sembra aver iniziato a dare qualche segnale di inversione di tendenza grazie soprattutto ad alcune individualità che speriamo possano essere in fase di rilancio. La coppia di attaccanti ad esempio, composta da Piccoli e Gudmundsson, al netto di aver trovato entrambi la rete, è sembrata più dentro al gioco, più viva, più capace di scambiarsi palla e posizione. Oltre alla fase offensiva poi, hanno avuto grande disponibilità nel tornare ad aiutare i centrocampisti ed hanno iniziato a fare movimenti coordinati, a cercarsi per giocare l’uno due, a dialogare come invece non avevamo visto in precedenza. Se davanti la Fiorentina ha fatto cose discrete, in mezzo al campo si è confermata l’assoluta imprescindibilità di Sohm: come a Magonza contro il Mainz, lo svizzero ha fatto vedere buone cose in fase di ripartenza, ha mostrato una cilindrata nel motore che in questo momento non è in dote a nessun altro centrocampista viola, ed ha mostrato anche doti tecniche importanti. L’assist per il gol di Piccoli è stato da leccarsi i baffi ed altre giocate a far correre gli esterni hanno messo in mostra ottime doti. Esterni che anche stavolta hanno alternato buone cose, soprattutto difensivamente, con errori marchiani in fase di ripartenza (l’assist sbagliato da Dodò 3 contro 1 mi ha fatto sanguinare gli occhi).  In attesa di Gosens, e con un Parisi da subentrato, almeno sulle fasce i viola sembrano attrezzati.

Le note liete però finiscono qui. Gli altri centrocampisti sono apparsi ancora in ritardo di condizione ed in confusione nella fase di riproposizione del gioco: Nicolussi Caviglia ha toccato decine di palloni ma ne ha sbagliati la maggioranza, mentre Mandragora è stato piuttosto trasparente. La difesa poi, ha ancora una volta mostrato limiti preoccupanti; per salvarsi infatti, la Fiorentina non può permettersi di continuare a prendere rete ogni domenica e tutti sono chiamati a fare di più. Dal portiere De Gea, protagonista della parata sul calcio di rigore di Colombo, ma sempre indeciso in uscita e ieri anche con i piedi, ai tre difensori sempre traballanti. Ammoniti all’alba della gara, Pongracic e Ranieri hanno ancora una volta mostrato limiti imbarazzanti: non ci dimentichiamo che ieri la Fiorentina giocava contro il peggior attacco del campionato (stando alle statistiche avanzate), un attacco che comunque ha trovato il modo di infilare due volte la palla nel sacco. La grossa differenza è che nella scorsa stagione, con Palladino in panchina, la Fiorentina giocava con un blocco bassissimo che prevedeva perfino Gudmundsson al limite della nostra area e veloci ripartenze con palla lunga su Kean con Mandragora, Gosens e Dodò ad attaccare le seconde palle. In questa stagione invece, non siamo né carne né pesce, non attacchiamo alti (come sembrava voler fare Pioli ad inizio preparazione) e non teniamo il blocco basso, inoltre non abbiamo condizione atletica (sarà per quello che da mercoledì i viola faranno doppia seduta giornaliera?).

Resta comunque un pareggio preziosissimo dal punto di vista psicologico, una squadra che finalmente non ha mollato dopo 70 minuti, un allenatore che ha dispensato consigli e pacche sulle spalle per 95 minuti, una squadra che, almeno a parole, sembra iniziare a capire dove siamo finiti. Ho già sentito diversi osservatori disquisire in merito al mercato di gennaio…. io inviterei tutti a pensare a lavorare sul campo per mettere qualche punto in classifica che altrimenti rischiamo ad arrivare all’apertura del calciomercato in condizioni già disperate!!

Per chi volesse ascoltarlo, vi lascio qui sotto il link alla conferenza stampa di Vanoli di ieri dopo il match: un deciso cambio di paradigma nell’universo viola!!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – SIGMA OLOMUC = 2 – 0  

Stavolta contava davvero solamente vincere.

Dopo un inizio di stagione horror, con statistiche da non dormirci la notte, la Fiorentina aveva il solo obiettivo di tirare un sospiro di sollievo. Se pensiamo che, ad oggi, i viola in Serie A hanno il peggior inizio da quando la vittoria vale tre punti, sono la compagine con il minor numero di tiri in porta del campionato e con il portiere con il maggior numero di parate, è del tutto evidente che più di qualcosa non funziona.

Nelle ultime stagioni la Conference League è spesso servita per far recuperare la migliore condizione ad alcuni calciatori, per sperimentare cose nuove, per dare minuti ai giocatori meno impiegati in rosa. Stavolta invece, la gara disputata contro il Sigma Olomuc, aveva una grande importanza dal punto di vista psicologico: quante volte è bastata ad una squadra una scintilla per riaccendere un fuoco? In quante occasioni abbiamo visto compagini trasformate in poco tempo grazie ad una striscia di risultati?

Sgomberiamo subito il campo dai dubbi: per me la Fiorentina non è in questa condizione! Anche ieri sera, contro un’avversaria modesta, i viola hanno mostrato i soliti problemi di questo avvio di stagione. Manovra lenta, difficoltà nel vincere i confronti individuali, poca personalità, approccio vacanziero (avete visto Gudmundsson?), sbavature difensive incredibili (vero Pongracic e Dzeko?). Nello specifico, Pioli ha riproposto il consueto 3-5-2 all’interno del quale Comuzzo non riesce più a trovare spazio (nemmeno col Sigma?), con Fagioli (molto presunto) faro del centrocampo che però ha nuovamente steccato la prova. Davanti poi, accanto ad un buon Piccoli che ha giocato quasi sempre sulla linea del fuorigioco, ecco un Dzeko che sembra essersi accorto tutto insieme dei suoi quasi 40 anni: spento, senza spunto, senza idee ed anche protagonista di alcuni errori al limite dell’area di rigore viola che potevano costare decisamente caro. Oltre al risultato dunque, anche stavolta c’è ben poco da salvare: oltre al citato centravanti, da sottolineare la prova di Ndour che, dopo un inizio di amichevoli scoppiettante, era stato messo tra gli oggetti smarriti. Gol, assist, presenza fisica, personalità: per domenica contro la Roma ci farei un pensierino!

A proposito, domenica al Franchi alle 15 arriva una squadra col vento in poppa nonostante la sconfitta europea di ieri sera: in testa alla classifica, con un Gasperini che sembra già padrone della situazione, servirà una Fiorentina molto diversa da quella “ammirata” in queste prime 5 giornate di campionato. Senza una netta inversione di marcia, rischiamo seriamente di venire sconfitti sonoramente subito prima di una sosta che diventerebbe l’occasione per un processo senza sconti nei confronti di tutti, nessuno escluso!

IL BUONO

  • Piccoli: finalmente un attaccante che trova il gol. In campionato ancora non ci era riuscito nessuno, stavolta l’ex Cagliari non fallisce un’occasione simile a quelle già capitategli con Torino e Napoli. Gioca una partita in cui attacca quasi sempre la profondità cercando di allungare la squadra. Speriamo da qui inizi una nuova storia.
  • Ndour: l’assist a Piccoli e poi lo splendido gol. Al netto di questo però, la sua prestazione è condita da tante piccole cose positive fatte tutte con personalità, direi quasi sfacciataggine. In una squadra in cui fino ad oggi tutti si sono rivelati dei pulcini bagnati, un pò di personalità è proprio quel che ci vuole. Se poi ci aggiungiamo anche una fisicità che né Fagioli né Fazzini possono dare, perché così tanto tempo fuori dalle rotazioni? Potrebbe essere un perno futuro.
  • Parisi: dopo diverse prove sconcertanti, stavolta l’ex Empoli mi ha convinto. E’ entrato con il piglio giusto, non ha avuto paura di sbagliare, ha vinto diversi duelli diretti. Questo è il calciatore che avevamo acquistato!

IL BRUTTO

  • Dzeko: una prestazione sconcertante che mi colpisce ancora di più perché arrivata dal calciatore con più esperienza di tutti. Dov’è finito il vero Edin?
  • Fagioli: credo si sia vicini ai giudizi definitivi. E non saranno teneri.
  • Condizione atletica: ecco, questa è una cosa che mi preoccupa molto. Al termine della gara, vedere Pongracic sfinito, Ranieri boccheggiare, Piccoli con i crampi mi fa pensare. Siamo sempre sicuri che fare la preparazione ai 42 gradi di Bagno a Ripoli sia una grande idea?

A voi per i commenti!!