Considerazioni sparse tra Conference e campionato

Al termine di una gara che i tifosi viola non meritano, la Fiorentina è riuscita a passare alla fase successiva di Conference League per il quarto anno consecutivo.

Certo se l’ambizione tante volte sbandierata da tutti di vincere la manifestazione è reale, sarà opportuno cambiare atteggiamento e modo di rapportarsi con gli avversari fin da subito. La squadra di mister Pioli infatti, ha giocato per 45 minuti una partita indecente, una delle più brutte che io mi ricordi. Lenti, senza ritmo, con una condizione atletica molto preoccupante, senza uno straccio di gioco, senza attenzione né intensità o grinta. Diciamoci la verità, se l’approccio alla gara di ieri sera lo avesse avuto la Fiorentina di Palladino, da ieri sera si sarebbe aperto un processo pubblico nei confronti del tecnico: giusto? Sbagliato? Certamente sbagliato ma spero che la pazienza che abbiamo visto e sentito ieri non diventi una narcolessia!

Il primo tempo di ieri sera è stato tutto il contrario di quello che vorremmo vedere in campo: sbagliato l’approccio alla gara, sbagliata la preparazione alla partita e, lasciatemelo dire, sbagliata anche la formazione iniziale. Sicuramente Comuzzo sarà un soldatino come lo chiamava Palladino, certamente sarà più maturo dei suoi anni, ma siamo proprio certi che fosse necessario mandarlo in campo dopo tre giorni in cui (per stessa ammissione di Pioli) è stato più al telefono con il procuratore e la famiglia che in campo ad allenarsi? Scelta per me del tutto incomprensibile come quella di far giocare un Pablo Marì di cui la Fiorentina sta cercando di sbarazzarsi per far posto a Lindelof. La ripresa poi, ha rimesso le cose a posto più nel risultato che nella prestazione dimostrando a tutti che ci sono calciatori che sono ormai imprescindibili ed altri che probabilmente hanno fatto il loro tempo a Firenze o non sono all’altezza di certe competizioni e di certe squadre.

Credo che dopo più di un mese di ritiro, gare amichevoli, trasferte, inizio del campionato e preliminare di Conference League, si possa iniziare a fare un’analisi relativa alla condizione ed all’utilità di certi calciatori nello scacchiere viola. Aspetto poi i vostri commenti in merito….

Voglio partire da uno dei giocatori osannati a Firenze, un idolo della curva, un influencer dai capelli viola, cioè Dodò. Ammetto che ci ero cascato anche io, vedevo questo trottolino amoroso che non si fermava mai e che ce la metteva sempre tutta anche se poi, sinceramente, determinava molto meno di quel che prometteva: pochi assist, pochissimi gol. Certo penserete…proprio oggi lo dici? Quando ieri sera ha fatto il gol che ha dimezzato lo svantaggio? Si perché anche ieri sera tantissimi errori di misura, troppe corse in avanti e troppe poche indietro per aiutare la difesa, alcuni atteggiamenti nei confronti dei compagni non proprio irreprensibili. Continuo a pensare che anche l’impiego tra i centrocampisti, dove si ha meno spazio per correre e si deve essere più forti nell’uno contro uno non lo aiuti, ma il Dodò del passato non si vede più ormai da troppo tempo. Sull’altra sponda del fiume abbiamo invece Gosens: anche ieri sera il suo ingresso ha completamente ribaltato la partita non tanto e non solo dal punto di vista tecnico quanto dal punto di vista mentale. E’ un leader nato che, oltre a ciò, sa giocare anche divinamente a calcio: uno degli imprescindibili della truppa viola.

Uno dei calciatori che lo scorso anno era perfetto per il calcio che si giocava ma che adesso purtroppo non lo è più è invece Pablo Marì: giocatore bravissimo quando si difende bassi, quando non si deve scappare all’indietro, quando ci sono punti di riferimento lateralmente e davanti. Nel calcio di Pioli, in cui si gioca uno contro uno a tutto campo, Marì ci sta come il cavolo a merenda (come diceva mia nonna). Giustissimo pensare alla sua cessione! Chi invece nel pacchetto arretrato mi sta sorprendendo positivamente è Viti: confesso che ero molto scettico nei suoi confronti sia per le ultime stagioni che per le prime prestazioni. Invece mi sto ricredendo: svolge egregiamente il suo compito senza strafare, riesce spesso anche a far ripartire l’azione non per forza limitandosi al passaggio orizzontale… Continua così che vai bene! Ed ancora meglio sta andando il suo compagno di settore giovanile Fazzini; anche ieri sera, seppur nel buio del primo tempo, ha fatto vedere doti non comuni. Cambio di passo, doti tecniche, personalità, sfacciataggine, brillantezza. Forse davvero stavolta non abbiamo preso una fregatura dall’Empoli!!! Fregatura che invece penso proprio ci sia stata data con Parisi. Oddio forse non è il termine giusto, ma il terzino sinistro appare ormai da mesi in difficoltà; anche con il cambio di tecnico (cambio direi favorevole visto che almeno uno spezzone lo sta facendo sempre), Parisi sembra sempre in apnea, in difficoltà fisica e mentale. Quando prova la giocata difficile la sbaglia sempre, ma purtroppo ultimamente anche quella facile sembra diventare impossibile. Dà proprio l’impressione che, anche per lui, sarebbe forse opportuno e salutare un’esperienza lontano da Firenze.

Chiudo infine più con una riflessione che non con una disamina rivolgendo un pensiero a Comuzzo: credo sinceramente che la gestione del giovane difensore viola sia ingiusta innanzitutto per lui. Decidiamo una volta per tutte! E’ incedibile o no? Se lo è, dichiariamolo e continuiamo a farlo giocare sereno, altrimenti teniamolo a riposo fisico e mentale a Torino perché stiamo mettendo in difficoltà un ragazzo che non lo merita. Comuzzo è certamente un capitale umano e tecnico della Fiorentina e del calcio italiano ma è prima di tutto una persona, un ragazzo giovane con le proprie debolezze ed i propri sentimenti. Non merita le figure alle quali Pioli e la squadra viola lo stanno esponendo.

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

CAGLIARI – FIORENTINA = 1 – 1  

Un punto che lascia aperti tanti interrogativi.

La Fiorentina torna da Cagliari con un pareggio che può essere letto da due diverse angolazioni: il gol di Luperto oltre il 90’ minuto lascia certamente dell’amaro in bocca per quello che avrebbe potuto essere e non è stato ma, se guardiamo allo sviluppo della gara, dobbiamo onestamente ammettere che tre punti sarebbero stati decisamente troppi.

La squadra di Pioli, scesa in campo con la stessa formazione di Giovedì, ha dimostrato subito come, sicuramente per l’avversario diverso ma anche per il caldo, le cose sarebbero andate in modo ben diverso. La manovra è stata lenta, prevedibile, senza che i calciatori si muovessero per dettare la giocata al compagno con un ritmo più da amichevole contro la squadra Primavera che non da prima di campionato. Il Cagliari invece, ha iniziato a pressare altissimo fin dal fischio di inizio, ha cercato la verticalizzazione rapida verso il simpaticissimo Borrelli ed ha asfissiato i centrocampisti viola in ogni zona del campo. Tra l’altro, si è rivisto l’ex Folorunsho in tutta la sua forza ed esplosività, libero di svariare e lottare contro tutto e tutti: complimenti vivissimi a Mister Palladino che lo ha fatto giocare terzino per 3 mesi! A parte questo, nella prima frazione, le prove dei singoli sono state molto al di sotto della sufficienza: Ranieri si è più volte complicato la vita nelle ripartenze, Dodò (che non ha mai saltato l’uomo in tutta la gara) ha avuto la grande idea di provare dribbling anche nella nostra area di rigore, Ndour è sembrato il cugino di quello visto ed ammirato in Conference League, Fagioli ha portato troppo palla, Sohm ha sbagliato anche azioni di rimessa facili mentre gli attaccanti sono stati trasparenti. Nulla da salvare? Beh poco ma qualcosa si! Due salvataggi clamorosi di Gosens (che ha dovuto fare il terzino tutta la partita visto che Dodò non ne ha voluto sapere di pensare anche a difendere) ed una parata strepitosa, poi ripetutosi anche nella ripresa, di De Gea che ha letteralmente salvato il risultato: solo grazie a loro, Pioli ed i suoi ragazzi hanno chiuso un primo tempo senza tiri verso la porta avversaria con il risultato di pareggio.

Le cose sono leggermente migliorate nella ripresa grazie anche alle due sostituzioni effettuate dal mister all’intervallo: Viti, buona la sua prova, rispetto a Ranieri ha alzato il livello del palleggio e soprattutto ha dato prova di personalità portando avanti la linea difensiva e cercando di dare riferimenti ai propri compagni, mentre Mandragora non si è limitato al gol del vantaggio grazie ad un bel colpo di testa. Il centrocampista goleador della scorsa stagione, ha finalmente velocizzato la manovra grazie ad alcune aperture di prima ed ha liberato maggiormente Fagioli suddividendosi i compiti di regia. Grazie a ciò, anche il regista è salito molto di livello sia difensivamente che offensivamente confermando come le sue qualità tecniche siano imprescindibili per la Fiorentina. Con una manovra leggermente più fluida, anche gli attaccanti hanno avuto qualche palla da giocare ed in una di queste Gudmundsson ha confezionato il cioccolatino che Mandragora ha messo in porta. Dal gol, per una decina di minuti, i viola hanno avuto il pallino del gioco in mano ma purtroppo Kean si è divorato una palla gol sanguinosa che avrebbe probabilmente chiuso la contesa. Da qui in avanti purtroppo, i viola sono ricaduti in problemi di gestione della gara che conosciamo da troppi anni: tolti Fagioli e Mandragora in mezzo al campo ed un Fazzini entrato con personalità e piglio giusto, i viola sono apparsi in netta difficoltà dal punto di vista fisico e mentale. Sono ancora una volta venuti fuori quei problemi di leadership che tanti punti hanno fatto perdere alla Fiorentina nelle ultime stagioni. Oltre a ciò, alcuni dei viola impiegati hanno mostrato anche limiti fisici e di approccio: Parisi ha perso diversi palloni e non ha mai dato la sensazione di tranquillità, Pablo Marì ha avuto un impatto del tutto negativo sia in marcatura sugli attaccanti avversari che in fase di riproposizione del gioco, Kean ha perso tutti i confronti diretti con Mina. Il pari, arrivato solamente a tempo scaduto grazie ad una dormita difensiva e ad una papera di De Gea (è un essere umano anche lui allora!!!), è stata solamente la logica conseguenza della prestazione della squadra. Giovedì dobbiamo far mettere minuti nelle gambe a chi ancora ne ha pochi, ma la strada da fare in campionato per diventare competitivi è ancora molto lunga!

IL BUONO

  • Fagioli: certamente porta troppo la palla, fisicamente non è un crack, ma la classe è cristallina ed il gioco sgorga dai suoi piedi in modo del tutto naturale. Da quando è arrivato a Firenze poi, è cresciuto difensivamente in modo esponenziale. Ancora ha tanta strada da fare (ad esempio nel tiro in porta), ma ad oggi è imprescindibile. Il punto di riferimento tecnico della squadra viola.
  • Mandragora: contratto o non contratto, quando subentra a Ndour la musica cambia. La palla gira più velocemente, l’area del Cagliari viene riempita in modo diverso, la squadra guadagna 30 metri di campo. E poi il gol. Serve altro?
  • Pongracic: farà anche errori di irruenza, ma quando Pioli lo sposta dal centro della difesa, i viola iniziano a sbandare proprio in quel settore del campo. Solamente un caso?
  • Fazzini: ammetto che ho un debole per questo ragazzo da quando giocava negli allievi, ma in un quarto d’ora mostra diversi colpi del proprio repertorio ed entra con una cattiveria ed un piglio importante. Credo meriti più minuti!

IL BRUTTO

  • Kean: perde praticamente ogni duello con Mina ma soprattutto si divora il gol che avrebbe probabilmente chiuso la gara. Dopo il rosso in Conference, un errore marchiano sottoporta. Per volare abbiamo bisogno del miglior Moise!
  • Dodò: quando un calciatore non è ancora fisicamente al massimo, dovrebbe cercare di giocare semplice. Il brasiliano invece, conosce un solo modo di giocare e stavolta aiuta anche poco in fase difensiva. I cross sono sempre imprecisi, il dribbling troppo insistito. Reset necessario!
  • Parisi – Marì: uno troppo piccolo, l’altro troppo lento. Come poter convivere con questi limiti? Con applicazione feroce, sfacciataggine, voglia di sacrificarsi per sé stessi e per la squadra. Esattamente il contrario di ciò che abbiamo visto ieri a Cagliari.

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

POLISSYA – FIORENTINA = 0 – 3  

La Fiorentina di Pioli c’è!

I viola tornano dalla trasferta europea con un rassicurante 3 – 0 ed ipotecano il passaggio alla fase a gironi della” nostra” Conference League. Perché ho voluto iniziare citando il mister? Perché credo che ieri sera si sia già vista netta ed importante la mano del mister. Come dite? Abbiamo giocato contro una squadra di terza serie? Perché scusate, lo scorso anno la Puskàs Academy era da Champions League? Eppure pareggiammo sia all’andata che al ritorno e passammo il turno solo grazie ai calci di rigore….. Ci ha salvato De Gea perché altrimenti avremmo preso rete anche ieri sera? Vero! Ma vi do uno scoop!! De Gea lo avevamo anche lo scorso anno ma qualcuno volle metterlo in panchina per far giocare Terracciano!!

E poi la preparazione della gara: nonostante il Polissya sia una squadra sconosciuta praticamente a tutti, la Fiorentina ieri sera è entrata in campo sapendo esattamente cosa fare e come farlo. Non solo, ma al netto della dormita di Pongracic in occasione del miracolo di De Gea, i viola non hanno regalato nulla ed hanno inaridito tutte le fonti di gioco degli avversari. La verità è che la Fiorentina non ha minimamente sottovalutato l’avversario, ha schierato la miglior formazione possibile e non si è fatta prendere dalla spocchia di poter giocare con tre attaccanti veri contro una presunta squadretta; Pioli ha deciso di schierare un solido 3-5-2 in cui Ndour ha coperto benissimo il campo sia in fase difensiva che offensiva accanto ad un Fagioli più attento a difendere che ad impostare e ad un Sohm in netto ritardo di condizione. La squadra ha giocato una partita intelligente, in cui il primo obiettivo è stato quello di recuperare palla in avanti e verticalizzare, andare a cercare il gol per chiudere la pratica già all’andata. Il passo in avanti dal punto di vista mentale e di leadership è insomma evidente e non lo è solamente in quei calciatori che già lo scorso anno lo avevano evidenziato come Gosens. Gudmundsson ad esempio, sembra un altro calciatore: centrato, sempre pronto a sacrificarsi per la squadra ma anche a creare la superiorità numerica, ha purtroppo commesso tanti errori tecnici che non lo hanno fatto calciare in porta più spesso, errori che comunque dipendono da una condizione atletica ancora da affinare. Ciò che però è piaciuto di più, è stato lo spirito di sacrificio quando la squadra, rimasta in 10, ha avuto bisogno delle sue rincorse per non perdere troppi metri di campo e ripartire in contropiede fino a chiudere la pratica su assist di Ndour.

Se vogliamo trovare un paio di difetti alla vittoria viola, dobbiamo guardare ad alcune letture difensive ed ovviamente dell’espulsione di Moise Kean. Se De Gea è stato chiamato a fare almeno un paio di interventi clamorosi (soprattutto il primo), è perché in particolare Pongracic, ma anche Ranieri e Comuzzo, hanno avuto alcune letture errate nel marcare uno contro uno i rispettivi avversari. Soprattutto il centrale ex Lecce ha fatto lo stesso errore che ci era già costato il gol contro la Japanese University: Pongracic guarda la palla, l’attaccante gli scivola alle spalle ed incorna indisturbato verso la porta viola. Qui dobbiamo assolutamente migliorare, come in alcune uscite palla al piede di Comuzzo e Ranieri. Infine l’espulsione…. Detto che anche il difensore ucraino avrebbe dovuto ricevere almeno il cartellino giallo, un calciatore dell’importanza e del livello di Kean non può cadere in questi tranelli e provocazioni. L’attaccante viola ha dimostrato nella prima mezz’ora lo strapotere fisico, la cattiveria ma anche l’altruismo giusto per diventare uno dei leaders della squadra: dal (quasi) gol del vantaggio all’assist per Gosens, fino alla capacità di difendere la palla per far salire la squadra, Moise sta diventando quasi il regista offensivo della squadra, una sorta di Lukaku con Conte, un giocatore che determina con i suoi movimenti, i suoi tagli, le sue giocate, lo sviluppo della manovra offensiva della Fiorentina. Per tutto questo, Kean non può e non deve cadere in queste provocazioni. Sono certo che Pioli saprà farglielo capire velocemente!

IL BUONO

  • Pioli: prepara in modo perfetto la gara, non sottovaluta l’avversario né con la formazione iniziale, né con l’atteggiamento, né con le sostituzioni. In panchina il salto di qualità è stato fatto.
  • Ndour: il giovane centrocampista dell’Under 21 aveva già mandato bei segnali nella tournée inglese, ma ieri sera si è superato. Ha giocato una partita totale: perfetto in fase difensiva, sempre pronto ad offrire la giocata al compagno, artefice dell’assist a Gudmundsson. Veramente tanta roba!
  • De Gea: la parata che ci salva dal potenziale pareggio è semplicemente mostruosa. Ieri, nelle pagelle del Corner Viola, ammetto di avergli dato troppo poco ma ormai ci ha abituato anche ai miracoli. Fenomeno assoluto.
  • Gosens: seppur non ancora al top fisicamente, rincorre tutti e segna il gol del raddoppio con un sinistro imparabile. Non manca poi di randellare e prendere un cartellino giallo quando sembra che i compagni abbassino l’intensità per risvegliarli dal torpore. Leader assoluto.

IL BRUTTO

  • Kean: seppur non mi senta di condannarlo in toto, deve crescere pensando a quanto è diventato importante in questa squadra. Moise mi raccomando!
  • Occasioni concesse: va bene che abbiamo un mostro in porta, ma le occasioni che abbiamo lasciato alla squadra ucraina sono state decisamente troppe. Dobbiamo assolutamente migliorare.

A voi per i commenti!!

Appunti viola dal “Teatro dei Sogni”

L’amichevole di maggior prestigio del precampionato viola regala risposte incoraggianti e buone sensazioni. La Fiorentina di Stefano Pioli, di fronte ad uno dei team europei con la maggior capacità di spesa, seppur in crisi ormai da anni, tiene benissimo il campo e dimostra un’interessante crescita dal punto di vista fisico, del gioco e soprattutto di personalità. Il nuovo corso sembra finora aver colpito nel segno, con una compagine che ribatte colpo su colpo agli avversari e non si perde d’animo alla prima difficoltà.

Il protagonista della contesa però, non poteva che essere David De Gea, portiere per più di 10 stagioni del Manchester United lasciato poi svincolare per puntare su Onana (a proposito di direttori sportivi particolari) ed ora colonna portante dei colori viola. L’estremo difensore spagnolo è stato omaggiato da tutto lo stadio e dagli ex compagni ma poi ha pensato bene di compiere un paio di interventi importantissimi per mantenere la propria porta imbattuta (visto che il gol dello United non si può considerare dal momento che è clamorosamente irregolare). Come di consueto in questi articoli prestagionali, cercherò di lanciare degli spunti di riflessione su ciò che ha funzionato di più e cosa invece resta da registrare.

La formazione iniziale schierata da Pioli, con Sohm sorprendentemente subito in campo, credo sia quella più vicina alla squadra ideale in questo momento. Ma al netto degli interpreti, ciò che è piaciuto di più è stato l’atteggiamento: finalmente una Fiorentina che non si rintana nella propria metà campo in attesa dell’errore degli avversari, ma una squadra che esercita un’aggressione feroce della palla sempre molto alta. Pongracic e compagni si schierano uomo su uomo in tutte le zone del campo ed invece di contenere l’avversario per accompagnarlo in una zona dove far scattare il raddoppio, come avveniva nella scorsa stagione, vanno direttamente alla riconquista della palla rischiando talvolta anche di lasciare molto campo alle spalle. In questo i difensori viola devono cercare di trovare una chimica pressoché perfetta per non regalare praterie verso De Gea: Pongracic in particolare ha giocato una gara eccezionale rubando tempo e spazio agli avversari e riuscendo anche a far ripartire l’azione.

Con questo atteggiamento di riconquista in avanti, i centrocampisti centrali non hanno grandissimi compiti di regia ma devono soprattutto cercare di accompagnare l’azione: devono cioè trovare gli spazi giusti per ricevere palla faccia alla porta in modo da far ripartire il più velocemente possibile gli attaccanti. In questo, sia Fagioli che Sohm, devono ancora lavorare molto poiché troppo spesso vanno alla ricerca di spazi in ampiezza che intasano poi le linee di passaggio per Dodò e Gosens. La fase di ribaltamento dell’azione in avanti poi, sconta tantissimo la scarsa intesa dei due trequartisti con Kean: troppo spesso, soprattutto Dzeko e l’attaccante italiano rischiano di pestare le stesse zolle di campo mentre Gudmundsson gioca ancora troppo lontano dalla porta per riuscire a determinare. La miglior caratteristica dell’islandese infatti, è la capacità di trovare sempre lo specchio quando arriva alla conclusione, ma anche stavolta non ha mai trovato lo spazio ed il tempo per il tiro.

Detto di un Pongracic migliore in campo, voglio però sottolineare la prova di altri due calciatori viola, Sohm e Kouadio. Il primo, buttato nella mischia tra i titolari dopo poco più di 24 ore dall’arrivo in ritiro, ha dimostrato personalità e capacità di adattamento. Ancora deve capire i meccanismi soprattutto in fase di possesso palla oltre a dover conoscere il compagno di reparto Fagioli, ma ha fatto vedere subito di non aver paura dei grandi palcoscenici e di avere una grande intelligenza tattica che lo ha supportato in un ambiente nuovo. Ancora più sorprendente è stato il giovanissimo Kouadio: buttato nella mischia dopo poco più di mezz’ora per un problema accusato da Comuzzo, quindi praticamente senza riscaldamento, non ha sofferto minimamente né l’ambiente né gli avversari. Sempre pulito negli interventi, pronto anche a ripartire in zona offensiva, ha dimostrato ancora una volta che i giovani bravi ci sono e vanno fatti giocare!! Da questo punto di vista, un plauso anche a Pioli che, invece di inserire Pablo Marì spostando Pongracic da braccetto, ha dimostrato che quando si lavora bene sulle coppie di giocatori, l’età non conta; dopo Kayode e Comuzzo un’altra gemma pronta a sbocciare?

Unica pecca della gara e della tournèe inglese è la fatica che la Fiorentina continua ad avere nel trovare la via della rete: anche nella gara odierna, Kean ha avuto un paio di occasioni importanti, mentre come detto sia Dzeko che Gudmundsson non hanno mai tirato in porta. Tolto un tiro al volo di Gosens ribattuto dall’islandese, la traversa di Sohm ed un paio di tiracci di Fagioli, i viola non hanno mai impensierito la porta avversaria. Questo credo sia il problema più urgente da risolvere!!

A voi per i commenti!!

Appunti viola dall’Inghilterra

Dopo le vittorie piuttosto comode contro la formazione Primavera, il Grosseto e la Carrarese, la Fiorentina fallisce il primo test internazionale. Niente di allarmante ma contro un Leicester lontano parente di quello che vinse una clamorosa Premier League guidato da mister Ranieri, una squadra che ormai non ha più tra le proprie fila nemmeno uno tra i campioni d’Inghilterra dopo lo svincolo di bomber Vardy, i viola perdono 2-0 alla fine di una gara in cui non riescono a calciare mai nello specchio della porta avversaria.

In questo mio articolo cercherò di approfondire alcuni spunti tratti dalla prova dei ragazzi allenati da Pioli senza lesinare critiche ma sinceramente la cosa che mi ha maggiormente colpito ed infastidito della sconfitta in terra inglese è stata la reazione di alcuni leoni da tastiera che, al triplice fischio, non hanno trovato di meglio che iniziare a fare polemica criticando ferocemente calciatori, società e proprietà lasciando al momento fuori dagli strali solo mister Pioli. Se certamente la prova dei viola è stata deludente, queste reazioni scomposte mi fanno pensare che non si aspettasse altro per iniziare a polemizzare senza alcuna volontà di analisi.

Venendo alla gara, la formazione schierata iniziale farebbe sinceramente molta fatica a salvarsi in Serie A: rileggetevi l’undici titolare e ditemi se sbaglio! Fin da subito, la Fiorentina è stata in balìa degli avversari e la prova di molti è stata del tutto deludente. Partendo da Martinelli, l’unico viola ad essere impiegato per tutti i 90 minuti, possiamo affermare che il giovane nuovo numero 12 ha certamente delle buone doti nello specchio della porta, ottimi riflessi e discreta personalità ma deve assolutamente migliorare con i piedi; nel calcio di oggi, non è più sufficiente essere bravi con le mani per giocare ad alti livelli! Il terzetto difensivo poi, ha messo in mostra ancora una volta un Kouadio dotato di una personalità ed una fisicità importante sia come difensore nei tre, sia come quinto di centrocampo. Accanto a lui, Pablo Marì si è nuovamente imposto come leader difensivo anche per l’ottima scelta di tempo nelle chiusure, mentre Viti è per me un mistero: lento, poco cattivo, senza personalità, con piedi ruvidi. Speriamo sia solo questione di ritardo di condizione, ma la catena creata a sinistra con l’altro ex Empoli Parisi è stata catastrofica. La prova di Fabiano infatti, ha rischiato il tragicomico tra l’indecisione sul primo gol e l’umiliazione del secondo in coabitazione con Bianco.

Quest’ultimo credo e spero abbia finalmente esaurito i propri bonus: purtroppo il prodotto del settore giovanile viola, atteso al banco di prova definitivo per dimostrare di poter restare in rosa, sta dimostrando di non poter giocare in una squadra con ambizioni europee per carenze fisiche e non solo. Gli altri centrocampisti e trequartisti hanno provato a creare qualcosa in più senza mai rubare la scena (anche se Richardson impiegato più vicino alla porta ha fatto intravedere qualche lampo interessante) mentre Fortini, alla prima presenza dopo un lungo infortunio, è apparso in netto ritardo di condizione. Beltran infine, seppur mai servito a dovere, ha dato l’ennesima dimostrazione di incompiutezza, di un calciatore che non è né carne né pesce e che probabilmente non sente più nemmeno la fiducia necessaria per continuare la sua avventura in viola.

Dopo 60 minuti Mister Pioli ha deciso di rivoluzionare la squadra cambiando praticamente tutti gli interpreti in campo: la Fiorentina a quel punto, ha avuto il pallino del gioco in mano per ampi tratti di gara ma non è comunque mai riuscita a tirare nello specchio della porta. Da sottolineare alcune discese interessanti di Dodo’ ed una buona attitudine di Kean, ma il migliore in campo almeno per qualità di giocate è stato senz’altro Dzeko. Giocatore elegantissimo, l’ex Roma Inter e City è in grado di fare la punta ed il trequartista, di pulire ogni pallone gli arrivi, di creare l’assist per il compagno o di provare a calciare in porta: in due parole un giocatore meraviglioso!!

Dopo che oggi conosceremo i potenziali avversari nei playoff di Conference League, i viola inizieranno a preparare la seconda sfida in terra inglese contro il Nottingham Forest dell’ex Nikola Milenkovic: ci aspettiamo tutti un bel passo in avanti!

A voi per i commenti!!

Come cambia il vento

Sembra passato un secolo da quando era appena finita la stagione, la squadra aveva mancato ogni obiettivo, un altro allenatore aveva deciso di lasciare la panchina viola, la tifoseria della Fiorentina (stavolta unita) lanciava critiche ed offese ad una proprietà che, con la risposta di Commisso, dimostrava ancora una volta di non aver capito Firenze, i tifosi viola ma soprattutto il significato della Fiorentina per i propri sostenitori.

Ma stavolta, quando ormai nessuno più credeva in loro, Prade’ (il più citato dalle critiche della tifoseria) e Goretti hanno capito che si era davanti all’ultimo giro di giostra, all’ultimo minuto dei supplementari, al rigore decisivo della contesa ed allora hanno deciso finalmente di dare una sterzata convinta almeno relativamente alla scelta della persona da mettere in panchina: basta scommesse, basta giochisti a senso unico, basta mediocrità! Era dall’arrivo di Giovanni Trapattoni che la Fiorentina non disponeva di un allenatore scudettato, perlopiù una persona che, pur non avendo il D612 nel codice fiscale, potrebbe insegnare a tante persone cosa significa essere fiorentini e cosa significano i colori viola per Firenze. Una sterzata talmente netta che mi ha fatto venire in mente quella splendida canzone di Fiorella Mannoia:

Come si cambia per non morire
Come si cambia per amore
Come si cambia per non soffrire
Come si cambia per ricominciare
Come si cambia per non morire

Come si cambia (1984)

Certamente queste prime amichevoli disputate ci hanno restituito una Fiorentina che non si rintana nella propria metà campo ad aspettare l’errore altrui per ripartire in contropiede con una bella pallonata su Kean, una squadra che rispetto a quella di Palladino ha in comune solamente la difesa a 3. Il nuovo corso infatti, prevede che i viola cerchino di dominare il gioco, di avere il controllo della situazione, di recuperare la palla il più avanti possibile: non solo, ma si cerca di puntare sulla qualità dei calciatori chiedendo loro di esprimere il talento senza paura per provare a vincere le partite. Ma se l’aspetto tecnico tattico è ancora da affinare, e le amichevoli inglesi diranno a che punto è la squadra viola, ciò che più impressiona è il cambio di situazione ambientale.

Dalla contestazione strisciante ad oggi, la rivoluzione è quasi copernicana con il mondo viola che sembra vivere in una bolla: il Viola Park (finalmente) aperto al pubblico ogni giorno gratuitamente, amichevoli sempre sold out, ottimi dati nella vendita delle maglie, una campagna abbonamenti che ha già oltrepassato il limite delle 11.000 tessere staccate!! Finalmente la città e la squadra sembrano camminare insieme, grazie ad un tecnico che ha saputo fin da subito toccare le corse giuste, usando parole non urlate ma importanti, arrivando a porre sul tavolo obiettivi arditi: possibilmente un trofeo lottando stabilmente per la zona Champions League. Pioli ha affermato di aver ricevuto ampie rassicurazioni dalla proprietà in merito al mercato dei prossimi 3 anni, cioè la durata del suo contratto.

La speranza è che la consapevolezza di essere all’ultimo giro di giostra, all’ultimo atto di fiducia della piazza nei confronti della società, sia arrivato ben chiaro anche aldilà dell’Oceano. Anche se Commisso ancora non sembra esserne consapevole e non manchi occasione per ricordarlo, mettersi contro un’intera città non è mai un bell’affare. Da queste parti lo hanno provato le famiglie Pontello e Della Valle, entrambe alla fine costrette ad andarsene; Firenze è già ripartita dalle ceneri della C2 e non si è mai disunità finché non è tornata in Serie A. La speranza è non dover ripetere certe esperienze: tra meno di un mese parte la nuova avventura….

Appunti viola dopo la prima amichevole estiva

Dopo la fine del campionato e lo scossone tecnico dato dalle dimissioni di Palladino (chi era costui??), la Fiorentina è stata brava ad assicurarsi in panchina la figura migliore tra quelle raggiungibili, cioè l’amato Stefano Pioli. Oltre al tecnico, i primi colpi di mercato sono stati più che buoni: un attaccante esperto come Dzeko che sa fare la prima e la seconda punta, ha grande esperienza internazionale oltre che leadership, uno che sa come si vincono le partite che contano, un centrocampista dalle grandissime potenzialità come Fazzini, tecnicamente ottimo, con il fiuto del gol e con perfetti tempi di inserimento, infine un difensore di rotazione come Viti che a me non convince molto, uno che è troppo abituato a giocare in contesti perdenti con cui si è guadagnato due retrocessioni consecutive. Le conferenze stampa di tutti i nuovi, da Pioli ai calciatori, sono state ineccepibili ma stasera ci aspettavamo una prima relativa conferma. Nelle ultime settimane mi sono allontanato dal mio amato blog per una serie di questioni personali e per un lavoro che sta diventando sempre più importante, ma quando la maglia viola scende il campo non riesco proprio a resistere: non vi prometto che scriverò in merito ad ogni amichevole, ma stavolta eccomi qua!!

La prima Fiorentina si presenta con il tridente di cui Firenze spera di innamorarsi, quello composto da Gudmundsson, Dzeko e Kean con l’islandese che si muove dietro la coppia dei compagni; la difesa davanti al confermatissimo De Gea è composta da tre giocatori (anche perché la rosa è strutturata per giocare con questa disposizione) ma tra i titolari non c’è Pongracic bensì Comuzzo con capitan Ranieri e Pablo Marì perno centrale. Il centrocampo infine, è la sorpresa maggiore rispetto allo scorso anno: Pioli infatti, sceglie la strada della qualità non solamente a parole schierando solamente 4 uomini e non 5, Dodò e Gosens sugli esterni e la coppia Mandragora Fagioli in mezzo, senza dunque un vero e proprio mediano davanti ai difensori.

Venendo al campo, possiamo innanzitutto dire che la Fiorentina di Pioli sta cercando di cambiare il proprio atteggiamento in campo: l’idea non è più quella di aspettare passivamente le giocate della squadra avversaria ma quella di andare ad attaccare alta per recuperare palla più vicina alla porta avversaria. Non solo, ma la volontà è quella di provare a difendere insieme e non solamente attraverso l’uno contro uno: ne è dimostrazione il ripiegamento a turno di Dzeko e soprattutto Gudmundsson in mezzo ai centrocampisti per andare a raddoppiare gli avversari in possesso di palla.

Cercando poi alcuni spunti per reparto, possiamo dire che tra i difensori Ranieri è sembrato più coinvolto offensivamente e sempre attento nella propria metà campo, Comuzzo tra alti difensivi e bassi offensivi con alcuni errori tecnici, ma la sorpresa è stata Pablo Marì. La sua qualità nel giocare la palla in verticale è stata semplicemente deliziosa: sia in occasione del gol del vantaggio di Dodò che nello sviluppo di altre occasioni, il difensore ex Arsenal ha mostrato qualità veramente pregevoli che saranno piaciute a mister Pioli. Che il regista quest’anno sia proprio lui? Il reparto più in difficoltà è sembrato certamente il centrocampo: Dodò è apparso indietro dal punto di vista difensivo anche se ha trovato il gol, Gosens si è scambiato bene con Ranieri ma non ha trovato quasi mai la linea di fondo, infine Mandragora e Fagioli non sono riusciti a far viaggiare bene il pallone in mezzo al campo. Senza un riferimento quale il vertice basso, hanno fatto vedere di avere ancora bisogno di tempo per conoscersi e trovare quell’affiatamento che certamente arriverà. Infine l’attacco, il reparto che incuriosiva di più: Gudmundsson e Dzeko si sono alternati spesso nella posizione di trequartista con Kean a fare il perno centrale. L’islandese, il giocatore da cui ci aspettavamo il maggior numero di risposte, ha finalmente mostrato grande volontà di sentirsi parte del progetto di squadra che Pioli sta costruendo. Molto più coinvolto, molto più dentro al gioco, si è messo a disposizione dei compagni anche nella fase difensiva ma ha fatto vedere il meglio nella metà campo avversaria con un palo e l’assist per Dzeko. Quest’ultimo, oltre al gol, ha fatto una tonnellata di cose utili mentre Kean è sempre Moise: ha segnato, ma ha anche sprecato un paio di occasioni clamorose senza però mai mollare né calare di intensità.

Anche nella ripresa Pioli ha schierato la squadra con la difesa a 3, segno che la scelta sembra essere stata presa. Ovviamente però, anche per gli interpreti, la seconda frazione ha dato meno spunti e dunque cercherò di analizzare solamente la prova di alcuni singoli anche se il ritmo e l’avversario (le riserve della Fiorentina Primavera) non aiutano: partiamo dal presupposto che non parlo e non parlerò della prova di un calciatore che nello scorso mercato di gennaio si è trasferito al nord dicendo che la maglia rossonera era il suo sogno fin da bambino. Per come vedo il calcio io, il buon Sottil non si merita la maglia che questa sera gli è stata messa addosso; ha giocato a tutta fascia? Ha regalato un assist? Ha segnato un gol? Non mi interessa. Dei nuovi, ha regalato buonissime sensazioni Fazzini (tra l’altro tifoso viola e non rossonero) non solamente per il gol: ha mostrato doti tecniche fuori dal comune, grande facilità nel trovare la porta, qualità indiscusse nel primo controllo del pallone, splendida visione di gioco. Lo sconosciuto Kospo poi, seppur contro un avversario che non ha quasi mai superato la metà campo, ha palesato grandissima personalità, ottime doti tecniche e buona intraprendenza…potrebbe fare la spola tra primavera e prima squadra! Ndour si è notato solamente per la tripletta (!!!) messa a segno mentre chi ancora una volta ha deluso è Lucas Beltran: sicuramente giocare con le seconde linee non aiuta, ma se davvero vuole restare a Firenze, non sono queste le prestazioni che lo possono aiutare!

A voi per i commenti!!

Fiorentina: e ora?

E’ passata poco più di una settimana dalla fine del campionato e, come di consueto, avrei dovuto cimentarmi nel bilancio della stagione viola dopo aver assegnato con mio figlio Niccolò i voti ai calciatori della Fiorentina sulla pagina Facebook ed Instagram de “Il Corner Viola”.

Già, ma tutto questo sarebbe possibile se tifassi per una squadra normale, che segue il corso degli eventi come tutte le altre: ultima giornata di campionato, bilancio dei tifosi, conferenza stampa della società, programmi per la stagione successiva nella speranza di fare meglio rispetto a quella appena trascorsa. Appunto, se la Fiorentina fosse una squadra normale magari sarebbe andata così ma a Firenze niente è mai normale, niente viaggia sui binari attesi, niente deve essere mai dato per scontato.

In poco più di 72 ore infatti, giusto per ricapitolare, la Fiorentina si è piazzata al 6° posto in classifica con 65 punti qualificandosi per l’ennesima volta alla prossima Conference League ed ha provato a festeggiare insieme ad una curva (e non solo) che si aspettava qualcosa di più. Il giorno dopo la società a ranghi riuniti ha fatto una riunione di mercato in cui Ferrari, Pradè, Goretti e Palladino hanno programmato (o forse avrebbero dovuto programmare) il prossimo mercato; un mercato ed una stagione appena terminata che è stata raccontata in una conferenza stampa in cui si è difeso il proprio operato e si è provato a rilanciare in vista della stagione 2025/2026.

Da qui in poi le prime crepe: il proprietario della Fiorentina Rocco Commisso, tra le poche cose dette, si è lanciato in una invettiva nei confronti della parte più calda della tifoseria invitandoli a non contestare più e ricordando che la maggioranza dei supporters viola stava con lui e con la dirigenza. Ora io dico….ma dopo ormai sei anni di presidenza ancora non avete capito com’è Firenze e la sua tifoseria? Ancora non avete capito che la gente ti dona anche il proprio cuore ma si aspetta che qualcosa torni indietro? E quel qualcosa non sono i trofei ma l’amore per la squadra, per la città, per i simboli. La tifoseria viola ha (secondo me) subìto perfino troppo in queste stagioni: il capocannoniere del campionato ceduto alla Juventus mentre si è in lotta per la Champions League, i migliori calciatori che prendono sempre altre strade (Torreira su tutti), lo stemma storico della società cambiato senza nemmeno pensarci per pure questioni di marketing, una politica societaria sempre attenta ai bilanci, mai al gioco del calcio. Che poi l’uscita di Commisso sulle presunte maggioranze e minoranze è praticamente la stessa che utilizzò Della Valle in passato nei confronti della tifoseria viola: ma almeno un addetto stampa che gli suggerisce come comunicare con la città non esiste? Almeno qualcuno che lo guidi nei sentimenti di Firenze non servirebbe? Certo se non si vuole mai una bandiera in società questi sono poi i risultati….. Commisso, Ferrari e Pradè sono riusciti in qualcosa che qui da noi non si vedeva da anni: sono riusciti ad unire la Curva Fiesole con il Centro Coordinamento Viola Club che rappresenta o cerca di rappresentare ormai solo i tifosi della Maratona e della Tribuna! Quante volte si è detto che Firenze è una città destinata ad essere sempre divisa tra Guelfi e Ghibellini? Ecco quando queste due parti trovano un nemico comune diventa dura per tutti!!!

Se però tutto questo non vi era sembrato abbastanza, ecco l’altra notizia clamorosa: le dimissioni di Palladino!! Vi piacerebbe sapere perché le strade del tecnico ex Monza e della Fiorentina si sono divise? Allora rassegnatevi…. non lo sapremo mai perché, come accadde con Gattuso, i viola hanno concordato la clausola di segretezza perché probabilmente qualcuno non vuole che si sappia la verità: vi sembra giusto? Vi sembra normale? Oddio il saluto di Palladino qualcosa dice, dal momento che ha citato squadra, tifoseria e Commisso: manca mica qualcuno? Al netto delle motivazioni però, resta un dato tanto incredibile quanto incontrovertibile: in un mondo in cui non si dimette più nessuno, a Firenze abbiamo visto tre tecnici dimessi in sei anni. Sempre e solo colpa degli allenatori?

Insomma, come potete vedere un disastro perfetto, anzi per alcuni (per chi non legge molto il blog parlo del sottoscritto) un disastro annunciato. Ed ora come si riparte? Da dove? E soprattutto da chi? Posto che la dirigenza rimarrà ben salda al proprio posto, adesso la Fiorentina deve urgentemente scegliere il proprio allenatore visto che anche stavolta il treno Maurizio Sarri non si è voluto nemmeno provare a conoscerlo (effettivamente un allenatore che avrebbe fatto far pace con la piazza, che è toscano verace, che ha una famiglia tifosa viola a che serve in queste condizioni??).

Io credo che Commisso abbia adesso due sole strade davanti se non vuole andare a schiantarsi contro la feroce contestazione della città:

  1. Prendere un tecnico esperto, navigato, che sappia comunicare sia con la squadra che con la piazza, che conosca gli umori dei fiorentini e sia capace di normalizzare la situazione gestendo con maestria l’incendio: avrete già capito che penso a Stefano Pioli;
  2. Prendere un allenatore che sappia far giocare alla squadra un bel calcio, che sappia coinvolgere la piazza, che sappia usare i mezzi di comunicazione di oggi e sappia dare una visione di futuro alla squadra ed alla tifoseria. Ricordate quando arrivò Vincenzo Italiano? A Firenze c’erano solo macerie, contestazioni striscianti, giocatori da rivitalizzare. Oggi la base dei calciatori è buona, si giocano le coppe europee e ci sono alcuni leaders come De Gea e Gosens: ci vorrebbe un allenatore che restituisca entusiasmo, che dia alla squadra un’impronta tale da farla giocare nello stesso modo in casa e fuori, una squadra che non si rintani in difesa ad aspettare l’errore dell’altro ma giochi sempre per vincere. Un nome c’è: è toscano, ha fatto la gavetta, ha perso un campionato incredibile in Olanda ma ha riportato l’Ajax in Champions League dopo una vita: Francesco Farioli è tutto questo e molto di più, per me l’opzione migliore.

Terze vie alla De Rossi, Gilardino o Tedesco non mi convincerebbero e probabilmente non avrebbero la forza di affrontare un inizio di stagione traballante rischiando di far sprofondare la Fiorentina in anni bui. Di Thiago Motta non parlo nemmeno.

Che si gioca??

Dopo la sosta dedicata a non ho capito cosa, torna il nostro gioco con una classifica in cui le posizioni e le distanze in vetta restano cristallizzate, ma l’Argentino Fiorentino è ormai in scia.

Gli ultimi pronostici hanno visto solamente Niccolò scivolare sulla scontata per colpa del Real Madrid ed in tanti azzeccare anche il pareggio di una delle partite più noiose di questa stagione. Dopo la chiusura del calciomercato, molte squadre sono cambiate, alcune rivoluzionate, di una non parlo. Bando alle ciance, andiamo subito a leggere la nuova graduatoria aggiornata grazie al lavoro certosino del mitico Meneghino di Paderno Dugnano!

Lungo 45
Joe il Pistoiese 43
Argentino Fiorentino ormai quasi Parigino 40
Bomber Siiimo e Carlo il Meneghino di Paderno Dugnano 36
Luchino il diavolo rossonero 34
Niccolò 30
Francesco il Meneghino Junior 25
Sandrino il Bressesino 18
Salva il Molisano 4
Alan in trasferta a Wuhan

Una volta tanto cerco la gara scontata in Premier, ma in Italia tocca giocare il derby della Madonnina:

La gara più scontata: NORWICH- MANCHESTER CITY = 2

I canarini (una delle mie squadre preferite ai tempi del Subbuteo) sono in netta ripresa visto che arrivano da due vittorie consecutive, una delle quali ha portato all’esonero di Sir Claudio Ranieri. Nonostante questo però, il divario con il Manchester City di Pep Guardiola appare incolmabile. I citizens hanno il comando della classifica ben saldo, ma il Liverpool di Klopp non molla e dunque è necessario vincere. La Premier non si deciderà certo in questa partita, ma la vittoria manterrebbe i Reds a distanza. 2 fisso e Klopp ancora lontano!

La partita da NON giocare: BOLOGNA – EMPOLI

Due squadre già tranquille ma con un percorso per certi versi opposto. Il Bologna di Mihajlovic era partito forte, stupendo tutti i commentatori tanto che nei giorni precedenti la sfida con la Fiorentina si parlava addirittura di Europa. Poi però, nelle giornate successive, sembra che qualcosa si sia incrinato ed i rossoblù sono scivolati nell’anonimato. Dall’altra parte della barricata invece, l’Empoli di Andreazzoli era partita con la paura di retrocedere e tanti punti interrogativi. A questo punto della stagione invece, i toscani risultano essere tra le sorprese del campionato e sembrano capaci di tutto. Nel dubbio, meglio sorvolare!

La sorpresa della giornata: INTER -MILAN = 1 (Risultato 2 – 1)

Potrebbe essere il mattoncino per far fuori il Milan dalla corsa scudetto. La vittoria della Milano nerazzurra metterebbe 7 punti tra le due contendenti con l’Inter che ha ancora una partita da recuperare. Oltre all’aspetto numerico di classifica, dobbiamo considerare anche quello psicologico: la compagine di Pioli, unica tra le grandi che non ha praticamente fatto mercato, si troverebbe davanti ad una salita tanto irta quanto forse impossibile da scalare. I ragazzi di Inzaghi ritrovano un Lautaro rigenerato dalla nazionale e possono contare su tutti i titolarissimi tranne Correa. Il Milan recupera Tomori in difesa ma resta senza Ibrahimovic e Rebic oltre al lungodegente Kjaer. E’ vero che il derby fa sempre storia a sé ma credo che i nerazzurri, complice anche un Napoli sempre attaccato alla vetta, vorranno lanciare un messaggio forte a tutte le inseguitrici. Simone Inzaghi vince il derby e allontana Pioli!

A voi per i pronostici!

Che si gioca??

Il sogno è terminato e con il 2022 tutto torna ad essere terribilmente noioso… Pistoia comanda di nuovo e gli altri dietro a rincorrere. Nonostante ciò, non si molla un centimetro e la bandiera arancione non sventolera’ facilmente sulle mura del Corner del Lungo!

Joe approfitta della debacle clamorosa della metà dei giocatori che sbagliano la gara scontata. Tra Fiorentina, Napoli, PSG, Roma ed Atalanta, in troppi incappano nel meno uno che si rivela decisivo per il cambio di leadership in graduatoria. Poiché la Serie A sarà pressoché l’unico campionato impegnato nella giornata di Befana, saremo chiamati al pronostico delle gare italiane influenzate dall’aumento dei contagi e dal precipitoso ritorno dei calciatori dalle ferie. Prima di scoprire quali sono le partite indicate, diamo un occhio alla nuova classifica aggiornata dal lavoro certosino del mitico ed infaticabile Carlo:

Joe il Pistoiese 40
Lungo 39 (1 parrucchino da recuperare)
Argentino Fiorentino ormai quasi Parigino 34
Bomber Siiimo 33
Carlo il Meneghino di Paderno Dugnano 31
Luchino il diavolo rossonero* 29
Niccolò 24
Sandrino il Bressesino 21
Francesco il Meneghino Junior 19
Salva il Molisano 5
Alan in trasferta sull’Abetone

Una giornata sulla carta piena di partite anche se i risultati dei tamponi saranno decisivi per alcune gare…. Comunque proviamo a divertirci con i pronostici:

La gara più scontata: BOLOGNA – INTER = 2

Se anche le due squadre avessero avuto la rosa al completo, i nerazzurri di Inzaghi sarebbero stati assolutamente favoriti. Con le numerose positività riscontrate nelle ultime 48 ore tra le fila dei rossoblu’, Mihajlovic ha quasi una squadra intera indisponibile. La prima partita dopo la sosta nasconde sempre diverse insidie, ma stavolta i ragazzi di Inzaghi sembrano avere la strada spianata. Se poi consideriamo che le inseguitrici Napoli e Milan avranno degli scontri diretti molto difficili, l’Inter non dovrà fallire la ghiotta occasione per allungare in classifica. Anche senza Dzeko, 2 fisso e scudetto nel mirino!

La partita da NON giocare: SPEZIA – VERONA

Già a ranghi completi non avrei saputo cosa giocare, figuriamoci con tutti i positivi sparsi tra i liguri ed i veneti. Posto che non sono nemmeno sicuro che si giochi la partita, non credo sia possibile fare un pronostico poiché nel momento in cui scrivo non si conoscono né i calciatori disponibili, né quelli positivi al Covid. Per Motta e Tudor un bell’arrivederci alla prossima!

La sorpresa della giornata: MILAN – ROMA = 1 (Risultato 2 – 1)

Vediamo di pronosticare una delle partite in cui il Covid ha picchiato meno per cercare di non falsare la giocata. Pioli recupera diversi assenti nel reparto offensivo e, nonostante le assenze dovute alla Coppa d’Africa, riuscirà a mettere in campo una formazione piuttosto simile a quella titolare. La Roma recupera capitan Pellegrini e probabilmente continuerà a puntare sulla coppia offensiva Abraham Zaniolo che prima della sosta natalizia sembra aver trovato la chimica giusta. Nonostante ciò, credo che il Milan abbia maggiori frecce al proprio arco e possa vincere anche per non perdere ulteriormente terreno dai cugini battistrada. Mourinho invece, dovrà di nuovo rinviare l’appuntamento con l’impresa contro una grande. Rossoneri vincenti e lotta scudetto ancora aperta!

A voi per i pronostici!