Appunti sparsi dal mondo della scuola (ultima parte)

Siamo giunti al termine del mandato da rappresentante del consiglio d’istituto.

Sono stati tre anni intensi, vivi, molto interessanti che mi hanno fatto crescere da tantissimi punti di vista, un’esperienza gratificante che consiglio a tutte quelle persone che hanno a cuore la crescita e lo sviluppo dei propri figli. Non sono necessarie competenze specifiche né titoli di studio, ma servono invece pazienza, entusiasmo, capacità di mediazione. Al termine di questo mandato, ho deciso a malincuore di non ricandidarmi, nonostante i tantissimi attestati di stima ricevuti, poiché (fortunatamente) i carichi di lavoro sono aumentati e dunque non avrei più il tempo necessario per fare le cose per bene; conciliare i tempi di vita con quelli familiari è sempre stato uno degli obiettivi della mia vita fin da quando con Claudia abbiamo deciso di avere figli ed avere il tempo necessario per Niccolò e Mattia indirizza da sempre le mie scelte.

E’ stato un percorso bellissimo che mi ha permesso di conoscere persone meravigliose che vivono per la scuola e per i nostri ragazzi, persone (insegnanti, personale della scuola ma anche genitori) che ricevono troppo spesso come unica gratificazione quella della serenità dei nostri figli nell’ambiente scolastico. Senza la passione e talvolta il senso di missione di queste persone, saremmo tutti più poveri non solo culturalmente ma anche dal punto di vista sociale.

Sono state tante le sfide di questi tre anni, dalla stesura del nuovo regolamento di istituto che ha mirato ad accompagnare le nuove esigenze delle studentesse e degli studenti, alla selezione di progetti più vicini ad un mondo che cambia così velocemente, dalla gestione dei fondi del PNRR alla risoluzione di tanti piccoli problemi che però si scontrano da sempre con una burocrazia allucinante, una burocrazia che non rappresenta però lo scoglio più grande: se dovessi individuare il nodo da risolvere al più presto infatti, denuncerei l’assenza di collaborazione, lo scollamento totale che talvolta esiste (nel nostro caso sicuramente) tra la parte amministrativa ed il resto della scuola. Un’assenza di coordinamento e di scambio di informazioni che mina alle fondamenta la possibilità di lavorare a pieno sugli obiettivi didattici, quelli ai quali si dovrebbe puntare per la crescita delle alunne e degli alunni.

La “battaglia” per la quale mi sono speso di più in questi tre anni è stata certamente quella per la rendicontazione e la pubblicizzazione del cosiddetto contributo volontario che i vari plessi annualmente chiedono ai genitori. Dal momento che la raccolta di questo contributo è divenuto sempre più difficoltoso sia per le condizioni economiche del nostro paese che per l’informatizzazione del meccanismo, diventa necessario far capire ai genitori quanto sia importante per la scuola poter contare su quei soldi. Risulta però necessario, per poter centrare l’obiettivo, comunicare a chi deve pagare che fine fanno quei soldi. Dopo tre anni, sono orgoglioso di dire che ogni plesso del nostro istituto comprensivo è in grado di raccontare ai genitori come sono stati spesi i soldi, quali progetti sono stati finanziati, come verranno impiegati gli introiti dei prossimi anni. Un aspetto ancora più importante se pensiamo che prestissimo la scuola non potrà più fare affidamento sui soldi del PNRR, soldi che hanno contribuito ad un rinnovamento eccezionale nelle aule e non solo.

Ecco dunque un altro aspetto da migliorare, la comunicazione tra scuola ed “utenza”: l’assenza di comunicazione non rende giustizia e merito al lavoro ed agli sforzi che quotidianamente tutti gli operatori del mondo della scuola mettono in campo per formare i cittadini di domani. Un tallone d’Achille che mina alle fondamenta la capacità da parte di tutti di conoscere e giudicare ciò che accade ogni giorno ai propri figli!

Chiudo infine con un auspicio per il futuro, un auspicio al quale avrei provato a lavorare se fossi stato in grado di candidarmi nuovamente: credo sia necessario che la scuola di domani si apra maggiormente al territorio, non abbia paura di contaminarsi con associazioni, esperti, professionisti che siano in grado di portare nelle aule i problemi della vita reale, dalla sicurezza stradale all’educazione affettiva, dall’utilizzo della tecnologia all’intelligenza artificiale. Una scuola che in questo modo riesca a parlare il linguaggio dei bambini e degli adolescenti, che sappia essere non solamente un centro di formazione ma anche di socializzazione e di aggregazione, una scuola che non resti con la testa rivolta all’indietro ma abbia i piedi ben saldi nel presente per poter immaginare il domani della nostra società.

Appunti sparsi dal mondo della scuola (parte 12)

Anche se le vacanze estive sono ormai un lontanissimo ricordo, il mondo della scuola ha i propri tempi ed i propri riti e dunque il primo consiglio di istituto di questo anno scolastico si è tenuto solo pochi giorni fa.

Saranno le pile ricaricate, sarà un’oggettiva buona gestione del nostro istituto comprensivo, ma il primo ritrovo dopo oltre tre mesi ha riconfermato il clima sano e collaborativo che abbiamo quasi sempre avuto nelle nostre riunioni. Ho sempre pensato, e questa esperienza me lo sta confermando, che quando la gestione dei problemi è dettata da scelte di ampio respiro e di lungo periodo, tutto è più semplice. Se invece, al contrario, si vivacchia prendendo decisioni solo dettate dall’emergenza, non si può essere capaci di dare una visione complessiva ed una direzione; inoltre non si riesce nemmeno a valorizzare le competenze del gruppo di persone con le quali si lavora proprio perché si tappa solamente i buchi dell’oggi senza pensare al domani.

Nell’ultimo consiglio di istituto abbiamo affrontato un altro punto del programma triennale di mandato che ci eravamo prefissati: dopo aver cambiato ed aggiornato il regolamento di tutto il comprensivo, adesso tocca al regolamento degli organi collegiali a distanza. Questa specificità, la cui importanza è aumentata a dismisura sia durante che dopo la pandemia, ha preso piede arrivando ad essere il metodo preferito da tantissime scuole sul territorio: nel nostro caso però, vorremmo limitarne l’uso ai casi in cui sia necessario, poiché come consiglio d’istituto crediamo ancora fermamente alla cura dei rapporti interpersonali ed allo scambio a quattr’occhi come mezzo di crescita professionale.

Dopo aver sbrigato alcune faccende burocratiche, abbiamo però deliberato in merito a due cose che mi hanno reso orgoglioso del percorso che stiamo facendo. Negli ultimi anni, i casi di disturbi alimentari nei ragazzi stanno aumentando vertiginosamente e non basta più l’approccio personale al problema. Il nostro istituto, e nello specifico la nostra scuola secondaria di primo grado, è stata coinvolta in un progetto pilota che potrebbe rivelarsi fondamentale nella metodologia di intervento nei confronti di questi problemi. L’ospedale Meyer infatti, ha scelto il quartiere 2 come quartiere di riferimento per uno studio metodologico, e la nostra scuola media come uno degli istituti coinvolti. Durante questo anno scolastico, verranno attuati dei protocolli di prevenzione di intervento che saranno monitorati grazie ad alcuni test ed incontri con specialisti del settore che provvederanno anche a formare i docenti. Grazie poi ad alcuni laboratori, sarà possibile coinvolgere attivamente i ragazzi non solamente facendoli riflettere sulle dinamiche di questi disturbi, ma anche offrendo loro strumenti operativi per poter affrontare queste difficoltà e, nel caso, aiutare compagni affetti da queste problematiche. Il progetto poi, ha l’ambizione di coinvolgere anche le associazioni sportive del nostro quartiere in modo da creare una sinergia operativa in grado di creare una rete di intervento che possa aiutare i nostri ragazzi in ogni ambito si ritrovino a dover convivere con questo problema.

Dopo il voto unanime a favore dell’importante progetto, siamo passati all’esame di una questione che mi sta molto a cuore, quella dell’utilizzo dei cellulari e del registro elettronico. In quello utilizzato dalla scuola media del nostro istituto è sempre apparsa la media dei voti delle nostre ragazze e ragazzi in bella evidenza come prima immagine appena aperta la app. Oltre che creare grande ansia nella stragrande maggioranza di studenti e famiglie, ci siamo chiesti quale utilità potesse avere un arido numero in bella vista e la discussione che ne è nata è stata franca ed approfondita. Il dirigente scolastico ad esempio, ha fin da subito espresso il proprio parere favorevole alla soppressione della visibilità del voto anche perché (e questo non lo sapevo), la media generale dei voti è un valore che non ha senso di esistere, visto che non esistono circolari o regolamenti scolastici che lo prevedano. Non solo, ma tale media, non serve nemmeno in vista dell’esame di terza e dunque, oltre a creare ansia, è anche del tutto inutile! Insieme all’altra rappresentante della scuola media, ho perorato la causa della cancellazione trovando grande comprensione sia dal corpo docente che dagli altri rappresentanti. Oltre a ciò, abbiamo anche discusso delle medie delle varie materie ma siamo stati quasi tutti concordi nel mantenerle perché hanno innanzitutto un valore legale, e poi fotografano l’andamento del ragazzo in quella disciplina. Non mi sono fatto però sfuggire l’occasione per cercare di sensibilizzare maestre e professori in merito ad un utilizzo più parsimonioso del registro elettronico: negli ultimi anni infatti, una delle emergenze più importanti che sta emergendo nei nostri ragazzi, è quella della dipendenza dai mezzi elettronici. L’utilizzo, come unico canale di comunicazione, del registro elettronico, credo non possa far altro che acuire il problema.

Appunti sparsi dal mondo della scuola (parte 11)

Il rompete le righe è finalmente arrivato anche per il consiglio d’istituto ma, come in ogni scuola che si rispetti, avremo da fare i compiti per casa!

Come avevo già scritto anche nello scorso articolo, il mondo della scuola, almeno dal punto di vista progettuale, sembra non fermarsi mai e spesso le decisioni in merito alla conclusione di un anno scolastico si intersecano ed hanno conseguenze anche su quello successivo. Ecco perché è fondamentale cercare di tenere tutto insieme, cercando di mantenere la coerenza e la continuità in tutto l’istituto comprensivo: tale comportamento permette ai nostri ragazzi di non soffrire il cambio di scuola, di insegnanti, di professori o comunque di non avere agenti esterni che possano metterli in difficoltà. E’ per questo che stiamo cercando di offrire una progettualità arricchita da professionisti esterni solo e soltanto se quelle attività valorizzano la strada già segnata dai nostri insegnanti. Questo è purtroppo un tema assolutamente sottovalutato poiché troppo spesso si vuole solamente sbandierare progetti per cercare di rendere maggiormente appetibile la propria scuola senza però pensare alla continuità didattica che dovrebbe essere sempre salvaguardata.

I due spunti più interessanti della riunione sono stati certamente la rendicontazione del contributo volontario e l’adesione ad un progetto di cui vi parlerò. Quanto al primo punto, dopo numerosi solleciti, siamo finalmente riusciti ad ottenere una bozza del rendiconto di quanto le singole scuole abbiano speso o progettato di spendere relativamente ai soldi che tutti gli anni le famiglie versano “volontariamente” all’Istituto Comprensivo. Più volte infatti, avevamo lamentato la totale assenza di risposte in merito alla destinazione di tali soldi e, soprattutto, il mancato utilizzo degli stessi. Le nostre istanze sono state finalmente accolte e, da una parte i docenti hanno progettato le spese, dall’altra abbiamo avuto risposte ancora incomplete ma comunque importanti. Questo soprattutto perché ci siamo accorti che il numero di genitori che versa il contributo sta velocemente diminuendo in parte proprio perché non conoscono la destinazione di questi soldi. Nel prossimo anno scolastico speriamo sia più semplice per i rappresentanti di classe andare a chiedere il versamento del contributo a fronte delle spese effettuate per migliorare la nostra proposta didattica attraverso l’acquisto di macchinari e l’ausilio di professionisti esterni.

Se l’ottenimento della rendicontazione è stata una bella iniezione di fiducia, l’adesione al piano “Agenda Nord” ha nascosto invece una bella doccia fredda. Abbiamo infatti scoperto che il nostro istituto, al pari di tanti altri, in base ai test INVALSI degli ultimi anni, ha subìto un calo strutturale dei risultati conseguiti. Questo progetto mira a ridurre il potenziale abbandono scolastico attraverso il potenziamento delle competenze per combattere il calo generalizzato del sapere degli alunni al quale stiamo assistendo. Ciò è certamente in parte dovuto al sempre maggior numero di bambini stranieri nelle nostre classi ma anche e soprattutto dagli effetti che ci trasciniamo ancora dietro dal periodo delle chiusure dovute alla pandemia. Purtroppo i nostri ragazzi scontano le lezioni in DAD, l’impossibilità di frequentare le aule, le ore di insegnamento e socializzazione perse. Per tutti questi motivi, il progetto sembra un’ottima idea per provare ad invertire la tendenza cercando di potenziare non solamente le tre materie più importanti (italiano, matematica ed inglese), ma anche la socializzazione. Certo non sarà una singola iniziativa a risolvere il problema, ma tutto ciò che prova a ridurre la divaricazione di apprendimento all’interno delle nostre scuole deve essere sostenuto senza alcun tentennamento!

Appunti sparsi dal mondo della scuola (parte 10)

Mentre i ragazzi stanno festeggiando la fine dell’anno scolastico, ad eccezione di quelli impegnati negli esami, i lavori dietro le quinte vanno avanti per programmare il nuovo inizio.

L’obiettivo come sempre è quello di organizzare al meglio la ripartenza nei limiti delle proprie competenze, provando ad accogliere nel miglior modo possibile i nuovi arrivati e ad accompagnare in continuità chi sta già frequentando il proprio plesso. Sarà emozionante per i piccoli di 3 anni iniziare il proprio percorso dalla materna, così come sarà impegnativo per i nuovi scolari alla primaria ed alla secondaria riuscire ad ambientarsi con regole, interrelazioni e discipline completamente diverse nei temi trattati e negli approcci educativi. Provare a far loro trovare un ambiente accogliente e che li aiuti a superare le innegabili difficoltà che affronteranno, deve essere l’obiettivo primario di tutto il mondo scuola e dunque anche quello del consiglio di istituto.

L’ultima riunione è servita innanzitutto per approvare il conto consuntivo che ci ha mostrato buoni risultati. L’istituto comprensivo, spero anche per il lavoro effettuato in Giunta Esecutiva, ha diminuito quell’avanzo di gestione che avevamo segnalato più volte ed è riuscito a spendere con maggiore celerità. Sia i finanziamenti relativi al PNRR, che la scuola è riuscita a destinare nei tempi previsti ai progetti individuati, sia i fondi derivanti dai contributi volontari delle famiglie, sono stati programmati ed in gran parte spesi. La destinazione d’uso è stata ovviamente individuata dai docenti e dal dirigente ma ciò che conta è che, grazie ad essi, siamo riusciti a rafforzare l’offerta formativa, a dotare le aule di apparecchiature degne del 2024 ma soprattutto abbiamo regalato alle studentesse ed agli studenti in difficoltà finanziarie l’opportunità di partecipare a tutte le attività proposte. Senza questo aiuto infatti, sarebbero stati costretti a rinunciare ad occasioni di formazione e socializzazione fondamentali per la loro crescita.

Dispiace però dover segnalare che alcuni fondi i cui progetti sono stati tanto strombazzati da governi e ministri abbiano delle criticità importanti. Faccio riferimento a quei soldi che sono stati stanziati per l’apertura delle scuole nel periodo estivo: il tema è dibattuto da anni e l’iniziativa è assolutamente lodevole a patto però che sia dato il tempo alle nostre scuole di programmare le attività. Se invece, come accaduto per questo anno scolastico, si arriva a dover decidere cosa fare nel periodo estivo ed in quale modo solo ad aprile inoltrato, viene il dubbio che si tratti di uno spot e non di una misura a favore dei nostri ragazzi. Fortunatamente abbiamo un dirigente ed un corpo docenti proattivo sempre pronto a recepire ogni novità, ma cosa sarà successo nelle altre scuole? Con dirigenti che spesso cambiano istituto velocemente ed insegnanti precari, pensiamo davvero che in questa estate molte famiglie potranno usufruire del progetto scuole aperte? Da noi si è deciso di puntare sul rafforzamento della socializzazione in questa estate, proprio perché impossibilitati a buttar giù un programma di attività completo, mentre prossimamente l’obiettivo sarà quello di rafforzare le competenze di base sia nella scuola primaria che in quella secondaria. Resta comunque un’idea lodevole che merita di essere portata avanti, nella speranza che i finanziamenti siano continuativi e la programmazione prenda il posto dell’improvvisazione.

Questo mandato del consiglio di istituto si è certamente caratterizzato per un’ottima collaborazione ed una ricerca di condivisione delle scelte prese quasi sempre all’unanimità, ma sul calendario dell’anno scolastico 2024/2025 ciò non è stato possibile. Talvolta ho l’impressione che il corpo docente, composto certamente anche da tantissime madri e padri, non riescano a fare i conti con le realtà familiari in continuo cambiamento. Sono ormai un numero esiguo i genitori che fanno un lavoro di ufficio con orari che consentano di essere presenti sia all’entrata che all’uscita di scuola e, anche quelli che ci riescono, sono comunque costretti a salti mortali che necessitano di programmazione. Ecco perché, quando è arrivata in consiglio la proposta dell’adattamento del calendario scolastico con l’aggiunta del ponte del 25 aprile alle vacanze di Pasqua 2025 (per un totale di quasi due settimane consecutive di vacanza), abbiamo deciso di far sentire il peso delle famiglie che rappresentiamo. Pur sapendo che votare in dissenso ad una decisione del corpo docenti avrebbe potuto generare qualche frizione, non abbiamo avuto altra scelta se non bocciare la proposta e decidere in un altro senso. Per le famiglie, che già hanno immense difficoltà a gestire i figli nei tre mesi abbondanti di vacanze estive, sarebbe stato impossibile oltreché incomprensibile avere un’altra pausa di quasi due settimane. La fortuna vuole che comunque, in questo consiglio, anche quando le decisioni vengono prese a maggioranza, il clima resta buona per la capacità di mediazione del dirigente e del presidente e per la volontà da parte di tutti di trovare sempre un terreno comune di confronto: ottime prerogative per fare un buon lavoro.

Alla prossima!

Appunti sparsi dal mondo della scuola (parte 9)

Non è stato un periodo facile quello intercorso tra il consiglio di istituto tenutosi a febbraio e quello di qualche giorno fa.

Nel mezzo infatti, avrebbe dovuto tenersi un incontro on line rapido e con un solo punto all’ordine del giorno, cioè quello necessario per deliberare alcuni progetti all’interno in diversi plessi dell’istituto comprensivo. A pochissime ore dalla riunione però, qualcuno facente parte il nostro consiglio ha sollevato l’ombra di un possibile vizio procedurale che avrebbe potuto invalidare la delibera. Il fatto che questo cavillo sia stato trovato al nostro interno mi ha dapprima sconcertato e poi fatto infuriare poiché l’annullamento della riunione ha costretto l’istituto comprensivo a bloccare i progetti e dunque sospendere le varie attività in questione. Sentiamo ogni giorno fiumi di parole (come direbbero i Jalisse) riversarsi contro le vessazioni della burocrazia che non permette di perseguire obiettivi a vantaggio della collettività e poi, una volta che possiamo snellire le procedure, ci mettiamo di traverso proprio noi? Noi che dovremmo aver assunto questo incarico nel solo interesse dei nostri ragazzi, dei docenti e di tutto il mondo della scuola? Un comportamento assolutamente sconcertante!!

Dopo quasi un mese dall’annullamento, siamo finalmente riusciti a tenere una nuova riunione all’interno della quale abbiamo deliberato senza alcuna discussione, al primo punto dell’ordine del giorno, tali attività senza che nessuno avesse niente da dire: tutto normale? Magari per altri si, ma non per me visto che le nostre bambine ed i nostri bambini hanno perso alcune lezioni di attività!

Fatto il primo passo, abbiamo poi avuto il piacere di appoggiare con un voto all’unanimità anche una delle ultime parti relative al PNRR dedicato al nostro istituto. Dopo aver infatti pensato alla strumentazione necessaria per avviare una transizione digitale al passo con i tempi, stavolta abbiamo deliberato a favore della formazione del personale scolastico che dovrà accompagnare le nostre ragazze ed i nostri ragazzi nel percorso: non esiste una vera transizione digitale senza strumenti, ma non esiste nemmeno una transizione consapevole senza docenti che sappiano guidare le nuove generazioni utilizzando il linguaggio del presente e del futuro. Ecco perché è così importante investire sulla formazione degli insegnanti! Senza qualcuno che guidi le classi nel futuro, non serve l’acquisto di strumentazione tecnologica avveniristica.

L’amarezza poi, è definitivamente scomparsa quando il Dirigente Scolastico ci ha illustrato la nuova convenzione per la quale ha chiesto il voto favorevole. Il nostro istituto comprensivo infatti, sarà coinvolto in un progetto con la prestigiosa Fondazione Don Milani per combattere e prevenire il disagio e la dispersione scolastica. Con il lavoro sul campo di un Dirigente Scolastico e due professori in pensione, l’accordo prevede che questi volontari offrano gratuitamente il proprio aiuto in attività di doposcuola o, nei casi necessari, durante l’orario scolastico, per affiancare gli studenti in difficoltà. Un segno tangibile di vicinanza da parte di una Fondazione importante e riconosciuta che inizialmente lavorerà con le ragazze ed i ragazzi della scuola secondaria di primo livello nella speranza di poter ampliare, magari fin dal prossimo anno scolastico, anche agli altri istituti questa preziosa opera.

Alla prossima!

Appunti sparsi dal mondo della scuola (parte 8)

Dopo un inizio di 2024 alla massima velocità segnato da una riunione di consiglio di istituto ed una giunta esecutiva ravvicinatissime, siamo tornati alla normalità.

L’impegno tenutosi pochi giorni fa ha avuto come tema centrale proprio l’approvazione di quel Programma Annuale del 2024 che era stato controllato, discusso ed in parte rivisto in occasione della giunta esecutiva. In consiglio poi, è stato importante rimarcare alcuni aspetti che hanno attirato l’attenzione, ed in parte la preoccupazione, della giunta in sede di esame del Programma. La questione relativa alle insegnanti di sostegno è purtroppo un problema tanto importante quanto difficilmente risolvibile con i mezzi che abbiamo a nostra disposizione. Studiando l’organico dei docenti e del personale ATA infatti, è stato facilmente rilevabile l’alto tasso di precarietà degli insegnanti di sostegno. Nel nostro istituto comprensivo infatti, più del 50% sono lavoratori precari che hanno dunque un tasso di turnover così alto da pregiudicare potenzialmente il lavoro sulle nostre alunne ed alunni: sappiamo perfettamente quanto sia importante costruire un rapporto di fiducia tra insegnante e ragazzo e la mancanza di continuità rischia di pregiudicare la crescita degli studenti con problematiche. Passando poi ai più freddi dati numerici, è stato riconosciuto da tutto il consiglio che nell’ultimo anno il nostro istituto ha finalmente ridotto l’avanzo non vincolato: probabilmente anche grazie al nostro continuo stimolo (o almeno lo spero), i plessi hanno cominciato a programmare con maggiore efficacia la spesa per l’arricchimento dell’offerta formativa con l’ausilio anche di operatori esterni che hanno individuato, insieme ai nostri docenti, le aree di intervento più interessanti per le alunne e gli alunni. Insomma finalmente i contributi versati “volontariamente” dai genitori non finiscono solamente nel pur utilissimo materiale di consumo o informatico, ma anche in progetti culturali.

Una volta tanto le varie ed eventuali hanno poi portato in consiglio problemi importanti che hanno fatto nascere una bella discussione. La componente che rappresenta il personale ATA infatti, ha nuovamente messo in luce tutte le difficoltà del ruolo del collaboratore scolastico che negli ultimi anni ha visto aumentare non tanto le competenze quanto le responsabilità. L’assegnazione dei collaboratori ai vari plessi infatti, viene guidata solamente dal criterio relativo al rapporto tra il numero degli alunni e gli addetti senza considerare ad esempio la conformazione dei plessi o le oggettive difficoltà di gestione dei bambini non certificati con problematiche caratteriali. Se ad esempio una scuola ha le classi dislocate su due piani, e dunque avrebbe bisogno di una persona in più per una migliore sorveglianza, la richiesta sarà respinta per il solo criterio numerico. Purtroppo come consiglio d’istituto non abbiamo gli strumenti per poter cambiare le cose e tutto ciò che potevamo fare (purtroppo senza alcun risultato) lo abbiamo già fatto in passato. Ecco allora che, dal momento che è una problematica sentita da un numero sempre maggiore di scuole, abbiamo deciso di provare a fare rete per cercare di portare avanti l’istanza del sottodimensionamento dei collaboratori scolastici non individualmente ma insieme ad altre realtà scolastiche fiorentine prima e toscane poi. Speriamo che una campagna di informazione capillare possa portare ad una sana mobilitazione che raggiunga l’obiettivo di rendere le nostre scuole più accoglienti e sicure.   

Nell’ultima parte della nostra riunione, il Dirigente ci ha illustrato i primissimi numeri relativi alle iscrizioni del prossimo anno e, seppur con qualche criticità, possiamo ritenerci soddisfatti: purtroppo la crisi demografica colpisce tutto il nostro paese e non potevamo certamente esserne immuni. L’ottimo lavoro svolto negli ultimi anni dal Dirigente e da tutto il gruppo docente però, ci permette di avere una sostanziale tenuta anche in previsione del prossimo anno scolastico.

Alla prossima!

BarLungo con Simone – I nuovi istituti professionali

Una piacevole novità del nostro podcast: stavolta la tematica da approfondire l’avete decisa voi ed allora insieme a Simone Pesucci parliamo di scuola presentando la riforma degli istituti professionali. Il disegno di legge Valditara, nato con precisi obiettivi, è passato incredibilmente quasi sotto silenzio, ma cosa contiene e come è stato accolto dal mondo della scuola?

Buon ascolto!