Appunti sparsi dal mondo della scuola (parte 5)

Scrivo questo pezzo dopo alcuni giorni dall’ultima riunione del Consiglio d’Istituto perché ne sono uscito con un grandissimo amaro in bocca. Purtroppo l’anno scolastico appena iniziato si è aperto con alcune problematiche all’interno dell’istituto comprensivo che si è cercato di risolvere con aggiustamenti che, come di consueto, hanno scontentato qualcuno. Del resto, ogni volta che si prendono delle decisioni che impattano sulla vita di centinaia di persone (tra alunne, alunni, genitori, personale docente e non docente), non tutti possono esserne felici e concordi.

Avrei voluto raccontare dei progetti che il nostro istituto comprensivo ha pensato per ampliare l’offerta formativa dei propri plessi, delle idee che abbiamo condiviso per la destinazione dei fondi disponibili grazie al contributo volontario versato durante l’anno scolastico dalle famiglie, di un progetto bellissimo che partirà quest’anno e che mette a disposizione di alcuni dei nostri ragazzi della scuola secondaria di primo grado degli studenti universitari volontari per aiutarli nel proprio percorso di studi sotto tutti i punti di vista. La finalità di questo percorso è quella di combattere la piaga dell’abbandono scolastico che colpisce in misura sempre maggiore i nostri ragazzi anche nella nostra regione. Una messa in comune di saperi trasversali che non solo faciliti la compilazione dei compiti a casa, ma aiuti lo scambio di conoscenze in un’ottica di crescita da parte di tutti gli attori del progetto.

Ed invece? Ed invece stavolta abbiamo impiegato circa un’ora e mezzo delle tre che abbiamo passato in consiglio, a discutere di una questione sulla quale nemmeno abbiamo potere decisionale. Un cambio di orario, dovuto a cause indipendenti dalla volontà del Dirigente, che ha segnato un passo in avanti per alcuni ed un passo indietro per altri. Ciò che però amareggia, è aver dato credito e forza a persone che probabilmente sono state solo quelle che hanno gridato più forte. Nell’era della comunicazione compulsiva ed istantanea, spesso si rischia di scambiare una chat whatsapp o una pagina di un quotidiano locale on line con la posizione ufficiale della totalità dei genitori. Credo fermamente alla buona fede di ogni singolo rappresentante, ma credo altresì che si debba riuscire a trovare un modo per far arrivare in consiglio, e dunque davanti ai docenti ed al Dirigente, solamente problemi sentiti almeno dalla maggioranza dei genitori ed a fronte dei quali si possa realmente incidere! Non solo, ma dobbiamo essere bravi a sentire e considerare tutte le parti in causa prima di farci portatori di istanze che, se non mediate, possono irrigidire le posizioni degli altri attori che partecipano al consiglio di istituto. Dobbiamo sempre tenere in massima considerazione le difficoltà dei genitori, ma anche degli insegnanti e del personale non docente con l’unico obiettivo di avere un ambiente sereno per i nostri ragazzi che frequentano la scuola. Ecco perché ho accettato ed ho sposato fin da subito con entusiasmo la proposta di organizzare, non appena possibile, una riunione con i nuovi rappresentanti di classe appena eletti nei plessi. Sarà un’occasione fondamentale per costruire un rapporto schietto illustrando fin da subito le competenze del consiglio di istituto.

Spero sinceramente che il prossimo articolo che dedicherò al consiglio d’istituto torni a parlare di una scuola da migliorare e trasformare grazie all’apporto di tutti nell’interesse di chi a scuola è il protagonista, cioè le alunne e gli alunni.

Alla prossima!

Appunti sparsi dal mondo della scuola (parte 4)

Se l’anno scolastico giunge ormai al termine, le scadenze burocratiche ed amministrative sono ancora lì a ricordarci che non siamo in vacanza. Ecco dunque che, mentre il termometro segna temperature ormai pressoché estive, il Dirigente Scolastico ci richiama all’ordine per assolvere ai doveri del Consiglio d’Istituto.

E’ ormai quasi un anno che partecipo alle riunioni e se dovessi trovare una sola parola che fotografi l’andamento dei lavori, utilizzerei la parola serenità. Seppur con alcune voci dissonanti, alcuni voti contrari, alcuni scambi di opinione talvolta vivaci, nel nostro Consiglio d’Istituto non è mai mancato il rispetto reciproco e soprattutto la voglia di trovare un punto d’incontro che tenesse insieme le esigenze di tutti. Ciò non toglie che ci siano tantissime cose da migliorare, punti dolenti di cui anche in questo articolo parlerò, ma l’unione di intenti da parte di tutti è fuori discussione. L’ultimo incontro è stato particolarmente incentrato sull’approvazione del conto consuntivo i cui dati sono stati controllati, vagliati e certificati dai Revisori dei Conti. Ciò che si può dire è che la contabilità del nostro Istituto Comprensivo è chiara e non lascia spazio a dubbi o possibili interpretazioni. Nello stesso tempo però, le criticità in merito alla capacità di spesa restano intatte. Nello specifico, si riesce a spendere interamente i finanziamenti provenienti dallo Stato, meno quelli che arrivano da contributi e donazioni di privati, quali i genitori. Rispetto all’esercizio precedente, il problema si è leggermente affievolito, ma c’è ancora tanta strada da fare. Con il Dirigente Scolastico abbiamo convenuto sulla strategia da adottare per provare a trovare una soluzione perché forse è anche la programmazione delle uscite messe nel bilancio preventivo a non riuscire ad individuare progetti di spesa realizzabili. Ecco allora che si corre il rischio di veicolare fondi verso strade tortuose che poi non permettono di arrivare ad ampliare l’offerta formativa del nostro istituto. Abbiamo poi scoperto che il nostro Comprensivo ha tantissime mascherine e liquidi igienizzanti arrivati quando la situazione pandemica era ormai assolutamente sotto controllo ma, fortunatamente, il Dirigente Scolastico si è già attivato per veicolarli presso le R.S.A. in modo da non vedere finire migliaia di euro di forniture direttamente nel cestino della spazzatura.

Finita l’analisi dei numeri e cercata una possibile soluzione alle criticità, siamo passati a parlare maggiormente di scuola. Tra gli obbiettivi triennali che questo Consiglio d’Istituto in carica si è dato, c’è quello della revisione del regolamento che è ormai un po’ datato. Dopo aver affrontato la problematica relativa all’uso dei telefoni e tablet nella scorsa riunione, stavolta è toccato alle assenze ed ai ritardi specialmente nella scuola secondaria di primo grado. Abbiamo pensato di lavorare camminando parallelamente: da una parte una maggiore rigidità con gli alunni che arrivano in ritardo più volte, dall’altro un’opera di sensibilizzazione nei confronti delle famiglie anche attraverso colloqui individuali. Mi è sembrato un punto d’incontro intelligente per cercare ancora una volta di tenere insieme ed in collegamento tutte le parti che concorrono ad una buona convivenza nell’ambiente scolastico.

Non avendo poi potuto deliberare sul calendario scolastico del prossimo anno perché giunto in ritardo al nostro istituto, siamo passati ad affrontare la proposta della lectio brevis per il 9 giugno, ultimo giorno di scuola. Capisco le difficoltà organizzative delle famiglie, così come l’importanza del tempo scuola che dovrebbe aumentare anziché diminuire, però vedere l’unica votazione non all’unanimità proprio su questo tema mi ha rattristato. L’ultimo giorno di scuola, da che mi ricordi io, le classi sono sempre uscite prima ed i bambini/e o ragazze/i hanno sempre festeggiato la chiusura di un ciclo scolastico: è la normalità, direi quasi la tradizione! Senza contare poi che tale decisione permette, nella scuola materna ed in quella primaria, di vivere con le maestre in compresenza l’ultimo giorno in modo da poter fare un bilancio, potersi salutare per bene, poter festeggiare senza che nessuno si senta escluso. A maggior ragione dopo due anni di chiusura forzata!! Nessuna polemica con chi ha votato in dissenso, ma sinceramente non ho proprio capito il perché.   

Alla prossima!