A Parma chi gioca?

Mentre la tela del mercato sembra essere più complessa di quella di Penelope, la nuova Fiorentina di mister Palladino continua nell’avvicinamento ai primi impegni stagionali alternando allenamenti ad amichevoli.

Dopo la tournèe inglese della quale abbiamo parlato la scorsa settimana anche in questo blog (https://ilcornerdellungo.com/2024/07/31/la-tournee-viola-il-paziente-inglese/), stavolta i viola hanno affrontato prima il Montpellier al Viola Park e poi il Grosseto in quello stadio che fu teatro dell’esonero di Mister Pietro Vierchowood quando la Fiorentina si chiamava ancora Florentia Viola. Al netto della diversa consistenza delle due compagini contro le quali abbiamo giocato, ci sono certamente alcuni marchi di fabbrica del calcio di Palladino che sono stati apprezzati e già immagazzinati dalla squadra.

I due mantra più facilmente riconoscibili che differenziano la nuova gestione tecnica dalla precedente, sono certamente il possesso palla che parte dal portiere, e che ha aperto finalmente voci di cambiamento tra i pali, e la ricerca di una verticalizzazione nel cuore del campo anziché solamente sugli esterni a piedi invertiti. Con Palladino infatti, il primo passaggio a palla non schermata di uno dei tre difensori mira alla ricerca della profondità indipendentemente dal calciatore che riceve palla anziché la ricerca continua del regista o del trequartista. Questo apre scenari positivi ma anche potenziali rischi: se da un lato infatti rende più imprevedibile la fase offensiva della squadra anche grazie all’interscambiabilità degli attaccanti di cui parleremo dopo, la verticalizzazione rapida espone anche a contropiedi che si possono rivelare mortiferi. Sia con il Montpellier che con il Grosseto infatti, passaggi errati dei difensori hanno trovato la squadra scoperta poiché i centrocampisti stavano correndo in avanti per avvicinarsi all’area di rigore e dunque mancava lo schermo in zona centrale. La squadra dovrà quindi crescere sia nella qualità della trasmissione della palla, sia nelle coperture preventive che dovranno necessariamente migliorare per non esporre la Fiorentina a ripartenze micidiali. Se questo tipo di calcio può far correre dei rischi, dobbiamo però riconoscere che crea anche opportunità importanti soprattutto perché nel calcio di Palladino gli attaccanti non sono ancorati alla loro porzione di campo: nelle amichevoli abbiamo visto Ikonè e Brekalo impiegati finalmente nel ruolo di trequartista pronti a svariare su tutto il fronte d’attacco senza dover necessariamente rimanere emarginati sulla linea laterale. Due calciatori che probabilmente partiranno ma che messi nelle migliori condizioni, stanno dimostrando di poter essere ancora utili alla causa. Un altro aspetto che mi ha impressionato rispetto al passato, è la ricerca costante del tiro da fuori area, fondamentale tecnico quasi sparito nelle ultime tre stagioni quando si cercava insistentemente la circolazione della palla anche nell’ultimo quarto di campo per arrivare il più vicino possibile alla porta.

Le ultime due amichevoli sono poi state importanti per vedere i primi lampi di Colpani e di diversi giovani viola. Quanto al Flaco, è apparso molto lontano dalla migliore condizione atletica ma, a parte il gol, ha dimostrato che l’abito di Palladino gli calza a pennello. Partendo dalla posizione di trequartista destro, ricevendo palla in quello spicchio di campo, Colpani ha la possibilità di giocare faccia alla porta e può dunque puntare rete ed avversario già col primo controllo orientato. Gioca spesso a testa alta e soprattutto cerca l’infilata in verticale senza limitarsi ad aspettare la sovrapposizione dell’esterno: rispetto a quel che eravamo abituati a vedere, sembra un sogno!

Detto di una fase difensiva da rivedere anche per la continua rotazione tra ragazzi della primavera, calciatori appena arrivati da altre realtà e giocatori tornati da pochissimo dalle vacanze, credo sia giusto e doveroso iniziare a dare qualche giudizio sui giovani che potrebbero restare nella rosa di mister Palladino. Tra i difensori, mi ha fatto piacere notare la crescita importante di Comuzzo: contro il Montpellier, il prodotto del settore giovanile viola ha giocato una gara di grande sostanza nonostante una partenza condita da un paio di svarioni. Prese le misure agli avversari, Comuzzo ha dimostrato grandissime doti di anticipo e ottima capacità di ribaltare l’azione accompagnando anche la fase offensiva della squadra. Forte di testa, sembra migliorato anche con i piedi ma soprattutto sembra aver acquisito una discreta autorità anche contro avversari di livello. Posto che, nonostante Valentini, sarà assolutamente necessario l’arrivo di almeno un altro centrale, credo che Comuzzo possa far parte stabilmente della rosa.

Non la stessa cosa posso dire di Baroncelli che ha giocato molto ma non sembra essere pronto. Buona posizione in campo, discreto nel far ripartire l’azione, sembra però ancora molto acerbo fisicamente oltre a non avere quella sicurezza così importante per il ruolo che interpreta. Con spunti interessanti ma ancora bisognoso di giocare ed allenarsi con i pari età è apparso anche Caprini, mentre Fortini mi è piaciuto molto. Seppur impegnato contro una squadra di Serie D, l’esterno ha impressionato per corsa, caparbietà e capacità di vincere l’uno contro uno. Se Biraghi dovesse essere impiegato con continuità nei tre centrali difensivi (mah….), allora Fortini potrebbe essere considerato come l’alternativa a Parisi. Un ragazzo che ha rubato l’occhio per la rapidità di esecuzione e la capacità di trovare la porta è certamente Rubino che con il Grosseto ha fatto il diavolo a quattro seppur impiegato solamente per un piccolo spezzone di partita. Certamente è ancora indietro fisicamente, ma è anche una piantina da curare con amore ed attenzione perché la facilità di trovare lo specchio è una dote innata che non deve essere gettata a mare.

Prematch Fiorentina – Inter in attesa del mercato

Questo pezzo è stato tra i più laboriosi di sempre. L’ho iniziato, cambiato, stravolto e riscritto talmente tante volte da avere il dubbio di riuscire a pubblicarlo sul blog.

Avevo infatti in mente di fare un pezzo sul mercato viola quando mancano ormai pochi giorni alla chiusura delle operazioni ma…..dapprima ho studiato il profilo di Ruben Vargas per offrirvi un ritratto particolareggiato ed approfondito del nazionale svizzero che ancora milita nell’Augsburg. Poi però ho dovuto gettare tutto nel cestino perché la trattativa pare saltata (o forse no) per circa un milione di euro; successivamente però avevo ripreso fiducia quando tutti gli operatori di mercato indicavano in chiusura l’acquisto di Brian Rodriguez direttamente dal campionato messicano per una cifra di circa 7 milioni di euro. Ed allora via… di nuovo a studiare, a consultare siti specializzati, video relativi non solamente ai gol ma anche agli altri aspetti del gioco per conoscere e parlare con cognizione di causa dell’esterno che sarebbe dovuto arrivare già nelle scorse ore all’aereo aeroporto di Peretola. Già, sarebbe dovuto arrivare visto che anche stavolta, sull’innesto richiesto non si sa quanto da Vincenzo Italiano, si è abbattuta la scure del mantra di Rocco e Joe: se non esce nessuno non arriva nessuno. E questo nonostante il tecnico, che ad oggi è l’unico vero fuoriclasse della rosa, chieda un esterno offensivo pronto da impiegare con diversi assist e gol nelle proprie corde ormai dalla fine del mercato estivo. Se dunque dovessi tratteggiare il profilo dei nostri due esterni al momento titolari in attesa del rientro di Sottil e di Nico dovrei angustiarvi con il ritratto di due calciatori che ormai a Firenze conosciamo anche troppo bene, cioè Jonathan Ikoné e Josip Brekalo. Credo però che questo sarebbe veramente troppo anche per il più sfegatato tifoso viola!

Domenica sera quindi, ancora una volta i calciatori viola dovranno contare solo ed esclusivamente sulle loro forze e su quelle di un allenatore che ha avuto finalmente 10 giorni di tempo per preparare al meglio la partita con la squadra qualitativamente più forte in Italia. Oltre a ciò, servirà certamente anche un Franchi bollente, quello delle migliori occasioni, quello che pensa ad incitare e sostenere la propria squadra del cuore e i propri beniamini dal primo all’ultimo minuto senza fare polemica con le istituzioni politiche o pensare alla campagna elettorale per le amministrative. Sogno di poter nuovamente ammirare una curva Fiesole colorata e festante impegnata ad aiutare i viola a superare una squadra come quella nerazzurra certamente superiore sia dal punto di vista tecnico che da quello fisico. L’Inter di Simone Inzaghi gioca un 3-5-2 che sviluppa il gioco in grande ampiezza sfruttando i due esterni dinamici e tecnici che alternano le giocate per andare sul fondo con i tagli verso la porta. Non disdegnano inoltre, soprattutto quando giocano Dimarco da una parte e Dumfries dall’altra, anche la giocata da quinto a quinto sorprendendo spesso la difesa avversaria poiché di difficile lettura difensiva: se infatti la disposizione è a specchio, dovrai avere esterni che giochino l’uno contro uno contro calciatori di grande qualità, se invece ti disponi in modo diverso dovrai essere bravo a scalare le marcature ed a leggere le situazioni di gioco. I nerazzurri dispongono poi di un centrocampo tra i migliori in Europa ma le contemporanee assenze di Barella e Calhanoglu potrebbero avvantaggiare la mediana viola. Con la disposizione a tre poi, Simone Inzaghi preferisce sempre ripartire dal basso grazie alle doti tecniche di difensori quali Bastoni e Acerbi che hanno un piede educato ed una visione di gioco da centrocampisti. Se sembra che finora non ci siano punti deboli nell’Inter, allora non cerchiamoli nella coppia di attaccanti: Lautaro sta vivendo la stagione della definitiva consacrazione, mentre Thuram ha avuto un adattamento velocissimo e sorprendente sia al campionato italiano che al modo di giocare della propria squadra. Ed allora? E’ già persa in partenza?

Se è vero che le gare non si perdono mai prima di giocarle, è anche vero che servirà la miglior Fiorentina possibile. Non sarà ammesso un approccio alla gara come ne abbiamo visti troppi nei mesi di dicembre e gennaio, non sarà possibile ripetere i soliti errori difensivi senza il concretissimo rischio di prendere rete. I ragazzi di Vincenzo Italiano dovranno essere attentissimi a non prendere le ripartenze letali che troppo spesso hanno fatto male ai viola e nel contempo dovranno cercare di tenere i ritmi altissimi per non far ragionare gli avversari. Tutti noi sappiamo che la Fiorentina è una squadra completamente diversa in relazione al ritmo che riesce a tenere in una gara: se infatti è capace di pressare alta recuperando palla nella metà campo avversaria, allora sa anche creare occasioni da rete importanti. Se invece comincia dalla costruzione dal basso con il giro palla orizzontale aspettando l’errore dell’avversario, allora diventa lenta e prevedibile. Non so se Vincenzo Italiano deciderà di giocare a specchio, riproponendo la difesa a tre oppure terrà la linea a quattro, sono però certo che non sarà questo a fare la differenza. O la Fiorentina tira fuori una prestazione di grande spessore oppure l’Inter passerà a Firenze.

A voi per i commenti!!

Prematch Fiorentina – Torino

Si riparte dalla vittoria di Monza, quella del gol di rapina di Beltran, dell’incredibile errore di Ikoné che non segna nemmeno senza il portiere, dell’ennesima grande prova di Arthur, dei primi minuti veri e molto incoraggianti del golden boy Amatucci in mezzo al campo, ma anche dell’assenza della nostra consueta rubrica a causa di una febbre alta che ha mi ha colpito proprio la sera della gara e nei giorni successivi.

La Fiorentina riparte dunque da una posizione di classifica maestosa impreziosita dal successo conseguito nonostante le assenze di Bonaventura e Nico Gonzalez che al momento stanno pesando molto meno del previsto (sarà anche questa una colpa di Vincenzo Italiano?) La verità è che quella viola sembra ormai una macchina che funziona anche quando mancano gli interpreti tecnicamente più importanti: certo ha meccanismi diversi, gioca un calcio meno orizzontale (finalmente!!!), fatto di minor fraseggio, di pressing ad intermittenza, di gestione dei tempi della gara, di difesa a 5 se necessario, come successo nell’ultima mezz’ora di Monza. Non era forse questo che chiedevamo a Vincenzo Italiano ed alla Fiorentina? Cioè vincere anche senza dominare e non dovendo correre continuamente a 100 all’ora? Ed allora è il momento di fare i complimenti ad una squadra che lotta sempre senza mollare mai e ad un tecnico che, con i propri tempi, riesce sempre a rimettere in carreggiata la stagione …vi pare poco? Oppure preferivate una bella staffetta alla Garcia Mazzarri?

Adesso però, dopo la cena offerta dal mister ai suoi ragazzi, è arrivato il momento di dare continuità a questi risultati visto che il calendario sembra essere praticabile con Torino in casa e Sassuolo fuori: vediamo dunque come poter provare a guadagnare altri tre punti contro i gemelli granata. La compagine del Presidente Cairo, non ho ancora capito se più criticato come proprietario granata o editore di quel che resta de “La Gazzetta dello Sport”, è guidato da uno dei tecnici più stimati dal Direttore Sportivo Pradè, quel Juric che è sembrato essere sul punto di sedersi sulla panchina viola in più occasioni. Per la prima volta da quando è diventato allenatore, in questa stagione per salvare il proprio lavoro, ha dovuto adattare il proprio credo tattiche ad esigenze diverse tralasciando il consueto 3-4-2-1 fatto di marcature a uomo in tutte le zone del campo ed un solo riferimento centrale con tutti gli altri calciatori a giocare in funzione di esso. Dopo l’addio di Belotti infatti, il Torino aveva vivacchiato per l’ennesima stagione ma quest’anno gli investimenti sono stati diversi e dunque anche Juric ha capito che o cambiava o sarebbe stato esonerato. Ecco allora che i granata sono rimasti ancorati a Buongiorno al centro di una difesa a 3 in cui, più per gli infortuni che per altro, è stato adattato ottimamente un centrocampista come Tameze. La grande novità però, la si è vista in mezzo al campo dove non ci sono più due centrocampisti di sola rottura, ma la cabina di regia è affidata alla coppia IlicRicci che è in grado soprattutto di giocare la palla. Non solo, ad essi Juric ha deciso di aggiungere, facendolo retrocedere di diversi metri, Vlasic che cerca di legare il centrocampo con l’attacco ormai schierato stabilmente a due con Zapata e Sanabria. La svolta granata ha generato benefici tanto che il Torino è imbattuto da 4 gare, occupa la nona posizione in classifica insieme alla Lazio ed è alle porte della zona che regala l’Europa.

La Fiorentina dovrà quindi cercare di tagliare i rifornimenti aerei per Zapata (già 6 reti contro i viola in carriera) e di non lasciare spazi larghi da attaccare alle spalle dei difensori, con Sanabria sempre pronto ad attaccare le palle sporche. I ragazzi di Italiano dovranno mettere pressione su Milinkovic Savic che continua ad essere a mio avviso uno dei portieri più sopravvalutati in serie A e sui due centrocampisti centrali che hanno alcuni difetti importanti. Ilic utilizza solo ed esclusivamente il piede sinistro ed a questi livelli, soprattutto dovesse tornare disponibile Bonaventura, potrebbe risultare decisivo anche in fase di recupero palla, mentre Ricci non è ancora capace di dosare le forze sui 90 minuti e dunque l’atletismo di Duncan con la saggezza di Arthur potrebbero metterlo fuori giri. La gara però, potrebbe essere vinta sugli esterni poiché le catene della Fiorentina saranno sempre in superiorità numerica: in quella zona di campo, i viola dovranno essere bravi a creare situazioni di gioco che permettano di andare a tirare in porta senza far rientrare la difesa ed il centrocampo granata. Credo che il ruolo di Beltran potrebbe essere poi un vero grimaldello per i marcatori avversari: la sua capacità di muoversi velocemente tra gli spazi e di andare ad attaccare sugli esterni, potrebbe mettere in severa difficoltà la retroguardia granata abituata alla marcatura a uomo e poco incline al gioco di letture sulle marcature preventive.

Probabile che sia comunque una partita difficile, non bella e sporca come spesso capitato nelle ultime stagioni: ma se la Fiorentina è quella di Monza, mi sento di dire che è possibile continuare quella striscia che potrebbe davvero introdurci ad un 2024 da sogno! E se poi una volta tanto la proprietà pensasse agli investimenti sportivi……..   

A voi per i commenti!!

Corner Viola – Prematch Fiorentina West Ham – Finale Conference League

A poche ore dalla finale di Praga, grazie alla collaborazione di Flavio Bardaro, conosciamo meglio il West Ham di David Moyes contro il quale la Fiorentina si giocherà la Conference League. Sarà certamente una gara tesa, tattica, difficilmente interpretabile, ma alcune cose possiamo affermarle partendo dalla disposizione delle due compagini.

Modulo : 4-3-3 / 4-2-3-1

Il posizionamento e le difficoltà trovate in Premier League (molte dovute anche ai tanti infortuni) non devono ingannare sulla valutazione dei londinesi. Il West Ham, che lo scorso anno arrivó a giocarsi la semifinale di Europa League, è una formazione di tutto rispetto che, per valori assoluti della rosa, avrebbe dovuto lottare in campionato per un posto nelle coppe europee. Difficoltà in Premier League ma una macchina da guerra in Conference League, dove i ragazzi di Moyes sono ancora oggi imbattuti, con un ruolino di marcia di 13 vittorie ed 1 pareggio grazie a 33 gol segnati e solo 7 subiti. Non dimentichiamoci poi che il tecnico inglese fino ad alcuni anni fa era stato designato come il naturale discepolo di Sir Alex Ferguson per la capacità di modellare lo stile di gioco delle proprie squadre sulle qualità dei calciatori in rosa. Le promesse poi sono state disattese ma Moyes resta un tecnico dall’ottima esperienza internazionale e questo potrebbe certamente fare la differenza.

Passando all’analisi della milionaria rosa degli Hammers (valore complessivo 450 mln), sono diversi i nomi di spicco, su tutti il capitano Rice, uno dei centrocampisti più forti d’Europa che guiderà la mediana di Moyes. Altro elemento da tenere in considerazione è sicuramente il giamaicano Antonio, la punta centrale, che ha segnato finora 14 gol in stagione. Antonio è il classico attaccante centrale dotato di grande velocità e abilità nell’attacco alla profondità, qualità che spesso mette in difficoltà la retroguardia viola abituata a giocare con il baricentro alto grazie alle marcature preventive. Menzione a parte meritano anche altri giocatori di livello, come Areola tra i pali, Zouma in difesa, la batteria di trequartisti ed esterni composta da Paquetà (visto anche in Italia), Lanzini, Fornals e Benrahma, oltre ad Ings e Scamacca in attacco (quest’ultimo assente per infortunio, al termine di una stagione deludente).

Tatticamente, in fase di non possesso, il West Ham quando affronta squadre che costruiscono dal basso come la Fiorentina, adotta un pressing molto alto sulla prima costruzione avversaria, per poi, una volta saltata la prima linea, abbassarsi molto nella propria trequarti e creare densità. In fase di possesso invece, soprattutto con squadre che pressano alto, la squadra di Moyes evita il palleggio e tende ad andare velocemente in verticale dalla prima punta. In alternativa, gli Hammers sfruttano la fisicità del suo centrocampo (soprattutto Soucek, vecchio pallino viola), andando subito sugli esterni offensivi. 

La Fiorentina pertanto dovrà condurre una partita fatta di alta concentrazione, soprattutto sulle marcature preventive, fondamentali nel pressing alto impostato da Italiano senza le quali si rischia di soffrire continuamente le verticalizzazioni londinesi. 

In fase offensiva poi, la Fiorentina dovrà essere brava a lavorare fra le linee, soprattutto con chi agirà sulla trequarti (Bonaventura?), in modo da scardinare l’organizzata e solida difesa di Moyes che ruota attorno all’ex Juve Ogbonna. Creare superiorità numerica grazie all’uno contro uno sarà imprescindibile anche perché, a differenza di Basilea, far piovere decine di palle alte in area di rigore contro una formazione così forte fisicamente come il West Ham, potrebbe non essere la soluzione migliore. Differentemente, creare superiorità numerica sulla trequarti e sugli esterni (decisiva sarà la prova di Nico Gonzalez), potrebbe permettere ai ragazzi di Italiano di far muovere la linea difensiva avversaria e trovare lo spazio giusto per far male. 

Ad ogni modo però, la Fiorentina non dovrà snaturarsi e dovrà imporre la propria idea di calcio, quella continuità di gioco che in due anni ha fatto sognare ed innamorare una città intera raggiungendo anche due finali. 

Ed allora ragazzi tocca a voi, con una città accanto che vi sosterrà dal primo all’ultimo minuto con tutto il fiato che ha in gola.

SEMPRE FORZA VIOLA