Il mese della verità

La Fiorentina torna da Bergamo con una nuova sconfitta per 2 – 0, una sconfitta che però può essere letta in modi diversi. Possiamo scegliere e decidere di piangerci addosso, di ricordare i record negativi, la nuova gara senza reti, i due gol incassati, la classifica, oppure possiamo cercare di scrollarci di dosso la negatività affrontando le sfide del prossimo mese di dicembre a testa alta e petto in fuori.

E’ chiaro che la squadra ha grosse difficoltà sia dal punto di vista del gioco che da quello emotivo, mentre fisicamente è in evidente crescita ma credo non sia questo il momento in cui pensare alle prestazioni individuali, ai moduli di gioco, alla classifica. Anche ieri la Fiorentina ha giocato con un 352 molto leggibile (le due punte fisiche vicine e quasi piatte hanno funzionato poco anche stavolta), Fagioli ha giostrato molto più indietro, cioè in mezzo tra Pongracic e Pablo Mari per avere più libertà d’azione e far ripartire con più facilità i due esterni di centrocampo. Potremmo poi parlare delle due occasioni che si è mangiato anche ieri Piccoli, di cui la prima dopo nemmeno due minuti è stata incredibile: questo dovrebbe essere il momento di azzannare il pallone, spaccare la porta, avere la bava alla bocca. Ma a cosa servirebbe continuare a fare notare le difficoltà di questo gruppo?

L’impresa della salvezza è possibile solo ed esclusivamente se proviamo a guardare un bicchiere che inizia piano piano a riempirsi dei piccoli passi in avanti che la Fiorentina sta iniziando a fare…. si ma quali? Innanzitutto i viola sono stati capaci di non uscire mai dalla gara. Soprattutto dopo il secondo gol, i ragazzi di Vanoli avrebbero potuto abbandonare la contesa rischiando la goleada, avrebbe potuto farsi piccini piccini senza nemmeno provarci. Invece Ranieri e compagni hanno continuato a giocare la partita, hanno creato nuovamente occasioni, hanno colpito un palo con Kean, hanno battuto diversi corner. Non solo, ma uno dopo l’altro stanno rientrando tutti gli infortunati (a Sassuolo speriamo anche Gosens), la condizione atletica sta crescendo e tutti stiamo iniziando a prendere coscienza della situazione in cui siamo. L’ambiente si sta ricompattando, i calciatori guidati da Dzeko e lo stesso Vanoli, ieri a fine gara hanno finalmente avuto uno scambio vero di idee con i tifosi, hanno chiesto il loro aiuto ed hanno finalmente promesso di dare tutto, tutti insieme! Poco, probabilmente si, ma se non ripartiamo da remare tutti nella stessa direzione come possiamo pensare di fare questa impresa?

Non solo, ma Vanoli e Goretti hanno già indicato la strada del mercato di gennaio, quello in cui la Fiorentina dovrà dotarsi di calciatori che possano permettere alla squadra di cambiare modo di giocare: esterni offensivi ed un centrocampista di spessore mancano come il pane, ma prima serve invertire la tendenza. Dopo due partite quasi proibitive con Juventus ed Atalanta, adesso il calendario mette sulla strada viola squadre che possono essere alla nostra portata. Sassuolo, Verona, Udinese, Parma e Cremonese sono 5 gare in cui la Fiorentina deve fare almeno 9 punti per restare in vita. E’ vero, ad oggi gli episodi girano tutti male: un gol subìto con un cross, l’ennesimo palo di Kean, mai un rimpallo a nostro favore ma cosa possiamo fare, piangerci addosso? Oppure pensare che non può piovere per sempre?

Da qualche parte, non so dove, ci dev’essere quella scintilla che può permetterci di ripartire, di mantenere viva quella fiammella che ad oggi sembra del tutto spenta. Dobbiamo cercarla e trovarla tutti insieme, calciatori, allenatori, società, tifosi, città. Mettiamo in moto un esodo vero e proprio verso Reggio Emilia, facciamo vedere ancora una volta cos’è Firenze e cosa la Fiorentina, andiamo al Mapei Stadium e poi dopo al Franchi per la partita col Verona in massa, mettiamo in campo un tifo incessante, un amore incondizionato. E poi facciamolo di nuovo con l’Udinese, a Parma, con la Cremonese e poi ogni domenica finché la salvezza non sarà raggiunta! Solo così, tutti insieme, come un solo uomo, possiamo pensare di uscire da questo incubo.

Mai nessuno nella storia è riuscito a salvarsi senza nemmeno una vittoria dopo le prime 13 gare di campionato giusto? I record però sono fatti solamente per essere superati. Tutta Firenze, tutta insieme, ce la può fare partendo da Reggio Emilia.

Un bicchiere mezzo pieno

Il post Fiorentina Juventus è trascorso con le solite polemiche arbitrali, gli attacchi alla tifoseria viola da parte di ogni mezzo di comunicazione e la diaspora tra chi pensa che il pareggio sia una mezza sconfitta e chi invece crede sia un deciso passo in avanti: cerchiamo di approfondire tutte le questioni in attesa dei vostri commenti.

Quanto alle disquisizioni in merito alle decisioni del Direttore di Gara, come sapete su questo blog non ne parlo praticamente mai ma stavolta qualcosa lo voglio dire. Al netto dell’errore da principiante (non l’unico) di Pablo Marì che si fa sfuggire Vlahovic, la trattenuta dell’attaccante serbo sul difensore viola è clamorosa, trattenuta che serve a prendere quel vantaggio di spazio e posizione che poi Vlahovic sfrutta per entrare in area di rigore dove Marì lo trattiene platealmente. Il primo contatto però è decisivo per guadagnare quella posizione che poi viene sfruttata per entrare in area e dunque mi sembra giusto che il rigore venga cancellato. Nel mondo al contrario del pallone italiano però, si pende ancora dalle labbra dell’ex arbitro Marelli (una carriera mediocre quasi quanto il suo ruolo a Dazn) per capire il corretto uso del VAR, tecnologia il cui utilizzo sembra ormai essere sfuggito di mano.

Quanto invece agli insulti che la Curva Ferrovia e non solo ha rivolto a Vlahovic, credo ci sia ben poco da dire. Sappiamo tutti, anche quei mezzi di comunicazione che ci massacrano da giorni, che quel coro non è rivolto al calciatore in quanto appartenente ad una specifica etnia o nazione ma solamente perché è un ex viola non amato per le sue prese di posizioni ed atteggiamenti. Certamente il coro è da condannare, ma come mai nessuno dice che lo stesso Vlahovic ha indicato i suoi genitali in segno di sfida sia alla curva che alla tribuna? Voglio inoltre far presente che non accetto lezioni di morale da una tifoseria che ad ogni derby riceve alcuni DASPO perché mima l’aereo di Superga o da un allenatore come Spalletti che, ai tempi del Napoli, cercò di aggredire fisicamente i tifosi del parterre di tribuna. Quanto poi alla testata Tuttosport che ancora oggi crede all’innocenza della dirigenza juventina sia per Calciopoli che per le plusvalenze (due processi in cui la Juventus ha patteggiato) preferirei tacere…..

Venendo finalmente al calcio, la Fiorentina ha fatto un deciso passo in avanti per moltissimi motivi. Innanzitutto è sembrata finalmente una squadra, un blocco con calciatori che hanno pensato ad aiutarsi, a collaborare, ad essere NOI anziché IO. Non solo, ma si è iniziato a vedere uno straccio di gioco, certo imperfetto, certo qualitativamente non eccelso (e lì molto dipende dagli interpreti a disposizione) ma finalmente si è tornati a mettere nelle migliori condizioni i propri giocatori più forti: Kean a fare la lotta da solo contro tutta la difesa avversaria servito palla addosso e Mandragora libero di inserirsi. La squadra inoltre sembra atleticamente molto più in palla, con qualche cambio di passo e senza andare sotto fisicamente per almeno 80 minuti. Il gruppo poi, sembra aver ricominciato a remare nella stessa direzione, sembra credere alle parole di mister Vanoli che è stato addirittura abbracciato da Mandragora dopo il gol…con Pioli non sarebbe mai successo!

Pensiamo poi che alcuni giocatori si sono fatti trovare pronti nonostante lo scarso utilizzo delle ultime settimane: Parisi è stato tra i migliori in campo, attento in fase difensiva e coraggioso in fase offensiva, Fagioli senza illuminare ha giocato comunque una gara intelligente di grande sacrificio, Kouadio è entrato con grande attenzione sbagliando poco e rischiando nulla.

Per non parlare poi della capacità di restare dentro la gara per 90 minuti e di quella di reagire alle avversità. Dopo un primo tempo piuttosto equilibrato, i viola hanno subìto la rete di Kostic pochi secondi prima di andare al riposo, ma l’inizio del secondo tempo è stato comunque il miglior momento della Fiorentina: lo splendido pareggio di Mandragora, la pressione in varie zone del campo, tanti confronti diretti vinti pur senza avere grandi occasioni da rete. Questa intensità, questa reazione è la miglior notizia in vista di una possibile risalita che sarà lunga e difficile, ma che dopo questa prestazione sembra non più impossibile.

Se il bicchiere è mezzo pieno però, è perché ci sono ancora tantissime cose da correggere; offensivamente la Fiorentina attacca con pochi uomini, riempie poco l’area e non riesce ad arrivare in fondo con gli esterni. Nella fase difensiva poi, i ragazzi di Vanoli devono trovare una quadratura migliore: la prova di Pablo Marì sabato è stata disastrosa, mentre si sono disimpegnati meglio sia Pongracic che Ranieri. Oltre ai difensori però, anche i centrocampisti devono essere capaci di offrire un maggiore filtro per negare le verticalizzazioni avversarie. Certo il lavoro del nuovo mister è solamente all’inizio, ma i miglioramenti ci sono ed allora dobbiamo attendere con fiducia.

Adesso, dopo la Conference di giovedì contro l’AEK Atene, una trasferta molto dura a Bergamo contro l’Atalanta dell’ex Palladino: dare continuità di risultati permetterebbe di prepararsi al meglio ad un ciclo di partite più abbordabili fondamentale per rilanciarsi.

Timidi segnali di risveglio

Uno dei film che mi ha commosso maggiormente è stato “Risvegli” di cui immagino il nostro caro amico Wwayne potrebbe fare una splendida recensione (a proposito ha un blog pieno di post bellissimi su libri, serie e film)!

Ovviamente non ho iniziato il mio articolo in questo modo per promuovere il blog di Wwayne, ma solamente perché se mi dovessero chiedere un’espressione per raffigurare la partita della Fiorentina di ieri a Marassi, userei la frase “timidi segnali di risveglio”. La truppa dell’esordiente mister Vanoli infatti, ha dato l’impressione di aver iniziato a capire che si trova sul ciglio di un burrone e che è necessario iniziare a risalire tutti insieme, un pezzo per volta, un punticino alla volta. Nelle prime parole regalate al sito della società, il mister ha messo il focus sui risultati, sulla necessità di cambiare una mentalità con la quale si è spesso pensato che se non avessimo vinto quella gara, saremmo stati certamente capaci di vincere la successiva, poi quella dopo ed infine quella dopo ancora, con il risultato che, ad oggi, dopo 11 giornate, i viola devono ancora trovare il primo successo in campionato. Per invertire la tendenza, per provare a risalire la china, era necessario bloccare l’emorragia, portare a casa un risultato positivo perché, come ha detto sempre mister Vanoli, la squadra deve capire che le partite che non possiamo vincere, dobbiamo assolutamente imparare a non perderle.

Ecco a Genova, la Fiorentina sembra aver iniziato a dare qualche segnale di inversione di tendenza grazie soprattutto ad alcune individualità che speriamo possano essere in fase di rilancio. La coppia di attaccanti ad esempio, composta da Piccoli e Gudmundsson, al netto di aver trovato entrambi la rete, è sembrata più dentro al gioco, più viva, più capace di scambiarsi palla e posizione. Oltre alla fase offensiva poi, hanno avuto grande disponibilità nel tornare ad aiutare i centrocampisti ed hanno iniziato a fare movimenti coordinati, a cercarsi per giocare l’uno due, a dialogare come invece non avevamo visto in precedenza. Se davanti la Fiorentina ha fatto cose discrete, in mezzo al campo si è confermata l’assoluta imprescindibilità di Sohm: come a Magonza contro il Mainz, lo svizzero ha fatto vedere buone cose in fase di ripartenza, ha mostrato una cilindrata nel motore che in questo momento non è in dote a nessun altro centrocampista viola, ed ha mostrato anche doti tecniche importanti. L’assist per il gol di Piccoli è stato da leccarsi i baffi ed altre giocate a far correre gli esterni hanno messo in mostra ottime doti. Esterni che anche stavolta hanno alternato buone cose, soprattutto difensivamente, con errori marchiani in fase di ripartenza (l’assist sbagliato da Dodò 3 contro 1 mi ha fatto sanguinare gli occhi).  In attesa di Gosens, e con un Parisi da subentrato, almeno sulle fasce i viola sembrano attrezzati.

Le note liete però finiscono qui. Gli altri centrocampisti sono apparsi ancora in ritardo di condizione ed in confusione nella fase di riproposizione del gioco: Nicolussi Caviglia ha toccato decine di palloni ma ne ha sbagliati la maggioranza, mentre Mandragora è stato piuttosto trasparente. La difesa poi, ha ancora una volta mostrato limiti preoccupanti; per salvarsi infatti, la Fiorentina non può permettersi di continuare a prendere rete ogni domenica e tutti sono chiamati a fare di più. Dal portiere De Gea, protagonista della parata sul calcio di rigore di Colombo, ma sempre indeciso in uscita e ieri anche con i piedi, ai tre difensori sempre traballanti. Ammoniti all’alba della gara, Pongracic e Ranieri hanno ancora una volta mostrato limiti imbarazzanti: non ci dimentichiamo che ieri la Fiorentina giocava contro il peggior attacco del campionato (stando alle statistiche avanzate), un attacco che comunque ha trovato il modo di infilare due volte la palla nel sacco. La grossa differenza è che nella scorsa stagione, con Palladino in panchina, la Fiorentina giocava con un blocco bassissimo che prevedeva perfino Gudmundsson al limite della nostra area e veloci ripartenze con palla lunga su Kean con Mandragora, Gosens e Dodò ad attaccare le seconde palle. In questa stagione invece, non siamo né carne né pesce, non attacchiamo alti (come sembrava voler fare Pioli ad inizio preparazione) e non teniamo il blocco basso, inoltre non abbiamo condizione atletica (sarà per quello che da mercoledì i viola faranno doppia seduta giornaliera?).

Resta comunque un pareggio preziosissimo dal punto di vista psicologico, una squadra che finalmente non ha mollato dopo 70 minuti, un allenatore che ha dispensato consigli e pacche sulle spalle per 95 minuti, una squadra che, almeno a parole, sembra iniziare a capire dove siamo finiti. Ho già sentito diversi osservatori disquisire in merito al mercato di gennaio…. io inviterei tutti a pensare a lavorare sul campo per mettere qualche punto in classifica che altrimenti rischiamo ad arrivare all’apertura del calciomercato in condizioni già disperate!!

Per chi volesse ascoltarlo, vi lascio qui sotto il link alla conferenza stampa di Vanoli di ieri dopo il match: un deciso cambio di paradigma nell’universo viola!!

Ecco Vanoli: da dove ripartire?

Al termine di una settimana tragicomica, con un mister che non si dimette nonostante l’ennesima sconfitta, una società che aspetta due giorni per esonerarlo salvo mandare in panchina in Europa Galloppa dicendoglielo poche ore prima di andare in aeroporto, la Fiorentina si ritrova con un “nuovo” Direttore Sportivo, un nuovo allenatore e, tanto per cambiare, una nuova sconfitta.

Tralasciando l’ennesima promozione interna anziché l’ingresso di nuove figure professionali, credo sia opportuno da qui alla fine pensare solo ed esclusivamente al campo poiché rischiamo di ritrovarci nell’anno del centenario non solo senza aver vinto un trofeo e senza la curva Fiesole pronta, ma anche e soprattutto rischiamo di ritrovarci a giocare in serie B. Questa dovrebbe essere la preoccupazione primaria in questo momento non tanto e non solo nostra, ma soprattutto all’interno del bunker Viola Park, luogo dorato in cui stanno passando le loro giornate i “calciatori” sotto contratto con il silente proprietario statunitense. L’arrivo di Paolo Vanoli credo sinceramente che, considerando il modo in cui viene gestita la Fiorentina dal momento in cui è passata nelle mani di Commisso, sia la soluzione migliore. L’ex giocatore viola è cresciuto ed è stato forgiato alla scuola di Antonio Conte di cui è stato il mister in seconda per alcuni anni. Le parole d’ordine saranno dunque lavoro, serietà, sudore, attenzione ai dettagli, senso di appartenenza. Certo Vanoli non sarà uno che regala slogan o frasi buone per i titoli dei giornali, ma in questo momento a Firenze serve innanzitutto una persona che riesca a rimettere ordine nello spogliatoio, in campo, nella squadra.

Se guardiamo alla prestazione di ieri sera a Magonza infatti, i viola hanno offerto il solito film già visto più volte in questa stagione: se certamente l’approccio alla gara è stato buono e solamente a causa di errori macroscopici (in primis di Piccoli) la squadra non è riuscita ad andare al riposo con almeno due gol di vantaggio, la Fiorentina si è però spenta fisicamente ancora una volta dopo soli 60 minuti. La questione della preparazione atletica completamente sbagliata credo sia ormai sotto gli occhi di tutti, una scarsa preparazione fisica che viene poi amplificata dai limiti strutturali della rosa costruita questa estate.

I viola infatti, hanno grandissima difficoltà ad uscire palla al piede da dietro, fondamentale che anche ieri sera ha dimostrato di avere a sprazzi solamente Sohm. Non solo, ma a differenza della scorsa stagione, i viola non riescono nemmeno ad andare ad attaccare alti le seconde palle sulle spizzate della punta proprio perché arrivano sempre in ritardo su tutti i palloni. Non avendo poi esterni che saltano l’uomo, la manovra risulta sempre lenta, prevedibile, incapace di trovare spazi alle spalle dei centrocampisti avversari per andare a giocare in parità numerica davanti. Oltre a tutto questo poi, esiste anche un problema ormai evidente in fase difensiva: siamo proprio sicuri che i nostri difensori siano così adatti allo schieramento a 3? Questo modo di difendere obbliga i due difensori esterni a coprire tutta la zona di campo tra il compagno centrale e la linea laterale, una porzione evidentemente più grande rispetto a quella che si deve gestire giocando a 4. Considerando il momento psicologico e fisico della squadra, sarebbe forse preferibile giocare con una linea a 4 molto bloccata, dedita solamente alla fase difensiva che eviti svolazzi tipo il tacco di Ranieri ieri sera nell’azione del primo gol, o le dormite come quelle di Pongracic sul pareggio e Comuzzo in marcatura (se così la possiamo chiamare) nel gol decisivo.

Se in difesa siamo messi male, certo a centrocampo non brilliamo. Ad oggi l’unico calciatore di cui credo non si possa fare a meno è proprio Sohm: lo svizzero infatti, riesce ad unire fisicità, strappo, cambio di passo e tiro in porta. Certo non è un regista né un faro per gli altri, ma è l’unico in questo momento che riesca a tramutare l’azione da difensiva in offensiva. Gli altri sono tutti giocatori che hanno un passo solo, pochi tempi di inserimento, pochissime giocate di prima. In questo modo diventa difficile costruire qualcosa per gli attaccanti soprattutto se funzionano poco anche gli esterni: ieri sera Dodò ha dato qualche timido segnale di risveglio, mentre Fortini è ormai una certezza anche se il vero Gosens potrebbe cambiare tante cose. In attacco infine, Piccoli è semplicemente imbarazzante: anche nella trasferta tedesca, si è mangiato due reti piuttosto semplici e non è stato capace di essere il punto di riferimento davanti per la squadra. Kean non è quello della scorsa stagione ma resta un calciatore imprescindibile per questa Fiorentina così malandata.

Il riassunto non solo del momento ma anche di tutta questa prima parte della stagione penso possa essere racchiuso nelle parole di Goretti che, quando gli è stato chiesto cosa servisse a questa squadra ha risposto solamente: “serve allenarsi, allenarsi, allenarsi”. Senza tornare a quel che è stato, a Vanoli chiediamo soltanto questo: lavoro, lavoro, lavoro, allenamento, allenamento, allenamento.