Appunti sparsi dal mondo della scuola (parte 12)

Anche se le vacanze estive sono ormai un lontanissimo ricordo, il mondo della scuola ha i propri tempi ed i propri riti e dunque il primo consiglio di istituto di questo anno scolastico si è tenuto solo pochi giorni fa.

Saranno le pile ricaricate, sarà un’oggettiva buona gestione del nostro istituto comprensivo, ma il primo ritrovo dopo oltre tre mesi ha riconfermato il clima sano e collaborativo che abbiamo quasi sempre avuto nelle nostre riunioni. Ho sempre pensato, e questa esperienza me lo sta confermando, che quando la gestione dei problemi è dettata da scelte di ampio respiro e di lungo periodo, tutto è più semplice. Se invece, al contrario, si vivacchia prendendo decisioni solo dettate dall’emergenza, non si può essere capaci di dare una visione complessiva ed una direzione; inoltre non si riesce nemmeno a valorizzare le competenze del gruppo di persone con le quali si lavora proprio perché si tappa solamente i buchi dell’oggi senza pensare al domani.

Nell’ultimo consiglio di istituto abbiamo affrontato un altro punto del programma triennale di mandato che ci eravamo prefissati: dopo aver cambiato ed aggiornato il regolamento di tutto il comprensivo, adesso tocca al regolamento degli organi collegiali a distanza. Questa specificità, la cui importanza è aumentata a dismisura sia durante che dopo la pandemia, ha preso piede arrivando ad essere il metodo preferito da tantissime scuole sul territorio: nel nostro caso però, vorremmo limitarne l’uso ai casi in cui sia necessario, poiché come consiglio d’istituto crediamo ancora fermamente alla cura dei rapporti interpersonali ed allo scambio a quattr’occhi come mezzo di crescita professionale.

Dopo aver sbrigato alcune faccende burocratiche, abbiamo però deliberato in merito a due cose che mi hanno reso orgoglioso del percorso che stiamo facendo. Negli ultimi anni, i casi di disturbi alimentari nei ragazzi stanno aumentando vertiginosamente e non basta più l’approccio personale al problema. Il nostro istituto, e nello specifico la nostra scuola secondaria di primo grado, è stata coinvolta in un progetto pilota che potrebbe rivelarsi fondamentale nella metodologia di intervento nei confronti di questi problemi. L’ospedale Meyer infatti, ha scelto il quartiere 2 come quartiere di riferimento per uno studio metodologico, e la nostra scuola media come uno degli istituti coinvolti. Durante questo anno scolastico, verranno attuati dei protocolli di prevenzione di intervento che saranno monitorati grazie ad alcuni test ed incontri con specialisti del settore che provvederanno anche a formare i docenti. Grazie poi ad alcuni laboratori, sarà possibile coinvolgere attivamente i ragazzi non solamente facendoli riflettere sulle dinamiche di questi disturbi, ma anche offrendo loro strumenti operativi per poter affrontare queste difficoltà e, nel caso, aiutare compagni affetti da queste problematiche. Il progetto poi, ha l’ambizione di coinvolgere anche le associazioni sportive del nostro quartiere in modo da creare una sinergia operativa in grado di creare una rete di intervento che possa aiutare i nostri ragazzi in ogni ambito si ritrovino a dover convivere con questo problema.

Dopo il voto unanime a favore dell’importante progetto, siamo passati all’esame di una questione che mi sta molto a cuore, quella dell’utilizzo dei cellulari e del registro elettronico. In quello utilizzato dalla scuola media del nostro istituto è sempre apparsa la media dei voti delle nostre ragazze e ragazzi in bella evidenza come prima immagine appena aperta la app. Oltre che creare grande ansia nella stragrande maggioranza di studenti e famiglie, ci siamo chiesti quale utilità potesse avere un arido numero in bella vista e la discussione che ne è nata è stata franca ed approfondita. Il dirigente scolastico ad esempio, ha fin da subito espresso il proprio parere favorevole alla soppressione della visibilità del voto anche perché (e questo non lo sapevo), la media generale dei voti è un valore che non ha senso di esistere, visto che non esistono circolari o regolamenti scolastici che lo prevedano. Non solo, ma tale media, non serve nemmeno in vista dell’esame di terza e dunque, oltre a creare ansia, è anche del tutto inutile! Insieme all’altra rappresentante della scuola media, ho perorato la causa della cancellazione trovando grande comprensione sia dal corpo docente che dagli altri rappresentanti. Oltre a ciò, abbiamo anche discusso delle medie delle varie materie ma siamo stati quasi tutti concordi nel mantenerle perché hanno innanzitutto un valore legale, e poi fotografano l’andamento del ragazzo in quella disciplina. Non mi sono fatto però sfuggire l’occasione per cercare di sensibilizzare maestre e professori in merito ad un utilizzo più parsimonioso del registro elettronico: negli ultimi anni infatti, una delle emergenze più importanti che sta emergendo nei nostri ragazzi, è quella della dipendenza dai mezzi elettronici. L’utilizzo, come unico canale di comunicazione, del registro elettronico, credo non possa far altro che acuire il problema.

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