Se l’anno scolastico giunge ormai al termine, le scadenze burocratiche ed amministrative sono ancora lì a ricordarci che non siamo in vacanza. Ecco dunque che, mentre il termometro segna temperature ormai pressoché estive, il Dirigente Scolastico ci richiama all’ordine per assolvere ai doveri del Consiglio d’Istituto.
E’ ormai quasi un anno che partecipo alle riunioni e se dovessi trovare una sola parola che fotografi l’andamento dei lavori, utilizzerei la parola serenità. Seppur con alcune voci dissonanti, alcuni voti contrari, alcuni scambi di opinione talvolta vivaci, nel nostro Consiglio d’Istituto non è mai mancato il rispetto reciproco e soprattutto la voglia di trovare un punto d’incontro che tenesse insieme le esigenze di tutti. Ciò non toglie che ci siano tantissime cose da migliorare, punti dolenti di cui anche in questo articolo parlerò, ma l’unione di intenti da parte di tutti è fuori discussione. L’ultimo incontro è stato particolarmente incentrato sull’approvazione del conto consuntivo i cui dati sono stati controllati, vagliati e certificati dai Revisori dei Conti. Ciò che si può dire è che la contabilità del nostro Istituto Comprensivo è chiara e non lascia spazio a dubbi o possibili interpretazioni. Nello stesso tempo però, le criticità in merito alla capacità di spesa restano intatte. Nello specifico, si riesce a spendere interamente i finanziamenti provenienti dallo Stato, meno quelli che arrivano da contributi e donazioni di privati, quali i genitori. Rispetto all’esercizio precedente, il problema si è leggermente affievolito, ma c’è ancora tanta strada da fare. Con il Dirigente Scolastico abbiamo convenuto sulla strategia da adottare per provare a trovare una soluzione perché forse è anche la programmazione delle uscite messe nel bilancio preventivo a non riuscire ad individuare progetti di spesa realizzabili. Ecco allora che si corre il rischio di veicolare fondi verso strade tortuose che poi non permettono di arrivare ad ampliare l’offerta formativa del nostro istituto. Abbiamo poi scoperto che il nostro Comprensivo ha tantissime mascherine e liquidi igienizzanti arrivati quando la situazione pandemica era ormai assolutamente sotto controllo ma, fortunatamente, il Dirigente Scolastico si è già attivato per veicolarli presso le R.S.A. in modo da non vedere finire migliaia di euro di forniture direttamente nel cestino della spazzatura.
Finita l’analisi dei numeri e cercata una possibile soluzione alle criticità, siamo passati a parlare maggiormente di scuola. Tra gli obbiettivi triennali che questo Consiglio d’Istituto in carica si è dato, c’è quello della revisione del regolamento che è ormai un po’ datato. Dopo aver affrontato la problematica relativa all’uso dei telefoni e tablet nella scorsa riunione, stavolta è toccato alle assenze ed ai ritardi specialmente nella scuola secondaria di primo grado. Abbiamo pensato di lavorare camminando parallelamente: da una parte una maggiore rigidità con gli alunni che arrivano in ritardo più volte, dall’altro un’opera di sensibilizzazione nei confronti delle famiglie anche attraverso colloqui individuali. Mi è sembrato un punto d’incontro intelligente per cercare ancora una volta di tenere insieme ed in collegamento tutte le parti che concorrono ad una buona convivenza nell’ambiente scolastico.
Non avendo poi potuto deliberare sul calendario scolastico del prossimo anno perché giunto in ritardo al nostro istituto, siamo passati ad affrontare la proposta della lectio brevis per il 9 giugno, ultimo giorno di scuola. Capisco le difficoltà organizzative delle famiglie, così come l’importanza del tempo scuola che dovrebbe aumentare anziché diminuire, però vedere l’unica votazione non all’unanimità proprio su questo tema mi ha rattristato. L’ultimo giorno di scuola, da che mi ricordi io, le classi sono sempre uscite prima ed i bambini/e o ragazze/i hanno sempre festeggiato la chiusura di un ciclo scolastico: è la normalità, direi quasi la tradizione! Senza contare poi che tale decisione permette, nella scuola materna ed in quella primaria, di vivere con le maestre in compresenza l’ultimo giorno in modo da poter fare un bilancio, potersi salutare per bene, poter festeggiare senza che nessuno si senta escluso. A maggior ragione dopo due anni di chiusura forzata!! Nessuna polemica con chi ha votato in dissenso, ma sinceramente non ho proprio capito il perché.
Alla prossima!