BarLungo con Simone – Fine del mercato tutelato dell’energia: e ora? (3 parte)

Nella seconda parte del nostro approfondimento, abbiamo parlato delle liberalizzazioni in campo europeo ma purtroppo è arrivato il momento di parlare di ciò che non vorremmo accadesse mai: quando riceviamo la bolletta! A parte gli scherzi, sappiamo veramente cosa si paga e perché? Simone Pesucci ci guida alla lettura della fattura spiegandoci le varie voci di costo.

Buon ascolto!

Il buono, il brutto, il cattivo

BOLOGNA – FIORENTINA = 2 – 0

Una spensierata lezione di calcio.

Questo è ciò che è successo ieri sera al Dall’Ara dove abbiamo visto la netta differenza tra una squadra in salute, che gioca spensierata, che è costruita con i calciatori giusti per il gioco del proprio tecnico, che ha tutta la città dalla propria parte contrapposta ad una che continua a caracollare cercando soluzioni estemporanee, che non ha più entusiasmo né condizione psicologica per superare le difficoltà, che è figlia di acquisti frettolosi, al risparmio e spesso errati. Non so se chi mi legge ha avuto la mia stessa impressione, ma il Bologna di Thiago Motta mi è sembrato la fotocopia della Fiorentina dello scorso anno (non parlo dell’aspetto tattico ma dell’ambiente e delle motivazioni) mentre i ragazzi di Vincenzo Italiano mi sono sembrati un insieme di persone che cercano di salvare le cose più care prima che passi il tornado o magari dei piccoli artigiani che cercano di rimettere insieme un’opera ormai compromessa.

I viola in realtà non erano nemmeno partiti così male con due conclusioni verso la porta di Nico (ancora incredibilmente schierato a sinistra) ed Ikoné (tornato ad essere fumoso come al solito….il confronto con Orsolini è stato a tratti imbarazzante): l’impressione però è fin da subito stata di una squadra che soffriva tremendamente ogni volta che il Bologna ripartiva con verticalizzazioni (conosci questo termine Arthur??? In portoghese si dice verticalizar) precise e movimenti coordinati tra Zirkzee ed i centrocampisti alle spalle. E’ stata lampante la differenza di atteggiamento delle squadre ma purtroppo ieri è stata clamorosa anche la differenza di gestione da parte dei due allenatori. Vincenzo Italiano, al netto delle scelte di formazione iniziale, ha comunque deciso di giocare un partita posizionale in cui in difesa ed a centrocampo si accettava di giocare uomo contro uomo singolarmente seguendo i movimenti degli avversari: la scelta però si è rivelata del tutto errata per più motivi. Innanzitutto quando la squadra avversaria corre molto più di te, ha la capacità di giocare la palla di prima ed è in fiducia, giocare sempre uomo contro uomo è un grandissimo rischio. Soprattutto però l’errore è stato quello di giocare contro il Bologna come se non lo si conoscesse: con Zirkzee e Saelemaekers che tornavano sempre sulla linea dei centrocampisti a prendere palla e Milenkovic e Kayode che uscivano per seguirli, la Fiorentina si è ritrovata spesso a dover difendere con Arthur difensore centrale (che scalava al posto di Milenkovic o Ranieri) e Biraghi strettissimo dentro al campo. In questo modo si creavano praterie per gli inserimenti di Orsolini, Ferguson e talvolta Aebischer che ci hanno fatto letteralmente a fette. Il problema è che il Bologna non ha iniziato ieri a giocare così ed allora delle due l’una: o abbiamo sottovalutato l’avversario pensando di contenere lo scontro diretto oppure il nostro piano di gioco è stato sbagliato.

Non credo sinceramente che l’aspetto tattico sia l’unica cosa che conta in una partita di calcio perché poi conta anche la qualità degli interpreti ed anche ieri sera abbiamo dimostrato di avere un capitano che probabilmente non dovrebbe nemmeno scendere in campo, un Milenkovic in una crisi che sembra irreversibile, un Arthur che sta tornando ad essere quello che in squadre titolate non giocava mai, un Nico Gonzalez che ha sempre militato in compagini europee di media classifica. Se la magia è finita, la squadra torna ad essere mediocre grazie a scelte societarie per le quali facciamo gestire il mercato a Joe Barone invece di affidarci a managers come Sartori, Giuntoli, Petrachi, Sabatini, D’Amico….. Resta la sensazione che la discesa sia solamente all’inizio e che non sia sufficiente recriminare per un rigore solare non dato se poi si viene dominati in lungo ed in largo da una diretta concorrente che non ha né lo stadio di proprietà né il centro sportivo più bello d’Europa.

Adesso i viola sono attesi ad Empoli da una squadra in salute che Nicola sembra aver rigenerato e che considera il derby come la partita dell’anno: sarà rinascita o crisi conclamata?

IL BUONO

  • Belotti: il meno colpevole non solamente perché è l’ultimo arrivato, ma soprattutto perché lotta, sgomita e si impegna per 90 minuti. Probabilmente l’apatia che attanaglia il gruppo viola non lo ha ancora contagiato…..speriamo non succeda mai!

IL BRUTTO

  • Commisso-Barone-Italiano: la proprietà ha deciso di navigare a vista nel più completo autofinanziamento nonostante la stagione scorsa sia stata da record per i ricavi (e questa è diretta conseguenza dei risultati sportivi), il Direttore Generale continua a magnificare le sorti di un gruppo che è stato depauperato ogni anno di più, il tecnico ha sempre accettato tutto riuscendo ad invertire la rotta ma adesso sembra aver perso la bacchetta magica. Occhio al dirupo in cui potrebbe scivolare la squadra!
  • Arthur: imbarazzante, lento, bolso, incapace di creare gioco. Inutile.
  • Biraghi: solamente una parola…..BASTA!!!!
  • Beltran: se Bonaventura ha giocato l’ennesima gara trasparente, l’attaccante argentino è riuscito a fare addirittura peggio. Non era semplice.
  • Milenkovic: provo sincero imbarazzo nel vederlo in queste condizioni dopo averlo ammirato per anni non certo come il miglior centrale d’Europa, ma almeno come un combattente. Nikola dove sei finito?

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – FROSINONE = 5 – 1

Qual è il significato dell’espressione congiunzione astrale? Semplificando è quel momento in cui due pianeti, visti dal centro della Terra, hanno la stessa longitudine o la stessa ascensione retta.

L’espressione è però diventata di uso comune come quel momento o quella situazione in cui si verificano coincidenze favorevoli e per niente prevedibili. C’è chi le chiama coincidenze, chi destino o chi fato, nel nostro caso lo si può chiamare semplicemente gioco del calcio. In un momento in cui una squadra si trova in crisi di gioco, di risultato e fiducia, quale miglior cosa può accadere rispetto a quella di trovarsi di fronte alla squadra che difende peggio in Italia (e non solo)? E quale miglior cosa può registrarsi se non quella di avere un portiere, Terracciano, che la salva dopo un errore clamoroso del proprio difensore centrale (Quarta) e, dopo pochissimi minuti, andare in vantaggio con un gol del proprio attaccante appena arrivato dal (misero) mercato di riparazione?

Alla fine, se vogliamo essere onesti, la vittoria che la Fiorentina ha conquista contro il Frosinone è tutta qua. Una squadra timorosa, impaurita, a tratti in difficoltà come quella viola che incontra una compagine che ultimamente regala occasioni e punti a tutti. Trovo sinceramente imbarazzante la fase difensiva della squadra di Di Francesco: dopo un inizio di torneo incoraggiante, con gare disputate in modo intelligente, talvolta addirittura accorto, il Frosinone sembra adesso una squadra composta da calciatori improvvisati per la massima serie. Se a Firenze ci sono tifosi e giornalisti che, in parte giustamente, criticano la fase difensiva viola, ieri hanno assistito ad uno scempio tattico: i ciociari hanno un reparto difensivo che sembra quasi giocare a caso, con calciatori che non seguono i tagli degli attaccanti avversari, fanno movimenti al contrario, non danno mai l’impressione di essere coordinati. E che dalla metà campo in avanti, i calciatori di Di Francesco dispongono di ottime qualità individuali, costruiscono trame interessanti e pericolose, riempiono bene l’area di rigore avversaria. Prendere tutte queste reti però, rischia di far ricadere il Frosinone nella zona più calda della classifica……

A volte però, un pò per congiunzione astrale oppure forse solo per fortuna, può anche capitare di trovare la persona giusta, quella che in un momento ti svolta la giornata, il periodo, il lavoro. Tutto questo per la Fiorentina è sembrato essere Andrea Belotti, un attaccante pronto, italiano, uno che fino a pochi anni fa aveva una clausola da 100 milioni di euro, ma che nelle ultime stagioni sembrava ormai essere diventato un ferro arrugginito. Uno di quei calciatori che, speriamo troppo presto, sono stati dipinti come in una fase discendente inarrestabile. Con un’operazione chiaramente in prestito secco, la Fiorentina ha portato a casa un calciatore che già si era presentato con la testa giusta a Lecce, dove aveva colpito una traversa subito dopo essere entrato in campo. Ieri però, in poco più di un quarto d’ora ha dato l’impressione di essere proprio quel centravanti che alla Fiorentina manca dal momento della cessione di Vlahovic (fatte ovviamente le debite proporzioni): forte fisicamente, pronto a fare a sportellate con tutti, capace di fare reparto da solo, cattivo sotto porta, generoso con la squadra. Anche se non è più quel centravanti da 20 gol a campionato, è un calciatore che mancava allo scacchiere viola anche perché aiuta la Fiorentina ad avere più modi di giocare: se con Beltran davanti era imprescindibile il palleggio ed il possesso palla rasoterra, con Belotti si può decidere anche di andare in verticale più velocemente, con palla alta che salti il centrocampo avversario. Non solo, ma la presenza di un centravanti del genere, permette alla Fiorentina di sostenere meglio l’assenza (o la presenza invisibile fate voi) di Arthur e Lopez, i due architetti del centrocampo viola.

Urge la riprova nella difficilissima ed importantissima gara di Bologna: contro una diretta concorrente per l’Europa, la Fiorentina è chiamata a confermare i progressi in fase offensiva, ma anche a correggere gli errori difensivi che Zirkzee, Ferguson ed Orsolini potrebbero punire severamente!

IL BUONO

  • L’atteggiamento della Curva Fiesole: dopo averla bacchettata più volte, stavolta devo dire che mi è proprio piaciuta. Uno striscione ironico di contestazione alla società, un coro convinto per mister Italiano, 90 minuti di supporto per la squadra. Che finalmente abbiano capito da che parte stare?
  • Belotti: la dimostrazione più lampante del motivo per cui spesso si dice “giocare con l’attaccante aiuta”. Lotta, sgomita, non si dà mai per vinto, la butta dentro. Che finalmente si sia trovato un attaccante di riferimento? Aspettiamo a festeggiare ma….
  • Ikonè: bravo e fortunato in occasione del gol, una volta tanto però a convincere è l’atteggiamento. Finalmente intraprendente, coraggioso nell’uno contro uno, voglioso di superare l’avversario. Ormai alla trasformazione di questo talento francese non ci credo più. Prendiamo quel che viene…..
  • Terracciano: mai sotto i riflettori, mai sulle prime pagine dei vari siti, ma anche ieri decisivo in almeno due occasioni. Se lo strafalcione di Martinez Quarta non fosse stato cancellato dal portierone viola, chissà di cosa staremmo parlando adesso….Si conferma una delle certezze di questa stagione!

IL BRUTTO

  • Martinez Quarta: ok il gol del 3 – 0 ed altre buone chiusure a partita ormai quasi finita, ma le due disattenzioni potevano costarci carissime, soprattutto la prima in avvio di gara. Io capisco cercare sempre di giocare palla, ma non era proprio il momento più adatto per rischiare così tanto. Kaio Jorge poi lo mette in difficoltà più volte sgusciandogli alle spalle. Il turno di riposo causa squalifica potrebbe essere arrivato al momento giusto.
  • Le condizioni di Arthur: l’incantesimo sembra svanito, il centrocampista brasiliano non si allena con continuità in gruppo ormai da settimane, ma del resto la sua carriera parlava chiaro. Adesso con Belotti probabilmente la Fiorentina potrebbe sentirne meno l’assenza soprattutto se Duncan tornasse quello di inizio stagione, ma i dubbi di questa estate tornano ad affiorare pesantemente. Ennesima scommessa persa?

A voi per i commenti!!

BarLungo con Simone – Fine del mercato tutelato dell’energia: e ora? (2 parte)

Dopo aver cercato di delineare il quadro normativo italiano relativo alla fine del mercato tutelato ed aver conosciuto quali sono gli attori in campo, diamo un’occhiata fuori dai nostri confini nazionali. Grazie al prezioso aiuto dell’amico Simone Pesucci, vediamo come sono state recepite le direttive europee in tema di liberalizzazioni in casa dei nostri due partner strategici, Francia e Germania.

Buon ascolto!

Reagire prima che sia troppo tardi!

Dopo la sconfitta di Lecce ci sono pochissime certezze, una di queste è la crisi ormai conclamata della squadra viola. Dalla gara di Sassuolo in poi, compresa la semifinale di supercoppa italiana contro il Napoli,  i ragazzi di Vincenzo Italiano hanno raggranellato solamente un pareggio interno contro l’Udinese a fronte di 4 sconfitte con 4 gol fatti ed addirittura 10 subiti. E’ dunque chiaro che adesso serve provare a svoltare per non far diventare una stagione potenzialmente trionfale in una di quelle anonime e mediocri che conoscevamo bene ai tempi di Beppe Iachini. Per poterlo fare però, è assolutamente necessario che tutte le componenti tornino a remare dalla stessa parte mettendo da parte incomprensioni e problemi personali anteponendo a tutto l’amore per la maglia viola.

A partire dalla società sempre più incarnata dal solo Joe Barone, vista la latitanza di Commisso e Pradè, è necessario provare a rimettere insieme i cocci di un vaso che sembrava essere tra i migliori confezionati da quando la proprietà americana è sbarcata a Firenze. Quarto posto in classifica, semifinale di Coppa Italia, Supercoppa da giocare contro un Napoli derelitto, ottavi di finale di Conference League guadagnati senza passare dagli spareggi. Poi il buio…. un tunnel in fondo al quale è necessario ritrovare la luce imparando finalmente dai propri errori. Ecco che sarà fondamentale far sentire tutta la stima e la fiducia ad un mister giustamente deluso dal (non) mercato fatto a gennaio, parlare con alcuni calciatori ai quali probabilmente l’atteggiamento dirigenziale non è proprio andato giù. Pur con i propri 34 anni, Jack Bonaventura resta un faro della squadra sia per le doti tecniche che per la leadership molto spesso dimostrata nei momenti difficili. Spetta alla società non tornare indietro su promesse fatte (do you remember Torreira?) e rimettere al centro del progetto uno dei pochi talenti che in questi anni ha scommesso sul “progetto” Commisso. Non ultimo, visto che finalmente molti stanno aprendo gli occhi, provare a spiegare alla piazza i motivi delle scelte di mercato, i piani futuri, i veri obiettivi della proprietà, senza per questo parlare sempre di soldi, bilanci, introiti, spese: credo che Firenze si stia finalmente stancando di parlare di tutto tranne che di calcio!

Certo qualche spiegazione dovrebbe darla anche mister Vincenzo Italiano che nelle ultime gare sembra aver perso lucidità nelle scelte. Se ad esempio il mercato di gennaio non ti porta quell’esterno chiesto ormai da più di un anno (!!!), si può sempre cambiare modo di giocare. Soprattutto in una gara in cui Ikoné è squalificato e Nico non in condizione, impiegare Nzola come esterno è sembrato solamente un modo di lanciare un messaggio ad una società dimostratasi sorda alle richieste del tecnico. Adesso che il mister ha a disposizione tre attaccanti puri, con un Bonaventura in queste condizioni, non sembra una bestemmia cambiare sistema di gioco: come Italiano ha più volte dimostrato negli ultimi mesi, le soluzioni spesso riesce a trovarle….è il momento di accelerare! Oltre all’aspetto tattico però, ciò che forse preoccupa di più è la sensazione di arrendevolezza che il gruppo ha mostrato ultimamente. E’ necessario rimotivare un gruppo che sembra sgonfio ed accanto alle motivazioni sembra essere insufficiente anche la condizione atletica di tantissimi calciatori, non solo Arthur e Nico, ma anche Duncan, Quarta e Biraghi. Non è più il momento di fare esperimenti, è il momento di affidare nuovamente la squadra ai pochi leaders della rosa: Milenkovic e Ranieri  in difesa, Arthur in mezzo al campo, Nico davanti.

Chiudo poi con chi realmente scende in campo ogni domenica, i calciatori. Certo la società non ha aiutato, magari il mister è in confusione ma siamo sinceramente stufi di vedere errori individuali così marchiani. La gestione del calcio d’angolo di Lecce al minuto 89 non è certamente colpa del mister, così come il contropiede preso subito dopo il gol del pareggio quando la Fiorentina ha battuto la rimessa di gioco dal cerchio di centrocampo. Anche quella è colpa di Italiano? Anche quello vogliamo imputare a Barone? E’ compito e dovere di chi scende in campo tornare ad essere quella squadra che non mollava mai e che cercava sempre e comunque di andare oltre i propri limiti: solo così Biraghi e compagni potranno dimostrare di tenere davvero alla maglia viola.

A voi per i commenti!!

BarLungo con Simone – Fine del mercato tutelato dell’energia: e ora? (1 parte)

L’ennesima proroga stavolta non è arrivata e dunque quasi 10 milioni di italiani sono stati “gentilmente” accompagnati nel mercato libero. Con scadenze diverse, il 2024 sarà ricordato anche per la fine del mercato tutelato delle forniture di luce e gas: cerchiamo allora di capire, grazie al prezioso aiuto dell’amico Simone Pesucci, perché siamo arrivati a questo punto e soprattutto cosa può accadere nel prossimo futuro.

Buon ascolto!

Una risata ci seppellirà

Acquisti: Faraoni (prestito), Belotti (prestito)

Cessioni: Mina (definitivo al Cagliari), Pierozzi (prestito alla Salernitana), Brekalo (prestito Hajduk Spalato), Amatucci (prestito alla Ternana)

Se per molti tifosi con i quali ho parlato nelle ultime settimane, il mercato di gennaio era lo spartiacque per dare un giudizio sulle intenzioni di questa proprietà, credo sia il momento di aprire gli occhi. E’ suonato il gong, il tempo è finito e dunque mi sembra doveroso stilare un bilancio di questa finestra di mercato. Qui sopra avete il riepilogo delle operazioni portate a termine dalla Fiorentina ed i risultati sono piuttosto modesti (ad essere buono).

Lasciata la porta giustamente intoccata, la difesa ne esce indebolita quantomeno dal punto di vista numerico. Se il tempestivo arrivo di Faraoni aveva fatto sperare in un mercato diverso, la chiusura dell’operazione Mina apre ad alcune riflessioni: il difensore colombiano è l’unico calciatore ceduto in modo definitivo e dunque spero di non essere tacciato di faziosità se dico che il suo arrivo estivo è da considerarsi un grosso fallimento. Sarebbe antipatico ricordare che l’avevo detto, ma chiunque avesse voluto rinforzare davvero la difesa viola, mai avrebbe pensato ad un calciatore come Mina. Adesso però, quello che era stato presentato come il sostituto di Igor viene mandato via a titolo definitivo gratuito sostituendolo con il giovane primavera Comuzzo. Siamo sicuri sia una questione di fiducia nei confronti del giovane? Oppure è una mera operazione di riduzione degli ingaggi per far posto a Belotti? Mentre ci interroghiamo su ciò, la certezza è che se Italiano vorrà giocare con la difesa a 3 avrà a disposizione solamente tre centrali di ruolo. E’ fare calcio questo?

Se in difesa siamo ridotti ai minimi termini, non và meglio a centrocampo. La cessione di Amatucci in prestito alla nostra succursale Ternana, è stata per me sottovalutata: anche stasera, in quel di Lecce, la Fiorentina dovrà fare a meno di Arthur apparso già in netta flessione nelle ultime settimane. Considerando che il primo cambio in mezzo è Mandragora mi vengono i brividi….E’ vero che il giovane viola aveva avuto finora poco spazio ma a questo punto senza Arthur e con questo Lopez il rischio è di dover arretrare uno tra Bonaventura, Barak ed il fantasma Infantino. Contenti voi…..

Il capolavoro però è arrivato in attacco dove Vincenzo Italiano chiede da ormai un anno e mezzo un esterno pronto e con gol ed assist nelle gambe ed invece arriva un centravanti, il terzo, per un tecnico che non gioca mai (se non a partita in corso) con la doppia punta. Stasera a Lecce sugli esterni avremo a disposizione solamente Nico e Sottil a mezzo servizio per un allenatore che predilige far sempre giocare in ampiezza le proprie squadre: sareste soddisfatti voi? Posto che Belotti potrebbe essere una bella mossa, in considerazione anche della voglia del centravanti di provare ad andare agli Europei, non sarebbe forse stato preferibile prendere un calciatore richiesto dal mister e funzionale al gioco della squadra? Un’altra mossa priva di logica calcistica, l’ennesimo tentativo di mettere una pezza temporanea anziché un tassello per un progetto di crescita!

Sorvolo volutamente sulla trattativa (??) in merito a Gudmunsson fatta (forse) nelle ultime 48 ore di mercato perché non è la cosa che mi ha fatto più rabbia questo calciomercato. La mancata operazione che mi ha fatto veramente male al cuore è stata quella relativa a Baldanzi: saltato questa estate dopo la mancata cessione di Castrovilli, i viola avrebbero potuto prenderlo adesso ad una cifra addirittura più bassa di questa estate quando si chiuse sulla base di 13 milioni più 5 di bonus.  Dopo alcuni mesi in cui il talento di Castelfiorentino non ha certo brillato, soprattutto per questione di infortuni, la Roma lo ha preso per 10 milioni più bonus: un assegno circolare su un giovane che, se non lo si vuol vedere come un calciatore su cui progettare il futuro, è comunque una plusvalenza sicura nel giro già di un paio d’anni. Invece no, nemmeno un calciatore giovane, un talento italiano, un potenziale nazionale per un decennio: ma non era questo il target viola per fare investimenti importanti? Nulla….nemmeno più quelli….

La speranza è che ancora una volta Italiano e questo granitico gruppo di calciatori siano in grado di andare oltre i propri limiti, di riuscire a far contare più il gruppo delle individualità, più la squadra del talento. Nel mio cuore vorrei però anche ritrovare quella Firenze, quella Curva Fiesole che era pronta a contestare chiunque non facesse il bene della squadra e dei propri calciatori proprio perché la Fiorentina era considerata un tutt’uno col tessuto sociale cittadino. Ancora una volta i sogni di lottare per un traguardo ambizioso, per l’Europa che conta, sono stati mortificati da una proprietà tra le più ricche del calcio italiano che non ha però voluto fare calcio, non ha voluto investire nemmeno in un momento che poteva essere fecondo. L’ennesima delusione: dopo Ficini e Benalouane, la speranza è che Faraoni e Belotti riescano almeno a non farci definitivamente rimpiangere proprietà passate da cui Firenze e la propria tifoseria ebbero la forza e la volontà di liberarsi.

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – INTER = 0 – 1

Una sconfitta che mette sotto i riflettori ancora una volta tutti i limiti della Fiorentina.

Peccato perché una volta tanto, considerando gli ultimi mesi, la squadra di Vincenzo Italiano aveva approcciato perfettamente la gara dimostrando ancora una volta quanto sia importante per lo staff tecnico avere il tempo necessario per preparare al meglio le gare. Il primo quarto d’ora, considerando le forze in campo, è stato pressoché perfetto con ottime letture difensive, buone trame guidate come al solito da Arthur (festeggerò quando finalmente tornerà a giocare 90 minuti), ritmo alto. Come spesso accade però, una volta andati sotto con il gol di Lautaro Martinez (assolutamente regolare), la Fiorentina non è riuscita a portare a casa quel punto che avrebbe sinceramente meritato. Ancora una volta è stato un  rigore a condannare i viola alla sconfitta, un rigore che tra l’altro mi lascia il dubbio che sia stato decretato per compensazione visto che l’intervento da punire era quello nel primo tempo di Bastoni su Ranieri anziché quello di Sommer su Nzola.

Resta la sensazione che la squadra di Simone Inzaghi abbia gestito senza troppa difficoltà una partita che avrebbe potuto chiudere in ogni momento e che probabilmente avrebbe vinto anche se Nico Gonzalez avesse regalato ai viola il pareggio. E resta soprattutto, ancora una volta, quella sensazione di incompiutezza che ormai la Fiorentina si porta dietro dal mese di dicembre: la squadra di Italiano ha raschiato il fondo del barile delle energie ed avrebbe (avuto) bisogno di un aiuto dal mercato non tanto per rimanere in zona Champions League, traguardo del tutto irrealistico, ma anche solo per competere in Supercoppa e per continuare a lottare su tre fronti. La risposta di Vincenzo Italiano in sala stampa in merito a cosa si aspetti dal mercato è quanto di più chiaro e cristallino rispetto al lavoro di una società alla quale sembra interessare sempre meno il rettangolo di gioco e l’aspetto tecnico sportivo. Se solo si avesse un minimo di amor proprio, si dovrebbe provare imbarazzo a vedere che il tuo tecnico è addirittura costretto ad inserire Milenkovic da secondo attaccante nell’arrembaggio finale: un segno di disperazione che suonerebbe in ogni società calcistica come un campanello d’allarme ma che da noi probabilmente passerà come un tentativo di imitare quel Mourinho che spesso nei minuti finali lancia tutti i propri calciatori all’arrembaggio. Peccato, l’ennesima occasione sprecata nella storia di questa società: da Ficini a Benalouane fino a chissà quale colpo di mercato centrato nelle ultime ore di questo triste gennaio 2024, il passo è veramente breve……

IL BUONO

  • Ranieri: nella difesa composta dalla banda bassotti, è ancora una volta il più attento e pronto a reggere l’urto di attaccanti sulla carta molto più forti. Guadagnerebbe anche un rigore che solamente Aureliano non vede, prova fino all’ultimo secondo a dare coraggio e forza di volontà a tutti i propri compagni. Capitano senza fascia.
  • Faraoni: dopo il debutto con assist, ieri riesce a tenere botta contro un brutto cliente come Carlos Augusto. Se la Fiorentina riesce a contenere l’Inter sulla propria fascia, il merito è soprattutto di questo esterno arrivato dal Verona che sbaglia poco sia in fase difensiva che di impostazione. Altra prova assolutamente convincente!
  • La prestazione: la sconfitta è arrivata, ma ancora una volta la Fiorentina ha dimostrato di non mollare mai. Contro una squadra che sostituisce gli assenti a centrocampo con Asslani e Frattesi (costati più di 40 milioni in due) e Dimarco con il miglior esterno a tutta fascia del campionato scorso, i viola sono costretti a schierare Milenkovic centravanti per disperazione, sostituire per l’ennesima volta il metronomo bianconero in mezzo al campo con un altro prestito ed impiegare un calciatore di 35 anni sulla fascia per mancanza di esterni. Di che si parla?

IL BRUTTO

  • Calci di rigore: ormai la situazione sta diventando paradossale. Una volta tanto che calcia finalmente il rigorista della squadra (finora 10 su 10 dal dischetto), ne esce un’esecuzione quasi comica. Già non segniamo mai su azione in movimento, se la macchina si inceppa anche da palla ferma allora diventa impossibile. Maledizione.
  • Duncan: ancora una volta dimostra che quando non è fisicamente al top, giocare contro una squadra tra le prime in Italia diventa un supplizio. Nonostante ciò, salvate il soldato Alfred che quando esce ci tocca vedere Mandragora!!! Non mollare amico mio!!
  • Gli esterni: la tragicità della situazione in casa viola è perfettamente fotografata dalla differenza di prestazione tra Bonaventura, centrocampista offensivo di 35 anni e Ikoné, esterno di ruolo più giovane di 10 anni. L’ex Milan adattato sulla fascia, appare più brillante, più tonico, più deciso non solo nel calciare verso la porta avversaria. Mi sembra una grande scelta di calcio quella di rischiare di non accordargli il rinnovo: geniale!

A voi per i commenti!!

BarLungo con Simone – I nuovi istituti professionali

Una piacevole novità del nostro podcast: stavolta la tematica da approfondire l’avete decisa voi ed allora insieme a Simone Pesucci parliamo di scuola presentando la riforma degli istituti professionali. Il disegno di legge Valditara, nato con precisi obiettivi, è passato incredibilmente quasi sotto silenzio, ma cosa contiene e come è stato accolto dal mondo della scuola?

Buon ascolto!

Prematch Fiorentina – Inter in attesa del mercato

Questo pezzo è stato tra i più laboriosi di sempre. L’ho iniziato, cambiato, stravolto e riscritto talmente tante volte da avere il dubbio di riuscire a pubblicarlo sul blog.

Avevo infatti in mente di fare un pezzo sul mercato viola quando mancano ormai pochi giorni alla chiusura delle operazioni ma…..dapprima ho studiato il profilo di Ruben Vargas per offrirvi un ritratto particolareggiato ed approfondito del nazionale svizzero che ancora milita nell’Augsburg. Poi però ho dovuto gettare tutto nel cestino perché la trattativa pare saltata (o forse no) per circa un milione di euro; successivamente però avevo ripreso fiducia quando tutti gli operatori di mercato indicavano in chiusura l’acquisto di Brian Rodriguez direttamente dal campionato messicano per una cifra di circa 7 milioni di euro. Ed allora via… di nuovo a studiare, a consultare siti specializzati, video relativi non solamente ai gol ma anche agli altri aspetti del gioco per conoscere e parlare con cognizione di causa dell’esterno che sarebbe dovuto arrivare già nelle scorse ore all’aereo aeroporto di Peretola. Già, sarebbe dovuto arrivare visto che anche stavolta, sull’innesto richiesto non si sa quanto da Vincenzo Italiano, si è abbattuta la scure del mantra di Rocco e Joe: se non esce nessuno non arriva nessuno. E questo nonostante il tecnico, che ad oggi è l’unico vero fuoriclasse della rosa, chieda un esterno offensivo pronto da impiegare con diversi assist e gol nelle proprie corde ormai dalla fine del mercato estivo. Se dunque dovessi tratteggiare il profilo dei nostri due esterni al momento titolari in attesa del rientro di Sottil e di Nico dovrei angustiarvi con il ritratto di due calciatori che ormai a Firenze conosciamo anche troppo bene, cioè Jonathan Ikoné e Josip Brekalo. Credo però che questo sarebbe veramente troppo anche per il più sfegatato tifoso viola!

Domenica sera quindi, ancora una volta i calciatori viola dovranno contare solo ed esclusivamente sulle loro forze e su quelle di un allenatore che ha avuto finalmente 10 giorni di tempo per preparare al meglio la partita con la squadra qualitativamente più forte in Italia. Oltre a ciò, servirà certamente anche un Franchi bollente, quello delle migliori occasioni, quello che pensa ad incitare e sostenere la propria squadra del cuore e i propri beniamini dal primo all’ultimo minuto senza fare polemica con le istituzioni politiche o pensare alla campagna elettorale per le amministrative. Sogno di poter nuovamente ammirare una curva Fiesole colorata e festante impegnata ad aiutare i viola a superare una squadra come quella nerazzurra certamente superiore sia dal punto di vista tecnico che da quello fisico. L’Inter di Simone Inzaghi gioca un 3-5-2 che sviluppa il gioco in grande ampiezza sfruttando i due esterni dinamici e tecnici che alternano le giocate per andare sul fondo con i tagli verso la porta. Non disdegnano inoltre, soprattutto quando giocano Dimarco da una parte e Dumfries dall’altra, anche la giocata da quinto a quinto sorprendendo spesso la difesa avversaria poiché di difficile lettura difensiva: se infatti la disposizione è a specchio, dovrai avere esterni che giochino l’uno contro uno contro calciatori di grande qualità, se invece ti disponi in modo diverso dovrai essere bravo a scalare le marcature ed a leggere le situazioni di gioco. I nerazzurri dispongono poi di un centrocampo tra i migliori in Europa ma le contemporanee assenze di Barella e Calhanoglu potrebbero avvantaggiare la mediana viola. Con la disposizione a tre poi, Simone Inzaghi preferisce sempre ripartire dal basso grazie alle doti tecniche di difensori quali Bastoni e Acerbi che hanno un piede educato ed una visione di gioco da centrocampisti. Se sembra che finora non ci siano punti deboli nell’Inter, allora non cerchiamoli nella coppia di attaccanti: Lautaro sta vivendo la stagione della definitiva consacrazione, mentre Thuram ha avuto un adattamento velocissimo e sorprendente sia al campionato italiano che al modo di giocare della propria squadra. Ed allora? E’ già persa in partenza?

Se è vero che le gare non si perdono mai prima di giocarle, è anche vero che servirà la miglior Fiorentina possibile. Non sarà ammesso un approccio alla gara come ne abbiamo visti troppi nei mesi di dicembre e gennaio, non sarà possibile ripetere i soliti errori difensivi senza il concretissimo rischio di prendere rete. I ragazzi di Vincenzo Italiano dovranno essere attentissimi a non prendere le ripartenze letali che troppo spesso hanno fatto male ai viola e nel contempo dovranno cercare di tenere i ritmi altissimi per non far ragionare gli avversari. Tutti noi sappiamo che la Fiorentina è una squadra completamente diversa in relazione al ritmo che riesce a tenere in una gara: se infatti è capace di pressare alta recuperando palla nella metà campo avversaria, allora sa anche creare occasioni da rete importanti. Se invece comincia dalla costruzione dal basso con il giro palla orizzontale aspettando l’errore dell’avversario, allora diventa lenta e prevedibile. Non so se Vincenzo Italiano deciderà di giocare a specchio, riproponendo la difesa a tre oppure terrà la linea a quattro, sono però certo che non sarà questo a fare la differenza. O la Fiorentina tira fuori una prestazione di grande spessore oppure l’Inter passerà a Firenze.

A voi per i commenti!!