Appunti sparsi dal mondo della scuola (parte 9)

Non è stato un periodo facile quello intercorso tra il consiglio di istituto tenutosi a febbraio e quello di qualche giorno fa.

Nel mezzo infatti, avrebbe dovuto tenersi un incontro on line rapido e con un solo punto all’ordine del giorno, cioè quello necessario per deliberare alcuni progetti all’interno in diversi plessi dell’istituto comprensivo. A pochissime ore dalla riunione però, qualcuno facente parte il nostro consiglio ha sollevato l’ombra di un possibile vizio procedurale che avrebbe potuto invalidare la delibera. Il fatto che questo cavillo sia stato trovato al nostro interno mi ha dapprima sconcertato e poi fatto infuriare poiché l’annullamento della riunione ha costretto l’istituto comprensivo a bloccare i progetti e dunque sospendere le varie attività in questione. Sentiamo ogni giorno fiumi di parole (come direbbero i Jalisse) riversarsi contro le vessazioni della burocrazia che non permette di perseguire obiettivi a vantaggio della collettività e poi, una volta che possiamo snellire le procedure, ci mettiamo di traverso proprio noi? Noi che dovremmo aver assunto questo incarico nel solo interesse dei nostri ragazzi, dei docenti e di tutto il mondo della scuola? Un comportamento assolutamente sconcertante!!

Dopo quasi un mese dall’annullamento, siamo finalmente riusciti a tenere una nuova riunione all’interno della quale abbiamo deliberato senza alcuna discussione, al primo punto dell’ordine del giorno, tali attività senza che nessuno avesse niente da dire: tutto normale? Magari per altri si, ma non per me visto che le nostre bambine ed i nostri bambini hanno perso alcune lezioni di attività!

Fatto il primo passo, abbiamo poi avuto il piacere di appoggiare con un voto all’unanimità anche una delle ultime parti relative al PNRR dedicato al nostro istituto. Dopo aver infatti pensato alla strumentazione necessaria per avviare una transizione digitale al passo con i tempi, stavolta abbiamo deliberato a favore della formazione del personale scolastico che dovrà accompagnare le nostre ragazze ed i nostri ragazzi nel percorso: non esiste una vera transizione digitale senza strumenti, ma non esiste nemmeno una transizione consapevole senza docenti che sappiano guidare le nuove generazioni utilizzando il linguaggio del presente e del futuro. Ecco perché è così importante investire sulla formazione degli insegnanti! Senza qualcuno che guidi le classi nel futuro, non serve l’acquisto di strumentazione tecnologica avveniristica.

L’amarezza poi, è definitivamente scomparsa quando il Dirigente Scolastico ci ha illustrato la nuova convenzione per la quale ha chiesto il voto favorevole. Il nostro istituto comprensivo infatti, sarà coinvolto in un progetto con la prestigiosa Fondazione Don Milani per combattere e prevenire il disagio e la dispersione scolastica. Con il lavoro sul campo di un Dirigente Scolastico e due professori in pensione, l’accordo prevede che questi volontari offrano gratuitamente il proprio aiuto in attività di doposcuola o, nei casi necessari, durante l’orario scolastico, per affiancare gli studenti in difficoltà. Un segno tangibile di vicinanza da parte di una Fondazione importante e riconosciuta che inizialmente lavorerà con le ragazze ed i ragazzi della scuola secondaria di primo livello nella speranza di poter ampliare, magari fin dal prossimo anno scolastico, anche agli altri istituti questa preziosa opera.

Alla prossima!

Appunti sparsi dal mondo della scuola (parte 8)

Dopo un inizio di 2024 alla massima velocità segnato da una riunione di consiglio di istituto ed una giunta esecutiva ravvicinatissime, siamo tornati alla normalità.

L’impegno tenutosi pochi giorni fa ha avuto come tema centrale proprio l’approvazione di quel Programma Annuale del 2024 che era stato controllato, discusso ed in parte rivisto in occasione della giunta esecutiva. In consiglio poi, è stato importante rimarcare alcuni aspetti che hanno attirato l’attenzione, ed in parte la preoccupazione, della giunta in sede di esame del Programma. La questione relativa alle insegnanti di sostegno è purtroppo un problema tanto importante quanto difficilmente risolvibile con i mezzi che abbiamo a nostra disposizione. Studiando l’organico dei docenti e del personale ATA infatti, è stato facilmente rilevabile l’alto tasso di precarietà degli insegnanti di sostegno. Nel nostro istituto comprensivo infatti, più del 50% sono lavoratori precari che hanno dunque un tasso di turnover così alto da pregiudicare potenzialmente il lavoro sulle nostre alunne ed alunni: sappiamo perfettamente quanto sia importante costruire un rapporto di fiducia tra insegnante e ragazzo e la mancanza di continuità rischia di pregiudicare la crescita degli studenti con problematiche. Passando poi ai più freddi dati numerici, è stato riconosciuto da tutto il consiglio che nell’ultimo anno il nostro istituto ha finalmente ridotto l’avanzo non vincolato: probabilmente anche grazie al nostro continuo stimolo (o almeno lo spero), i plessi hanno cominciato a programmare con maggiore efficacia la spesa per l’arricchimento dell’offerta formativa con l’ausilio anche di operatori esterni che hanno individuato, insieme ai nostri docenti, le aree di intervento più interessanti per le alunne e gli alunni. Insomma finalmente i contributi versati “volontariamente” dai genitori non finiscono solamente nel pur utilissimo materiale di consumo o informatico, ma anche in progetti culturali.

Una volta tanto le varie ed eventuali hanno poi portato in consiglio problemi importanti che hanno fatto nascere una bella discussione. La componente che rappresenta il personale ATA infatti, ha nuovamente messo in luce tutte le difficoltà del ruolo del collaboratore scolastico che negli ultimi anni ha visto aumentare non tanto le competenze quanto le responsabilità. L’assegnazione dei collaboratori ai vari plessi infatti, viene guidata solamente dal criterio relativo al rapporto tra il numero degli alunni e gli addetti senza considerare ad esempio la conformazione dei plessi o le oggettive difficoltà di gestione dei bambini non certificati con problematiche caratteriali. Se ad esempio una scuola ha le classi dislocate su due piani, e dunque avrebbe bisogno di una persona in più per una migliore sorveglianza, la richiesta sarà respinta per il solo criterio numerico. Purtroppo come consiglio d’istituto non abbiamo gli strumenti per poter cambiare le cose e tutto ciò che potevamo fare (purtroppo senza alcun risultato) lo abbiamo già fatto in passato. Ecco allora che, dal momento che è una problematica sentita da un numero sempre maggiore di scuole, abbiamo deciso di provare a fare rete per cercare di portare avanti l’istanza del sottodimensionamento dei collaboratori scolastici non individualmente ma insieme ad altre realtà scolastiche fiorentine prima e toscane poi. Speriamo che una campagna di informazione capillare possa portare ad una sana mobilitazione che raggiunga l’obiettivo di rendere le nostre scuole più accoglienti e sicure.   

Nell’ultima parte della nostra riunione, il Dirigente ci ha illustrato i primissimi numeri relativi alle iscrizioni del prossimo anno e, seppur con qualche criticità, possiamo ritenerci soddisfatti: purtroppo la crisi demografica colpisce tutto il nostro paese e non potevamo certamente esserne immuni. L’ottimo lavoro svolto negli ultimi anni dal Dirigente e da tutto il gruppo docente però, ci permette di avere una sostanziale tenuta anche in previsione del prossimo anno scolastico.

Alla prossima!

Appunti sparsi dal mondo della scuola (parte 7)

Il post vacanze natalizie nel mondo della scuola assomiglia solitamente ad un timido risveglio prima di cominciare una giornata caotica, ma quest’anno è stato tutto diverso.

Il 2024 si è infatti aperto con due impegni molto ravvicinati visto che consiglio di istituto e giunta esecutiva si sono tenute nella prima metà del mese di gennaio a pochi giorni di distanza. Non solo, ma le tematiche trattate che racconterò in questo mio articolo, hanno avuto necessità di studio ed approfondimento anche durante le vacanze natalizie. Uno dei punti programmatici che ci eravamo dati all’inizio del mandato infatti, era la revisione e la variazione del regolamento d’istituto interno alle nostre scuole e, dopo un lavoro lungo e molto curato, possiamo dire di avercela fatta! E’ stato un percorso dapprima iniziato da un ristretto gruppo di persone individuate all’interno del consiglio di istituto che ha riletto ed attualizzato le norme per poi condividerlo con tutto il consiglio. Durante le vacanze natalizie ognuno di noi ha avuto il tempo per studiare tutte le variazioni e per poter proporre nuove modifiche da portare in discussione nel corso dell’ultima riunione. Grazie al lavoro di tutti dunque, posso dire con soddisfazione che abbiamo realizzato qualcosa che guarda non solamente al presente ma soprattutto al futuro. Abbiamo cercato di dare delle regole semplici, chiare, più al passo con i tempi e con il cambiamento dei nostri ragazzi, norme più vicine alle nuove tecnologie utilizzate, che cerchino di non complicare la vite delle famiglie ma nel contempo offrano le giuste garanzie sia ai nostri docenti che alle alunne ed agli alunni. La riunione è quindi ruotata tutta intorno a questo obiettivo che abbiamo raggiunto con grande soddisfazione da parte di tutti.

Dopo pochi giorni poi, sono stato poi chiamato a partecipare alla giunta esecutiva, organo pensato per controllare e soprattutto condividere la destinazione e l’utilizzo di una parte dei finanziamenti che l’istituto riceve. Come sappiamo infatti, gran parte dei soldi che arrivano alle scuole sono vincolati a progetti già predeterminati e dunque il nostro compito è unicamente quello di appurare l’utilizzo degli stessi. In questa seduta eravamo chiamati ad approvare la programmazione annuale del 2024 dell’istituto comprensivo e devo dire che, anche stavolta, ha prevalso lo spirito costruttivo in un confronto schietto e sereno. Il Dirigente ci ha messo al corrente della situazione dei docenti e del personale ATA impiegato e purtroppo, anche quest’anno, abbiamo riscontrato che il precariato aumenta nei posti occupati dagli insegnanti di sostegno. Troppi sono i docenti che hanno un contratto a tempo determinato, condizione questa che non aiuta la progettualità necessaria a seguire con continuità un alunno disabile. Quanto alla parte più prettamente amministrativa, il bilancio è per gran parte assorbito dai finanziamenti provenienti dal PNRR che sono completamente vincolati. La buona notizia è che il nostro istituto comprensivo è stato capace di ottemperare a tutti gli obblighi di legge nei termini e dunque il finanziamento è stato interamente confermato. Anche per la restante parte però ci sono buone notizie: finalmente sembra che le nostre scuole stiano iniziando a programmare la spesa dei fondi che arrivano grazie allo stato ed ai contributi volontari delle famiglie. Noi rappresentanti abbiamo nuovamente sottolineato come l’utilizzo di questi fondi non debba guardare solamente a nuove dotazioni tecnologiche o al solo materiale di consumo, ma dovremmo avere il coraggio di aprirci alle competenze esterne in modo da individuare progetti che siano in grado di rafforzare e migliorare realmente l’offerta formativa del nostro istituto comprensivo. Proveremo a conseguire anche questo risultato!  

Alla prossima!

Appunti sparsi dal mondo della scuola (parte 6)

Sarà la vicinanza del Natale, sarà che il tempo trascorso dall’ultima riunione ha portato consiglio, ma stavolta le problematiche relative al nostro istituto sono state trattate con maggiore serenità e spirito di collaborazione.

In questo modo è stato possibile iniziare la discussione in merito al nuovo regolamento dell’istituto comprensivo (obiettivo che ci eravamo posti all’inizio del nostro mandato) e nel contempo approvare diversi progetti che arricchiranno la nostra offerta formativa. Ecco allora che, oltre alla collaborazione con studenti universitari per combattere la dispersione scolastica di cui avevo già parlato nello scorso articolo, abbiamo approvato un ottimo accordo di collaborazione per la certificazione di corsi di lingua inglese (nella scuola secondario di primo grado) che possano aiutare i nostri ragazzi ad aumentare le proprie competenze, aspetto fondamentale e decisivo per la prossima scelta delle scuole superiori e per il futuro inserimento nel mondo del lavoro. Oltre a questo progetto, è stata approvata anche la collaborazione multidisciplinare con un altro istituto, il piano dei viaggi di istruzione dell’intero comprensivo e la lectio brevis dell’ultimo giorno di scuola, stavolta senza defezioni o polemiche.

Non solo, come da noi rappresentanti richiesto più volte, siamo finalmente riusciti ad avere la rendicontazione dei versamenti del cosiddetto contributo volontario e quello del suo (assolutamente insufficiente) utilizzo negli ultimi anni. Mentre alcuni plessi hanno già impiegato, o progettato di impiegare, la quasi totalità della somma, altri sono ancora indietro sia nella spesa che nella programmazione. Questo resta un neo importante sia perché l’offerta formativa potrebbe essere più ampia con l’impiego di queste risorse, sia perché è sempre più difficile andare a chiedere ai genitori di versare il contributo senza avere una rendicontazione di come vengono impiegati quei soldi! Il PNRR anche in questo caso ci è venuto in soccorso poiché la gran parte dei soldi non ancora spesi saranno veicolati a completamento dei progetti che sono stati finanziati dai soldi europei. E’ grazie ad essi che riusciremo ad avere in ogni plesso aule multimediali che facilitino l’apprendimento di tutte le materie venendo incontro alle esigenze di ogni alunno senza lasciare indietro quelli in difficoltà: in un istituto comprensivo così grande come il nostro però, i fondi non erano sufficienti per portare a termine i progetti ed allora l’avanzo del contributo volontario ci permetterà di impiegare le risorse nei capitoli di spesa che il PNRR non prevedeva. L’utilizzo combinato dei due fondi renderà certamente il nostro istituto comprensivo più accogliente ed inclusivo. Inoltre le insegnanti hanno anche deciso che una parte di questo contributo volontario verrà utilizzato per l’ampliamento dell’offerta formativa mediante la collaborazione con professionisti ed associazioni esterne: un altro dei punti che ci eravamo prefissati come rappresentanti all’inizio del mandato!

A proposito dei rapporti che il consiglio di istituto vuole costruire sulla base del dialogo e del confronto abbiamo poi deciso, grazie anche all’assenso del Dirigente Scolastico, di mettere in campo due iniziative a cui teniamo particolarmente: innanzitutto già dallo scorso appuntamento inviamo a tutti i rappresentanti di classe, affinché lo diffondano agli altri genitori, un resoconto dell’ultima riunione per far conoscere ciò che facciamo e decidiamo, poi abbiamo voluto tenere una riunione con tutti i rappresentanti appena eletti. L’appuntamento si è tenuto in un ottimo clima di dialogo e collaborazione ed è servito soprattutto a far capire quali siano gli ambiti di azione del consiglio di istituto ed i canali di comunicazione da utilizzare per rapportarsi con la scuola. Infine eccoci alla nota dolente della scorsa riunione, quella della variazione di orario di un plesso: dopo un confronto lungo e faticoso, siamo finalmente riusciti ad arrivare ad un punto di incontro tra le varie esigenze perché finalmente i contendenti hanno capito che nella vita reale, in quella in cui le decisioni vengono condivise, ognuno deve fare un passo verso l’altro concedendo qualcosa. Ecco allora che il Dirigente Scolastico ed il Presidente del consiglio d’istituto, insieme alle insegnanti ed ai rappresentanti dei plessi non coinvolti, hanno lavorato per accorciare le differenze, mitigare le divisioni, trovare un terreno comune che ci ha permesso di arrivare all’accordo. E’ costato tempo, fatica, arrabbiature, parole: ma quanto sarebbe migliore il mondo se tutti ci mettessimo intorno ad un tavolo e discutessimo fino a trovare una soluzione condivisa?

Alla prossima!

Appunti sparsi dal mondo della scuola (parte 5)

Scrivo questo pezzo dopo alcuni giorni dall’ultima riunione del Consiglio d’Istituto perché ne sono uscito con un grandissimo amaro in bocca. Purtroppo l’anno scolastico appena iniziato si è aperto con alcune problematiche all’interno dell’istituto comprensivo che si è cercato di risolvere con aggiustamenti che, come di consueto, hanno scontentato qualcuno. Del resto, ogni volta che si prendono delle decisioni che impattano sulla vita di centinaia di persone (tra alunne, alunni, genitori, personale docente e non docente), non tutti possono esserne felici e concordi.

Avrei voluto raccontare dei progetti che il nostro istituto comprensivo ha pensato per ampliare l’offerta formativa dei propri plessi, delle idee che abbiamo condiviso per la destinazione dei fondi disponibili grazie al contributo volontario versato durante l’anno scolastico dalle famiglie, di un progetto bellissimo che partirà quest’anno e che mette a disposizione di alcuni dei nostri ragazzi della scuola secondaria di primo grado degli studenti universitari volontari per aiutarli nel proprio percorso di studi sotto tutti i punti di vista. La finalità di questo percorso è quella di combattere la piaga dell’abbandono scolastico che colpisce in misura sempre maggiore i nostri ragazzi anche nella nostra regione. Una messa in comune di saperi trasversali che non solo faciliti la compilazione dei compiti a casa, ma aiuti lo scambio di conoscenze in un’ottica di crescita da parte di tutti gli attori del progetto.

Ed invece? Ed invece stavolta abbiamo impiegato circa un’ora e mezzo delle tre che abbiamo passato in consiglio, a discutere di una questione sulla quale nemmeno abbiamo potere decisionale. Un cambio di orario, dovuto a cause indipendenti dalla volontà del Dirigente, che ha segnato un passo in avanti per alcuni ed un passo indietro per altri. Ciò che però amareggia, è aver dato credito e forza a persone che probabilmente sono state solo quelle che hanno gridato più forte. Nell’era della comunicazione compulsiva ed istantanea, spesso si rischia di scambiare una chat whatsapp o una pagina di un quotidiano locale on line con la posizione ufficiale della totalità dei genitori. Credo fermamente alla buona fede di ogni singolo rappresentante, ma credo altresì che si debba riuscire a trovare un modo per far arrivare in consiglio, e dunque davanti ai docenti ed al Dirigente, solamente problemi sentiti almeno dalla maggioranza dei genitori ed a fronte dei quali si possa realmente incidere! Non solo, ma dobbiamo essere bravi a sentire e considerare tutte le parti in causa prima di farci portatori di istanze che, se non mediate, possono irrigidire le posizioni degli altri attori che partecipano al consiglio di istituto. Dobbiamo sempre tenere in massima considerazione le difficoltà dei genitori, ma anche degli insegnanti e del personale non docente con l’unico obiettivo di avere un ambiente sereno per i nostri ragazzi che frequentano la scuola. Ecco perché ho accettato ed ho sposato fin da subito con entusiasmo la proposta di organizzare, non appena possibile, una riunione con i nuovi rappresentanti di classe appena eletti nei plessi. Sarà un’occasione fondamentale per costruire un rapporto schietto illustrando fin da subito le competenze del consiglio di istituto.

Spero sinceramente che il prossimo articolo che dedicherò al consiglio d’istituto torni a parlare di una scuola da migliorare e trasformare grazie all’apporto di tutti nell’interesse di chi a scuola è il protagonista, cioè le alunne e gli alunni.

Alla prossima!

Appunti sparsi dal mondo della scuola (parte 4)

Se l’anno scolastico giunge ormai al termine, le scadenze burocratiche ed amministrative sono ancora lì a ricordarci che non siamo in vacanza. Ecco dunque che, mentre il termometro segna temperature ormai pressoché estive, il Dirigente Scolastico ci richiama all’ordine per assolvere ai doveri del Consiglio d’Istituto.

E’ ormai quasi un anno che partecipo alle riunioni e se dovessi trovare una sola parola che fotografi l’andamento dei lavori, utilizzerei la parola serenità. Seppur con alcune voci dissonanti, alcuni voti contrari, alcuni scambi di opinione talvolta vivaci, nel nostro Consiglio d’Istituto non è mai mancato il rispetto reciproco e soprattutto la voglia di trovare un punto d’incontro che tenesse insieme le esigenze di tutti. Ciò non toglie che ci siano tantissime cose da migliorare, punti dolenti di cui anche in questo articolo parlerò, ma l’unione di intenti da parte di tutti è fuori discussione. L’ultimo incontro è stato particolarmente incentrato sull’approvazione del conto consuntivo i cui dati sono stati controllati, vagliati e certificati dai Revisori dei Conti. Ciò che si può dire è che la contabilità del nostro Istituto Comprensivo è chiara e non lascia spazio a dubbi o possibili interpretazioni. Nello stesso tempo però, le criticità in merito alla capacità di spesa restano intatte. Nello specifico, si riesce a spendere interamente i finanziamenti provenienti dallo Stato, meno quelli che arrivano da contributi e donazioni di privati, quali i genitori. Rispetto all’esercizio precedente, il problema si è leggermente affievolito, ma c’è ancora tanta strada da fare. Con il Dirigente Scolastico abbiamo convenuto sulla strategia da adottare per provare a trovare una soluzione perché forse è anche la programmazione delle uscite messe nel bilancio preventivo a non riuscire ad individuare progetti di spesa realizzabili. Ecco allora che si corre il rischio di veicolare fondi verso strade tortuose che poi non permettono di arrivare ad ampliare l’offerta formativa del nostro istituto. Abbiamo poi scoperto che il nostro Comprensivo ha tantissime mascherine e liquidi igienizzanti arrivati quando la situazione pandemica era ormai assolutamente sotto controllo ma, fortunatamente, il Dirigente Scolastico si è già attivato per veicolarli presso le R.S.A. in modo da non vedere finire migliaia di euro di forniture direttamente nel cestino della spazzatura.

Finita l’analisi dei numeri e cercata una possibile soluzione alle criticità, siamo passati a parlare maggiormente di scuola. Tra gli obbiettivi triennali che questo Consiglio d’Istituto in carica si è dato, c’è quello della revisione del regolamento che è ormai un po’ datato. Dopo aver affrontato la problematica relativa all’uso dei telefoni e tablet nella scorsa riunione, stavolta è toccato alle assenze ed ai ritardi specialmente nella scuola secondaria di primo grado. Abbiamo pensato di lavorare camminando parallelamente: da una parte una maggiore rigidità con gli alunni che arrivano in ritardo più volte, dall’altro un’opera di sensibilizzazione nei confronti delle famiglie anche attraverso colloqui individuali. Mi è sembrato un punto d’incontro intelligente per cercare ancora una volta di tenere insieme ed in collegamento tutte le parti che concorrono ad una buona convivenza nell’ambiente scolastico.

Non avendo poi potuto deliberare sul calendario scolastico del prossimo anno perché giunto in ritardo al nostro istituto, siamo passati ad affrontare la proposta della lectio brevis per il 9 giugno, ultimo giorno di scuola. Capisco le difficoltà organizzative delle famiglie, così come l’importanza del tempo scuola che dovrebbe aumentare anziché diminuire, però vedere l’unica votazione non all’unanimità proprio su questo tema mi ha rattristato. L’ultimo giorno di scuola, da che mi ricordi io, le classi sono sempre uscite prima ed i bambini/e o ragazze/i hanno sempre festeggiato la chiusura di un ciclo scolastico: è la normalità, direi quasi la tradizione! Senza contare poi che tale decisione permette, nella scuola materna ed in quella primaria, di vivere con le maestre in compresenza l’ultimo giorno in modo da poter fare un bilancio, potersi salutare per bene, poter festeggiare senza che nessuno si senta escluso. A maggior ragione dopo due anni di chiusura forzata!! Nessuna polemica con chi ha votato in dissenso, ma sinceramente non ho proprio capito il perché.   

Alla prossima!

Appunti sparsi dal mondo della scuola (parte 3)

La scuola è ormai alla volata finale! Da Pasqua in poi si tireranno le somme per verificare il raccolto della semina effettuata dagli insegnanti e dai ragazzi nei primi sei mesi dell’anno grazie ad interrogazioni, verifiche o lavori in classe nei diversi ordini e gradi degli istituti.

Il lavoro del Consiglio d’Istituto invece, non può e non deve guardare solamente all’immediato ma progettare un futuro che potrebbe essere importante e decisivo per i prossimi decenni. L’ultima riunione infatti, ci ha visto partecipi dell’avvenire del nostro istituto comprensivo con l’illustrazione del gruppo di progettazione dei fondi del PNRR. Il nostro Istituto infatti, è tra quelli che saranno destinatari dei soldi provenienti dall’Europa che dovranno essere spesi secondo criteri ben precisi. Al netto delle questioni squisitamente burocratiche, è stato entusiasmante capire quanto lavoro ci sia dietro il lavoro quotidiano delle scuole dei nostri figli e soprattutto la difficoltà di cercare di capire cosa possa servire al nostro corpo docente nei prossimi 30 anni per interpretare al meglio il cambiamento che stiamo vedendo con i nostri occhi nella società. Riuscire o non riuscire a vedere con le lenti giuste la direzione verso la quale stanno andando i nostri bambini ed i nostri ragazzi ci permetterà di dare loro gli strumenti necessari per affrontare la complessità delle loro scelte future. Ed allora ecco che i soldi verranno investiti in innovazione e digitale con aule completamente trasformate per stare al passo con le nuove tecnologie che hanno così fortemente impattato sulle nostre vite quotidiane e su quelle della scuola. Riuscire ad avere lo sguardo giusto per leggere il mondo che cambia è la chiave per avere una società inclusiva, visionaria, pronta ad accogliere le differenze aprendosi agli altri anziché costruendo nuovi steccati. Ecco allora che gli strumenti digitali saranno utilizzati per affiancare anche nuove metodologie di insegnamento che riescano a combattere l’analfabetismo di ritorno e l’abbandono scolastico che, soprattutto dalla pandemia in poi, sta tornando a fare capolino nella nostra società. Ricordiamoci sempre che il cittadino non istruito è un burattino nelle mani del potere, una persona che, non conoscendo e non avendo le basi per interpretare il presente, accetterà qualunque tipo di decisione in modo acritico: la più grande minaccia alle nostre libertà individuali.

Ma l’ultima riunione è stata importante anche perché, diciamocelo sinceramente, dopo più di un anno la guerra tra Ucraina e Russia a causa della scellerata invasione di quest’ultima (non lo dimentichiamo mai!!!) ha un po’ stufato tutti ed inizia a perdere la centralità dei nostri notiziari. Il calo di interesse però, non cancella le necessità dei bambini e delle famiglie che hanno trovato fortunatamente un rifugio nel nostro paese, nelle nostre scuole. Anche il nostro Istituto Comprensivo ha accolto decine di bambini ucraini che però, scappando da un paese in guerra, sono arrivati senza parlare una parola di italiano, senza conoscere la realtà nella quale sono stati catapultati. E’ per questo che abbiamo presentato un progetto, che speriamo venga finanziato, per attivare corsi di lingua a vantaggio di questi bambini ed adolescenti che vorremmo ritrovare dopo l’estate con una maggiore possibilità di inserimento e di socializzazione grazie all’uso più robusto della lingua italiana.

Ma non è tutto solo futuro! Vi ricordate che nei precedenti appuntamenti parlavamo delle tematiche sensibili per i genitori che sarebbe stato bello affrontare a scuole con esperti del settore? Avevamo parlato di cittadinanza digitale, bullismo, difficoltà di apprendimento, corsi di affettività e tante altre cose ancora. Sono orgoglioso di poter dire che nel nostro istituto siamo stati ascoltati ed in questi giorni verrà effettuato un incontro sull’uso dei cellulari da parte dei nostri bambini nell’età della scuola primaria, una problematica molto sentita da tantissimi genitori che non sanno come affrontare l’utilizzo di telefoni e tablet in quell’età ancora giovanissima. Visto che troppo spesso siamo propensi a criticare il mondo della scuola perché non vuole affrontare certe tematiche o non offre possibilità di formazione e dialogo ai genitori, mi è sembrato doveroso prendere parola per ringraziare il Dirigente Scolastico per aver dimostrato la sensibilità necessaria ad aprire un canale di dialogo e confronto con i genitori. Un ambiente in cui ci si possa confrontare è un ambiente sano!

Alla prossima!

Stavolta la Pandemia è in Banca!

Con il fallimento di Silicon Valley Bank è in arrivo una tempesta perfetta? Ecco il contributo di Simone Pesucci.

In queste ultime ore è in corso una pandemia molto particolare. In effetti il virus che si sta propagando ha un nome molto comune e si chiama paura.

I suoi effetti colpiscono gli investitori, i correntisti ed in generale tutti coloro che hanno rapporti più o meno importanti con il mondo bancario. Come ogni pandemia che si rispetti (fortunatamente ne conosciamo pochissime), anche in questo caso è tutto partito da un paziente zero, ovvero la Silicon Valley Bank (SVB), una banca che si offriva di finanziare qualsiasi startup innovativa. Il meccanismo era semplice: creata la tua startup, aprivi un conto presso la SVB e questa ti finanziava da subito, mentre creavi il tuo business e provvedevi a cercare capitali da finanziatori o partner; quello che guadagnavi lo mettevi nel medesimo conto, così da ripagare il finanziamento iniziale. SVB aveva avuto moltissimo successo, con il risultato di trovarsi centinaia di migliaia di conti aperti e finanziati, molti dei quali con somme di gran lunga superiori a 250mila dollari. Questa cifra è il tetto entro cui il sistema centrale americano garantisce i correntisti in caso di default della banca.

Negli anni però, SVB ha fatto moltissimi investimenti rischiosi per avere marginalità e continuare a finanziare nuove imprese, ma con la crisi globale questi investimenti non hanno reso quanto sperato ed ha cominciato a vendere in perdita (cioè a vendere azioni ad un prezzo minore rispetto a quello di acquisto). Spargendosi la voce che le cose andavano male, moltissimi correntisti hanno cominciato a chiudere i conti ed a richiedere indietro le somme versate: SVB, non disponendo di tale liquidità immediata, è velocemente andata KO.

Di per sé la vicenda, seppur drammatica, dovrebbe essere ristretta all’area geografica americana ma in realtà così non è perché moltissime imprese che avevano i propri capitali in SVB operavano a livello globale ed avevano altri prestiti e linee di credito presso altre banche. A cascata quindi, prima i rispettivi titoli azionari e poi le altre banche si sono man mano trovate in difficoltà e il clima di preoccupazione è diventato panico!

Non solo: come detto, il sistema USA garantisce i correntisti dal rischio default fino a 250mila dollari mentre la cifra eccedente depositata sui conti corrente viene persa. Questo crack sta mettendo dunque a dura prova il tesoro americano, perché sono piovute decine di migliaia di richieste di risarcimento innescando un pericoloso effetto domino tanto che, per continuare con la metafora, la pandemia è giunta anche in Europa con il crollo delle Borse di questi giorni. Adesso la Federal Reserve sta valutando di rilevare in proprio i prestiti in modo da sostituirsi alla SVB e non dover quindi risarcire i correntisti, ma nel frattempo moltissime aziende, e con esse tutto l’indotto economico, i dipendenti e la galassia di altre imprese che ruotano attorno ad esse sono a rischio!

Questo effetto contagio è causato anche dalla migrazione di moltissime aziende che, in fuga da SVB, sono approdate in altre banche che, a loro volta per far fronte alla richiesta di liquidità, stanno registrando perdite enormi (la First Republic ha perso il 76% ad esempio!!!).

Joe Biden ha rilasciato un comunicato garantendo i correntisti sul fatto che la riserva americana restituirà le somme a tutti, anche coloro che avevano somme superiori a 250mila dollari mentre non aiuterà gli investitori, che dovranno accettare il rischio.

Basterà a fermare l’onda del contagio?

Ti fidi di me?

Il naufragio di Crotone è arrivato in questi giorni nelle nostre case come un pugno in faccia, ma cosa facciamo quotidianamente per evitare che accada? Ecco un contributo di Simone Pesucci che pubblico molto volentieri.

Una delle caratteristiche che ci élevano tra le specie animali è la capacità di provare empatia, cioè di poter percepire la sofferenza e il dolore altrui senza che questi ne esprima esternamente i segnali. E’ una capacità meravigliosa, che nel tempo anziché glorificare, abbiamo imparato a contenere sempre più, fino a tradurla nel suo terribile opposto: l’indifferenza. In questi giorni abbiamo assistito all’ennesima tragedia annunciata, un barcone carico di persone che fuggono dai propri paesi sfidando la tempesta su di un mezzo inadeguato e vanno incontro ad un naufragio che causa decine di morti annegati.

Non è la prima volta che accade in questi anni e purtroppo non sarà nemmeno l’ultima.

Stavolta però, abbiamo toccato con mano l’indifferenza del nostro governo che – in un modo che spero verrà chiarito quanto prima – ha ritardato l’invio dei soccorsi impedendo di salvare più vite di quello scarso centinaio che siamo riusciti a recuperare. Lo si legge nel volto sconsolato del marinaio di Crotone che, intervistato, glissa ma fa ben capire che il mancato salvataggio possa non dipendere da un triste caso fortuito. E lo ribadisce un ministro che con incredibile indifferenza afferma che con quel mare non sarebbero dovuti partire.

Come se quelle persone fossero escursionisti amatoriali che avessero valutato male il meteo!! Purtroppo però, quelle non erano persone in gita, ma uomini, donne e bambini che fuggivano da un mondo in rovina, da guerre, da una miseria di cui non abbiamo più alcuna memoria; fuggivano per dare un futuro ai loro figli. E non hanno trovato empatia, ma il suo terribile opposto, cioè il velo dell’indifferenza. L’indifferenza non soltanto di chi ci governa ma anche dell’intera Europa, perché più una cosa è distante, meno rumore e paura fa; ed allora paesi più lontani di noi da quelle coste hanno ancora meno empatia, ancor più indifferenza. Oggi possiamo piangere e parlarne quanto vogliamo, ma non è il dialogo che cambierà le cose. Già adesso, già ora mentre scrivo e ora, mentre voi leggete, altre navi, altre donne e uomini e altri bambini stanno in mezzo al mare. Stanno rischiando la vita per fuggire.

Possiamo provare a capire da cosa fuggono, possiamo provare ad aiutarli a casa loro, possiamo per un attimo smettere di crederci colonialisti dell’800 e dare loro la stesse possibilità che abbiamo noi, possiamo accoglierli veramente, integrarli, riconoscere loro la cittadinanza italiana, europea, dar loro una nuova casa.

Oppure no.

Possiamo continuare a scegliere di negare una delle qualità che ci elevano rispetto agli altri animali, lasciarli morire ogni giorno, sperare che smettano, sperare di smettere di leggere queste notizie, restare indifferenti.

E magari commuoverci per la scomparsa di un anziano iscritto alla P2.

Perché aveva una gran bella camicia.

Soffia il vento ma sarà Bufera?

Ricevo e pubblico molto volentieri il contributo di Simone Pesucci in merito all’elezione di Elly Schlein quale nuova segretaria del Partito Democratico.

PREMESSA:

Lunedì mattina, dopo l’esito delle primarie che hanno incoronato Elly Schlein nuovo segretario del Partito Democratico, ho scritto una riflessione in parallelo con Luca per questo blog. Non avevo letto la sua, che comunque immaginavo giustamente entusiasta, ma quando gliel’ho inoltrata, nel primo pomeriggio, il primo commento è stato “certo che la detesti proprio…”. Se Luca ha percepito nel mio scritto questa avversità nei confronti del nuovo segretario PD, evidentemente deve aver letto cose che non intendevo dire. Ho quindi fatto una serena autocritica, ci ho dormito sopra e ho deciso di riscrivere le mie impressioni, contando stavolta fino a 10.

Dunque, ricominciamo. Domenica sera Elly Schlein ha vinto le primarie del Partito Democratico: il voto è andato in controtendenza rispetto ai risultati dei voti di circolo, ovvero dei tesserati, che avevano espresso una netta preferenza per Stefano Bonaccini. Schlein è la prima donna segretario del PD ma probabilmente è anche la persona che ha fatto intercorrere meno tempo tra la sua iscrizione al partito (12 dicembre 2022) e la sua vittoria. Si perché la nuova segretaria aveva da 7 anni lasciato il Partito Democratico aderendo con Pippo Civati a Possibile, poi lavorando a fianco dello stesso Bonaccini in Emilia Romagna, eletta con una lista civica a sostegno di quest’ultimo. Elly Schlein aveva lasciato il Partito Democratico dopo anche l’esperienza di OccupyPD (una protesta interna per  la mancata candidatura di Romano Prodi a Presidente della Repubblica – non certo la cosa più di sinistra che mi verrebbe in mente) e soprattutto in dissenso con la linea politica di Renzi definendola “di centro-destra”. La neo segretaria vanta un curriculum di tutto rispetto: laurea con lode in diritto costituzionale, impegnata in politica da sempre, già europarlamentare, sostenitrice di Obama e molte altre qualità che, quando le professava Letta facevano schifo, ma scritte sulla pagina Wiki di Elly Schlein piacciono molto. Disclaimer: anche se sembra ironico, apprezzo realmente il curriculum di questa giovanissima ragazza perché effettivamente è una attiva in politica da sempre, una che ha fatto la “gavetta” come pochissimi altri politici attuali.

Fondamentalmente però i valori “di sinistra” che tutti applaudiamo in lei, non sono tutti realmente tali nel senso stretto del termine: sembra una banalità dirlo, ma la battaglia per i diritti civili, per la parità tra uomini e donne, per i diritti lgbtq+ sono tutti valori propri del compianto partito radicale guidato anch’esso da una donna. E anche la lotta per l’ecologia è una battaglia non di sinistra, bensì dei Verdi. Che poi, almeno per me, se sei una paladina dell’ecologia e antinucleare, sei al pari di un medico novax, spiace dirlo con l’aggravante anagrafica e culturale (cioè sei troppo giovane e intelligente per essere ancora legata a questioni apertamente antiscientifiche!). Ha anche una visione opaca sulla gestione del conflitto in Ucraina visto che ha manifestato una manciata di mesi fa contro l’invio delle armi, ma oggi è a favore del sostegno a questo popolo… insomma un pò come la Meloni che si è scoperta atlantista il 26 settembre. Questi valori, un po’ come l’antifascismo, non sono valori “di sinistra” ma sono valori universali su cui sono state fatte, nei decenni passati, battaglie importanti da tutti i partiti, salvo poi essere “assorbiti” da quelli di sinistra che li hanno aggiunti ai propri. Poi, ma non voglio infierire, se una persona “di sinistra” non riesce a rispondere alla domanda “è comunista?” con un “si, certo!” ma con un balbettante “sono nata nel 1985”, allora è stata semplicemente votata l’ennesima meno peggio; perché se viviamo in un paese in cui il presidente della camera rivendica senza alcun problema il proprio anti-antifascismo e si tiene i busti del duce in casa, mentre una donna non può dire di essere portatrice anche di ideali comunisti (che in Italia non hanno mai portato danno proprio perché privi della matrice estremista e antidemocratica che altrove li ha stravolti e resi aberranti), per dirla con Aldo, Giovanni e Giacomo, “la situazione si sta ribaltando”.

Ecco, già lo sento Luca che mi scrive che questo articolo è addirittura peggiore di prima.

Allora cerco di spiegare i motivi per cui mi posso solo limitare a sperare che nessuno resti troppo deluso dall’elezione di Elly Schlein, non tanto per lei, che secondo me invece farà benissimo, ma per l’essersi messa alla guida di un mezzo non suo, che non risponderà mai ai suoi comandi e appena possibile la lascerà a piedi. Il problema, come sempre in questi casi, sono le aspettative che riponiamo in questo risultato storico, che storico non è per il meccanismo stesso delle Primarie del PD. Queste sono infatti un’aberrazione antidemocratica e forse una delle peggiori fesserie fatte da questo partito per autoassolversi dal non essere mai coerente con se stesso. Pensateci: è l’unico partito che si fa eleggere il proprio segretario da tutti gli altri, e non già dai suoi stessi elettori! Le Primarie infatti sono aperte a chiunque, anche a non elettori del PD; un po’ come se volessimo nominare un nuovo presidente dell’Ucraina e farlo votare da tutto il mondo, e non soltanto dal popolo Ucraino (vi lascio immaginare da soli lo scenario possibile), sostenendo che sia una scelta “molto più democratica”.

I circoli, “la base” del PD, avevano scelto un altro candidato: eppure ora devono tenersi un soggetto che non volevano, portatore di una corrente che nel PD, semplicemente, non esiste più, in nome di una sorta di idea malata di democrazia. Il termine democrazia però è riferito alla possibilità che il governo – una qualche forma di leadership – sia nominato dal popolo: la nostra democrazia parlamentare ad esempio è una forma di democrazia indiretta, poiché noi eleggiamo rappresentanti (i parlamentari) che hanno poi l’incarico di scegliere e nominare il governo. Le primarie del PD non sono una forma di democrazia, perché mirano ad eleggere un segretario e, finché la Crusca non viene a dirmi il contrario, faccio fatica a considerare tale figura quale “capo” di un partito. Guardiamo poi cosa significa, statuto alla mano, fare il segretario del Partito democratico. Leggendo attentamente l’art. 5 comma 1 dello statuto del PD, vediamo che: “Il Segretario nazionale rappresenta il Partito, ne esprime la leadership elettorale ed istituzionale, l’indirizzo politico sulla base della piattaforma approvata al momento della sua elezione ed è proposto dal Partito come candidato all’incarico di Presidente del Consiglio dei Ministri”. Quindi il segretario è un rappresentante della leadership elettorale e istituzionale, senza dettare la leadership. Ed esprime l’indirizzo politico non suo, ma della piattaforma approvata al momento della sua elezione! Ergo, se non mi difetta la logica, Elly Schlein da domani deve seguire le indicazioni espresse dall’Assemblea nazionale, che, lo ricordo, ai sensi dell’art. 6 comma 4 dello Statuto, “ha competenza in materia di indirizzo della politica nazionale del Partito, di organizzazione e funzionamento di tutti gli organismi dirigenti nazionali, di definizione dei principi essenziali per l’esercizio dell’autonomia da parte delle Unioni regionali e delle Unioni provinciali di Trento e Bolzano”. Insomma votate chi vi pare, ma il Segretario dovrebbe esprimere solamente l’indirizzo politico dell’assemblea nazionale. Trovo questa affermazione pleonastica in un Partito che ha la parola “democratico” nel suo nome, ma evidentemente non è così, se tutti coloro che hanno votato Elly Schlein auspicano un cambio di rotta del PD. Perché delle due l’una: o veramente Schlein è in grado di dirottare il partito verso idee diverse da quelle che fino ad oggi ha sostenuto (e quindi sostanzialmente non è un partito democratico ma un soggetto populista che prende le vesti che gli rifila una platea di persone più ampia del suo stesso elettorato), oppure Schlein non conta granché, se non come un generico segnale che pure a sinistra volevano avere una giovane donna come portavoce; non per le sue idee, ma per la sua identità. Che ci può pure stare, per carità ma a mio avviso c’è anche una terza via, quella del bieco realismo.

Il Segretario del PD è una figura assai vicina al povero Sig. Malausséne di Pennac: è il Capro espiatorio che serve al Partito democratico per avere qualcuno a cui dare la colpa quando e se le cose dovessero andare male. Lo è sempre stato, da Bersani a Renzi (con lui anche meglio, attribuendogli letteralmente tutto ciò che di sbagliato il PD ha mai fatto durante il suo governo, quasi come non fosse stata roba votata da tutti gli altri esponenti), da Zingaretti a Letta e ora Schlein. Così, se detterà una linea guida più forte, sarà tacciata internamente di non essere democratica, mentre se sarà piegata dalle mille correnti contrarie e farà peggiorare i consensi elettorali, sarà lei l’unica causa di tale disfatta. In quest’ottica, il buon Bonaccini ha più ragioni per festeggiare la sconfitta che Schlein di brindare alla vittoria, perché si è scansato l’accantonamento mediatico e potrà sempre contare sul gradimento di cui gode come presidente di regione.

Riassumendo il senso di questo articolo, ribadisco che il problema non è assolutamente Elly Schlein, ma l’aspettativa di un cambio di rotta di un partito politico che dovrebbe cambiare ideologia perché il suo segretario gliela impone. Vedo che molti auspicano che nessuno metta i bastoni tra le ruote al nuovo segretario, lasciandola lavorare (ma in passato è sempre successo, anzi la stessa Schlein lo ha fatto, di manifestare il dissenso rispetto alla linea politica del segretario abbandonando il partito…. non vedo perché ora dovrebbe andare diversamente). Un partito politico deve essere il faro dei propri elettori, non il contrario: se questi si rivedono nell’ideologia che porta avanti, lo votano; altrimenti vanno altrove. Se è il partito che deve cambiare idea per compiacere il proprio elettorato, quel partito è populista.

E non si chiama partito, si chiama Movimento.

Ma oggi limitiamoci a festeggiare quella che per molti è una vittoria, vedendo emergere una figura giovane e nuova, con le sue speranze e le sue idee, alla guida di quel vecchio macinino che è il Partito democratico.

Auguri Elly!