Il buono, il brutto, il cattivo

NAPOLI – FIORENTINA = 1 – 3

Una Fiorentina semplicemente immensa domina i campioni d’Italia a domicilio!

Una gioia incredibile, una partita perfetta, una lezione di calcio che proietta i viola al terzo posto in classifica in compagnia dei calciatori senza colori. I ragazzi di Vincenzo Italiano hanno giocato una gara tatticamente perfetta, con un centrocampo che ha asfissiato il Napoli, con una difesa che ha accettato molto spesso l’uno contro uno ben sapendo che Kayode e Parisi sono in uno stato di grazia e Milenkovic ha tutto il mestiere necessario per non fare partire in progressione un attaccante di nome Oshimen. A loro poi, si è sommato un Martinez Quarta che ormai ha libera interpretazione del ruolo e della porzione di campo da occupare. Ma come sarebbe stato possibile tutto ciò senza un direttore d’orchestra tra i migliori in Italia e due centrocampisti che sembrano nati per stare insieme? Duncan è rinato e domina sia in fase difensiva che offensiva ed Arthur è un professore del centrocampo che però sa anche qual è il momento di andare a pressare alto per non fare ripartire l’azione avversaria. Tutto ciò è fattibile solo se hai due esterni pronti a difendere prima che attaccare: se da Brekalo ce lo potevamo aspettare, la sorpresa invece viene dall’abnegazione di un Ikone’ che sembra trasformato nella testa più che nel gioco. E chi fa a sportellate con tutti se non Nzola? Si, proprio lui, l’attaccante preso per fare rete, si mette la tuta da operaio e sporca ogni ripartenza avversaria cercando di rendersi utile in ogni modo. Sopra tutti, a guardare dall’alto poi, il rettore del centrocampo, il giocatore più sottovalutato degli ultimi 15 anni in Italia, quel Giacomo Bonaventura che senza tatuaggi, orecchini, codini, atteggiamenti da star, insegna come si gioca al calcio e come lo si fa da professionisti a 34 anni riuscendo a risultare ancora determinante. Dalla panchina poi, a chiudere i giochi, quel Nico Gonzalez che ha tirato la carretta fino ad oggi, conosce i propri limiti e si prende il meritato premio del gol della staffa.

IL BUONO

  • Vincenzo Italiano: il vero artefice del Rinascimento Viola! Un allenatore che non si ferma ai giocatori a disposizione ma è capace di cucire la squadra in base alle loro caratteristiche. Trasforma il ruolo di Martinez Quarta, la capacità difensiva di Ikonè, rende immortale il talento di Bonaventura. Dopo aver dato lo scacco matto a Gasperini si ripete con Garcia: in mezzo al campo decide di mandare Arthur ad attaccare altissimo Lobotka, di aggiungere Quarta a Duncan in mezzo al campo e di accettare il 3 contro 3 nella zona difensiva. Gli riesce tutto al meglio nonostante i due giorni in meno del Napoli per preparare la partita. Non solo, ma a pochi minuti dal termine cambia tutta la linea mediana ed inserisce il terzo difensore centrale facendo esordire al Maradona il giovane Comuzzo. Game, set and match!
  • Brekalo – Ikonè: una volta tanto voglio premiare la coppia di esterni perché nella serata di Napoli riescono in ciò che normalmente non funziona. Il croato segna il primo gol in maglia viola alla prima occasione, il francese si mostra finalmente pratico, disciplinato e cattivo in fase difensiva. Prova totale!
  • Parisi – Kayode: se i due esterni alti hanno fatto tutto bene, i due terzini sono accomunati da ingenuità colossali che avrebbero potuto riaprire il match. Entrambi però, una volta chiesto scusa ai compagni, ricominciano a giocare sfiorando la perfezione come se non fosse successo nulla. Difendono, attaccano, tirano in porta, sfornano assist. Che coppia meravigliosa!
  • Arthur e Bonaventura: quando il mare si fa tempestoso è fondamentale avere capitani ai quali potersi aggrappare senza dubbi. Jack ed Arthur interpretano perfettamente il calcio moderno: gestiscono i ritmi, sanno giocare in orizzontale ed in verticale, puntano la porta quando serve senza mai lasciare scoperta la squadra. Che la salute li assista!

IL BRUTTO

  • Gli errori gratuiti: una partita come questa è rimasta in bilico fino alla fine solamente per i regali che alcuni nostri calciatori hanno confezionato al Napoli. Certamente sono errori che costruiscono un bagaglio di esperienza importante, ma per restare lassù in classifica, dovremo cercare di evitarli il più possibile. Proviamo a non smettere di sognare!

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

UDINESE – FIORENTINA = 0 – 2

Non so se è una vittoria da grande squadra, se invece è da squadra cinica o solamente fortunata, ciò che so è che con questa gara la Fiorentina recupera i due punti sperperati in casa contro il Lecce e rimette le cose a posto in classifica. Non è certo stata una bella prestazione quella dei ragazzi di Vincenzo Italiano, ma stavolta gli episodi sono stati favorevoli, Terracciano e Bonaventura sono stati superlativi ed i tre punti, seppur immeritati dal punto di vista del gioco, sono stati conquistati con determinazione e voglia. Non per forza occorre sempre giocare al massimo per vincere se si vogliono raggiungere determinati obiettivi e dunque speriamo sia solamente la prima volta anziché l’unica.

Vincenzo Italiano aveva deciso di dare la prima maglia da titolare a Maxime Lopez, un turno di riposo a Milenkovic ed una nuova chance a Nzola confermando il solito modulo 4231 sperando di non subire troppo la fisicità avversaria in mezzo al campo. L’approccio alla gara però è stato bruttissimo con l’Udinese che ha dominato in lungo ed in largo fin dall’inizio guadagnandosi due occasioni clamorose già nei primi 180 secondi di gioco: menomale che Terracciano è tornato in versione San Pietro, quello della trasferta contro il Twente almeno per un pomeriggio, altrimenti si sarebbe messa subito in salita. Le cose sono un po’ migliorate col passare dei minuti ma più per la mancanza di qualità degli interpreti avversari che per una vera e propria reazione viola anche se la giocata del miglior giocatore in campo per distacco era in agguato. Ancora una volta Bonaventura ha deciso che la Fiorentina doveva vincere la partita ed allora prima ha lanciato Quarta in una proiezione offensiva tanto inaspettata quanto perfetta e poi ha messo la parola fine alla gara con il timbro personale. Non è stata certamente una grande prestazione, ma i viola tornano da Udine dimostrando ancora una volta lo spirito di un gruppo che rema tutto dalla stessa parte.

I tre punti sono arrivati ma giovedì a Frosinone non conviene scommettere nuovamente sull’assenza di mira degli avversari. Serve una Fiorentina diversa e più vicina a quella che abbiamo ammirato tanto volte da quando Italiano siede sulla panchina viola.

IL BUONO

  • Terracciano: una partita da incorniciare dal primo all’ultimo secondo. Compie almeno tre interventi salva risultato, regala tranquillità e certezze anche nei momenti più bui, chiude la saracinesca quando più serve. Subire una rete al primo affondo sarebbe stato esiziale ma stavolta Pietro decide di dimostrare a tutti che la porta anche per quest’anno dev’essere la sua. Speriamo non sia solamente un episodio!
  • Bonaventura: il rettore del centrocampo viola torna a giganteggiare dopo alcune prove in chiaroscuro. Recuperate le energie, Jack è di nuovo il faro della squadra: dapprima serve un assist meraviglioso a Quarta, poi si occupa di chiudere la storia con un colpo di biliardo. Sottovalutatissimo da sempre!
  • Martinez Quarta: dietro continua ad essere un calciatore di alti e bassi, con troppe pause e qualche svolazzo ma la rete che spacca la partita è il mattone su cui la Fiorentina costruisce la vittoria. Dopo aver segnato di testa contro l’Atalanta, stavolta si diletta in contropiede con un controllo ed un tiro ad incrociare degno di un attaccante di razza. Continua a volare Lucas!
  • Kayode: entrato a freddo dopo il brutto infortunio di Dodò, dimostra di non aver paura di nulla. Lotta, rincorre, chiude e riparte senza soluzione di continuità, gestisce bene la fase difensiva e, quando può, cerca la sortita offensiva. Se l’infortunio del terzino brasiliano dovesse rivelarsi grave, possiamo dormire sonni tranquilli!
  • Vincenzo Italiano: anche stavolta, forse in ritardo, inizia a modellare la squadra in base alle caratteristiche dei calciatori. Come più volte invocato anche al Corner Viola, il tecnico siciliano prova finalmente le due punte con Arthur in mezzo per provare a gestire meglio la gara e per alleggerire il peso dell’arrembaggio friulano. Non solo, ma per bloccarne la fisicità, ricorre anche alla difesa a 3 con Milenkovic perno centrale! Grande mister, avanti così! Iniziamo a gestire le gare anche in base ai momenti ed agli avversari!

IL BRUTTO

  • Biraghi: in una partita in cui Maxime Lopez non ha brillato, Mandragora, Brekalo e Nzola hanno continuato a girovagare nella loro mediocrità, il capitano è stato il peggiore in campo. Ad Udine è sembrato tornare quello dell’inizio della scorsa stagione con tantissimi errori tecnici e tattici. Traversoni sbagliati, diagonali dimenticate e proteste plateali che non fanno altro che innervosire arbitro e tifosi avversari. Solo una parentesi?

A voi per i commenti!!

Il buono, il brutto, il cattivo

INTER – FIORENTINA = 4 – 0

Un autentico disastro, uno dei peggiori della gestione di Vincenzo Italiano: non il primo e probabilmente non l’ultimo, ma un disastro da cui in passato la Fiorentina è sempre stata capace di ripartire e la sosta potrebbe decisamente aiutare.

La gara di ieri è stata innanzitutto figlia della presunzione, un atteggiamento che si è impossessato della squadra e dell’allenatore. Dopo che Italiano in conferenza stampa aveva ammesso che gran parte dei calciatori non aveva recuperato le energie spese nella battaglia di giovedì contro il Rapid, il mister ha deciso di confermare i nove undicesimi della formazione cambiando solamente il portiere e l’attaccante. Non solo ma ha deciso anche di giocarsela a viso aperto, con un centrocampo a due contro una mediana a 5, quel reparto che è stato unanimemente considerato il più forte d’Italia e tra i migliori in Europa. Noi invece, con i soli Arthur e Mandragora, con due terzini spompati ed in giornata no come Dodò e Biraghi (ma Kayode e Parisi che hanno fatto di male?), con un attaccante rapido e scattante da solo contro tre difensori centrali forti fisicamente che gli hanno perennemente mangiato in testa, non l’abbiamo presa mai. L’Inter ha dominato in lungo ed in largo, ci ha fatto fare uno sterile possesso palla, lento ed orizzontale, ed è ripartita a piacimento segnando quattro reti solamente perché Thuram ieri era vestito da Babbo Natale, altrimenti il passivo sarebbe stato decisamente più pesante. Una lezione che spero servirà in futuro, visto che per almeno sei volte giocheremo di giovedì e dovremo poi trovare gambe e soluzioni per non pagare in campionato il cammino europeo. Se la squadra ed i calciatori devono assolutamente crescere, non può mancare però anche un netto miglioramento da parte di Vincenzo Italiano che dovrebbe capire che non tutte le partite si possono giocare nello stesso modo e non tutte le squadre si possono attaccare utilizzando lo stesso sistema di gioco.
Ormai il calcio della Fiorentina è studiato, conosciuto, contrastato. Chi vive di dogmi spesso esce dalle battaglie con le ossa rotte: a quando un cambio di paradigma?

IL BUONO

  • Nessuno: una prova disastrosa all’interno della quale non si salva nessuno…. Tutti in castigo!

IL BRUTTO

  • Italiano: la speranza è che il tecnico siciliano abbia deciso di commettere tutti gli errori all’interno di una sola partita. Nella lunare conferenza stampa a fine gara, sembra aver capito che stavolta ne ha veramente combinate di tutti i colori! Considerando che sulle nostre pagine canali ho sempre difeso Italiano, posso tranquillamente dire che ieri ha deciso di scavarsi la fossa senza per questo essere tacciato di partigianeria: il mister ha riproposto calciatori stanchi e vuoti mentalmente, ha voluto sfidare l’Inter con un centrocampo in netta inferiorità numerica, ha schierato una punta tutta sola in mezzo a tre armadi. E’ stato presuntuoso, supponente, indifendibile. Forza mister, te sai fare molto meglio!!
  • Biraghi: lo nomino innanzitutto perché è il capitano e come tale aveva ed avrà il compito di far capire che figure del genere non sono ammissibili. Oltre a ciò, l’ennesimo errore difensivo in marcatura sul gol di Thuram è semplicemente imbarazzante. La palla persa da Milenkovic in uscita è sanguinosa, ma al momento del cross la difesa viola è comunque ben schierata…peccato che Biraghi si dimentichi completamente come si marca un attaccante….. Ma Parisi cosa lo abbiamo preso a fare?
  • Dodò: se decidi di giocare la partita in inferiorità numerica nel mezzo, almeno sulle fasce devi essere in grado di reggere l’uno contro uno e di avere gamba per andare a creare superiorità numerica grazie alle sovrapposizioni sugli esterni offensivi. Di Biraghi abbiamo detto, ma vogliamo parlare del suo compagno? Mai in partita, sovrastato fisicamente da Di Marco (non da Ercole), sbaglia anche diversi passaggi elementari. Come lo scorso anno, è ancora fuori condizione essendo l’unico giocatore al mondo piccolo di statura che entra in forma più tardi degli altri. Kayode lo dobbiamo cercare a “chi l’ha visto”?
  • Bonaventura: la squadra, nel bene e nel male, dipende da Jack. Certo non pretendo che sia sempre quello mostruoso visto a Genova alla prima di campionato, ma l’involuzione successiva ha del clamoroso. Anche ieri ha sbagliato ogni scelta, non ha acceso mai la luce, non è riuscito ad accelerare ed a far correre la squadra. Se manca lui, l’unico faro diventa Arthur (in evidente debito di ossigeno) ed allora bloccare centralmente la Fiorentina è un gioco da ragazzi. Speriamo la sosta ci restituisca il miglior Bonaventura.

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Il buono, il brutto, il cattivo

GENOA – FIORENTINA = 1 – 4

Mamma mia che Fiorentina! E chi se l’aspettava? 

La gara di Marassi, l’esordio in campionato della truppa di Vincenzo Italiano, dimostra ancora una volta quanto conti realmente il precampionato: ZERO! Una Fiorentina presa a schiaffi nella tournée inglese, in evidente difficoltà di ritmo e di passo con compagini di categoria inferiore, diventa d’un tratto scintillante in un Marassi infuocato. Manovre avvolgenti, azioni a due tocchi, verticalizzazioni improvvise, calciatori che si trovano a memoria. Certo il gol segnato da Biraghi alla prima occasione e per di più calciando di destro, ha messo in discesa una partita che probabilmente era stata preparata in modo perfetto. Di contro un Genoa da rivedere, senza gioco né identità, con un trio difensivo che nella massima serie non può reggere il confronto: se fossi un dirigente rossoblù penserei a prendere almeno un difensore di spessore anziché ammassare centrocampisti offensivi. Fortunatamente però sono un tifoso viola ed oggi c’è solo da esultare per la prestazione di una Fiorentina esagerata: per personalità, fraseggio, continuità nel proporre calcio. Una squadra in cui nascono nuovi fiori (Kayode), buttano gemme alcune piante che sembravano ormai appartenere al passato (Arthur), tengono botta altre che dovrebbero iniziare a sfiorire (Bonaventura).

IL BUONO

  • Kayode: schierato a sorpresa titolare nella difesa a 4, dimostra subito tutte le sue doti. Chi segue il campionato primavera aveva ammirato lo strapotere fisico di questo ragazzo scartato dalla Juventus e costretto a ricominciare dalla Serie D. Ciò che però ha stupito tutti è la crescita esponenziale dal punto di vista tattico e tecnico: in fase di prematch avevo affermato che la sua titolarità poteva essere approvata considerando che il Genoa giocava col 3-5-2 e dunque il giovane terzino non avrebbe dovuto pensare troppo alle chiusure difensive. Invece Kayode ha giganteggiato anche in quelle seppur abbia tenuto in gioco Biraschi in occasione del gol subito. Chapeau! 
  • Biraghi: non so se l’arrivo di Parisi su quella fascia lo abbia invogliato a salire di livello, fatto sta che il capitano sulla fascia mancina è stato devastante. Uno splendido gol di destro al primo affondo, l’assist per Nico da palla ferma e poi…. quell’esultanza per DA13. Bentornato capitano!
  • Bonaventura: semplicemente Jack. Un gol di rapina, un assist per Mandragora che dovrebbe essere mandato in loop alla televisione se solo non vivessimo in un paese in cui comandano quelli di Roma, Torino e Milano e tantissime altre cose belle ed intelligenti. Danza tra le linee permettendo alla squadra di passare da un modulo all’altro come se fosse la cosa più naturale del mondo. Cloniamolo ORA
  • Nico Gonzalez ed Arthur: in una serata in cui non hanno rubato l’occhio, hanno però fatto tutto ciò che serviva alla squadra per vincere la partita senza soffrire. Nico, prima della gioia personale, ha colpito il palo da cui è scaturito il raddoppio quasi senza sudare mentre Arthur ha disegnato calcio con un dono raro: comandare il gioco e farlo sgorgare a due tocchi senza mai essere inquadrato dalle telecamere…. Questa è qualità, quella necessaria a fare il salto!
  • Vincenzo Italiano: ha disegnato una prima viola che nessuno si aspettava. La squadra ha giocato praticamente a memoria pur avendo cambiato il fulcro del centrocampo, rischiando pochissimo dietro e creando tanto davanti. La Fiorentina è stata finalmente camaleontica con Bonaventura che ha quasi sempre interpretato il ruolo di mezzala in un centrocampo a tre grazie anche ad un centravanti che finalmente non ha bisogno della balia che gli ripulisca i palloni ma anzi riesce a fare reparto da solo. Forse comprare i giocatori adatti aiuta il mister? 

IL BRUTTO

  • Il gol subito: una disattenzione, una sola ed anche stavolta siamo costretti a recuperare la palla nella nostra porta. Proviamo a limitare queste piccole pause?  

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Appunti viola dopo la prima amichevole

Il primo atto più o meno ufficiale della nuova stagione della Fiorentina (considerando che l’arbitro era un uomo dello staff di Vincenzo Italiano), resterà comunque nella storia, indipendentemente da come uno la pensi: la compagine viola ha infatti disputato la prima gara della storia al nuovo Viola Park (o forse sarebbe meglio dire Rocco Commisso training center?). Una svolta epocale, una rivoluzione sportiva e culturale che certamente influirà sulla storia futura della Fiorentina che avrà da oggi in poi un centro sportivo all’avanguardia mondiale in modo da tenere insieme tutte le squadre, tutti i dipendenti, tutte le persone che portano orgogliosamente il giglio sul petto. Che piaccia o no, una nuova pagina da scrivere su un foglio bianco che speriamo sia accompagnata da una parallela fase di crescita tecnica di una compagine che dovrà assolutamente creare i campioni del futuro per tenerseli e non per fare solamente ricche plusvalenze da reinvestire chissà dove (visti anche i 46 milioni di utili certificati al 31 dicembre 2022 di cui nessun giornalista chiede mai conto al padrone del vaporetto).

Venendo al campo, possiamo innanzitutto dire che la Fiorentina è ripartita tatticamente da dove aveva terminato utilizzando il modulo 4-2-3-1 in cui Kokorin nel primo tempo (discreta la sua prova con assist e passaggi filtranti) e Bonaventura nella ripresa (come al solito il migliore per distacco) si sono alternati nel ruolo di trequartista dietro l’attaccante, Jovic prima e Cabral poi. Al netto dei ragazzi della Primavera che si sono dannati l’anima per mettersi in mostra, le considerazioni possono essere poche e scarsamente probanti ma certamente abbiamo visto un Dodò molto indietro sia fisicamente che tatticamente (dalla sua parte nasce infatti l’unica rete subita) ed un Brekalo che, nonostante la rete segnata, si è più volte intestardito nel dribbling quasi dovesse dimostrare qualcosa finendo per perdere troppo spesso palla.

Passando alle noti liete invece, devo dire che mi è piaciuto molto il giovane portiere Martinelli: ha dimostrato grandissime doti con i piedi, ottime capacità di lettura, discreta fisicità considerando la sua verdissima età. Vedendolo ieri, credo che la scelta di assumere uno dei migliori preparatori dei portieri sulla piazza, cioé Marco Savorani, sia da leggere come la volontà di mettere a disposizione di questi giovani ragazzi il miglior istruttore possibile per poter diventare il numero 1 del futuro viola per molti anni. Se la scelta della società deve essere quella di prendere un carneade tedesco svincolato, allora preferirei provare a puntare sui giovani viola visto che adesso le strutture ci sono e gli allenatori anche: niente più scuse!! Discreti segnali sono poi arrivati anche da Sabiri, che ha segnato una doppietta al pari di Jovic, ma che resta un enigma quanto alla posizione in campo: schierato come esterno sinistro nei tre davanti, ha mostrato ottime doti tecniche e capacità di trovare la porta, ma la sensazione è che non abbia le qualità atletiche per ricoprire il ruolo. Certo è che la sua facilità di inquadrare lo specchio, in una squadra in cui i centrocampisti hanno segnato troppo poco in passato potrà tornare utile, ma sinceramente lo vedo più adatto ad interpretare il ruolo di mezz’ala in un centrocampo a 3. Si torna in campo il 20 luglio contro il Parma, un test certamente più probante che potrà darci qualche indicazione in più!

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Poteva essere un’annata leggendaria: il bilancio viola

E’ stata la stagione del ritorno in Europa, della consapevolezza di una Fiorentina tornata su determinati livelli, dell’atroce sofferenza per le due finali raggiunte e perse. Non era cominciata nel migliore dei modi, con un mercato ancora una volta deficitario, pieno di scommesse (quasi tutte perse) e di calciatori fondamentali per l’idea di calcio di Vincenzo Italiano mai arrivati. Un inizio di stagione tribolato, con i due mesi iniziali deludenti a causa di una rosa martoriata dagli infortuni, mancante dell’esperienza necessaria per affrontare le tre manifestazioni ed un allenatore troppo testardo per provare a cambiare fin da subito il modo di giocare. Ecco allora un centrocampo a 3 con Amrabat regista e Mandragora mezzala, una (non) prima punta come Jovic lasciato a vegetare senza rifornimenti e senza compagni in appoggio nell’area avversaria, una difesa che imbarcava acqua tra papere di Gollini e topiche difensive che troppo spesso hanno visto protagonisti i difensori viola. Poi però, quando l’aria a Firenze stava per diventare irrespirabile (ricordate la batosta in Turchia?), ecco la svolta: la società che conferma Italiano, il mister che finalmente mette da parte l’ideologia del 4-3-3, gli infortunati che tornano a giocare (Nico no però perché lui doveva vincere il mondiale) e la Fiorentina che torna a somigliare, nei risultati anziché nel gioco, a quella della scorsa stagione. Dopo il Qatar poi, la fioritura definitiva con calciatori che giocano la miglior stagione in carriera (Biraghi), altri che si travestono da Benjamin Button (Bonaventura), altri che si ribellano al ruolo di eterno panchinaro per trasformarsi in gladiatore (Ranieri)! I viola iniziano a volare e, oltre a raggiungere le due maledette finali, tengono un ritmo da Champions League in campionato dove recuperano punti su quasi tutte le altre e mancano la qualificazione in Conference League solo per la contemporanea corsa su tre fronti. Resta poi la delusione tremenda di Roma, dove un’Inter più forte sembra quasi giocare al gatto col topo e segna quando alza il ritmo della contesa grazie soprattutto alla maggior qualità degli interpreti. Di Praga invece, preferisco non parlare perché la ferita è ancora aperta ma la mia rubrica in merito, credo sia esaustiva. Resta dunque una stagione esaltante guastata solamente dalle due finali perse, una stagione che ha però dimostrato che la squadra, il gruppo ed il mister meritano fiducia e soprattutto aiuto: alcuni se ne andranno, altri non saranno confermati ma Vincenzo Italiano e tutta la Fiorentina si sono guadagnati la possibilità di fare uno step ulteriore, quello di lottare ogni anno per l’Europa. Adesso tocca alla società, quella società che in questa stagione ha già dimostrato di essere cresciuta, di aver difeso il proprio allenatore ed i propri calciatori contro tutto e contro tutti: e con una città il cui cuore è tornato a pulsare forte per i propri colori, bastano gli innesti giusti per continuare a sognare!

STATISTICHE A CONFRONTO CON LA STAGIONE 2021-2022

Posizione finale:  8° (7° nel 2021-2022)

Punti:  87 (totali nelle manifestazioni) media punti 1,68 (62 media punti 1,63)

Vittorie: 29 (19)

Pareggi: 14 (5)

Sconfitte:  17 (14)

Gol fatti: 98 (59)              

Gol subiti: 65 (51)

Differenza reti: +33  (-8)

Capocannoniere: Cabral 16 (8 in campionato, 7 in Conference League, 1 in Coppa Italia) (Vlahovic 17 reti)

Assist man: Biraghi 13 (Nico Gonzalez 6)

Miglior gara dell’anno:

Chiaramente in questa sezione non ricorderò la partita giocata meglio o magari la più spettacolare, ma solamente quella che mi ha regalato più gioia e più emozione nella lunghissima stagione appena terminata. Ecco allora che la vittoria di Basilea è per me la fotografia della follia viola: una gara d’andata dominata ma persa per due disattenzioni (tanto per cambiare), un’impresa quasi disperata al ritorno contro una squadra che è nata ed allenata per difendersi e ripartire. In Svizzera però, la Fiorentina ha mostrato il suo lato migliore, quello di una compagine nata per imporre il proprio gioco senza chiedere il permesso a nessuno. Un gruppo granitico che crede nelle idee del proprio allenatore ed è pronto a buttarsi nel fuoco pur di raggiungere l’obiettivo attraverso il gioco. Tutti quelli che criticano l’atteggiamento dei viola in finale a Praga immagino abbiano avuto da ridire anche nella gara di Basilea in cui i viola hanno attaccato senza tregua anche durante i supplementari….immagino siano arrabbiati con Biraghi che ha messo in mezzo centinaia di palloni, con i centrocampisti che nell’azione del gol vittoria hanno affollato l’area avversaria, con il mister che ha chiesto alla squadra di crederci fino all’ultimo secondo! Io invece sono orgoglioso di una Fiorentina che è andata ben oltre i propri limiti grazie all’atteggiamento, alla mentalità, alla voglia di comandare il gioco. Ed il gol di Barak mi ha fatto piangere di gioia come non mi accadeva più da anni. Ecco perché Basilea resterà nel mio cuore per sempre!

Peggior gara dell’anno:

Se la semifinale è stata una gioia indelebile, la finale contro il West Ham ha rappresentato una pugnalata al cuore che ancora sanguina e lo farà chissà per quanto tempo. La Fiorentina ha gettato al vento un’occasione irripetibile chissà per quanti anni e lo ha fatto per un errore individuale che non può essere né compreso, né giustificato, né scusato. Igor, vero responsabile della sconfitta contro gli Hammers insieme a Mandragora (il gol fallito grida vendetta!), ci ha rubato un sogno che cullavamo dalla vergognosa finale di Avellino, quella in cui la Juventus ci prese Coppa e numero 10. La delusione è ancora più grande perché il tragitto della Fiorentina è stato costellato di cadute rovinose (vi ricordate la Turchia?) e rinascite repentine ma ha sempre avuto come stella polare l’impegno di un gruppo che ha lottato per riportare una coppa europea a Firenze dopo troppi anni. Fa ancora tanto male…..

Miglior calciatore: Jack Bonaventura

Il rettore del centrocampo ha ancora una volta dato saggio delle sue qualità tecniche, tattiche ed umane. Non appena Vincenzo Italiano ha finalmente deciso di liberarlo dai compiti di copertura di un centrocampo a 3 e gli ha consegnato le chiavi del gioco viola, la Fiorentina ha decisamente svoltato. Un professionista esemplare che si è dannato l’anima per tutta la stagione nonostante l’età, che si è preso tutte le responsabilità necessarie per la squadra, che ha aiutato ogni compagno, che ha segnato i gol decisivi esibendo tutte le sue doti tecniche. E’ stato il cuore della squadra perché ha legato come nessuno il centrocampo e l’attacco tornando a prendersi i palloni sui piedi degli incontristi e rifornendo stupendamente sia gli esterni di attacco che le punte. Ha fatto la guerra quando serviva, ha giocato in punta di piedi quando la situazione lo richiedeva. Mai una parola fuori posto anche se è stato il primo, nel cupo mese di ottobre, a prendere la parola davanti ai cronisti per dire che ormai la Fiorentina della stagione precedente non esisteva più e si doveva provare a fare qualcosa di diverso. Se Italiano è la mente, Jack è il braccio: clonatelo!

Peggior calciatore : Igor

Se nella scorsa stagione il difensore brasiliano aveva guadagnato la palma di sorpresa, stavolta è nettamente il peggiore calciatore della rosa. Se Venuti sbaglia perché è oggettivamente limitato e la Fiorentina in questo momento è su un livello troppo alto per lui ma non lesina mai impegno e sudore, Igor ha invece dato pessima dimostrazione di sé in più occasioni. Non solo ha giocato una stagione pessima, ma appena finita la finale di Conference non è nemmeno salito sull’aereo della squadra che ha riportato tutti a casa perché aveva fretta di tornare in Brasile. Fammi un favore, restaci!

La sorpresa: Ranieri

Un difensore che non era nemmeno partito per il ritiro estivo di Moena si è guadagnato il posto da titolare nella finale di Conference League! Una favola o un’ennesima dimostrazione di scarsa competenza? A voi la risposta in merito, ma certamente una dimostrazione di grandissima professionalità di un ragazzo prodotto del settore giovanile viola che ha sempre creduto nel lavoro, nella perseveranza, nella voglia di diventare un punto fermo della Fiorentina in cui è cresciuto. Ed anche la riprova del fatto che il lavoro paga sempre, soprattutto con un tecnico come Vincenzo Italiano che offre a tutti la possibilità di rimettersi in gioco: da Ranieri a Kouamè, da Cerofolini a Terzic. Luca si è dimostrato bravissimo ad interpretare il calcio della Fiorentina, ottimo negli anticipi, sempre aggressivo nell’accorciare il campo, attento nelle marcature preventive. Resta il rimpianto dell’aver dovuto chiedere il cambio in finale perché, un pò per la tensione ed un pò per lo scarso impiego stagionale, Ranieri non riusciva più nemmeno a camminare. Un calciatore da cui ripartire!

La delusione: Jovic

Per un attaccante proveniente dal Real Madrid che guadagna quasi quanto gli altri tre migliori calciatori della rosa viola, il bottino stagionale è decisamente magro. Pur avendo avuto diverse chances anche dal primo minuto, Jovic non è riuscito a mantenere le promesse faticando soprattutto in una Serie A con marcature forse troppo fisiche per l’atteggiamento dimostrato dal centravanti serbo. Non hanno poi certamente aiutato gli atteggiamenti dentro (le mani alle orecchie rivolto verso la Fiesole dopo uno dei rari gol in campionato) e fuori dal campo (la polemica sui social contro Italiano per lo scarso impiego), ma le ultime prestazioni stagionali lasciano sperare in qualcosa di migliore per il futuro. Resta un calciatore che potrebbe rendere meglio accanto ad un attaccante che faccia a sportellate al posto suo, ma la Fiorentina vorrà adattarsi per lui? Io sinceramente spero di no!

Voto alla stagione viola: 7,5

Molti obietteranno che la Fiorentina, a meno di giuste sanzioni da parte dell’Uefa, non ha raggiunto l’Europa passando dal campionato anche se la volontà era quella di migliorarsi. Penso però che, al netto delle oggettive responsabilità di Italiano che ha impiegato troppo tempo per cambiare modo di giocare della squadra, le due manifestazioni in cui i viola sono arrivati in finale hanno distratto tantissime energie. Inoltre, come detto fin dalla chiusura del mercato al Corner Viola, la rosa non solo non è stata rinforzata, ma addirittura indebolita visto che l’unico ruolo in cui siamo oggettivamente migliorati è quello del terzino destro con Dodò. Ecco perché mi sembra giusto dare un voto così alto alla squadra, perché oggettivamente il gruppo è andato oltre le proprie possibilità: pensiamo che nella finale di Praga giocavano i 7/11 della formazione di Beppe Iachini! Potevamo vincere almeno una coppa? Certamente! Potevano questi calciatori dare qualcosa di più? No!

Aspetto i vostri commenti!

Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – WEST HAM = 1 – 2

La fine più atroce che potevamo subire: prendere un gol al novantesimo al termine di una gara condotta con sicurezza dovrebbe essere vietato per legge! La partita ha avuto lo sviluppo che ci aspettavamo e di cui avevamo parlato anche in sede di presentazione: inglesi che provano a pressare alti con i soli attaccanti e poi, una volta superata la pressione, si rintanano nella propria metà campo ad aspettare solamente l’errore difensivo viola che, ancora una volta, puntualmente arriva. La Fiorentina ha avuto ancora una volta il merito di non snaturarsi, di provare a giocare sempre la palla, di cercare il pertugio in cui inserirsi per far male al West Ham. I ragazzi di Italiano (e l’allenatore con loro) hanno avuto il letale demerito di cadere ancora una volta in disattenzioni ed errori individuali inaccettabili quando si giocano determinate partite. Se a Roma contro l’Inter era stato Milenkovic, in coabitazione con Terracciano e Quarta, ieri è stato il disastroso Igor a mettere la ciliegina sulla torta di una stagione ingiustificabile e vergognosa in cui i cali di concentrazione e gli errori tattici sono stati troppi per essere frutto del caso. Resta il dolore, la delusione, la rabbia per ciò che poteva essere ed ancora una volta non è stato in una serata macchiata dai comportamenti delinquenziali dei tifosi inglesi che hanno aperto la testa a Biraghi, capitano vero, che ha risposto con un applauso ironico agli animali che a casa loro sono agnellini e, come escono dal Regno unito, tornano ad essere quelle bestie che sono sempre state.

Si chiude nel modo peggiore una stagione che poteva essere trionfale e che invece lascia amarezza, rabbia, delusione. Si apre adesso una fase di riflessione che non dovrà nascondere dietro al raggiungimento di due finali le evidenti mancanze di una rosa che è andata ben oltre i propri limiti proprio grazie a quel gioco offensivo che da ieri sera è sul banco degli imputati.

IL BUONO

  • Ranieri: in pochi mesi il mondo si è capovolto. Il difensore che non era stato nemmeno portato in ritiro a Moena, gioca una finale europea con grande sicurezza e disinvoltura senza patire l’impatto della gara. Non ha i 90 minuti nelle gambe, probabilmente perché la tensione ha mangiato i muscoli, chiede il cambio e questo decide la gara. Da confermare subito, ma ricordiamoci che manca un titolare!
  • Milenkovic: un autentico muro! A differenza di Roma, non ha cali di concentrazione e cancella dal campo Antonio, centravanti del West Ham. Prova anche le sortite offensive sulle palle inattive a favore della Fiorentina ma non basta. In difesa ripartiamo da lui!
  • Bonaventura: come in tutte le finali che si rispettino, le reti vengono su palla inattiva, su errori difensivi o su invenzioni del singolo. Jack ancora una volta dimostra di essere un marziano rispetto alla quasi totalità dei suoi compagni: quando conta, lui c’è sempre, quando hai bisogno, lui non manca mai. E’ l’anima, il cuore, il genio della Fiorentina.
  • Amrabat e Biraghi: entrambi non giocano una partita indimenticabile, ma voglio comunque citarli per due motivi diversi. Il marocchino si sfianca in novanta minuti fatti di chilometri, rincorse e palle recuperate senza lesinare mai un briciolo di forza. Il capitano invece, dimostra di essere una persona vera e pulita non amplificando l’effetto di un taglio alla testa che avrebbe potuto mettere in difficoltà arbitro e delegato Uefa. Dimostra ancora una volta di avere valori che vanno oltre il rettangolo verde. Bravi!

IL BRUTTO

  • Igor: ennesimo errore di una stagione da buttare. Il problema è che la scelta che ricade su di lui è completamente sbagliata ed il titolare e responsabile di averlo chiamato in causa è Vincenzo Italiano. Ciò però non può scusare il calciatore che, in occasione della rete che decide la gara, ha una posizione del corpo inaccettabile per un professionista, per di più fresco. Spero che il volo che Igor ha preso direttamente per il Brasile sia di sola andata.
  • Dodò: la sua stagione si chiude con un’evidentissima flessione atletica che toglie tantissime frecce al suo arco. Il terzino brasiliano senza esplosività diventa un calciatore normale con grandi limiti fisici. Resta comunque uno dei pochissimi acquisti top dell’era Commisso.
  • Mandragora: da ieri sera non riesco a togliermi dalla testa la rete fallita, con il suo cosiddetto piede forte, dal centrocampista di Italiano. Che si possa non fare gol lo accetto, che non si prenda nemmeno la porta no. Allucinante.
  • Terracciano: Pietro una parata mai?
  • La sostituzione mortale: ho sempre difeso Italiano e lo reputo il segreto della nostra stagione straordinaria. Prendere però per l’ennesima volta la stessa rete e soprattutto scegliere il peggior difensore della stagione per giocarsi gli ultimi minuti di una finale europea è un atto di presunzione che difficilmente dimenticherò. Se è giusto riconoscere i meriti del mister, stavolta non posso non metterlo dietro la lavagna. Ancora dobbiamo crescere!

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Il buono, il brutto, il cattivo

INTER – FIORENTINA = 2 – 1

Orgoglio, tantissimo orgoglio, smisurato orgoglio. Questo è ciò che porto con me dopo la tanto bella quanto sfortunata finale di Coppa Italia di ieri sera. La Fiorentina ha dato l’anima, il cuore, ha messo tutto ciò che aveva in una gara che avrebbe potuto, forse dovuto, avere un risultato diverso. Ancora una volta gli episodi e soprattutto la differenza di qualità degli interpreti messi in campo dai due allenatori hanno fatto la differenza, ma i viola sono usciti sotto un diluvio di applausi non solamente dei propri tifosi, ma anche di tutto il pubblico presente. Orgoglio dicevo, un sentimento che provo innanzitutto per una tifoseria che anche ieri ha dato dimostrazione a tutti di quanto viscerale sia l’amore che ha nei confronti della propria città e della propria squadra di calcio. Ci siamo inventati una coreografia bellissima e riuscitissima, abbiamo cantato incessantemente per 95 minuti, abbiamo incitato i nostri calciatori con ancora più voce quando ci siamo trovati sotto nel punteggio. Orgoglio per una squadra che, guidata ancora una volta da capitan Biraghi avvolto nella bandiera dei quattro quartieri fiorentini e con indosso la fascia di Davide Astori, ha dimostrato che in questo momento la Fiorentina gioca il miglior calcio d’Italia insieme al Napoli. Attacchi tambureggianti, possesso palla finalmente non più fine a sé stesso, geometrie di gioco variabili che possono contare talvolta sugli inserimenti da dietro dei terzini, altre volte su quelli dei centrocampisti, talvolta sulle verticalizzazioni del trequartista, altre volte sull’impostazione del difensore. Un mix di disciplina e fantasia, ritmo e possesso palla, che anche ieri sera ha messo in difficoltà l’Inter per ampi tratti di gara. Resta però ancora una volta quell’amaro in bocca dettato dagli errori individuali che hanno condannato i colori viola ad una nuova sconfitta in finale: errori difensivi ed offensivi che hanno deciso l’esito finale della gara. Si aggiunge a ciò la differenza incredibile di valori in campo, una differenza siderale fotografata dalla possibilità di Simone Inzaghi di poter impiegare part time un calciatore come Lukaku mentre Italiano deve accontentarsi di Sottil. Così fa male, fa tanto male ma abbiamo la fortuna ed il merito di potercela giocare nuovamente tra due settimane, un’altra finale che speriamo possa essere giocata con un’esperienza ed una testa diversa ma che soprattutto speriamo regali alla città di Firenze qual trofeo che tutti noi ci meritiamo.

Poche ore di sonno, qualche esercitazione di scarico e poi sabato sarà nuovamente campionato per un Fiorentina Roma mai così inutile da decenni: due squadre proiettate sulle rispettive finali europee, che arrivano stanche ed incerottate con poca o nessuna voglia di rischiare le gambe per vincere la partita. Speriamo sia solamente una parentesi utile a far risalire il morale dopo la brutta bastonata avuta in finale di Coppa Italia.

IL BUONO

  • Nico Gonzalez: non c’è niente da fare, quando le partite contano, l’argentino è il calciatore in grado di fare la differenza. Segna la rete del vantaggio regalandoci un’illusione meravigliosa ma non si ferma a quello. E’ un trottolino inesauribile e punta continuamente l’uomo senza risparmiarsi. Aiuta anche in fase difensiva con ripiegamenti intelligenti. Giocatore di spessore internazionale.
  • Bonaventura: con il Rettore dell’Università del calcio rischio di essere ripetitivo. E’ il faro della manovra viola riuscendo a far sgorgare gioco sia in verticale che in orizzontale. Cala un pò alla distanza, ma resta sempre fondamentale per la manovra. Chapeau!
  • Vincenzo Italiano: se riavvolgo il nastro indietro di 24 mesi, torno a pensare alla Fiorentina di Beppe Iachini, una squadra timorosa, che difendeva sempre negli ultimi 25 metri, che cercava di speculare solo sulla squadra avversaria. Dopo due anni, possiamo affermare che la rivoluzione copernicana è avvenuta: oggi, grazie alle idee di uno dei migliori tecnici italiani, abbiamo una squadra che gioca a viso aperto anche contro la finalista di Champions League, che crede alle proprie doti ed al proprio modo di giocare a calcio, che crede fermamente in ciò che fa. Grazie a tutto ciò ogni singolo giocatore è migliorato, ha un proprio ruolo nella squadra, si sente coinvolto nel progetto. Se solo fosse stato aiutato maggiormente dalla società durante il mercato di gennaio……

IL BRUTTO

  • Milenkovic – Quarta: la coppia difensiva viola purtroppo non regge il confronto con un fuoriclasse del calibro di Lautaro. Il serbo si addormenta sul primo gol tenendo in gioco l’argentino, mentre Quarta è corresponsabile del gol del raddoppio con un rilancio troppo timido. Serviva la serata perfetta, o forse un centrale di livello superiore.
  • Terracciano: sul primo gol è esente da colpe ma sul secondo ha, secondo me, le responsabilità maggiori. Dopo il colpo di testa di Dodò ha avuto tutto il tempo per uscire in presa alta sul pallone che ballava in area piccola. Invece è stato ancora una volta troppo timido restando incollato sulla linea di porta. Nel corso della gara poi, non riesce a riscattarsi. Serve un portiere titolare per l’anno prossimo.
  • Sottil: inconcludente, sotto ritmo, inutile. L’unico che ha tradito in tutto e per tutto le aspettative riposte in lui dal mister.

A voi per i commenti!!