E’ proprio così che raffigurerei la situazione della Fiorentina se solo sapessi disegnare.
Se proviamo a mettere a fuoco gli avvenimenti che si sono succeduti dalla fine della scorsa stagione ad oggi, sembra proprio di essere all’interno di una sorta di labirinto da cui non riusciamo ad uscire. Vi ricordate? Contestazione della curva, obbiettivi sportivi non raggiunti (perché non ci dimentichiamo mai che i viola non erano partiti per accedere nuovamente alla Conference League), polemiche e malumori striscianti sia in società che tra i tifosi. Da lì la conferenza stampa di Pradè, le dimissioni di Palladino a distanza di 24 ore, l’assunzione di Stefano Pioli sul ponte di comando, un mercato che regalava al mister il 70% della rosa con tempistiche sconosciute nelle ultime stagioni, l’avvio del campionato e del cammino europeo. Già, peccato però che, ad oggi, dopo 6 gare ufficiali, la Fiorentina continua ad avere problemi in ogni reparto, abbia fatto solamente due punti in campionato, non sia riuscita ancora a mandare in rete uno dei suoi attaccanti, non abbia ancora una propria fisionomia, sembri spenta anche fisicamente. Ecco dunque che una nuova contestazione ci riporta esattamente al punto di partenza.
Insomma, come direbbe l’Avvocato Buffa “bene ma non benissimo”…..
La gara interna contro il Como ha mostrato proprio come questo continuo fare un passo avanti e due indietro sembri essere diventato il modus vivendi della società di Commisso. Dopo l’annuncio del ritorno di Pioli in sella alla macchina viola, la squadra aveva iniziato fin da subito a lavorare per cercare di cambiare, anzi rivoluzionare il modo di giocare rispetto alla passata stagione. Se con Palladino il mantra era stato quello di difendere bassi, con linee compatte cercando la verticalità su Kean appena possibile, la nuova Fiorentina doveva invece nascere all’insegna del dominio del gioco, della pressione alta ma soprattutto all’insegna del calcio offensivo. Ecco allora una preseason fatta di amichevoli in cui i punti fermi erano state le tre punte e la difesa con tre calciatori. Vi ricordate? Il tridente Kean, Dzeko e Gudmundsson impiegato sempre e comunque alla ricerca dell’affinità e della complicità. Ci saremmo quindi aspettati che, almeno nel doppio confronto di Conference League, Pioli desse fiducia a questo modulo, a questa interpretazione. Ed invece, ad oggi, il tridente non lo abbiamo mai visto se non a gara in corso. Tempo perso?
Non solo, ma l’altro mantra della preparazione estiva era stato rappresentato dalla difesa a 3: tralasciando il fatto che il calciatore che meglio si disimpegna in questo modulo è anche il meno impiegato fino ad oggi (Pablo Marì), nel momento di difficoltà, nel momento del bisogno, Pioli decide di cambiare anche la disposizione difensiva e col Como vira sul 4-4-2! Un modulo che, tra l’altro, risulta difficilmente interpretabile dal momento che Pradè ed i suoi uomini si sono liberati di tutti gli esterni offensivi! Mi chiedo sinceramente che razza di messaggio arrivi alla tua squadra: paura? Panico? Disorganizzazione? Improvvisazione?
Non solo, ma considerando che per tutta l’estate il tecnico ha richiesto (e mai ottenuto) un difensore veloce e svelto a coprire gli spazi alle spalle, siamo proprio sicuri che la tattica migliore per questa squadra sia quella di andare ad attaccare alti in tutte le zone del campo giocando sempre uomo contro uomo? Oppure forse qualcuno sta sopravvalutando il valore della rosa? E poi, oltre alle reti allucinanti che subiamo con la palla in gioco, siamo anche bravissimi a prendere gol su palla inattiva. E’ possibile che sia sempre bravura degli avversari? Oppure dovremmo lavorarci di più?
Se la fase difensiva fa acqua da tutte le parti, quella offensiva non brilla di certo. La squadra non ha un gioco riconoscibile, vive solo di strappi, invenzioni, giocate individuali. Siamo sicuri di essere così più forti degli avversari da poterci affidare solamente alle qualità dei singoli? Credo che anche qui sia necessaria una profonda riflessione. I calciatori acquistati in questa stagione sono arrivati tutti da compagini che lo scorso anno sono stati dietro la Fiorentina in classifica. A differenza del mercato precedente, i viola non hanno pescato nessuno da Roma, Lazio, Milan, Juventus ma solamente da Empoli, Cagliari, Parma Venezia….. siamo convinti di poter migliorare così?
La verità è che mancano leaders tecnici riconoscibili che sappiano non solamente dare un buffetto al compagno in difficoltà, ma anche caricarsi i problemi degli altri sulle spalle. Gente che possa ribaltare la partita con una giocata o anche solo con l’atteggiamento, gente che si butta anima e corpo nella contesa trascinando anche emotivamente gli altri, insomma tanto per fare un nome che conosciamo, un Lucas Torreira! Siamo proprio sicuri che sommando i 27 milioni spesi per Piccoli ai 15 investiti su Sohm non saremmo riusciti a trovare un giocatore del genere?
A voi per i comenti.

