Appunti sparsi dal mondo della scuola (ultima parte)

Siamo giunti al termine del mandato da rappresentante del consiglio d’istituto.

Sono stati tre anni intensi, vivi, molto interessanti che mi hanno fatto crescere da tantissimi punti di vista, un’esperienza gratificante che consiglio a tutte quelle persone che hanno a cuore la crescita e lo sviluppo dei propri figli. Non sono necessarie competenze specifiche né titoli di studio, ma servono invece pazienza, entusiasmo, capacità di mediazione. Al termine di questo mandato, ho deciso a malincuore di non ricandidarmi, nonostante i tantissimi attestati di stima ricevuti, poiché (fortunatamente) i carichi di lavoro sono aumentati e dunque non avrei più il tempo necessario per fare le cose per bene; conciliare i tempi di vita con quelli familiari è sempre stato uno degli obiettivi della mia vita fin da quando con Claudia abbiamo deciso di avere figli ed avere il tempo necessario per Niccolò e Mattia indirizza da sempre le mie scelte.

E’ stato un percorso bellissimo che mi ha permesso di conoscere persone meravigliose che vivono per la scuola e per i nostri ragazzi, persone (insegnanti, personale della scuola ma anche genitori) che ricevono troppo spesso come unica gratificazione quella della serenità dei nostri figli nell’ambiente scolastico. Senza la passione e talvolta il senso di missione di queste persone, saremmo tutti più poveri non solo culturalmente ma anche dal punto di vista sociale.

Sono state tante le sfide di questi tre anni, dalla stesura del nuovo regolamento di istituto che ha mirato ad accompagnare le nuove esigenze delle studentesse e degli studenti, alla selezione di progetti più vicini ad un mondo che cambia così velocemente, dalla gestione dei fondi del PNRR alla risoluzione di tanti piccoli problemi che però si scontrano da sempre con una burocrazia allucinante, una burocrazia che non rappresenta però lo scoglio più grande: se dovessi individuare il nodo da risolvere al più presto infatti, denuncerei l’assenza di collaborazione, lo scollamento totale che talvolta esiste (nel nostro caso sicuramente) tra la parte amministrativa ed il resto della scuola. Un’assenza di coordinamento e di scambio di informazioni che mina alle fondamenta la possibilità di lavorare a pieno sugli obiettivi didattici, quelli ai quali si dovrebbe puntare per la crescita delle alunne e degli alunni.

La “battaglia” per la quale mi sono speso di più in questi tre anni è stata certamente quella per la rendicontazione e la pubblicizzazione del cosiddetto contributo volontario che i vari plessi annualmente chiedono ai genitori. Dal momento che la raccolta di questo contributo è divenuto sempre più difficoltoso sia per le condizioni economiche del nostro paese che per l’informatizzazione del meccanismo, diventa necessario far capire ai genitori quanto sia importante per la scuola poter contare su quei soldi. Risulta però necessario, per poter centrare l’obiettivo, comunicare a chi deve pagare che fine fanno quei soldi. Dopo tre anni, sono orgoglioso di dire che ogni plesso del nostro istituto comprensivo è in grado di raccontare ai genitori come sono stati spesi i soldi, quali progetti sono stati finanziati, come verranno impiegati gli introiti dei prossimi anni. Un aspetto ancora più importante se pensiamo che prestissimo la scuola non potrà più fare affidamento sui soldi del PNRR, soldi che hanno contribuito ad un rinnovamento eccezionale nelle aule e non solo.

Ecco dunque un altro aspetto da migliorare, la comunicazione tra scuola ed “utenza”: l’assenza di comunicazione non rende giustizia e merito al lavoro ed agli sforzi che quotidianamente tutti gli operatori del mondo della scuola mettono in campo per formare i cittadini di domani. Un tallone d’Achille che mina alle fondamenta la capacità da parte di tutti di conoscere e giudicare ciò che accade ogni giorno ai propri figli!

Chiudo infine con un auspicio per il futuro, un auspicio al quale avrei provato a lavorare se fossi stato in grado di candidarmi nuovamente: credo sia necessario che la scuola di domani si apra maggiormente al territorio, non abbia paura di contaminarsi con associazioni, esperti, professionisti che siano in grado di portare nelle aule i problemi della vita reale, dalla sicurezza stradale all’educazione affettiva, dall’utilizzo della tecnologia all’intelligenza artificiale. Una scuola che in questo modo riesca a parlare il linguaggio dei bambini e degli adolescenti, che sappia essere non solamente un centro di formazione ma anche di socializzazione e di aggregazione, una scuola che non resti con la testa rivolta all’indietro ma abbia i piedi ben saldi nel presente per poter immaginare il domani della nostra società.

BarLungo con Simone – Intelligenza artificiale: la conosciamo davvero? (4° parte)

Ecco l’ultima puntata dell’approfondimento dedicato all’intelligenza artificiale! Dopo aver ricordato la storia ed aver toccato tanti temi del presente, stavolta facciamo un salto nel futuro dell’IA cercando di prevedere quali potranno essere gli sviluppi e gli utilizzi dell’intelligenza artificiale nei prossimi anni. A guidarci in questo viaggio nel tempo, ovviamente Simone Pesucci!

Buon ascolto!

Il diario della finale di Atene

OLYMPIACOS – FIORENTINA = 1 – 0

E’ stato un frullatore di emozioni che non dimenticherò mai.

Una tre giorni con gli amici di una vita, la prima finale europea di Niccolò, mio figlio, una zingarata come non facevo da chissà quanti anni, una delusione tra le più grandi della mia vita. Per rimettere insieme i pensieri e riorganizzare tutto ciò che è successo, mi sono serviti giorni, notti insonni, lacrime versate, prese di coscienza forti e questo è il risultato.

Al termine di una stagione pazzesca, in cui la Fiorentina era partita per migliorare i risultati dello scorso anno (cosa non riuscita), con la squadra che a Natale era addirittura in lizza per la Champions League, siamo partiti per Atene con la netta sensazione che potesse essere la volta buona: organizzazione perfetta, con volo ed appartamento fissato con largo anticipo, parcheggio all’aeroporto vicinissimo all’ingresso, niente insomma lasciato al caso. Viaggiavano con me i fratelli di una vita Bomber Simo, Alan Bencio, Empereur Giova, mio figlio Niccolò (al quale ho trasmesso questa dannazione), Luca il pazzo di Reggio Emilia e poi l’appuntamento col mio collega Nicco, con il mio testimone di nozze Gionnino, con il compagno di banco al Liceo Nizzy, con l’amico di avventura Parmenko ed i loro figli Nicco K. e Jack, altri due dannati nel girone infernale viola. Ma come poteva mancare la mitica banda villana del Parterre? Con Steven che viene con noi ogni domenica partendo addirittura da Sunderland, Joe fiero rappresentante del Bottegone e poi i due fratelli diversi Edo Heineken e Michele insieme al mitico Beppe. Insomma truppa quasi al completo!! Sono stati giorni di mangiate, bevute, risate, confidenze, ricordi, parole non dette, parole urlate. Una parentesi indimenticabile in una vita caotica che troppo spesso non ci permette di gustarci quelle finestre di tempo che noi tutti ci meritiamo.

Certo è che se la nostra organizzazione fosse stata emulata non solo dalla Fiorentina (di cui parlerò dopo) ma anche dall’Uefa, tutto sarebbe stato più semplice. Se la sicurezza è stata tutto sommato mantenuta, il vero buco nero è stato rappresentato dalla Fan Zone e dall’organizzazione dei trasferimenti. Il punto di ritrovo dei tifosi viola è stato posto in un piazzale senza un albero, una copertura, un gazebo, con cibo scadente a prezzi esagerati ed un intrattenimento da sagra del ranocchio (con tutto il rispetto….). Ma se la Fan Zone è stata mediocre, i trasferimenti hanno rappresentato la vera tragedia della giornata. Con la metro chiusa ai tifosi della Fiorentina fin dalle 16,00, l’unico modo di raggiungere il punto di ritrovo per il trasferimento allo stadio è stato quello dei taxi e chiaramente l’assalto ai mezzi gialli ha sortito l’effetto di un’impennata incredibili dei prezzi (ma il peggio doveva ancora arrivare)….. Se dalla Fan Zone allo stadio il servizio navetta è stato puntuale e gratuito, come poi lo è stato per il tristissimo viaggio di ritorno, il vero scandalo è avvenuto quando, intorno alle 1,15 di notte, ci siamo ritrovati nuovamente al punto di partenza come in un perenne gioco dell’oca.

Da lì il delirio!!!

Nessun trasporto organizzato, impossibile trovare i taxi, metro accessibile solamente ai tifosi greci. Insomma una vergogna (per la quale ho scritto anche all’Uefa così giusto per la mia indomabile vena polemica)!! A quel punto abbiamo iniziato a camminare verso il nostro appartamento (distante 5 chilometri) e dopo quasi 1.000 metri siamo saliti su un taxi dicendo che eravamo in 4 anziché 6…. Insomma ormai valeva tutto! Siamo rincasati alle 3 ed alle 6,30 avevamo la sveglia per il transfer in aeroporto: come avrete capito, una passeggiata!!!

Ma veniamo a ciò che alcuni di voi mi hanno chiesto, cioè le mie considerazioni sulla partita. E’ veramente difficile analizzare una situazione che ti ha creato così tanto dolore ma se altre volte abbiamo invocato la sfortuna o qualche torto arbitrale, stavolta possiamo solamente battere il petto ai responsabili: i calciatori in primis, poi Italiano e la società. Se vai a giocare una finale europea contro una squadra alla tua portata ed i migliori in campo sono il portiere Terracciano ed il difensore centrale Milenkovic vuol dire che c’è più di qualcosa che non và. Quando i migliori calciatori della Fiorentina, quelli con più qualità ed esperienza internazionale, cioè Nico Gonzalez (il martire del Qatar), Jack Bonaventura ed il fenomeno Arthur non riescono mai e dico mai ad alzare la qualità della manovra viola, fare un gol diventa un’impresa impossibile. Le finali sono quelle partite in cui si vince per la qualità degli interpreti, ed i nostri hanno steccato tutti, per un episodio, e noi non siamo stati bravi a procurarceli, o per una palla inattiva. La verità è che la Fiorentina ha giocato la partita come se l’allenatore non fosse Vincenzo Italiano: fase difensiva attentissima, ricerca dell’attaccante con palla alta, assoluta insufficienza nel riempire la metà campo avversaria, fase di pressing quasi mai attuata, incapacità di andare ad attaccare le seconde palle. Senza considerare poi l’atteggiamento delle presunte stelle come il fenomeno Nico che ha avuto anche il coraggio di fare polemica perché nel secondo tempo è stato spostato a sinistra….effettivamente a destra aveva fatto fuoco e fiamme!

Se i calciatori sono i principali responsabili, nessuno verrà assolto dalla storia. Se arriviamo ad Atene senza un esterno capace di saltare l’uomo e puntare la porta come richiesto dal mister negli ultimi due anni, qualcuno si dovrebbe prendere le proprie responsabilità. Se il primo anno giocavi con Vlahovic e Torreira ed adesso giochi con Belotti o Nzola ed Arthur, qualcuno ne dovrebbe rispondere. Mentre anche la Fiesole si è finalmente svegliata dal torpore, su questo blog ho sempre detto che il progetto sportivo, se così lo vogliamo chiamare, non era assolutamente all’altezza. Chi però era sempre riuscito a salvare capra e cavoli ha un nome ed un cognome e quella persona è Vincenzo Italiano. Purtroppo però, caro mister stavolta non salvo nemmeno te! In merito alla formazione iniziale non ho niente da dire perché i calciatori in allenamento li vedi te e ho la totale fiducia nella tua capacità di scegliere chi sta meglio. Stavolta però la lettura della gara e la gestione dei cambi hanno lasciato quantomeno perplessi. Ad esempio la sostituzione tra Duncan ed Arthur ha quasi costretto la squadra, non avendo più un geometra in mezzo al campo, a giocare con lanci lunghi sull’attaccante: perché snaturare una squadra che aveva giocato per tutta la stagione con almeno un regista? Perché non arretrare Bonaventura accanto a Mandragora provando tra l’altro a liberarlo dalle marcature asfissianti? Fatta quella mossa poi, ho trovato incredibile l’avvicendamento di Kouamé con Ikonè: imponi alla squadra il lancio lungo sull’attaccante e levi l’unico giocatore bravo ad andare ad attaccare le seconde palle? E poi la gestione di Beltran ha del clamoroso: in una squadra in cui non riesci a saltare l’avversario perché manca qualità inserisci Barak anziché Beltran? Insomma lo avrete capito… non salvo nessuno tranne Terracciano e Milenkovic che sono gli unici calciatori che avrebbero meritato di più.

Appunti sparsi dal mondo della scuola (parte 3)

La scuola è ormai alla volata finale! Da Pasqua in poi si tireranno le somme per verificare il raccolto della semina effettuata dagli insegnanti e dai ragazzi nei primi sei mesi dell’anno grazie ad interrogazioni, verifiche o lavori in classe nei diversi ordini e gradi degli istituti.

Il lavoro del Consiglio d’Istituto invece, non può e non deve guardare solamente all’immediato ma progettare un futuro che potrebbe essere importante e decisivo per i prossimi decenni. L’ultima riunione infatti, ci ha visto partecipi dell’avvenire del nostro istituto comprensivo con l’illustrazione del gruppo di progettazione dei fondi del PNRR. Il nostro Istituto infatti, è tra quelli che saranno destinatari dei soldi provenienti dall’Europa che dovranno essere spesi secondo criteri ben precisi. Al netto delle questioni squisitamente burocratiche, è stato entusiasmante capire quanto lavoro ci sia dietro il lavoro quotidiano delle scuole dei nostri figli e soprattutto la difficoltà di cercare di capire cosa possa servire al nostro corpo docente nei prossimi 30 anni per interpretare al meglio il cambiamento che stiamo vedendo con i nostri occhi nella società. Riuscire o non riuscire a vedere con le lenti giuste la direzione verso la quale stanno andando i nostri bambini ed i nostri ragazzi ci permetterà di dare loro gli strumenti necessari per affrontare la complessità delle loro scelte future. Ed allora ecco che i soldi verranno investiti in innovazione e digitale con aule completamente trasformate per stare al passo con le nuove tecnologie che hanno così fortemente impattato sulle nostre vite quotidiane e su quelle della scuola. Riuscire ad avere lo sguardo giusto per leggere il mondo che cambia è la chiave per avere una società inclusiva, visionaria, pronta ad accogliere le differenze aprendosi agli altri anziché costruendo nuovi steccati. Ecco allora che gli strumenti digitali saranno utilizzati per affiancare anche nuove metodologie di insegnamento che riescano a combattere l’analfabetismo di ritorno e l’abbandono scolastico che, soprattutto dalla pandemia in poi, sta tornando a fare capolino nella nostra società. Ricordiamoci sempre che il cittadino non istruito è un burattino nelle mani del potere, una persona che, non conoscendo e non avendo le basi per interpretare il presente, accetterà qualunque tipo di decisione in modo acritico: la più grande minaccia alle nostre libertà individuali.

Ma l’ultima riunione è stata importante anche perché, diciamocelo sinceramente, dopo più di un anno la guerra tra Ucraina e Russia a causa della scellerata invasione di quest’ultima (non lo dimentichiamo mai!!!) ha un po’ stufato tutti ed inizia a perdere la centralità dei nostri notiziari. Il calo di interesse però, non cancella le necessità dei bambini e delle famiglie che hanno trovato fortunatamente un rifugio nel nostro paese, nelle nostre scuole. Anche il nostro Istituto Comprensivo ha accolto decine di bambini ucraini che però, scappando da un paese in guerra, sono arrivati senza parlare una parola di italiano, senza conoscere la realtà nella quale sono stati catapultati. E’ per questo che abbiamo presentato un progetto, che speriamo venga finanziato, per attivare corsi di lingua a vantaggio di questi bambini ed adolescenti che vorremmo ritrovare dopo l’estate con una maggiore possibilità di inserimento e di socializzazione grazie all’uso più robusto della lingua italiana.

Ma non è tutto solo futuro! Vi ricordate che nei precedenti appuntamenti parlavamo delle tematiche sensibili per i genitori che sarebbe stato bello affrontare a scuole con esperti del settore? Avevamo parlato di cittadinanza digitale, bullismo, difficoltà di apprendimento, corsi di affettività e tante altre cose ancora. Sono orgoglioso di poter dire che nel nostro istituto siamo stati ascoltati ed in questi giorni verrà effettuato un incontro sull’uso dei cellulari da parte dei nostri bambini nell’età della scuola primaria, una problematica molto sentita da tantissimi genitori che non sanno come affrontare l’utilizzo di telefoni e tablet in quell’età ancora giovanissima. Visto che troppo spesso siamo propensi a criticare il mondo della scuola perché non vuole affrontare certe tematiche o non offre possibilità di formazione e dialogo ai genitori, mi è sembrato doveroso prendere parola per ringraziare il Dirigente Scolastico per aver dimostrato la sensibilità necessaria ad aprire un canale di dialogo e confronto con i genitori. Un ambiente in cui ci si possa confrontare è un ambiente sano!

Alla prossima!

BarLungo con Simone – Speciale Elezioni 2022 – Diritti civili: passato o futuro?

Siamo giunti all’ultima puntata dello speciale elezioni e, con Simone Pesucci, abbiamo deciso di tenerci il piatto forte in fondo. Se esiste un tema divisivo in questa campagna elettorale piuttosto noiosa, possiamo trovarlo nella difesa delle conquiste ottenute in tema di diritti civili. Il 25 settembre dobbiamo scegliere tra un campo che vuole lasciare tutto com’é (nella migliore delle ipotesi) ed uno che invece vuole estendere i diritti guardando al futuro anziché al passato.

Buon ascolto!

L’Europa batte un colpo!

Finalmente possiamo tornare a sperare in un’Unione Europea propriamente detta e non solamente in un’espressione geografica

Ciò che è accaduto a Bruxelles può rappresentare una svolta nel lungo percorso di integrazione europea. Per la prima volta negli ultimi anni, i leaders europei, al termine della maratona negoziale più lunga della storia, hanno assunto delle decisioni tale da far sentire meno soli i paesi più colpiti dalla pandemia. Quante volte nei mesi di marzo ed aprile Italia e Spagna hanno denunciato l’assenza di solidarietà? Quante volte abbiamo tutti pensato che l’Europa ci aveva lasciato soli nel momento dell’emergenza? Certamente c’era del vero in quel grido accorato, come adesso invece possiamo gioire del cambio di direzione.

Andando nello specifico dell’accordo sul Recovery Fund ci sono alcuni aspetti positivi ed altri più critici che cercherò di approfondire con voi:

  • Il primo risultato da sottolineare è il raggiungimento di un accordo in tempi relativamente brevi. Se solo ripensiamo a come i paesi europei sono arrivati al vertice decisivo, dobbiamo ricordare che tutti gli analisti politici scommettevano su un rinvio decisionale. Quasi nessuno pensava possibile che, partendo i paesi da posizioni così distanti, fosse possibile raggiungere un compromesso. Da una parte i cosiddetti paesi frugali che arrivavano a Bruxelles schernendo coloro i quali parlavano di debito comune europeo, dall’altra Italia, Spagna e Francia che volevano accelerare in tutti i modi per portare a casa il prima possibile risorse preziose per le rispettive economie. In questo caso il ruolo negoziale del Presidente del Consiglio Europeo Michel è stato decisivo nell’avvicinare le posizioni
  • Altro aspetto straordinario è che, per la prima volta nella storia europea moderna, i 27 paesi hanno deciso di mettere il debito in comune, e questa è la vittoria più grande del governo italiano e di Conte. Il tambureggiare continuo del Presidente del Consiglio Italiano da maggio ad oggi, unito all’opera di Macron e di Sanchez, non ha dato tregua a quei paesi che continuavano a parlare di soli prestiti anche per i paesi più colpiti. L’appoggio poi della Merkel è stato decisivo e dunque, almeno in questo frangente, possiamo parlare di Comunità Europea nel senso più alto del termine: la messa in comune del debito è un segnale fondamentale che dà speranza per il futuro dopo i disastri commessi negli anni scorsi ad esempio in Grecia con la Troika
  • Passando ai numeri l’Italia, che nelle prime stime del Recovery Fund doveva ottenere circa 173 miliardi di euro (di cui 85 a fondo perduto ed 88 in prestiti a tassi vantaggiosi), è uscita dal vertice di Bruxelles con una dote di 208,8 miliardi di euro. Tanto per fare un paragone, circa 7 leggi finanziarie! Di questi soldi, la parte relativa ai finanziamenti a fondo perduto è leggermente scesa ad 82 miliardi di euro mentre i prestiti hanno raggiunto la cifra di 127 miliardi. Dunque Conte, Amendola, il governo ed i cittadini italiani hanno incassato addirittura 36 miliardi di euro in più rispetto a quanto ci si aspettava: io sinceramente capisco la dialettica politica, l’antipatia personale, o l’avversità ideologica, ma dire che Conte è stato sconfitto perché è andato a giro con il cappello in mano (Salvini) o che avrebbe potuto ed anzi dovuto ottenere di più (Meloni), fa semplicemente sorridere. Ma non è possibile una volta tanto gioire tutti insieme non solo per un ottimo risultato in campo internazionale del governo italiano, ma anche per una vittoria europea?
  • L’Italia riceve dunque il 28 per cento del totale del Recovery Fund e tra l’altro i 36 miliardi in più ottenuti sono pressappoco la stessa cifra che il MES metterebbe a disposizione del nostro paese per le spese sanitarie. Un caso o un altro aiuto al nostro governo che sul MES balla ormai da mesi?
  • Non è però tutto oro quel che luccica. Il primo problema è quello temporale: i fondi dall’Unione Europea arriveranno solamente dalla metà del 2021 in poi e, nel frattempo, l’Italia dovrà comunque affrontare una crisi economica devastante. Intanto si punta ad un nuovo scostamento di bilancio di almeno 20 miliardi per continuare a sostenere lavoratori ed imprese ma non potremo accumulare debito pubblico all’infinito considerando anche che prima o poi i parametri del trattato di Maastricht torneranno a farsi sentire. Vedendo poi come si sono comportati già in queste trattative paesi come Olanda, Austria, Danimarca e Svezia ho il fondato timore che cercheranno di rimettere i paletti il prima possibile
  • Altro problema che prima o poi tornerà fuori è quello della netta spaccatura tra paesi europei. I cosiddetti frugali hanno un’idea di Europa in cui i paesi nazionali contano più delle istituzioni sovranazionali e la cessione della sovranità deve essere ridotta al minimo indispensabile. Da qui l’accesa contesa sulla messa in comune del debito e sulla volontà di frenare in ogni modo i finanziamenti a fondo perduto. L’Olanda, attraverso il premier Rutte, aveva addirittura proposto di sottoporre ad un voto all’unanimità la possibilità di finanziare i progetti presentati dai diversi paesi. La ferma opposizione di Italia, Spagna e Francia ha avuto fortunatamente la meglio e dunque il cosiddetto super freno voluto dai paesi frugali è stato fortemente ammorbidito
  • I soldi poi saranno ovviamente vincolati. Una delle più grosse stupidaggini che siamo stati obbligati ad ascoltare, è che l’Italia esce da questo vertice con un MES 2 che condizionerà e limiterà la nostra libertà nazionale. Questa tesi sarebbe suffragata dal fatto che i soldi verranno stanziati su progetti ben definiti che vadano verso la direzione dell’economia verde, della digitalizzazione del paese, della riforma della giustizia e di quella dell’amministrazione alfine di diminuire il peso della burocrazia. Se questo è il contratto capestro, sono felice di averlo sottoscritto. Quanti anni sono che in questo paese si dice che la burocrazia è un ostacolo allo sviluppo? Da quanto si cerca di snellire la giustizia civile? Quanti di noi sono contrari ad un’economia più clemente con l’ambiente che permetta di non distruggere l’ecosistema? Vorrei sottolineare che i finanziamenti verranno erogati sulla base di queste riforme e che i progetti verranno valutati e finanziati in corso d’opera: ma non è lo stesso metodo che utilizziamo quando ristrutturiamo casa nostra pagando ad avanzamento lavori? E dove sarebbe la troika? Nel caso, se le riforme non vanno avanti, se l’Italia non riesce a presentare progetti credibili, non arrivano i soldi… tutto qua. Non arriva alcuna troika che mette sotto controllo i conti italiani o che ci obbliga a fare macelleria sociale come accaduto in Grecia. Penso anzi che questa sia una sfida meravigliosa per immaginare e disegnare l’Italia di domani. Se vogliamo essere un grande paese, dobbiamo essere in grado di immaginare il futuro, di anticipare i cambiamenti, di governare il domani. Quale sfida più affascinante di questa?

L’Italia torna dunque da Bruxelles con tante opportunità che potranno tramutarsi in una bella vittoria o in una cocente delusione. Spetta al nostro paese dimostrare di essere capace di fare un salto nel futuro e se, una volta tanto, riuscissimo a farlo tutti insieme con l’aiuto di ciascuno, la vittoria si trasformerebbe in trionfo.