Nei giorni in cui registriamo questo podcast, si inizia finalmente a parlare di una possibile tregua tra l’aggressore Russia e l’aggredita Ucraina. Probabilmente, se mai arriverà, non sarà la pace giusta che tutti avremmo voluto e per la quale l’Europa in questi anni si è impegnata, ma gli interpreti in campo sono nel frattempo cambiati e l’opera di riabilitazione che Trump sta facendo di Putin non ci fa certo ben sperare…. Nella nuova puntata del “BarLungo con Simone”, insieme all’amico e professionista Simone Pesucci, vediamo quali sono gli spiragli e quali le reali difficoltà sulla strada della trattativa!
Prosegue l’approfondimento del “BarLungo con Simone” in merito a ciò che è realmente successo prima e durante la guerra che si è scatenata in Europa, quella tra Russia ed Ucraina: grazie alla professionalità ed alla cultura del mio grande amico Simone Pesucci proviamo a raccontare i fatti nel modo più neutrale possibile.
Dopo che nella prima parte di questo ciclo di puntate abbiamo fatto la storia di ciò che è successo fino alla viglia dello scoppio del conflitto, oggi puntiamo invece i riflettori sugli accadimenti avvenuti da quel maledetto 24 febbraio 2022 in poi.
Il tempo spesso ci fa abituare anche alle cose più atroci come la morte e la distruzione, in una parola alla guerra. Nei giorni in cui registriamo questo podcast cade il terzo anniversario della guerra di invasione che l’Ucraina ha subìto per mano della Russia, perché di questo si tratta e non dobbiamo dimenticarlo. Nella nostra cultura in cui tutto si consuma nell’oggi, nell’adesso, non ci fermiamo quasi mai a riflettere sul perché accadono alcune cose e sui potenziali sviluppi di quegli accadimenti.
Ed allora nel nuovo approfondimento a puntate del “BarLungo con Simone”, cerchiamo di riavvolgere il nastro e con Simone Pesucci iniziamo come di consueto dal quadro in cui succedono determinate cose per poi capire quali potranno essere gli sviluppi di questa guerra.
Siamo giunti al termine dell’approfondimento in merito al conflitto tra Israele e Palestina ed in questa puntata proviamo a capire quali siano stati gli spiragli grazie ai quali, in passato, si è potuto parlare di pace nella speranza che prima o poi si riesca a raggiungere un compromesso che ponga fine alle violenze. Come di consueto l’amico Simone Pesucci è al mio fianco per illustrare gli accordi di Oslo ed i dialoghi di Camp David.
Mentre il conflitto non accenna a placarsi, nella nuova puntata del podcast cerchiamo di approfondire come si sta posizionando e cosa potrebbe fare la comunità internazionale per mediare tra Israele e Palestina. Con l’amico Simone Pesucci, partendo dall’ultima risoluzione ONU, conosciamo le mosse e gli schieramenti in campo dando anche un’occhiata alla posizione del governo italiano.
I messaggi di apprezzamento che abbiamo ricevuto dopo la prima parte dedicata alla guerra tra Israele e Palestina ci hanno fatto piacere e ci spingono a continuare su questa strada. Ecco che, con l’amico Simone Pesucci, approfondiamo la storia della zona interessata al conflitto cercando di arrivare fino ai giorni nostri passando anche dai molteplici negoziati di pace purtroppo falliti. La serie delle nostre puntate però, non finisce qua perché restano ancora da raccontare le posizioni dei paesi della comunità internazionale ed in particolare dei governi d’Italia.
Dopo alcune settimane di silenzio, torna il nostro podcast con un nuovo format: meno attualità, più approfondimento! Con l’amico Simone Pesucci, abbiamo infatti deciso di dedicare tutto lo spazio necessario agli argomenti che trattiamo partendo anche dalla storia. Cominciamo allora parlando di guerra, ed in particolare del conflitto che ci accompagna da quando siamo bambini, quello tra Israele e Palestina cercando di capirne origine, sviluppo ed attori in campo. In questa prima puntata affrontiamo la nascita dello stato di Israele e le prime tensioni che ne derivarono.
E’ stata una vera e propria liberazione l’opportunità di tornare a vedere un concerto dal vivo all’aperto!
Dopo una prima esperienza con Brunori Sas al Mandela Forum nelle scorse settimane, grazie a Vasco Rossi al Parco del Visarno siamo finalmente tornati a scatenarci senza alcuna limitazione né preoccupazione in un prato immenso, circondati da gente festante, in mezzo ad abbracci, sorrisi, lacrime e sudore!! L’attesa di questi due anni e mezzo ci ha certamente segnati e provati, ma quando alle 21 in punto la musica ha iniziato a farci vibrare il cuore e le budella abbiamo capito che finalmente Vasco era tornato e potevamo riappropriarci di un altro pezzo della nostra esistenza.
E’ stato un inno alla vita, uno schiaffo al Covid, ed un immenso vaffanculo a questa guerra incomprensibile che ci vorrebbe far tornare indietro di colpo di almeno 50 anni! Come al solito il rocker di Zocca non si è fatto pregare nello schierarsi apertamente in relazione agli accadimenti del momento: a favore della musica, della libertà di amarsi senza pregiudizi (vedasi il testo di “L’Amore L’Amore“), a favore dei vaccini confermando di aver completato il ciclo delle tre dosi, ma soprattutto contro una guerra ingiusta di aggressione. Il gioco di luci messo in scena durante “C’è chi dice no” e “Gli spari sopra” ha richiamato senza esitazioni alle immagini dei combattimenti che quotidianamente siamo costretti a vedere in tv per la follia di un uomo che crede ancora alla legge del più forte.
Le due ore e mezzo di spettacolo ci hanno condotto nel consueto zig zag tra ballate anni 80, rock più duro e struggenti canzoni d’amore interpretate con la consueta forza espressiva che solamente Vasco Rossi riesce a regalare con impressionante regolarità. La perfetta miscela tra rock, poesia, spettacolo e divertimento puro resta la chiave con cui Vasco Rossi entra nei cuori dei propri fans da ormai quasi mezzo secolo. Senza considerare poi le continue sorprese che il rocker di Zocca si diverte a impacchettare per tutti noi che continuiamo a seguirlo come un messia laico: sono personalmente rimasto affascinato da una sezione fiati di incredibile bravura, capace di assoli fantastici, come di accompagnamenti delicati e deliziosi. E non può poi mancare un’ultima parola per il Gallo, Claudio Golinelli, storico bassista di Vasco che dopo i problemi di salute è salito sul palco solo per gli ultimi pezzi ma, come dice Bomber Simo, “non c’è sballo senza il Gallo!”
Una serata che ci ha finalmente permesso di ritrovare quel sentimento di liberazione, festa e fratellanza che temevamo di aver smarrito: