E’ stata una vera e propria liberazione l’opportunità di tornare a vedere un concerto dal vivo all’aperto!
Dopo una prima esperienza con Brunori Sas al Mandela Forum nelle scorse settimane, grazie a Vasco Rossi al Parco del Visarno siamo finalmente tornati a scatenarci senza alcuna limitazione né preoccupazione in un prato immenso, circondati da gente festante, in mezzo ad abbracci, sorrisi, lacrime e sudore!! L’attesa di questi due anni e mezzo ci ha certamente segnati e provati, ma quando alle 21 in punto la musica ha iniziato a farci vibrare il cuore e le budella abbiamo capito che finalmente Vasco era tornato e potevamo riappropriarci di un altro pezzo della nostra esistenza.
E’ stato un inno alla vita, uno schiaffo al Covid, ed un immenso vaffanculo a questa guerra incomprensibile che ci vorrebbe far tornare indietro di colpo di almeno 50 anni! Come al solito il rocker di Zocca non si è fatto pregare nello schierarsi apertamente in relazione agli accadimenti del momento: a favore della musica, della libertà di amarsi senza pregiudizi (vedasi il testo di “L’Amore L’Amore“), a favore dei vaccini confermando di aver completato il ciclo delle tre dosi, ma soprattutto contro una guerra ingiusta di aggressione. Il gioco di luci messo in scena durante “C’è chi dice no” e “Gli spari sopra” ha richiamato senza esitazioni alle immagini dei combattimenti che quotidianamente siamo costretti a vedere in tv per la follia di un uomo che crede ancora alla legge del più forte.

Le due ore e mezzo di spettacolo ci hanno condotto nel consueto zig zag tra ballate anni 80, rock più duro e struggenti canzoni d’amore interpretate con la consueta forza espressiva che solamente Vasco Rossi riesce a regalare con impressionante regolarità. La perfetta miscela tra rock, poesia, spettacolo e divertimento puro resta la chiave con cui Vasco Rossi entra nei cuori dei propri fans da ormai quasi mezzo secolo. Senza considerare poi le continue sorprese che il rocker di Zocca si diverte a impacchettare per tutti noi che continuiamo a seguirlo come un messia laico: sono personalmente rimasto affascinato da una sezione fiati di incredibile bravura, capace di assoli fantastici, come di accompagnamenti delicati e deliziosi. E non può poi mancare un’ultima parola per il Gallo, Claudio Golinelli, storico bassista di Vasco che dopo i problemi di salute è salito sul palco solo per gli ultimi pezzi ma, come dice Bomber Simo, “non c’è sballo senza il Gallo!”
Una serata che ci ha finalmente permesso di ritrovare quel sentimento di liberazione, festa e fratellanza che temevamo di aver smarrito:
FINCHE’ C’E’ MUSICA, C’E’ SPERANZA!