BarLungo con Simone – Referendum 8-9 giugno (2° parte)

Dalla scorsa settimana quando abbiamo pubblicato la prima parte del nostro approfondimento sui referendum, purtroppo le cose non sono cambiate granché. I mass media continuano a parlare della consultazione il meno possibile ed allora, insieme a Simone Pesucci, proviamo ad aiutarvi noi!

Dopo la prima parte dedicata al quesito relativo alla cittadinanza, stavolta andiamo ad illustrare i 4 referendum che si interessano del lavoro e della sua disciplina e che sono stati promossi principalmente dal più grande sindacato italiano, la CGIL.

Buon ascolto!

BarLungo con Simone – Intelligenza artificiale: la conosciamo davvero? (3° parte)

Ecco il nuovo approfondimento sull’intelligenza artificiale! Dopo aver fatto un pò di storia ed aver scoperto quante volte utilizziamo l’intelligenza artificiale quotidianamente, oggi proviamo a dare risposta a tutte quelle domande che ascoltiamo sempre più spesso come “l’intelligenza artificiale ci ruberà il lavoro?” Oppure anche “ma questa nuova tecnologia ci controlla e ci manipola?” Insomma una puntata tra mito e realtà che ci introduce nell’era del cospirazionismo…… Menomale che ci aiuta Simone Pesucci!

Buon ascolto!

BarLungo con Simone – I nuovi istituti professionali

Una piacevole novità del nostro podcast: stavolta la tematica da approfondire l’avete decisa voi ed allora insieme a Simone Pesucci parliamo di scuola presentando la riforma degli istituti professionali. Il disegno di legge Valditara, nato con precisi obiettivi, è passato incredibilmente quasi sotto silenzio, ma cosa contiene e come è stato accolto dal mondo della scuola?

Buon ascolto!

BarLungo con Simone – Chi ha paura del salario minimo? (2 parte)

Dopo la prima puntata in cui abbiamo conosciuto la storia e la nascita dell’istituto del salario minimo, oggi cerchiamo di vedere nello specifico com’è stato concepito in alcuni paesi europei e come viene applicato. Come detto la scorsa volta, non esiste un modello unico di salario minimo ma ogni stato lo ha disegnato in base alle proprie esigenze ed al proprio tessuto economico.

Buon ascolto!

BarLungo con Simone – Chi ha paura del salario minimo? (1 parte)

Concluso l’approfondimento sul conflitto tra Israele e Palestina, inizia oggi il viaggio nel mondo del salario minimo cercando di capirne vantaggi, svantaggi ed implicazioni economiche e sociali. Negli ultimi anni infatti, con una sempre maggior platea di lavoratori che si avvicinano alla soglia della povertà, anche in Italia si parla della possibile introduzione di questa misura. Cerchiamo di fare chiarezza insieme all’amico Simone Pesucci partendo dalla storia.

Buon ascolto!

Attacco alla democrazia

Ho riflettuto molto prima di dare un titolo del genere a questo articolo, ma poi mi sono detto…In che altro modo si può chiamare una situazione in cui una massa di persone orchestrata da un movimento politico che si rifà al fascismo fa irruzione nella sede del sindacato più numeroso, più antico e glorioso d’Italia? E quello in cui lo stesso movimento di piazza, con la scusa del green pass, cerca di arrivare a Palazzo Chigi gridando ” prendiamoci Roma”?

Ho ascoltato qualche genio della multiforme galassia dei no green pass o dei no vax cercare di giustificare l’accaduto dicendo che la gente era in piazza esasperata dalle scelte del governo che limitano le libertà individuali, dal rincaro delle bollette e dalla politica economica… Ma davvero vogliamo ancora sottovalutare una roba del genere? Davvero ancora vogliamo credere alla novella del no green pass? Questo è un attacco alle basi della nostra democrazia e chi prova a giustificare ciò è semplicemente connivente!

È l’ora di prendere, seppur con incredibile e colpevole ritardo, provvedimenti seri e durissimi nei confronti delle persone e delle organizzazioni che hanno guidato il vergognoso pomeriggio di sabato: è necessario chiudere immediatamente Forza Nuova!
E’ stata attaccata la CGIL, quella stessa organizzazione sindacale che era stata molto timida sull’introduzione del green pass obbligatorio nei luoghi di lavoro. Quel sindacato al quale magari i no green pass hanno chiesto un avanzamento di carriera, i tamponi pagati dall’azienda oppure lo Smart working per aggirare la legge che dal 15 ottobre non permetterà loro più di entrare al lavoro (come abbiamo spiegato in modo approfondito nel nostro podcast del BarLungo).
Hanno cercato di marciare su Palazzo Chigi, sede di quello stesso governo al quale chiedono la cassa integrazione, il blocco dei licenziamenti, la Naspi quando perdono il lavoro, la sanità e le cure gratuite quando poi magari si prendono il Covid…ma io dico: ma fate sul serio? Ma davvero non provate nemmeno un po’ di vergogna personale, siete ancora in grado di guardarvi allo specchio?

La gente normale si vaccina perché probabilmente crede nella scienza, oppure perché in famiglia tutti fanno così, o magari perché si fidano del proprio dottore che gli ha consigliato di farlo oppure anche solamente PERCHÉ HA BISOGNO DI LAVORARE!!
Nella vita reale non tutti vengono campati dai genitori, hanno case di proprietà, soldi e fondi lasciati dai nonni dai quali poter ricevere delle rendite mensili. Esiste anche un mondo in cui qualcuno ha dei figli, un mutuo da pagare, dei sogni da inseguire…e sapete cosa?? Incredibile!! Per fare tutto ciò servono dei soldi che nel mondo reale vengono guadagnati attraverso il lavoro!!!
Con la schifezza di sabato avete attaccato lo stato, ma soprattutto avete ancora una volta sputato in faccia ai vostri colleghi, ai vostri amici, ai vostri figli dando un esempio increscioso di tutto ciò che non è la democrazia.

Spero torniate da dove siete venuti e che ci lasciate vivere la nostra vita in santa pace. Voi rinchiudetevi pure nei vostri terratetti di famiglia a sorseggiare Martini….
Noi abbiamo cose più importanti a cui pensare semplicemente perché noi non siamo e non vogliamo essere come voi
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Diario di un cassintegrato – parte venticinquesima

A grande richiesta (più o meno) torna la rubrica che ha fatto compagnia a me ed a tutti voi per quasi un anno!

Avevo promesso che sporadicamente avrei continuato a fare alcune riflessioni spero interessanti in modo da confrontarmi e, perché no, crescere grazie anche ai vostri commenti ed alle vostre idee. Nei mesi di pandemia e di sospensione dal lavoro, ho avuto modo di stringere nuove amicizie e coltivarne ulteriormente altre che ancora oggi mi fanno compagnia nella vita di tutti i giorni. La condivisione di quel periodo con persone come Leonardo ed Antonio restano la parte migliore di una parentesi tragica che spero sia chiusa per sempre! Ma proprio perché sono ancora miei compagni di viaggio, ho trovato nei loro racconti perfetta consonanza con ciò che sta accadendo anche a me adesso che sono rientrato nel vortice del lavoro al 100%.  Nei settori nei quali siamo impiegati, loro purtroppo ancora non a tempo pieno, la pausa forzata che abbiamo vissuto non è stata utilizzata come avevamo sperato: nessun aggiornamento, nessuna crescita professionale, nessun rafforzamento dei rapporti interpersonali all’interno dei luoghi di lavoro. Anzi, quando siamo rientrati ad ognuno di noi è stato chiesto qualcosa in più senza che fossimo preparati o fossimo preventivamente formati per svolgere il nuovo incarico.

La componente più difficile però, è stata ed è tuttora quella psicologica: rientrare nel vortice lavorativo dopo essere stati pressoché ignorati e dopo non aver visto i tuoi colleghi quasi continuativamente per un anno non è semplicissimo. Le persone con le quali lavori hanno maturato proprie riflessioni, proprie convinzioni non solamente in campo lavorativo ma anche e soprattutto relativamente a ciò che è successo negli ultimi 18 mesi. Dal green pass obbligatorio alla vaccinazione, dalle decisioni governative a quelle dell’azienda, dalla prevenzione del Covid nei luoghi di lavoro, all’uso della mascherina, ogni argomento è buono per dividersi, per dare una propria visione della problematica, per rimarcare la propria distanza dagli altri.

Ecco, rendersi conto di non essere più una squadra ma una somma di individui è probabilmente stato il pensiero dominante che ho avuto nelle prime settimane in cui sono rientrato al lavoro e non aver dato importanza al peso psicologico che ognuno di noi ha dovuto sopportare, credo sia l’aspetto più deludente e grave della questione.

Può mancare la riorganizzazione, si può rinunciare alla formazione permanente oppure anche alla routine quotidiana del recarsi al lavoro, ma ciò che non può mai mancare in un sano ambiente di lavoro è la cura dei rapporti interpersonali. Se non si ha un lavoro autonomo, dai momenti difficili si esce solamente insieme confrontandosi relativamente alle possibili soluzioni dei problemi. Senza questo, non se ne può uscire migliori, anche se tutti lo abbiamo voluto credere durante la pandemia!

Proprio per riflettere insieme in merito a tematiche sociali, economiche, politiche, per approfondire le decisioni governative o dei nostri amministratori locali, torna nelle prossime settimane il podcast del BarLungo con il nuovo compagno di viaggio Simone Pesucci. La gestazione è lunga, ma speriamo che il risultato non vi deluderà! Sarà un viaggio completamente diverso, un approfondimento su tematiche più o meno serie ma sempre legate all’attualità politica. Entro la fine del mese di ottobre si parte….State in campana!

Alla prossima!!!

Il cuore sanguina

Il mio cuore sanguina, le mie mani si tormentano, i miei occhi si riempiono di lacrime di rabbia.

Quante volte anche sulla rubrica “Il diario del cassintegrato” abbiamo cercato di mettere in guardia dalla misura che sbloccava i licenziamenti? Quante parole abbiamo utilizzato per lanciare un grido d’allarme disperato nei confronti di una decisione che avrebbe dato il via ad una macelleria sociale? E non perché chi scrive in questo blog è un bolscevico, ma semplicemente perché vivo la realtà quotidiana del mondo del lavoro, giro tra la gente, parlo con le persone, ascolto le loro preoccupazioni!!

Come dite?? È proprio ciò che dovrebbe fare un politico?? Beh mica è colpa mia…

Mentre tutti i nostri bei giornaloni sono intenti a scrivere della splendida nazionale di Mancini in finale agli Europei, oppure del viola Berrettini primo italiano nella storia in finale a Wimbledon dopo aver raccontato l’impresa dell’Italia del basket che si è qualificata per le olimpiadi di Tokyo a distanza di 17 anni dall’ultima apparizione, i risultati dello sblocco dei licenziamenti iniziano a farsi vedere. Ma se in alcune aziende ci si sta muovendo con maggiore circospezione tagliando solo una parte dei posti di lavoro, la multinazionale GKN ha licenziato con una mail tutti i propri 422 lavoratori dipendenti dello stabilimento di Campi Bisenzio, tra Firenze e Prato. L’occasione della contemporanea presenza della crisi pandemica e del via libera allo sblocco dei licenziamenti è stata troppo ghiotta per sorseggiarla un pochino per volta…. Vuoi mettere trangugiare tutta la bevanda ghiacciata in un sorso solo? Sai che goduria?

Se solo penso che nel momento della formazione del Governo Draghi Confindustria aveva storto la bocca perché la nomina di Orlando al ministero del lavoro sembrava troppo a sinistra, mi viene l’orticaria. Lo stesso ministro che ha pensato ed approvato il solo blocco per alcuni settori…. E che dire poi dei sindacati che hanno brindato all’accordo con il ministro dicendo che avevano raggiunto un ottimo compromesso? Vanno loro adesso a raccontarlo alle 422 famiglie che hanno occupato l’azienda e sono davanti ai cancelli in presidio permanente? Gli stessi sindacati che avevano avuto il coraggio di indire uno sciopero generale in piena pandemia a difesa dei lavoratori del settore pubblico? Tutto poi chiaramente accade nel silenzio tombale del deus ex machina Mario Draghi che adesso è troppo occupato dal PNRR, dalla riforma della Giustizia, dalla grande ripresa economica che sembra porterà nel 2022 il PIL italiano a guadagnare il 5%! L’uomo che forse crede che il mercato rimetterà tutto a posto senza doverci mettere mano. Ma se anche il PIL crescerà in modo importante, a vantaggio di chi andrà questo aumento di ricchezza del paese? Scommettiamo che avanti di questi passo i ricchi saranno più ricchi ed i poveri continueranno a barcamenarsi in solitudine nelle loro difficoltà?

Mi sa che ancora una volta usciremo dalla crisi senza aver voluto mettere in comune le ricchezze ma solamente le disgrazie….ma tanto poi il pallone ricomincia a rotolare e tutto si dimentica… Speriamo solamente di non dover scrivere prossimamente “il diario di un licenziato” dopo aver fatto più di 20 puntate del “diario di un cassintegrato”!!

Diario di un cassintegrato – parte ventiquattresima

Tranquilli amici! Non mi hanno rimesso in cassa integrazione… almeno non per ora!! 🙂

A parte gli scherzi, avevo promesso che questa rubrica che avete seguito con tanta simpatia e partecipazione emotiva, sarebbe rimasta come uno sguardo sul mondo esterno e sarebbe servita per sottolineare alcuni fatti di attualità per me importanti.

Nella melassa indigeribile che è diventata la politica italiana da quando Draghi è divenuto premier, melassa in cui lo spiccato senso critico dei giornalisti sembra essere scomparso come il refrigerio a Firenze in agosto, ci sono alcune cose che devono essere assolutamente sottolineate. Al netto della polemica a distanza tra Conte e Grillo per la leadership e la riforma del Movimento 5 Stelle, il governo in carica, o forse sarebbe meglio dire una delle tante cabine di regia che sembravano deturpare la democrazia parlamentare quando erano designate dal precedente Presidente del Consiglio, ha messo in campo alcune misure che meritano di essere commentate.

Trovo innanzitutto aberrante la conferma dello sblocco dei licenziamenti a partire dal 1 Luglio. La cosiddetta mediazione trovata dal Ministro Orlando è assolutamente insufficiente poiché blocca la misura per il solo settore tessile e quelli collegati (moda e calzaturiero). Ho sentito il Ministro Brunetta dire che così finalmente “si torna al mercato”: no caro amico mio (si fa per dire), così si finisce nella giungla! In quella giungla in cui già migliaia di partite iva e lavoratori autonomi sono finiti, innescando una potenziale bomba sociale che potrebbe mettere sul lastrico non si sa quante famiglie! In questo modo passa il messaggio che, finita (forse) la pandemia, ognuno si arrangia come può e chi è più forte domina il mercato, chi è più debole soccombe. L’idea di fondo è assolutamente errata soprattutto perché una volta riaperte le attività, non è che riparte l’economia come prima, non è come un interruttore da schiacciare! E poi scusate, ma perché mai questa dinamica la dovrebbero pagare i lavoratori? In Europa le nazioni più evolute hanno un sistema sociale che si chiama welfare state perché lo stato aiuta i propri cittadini nei momenti di difficoltà, non butta via il bambino con l’acqua sporca!!!

Altra decisione che mi lascia molto perplesso è la probabile cancellazione del cosiddetto cashback di stato. Aldilà del rimborso che certamente aiuta in un momento in cui i consumi sono al minimo e tante persone hanno accusato la scure della crisi pandemica, la misura mi sembrava intelligente anche per cercare di arginare l’evasione fiscale, una delle piaghe del nostro paese. Uno studio della BCE ha evidenziato come a fine 2022, cioè al termine del periodo per il quale il governo Conte aveva finanziato il cashback, lo stato italiano avrebbe potuto recuperare circa 8 miliardi di euro di evasione grazie ai pagamenti elettronici. Li ho visti solamente io oppure nell’ultimo anno tantissimi commercianti, le bancarelle dei mercati rionali, i parrucchieri da uomo hanno iniziato ad avere il POS e ad accettare i pagamenti tracciabili? Ecco adesso spiegatemi come mai si cancella questo strumento che permetteva alle persone normali di ottenere un rimborso pari a 150 euro ogni 6 mesi ed alle imprese di fatturare di più e dunque di versare più tasse. Ah già… ma l’evasione non è certo un problema in un paese come il nostro….

Tra i mille bonus che lo scorso anno erano stati messi in campo, alcuni erano sinceramente ridicoli ma uno era invece  sacrosanto e molto intelligente: il bonus vacanze. Nel 2020 infatti, era previsto un bonus da 500 euro spendibile in tutte le strutture ricettive che ha aiutato tanti italiani a trascorrere ferie più dignitose. Nel 2021, il nuovo governo magari avrebbe potuto rimodularlo, legarlo all’ISEE o alla condizione lavorativa, ridurlo, cambiarlo, ma NON cancellarlo! Se qualcuno non se ne fosse accorto, gran parte dei lavoratori che sono stati in cassa integrazione COVID nel 2020, ci sono rimasti anche nel 2021!! Ma nel frattempo gli aiuti si sono ridotti, un po’ come le retribuzioni di quei fortunati che magari hanno ripreso a lavorare a singhiozzo. Considerando che le ferie sono un diritto intoccabile, almeno il bonus vacanze il governo dei migliori non avrebbe potuto lasciarlo? Resto basito dalla totale assenza di critica da parte degli intellettuali, dei giornali, ma anche dei partiti che facevano parte del precedente governo e che adesso accettano qualunque tipo di retromarcia pur di rimanere tra gli scranni del governo!!

Quando troveremo di nuovo qualcuno pronto a difendere anche gli interessi di chi paga sempre le tasse, di chi lavora onestamente, di chi non mette un euro da parte perché tra mutuo, bollette e figli non ha più capacità di risparmio?