Il buono, il brutto, il cattivo

FIORENTINA – UDINESE = 3 – 2

La Fiorentina torna finalmente alla vittoria al termine di una gara sofferta e gestita a fasi alterne. Castrovilli la decide con due grandi giocate, ma la difesa balla ancora troppo!

IL BUONO

  • Castrovilli: una gara da numero 10 a tutto tondo. Meno quantità, ma finalmente tanta qualità sia negli assist che nelle conclusioni in porta. Sotto gli occhi del CT Mancini, riconferma quanto di buono fatto nella scorsa stagione ed, a fasi alterne, in questa. Sta trovando una continuità diversa anche sotto porta: che sia la partita della svolta?
  • Lirola: inizio arrembante ed entusiasmante, gli giova l’assenza di Ribery. Lui, come Castrovilli, approfitta della fase difensiva di Callejon per guadagnare maggiore libertà offensiva. Picchiato più volte dai dirimpettai, si spenge alla distanza. Motore ritrovato.
  • Biraghi: ennesima presenza in questa rubrica per il terzino rientrato dall’Inter. Indubbiamente, da Milano è tornato un calciatore cresciuto tecnicamente, tatticamente ed in personalità. Pecca ancora in fase difensiva (dove manca incredibilmente nell’occasione del primo gol bianconero), ma la spinta continua e la leadership vocale, lo inserisce nella schiera dei migliori in campo. Leader.
  • Milenkovic: più volte questa estate ho ribadito che il difensore serbo doveva essere dichiarato incedibile non solo per la capacità difensiva, ma anche per le doti realizzative. Anche oggi si trova al posto giusto al momento giusto. Un’altra rete che nasconde ancora una volta i limiti offensivi della squadra. Insostituibile.
  • Dragowski: parte malissimo con un’uscita da brividi dopo nemmeno un quarto d’ora, poi diventa un baluardo con diverse parate su Lasagna ed Okaka. Non ha colpe sulle reti subite, manca solo la continuità.
  • De Paul: giocatore totale se ne esiste uno nel calcio italiano. Cresciuto esponenzialmente con mister Gotti, è un leader assoluto: ha qualità, quantità, tecnica e carattere. Il centrocampista che vorresti sempre avere.

IL BRUTTO

  • Caceres: continua il suo momento nero. Ne combina di cotte e di crude, sbaglia rinvii, si fa anticipare nelle azioni dei due gol. Titolare per contratto?
  • Vlahovic, Cutrone e Kouamè: giocare a calcio senza attaccanti è veramente difficile. In toscano si direbbe di tre un se ne fa uno…..ma la prestazione è stata veramente disarmante. La gestione da parte di Iachini poi, lascia perplessi perché nessuno dei tre sente la fiducia del tecnico, ma sarebbe opportuno offrire prestazioni quantomeno decenti. Non lottano, si impegnano poco, non creano nulla. Un terno che non esce mai.
  • Gestione della partita: la squadra riesce di nuovo, dopo la gara contro lo Spezia, ad andare in vantaggio di due reti ma non sa gestire la gara. Rischia nuovamente di farsi raggiungere sia sul 2 – 1 che sul 3 – 2. La Fiorentina non è in grado né di imporre il proprio gioco, né di palleggiare quando si trova in vantaggio. Nessuna identità.
  • Solidità difensiva: altre due reti al passivo, altre occasioni concesse. Iachini lo scorso anno aveva guidato la squadra ad essere la migliore difesa della Serie A post Covid, adesso Dragowski non riesce mai ad uscire imbattuto. Urge un’inversione di rotta.

Ci vediamo domani su YouTube per l’analisi tattica della gara!!

I voti alla stagione viola

E’ finalmente finito il campionato ed al termine della stagione più anomala di sempre proviamo a stilare un bilancio di ciò che è successo. Innanzitutto speriamo che la società abbia capito che iniziare una stagione definendola di transizione e dichiarando che l’unico obiettivo è fare meglio dell’anno prima è un errore madornale. Nel mondo del professionismo, tutti giocano per qualcosa e demotivare un gruppo non dandogli un obiettivo è uno svarione da non commettere più. Se alla mancanza di obiettivi si lega poi la conferma di un allenatore che non fa del carattere e del gruppo il proprio punto di forza, la frittata è presto fatta. La seconda parte della stagione viola è stata vissuta sul filo della paura e Iachini è stato bravo ad invertire la tendenza negativa portando la squadra alla salvezza con 4 giornate di anticipo e con un filotto di risultati che ha permesso ai viola di chiudere al decimo posto.

STATISTICHE A CONFRONTO CON LA STAGIONE 2018-2019

Posizione finale:  10° (16° nel 2018-2019)

Punti:  49 media punti 1,29 (41 media punti 1,08)

Vittorie: 12 (8)

Pareggi: 13 (17)

Sconfitte:  13 (13)

Gol fatti: 51 (47)              

Gol subiti: 48 (45)

Differenza reti: +3  (+2)

Capocannoniere: Chiesa con 10 reti (Benassi con 7 reti)

Assist man: Chiesa 6 (Biraghi 6)

Miglior gara dell’anno:

l’emozione più grande, il momento in cui la Fiorentina ha dato l’idea di poter uscire dall’anonimato, è stata la partita di Coppa Italia contro l’Atalanta vinto per 2 – 1 (15 gennaio 2020). Di fronte alla miglior squadra italiana della stagione, i viola passati da poco sotto la gestione di Iachini, hanno giocato una partita ai limiti della perfezione e sono riusciti a vincere grazie ad una rete di Lirola al termine di una bellissima azione. Almeno per 90 minuti la mediocrità è stata allontanata dalle teste e dai cuori dei tifosi.

Peggior gara dell’anno:

l’umiliazione patita il 10 novembre del 2019 resterà scolpita nella mente di tutti ancora per un bel po’ di tempo. Cagliari – Fiorentina finì 5 – 2 solamente perché i rossoblu si fermarono ed ebbero pietà di una squadra indecente, sbagliata negli uomini e nell’atteggiamento. Essere sotto 5 – 0 dopo 65 minuti tra gli olè del pubblico rossoblu è una macchia difficilmente cancellabile insieme al gol di tacco del Cholito Simeone, lo stesso che si era permesso di zittire i tifosi della curva Fiesole dopo una rete la stagione passata. Come e perché abbia salvato la panchina Montella quel giorno dopo una figura del genere, è un mistero ancora irrisolto.

Miglior calciatore: Frank Ribery

Campione assoluto, leader tecnico e morale in campo e fuori. Il suo infortunio ha probabilmente tolto alla squadra quelle certezze che avrebbero permesso di fare qualcosa in più come risultati e come gioco. Un professionista esemplare che ha dimostrato ai più giovani come si può arrivare a 37 anni ed essere ancora decisivo in un campionato come quello italiano. Sempre il primo ad arrivare al centro sportivo Astori (celebre il suo post alle 6,55 di mattina in cyclette), è apparso anche nella veste di fido consigliere di Iachini prima (per alcune sostituzioni chiamate) e di Commisso poi (per la conferma del mister viola). Un unico rimpianto: dove sarebbe arrivata la Fiorentina senza l’intervento assassino di Tatchtsidis?

Peggior calciatore : Milan Badelj

Arrivato in pompa magna e presentato dal Direttore Pradè come il miglior acquisto della stagione, non ha certamente ripercorso le orme della prima esperienza in viola. Si ricorda una buona prova a Milano contro il Milan, poi il nulla cosmico. Accoppiato inizialmente da Montella in un centrocampo insieme a Pulgar, ha faticato sia sul piano fisico che su quello del gioco. Non ha mai trovato il ritmo gara né è riuscito a prendere in mano le redini della compagine viola. E’ piano piano sparito dal campo con l’arrivo in panchina di Iachini fino a diventare un ricambio quando a gennaio a Firenze è sbarcato Duncan. Con la fine della stagione e la conseguente risoluzione del prestito, termina definitivamente l’avventura di Badelj con la maglia gigliata.

La sorpresa: Gaetano Castrovilli.

Alzi la mano chi ad inizio anno avrebbe scommesso 1 euro su una stagione così del talento barese. Dopo alcuni anni di prestito, Castrovilli ha finalmente trovato il proprio posto nel mondo e gran parte del merito è da ascriversi a Vincenzo Montella. In sede di preparazione la Fiorentina era alla ricerca di un nuovo centrocampista ma l’Aereoplanino ha fin da subito chiesto alla società di togliere Castrovilli dal mercato ed ha avuto ragione. Fino alla pausa forzata per il Covid il talento viola è stato uno dei migliori centrocampisti del campionato con l’acuto del primo gol a San Siro. Qualità, quantità, spirito di sacrificio, umiltà: se il prossimo anno Castrovilli mette nel mirino anche la porta avversaria, siamo di fronte ad un titolare fisso dei prossimi 10 anni. Anche se “il premio” è già stato assegnato, mi piace menzionare anche Terracciano: più di un secondo portiere, ha mostrato affidabilità, professionalità e ottime doti. Un portiere per certi versi vecchio stampo, non ama la parata per i fotografi ma bada alla sostanza ed è bravissimo in presa alta, dote ormai rara per gli estremi difensori di ultima generazione.

La delusione: Pol Lirola

Arrivato dal Sassuolo per risolvere l’annoso problema del terzino destro, non ha mai trovato quella continuità di rendimento che tutti si aspettavano. Inizialmente con Montella ha avuto problemi tattici poiché la squadra non reggeva una difesa a 4 con Lirola e Dalbert sugli esterni. Una volta portato sulla linea dei centrocampisti ha fatto meglio ed è migliorato ulteriormente con l’avvento di Iachini sulla panchina viola. Le amnesie difensive dell’ultima parte di stagione però, lo hanno fatto ripiombare in un tunnel da cui si spera possa uscire con l’inizio della prossima annata. Arrivato a Firenze tra mille speranze, per adesso non ha mantenuto le attese.

Voto alla stagione viola: 6-

La Fiorentina era partita sulla griglia del campionato subito dietro le grandi grazie all’entusiasmo della nuova proprietà, la conferma di Chiesa e gli acquisti di Ribery, Lirola, Caceres, Badelj, Pedro e Boateng. La stagione però, dopo un inizio appena sufficiente, si è rivelata un supplizio fino all’esonero di Montella (voto 3 per il finale della scorsa stagione e per l’inizio di questa). Con il mercato di gennaio e Beppe Iachini, la squadra ha raggiunto la salvezza con 4 giornate di anticipo badando al sodo e non allo spettacolo. Il mister ha guadagnato la conferma tra lo scetticismo di buona parte dei tifosi viola, tocca a lui ed al mercato estivo dare nuova linfa in vista del prossimo campionato.

Il buono, il brutto, il cattivo

ROMA – FIORENTINA = 2 – 1

La solita Fiorentina rinunciataria e chiusa nella propria area di rigore, viene punita da un errore macroscopico dell’arbitro Chiffi che, prima non ferma il gioco pur avendo deviato la palla, poi regala un rigore incredibile alla squadra giallorossa con il pallone già fuori dal rettangolo di gioco. Resta una prestazione viola mediocre da squadra di provincia che bada solamente a non prenderle.

IL BUONO

  • Il trio difensivo: anche oggi, la difesa a 3 si dimostra il pezzo forte della casa. Caceres chiude più volte la diagonale, Pezzella lotta su tutti i palloni con Dzeko e colpisce anche un palo, Milenkovic limita Mkhitaryan in tutte le zone del campo, segna il gol del momentaneo pareggio e guerreggia con tutti, compreso il povero Pellegrini. Il terzetto difensivo non molla mai e si fa sempre trovare pronto. Sicuri si possa smembrare il prossimo anno?
  • Ribery: gioca un tempo ma delizia tutti con giocate da fuoriclasse. E’ il vero regista della squadra, richiama tutti e fa sempre ripartire l’azione: probabilmente lo Stadio Olimpico lo ispira particolarmente. Un campione a tutto tondo
  • Ghezzal: schierato ancora una volta da interno di centrocampo risulta tra i più convincenti. Gioca tanti palloni e fa ripartire spesso l’azione con precisione. Un calciatore ritrovato
  • Terracciano: stavolta subisce due reti anche se solamente da calcio di rigore. La deviazione decisiva sul tiro di Mkhitaryan che poi sbatte contro il palo è però da campione. Esce con sicurezza sui palloni alti. Qualcosa più di un numero 12

IL BRUTTO

  • Lirola: dopo un primo tempo giocato discretamente a sinistra, disputa una ripresa disastrosa. Provoca il primo rigore con un fallo tanto inutile quanto ingenuo. Da lì in poi, sbaglia tutto ciò che può e, complice anche la mancata sostituzione da parte del tecnico, non si riprende più. Urge un turno di riposo
  • Kouamè: dopo alcune prove convincenti, stasera contro Smalling non la struscia mai. Non tiene palla, non trova mai gli spazi giusti, non gioca con i compagni. 45 minuti sono anche troppi
  • Duncan: in un centrocampo a 3 dimostra ancora una volta di faticare. Probabilmente l’ex Sassuolo ha bisogno di più spazio per correre e giocando a 2 le sue doti sono maggiormente premiate. Ne azzecca poche ma nonostante tutto gioca 90 minuti. Da rivedere
  • Iachini: dopo 6 risultati utili consecutivi la Fiorentina cade a Roma solo per un doppio errore arbitrale macroscopico. Dapprima Chiffi avrebbe dovuto fermare l’azione per la propria deviazione della palla, poi non avrebbe mai dovuto fischiare perché il rigore è inesistente. Ciò detto, la squadra viola gioca la solita gara di sola difesa e contropiede come se dovesse guadagnare un punto necessario alla salvezza. Il tecnico viola non dà spazio alle seconde linee (Igor, Sottil, Agudelo, Vlahovic) ma non riesce comunque a fare risultato. Vedere Milenkovic a uomo per tutto il campo su Mkhitaryan e Chiesa fare il terzino destro fa male al cuore. Il numero 25 viola tra l’altro, non essendo abituato a giocare in quel ruolo, tiene tutti in linea nell’azione del primo rigore e condanna la propria squadra. La Fiorentina gioca un calcio di una noia mortale in cui tutti i giocatori sono sempre sotto la linea della palla e, una volta riconquistata, devono fare almeno 50 metri di campo per creare qualcosa. Nonostante la salvezza sia già stata raggiunta, lo spartito non è cambiato, né credo cambierà. La mancata sostituzione di un Lirola completamente allo sbando grida poi vendetta. Speriamo finisca presto