I voti alla stagione viola

E’ finalmente finito il campionato ed al termine della stagione più anomala di sempre proviamo a stilare un bilancio di ciò che è successo. Innanzitutto speriamo che la società abbia capito che iniziare una stagione definendola di transizione e dichiarando che l’unico obiettivo è fare meglio dell’anno prima è un errore madornale. Nel mondo del professionismo, tutti giocano per qualcosa e demotivare un gruppo non dandogli un obiettivo è uno svarione da non commettere più. Se alla mancanza di obiettivi si lega poi la conferma di un allenatore che non fa del carattere e del gruppo il proprio punto di forza, la frittata è presto fatta. La seconda parte della stagione viola è stata vissuta sul filo della paura e Iachini è stato bravo ad invertire la tendenza negativa portando la squadra alla salvezza con 4 giornate di anticipo e con un filotto di risultati che ha permesso ai viola di chiudere al decimo posto.

STATISTICHE A CONFRONTO CON LA STAGIONE 2018-2019

Posizione finale:  10° (16° nel 2018-2019)

Punti:  49 media punti 1,29 (41 media punti 1,08)

Vittorie: 12 (8)

Pareggi: 13 (17)

Sconfitte:  13 (13)

Gol fatti: 51 (47)              

Gol subiti: 48 (45)

Differenza reti: +3  (+2)

Capocannoniere: Chiesa con 10 reti (Benassi con 7 reti)

Assist man: Chiesa 6 (Biraghi 6)

Miglior gara dell’anno:

l’emozione più grande, il momento in cui la Fiorentina ha dato l’idea di poter uscire dall’anonimato, è stata la partita di Coppa Italia contro l’Atalanta vinto per 2 – 1 (15 gennaio 2020). Di fronte alla miglior squadra italiana della stagione, i viola passati da poco sotto la gestione di Iachini, hanno giocato una partita ai limiti della perfezione e sono riusciti a vincere grazie ad una rete di Lirola al termine di una bellissima azione. Almeno per 90 minuti la mediocrità è stata allontanata dalle teste e dai cuori dei tifosi.

Peggior gara dell’anno:

l’umiliazione patita il 10 novembre del 2019 resterà scolpita nella mente di tutti ancora per un bel po’ di tempo. Cagliari – Fiorentina finì 5 – 2 solamente perché i rossoblu si fermarono ed ebbero pietà di una squadra indecente, sbagliata negli uomini e nell’atteggiamento. Essere sotto 5 – 0 dopo 65 minuti tra gli olè del pubblico rossoblu è una macchia difficilmente cancellabile insieme al gol di tacco del Cholito Simeone, lo stesso che si era permesso di zittire i tifosi della curva Fiesole dopo una rete la stagione passata. Come e perché abbia salvato la panchina Montella quel giorno dopo una figura del genere, è un mistero ancora irrisolto.

Miglior calciatore: Frank Ribery

Campione assoluto, leader tecnico e morale in campo e fuori. Il suo infortunio ha probabilmente tolto alla squadra quelle certezze che avrebbero permesso di fare qualcosa in più come risultati e come gioco. Un professionista esemplare che ha dimostrato ai più giovani come si può arrivare a 37 anni ed essere ancora decisivo in un campionato come quello italiano. Sempre il primo ad arrivare al centro sportivo Astori (celebre il suo post alle 6,55 di mattina in cyclette), è apparso anche nella veste di fido consigliere di Iachini prima (per alcune sostituzioni chiamate) e di Commisso poi (per la conferma del mister viola). Un unico rimpianto: dove sarebbe arrivata la Fiorentina senza l’intervento assassino di Tatchtsidis?

Peggior calciatore : Milan Badelj

Arrivato in pompa magna e presentato dal Direttore Pradè come il miglior acquisto della stagione, non ha certamente ripercorso le orme della prima esperienza in viola. Si ricorda una buona prova a Milano contro il Milan, poi il nulla cosmico. Accoppiato inizialmente da Montella in un centrocampo insieme a Pulgar, ha faticato sia sul piano fisico che su quello del gioco. Non ha mai trovato il ritmo gara né è riuscito a prendere in mano le redini della compagine viola. E’ piano piano sparito dal campo con l’arrivo in panchina di Iachini fino a diventare un ricambio quando a gennaio a Firenze è sbarcato Duncan. Con la fine della stagione e la conseguente risoluzione del prestito, termina definitivamente l’avventura di Badelj con la maglia gigliata.

La sorpresa: Gaetano Castrovilli.

Alzi la mano chi ad inizio anno avrebbe scommesso 1 euro su una stagione così del talento barese. Dopo alcuni anni di prestito, Castrovilli ha finalmente trovato il proprio posto nel mondo e gran parte del merito è da ascriversi a Vincenzo Montella. In sede di preparazione la Fiorentina era alla ricerca di un nuovo centrocampista ma l’Aereoplanino ha fin da subito chiesto alla società di togliere Castrovilli dal mercato ed ha avuto ragione. Fino alla pausa forzata per il Covid il talento viola è stato uno dei migliori centrocampisti del campionato con l’acuto del primo gol a San Siro. Qualità, quantità, spirito di sacrificio, umiltà: se il prossimo anno Castrovilli mette nel mirino anche la porta avversaria, siamo di fronte ad un titolare fisso dei prossimi 10 anni. Anche se “il premio” è già stato assegnato, mi piace menzionare anche Terracciano: più di un secondo portiere, ha mostrato affidabilità, professionalità e ottime doti. Un portiere per certi versi vecchio stampo, non ama la parata per i fotografi ma bada alla sostanza ed è bravissimo in presa alta, dote ormai rara per gli estremi difensori di ultima generazione.

La delusione: Pol Lirola

Arrivato dal Sassuolo per risolvere l’annoso problema del terzino destro, non ha mai trovato quella continuità di rendimento che tutti si aspettavano. Inizialmente con Montella ha avuto problemi tattici poiché la squadra non reggeva una difesa a 4 con Lirola e Dalbert sugli esterni. Una volta portato sulla linea dei centrocampisti ha fatto meglio ed è migliorato ulteriormente con l’avvento di Iachini sulla panchina viola. Le amnesie difensive dell’ultima parte di stagione però, lo hanno fatto ripiombare in un tunnel da cui si spera possa uscire con l’inizio della prossima annata. Arrivato a Firenze tra mille speranze, per adesso non ha mantenuto le attese.

Voto alla stagione viola: 6-

La Fiorentina era partita sulla griglia del campionato subito dietro le grandi grazie all’entusiasmo della nuova proprietà, la conferma di Chiesa e gli acquisti di Ribery, Lirola, Caceres, Badelj, Pedro e Boateng. La stagione però, dopo un inizio appena sufficiente, si è rivelata un supplizio fino all’esonero di Montella (voto 3 per il finale della scorsa stagione e per l’inizio di questa). Con il mercato di gennaio e Beppe Iachini, la squadra ha raggiunto la salvezza con 4 giornate di anticipo badando al sodo e non allo spettacolo. Il mister ha guadagnato la conferma tra lo scetticismo di buona parte dei tifosi viola, tocca a lui ed al mercato estivo dare nuova linfa in vista del prossimo campionato.

Sassuolo e non solo

Siamo già al prossimo turno di campionato, andiamo!

La gara contro il Sassuolo è fondamentale perché, nonostante le squadre dietro stiano facendo a chi rallenta di più, il tempo si assottiglia e la compagine di Iachini non riesce a tirarsi fuori dal pantano della zona retrocessione. I 3 punti devono essere l’unico obiettivo e gli avversari sembrano essere la compagine migliore da affrontare. Reduci da 2 pareggi, i neroverdi sono quasi fuori dalla zona calda e soprattutto sono una squadra che lascia tanti spazi al contropiede.  De Zerbi ama attaccare con 6/7 uomini sopra la linea della palla e questo fa nascere spesso partite spettacolari, piene di gol e di occasioni. La Fiorentina probabilmente potrà fare la gara più congeniale alle proprie corde abbassandosi vicina alla propria area di rigore pronta a ripartire per sfruttare gli errori avversari. Ancora una volta i viola partiranno col consueto 3-5-2 anche se con il ritorno di Chiesa si potrebbe vedere una formazione un po’ più offensiva.

L’avvicinarsi di questa partita, e la rilettura della gara contro la Lazio, mi porta a riflettere su una comparazione tra la gestione Montella e la gestione Iachini prendendo in esame le prime 9 gare di andata e di ritorno. Detto che Beppe ha portato alla squadra uno spirito più combattivo ed una condizione atletica nemmeno paragonabile a quella scadente data ai calciatori dal mister napoletano e dal suo staff, se guardiamo ai numeri la storia non sembra poi essere cambiata molto. Nella gestione Montella, dopo 9 gare la Fiorentina aveva 9 punti ed aveva segnato 12 gol subendone la stessa cifra. Con Iachini le statistiche sono quasi identiche: 10 punti in 9 partite con 11 gol fatti e 10 subiti. Con il primo, la perla della vittoria a San Siro contro il Milan, con il secondo l’exploit a Genova con la Sampdoria, poi solo tanta mediocrità e nessuna vittoria con le squadre dietro in classifica (quelle in cui se non trovi la giocata del campione, devi vincere grazie a gioco ed idee). Da una parte più possesso palla, dall’altra più grinta e maggiore intensità difensiva, con il primo una migliore gestione dei ritmi della gara, con il secondo maggiore ricerca della palla in verticale soprattutto in contropiede.  

E gli attaccanti? Ne vogliamo parlare? Dalle ottime stagioni di Kalinic in poi, a Firenze non abbiamo più una punta capace di andare in doppia cifra. Sono almeno 3 anni che, ad ogni calciomercato, la piazza, gli analisti, gli ex, tutti chiedono l’attaccante da almeno 15 reti a campionato. Da allora, oltre a Babacar talento mai sbocciato, in ogni sessione a Firenze è arrivato almeno un centravanti. Dopo Kalinic, ecco Simeone che al Genoa aveva fatto benissimo ma che qui ha fatto una fatica enorme. Ceduto questa estate al Cagliari, adesso è a 9 reti, certo non un bomber ma comunque molto più prolifico di ogni nostro attaccante. Nella scorsa stagione poi, per affiancare il Cholito, a gennaio arrivò Luis Muriel; talento purissimo, certamente discontinuo, ma un attaccante nel vero senso della parola. Dopo essere partito alla grande, una volta integrato nei meccanismi viola, non ha quasi più segnato fino alla mancata riconferma (e non credo sia necessario raccontare cosa sta facendo a Bergamo). Per sostituire entrambi poi, la scorsa estate Pradè ha scommesso su Boateng e Pedro….ambedue già lontani da Firenze nel momento in cui scrivo. A gennaio però, la società non è rimasta con le mani in mano ed ha fatto arrivare Cutrone dal Wolverhampton, uno dei migliori talenti italiani dell’ultima generazione. Ad oggi, il buon Patrick è fermo a quota 1 in Coppa Italia: certo, non sta trovando molto spazio ma la sua parabola sembra essere la medesima degli altri. Vlahovic poi, seppur abbia fatto vedere alcuni ottimi sprazzi, non sembra ancora pronto per reggere l’attacco da solo.

Allora la domanda sorge spontanea, come diceva il buon Lubrano: siamo proprio sicuri che siano stati tutti acquisti sbagliati? E’ un caso se l’ultimo attaccante ad andare in doppia cifra per due stagioni consecutive abbia giocato per l’ultimo allenatore che mandava in campo la squadra con l’intento di imporre il proprio gioco anziché speculare sugli errori altrui? Paulo Sousa, che poi è stato censurabile per l’atteggiamento tenuto nei confronti della società e della piazza, ha però saputo mettere in campo una squadra che giocava a calcio, divertiva, sapeva cosa fare e come farlo.

Scommettiamo che con un allenatore che fa giocare a calcio la propria squadra anche Cutrone e Vlahovic sono attaccanti da Fiorentina?