Il momento viola

Come avrà notato chi mi segue, in questo weekend non è uscita la rubrica “Il buono, il brutto, il cattivo” a causa di problemi personali.

Nonostante ciò, una riflessione dopo la bellissima vittoria interna contro il Milan ed a 48 ore dalla sfida di Conference League contro il Sivasspor, credo sia doverosa. Quella di sabato sera è stata la classica partita perfetta per tantissimi motivi: innanzitutto l’atmosfera magica che solamente il ricordo di Davide Astori a cinque anni dalla scomparsa può regalare unita al ritorno di quello che è stato l’allenatore che riuscì a gestire magistralmente il tragico evento, Stefano Pioli. Poi perché finalmente si sono viste le migliori versioni di calciatori che stavamo aspettando da tanto, troppo tempo! Da Dodò che è tornato ai livelli di Donetsk in Champions League grazie ad una prestazione sontuosa sia in fase difensiva che finalmente offensiva (vedasi l’assist a Jovic), ad un Mandragora sempre più centrale nello scacchiere tattico di Vincenzo Italiano, giocatore che permette alla Fiorentina di poter interpretare più moduli all’interno della stessa gara (dal 4-2-3-1 accanto ad Amrabat al 4-3-3 in una squadra un po’ più coperta), fino a Luka Jovic che, entrato a poco più di dieci minuti dalla fine, ha dimostrato di sentirsi sempre più dentro il progetto viola con un gol splendido (il movimento per liberarsi dal difensore dovrebbero insegnarlo nelle scuole calcio), un recupero di 30 metri da mediano puro ed altre giocate pericolose. Ai calciatori che abbiamo aspettato tanto tempo poi, si sono aggiunti quelli che finalmente stanno tornando ai migliori livelli: da Terracciano sempre sicuro e reattivo, alla coppia Igor-Quarta che ha concesso pochissimo agli attaccanti rossoneri, dal recuperatore di palloni Amrabat fino ad Ikoné che con il rigore guadagnato ad inizio del secondo tempo ha spaccato la partita in due, senza dimenticare un infaticabile Cabral che ha lottato su tutti i palloni, ha permesso alla squadra di guadagnare metri, ha dimostrato di saper giocare anche per gli altri.

Resta il rammarico per il consueto gol subìto, fortunatamente troppo tardi per riaprire la contesa, ma che resta una bruttissima abitudine per una squadra che ha ancora la possibilità di arrivare in fondo a tre manifestazioni. Proprio giovedì, contro il Sivasspor, sarà assolutamente necessario non avere cali di attenzione perché potrebbero rivelarsi fatali: quella turca infatti, è una compagine che difende con la linea piuttosto bassa ma è capace di recuperare palla aggredendo ferocemente in mezzo al campo soprattutto con l’ex Genoa Cofie. L’arma migliore degli avversari è costituita dalle ripartenze veloci grazie a verticalizzazioni spesso mortifere: la Fiorentina dovrà essere brava a posizionarsi bene sulle diagonali di passaggio in modo da non farsi trovare attaccata alle spalle dei propri centrocampisti, cosa che potrebbe creare tantissimi grattacapi. I ragazzi di Italiano invece, dovranno cercare di tenere l’intensità, il ritmo, la qualità delle giocate viste  nelle ultime settimane. Al netto degli interpreti che scenderanno in campo, la Fiorentina vista col Milan è piaciuta proprio perché, seppure con dei migliori e dei peggiori, ha dimostrato di essere una squadra vera, compatta, che lotta per il solito obiettivo, che crede in ciò che fa ed in ciò che viene proposto da Vincenzo Italiano.

Il sorteggio è stato tutto sommato benevolo, perché non approfittarne?