Sarà la vicinanza del Natale, sarà che il tempo trascorso dall’ultima riunione ha portato consiglio, ma stavolta le problematiche relative al nostro istituto sono state trattate con maggiore serenità e spirito di collaborazione.
In questo modo è stato possibile iniziare la discussione in merito al nuovo regolamento dell’istituto comprensivo (obiettivo che ci eravamo posti all’inizio del nostro mandato) e nel contempo approvare diversi progetti che arricchiranno la nostra offerta formativa. Ecco allora che, oltre alla collaborazione con studenti universitari per combattere la dispersione scolastica di cui avevo già parlato nello scorso articolo, abbiamo approvato un ottimo accordo di collaborazione per la certificazione di corsi di lingua inglese (nella scuola secondario di primo grado) che possano aiutare i nostri ragazzi ad aumentare le proprie competenze, aspetto fondamentale e decisivo per la prossima scelta delle scuole superiori e per il futuro inserimento nel mondo del lavoro. Oltre a questo progetto, è stata approvata anche la collaborazione multidisciplinare con un altro istituto, il piano dei viaggi di istruzione dell’intero comprensivo e la lectio brevis dell’ultimo giorno di scuola, stavolta senza defezioni o polemiche.
Non solo, come da noi rappresentanti richiesto più volte, siamo finalmente riusciti ad avere la rendicontazione dei versamenti del cosiddetto contributo volontario e quello del suo (assolutamente insufficiente) utilizzo negli ultimi anni. Mentre alcuni plessi hanno già impiegato, o progettato di impiegare, la quasi totalità della somma, altri sono ancora indietro sia nella spesa che nella programmazione. Questo resta un neo importante sia perché l’offerta formativa potrebbe essere più ampia con l’impiego di queste risorse, sia perché è sempre più difficile andare a chiedere ai genitori di versare il contributo senza avere una rendicontazione di come vengono impiegati quei soldi! Il PNRR anche in questo caso ci è venuto in soccorso poiché la gran parte dei soldi non ancora spesi saranno veicolati a completamento dei progetti che sono stati finanziati dai soldi europei. E’ grazie ad essi che riusciremo ad avere in ogni plesso aule multimediali che facilitino l’apprendimento di tutte le materie venendo incontro alle esigenze di ogni alunno senza lasciare indietro quelli in difficoltà: in un istituto comprensivo così grande come il nostro però, i fondi non erano sufficienti per portare a termine i progetti ed allora l’avanzo del contributo volontario ci permetterà di impiegare le risorse nei capitoli di spesa che il PNRR non prevedeva. L’utilizzo combinato dei due fondi renderà certamente il nostro istituto comprensivo più accogliente ed inclusivo. Inoltre le insegnanti hanno anche deciso che una parte di questo contributo volontario verrà utilizzato per l’ampliamento dell’offerta formativa mediante la collaborazione con professionisti ed associazioni esterne: un altro dei punti che ci eravamo prefissati come rappresentanti all’inizio del mandato!
A proposito dei rapporti che il consiglio di istituto vuole costruire sulla base del dialogo e del confronto abbiamo poi deciso, grazie anche all’assenso del Dirigente Scolastico, di mettere in campo due iniziative a cui teniamo particolarmente: innanzitutto già dallo scorso appuntamento inviamo a tutti i rappresentanti di classe, affinché lo diffondano agli altri genitori, un resoconto dell’ultima riunione per far conoscere ciò che facciamo e decidiamo, poi abbiamo voluto tenere una riunione con tutti i rappresentanti appena eletti. L’appuntamento si è tenuto in un ottimo clima di dialogo e collaborazione ed è servito soprattutto a far capire quali siano gli ambiti di azione del consiglio di istituto ed i canali di comunicazione da utilizzare per rapportarsi con la scuola. Infine eccoci alla nota dolente della scorsa riunione, quella della variazione di orario di un plesso: dopo un confronto lungo e faticoso, siamo finalmente riusciti ad arrivare ad un punto di incontro tra le varie esigenze perché finalmente i contendenti hanno capito che nella vita reale, in quella in cui le decisioni vengono condivise, ognuno deve fare un passo verso l’altro concedendo qualcosa. Ecco allora che il Dirigente Scolastico ed il Presidente del consiglio d’istituto, insieme alle insegnanti ed ai rappresentanti dei plessi non coinvolti, hanno lavorato per accorciare le differenze, mitigare le divisioni, trovare un terreno comune che ci ha permesso di arrivare all’accordo. E’ costato tempo, fatica, arrabbiature, parole: ma quanto sarebbe migliore il mondo se tutti ci mettessimo intorno ad un tavolo e discutessimo fino a trovare una soluzione condivisa?
Alla prossima!

La collaborazione con professionisti ed associazioni esterne è un argomento molto discusso nel mondo della scuola superiore. Secondo alcuni professori una scuola superiore non solo può, ma deve avere una stretta connessione con il mondo del lavoro: per stretta connessione si intende che nei dintorni della scuola ci dev’essere almeno un’azienda disposta ad assumere costantemente i migliori diplomati. A loro giudizio è fondamentale che sia così, perché se una scuola superiore non garantisce degli sbocchi lavorativi certi è condannata all’estinzione.
Altri professori invece vedono questa collaborazione come un’invasione di campo da parte degli imprenditori: secondo loro la scuola dovrebbe occuparsi soltanto di fornire ai ragazzi una cultura, non di cosa faranno dopo il diploma, perché forma dei cittadini e non dei lavoratori. Poi se gli studenti riescono a trovare un lavoro con ciò che hanno imparato sui banchi meglio, ma non dev’essere questo l’obiettivo primario di chi lavora nell’istruzione.
Io personalmente appartengo al primo gruppo di professori. Perché in linea di principio è vero che la scuola forma dei cittadini e non dei lavoratori, ma poi nella pratica è come dicevo prima: se una scuola superiore (anche non professionale) non garantisce uno sbocco lavorativo subito dopo il diploma, non ci si iscrive nessuno e quella scuola chiude. Ad esempio, qualche anno fa un preside ebbe la geniale idea di aprire un indirizzo agrario nella sua scuola senza mettersi d’accordo con nessuna delle aziende agricole situate in quella zona. Risultato: quell’indirizzo agrario esiste ancora, ma a livello di iscrizioni non è mai decollato. Se invece quel preside prima di aprirlo avesse stretto dei rapporti di collaborazione con delle aziende agricole e avesse ottenuto la loro disponibilità ad assumere i migliori diplomati, a quel punto ci sarebbe stata la fila per iscriversi.
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Come sempre osservazione intelligente e precisa. Nel caso della scuola superiore credo si debba trovare un giusto equilibrio tra la cultura che forma il cittadino di domani e lo sbocco lavorativo. In questo caso invece, si parla di scuole che vanno dall’infanzia alla secondaria di primo grado e dunque spesso i professionisti esterni sono richieste anche dalle insegnanti stesse. Nella primaria e nell’infanzia ad esempio, l’attività motoria è molto trascurata, così come l’insegnamento della lingua straniera che viene molte volte sostituita da lezioni di recupero delle materie principali. Ecco perché mi sembra ottimo che, per colmare le lacune, ci si apra anche a professionisti ed associazioni esterne.
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