Chi è stato Joe Barone per Firenze?

Per scrivere di Joe Barone ho pensato fosse opportuno attendere la fine delle esequie e dei saluti di chi gli ha voluto bene. Un segno di rispetto, ma anche di libertà ed autonomia per non cadere nella celebrazione di un uomo che, come tutti noi, aveva pregi e difetti: di questo voglio parlare, del Joe Barone che ha gestito in lungo ed in largo la Fiorentina dal momento in cui Commisso ha acquistato la nostra amata società fino alla sua tragica scomparsa. Così facendo, sarà possibile approfondire non solamente i meriti ma anche gli errori di un infaticabile lavoratore.

Questa tradizione tutta italiana di santificare la persona appena deceduta non consente praticamente mai di analizzare lucidamente e serenamente il suo operato, cosa che proverò a fare. Innanzitutto dobbiamo fin da subito separare il lato umano di Joe Barone da quello professionale. Il Direttore Generale viola ha sempre mostrato con la squadra, gli allenatori ed i tifosi un’empatia ormai rara nel mondo del calcio. L’estremo saluto che gli è stato regalato anche da calciatori ormai ceduti o svincolati come Benassi e Venuti, dimostra la qualità dei rapporti che Joe riusciva comunque ad instaurare con quasi tutte le persone in maglia viola. Stessa cosa la si può dire degli allenatori: questa società ha avuto ed ha ancora grandissime responsabilità e colpe, ma ha sempre difeso a spada tratta il proprio tecnico fino all’inverosimile. Tolte le stagioni di Vincenzo Italiano, che comunque ha sentito più volte Commisso e Barone spendersi per proteggerlo, le annate precedenti, connotate da risultati deludenti, avevano visto alternarsi tecnici che spesso sono stati messi in discussione dalla piazza. Dalla società però, sono sempre arrivate solamente parole di stima, conforto, fiducia.

Mi ha stupito molto che giornalisti come Luca Calamai, persona che stimo, abbia affermato di non aver capito quanto l’uomo Barone fosse disponibile con famiglie e bambini. Purtroppo se qualche volta si uscisse dalle sala stampa, dalle tribune e si andasse in mezzo alla gente, forse si capirebbero meglio tantissime dinamiche. Io stesso, quando sono salito a Moena per due anni di fila con mio figlio di nemmeno 10 anni, ho trovato Barone e mi ricordo l’abbraccio con Niccolò e le foto che ci siamo fatti insieme. Non solo, ma basterebbe ricordarsi che in ritiro Joe vedeva gli allenamenti e le partite in tribuna in mezzo alla gente, ai bambini, ai tifosi. E credete che la gente queste cose se le dimentichi? Anche al Viola Park, quell’infrastruttura trattata come una figlia, Barone era il cicerone di tutti, sempre pronto a spiegare ed intrattenere invitati, scuole, tifosi. Ecco perché mi aspettavo la reazione della squadra, della tifoseria ed anche delle persone comuni.

Se dunque dal punto di vista personale Barone resterà sempre nel cuore di Firenze per l’empatia e la sua disponibilità a lavorare h24 per la Fiorentina, il giudizio cambia radicalmente se guardiamo a come ha cercato di gestire le battaglie politiche. Partito come l’uomo nuovo del calcio italiano, Barone si era candidato a rappresentante in Lega Serie A raggranellando solamente due voti: il campanello d’allarme sarebbe dovuto suonare, un campanello che dovrebbe aver avvisato che il consenso in un organo politico lo si guadagna con le relazioni, i rapporti, le conoscenze regolamentari. Purtroppo per Joe ed anche per Commisso, questa che altro non è se non politica, è sempre stata vista come burocrazia, come volontà di mettere i bastoni tra le ruote. E nello stesso modo si è cercato di gestire, o sarebbe meglio dire imporre, le strategia relative alle infrastrutture. Se con il Viola Park è filato tutto liscio (forse semplicemente perché secondo la legge italiana era tutto in regola?), per lo stadio si è cercato un continuo gioco al rialzo che non ha prodotto risultati per la Fiorentina. Chiusasi la possibilità, mai nemmeno ventilata visto il vincolo sul Franchi, della ristrutturazione pressoché totale dello stadio a Campo di Marte, ci si è mossi come un elefante in una cristalleria. Dapprima l’opzione Campi Bisenzio, tra l’altro esattamente sui terreni che sono andati sott’acqua giusto pochi mesi fa, opzione per la quale in realtà non è mai stato presentato nemmeno il progetto preliminare, poi il diniego a qualunque possibilità, perfino quella di avere un Franchi completamente ristrutturato a spese di altri. Una presa di posizione molto netta che si è scoperto essere prettamente politica quando il nostro Joe si è fatto ritrarre con alcuni tifosi al Viola Park mentre li invitava a votare per candidati alternativi agli attuali governanti.

Sono da sempre uno strenuo difensore dell’autonomia dello sport dalla politica e questo penso sia il punto più basso toccato nei rapporti istituzionali, punto purtroppo condiviso dalla tifoseria che in occasione di una delle ultime gare interne si è messa ad insultare Sindaco e Presidente della Regione come mai era accaduto in Curva Fiesole negli anni. Credo sinceramente che Joe Barone sia stato un lavoratore infaticabile ed un direttore geniale nei lavori del Viola Park, un’opera che resterà per sempre alla società Fiorentina,  ma nessuno è bravo a recitare tutte le parti in commedia. Il lavoro del DG è stato a 360 gradi ed ha oscurato o impedito l’opera di persone che forse avrebbero avuto maggiori competenze in determinati settori: Pradè ad esempio è stato messo da una parte sia nei rapporti con le altre società in Lega, sia nelle trattative di mercato! Ma l’aspetto peggiore che purtroppo adesso tutti fingono di dimenticare sono le liste di proscrizione che sono state messe in atto all’ingresso del centro sportivo: Babbi Natale lasciati fuori, professionisti considerati non graditi ed addirittura giornalisti rispediti in redazione con un foglio da 50 euro in tasca. Questa è la colpa maggiore ed indelebile che non dobbiamo dimenticare non per ritorsione, ma per un problema di libertà che deve essere assolutamente preservata. Sarebbe stata bella una presa di posizione unitaria dei giornalisti sportivi ma purtroppo tengono famiglia……

Ma veniamo all’aspetto che a noi tifosi interessa di più, quello sportivo. E’ indubbio che la Fiorentina, dopo due stagioni tragiche sia tornata in Europa, cioè dove per storia, blasone ed anche fatturato dovrebbe stare. Questo è certamente il più grande merito di questa proprietà anche se le scelte che hanno portato a questi risultati sono state spesso controverse: dalla scelta di un tecnico, Gattuso, che è durato a Firenze meno di 20 giorni a quella di Vincenzo Italiano (unico fuoriclasse di questa rosa) che invece è stato preso, per stessa ammissione di Commisso, da Daniele Pradè. Non solo, ma quello che ha più ferito, anche se al momento sembra nessuno lo ricordi, è stata la cessione di tutti i migliori calciatori proprio quando si poteva provare a spiccare il volo. Se per Odriozola i viola non potevano fare nulla in quanto in prestito secco, la mancata conferma di un leader tecnico, tattico e spirituale come Torreira grida ancora vendetta: mercanteggiare cercando di modificare in corsa accordi che te hai liberamente firmato con calciatore ed Arsenal è stata una buona scelta per la Fiorentina? Non solo, ma cedere oltre a Chiesa anche Vlahovic all’odiata Juventus proprio in un campionato in cui si lottava per la Champions League ha realmente portato vantaggio alla squadra, al comparto sportivo che è quello che ci deve interessare in quanto tifosi, oppure no? Per non parlare poi della scelta dei vari attaccanti che non hanno mai colmato la lacuna davanti….

La ciliegina però è stato il mercato di questo gennaio quando tutti, tranne Barone e Commisso, sapevano che il piazzamento in zona Champions doveva essere puntellato con determinati investimenti per provare a rimanerci. E la società cosa ha fatto? Ha preso due ultra tentenni in prestito raccontandoci la favola che i nuovi acquisti saranno Dodò (il cui posto nel frattempo è stato occupato proprio da uno dei acquisti, Faraoni) e Castrovilli, al quale non è stato rinnovato il contratto. Al momento della tragedia, non si era ancora capito quale fosse l’obiettivo sportivo di questa società e dal momento che io pago ogni settimana (tv o stadio) per assistere ad una partita di calcio, a me questo interessa: vincere il più possibile.

Resta adesso da gestire l’assenza di un personaggio che era la Fiorentina negli ultimi anni, che aveva accentrato praticamente tutto su di sé. Un lavoratore infaticabile, spesso divisivo, che però è riuscito ad unire Firenze nel momento della sua morte. La speranza è che l’unione di intenti vada avanti e che si riesca finalmente a far capire a questa proprietà americana che il calcio è più di un gioco e di un bilancio da raccontare e da far quadrare.

2 pensieri su “Chi è stato Joe Barone per Firenze?

  1. Prima delle vacanze di Pasqua abbiamo fatto un pranzo tra colleghi. Era presente anche un segretario della nostra scuola, che ha dichiarato senza termini di essere contento per la morte di Joe Barone. Alla nostra richiesta di motivare una frase così estrema, lui ha risposto dicendo proprio ciò che hai scritto tu: non sopportava il fatto che Joe Barone si piantasse all’ingresso del Viola Park, e indicando le persone con il ditino dicesse “Tu entri, tu resti fuori”.Io quest’aneddoto non lo conoscevo fino a qualche giorno fa, e onestamente non mi interessa granché. A me interessa l’aspetto sportivo, e sotto quest’aspetto i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Non aggiungo altro, perché a differenza del segretario della mia scuola seguo il detto degli antichi romani: “De mortuis nihil nisi bonum”, dei morti non dire nulla se non il bene.Riguardo alla cessione di Vlahovic, su questa trattativa ho un’opinione controcorrente rispetto a tutto l’ambiente viola. Non colpevolizzo la società per aver fatto quell’operazione, perché rifiutando l’offerta della Juve la Fiorentina avrebbe vissuto quello che è capitato alla Salernitana con Dia: il giocatore resta controvoglia, non fa più gol, comincia a piantare una grana dietro l’altra, e alla fine devi cederlo al 20% della cifra che ti avevano offerto.Non colpevolizzo neanche il giocatore, anzi gli sono grato, perché quando ci ha lasciati mancava un anno e mezzo alla scadenza del suo contratto: di conseguenza se avesse voluto fare il bastardo fino in fondo avrebbe aspettato di liberarsi a parametro zero, e se ne sarebbe andato comunque non facendo incassare neanche un euro alla Fiorentina. Invece ha cercato una maniera di conciliare le sue legittime ambizioni sportive con le esigenze della Fiorentina, e questo nonostante il fatto che Commisso l’avesse criticato pesantemente nei mesi precedenti alla sua cessione. Ricordo ad esempio un’intervista in cui cercava di farlo passare da mercenario, dicendo: “Gli abbiamo offerto l’ingaggio più alto nella storia del club, eppure ha rifiutato lo stesso”. Peraltro dicendo così Commisso ha dimostrato di non aver capito Vlahovic, perché lui ha sempre avuto fame più di trofei che di soldi, e quindi è andato alla Juve perché lì c’era più possibilità di vincere, non per guadagnare un milione in più o in meno.Ecco, casomai si può colpevolizzare la società per questo: per non aver costruito una Fiorentina abbastanza forte da indurre dei giocatori come Chiesa e Vlahovic a rimanere qui. Perché se loro 2 avessero avuto la sensazione di poter vincere anche in maglia viola, non avrebbero avuto alcun problema a rifiutare l’offerta della Juve. Anzi, secondo me sarebbero stati più contenti di vincere qui che a Torino, perché lì un’ora dopo che hai vinto non frega più nulla a nessuno, a Firenze invece un trofeo ti fa entrare nella storia della città al pari del Botticelli e del Brunelleschi.P.S.: La frase “Alla Juve un’ora dopo che hai vinto non frega più nulla a nessuno” non è mia, ma di Alen Boksic. Vinse uno scudetto alla Juve, voleva festeggiarlo come un pazzo insieme ai suoi compagni, e rimase di sasso quando si accorse che nello spogliatoio era l’unico ad essersi esaltato per quel traguardo. Che tristezza i gobbi…

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    • Mai si può dire di essere contento per la morte di una persona… Detto ciò alla Fiorentina non sarebbe mai successo ciò che invece è accaduto alla Salernitana perché con Vlahovic probabilmente saremmo arrivati in Europa League se non in Champions… Lui aveva già dimostrato di essere un professionista segnando 17 gol fino a dicembre pur non avendo firmato il rinnovo. Quanto alla Juve conoscevo la storia ma mi avvalgo della facoltà di non commentare….😉

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