Un altro periodo di preparazione è passato, la Fiorentina ha messo minuti importanti nelle gambe grazie ad un lavoro meno faticoso con il clima più fresco rispetto al Viola Park (Rocco non ti arrabbiare lo ha detto Sottil), si iniziano dunque ad avere indicazioni più importanti sia dal punto di vista tattico che tecnico. Purtroppo i punti di domanda sono ancora troppi visto che i nazionali devono ancora rientrare o sono appena arrivati dai rispettivi impegni, le cessioni sono state molte ed il mercato in entrata è ancora in alto mare per responsabilità di cui abbiamo parlato più volte su queste pagine. A tutto ciò si aggiungono le prove talvolta disarmanti da parte di alcuni calciatori, come Terracciano e Kouamè, che nella scorsa stagione erano stati tra i perni della gestione di Vincenzo Italiano. In Inghilterra i viola hanno giocato tre partite, senza vincerne una, con tantissimi cambi di formazione e sostituzioni anche nei 90 minuti stessi: nonostante ciò, possiamo iniziare a tratteggiare le differenze tra il calcio di Palladino e quello di Italiano, e provare a dare qualche giudizio sui calciatori che si sono distinti in negativo o in positivo in questo primo periodo stagionale.
Come già detto nella mia analisi relativa alle idee di gioco del nuovo mister (https://ilcornerdellungo.com/2024/07/10/come-giochera-la-fiorentina-di-palladino/), la nuova Fiorentina che sta nascendo ha diverse novità dal punto di vista tattico e di interpretazione di gioco. La più netta inversione di tendenza è certamente quella della disposizione difensiva con tre centrali e due esterni a tutta fascia che si scambiano spesso di ruolo. Non di rado abbiamo visto Kayode e Biraghi, più volte schierati come braccetti tra i tre difensori, invertirsi di ruolo con Dodò e Parisi con sovrapposizioni esterne o interne, altra novità rispetto al calcio di Italiano. La linea difensiva poi, gioca diversi metri dietra la linea di metà campo e tiene maggiormente la marcatura sull’uomo anziché scommettere sulle marcature preventive studiando la propria zona e la posizione della palla. Quella difensiva è dunque un’interpretazione più conservativa con un possesso palla che comincia più indietro rispetto al passato: il portiere viene a tutti gli effetti inserito tra i calciatori di movimento e questo ha creato più di un problema sia a Terracciano che a Christensen. L’altra grande novità poi, sta nella gestione della fase di possesso da parte dei difensori. Differentemente dalle idee di Italiano infatti, con Palladino molto spesso il primo passaggio del difensore non và alla ricerca dell’ampiezza in orizzontale o del centrocampista centrale, ma punta decisamente alla conquista dello spazio in avanti. Soprattutto quando imposta Pongracic, l’idea è quella di andare a cercare gli attaccanti o gli esterni offensivi per andare poi ad accompagnare l’azione offensiva con più uomini che giochino faccia alla porta. Sia i due esterni di centrocampo che i due trequartisti sono i calciatori che si inseriscono per cercare lo spazio libero alle spalle delle linee difensive avversarie, per andare a giocarsi l’uno contro uno o per giocare palla in verticale sull’attaccante centrale. Una rivoluzione copernicana rispetto alla gestione spesso orizzontale fatta di ricerca di ampiezza del campo delle ultime stagioni.
Tutto ciò però resta in stato embrionale perché, nel momento in cui scrivo, Palladino ha a disposizione un solo centrocampista sicuro di fare quel ruolo quest’anno, cioè Rolando Mandragora. Il resto è il buio: si sta cercando di adattare, con risultati alterni, Barak mentre Amatucci è già partito per un nuovo prestito, Infantino non gioca mai e Bianco non si è ancora capito che pesce sia. Ecco perché ad oggi è ancora molto difficile capire realmente il peso del lavoro di Palladino.
Ciò che resta però, anche in questa tournèe è l’amore dei tifosi, come il nostro amico Steven che era presente anche per queste amichevoli: un vero eroe!
Per i primi giudizi su alcuni calciatori viola, andate sotto la foto…….

PROMOSSI:
KEAN: l’acquisto da me più volte criticato è stata certamente una delle note più liete della tournèe inglese. Anche lui ha una grande intimità con i pali, ma adesso sembra che la mira stia migliorando. Oltre alle reti, ha anche impegnato più volte i portieri avversari, ha lottato, sgomitato, si è acceso in maniera importante più volte. Oltre a ciò, ha dimostrato anche una buona duttilità facendo vedere che può giocare indifferentemente sia da punta centrale che da trequartista esterno. Vai Moise che aspetto solo di essere smentito!
DODO’: uno dei più in forma, certamente aiutato dalla stazza, sembra finalmente tornato quello di cui tutta Firenze si era innamorata. Corse a perdifiato sulla fascia, ripiegamenti difensivi intelligenti, cross interessanti e ieri anche un gol. Dodosessuale.
KAYODE: seppur impiegato quasi sempre come braccetto difensivo, il giovane viola ha mostrato grande duttilità e voglia di apprendere. Pur dovendo frenare la propria esuberanza ha giocato buone gare, attente e concentrate. Non azzardatevi a venderlo!
RIMANDATI:
PONGRACIC: piace tantissimo la sua capacità di impostare la manovra. Sia con palla bassa che alta, trova sempre la soluzione giusta per giocare la palla in verticale sui piedi dei propri compagni. Peccato che le sue indecisioni costino due reti alla squadra viola. Crescerà.
BARAK: reinventato da Palladino nei due di centrocampo soprattutto per necessità, mette in mostra ottime doti tecniche e capacità di giocare la palla di prima. La fase difensiva però, resta un grosso enigma e soprattutto quando entra in debito di ossigeno, apre un’autostrada agli avversari. Da rivedere.
BREKALO: impiegato finalmente in un ruolo più congeniale, dimostra di essere ancora un calciatore. Più dentro al campo (come giocava anche a Torino) anziché confinato sulla linea laterale, torna ad essere pericoloso grazie agli assist ed anche alle conclusioni in porta. Finalmente fuori dalla naftalina.
BOCCIATI:
TERRACCIANO: è ormai evidente che le richieste di Palladino di giocare maggiormente la palla con i piedi abbiano minato le sue certezze tra i pali. Resta un ottimo 12 che non esce mai, spesso prende gol sul primo palo ed adesso sembra mancare anche di serenità e reattività. A quando il titolare?
CHRISTENSEN: come si possa essere andati all’estero per prendere un estremo difensore che non ha tecnica di parata, manca di scelta di tempo in uscita e non è nemmeno un fenomeno con i piedi resta un mistero. Chi è andato a visionarlo?
KOUAME’: né carne né pesce, né attaccante né esterno offensivo, né rigorista né bomber. Maiorca ci sei ancora?
BIANCO: se non gioca titolare nemmeno quando non abbiamo centrocampisti allora mi sa che non sia all’altezza…. Altro giro, altro prestito!

[…] la tournèe inglese della quale abbiamo parlato la scorsa settimana anche in questo blog (https://ilcornerdellungo.com/2024/07/31/la-tournee-viola-il-paziente-inglese/), stavolta i viola hanno affrontato prima il Montpellier al Viola Park e poi il Grosseto in quello […]
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Il Bologna ha ricevuto un’offerta irrinunciabile per Zirkzee, e si è messo alla ricerca del suo erede. Sapendo che un grande nome non sarebbe venuto a Bologna neanche con la Champions’, Sartori si è messo alla ricerca di un attaccante con un buon rapporto qualità – prezzo. Essendo un ottimo talent scout, l’ha trovato in men che non si dica, mettendo sotto contratto Dallinga. Uno che ha fatto 14 gol e 3 assist nell’ultima Ligue 1, e che al Bologna è costato 15 milioni. Ebbene, questa è esattamente la stessa cifra che abbiamo pagato noi per Moise Kean, uno che nella scorsa stagione ha fatto 0 gol e 0 assist. Ora io mi chiedo: era così difficile per Pradé scovare Dallinga prima di Sartori? Questo qui giocava in Ligue 1, non in Paraguay. Ma no, per Pradé era troppo più importante fare l’ennesimo favore alla Juve.
Come hai detto tu, un altro dato sconcertante del calciomercato viola è che siamo arrivati al 31 Luglio con un solo centrocampista centrale, ovvero Mandragora. Se Palladino giocherà con il 3 – 5 – 2, di centrocampisti centrali ce ne vogliono addirittura 6, 3 titolari e 3 di riserva. A me sembra decisamente improbabile che Pradé riesca a trovare 5 bravi centrocampisti centrali in un mese, quindi quasi certamente quando ci ritroveremo a corto di uomini in quella zona del campo Palladino dovrà fare la poracciata di schierare qualcuno fuori ruolo. Nel tuo post hai scritto che Palladino ha già cominciato a fare questi esperimenti con Barak: questo dimostra che è perfettamente consapevole di doversi inventare qualcosa per l’incapacità del nostro direttore sportivo di mettergli a disposizione 22 calciatori decenti. Ce la fa perfino il Lecce con un budget di gran lunga inferiore, ma noi no.
L’idea di schierare la Fiorentina con 4 terzini di spinta (Kayode e Biraghi a fare da braccetti e Dodò e Parisi a fare da ali) mi intriga molto. Sia perché in questo modo le punte dovrebbero ricevere molti cross in area in tutte le partite, sia perché schierando sulla fascia sinistra Biraghi e Parisi Palladino ha fatto intendere di considerare Brekalo e Sottil delle riserve, e questa è un’ottima notizia. Se ti ricordi, l’anno scorso sono stati entrambi così disarmanti che Brekalo è stato mandato via a Gennaio, e una volta rimasto con il solo Sottil Italiano pur di non metterlo in campo è arrivato a schierare come ala sinistra praticamente tutti i giocatori della rosa, da Castrovilli a Beltran passando per Nzola.
Tu dici che è disarmante anche Kouamé. I numeri ti danno ragione, perché uno che gioca attaccante esterno dovrebbe arrivare almeno in doppia cifra tra gol e assist, e Kouamé al massimo ne ha fatti 8. Inoltre, al di là dei numeri, sono tante le partite in cui lo abbiamo visto toccare il pallone con una goffaggine che sarebbe inaccettabile anche in serie C. Tuttavia, in una rosa piena di calciatori inspiegabilmente montati, che sono convinti di farci un favore a giocare per noi (uno su tutti Ikoné), Kouamé brilla come una stella, perché è uno dei pochi che invece sembra tenerci davvero alla Fiorentina. Lo vedi dalla pazienza con cui accetta la panchina, dalla voglia che ci mette quando entra, dal fatto che esce con la maglietta sudata anche quando ha fatto solo 10 minuti. Uno così in una squadra serve sempre, perché non ha nulla da insegnare agli altri sotto l’aspetto tecnico, ma ha tanto da insegnare per quanto riguarda l’atteggiamento.
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Ciao Wwayne! Io sinceramente voglio vedere come si ambienta Dallinga nel calcio italiano e come l’Italiano in panchina (perdona il gioco di parole) sfrutta l’attaccante. Ricordo infatti che, sicuramente le punte che sono venute a Firenze dopo Vlahovic erano scarse, ma il gioco di quella Fiorentina non ha mai aiutato molto. Aggiungo poi che tu sai perfettamente quanto ho criticato ed osteggiato l’arrivo di Kean a Firenze, ma sinceramente ciò che ho visto in queste prime amichevoli mi fa quantomeno sperare. Quanto ai centrocampisti poi, credo che ne basterebbero 4 poiché Palladino gioca 3-4-2-1 e con Mandragora credo che tu possa chiederne altre tre (sperando appunto che non si faccia finta di avere un centrocampista in Barak). Sottil in realtà sarà (credo) uno dei titolari poiché Palladino gioca con due trequartisti dietro l’attaccante ed oltre a Colpani, che è mancino, l’altro dovrebbe essere un destro: quindi, ad oggi, o Sottil o Beltran. Gli esterni di cui parli te giocano esterni di centrocampo e dunque hai bisogno di altri sue calciatori offensivi dietro Kean o chi sarà.
Chiudo con la considerazione su Kouamè: sinceramente mi sono stufato di accontentarmi di calciatori tecnicamente scarsi e che non vedono la porta solamente perché ci mettono il cuore. Posso capirlo per un mediano, per un giocatore di fatica ma non per uno che dovrebbe decidere le partite con gol o assist: Firenze non è mai stata la culla della mediocrità e non voglio che inizi ad esserlo adesso.
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L’anno scorso Colpani ha fatto 6 gol nelle prime 12 giornate, e soltanto 2 nelle successive 26 partite. Questo significa che all’inizio non lo conosceva nessuno e quindi ha fatto furore, poi i difensori gli hanno preso le misure, e a quel punto è diventato un giocatore inutile.
Se ti ricordi successe la stessa cosa a Politano. Fa sempre lo stesso movimento: fa finta di andare verso l’esterno e poi sterza improvvisamente verso l’interno, lasciando sul posto il terzino che lo marca per poi puntare la porta o fare un assist al compagno. Quando giocava al Sassuolo nessuno lo studiava, quindi questo giochino funzionava sempre e lui sfornava gol e assist a ripetizione; poi quando è arrivato all’Inter ovviamente hanno iniziato a studiarlo i difensori di tutta Europa, hanno capito come fermarlo e quindi per lui è finita. Chiaramente essendo un bravo giocatore qualche gol e assist lo tira fuori lo stesso, ma la sua epoca d’oro è passata e non tornerà mai più.
Riguardo alla possibilità che Firenze diventi la culla della mediocrità, ricordo che ne avevamo già parlato nel tuo post precedente, quando eravamo entrambi sconcertati dalla rassegnazione con cui i tifosi viola avevano accettato l’idea che Moise Kean sarebbe stato il loro nuovo attaccante titolare. Hai fatto bene a farmi notare che questa rassegnazione si sta insinuando anche dentro di me, perché solo rimanendo ambiziosi possiamo costringere Pradé e Commisso a mettere su una squadra dignitosa. Speriamo che ci ascoltino! 🙂
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Quanto a Colpani dissento: tenderei a ricordare che il campionato del Monza è finito a febbraio quando era già ampiamente salvo. Su Politano invece, che ovviamente adesso è conosciuto, dobbiamo anche considerare cosa chiedono i diversi allenatori. Nella scorsa stagione al Napoli non ha mai segnato ( o quasi) nemmeno Oshimen ma nell’anno dello scudetto Politano è stato spesso decisivo anche con gli assist. Sta anche ai calciatori reinventarsi durante la carriera…il prossimo che corre questo rischio è Kvara… Riuscirà a giocare anche un altro calcio?
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I calciatori che riescono a restare ad alti livelli sono quelli che riescono a inventarsi continuamente delle nuove giocate. Se invece il loro repertorio è limitato a soli 2 o 3 movimenti (o addirittura uno solo nel caso di Politano), una volta che i difensori hanno individuato un modo per disinnescarli tutti e 3 la carriera di quei calciatori è finita.
L’esempio che hai fatto di Kvara è emblematico: finché giocava in Russia nessuno se lo filava neanche di striscio, quindi quando ha fatto irruzione nella nostra serie A nessun difensore sapeva come marcarlo. Poi hanno cominciato a studiarlo, e quindi già ad Aprile del suo primo anno in Italia Kvara si è sgonfiato. I numeri parlano chiaro: nella sua prima stagione in Italia ha fatto 12 gol e 12 assist nelle prime 27 giornate, 0 gol e 1 assist nelle successive 11. Adesso è nella stessa situazione di Politano: ogni tanto riesce ancora a timbrare il cartellino, ma non dà più la sensazione di essere devastante e inarrestabile.
Tornando alla Fiorentina, ho appena letto un articolo di tuttomercatoweb in cui si dice che stiamo trattando Tessmann e Berardi. Il secondo arriverebbe solo se partisse Nico Gonzalez. Io sarei contento di entrambi gli acquisti: Tessmann è giovane e reduce da una buona stagione, Berardi ha vinto un Europeo calciando un rigore decisivo in finale e ha trascinato il Sassuolo a tante salvezze consecutive, quindi potrebbe infondere alla squadra quella personalità che durante la gestione Italiano è sempre mancata. So che dal punto di vista fisico è un grosso punto interrogativo, ma parliamoci chiaro, uno come Berardi solo da rotto può venire alla Fiorentina. Se lo vogliamo giovane, forte e pure sano come un pesce, allora non abbiamo ancora capito come funziona il mercato firmato Rocco Commisso.
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Concordo ovviamente sull’analisi relativa a Kvara. Quanto ai due calciatori di cui parli invece, dissento su Berardi. Una proprietà come quella viola avrebbe dovuto prenderlo quando mister Italiano lo reclamava a gran voce due anni fa. Ho paura che adesso sia sfiorito e, dopo un infortunio al tendine d’Achille a più di 30 anni è difficile tornare come prima. Ovviano sarebbe un bel colpo ma non sarebbe nemmeno pronto da subito. Tessman mi piacerebbe ma sono settimane che dobbiamo chiudere e non ci riusciamo (sembra) per le commissioni degli agenti. Facciamo nuovamente finta di combattere questo malcostume pur essendo la terza società in Italia per spese in commissioni…. L’unica via d’uscita credo sia la cessione della società.
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Anch’io auspico una cessione della società. Un semplice licenziamento di Pradé non mi basterebbe, perché è vero che lui non ha azzeccato un acquisto, ma è vero anche che Rocco non ha mai voluto mettergli a disposizione neanche un decimo del suo sconfinato patrimonio personale, e con un presidente così neanche il miglior direttore sportivo del mondo riuscirebbe a costruire uno squadrone.
Un altro centrocampista centrale sul quale ci sono molte voci è McKennie. Posto che secondo me è una bufala (perché se avessimo voluto prenderlo avremmo fatto una trattativa unica per lui e Kean), tu come giudicheresti il suo eventuale acquisto=
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