Il buono, il brutto, il cattivo

TORINO – FIORENTINA = 0 – 1

Sogno o son desto?

In meno di 72 ore la Fiorentina gioca due partite brutte, sporche e cattive riuscendo ad uscire dal campo senza gol al passivo e con 6 punti in saccoccia. Tra la gara di Genova e quella di Torino ci sono molte cose in comune, non solamente il risultato. I viola hanno dato la netta sensazione di essere diventata una squadra con la S maiuscola, un gruppo in cui ci si aiuta e si cerca di condividere gioie e difficoltà per provare a superare gli ostacoli che ci si trova ad affrontare.

Palladino e Prade’ sono i fautori di questo mezzo miracolo, di questo piccolo gioiello nato in pochissimi giorni di mercato grazie ad innesti intelligenti e ad un allenatore che ha cambiato rotta prima che fosse troppo tardi. Non solo il cambio di modulo, ma anche e soprattutto il cambio di uomini (con il coraggio mai avuto negli anni precedenti di tenere fuori i due capitani Biraghi e Quarta) ed il cambio di atteggiamento tattico in campo. Non più una difesa a uomo in tutte le zone del campo, ma alcune marcature individuali (come quella di ieri di Bove su Ricci) e copertura degli spazi in modo da non dare l’opportunità di verticalizzare agli avversari: dedicarsi insomma alle diagonali di passaggio anziché agli uno contro uno. Eppoi lasciare completa libertà ai giocatori nella metà campo avversaria con terzini che diventano ali, centrocampisti che si gettano negli spazi liberi, attaccanti che legano il gioco come non si era mai visto nelle precedenti stagioni.

Oltre ai principi di gioco generali però, Palladino dimostra ogni volta di preparare qualcosa di diverso: contro il Torino ad esempio, si è scelto di provare a cavalcare il momento ottimo di Sottil che a Genova era stato tra i migliori. Ecco allora che, non solo è stato confermato titolare a discapito di Ikone’, ma si è giocato il primo tempo con l’obiettivo di isolarlo uno contro uno con Pedersen: Gosens che faceva sempre la sovrapposizione interna, Richardson e Bove che lo cercavano sempre con la palla in corsa faccia alla porta. Non sempre si è riusciti a trovare Sottil uno contro uno, ma vedere un piano gara che cambia a seconda dell’avversario è una novità interessante da sottolineare.
Per il resto è stata una Fiorentina cinica, che ha sfruttato un errore clamoroso della retroguardia avversaria grazie ad un attaccante che, dopo Vlahovic, in maglia viola non si era mai visto. Seppure al 60 per cento, spesso zoppicante e maltrattato, Kean ha fatto vedere ancora una volta la differenza tra un attaccante vero ed un apprendista del mestiere. Una palla gol ed una rete…. Tre punti ed a casa!

Stavolta però, a differenza della gara di Genova, la Fiorentina ha patito maggiormente soprattutto perché non è riuscita a ripartire in contropiede: i subentrati non hanno dato niente alla squadra e, a parte Mandragora ed un pò Adli, hanno fatto tutti peggio dei compagni che sono usciti. Questo è l’unico neo che dovremo (speriamo) correggere a gennaio…. Un vice Kean ed un centrocampista in più sono necessari se vogliamo continuare a sognare.

Speriamo che le scuse che Commisso e Prade’ hanno offerto alla città dopo il mercato dello scorso gennaio, siano foriere di decisioni diverse e migliori per regalare a Palladino ed ai tifosi un sogno che giornata dopo giornata si fa sempre più reale!

IL BUONO

  • Kean: se a Genova De Gea aveva mostrato cosa significasse avere un portiere da Champions League, ieri Moise ha mostrato cosa sia un centravanti. Pur spesso zoppicante, ha lottato su ogni pallone, ha fatto a sportellate, ha fatto salire la squadra, ma soprattutto ha fatto rete alla prima ed unica occasione di calciare in porta. Da quanti anni aspettavamo un calciatore così…..
  • Beltran: non ha certo giocato una gara da stropicciarsi gli occhi, ma ha fatto un quintale di cose utili. Soprattutto ha pulito decine di palloni arrivatigli imprecisi per mettere i compagni nelle condizioni di attaccare la metà campo avversaria. Ha preso un pò delle botte che solitamente sono dedicate a Kean senza mai battere ciglio ed ha legato i reparti anche in quei momenti in cui la Fiorentina faceva fatica a salire. Preziosissimo!
  • La coppia Ranieri – Comuzzo: certamente il passaggio ad una difesa a 4 ha aiutato tutti, ma in questo momento il muro eretto dai viola sembra difficilmente valicabile. E’ anche un momento in cui va tutto bene, come in occasione del palo di Pedersen, ma l’attenzione e la dedizione di questi due ragazzi è da stropicciarsi gli occhi. Pongracic può recuperare con calma….

IL BRUTTO

  • Gosens: magari vi arrabbierete, ma stavolta il terzino tedesco non convince. Probabilmente affaticato, non si vede quasi mai in proiezione offensiva e rischia di far capitolare la squadra con una dormita colossale in occasione del palo di Pedersen. Capita anche ai migliori…..
  • Richardson: stavolta l’assenza di Cataldi pesa. Lento, impacciato, spesso falloso, il marocchino sembra rimanere troppo spesso ai margini del gioco della propria squadra e più in generale ai margini della gara. L’ingresso di Mandragora restituisce fisicità e nerbo al centrocampo viola. Percorso di crescita.
  • I subentrati: Tolto Mandragora ed in parte Adli, Ikonè Biraghi e Kouamè non portano niente alla squadra. Nessuna giocata in avanti, nessun cambio di passo, nemmeno grande cattiveria agonistica. Al momento la differenza tra titolari e panchinari è immensa!

A voi per i commenti!!

4 pensieri su “Il buono, il brutto, il cattivo

  1. Non sono d’accordo a mettere Gosens tra i brutti, perché è vero che non si è quasi mai visto in avanti ma il motivo è che probabilmente era un po’ affaticato. Visto che gioca tutte le partite ed ha 30 anni, è comprensibile un calo di forma fisica. Poi sul fatto della dormita colossale come dici tu in occasione del palo di Pedersen ci andrei cauto. Diamo grande merito al gran filtrante di Walukiewiz da centrocampo in direzione della porta, poi è chiaro la velocità non è nelle sue corde, nei duelli impostati su questo fattore ci perde. Ma quante linee di passagio è andato a chiudere sia di testa che di piede nel corso della partita? Io preferisco lui a mezzo servizio che Biraghi in giornata normale. Quanto a Richardson è vero quello che dici anche se sei stato troppo severo, deve velocizzare la palla negli scambi, verticalizzare ed avere più coraggio nel proporsi in avanti. Comunque ha un bel tocco di palla ed un fisico di 1,97 mt e con l’età di 22 anni ha ampi margini di crescita. Venendo alla partita abbiamo sofferto così come a Genova e forse di più ma siamo rimasti sempre compatti. Mai abbiamo dato l’impressione di essere in balia degli avversari, questo è un dato che ci conforta e ci distingue dalla Fiorentina di Italiano. L’assenza di Cataldi si è sentita come si è sentita la poca lucidità di Bove nelle ripartenze, causa calo di forma ma quanto corre questo ragazzo. Concordo totalmente con i commenti, non abbiamo seconde linee all’altezza dei titolari salvo alcune eccezioni. Kaiode e Parisi non sono ancora partiti titolari mi sembra ma sospendo il giudizio su di loro perché li vorrei vedere inseriti in questo meccanismo per giudicare. Non abbiamo un sostituto che almeno si avvicini a quel mostro di Kean, questo credo sia il nostro punto debole e fattore che ci differenzia dalle prime: Napoli, Inter, Atalanta e metto pure la Juve. Kouamè e la porta sono due cose incompatibili fra di loro, si sacrifica è generoso ma poi lasciamo perdere…Intanto sogniamo questa classifica e vediamo di starci il più a lungo possibile in attesa di rinforzi a Gennaio, Commisso permettendo. Si parla poco di noi, testate giornalistiche e trasmissioni nazionali, avete fatto caso?. E’ un bene perché “non ci vedranno arrivare”, prendendo a prestito alcune parole dalla politica. Ciao

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    • Ciao Roberto! Hai ragione che Gosens ha chiuso tantissime linee di passaggio ma probabilmente mi sono abituato troppo male….😅 A parte questi credo che invece l’errore sull’occasione di Pedersen sia dovuto al fatto che ha interpretato la giocata come se stessimo difendendo a 5. In quel caso, metodo a lui più congeniale, avrebbe avuto un difensore centrale pronto al raddoppio. Succede…. Richardson ha bisogno di crescere ed in questo momento avrebbe bisogno di giocare partite in cui gli avversari gli lasciano spazio per il tempo di giocata. Io lo proporrei nuovamente a Cipro! Cataldi in questa squadra è fondamentale per l’equilibrio che riesce a dare, mentre Bove è semplicemente imprescindibile ma non può giocarle tutte per 90 minuti…. rischia un infortunio muscolare! Kayode per me può giocare tranquillamente a 4, su Parisi inizio ad avere tanti dubbi. Avrebbe bisogno di spazio e tempo, ma noi abbiamo la possibilità di concederglielo? Forse sarebbe meglio mandarlo a giocare a gennaio per vedere di che pasta è fatto in serie A. Mene parlano di noi e meglio è….infatti chi è l’unico addetto ai lavori che ci ha menzionato? Gasperini ovviamente! A buon intenditor poche parole…. A presto!

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  2. Quando una riserva attraversa un buon momento di forma, l’allenatore se è intelligente comincia a metterla titolare. Se invece continua ad andare in panchina anche quando è al top della forma, a quel punto la riserva si lascerà andare totalmente, perché penserà “Cosa mi impegno a fare, tanto l’allenatore non mi fa giocare a prescindere”. Alla luce di questo, pur avendo zero stima calcistica nei confronti di Sottil, ritengo che Palladino abbia fatto bene a metterlo titolare ieri.
    Era logico che con l’arrivo del nuovo allenatore Sottil sarebbe stato messo in panchina, perché già Italiano pur di non farlo giocare era arrivato a schierare come ala sinistra Castrovilli, Nzola e Beltràn. Era molto meno scontato che a fargli compagnia in panchina ci sarebbero stati Biraghi e Martinez Quarta: il primo perché è un senatore, il secondo perché era reduce dall’unica stagione decente giocata in maglia viola. A questo proposito, mi ricordo un discorso fatto da De Laurentiis subito dopo il terzo scudetto: “Io sapevo che Koulibaly, Insigne e Mertens erano forti, ma era un dato di fatto che con loro più del secondo posto non avevo mai ottenuto. Ergo, per vincere lo scudetto dovevo scaricarli e prendere qualcun altro”. Ecco, per Biraghi e Martinez Quarta vale lo stesso discorso: sono dei buoni giocatori, ma è un dato di fatto che con loro titolari più del settimo posto non otteniamo, quindi avanti tutta con Comuzzo e Gosens.
    Sono totalmente d’accordo con te riguardo all’abisso che separa le riserve dai titolari. E’ soprattutto per questo che siamo destinati a non rimanere a lungo nella scia di Napoli e Atalanta: se escludiamo alcune eccezioni (ad esempio, la riserva di Buongiorno è un pericolo pubblico come Juan Jesus), entrambe queste squadre hanno una panchina piena zeppa di campioni, e quindi hanno i mezzi per restare in alto a prescindere da eventuali infortuni che dovessero capitare durante la stagione. Noi questi mezzi non li abbiamo, a meno che non facciamo un mercato di Gennaio con i fuochi d’artificio. Altrimenti succederà quello che è già successo con Trapattoni e con Paulo Sousa, ovvero che ad un girone d’andata superlativo farà seguito un girone di ritorno da mani nei capelli, perché Commisso avrà fatto solo degli acquisti ridicoli come lo furono Ficini nel 1999 e Benalouane nel 2016.
    Riguardo alle 2 vittorie che abbiamo ottenuto ultimamente, ritenevo assolutamente obbligatoria quella col Genoa: è una squadra così ridicola che è arrivata ad acclamare come salvatore della patria uno come Balotelli, che non gioca più ad alti livelli da 10 anni e ha creato problemi ovunque sia andato. Molto meno scontata la vittoria con il Torino: va bene che l’infortunio di Zapata l’ha ammazzato tecnicamente e psicologicamente, ma resta comunque una squadra con delle buone individualità, e soprattutto con quella tigna che fa parte del DNA granata. Battere una squadra così in casa sua non è affatto semplice, quindi complimenti a Palladino e ai suoi giocatori.

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    • Giustissima la sottolineatura su Sottil, così come quella sulla lunghezza della rosa. Noi al momento abbiamo 13-14 giocatori al massimo sulla stessa linea, il resto è composto da calciatori buoni per arrivare al massimo a metà classifica. Speriamo davvero che il prossimo gennaio ci riservi, se non proprio fuochi d’artificio, almeno giocatori che non siano già bolliti come Belotti e Faraoni.

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