Una Fiorentina perfetta.
Nella serata in cui nessuno se lo aspettava (a parte il mitico Gianluigi), i viola tirano fuori una prestazione maiuscola e battono l’Inter senza praticamente mai subire un tiro in porta. Con una rosa decimata da mercato ed infortuni, nella prosecuzione del maledetto 1 dicembre, Raffaele Palladino compie un vero e proprio capolavoro tattico e mette al tappeto un Simone Inzaghi che esce invece fortemente ridimensionato dal confronto diretto. In una partita in cui i nerazzurri non sono mai riusciti a trovare spazi in cui infilarsi, che senso ha chiudere la contesa con ben 4 punte centrali in campo? Sarà affare loro ma mi sembra ci abbia capito proprio pochino….
Chi invece ha letto perfettamente la situazione in cui si trovava la propria squadra, il momento non proprio scintillante degli avversari e trovato il modo di bloccare ed inaridire le fonti del gioco nerazzurro, è stato indubbiamente mister Palladino. Il tecnico campano ha schierato una Fiorentina molto compatta, stretta e corta, con tre difensori bloccati (Pongracic, Ranieri e Comuzzo), oltre a due stantuffi come Dodò e Gosens che hanno arginato perfettamente gli esterni avversari e sono ripartiti fulmineamente negli spazi trovati alle spalle di Dumfries e Carlos Augusto o Dimarco. I due centrali di centrocampo poi, Richardson e Mandragora, non hanno mai dato agli avversari la luce per verticalizzare verso la porta e Parisi si è sfiancato in un lavoro di raccordo che lo vedeva sempre pronto a raddoppiare ora esternamente ora centralmente. A questa fase difensiva poi, si è aggiunto il maratoneta Beltran, chiamato ancora una volta agli straordinari, e Moise Kean che, oltre ad aver segnato una doppietta che ci resterà negli occhi e nel cuore per anni, si è battuto contro i tre difensori centrali avversari non solamente in area di rigore ma anche in mezzo al campo come in occasione del magnifico assist sprecato da Dodò quando ancora la partita era ferma sullo 0-0. La Fiorentina poi, oltre ad inaridire le fonti di gioco nerazzurre e chiudere tutte le possibili linee di passaggio, è stata chirurgica nel ripartire e nel trovare la via della rete in ogni occasione creata: dapprima su palla inattiva con il secondo assist consecutivo di Madragora stavolta per capitan Ranieri e poi con una doppietta di uno dei più grandi scippi del calciomercato moderno. Quel Moise Kean che, arrivato tra la contrarietà di molti (anche del sottoscritto), adesso veleggia a quota 15 reti e si può prendere anche la libertà di prendere in giro nel dopopartita chi in passato non ha avuto fiducia in lui.
E’ stata la serata di molti calciatori, alcuni dei quali menzionerò in seguito, ma è stata soprattutto la serata della squadra, del gruppo viola nella sua più alta rappresentazione di sé: i calciatori impiegati (12 contati più Caprini appena preso dalla primavera), si sono aiutati, confortati, abbracciati, consigliati, sostenuti. Una dimostrazione plastica di ciò che Palladino, Pradè e tutta la società hanno voluto fare nelle due sessioni di mercato di questa stagione. Una vera e propria rivoluzione iniziata in estate e terminata pochi giorni fa che ha portato a stravolgere completamente un gruppo di calciatori che probabilmente aveva dato tutto e forse pensava di poter vivere rendite di posizioni che nel calcio non possono e non devono esistere. Ecco perché, se guardiamo bene, della rosa della scorsa stagione sono rimasti solamente Mandragora, Ranieri, Dodò, Beltran, Comuzzo e Parisi con questi ultimi due scarsamente impiegati da Italiano. Non voglio dire che siano state fatte fuori le mele marce o che siano stati tagliati i rami secchi, ma più semplicemente che si era chiuso un ciclo ed invece di vivacchiare finalmente la Fiorentina ha fatto scelte nette e riconoscibili. Giusto? Sbagliato? Lo dirà il campo ma almeno la direzione è stata tracciata e stavolta la società ha lavorato di comune accordo con un allenatore il cui gioco non riempirà gli occhi, ma porta punti (per adesso soprattutto con le grandi).
Se dovessi segnalare i migliori dell’impresa contro l’Inter avrei paura di dimenticarmi qualcuno ed allora scelgo semplicemente di sottolineare la prova di alcuni tra quei calciatori meno reclamizzati, meno chiacchierati, meno sponsorizzati. Io trovo che la gara giocata da Pongracic ieri sera sia da stropicciarsi gli occhi: dopo un periodo di ambientamento condito forse da troppe aspettative e certamente da troppi infortuni, il difensore ex Lecce sta inanellando prove ottime sia nella difesa a tre che in quella quattro. Questo a riprova del fatto che un calciatore può trovarsi meglio in uno schieramento anziché in un altro, ma può e deve essere pronto ad interpretare più moduli. Pongracic ha lasciato solamente le briciole, aiutato da Comuzzo e Ranieri, ad uno dei migliori attacchi del campionato senza nemmeno dover usare le maniere forti, a dimostrazione del fatto che i cartellini rossi e gialli di inizio stagione erano soprattutto il frutto del ritardo di condizione atletica. Ma invece vogliamo parlare del calciatore con il procuratore più simpatico del pianeta? Fabiano Parisi ha corso per tre, ha giocato in un ruolo non suo, ha badato più a difendere che ad attaccare. Spesso ritrovatosi a fare la mezz’ala, non ha esitato davanti a quello che viene considerato da molti uno dei migliori centrocampo d’Europa: una gara piena di cose utili ed intelligenti che dimostra ancora una volta che i procuratori dovrebbero parlare meno e pensare di più agli interessi dei propri assistiti. Ma chi in mezzo al campo ha svettato per intelligenza tattica, voglia, grinta e tempi di gioco, è stato Rolando Mandragora; accanto ad un finalmente convincente Richardson, Mandragora ha disegnato un altro assist da palla ferma per il gol di Ranieri e poi ha fatto a sportellate con tutti gli avversari sempre a testa alta e senza paura. Nel deserto del centrocampo viola delle ultime settimane, Mandragora ha tirato fuori prestazioni eccellenti dopo un periodo in cui era rimasto nel dimenticatoio. Complimenti ad un professionista vero, un uomo che sa stare al suo posto, sa fare gruppo ed è sempre pronto ad entrare in campo per fare la sua parte.
Finiti i festeggiamenti, tra 72 ore siamo di nuovo in campo a San Siro contro l’Inter per giocare una partita in cui i nerazzurri hanno tutto da perdere. Intanto la Fiorentina è di nuovo una squadra pronta a giocarsela con tutti e questo mi basta ed avanza!

Aspettavo la partita contro l’Inter come aspettavo quella con la Lazio, ovvero con la certezza di uscirne sconfitto (e anche di parecchio). Tuttavia, già prima dell’inizio ho capito che forse mi stavo sbagliando, perché ho visto molta più gente del solito andare verso lo stadio, e soprattutto era tutta gente con lo sguardo convinto, avevano tutti l’aria di chi pensa “Stasera la vinciamo”. Lì ho pensato: se questi tifosi riescono a trasmettere la loro convinzione ai giocatori, allora ce la possiamo fare.
Per fortuna è andata proprio così, e per onestà intellettuale devo dare merito non solo ai tifosi, ma anche a Palladino. Ad esempio, abbiamo detto più volte che era un peccato poter schierare solo uno tra Comuzzo e Pongracic, oppure solo uno tra Gosens e Parisi: ebbene, la scelta del 4 – 4 – 2 è stata perfetta proprio perché permette alla Fiorentina di schierare tutti i suoi uomini migliori, mettendo Comuzzo terzino destro e Gosens esterno alto a sinistra. L’unico problema di questo modulo è che giocando così possiamo schierare solo uno tra Beltràn e Gudmundsson come partner di Kean; tuttavia, considerato che gli attaccanti si infortunano più spesso rispetto ai difensori e ai centrocampisti, Beltràn e Gudmundsson possono stare certi che da qui a Maggio avranno entrambi tante occasioni di scendere in campo, a prescindere dal modulo utilizzato da Palladino.
Adesso ci ritroviamo quarti, perché la squadra a pari punti con noi l’abbiamo battuta sia all’andata che al ritorno. Tuttavia, io per la corsa al quarto posto temo di più il Milan. Un po’ perché la Lazio è apparsa inadeguata per la Champions’ fin dal mercato estivo (anche se una partenza a razzo aveva fatto ricredere qualcuno), un po’ perché il Milan è più abituato della Lazio a lottare per certi traguardi. Inoltre, i rossoneri hanno trovato anche una stabilità in panchina: infatti Fonseca ha dato l’impressione di essere destinato all’esonero fin dal primo giorno, Conceicao invece gode del totale appoggio della società. Lo si vede dal fatto che il Milan ha cacciato all’istante tutti e 3 i giocatori con cui aveva litigato (Calabria, Morata e Bennacer). Detto questo, se Conceicao è arrivato da un mese e ha già litigato con 3 giocatori in 3 diverse occasioni, questo mi fa pensare che abbia un carattere troppo fumantino, e che dovrà imparare a controllarsi se vuole mettere radici sulla panchina rossonera.
Ovviamente non escludo dalla corsa Champions’ neanche la Juve, perché sappiamo bene quanto peso politico ha questa società: di conseguenza, se a 5 giornate dalla fine noi e la Juve saremo ancora a contenderci il quarto posto, puoi star certo che il palazzo orchestrerà delle grandi manovre per fare in modo che la Champions’ vada a Torino anziché a Firenze. Anzi, queste manovre sono cominciate già ora: infatti stamani tuttomercatoweb ha pubblicato un articolo studiato ad arte per destabilizzarci, nel quale si ricorda che Kean ha una clausola rescissoria di soli 52 milioni. Detto ciò, se quest’Estate ci avessero detto che dopo 23 giornate avremmo avuto 2 punti in più della Juve non ci avremmo mai creduto: di conseguenza adesso non pensiamo ai possibili complotti presenti e futuri, e godiamoci la gran soddisfazione di poter mangiare in testa ai gobbi.
Se ti interessa, nei commenti a questo post ho fatto una riflessione anche sull’Inter: https://gaggyblog.wordpress.com/2025/02/07/fiorentina-inter-3-0/
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Ottimo come sempre il tuo commento, sia questo che quello sotto il post dell’amico interista. Io ero tra quei tifosi che sono andati allo stadio avendo la certezza di perdere ed invece è venuta fuori una serata indimenticabile! Ieri sera abbiamo giocato 4-4-2 in fase di possesso e 5-4-1 in fase di non possesso; in questo modo siamo riusciti ad intasare tutti gli spazi ed a ripartire velocemente in contropiede. Quanto poi ai calcoli per la Champions, innanzitutto dobbiamo sperare che l’Italia abbia nuovamente cinque posti e poi dobbiamo uscire bene dal momento di calendario che arriverà nel mese di marzo in cui abbiamo tutti scontri diretti. Lì non dovremo sbagliare senza regalare precedentemente punti alle squadre che lottano per la salvezza.
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A mio giudizio non è un caso che abbiamo regalato molti punti alle squadre che lottano per la salvezza, mentre invece quando abbiamo incontrato degli avversari molto più forti di noi li abbiamo battuti anche più di una volta. Dato che la nostra è una squadra con poca personalità (salvo pochi elementi), soffre moltissimo le partite che deve vincere a tutti i costi, mentre arriva molto più rilassata e libera mentalmente alle partite in cui non ha nulla da perdere. Speriamo che vada così anche nella prossima partita! 🙂 Grazie mille per i complimenti! 🙂
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Io invece credo che sia dovuto al fatto che non abbiamo un gioco grazie al quale prendiamo le redini della partita tra le mani: quando troviamo squadre molto chiuse facciamo fatica perché ci affidiamo solamente alle individualità e, prima del mercato di gennaio, l’unico che riusciva ad inventare era Adli. Adesso con Fagioli, Zaniolo e la fisicità di Folorunsho abbiamo più opzioni e dovrebbe essere più difficile contenerci.
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