Come se la sosta non ci fosse stata.
Dopo la vittoria da sballo conseguita contro l’acerrima rivale Juventus, la Fiorentina bissa l’impresa regolando anche l’Atalanta tra le mura amiche del Franchi. Ma è giusto utilizzare il termine impresa per la vittoria di ieri? A guardare i numeri ed il cammino viola, direi di no. In questa stagione Palladino ed i suoi ragazzi hanno vinto contro tutte le grandi (o presunte tali) che si sono recate a Firenze fatta eccezione per il Napoli di Antonio Conte. La Fiorentina ieri ha nuovamente dimostrato che in casa contro le compagini che provano a giocarsi la partita riesce sempre a trovare le contromisure giuste per arrivare ai tre punti; il problema è lontano dalle mura del Franchi e, soprattutto, contro le cosiddette piccole. E’ lì che fino ad oggi i viola hanno non solo faticato, ma anche guadagnato le figure meschine che tutti ricordiamo con l’apoteosi della sconfitta di Monza.
I ragazzi di mister Palladino, privi del proprio leader Gosens, hanno affrontato l’Atalanta senza timori reverenziali riuscendo a non andare mai sotto né dal punto di vista fisico, né da quello tattico e del gioco. Gasperini ha scelto di mandare subito in campo il tridente titolare ma la scelta non ha pagato né inizialmente, né in corsa: la difesa a tre viola infatti è stata praticamente perfetta con un Pablo Marì regista difensivo senza macchia, Pongracic sempre preciso e concentrato, Ranieri pronto non solamente a contrastare ma anche a ripartire negli spazi lasciati vuoti dai bergamaschi. Se il capitano fosse riuscito a chiudere la contesa nel secondo tempo, sarebbe stato certamente il migliore in campo oltre ad aver evitato ad alcuni tifosi viola qualche tachicardia finale. C’è da dire però che, per la seconda volta consecutiva, diventa difficile giudicare la prestazione di uno dei calciatori che avevano fatto la differenza nella prima parte della stagione, il portiere De Gea del tutto inoperoso per tutta la gara come dimostra il numero dei tiri della Dea nello specchio: ZERO… una cosa talmente rara per l’Atalanta da essere la prima volta negli ultimi due anni! La scelta del tridente pesante di Gasperini dicevamo non ha assolutamente pagato, visto che nel momento di provare a cambiare le carte in tavola, è ricorso all’impiego di Maldini come falso nueve e Brescianini e Samardzic incursori. Vorrei aprire una piccola parentesi sul figlio del grande Paolo: non è che stiamo un po’ esagerando con questo ragazzo? Dapprima Spalletti lo schiera titolare in Germania a fianco di Kean e viene allegramente travolto dal ritmo e la personalità dei calciatori teutonici, poi ieri viene spedito in campo quasi fosse il salvatore della patria di una squadra che è sembrata spenta, sgonfia, quasi sulle gambe. Siamo sicuri che Daniel Maldini sia pronto per tutte queste responsabilità? Non è che rischiamo di bruciare un (presunto) talento?
Tornando alla Fiorentina, se la gara dei difensori centrali ha sfiorato la perfezione, devo dire che anche i due esterni ci hanno messo del loro: Parisi ha fatto la sua onesta partita limitando Bellanova molto più di quel che mi aspettassi. L’ex Empoli ha retto anche fisicamente le sfide con l’ex granata, anche se in fase offensiva non è stato pungente come avrebbe potuto. Sull’altro lato invece, Dodò sta finalmente tornando quel ciclone di corsa ed energia che tutti conosciamo; molto più a suo agio nel ruolo di quinto, ha difeso in modo intelligente coprendo spesso la diagonale ed è ripartito senza soluzione di continuità… speriamo abbia birra sufficiente per mantenere questo livello in tutto il finale di stagione! Se però c’è un reparto in cui solitamente l’Atalanta primeggia ed in cui invece è stata sovrastata, questo è certamente il centrocampo: l’assenza pesantissima di Ederson tra i bergamaschi non può spiegare il dominio viola in mezzo al campo. Con un Cataldi che ha rivestito il perfetto ruolo di equilibratore, Fagioli ha deliziato il pubblico del Franchi con dribbling, veroniche, aperture di livello e conclusioni in porta. Mandragora poi non gli è stato da meno, sfoggiando non solamente buoni recuperi, ma anche incursioni con tempi perfetti, lanci a tagliare il campo ed anche un paio di tiri in porta: credo di non esagerare se dico che questo è il miglior Mandragora della carriera!
Capitolo a parte però merita l’extraterrestre che abbiamo davanti: se la gara di ieri doveva mostrare chi, tra Kean e Retegui, merita la maglia azzurra di titolare, il verdetto non poteva essere più netto. In una gara in cui il compagno di reparto Gudmundsson non è riuscito a trovare gli spazi per servirlo nel modo giusto, Moise ha pensato bene di fare tutto da sé: recupero a metà campo, dribbling, conduzione della palla per 50 metri senza farsi recuperare dal difensore (notate come è riuscito a tenere Hien lontano solamente con la tecnica di conduzione), Carnesecchi infilato sul secondo palo con un interno destro chirurgico. Gol clamoroso che però non può e non deve oscurare tutto il resto….Kean ha lottato da solo contro tutta la difesa avversaria, ha calciato in porta diverse altre volte (in alcune occasioni avrebbe potuto servire l’assist al compagno meglio piazzato), ha guadagnato decine di punizioni necessarie a far respirare la squadra. In una sola parola: MONUMENTALE!
Chiudo con una dovuta considerazione su mister Palladino che in passato ho spesso giustamente criticato. Ci è voluto tanto, tantissimo, decisamente troppo tempo, ma adesso sembra finalmente si sia trovata la quadratura del cerchio e si riesca a capire il calcio che la Fiorentina vuol giocare: certamente una filosofia che non prevede il possesso palla come stella polare, che non prevede di cercare il dominio del gioco sulla squadra avversaria, ma un calcio che vive di letture situazionali, di recupero palla in determinate zone di campo, di ricerca spasmodica delle seconde palle, di duelli individuali da vincere spesso con i raddoppi del compagno, ma soprattutto di verticalizzazioni e di ricerca della porta avversaria nel minor tempo possibile. Un calcio che fino ad oggi ha funzionato alla grande con le squadre che, ad oggi, sono davanti in classifica ma che adesso, per poter guadagnare terreno, deve trovare alternative importanti per vincere anche con compagini della seconda metà della graduatoria. Ci riuscirà il mister? Intanto possiamo certamente dire che dal punto di vista comunicativo è uno dei migliori del campionato: quando i viola perdevano e lui sembrava sulla graticola, invece di chiudersi nel fortino, ha avuto il coraggio di andare in conferenza stampa mettendoci la faccia. Ieri poi, dopo aver vinto contro il suo maestro Gasperini, avrebbe potuto prendersi diverse rivincite ed invece ha ringraziato dapprima Commisso, poi tutti i dirigenti chiamandoli per nome, infine ogni singolo calciatore sceso in campo.
Una grande dimostrazione di come si tiene insieme un gruppo di lavoro…. In questo sembra non avere niente da imparare!!

Siamo in crescita sia fisica che mentale, abbiamo ritrovato fiducia nei nostri mezzi e questo è importante per il proseguo del campionato. Abbiamo ottenuto risultati importanti con le grandi, o quelle più strutturate dal punto di vista tattico e tecnico, perché ora teniamo bene botta fisicamente ,velocizzando il gioco a centrocampo e scaricando in verticale per Kean. Diciamoci la verità il gioco di Palladino è palla lunga e pedalare e questo va bene con le grandi perché fanno possesso e al contempo sono in perenne apprensione alle corse di Kean. Contro le piccole dove bisogna macinare gioco li si dimostrano i nostri difetti di impostazione nel gioco e la conseguente incompletezza come squadra. Bravi tutti, ma soprattutto abbiamo ritrovato compattezza in difesa, il modulo a tre sta pagando alla grande, e soprattutto a centrocampo. Che ricordi io mai visto un Mandragora cosi da quando è arrivato, ieri è stata la sua migliore partita, cosi come per Cataldi quella contro la Juve. A proposito di centrocampo dopo l’uscita di Fagioli mi spettavo l’ingresso di Adli e invece è arrivato Richardson. Non capisco il motivo, non lo vede più nel progetto? Se è così sbaglia clamorosamente, si ritorna alla solita Fiorentina del passato (dove non si mai vinto niente) con un solo bravo giocatore per reparto senza alternative valide cioè con il deserto intorno. E poi Comuzzo che sostituisce Dodò a 5 minuti dalla fine, Palladino ha tenuto in campo Ranieri nonostante i crampi solo perché è capitano e non se ne voleva andare. Non possiamo permetterci di perdere due giocatori di livello come Comuzzo e Adli. Se vogliamo essere una squadra che lotta per obiettivi importanti dobbiamo avere alternative di livello come tutte le grandi squadre, altrimenti siamo sempre i soliti: si perde un titolare e ci mettiamo le mani nei capelli.
"Mi piace""Mi piace"
Ciao Roberto! Assolutamente d’accordo sulla lettura del calcio di Palladino: siamo legati mani e piedi alla qualità dei nostri calciatori senza avere un gioco riconoscibile. Ecco perché possiamo giocare contro le grandi quando ci adattiamo agli altri ma fatichiamo incredibilmente con le piccole. Inspiegabili poi i cambi così ritardati e soprattutto il quasi mancato utilizzo nelle ultime gare di Comuzzo: se vogliamo crescere servono 15 titolari all’altezza!
"Mi piace""Mi piace"
La definizione di presunto talento è perfetta per Daniel Maldini. Me n’ero accorto già in Italia – Germania 3 – 3, quando non riusciva a trattenere un pallone che fosse uno: gli rimbalzava sempre sui piedi come succedeva a Nzola l’anno scorso. Con la differenza che lui si chiama Nzola e quindi non viene convocato neanche dall’Angola, l’altro invece si chiama Maldini e quindi viene convocato dall’Italia.
Mi fa piacere che tu ponga l’accento sull’importanza di cercare la porta avversaria nel minor tempo possibile, perché a mio avviso il calcio italiano è decaduto anche per questo motivo. Ogni volta che giochiamo contro una squadra straniera veniamo surclassati non perché siamo inferiori tecnicamente, ma perché gli altri sono troppo più veloci di noi.
Riguardo alla partita di ieri, la squadra mi sembra ancora confusionaria sotto l’aspetto tattico (nel senso che non si capisce bene qual è il modulo e quale posizione occupa ciascun giocatore), ma almeno si comincia a intravedere una spina dorsale: De Gea para, Fagioli crea gioco, Gudmundsson fa da raccordo tra centrocampo e attacco e Kean la butta dentro. Questo filo conduttore non prevede la presenza di Adli, ma la cosa mi dispiace relativamente, perché tanto Commisso non l’avrebbe riscattato in ogni caso, quindi poco cambia se lo facciamo fuori adesso o a fine stagione.
"Mi piace""Mi piace"
Ciao Wwayne! Sono contento che tu sia concorde nella definizione di Maldini.
Quanto al resto, io credo che il calcio italiano non sia decaduto per il troppo possesso palla: la Spagna ha vinto tutto giocando quel calcio soporifero, ma lo ha fatto grazie al talento dei propri calciatori. Se l’Italia avesse o avesse avuto quella massa di talento, avrebbe vinto in ogni modo perché la fase difensiva che facciamo noi non la fa nessuno….io sono contento che Palladino faccia fare alla squadre le cose giuste per vincere, il resto conta poco.
Credo però che tatticamente (almeno ieri) non siamo stati confusionari: abbiamo giocato con una linea riconoscibile di 3 difensori, 5 centrocampisti e due attaccanti. Non solo, ma abbiamo giocato con i duelli diretti in quasi tutte le zone del campo e con la capacità di arrivare sempre al raddoppio perché siamo riusciti a rimanere stretti e corti, dunque compatti. Diversamente da te, credo che Adli sarà riscattato poiché ha lo stesso valore di mercato di Sottil e dunque lo scambio vedrà per entrambe le società una plusvalenza secca!
"Mi piace""Mi piace"
Sarei felicissimo di venire smentito, perché in tal caso avremmo Fagioli come playmaker titolare e Adli come sua riserva, e sarebbe decisamente un lusso per una squadra come la Fiorentina. Grazie per la risposta! 🙂
"Mi piace""Mi piace"
Sarebbe veramente tanta roba….
A presto!
"Mi piace""Mi piace"