Diario di un cassintegrato (parte ottava)

Ci sono delle persone che hanno un dono: chi è un talento a praticare uno sport, chi venderebbe il ghiaccio ad un esquimese, chi ha l’arte della pittura, della recitazione o magari della comicità. Poi ci sono invece quelle persone che riescono a farsi voler bene da tutti trovando sempre il momento giusto per dire le cose o, perché no, il modo giusto di farlo. Ecco, se il buon Dio ha la capacità di elargire tale modo di fare, qualcuno al lavoro da me, quel giorno era assente.

Solitamente durante le feste natalizie le persone non solo cercano di ricaricare le batterie in modo da ricominciare il nuovo anno con uno slancio diverso, ma spesso si contornano degli affetti più cari per ritrovare quella serenità che le difficoltà di ogni giorno tende a minare. In questo 2020 se c’è un settore della vita che certamente non ha aiutato la tranquillità delle persone (oltre a quello sanitario) è quello del lavoro, soprattutto per persone come me che sono state messe in cassa integrazione o, peggio ancora, hanno perduto il posto. Ed allora quale miglior momento di comunicare che la tua cassa integrazione, che già va avanti da quasi due mesi, proseguirà fino a dopo Befana se non all’interno del messaggio di auguri di buon natale? Quale momento più fecondo per farti passare le festività natalizie con serenità ed allegria? Certo che bisogna proprio impegnarsi per non arrabbiarsi…ed io mi sono impegnato e dunque guardo e passo avanti!!!

La notizia del momento, questa sì meravigliosa, è infatti l’arrivo del vaccino. Finalmente, dopo mesi passati senza riuscire a vedere mai la luce in fondo al tunnel, le prime dosi sono arrivate e la campagna vaccinale ha avuto inizio il 27 dicembre in tutta Europa. Mettendo un attimo da parte il fatto che credo che il vaccino dovrebbe essere obbligatorio (lo ha detto perfino mio figlio di 9 anni mentre eravamo a tavola!!!), spero che adesso ci sia una campagna di sensibilizzazione e di informazione degna di questo nome che faccia capire a tutti che il vaccino è importante, sicuro e gratuito. Se vogliamo tornare alla normalità di un abbraccio, di un viaggio, di un concerto, di una partita allo stadio, non esiste altra strada che la vaccinazione di massa!! Non voglio mai più vivere un natale in cui mio figlio, ebbro di gioia per un regalo, prova a correre verso il nonno ma a pochi passi di distanza si ferma e dice: “nonno grazie, sono contentissimo ma purtroppo non ti posso abbracciare”. Ho appena passato un natale seguendo tutte le regole che mi sono state imposte, ma con una tristezza infinita nel cuore per aver dovuto smembrare la famiglia in più tronconi, tristezza che potrà essere cancellata solamente con il ritorno alla normalità.

Chiudo questo nuovo appuntamento, con il consueto consiglio che stavolta torna ad essere un libro. Le festività servono spesso anche a dedicarsi a quelle passioni che la vita frenetica di ogni giorno non ci permette di coltivare, ed allora troviamo un po’ di tempo per una buona lettura! Io durante queste feste mi sono immerso nuovamente in una raccolta di racconti che per un amante di Firenze non può mancare dalla propria libreria. “Fiorentini per sempre”, curato da Paolo Mugnai, contiene anche il mio primo racconto “Arno, specchio di ricordi”: visto che ormai natale è passato, nella calza della befana potreste infilarci un bel libro che parla di Firenze, questa splendida città di cui siamo follemente innamorati!

Alla prossima puntata!

Diario di un cassintegrato (parte settima)

Le settimane passano, la cassa integrazione resta.

Se dovessi trovare un sottotitolo a questa rubrica, sarebbe proprio questo! La speranza in questa seconda fase della messa in cassa integrazione, dopo quella del periodo marzo – maggio, era sinceramente che durasse un po’ meno. In molti eravamo speranzosi che qualcosa sarebbe cambiato con il mese di dicembre e che l’attività sarebbe ripresa piuttosto rapidamente. Purtroppo però, così non è stato e l’astensione forzata dal lavoro, seppur non continuativa, è ormai arrivata quasi a due mesi.

Dandomi il consueto sguardo intorno, in questa settimana ci sono state anche buone notizie. Innanzitutto dal lavoro sono stato richiamato in extremis per lavorare due giorni, e poi finalmente la Toscana torna ad essere, seppur per qualche giorno, regione gialla. Al di là della soddisfazione per ovvie ragioni economiche, francamente ne sono felice soprattutto perché significa che la situazione epidemiologica e ospedaliera è tornata ad essere gestibile. Io sono tra coloro i quali pensano che la salute sia più importante dell’economia e dunque sono felice innanzitutto perché meno persone si ammalano e conseguentemente muoiono. Quanto alla polemica sul Natale, credo che sia opportuno e necessario prestare la massima attenzione dal momento che il maggior numero di contagi avviene in famiglia: dunque voler bene ai propri cari quest’anno significa innanzitutto proteggerli! Credo sia perciò auspicabile una stretta regolamentare per evitare che poi a gennaio una possibile terza ondata infici anche la campagna di vaccinazione.

Quanto poi alla polemica relativa agli assembramenti dell’ultimo weekend, sono sinceramente stufo di sentir dire che gli italiani sono degli incoscienti. Mi autodenuncio: sono tra quei fiorentini che domenica scorsa è stato, seppur di mattina, a passeggiare ed a fare acquisti in centro a Firenze. Non mi sento minimamente toccato dalle accuse, né minimamente responsabile di un atteggiamento insensato: HO SEMPLICEMENTE RISPETTATO LE REGOLE! La Toscana, e dunque Firenze, è zona arancione? Ed allora, visto che sono stato chiuso in casa per settimane, ho fatto una passeggiata in centro con la mia famiglia, all’aria aperta, dotato di mascherine ed a distanza dagli altri, senza contravvenire ad alcuna regola. Se non si voleva che la gente andasse in centro, si poteva mantenere la zona rossa oppure chiuderlo nel fine settimana, come si è fatto con i centri commerciali. Sono sinceramente stufo di essere trattato come un delinquente quando in realtà seguo solamente le regole che i nostri governanti ci hanno dato!

Non torno poi sull’indecente teatrino politico a cui stiamo assistendo da giorni. Tra appuntamenti saltati, ripicche da terza elementare ed accuse ridicole, qualcuno tiene sotto scacco il paese come se non ci fosse nient’altro all’infuori di sé stesso.  La speranza è che il nuovo anno porti via non solamente il virus, ma anche questo modo di fare politica inteso solo come volontà di dissetare il proprio smisurato ego. Non ci lamentiamo poi se il populismo torna a farla da padrone o la disaffezione nei confronti della politica tocca vette impensabili fino a qualche anno fa!

In attesa della notizia più agognata da tutti noi, cioè il via libera al vaccino, anche questa settimana mi sono dedicato ad alcune mie passioni e dunque sono pronto all’ “angolo del consiglio”. Tra qualche serie televisiva, i giornali e le partite di calcio, stavolta voglio consigliare a tutti una gran bella lettura. Dopo qualche anno infatti, sono tornato a leggere alcuni racconti del grandissimo Andrea Camilleri. Nonostante alcuni di essi non fossero nemmeno inediti per me, ne sono rimasto ancora una volta affascinato. Il lessico semplice, la scorrevolezza del racconto, la leggerezza che provoca spesso il sorriso del lettore. Per non parlare poi della caratterizzazione dei personaggi e delle situazioni in cui si muovono! Camilleri ha un solo grandissimo difetto: ti coinvolge, ti sequestra, ti avvinghia al libro e non ti permette di chiuderlo fino alla fine del racconto. Insomma, una lettura perfetta per un momento come quelle delle vacanze di Natale in cui è concesso anche spengere la luce ed addormentarsi un po’ più tardi.

Alla prossima puntata del mio diario!

Diario di un cassintegrato (parte sesta)

Siamo giunti al termine dell’ennesima settimana in cassa integrazione. E’ ormai passato più di un mese da quando la mannaia è caduta nuovamente sulla testa mia e di tanti miei colleghi. La turnazione lavorativa mi ha visto impegnato tre giorni su cinque, insomma niente male! L’altra faccia della medaglia però, è quella che mi ricorda che la prossima settimana non lavorerò nemmeno un’ora….vabbè dedicherò il tempo a me stesso!

Nonostante il mio percorso personale di benessere ed autostima prosegua nel migliore dei modi, a volte è veramente difficile continuare ad essere positivi ed ottimisti quando ci si guarda intorno. Nella settimana appena passata ho assistito a diverse cose che mi hanno fatto riflettere e che vorrei condividere. Una delle prime speranze che avevo quando sono entrato nuovamente in cassa integrazione, era quello di non sprecare nuovamente il mio tempo dal punto di vista professionale. Avevo lanciato l’appello, qui ed in altre sedi, affinché il periodo di forzato riposo venisse utilizzato per un aggiornamento, un miglioramento ed un arricchimento professionale grazie ad incontri, riunioni o anche solo colloqui informali. Dopo più di un mese, posso purtroppo dire che il mio messaggio è caduto nel vuoto e che dunque, ho fatto bene ad organizzarmi da solo con tutte le varie cose che sto autonomamente portando avanti. Ancora una volta è stata sprecata l’occasione per crescere, per confrontarci, per migliorare tutti attraverso lo studio ed il pensiero critico.

Se dall’orticello del mio posto di lavoro volgo il mio sguardo oltre, non posso certo dire di vedere cose migliori. Il primo accadimento che mi ha fortemente deluso è stato quello relativo alla proclamazione dello sciopero da parte dei sindacati del Pubblico Impiego. Sicuramente avranno avuto le loro buone ragioni a protestare (anche se poi il fatto che abbia aderito solamente il 4 per cento dei lavoratori dovrebbe far riflettere), ma in un momento come quello che sta attraversando l’Italia, erano proprio i lavoratori pubblici che dovevano scioperare? Certamente le ragioni della protesta avranno avuto a cuore la sorte dei meno tutelati di quel settore, ma c’è bisogno di ricordare che gli statali ed i lavoratori pubblici sono stati tra i pochissimi che in questa pandemia non hanno perso 1 euro, 1 ora di lavoro, 1 giorno di ferie? Era proprio necessario, davanti a larghi strati di popolazione che non lavorano, lavorano a singhiozzo o hanno perso gran parte del proprio reddito, far scioperare il settore che ha sofferto poco o nulla? Non credo sia stato un bel biglietto da visita per i sindacati né tantomeno per il lavoratori del pubblico impiego.

Il posto al sole però, come spesso capita, lo merita la nostra classe politica. Nel un momento in cui finalmente sembra che il Recovery Fund sia stato sbloccato, nel momento in cui ci sarebbe bisogno di chiamare a raccolta le migliori forze del paese per progettare l’Italia di domani, riecco le consuete beghe di palazzo che tanto inspirano l’antipolitica. Da una parte un governo che, dopo aver gestito decisamente bene la prima ondata del Covid19, sembra aver perso la propria spinta propulsiva ed anche la capacità di stare insieme (vedi le gaffes a ripetizione sul caso Commissario in Calabria). Dall’altra un opposizione che dice sempre tutto ed il contrario di tutto basta dare addosso al governo: prima aprire tutto, poi chiudere tutto. Prima dare del dittatore a Conte perché aveva prorogato lo stato di emergenza, poi accusarlo di non aver fatto nulla per prevenire la seconda ondata che loro dicevano non sarebbe mai arrivata. Prima fare polemica sul coprifuoco la sera del 24 Dicembre, poi accodarsi alla Chiesa che ha spostato senza fiatare la data della Messa. Ma nel mezzo, come spesso, accade si stagliano i mestieranti della politica: coloro che aspettano sempre il momento di difficoltà, per affilare le armi e tornare a colpire. Prima si vuole il rimpasto, poi quando qualcuno inizia ad aprire all’ipotesi, si chiede di più per ottenere qualcosa in più. Si pugnala il proprio paese alle spalle durante un Consiglio Europeo pur di avere visibilità e di tornare centrale nello scacchiere politico. In mezzo ad una pandemia, con tutti i soldi del Recovery Fund da spendere in arrivo, mi sembra francamente una follia tornare ancora una volta a pensare alle alchimie politiche: qui la gente non lavora, l’economia non gira, la sanità e la scuola sono al collasso!!

C’è qualcuno a cui interessa??

Nell’avvicinarsi al Natale, l’angolo del consiglio questa volta è dedicato alle famiglie. Ho parlato in questa rubrica dapprima di libri, poi di film e serie televisive, infine di interviste. Stavolta voglio consigliare un documentario in 6 puntate che ho visto insieme a tutta la famiglia su National Geographic: “Turisti curiosi con Bob e Mack”. Viaggi nel mondo di un babbo ex inviato di guerra ed un figlio che ha spesso sentito la mancanza del padre. Adatto anche ai bambini, permette di conoscere anche dei paesi come il Libano che solitamente non vengono mai citati nei documentari. Assolutamente da vedere nelle lunghe giornate casalinghe che ci aspettano nel periodo natalizio.

Alla prossima puntata!

Diario di un cassintegrato (parte quinta)

Altro giro, altra corsa! Altra settimana, altre esperienze!

Dopo che ci eravamo lasciati al termine della prima settimana senza aver lavorato ma nella speranza di una Toscana nuovamente arancione, ci ritroviamo con alcune certezze ed altri dubbi. Mentre per ciò che concerne la colorazione della nostra regione non abbiamo ancora la risposta definitiva, dal punto di vista lavorativo sono ormai entrato nella routine di turnazione tra colleghi e dunque, dopo la scorsa settimana passata senza lavorare, questa è stata contrassegnata dall’alternanza tra due giorni di lavoro e tre di cassa integrazione. Tutto sommato stavolta la cosa mi ha fatto quasi comodo visto che, come ricorderete, i miei due figli hanno dovuto sottostare al provvedimento di quarantena e dunque essere a casa mi ha permesso di seguirli senza gravare su mia moglie che invece continua fortunatamente a lavorare.

La quarantena però, dopo due lunghissime settimane è finalmente finita e dunque siamo tornati a scuola! E’ stata una vera e propria liberazione: dopo la chiusura dovuta al lockdown di tutti gli istituti fin dal mese di marzo, i bambini erano riusciti finalmente a ritrovare un equilibrio mentale, psicologico e fisico nel ciclo vitale tra la scuola, lo sport, i compiti, gli amici, i giardini. Dapprima è venuto a mancare lo sport, valvola di sfogo fondamentale che è stato chiuso in concomitanza con la proclamazione della Toscana quale zona rossa, e poi la scuola con la quarantena. I bambini sono dunque rimasti senza ciò che di più caro hanno: la socialità, gli amici, le relazioni, le emozioni! Poter tornare a scuola serenamente è stata una vittoria fantastica che ci riconsegna una sorta di normalità non si sa quanto precaria e temporanea. Le due settimane chiusi in casa hanno rappresentato un banco di prova importante per i bambini e per noi genitori, ma fortunatamente il grande legame esistente tra i due fratelli ci ha permesso di venirne fuori senza ulteriori traumi.

Non è stata però una settimana dedicata solamente a fare da maggiordomo ai figlioli (come dice il mio amico Leo) ma anche a pensare: nelle mie lunghe camminate o nelle mie più brevi corse, il cervello viaggia sempre ed allora mi sono convinto che sia arrivato il momento di reinventarsi perché davvero più niente sarà come prima. Sul lavoro ad esempio, sarà necessario guardare agli obiettivi da raggiungere con occhi nuovi e diversi. Non si può pensare, come invece ancora accade, di utilizzare i metodi lavorativi o i mezzi tecnologici anche solamente di cinque anni fa: dobbiamo usare i nuovi media per lavorare meglio e, perché no, lavorare meno!! La tecnologia a nostra disposizione ormai, ci permette di fare tantissime cose impiegando metà del tempo che serviva prima. Smettiamo però di pensare che quel tempo risparmiato debba essere occupato necessariamente da altri impegni o da altri obiettivi da raggiungere:

il tempo risparmiato dedichiamolo a noi stessi, a chi ci vuole bene, ai nostri interessi!!

In questi giorni ad esempio,  siamo tutti a fare polemica in merito al cenone di Natale o ai festeggiamenti dell’ultimo dell’anno. La verità è che la stragrande maggioranza delle persone che incontriamo in queste occasioni, le vediamo SOLAMENTE per le feste comandate!! Probabilmente è perché non ci interessa frequentarle più assiduamente, ma quante altre persone invece vorremmo  vedere più spesso? Ed allora, perché non utilizzare le nuove tecnologie per inventare nuovi metodi di lavoro che liberino il tempo da dedicare a noi stessi? Ecco, questo potrebbe essere uno dei migliori propositi per il 2021 e per gli anni a venire: ricostruire una società intorno alle persone anziché intorno al profitto!!

Voglio però dedicare le ultime righe di questo articolo ad una delle persone che mi ha maggiormente emozionato in campo sportivo nella mia vita. In questo maledetto 2020 se n’è andato anche Diego Armando Maradona, ed allora senza fare troppi giri di parole, vi invito a vedere l’intervista che Andrea Scanzi ha fatto il giorno della morte ad uno dei più grandi giornalisti sportivi italiani, nonché amico di Diego, Marino Bartoletti. Poiché ogni settimana vi consiglio qualcosa, stavolta tocca a questa chiacchierata in cui l’interlocutore può parlare senza essere continuamente interrotto e, soprattutto, parla di cose vissute in prima persona con affetto, amicizia, ma anche con quel briciolo di amarezza che la morte di Diego ha lasciato a tutti. Ecco il link https://www.youtube.com/watch?v=CinPFjYwoig

Alla prossima puntata!

Diario di un cassintegrato (parte quarta)

Prima o poi doveva accadere e così è stato. Dopo tre settimane di lavoro ad intermittenza, questa è stata la prima senza nemmeno un giorno di impiego. Del resto le attività del mio settore lavorativo sono tuttora sospese e dunque  era scontato che anche le mie chiamate al lavoro divenissero meno continue. La Toscana però, dopo alcune settimane di zona rossa, sembra vicina al ritorno in quella arancione e dunque, forse, una flebile luce in fondo al tunnel inizia ad intravedersi.

Nell’ultimo appuntamento della rubrica, vi dicevo di nuovo equilibrio finalmente raggiunto ma come diceva il mitico Trap…. “Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco!!” La novità che ha nuovamente sconvolto tutto, è che negli ultimi giorni ho entrambi i figli a casa perché posti in quarantena. Yuppi!!! Nella scuola primaria che frequenta il bambino più grande infatti, una maestra è risultata positiva al Covid 19 e dunque tutte le classi che sono entrate in contatto diretto con lei, sono state poste in quarantena con la didattica a distanza fino all’inizio di dicembre. Il piccolo invece, che è ancora alla materna, è stato messo a casa perché alla scuola dei più piccini non c’è obbligo di mascherina e dunque potrebbe risultare pericoloso per gli altri. Eccoci dunque ad un’altra sfida: ritrovare un nuovo equilibrio con la mamma che lavora, il grande che fa didattica a distanza con tutte le difficoltà del caso, il piccolo da gestire ed il babbo che non lavora… un universo incredibile!! Posso orgogliosamente dire che l’esame è stato superato a pieni voti grazie al rispetto reciproco, alla pazienza ed alla collaborazione: anche questa è andata (almeno per ora)!!!

A parte ciò, alcuni di voi mi hanno detto di essere curiosi in merito a ciò che ho trovato di utile sul web per superare questi momenti così particolari. Detto dei corsi di formazione ed aggiornamento che continuo comunque a cercare, vi confesso che ciò che mi ha aiutato moltissimo nelle prime settimane di cassa integrazione è stato un percorso di rafforzamento dell’autostima. Confrontandomi anche con mia moglie che aveva conosciuto alcuni professionisti del settore in corsi presso l’azienda in cui lavora, ho iniziato a seguire alcuni di essi scegliendone poi uno e devo dire che ne ho tratto gran giovamento. Con semplicissimi esercizi di respirazione, cambiamenti posturali e riflessioni sulla propria persona, sono riuscito a scavarmi dentro per arrivare ad alcuni risultati in un tempo relativamente breve. Il lavoro da fare è ancora molto e richiede certamente tempo ed altrettanto impegno, ma intanto abbiamo tracciato il sentiero! Adesso sta a me continuare a percorrerlo con metodo e costanza.

Grazie alla collaborazione ed al rispetto di cui vi parlavo nel racconto della quarantena dei bambini, anche questa settimana ho comunque trovato il tempo per dedicarmi ad alcuni interessi ed allora, dopo avervi consigliato serie tv e libri, questa settimana passo ai film. Diciamo che la notizia della prima settimana senza lavorare ha probabilmente scaturito in me un po’ di rabbia che ho accresciuto vedendo due film che certamente non contribuiscono alla serenità. Dapprima ho visto “Dogman”, il racconto del Canaro timido e remissivo che si trasforma piano piano: splendide le ambientazioni del film, mi sarei aspettato un maggiore approfondimento psicologico del protagonista, ma il film è comunque da vedere. Se però volete ricevere un vero e proprio cazzotto nella bocca dello stomaco allora vi consiglio “Diaz”, film ormai di qualche anno fa ma sempre attualissimo, come tutte le pellicole tratte da storie vere. La macelleria messicana perpetrata nella scuola di Genova e ciò che viene fatto successivamente nella caserma di Bolzaneto in occasione del G8 nel 2001, resta una delle pagine più buie scritte dalle nostre forze dell’ordine e dalle nostre istituzioni: un documento crudo e tristissimo che mostra tutto ciò che i rappresentanti dello Stato non dovrebbero mai fare. Imperdibile!

In attesa di sapere ciò che mi riserverà la prossima settimana, incrocio le dita nella speranza di una Toscana nuovamente arancione….alla prossima pagina del mio diario!!

Diario di un cassintegrato (parte III)

Dopo le prime settimane di altalena emozionale (o emossionale come direbbe Paulo Sousa), sto iniziando a trovare un equilibrio importante provando ad esprimere il meglio di me stesso. La mazzata iniziale è stata forte, ma come diceva qualcuno più importante di me, quando si arriva in fondo, si può solo risalire.

Sto iniziando finalmente a lavorare in positivo ed a considerare la parte migliore di ciò che accade, anziché vedere sempre e solo il lato negativo degli eventi. Eppoi ci sono anche buone notizie che arrivano ed aiutano l’umore a migliorare! Innanzitutto anche questa settimana sono stato richiamato in servizio per lavorare due giorni….i pessimisti diranno che la scorsa settimana ne avevo lavorati 3: è vero, ma essendo attiva una turnazione con la mia collega, in questo modo dopo 10 giorni abbiamo lavorato metà tempo per uno. E poiché ormai tutti dicono che questa situazione non terminerà certo velocemente, è stato importante sapere che il governo (non mi interessa di quale colore sia!) ha già inserito nella bozza di Legge Finanziaria per il 2021 il rifinanziamento della Cassa Integrazione Covid per 12 settimane. Tale intervento sarà poi ulteriormente prorogabile anche grazie al nuovo intervento dell’ Unione Europea che ha destinato altri 6,5 miliardi di euro all’Italia nell’ambito del programma Sure. In mezzo a tutte le notizie ansiogene che ci arrivano ogni giorno, questi eventi aiutano a sorridere ed a guardare avanti con più tranquillità.

Ecco dunque che questo nuovo equilibrio positivo mi ha permesso anche di dedicarmi ad interessi troppo spesso trascurati. Se nello scorso capitolo di questo diario vi avevo consigliato una lettura, stavolta voglio invece parlarvi di una serie televisiva che mi è piaciuta tantissimo. Io sono appassionato di fatti realmente accaduti e dunque, spulciando tra le tantissime offerte di Netflix, ho trovato la serie su O.J. Simpson! A parte il cast, tra cui John Travolta e Cuba Gooding Jr., devo dire che la serie è veramente ben fatta, avvincente e non ruota solamente sul personaggio della star O.J. Non è troppo lunga, dieci puntate della durata di circa 55 minuti, e soprattutto non è incensatoria di nessuno dei personaggi coinvolti nella vicenda. Apre anzi a diverse critiche non solamente nei confronti del campione, ma anche in merito alla gestione della giustizia negli USA ed anche alle azioni della polizia: insomma da vedere!

La mia carica positiva è stata poi ulteriormente aumentata da un evento di per  sé negativo. Spinto dalla mia ansia di conoscere e di voler migliorare il mio modo di comunicare, ho iniziato a cercare sul web corsi gratuiti di formazione ed aggiornamento che trattassero il tema della gestione di un blog, della comunicazione via web, dell’utilizzo dei social network. Ebbene, ho provato ad iscrivermi ad alcuni di essi e non sono mai riuscito ad entrare per sopraggiunto numero di iscritti! Qualcuno di voi si chiederà cosa ci sia di positivo in questo…. Beh di positivo c’è la sete di sapere, di conoscere, di crescere. Di bello c’è che tanta gente come me, una volta messa da parte, messa a cuccia con la museruola, prova a reagire attraverso la via della conoscenza, del sapere e dell’aggiornamento! E se qualcuno già prova una via d’uscita, già cerca l’alternativa per rendere fruttuoso questo periodo, ha già vinto la propria battaglia contro la tristezza, contro il senso di impotenza e di inutilità che spesso ti attanaglia in queste settimane.

Girovagando poi sul web ho trovato altre cose interessanti ma questo ve lo racconto nella prossima pagina del diario….

Intanto iniziamo a pensare che le cose positive ci sono, basta cercarle e prima o poi arrivano!

Alla prossima!!

Diario di un cassintegrato (parte II)

E chi lo ha detto che la vita del cassintegrato è noiosa e ripetitiva? In realtà è piena di sorprese! Pensate che addirittura talvolta capita che, appena dopo 4 giorni dalla tua messa a riposo forzato, è possibile ricevere una telefonata per rientrare al lavoro ma solo per alcuni giorni! Una cosa stupefacente!! La tua gioia per il ritorno alla produttività (come direbbe Toti), viene però subito strozzata dalla comunicazione che tale turnazione è valevole solo per una settimana: poi si vedrà….ecco appunto…mi raccomando non ci montiamo la testa!!! Ed allora mi trovo a comprendere quei lavoratori che hanno come unica tutela il cosiddetto contratto di lavoro a chiamata (come se tu fossi un panchinaro sempre pronto a subentrare a gara in corso), e ritorno a pensare addirittura a quei momenti dell’adolescenza quando speravo sempre nella telefonata del negozio di caramelle (la mitica “La Chicca”) per sentirmi autonomo e non dover chiedere ai miei genitori i soldini necessari a qualche scorribanda in centro con gli amici!

In questo paese credo sarebbe necessario riaprire la discussione sulle tutele del mondo del lavoro: quello a chiamata è realmente un lavoro? E quello in affitto? Se non sbaglio la chiamano modernità…. E c’è pure chi si è inventato la storia delle parole in inglese per rendere più accettabile tutta questa robaccia, dal Jobs Act al Job on call…..

La sfida dei primi giorni di cassa integrazione è stata quella della ricerca di un equilibrio tra il tempo disponibile e gli impegni: una ricerca di normalità e di serenità alla quale hanno concorso enormemente mia moglie, che non fa pesare minimamente la cosa, ed i due bambini che scorrazzano tutti i pomeriggi e tutte le sere per casa senza farmi ricordare la parola noia. A tutto ciò si è aggiunta la possibilità di dedicare un po’ di tempo ad alcuni miei interessi che normalmente sono costretto a trascurare. Se posso consigliare una lettura ad esempio, mi sono immerso in questi giorni nella raccolta di scritti “Il mondo di Gianni Mura”, uscito insieme al quotidiano “la Repubblica” dopo la sua scomparsa e devo dire che ogni pagina è un quadro, un dipinto, un’emozione.

Tutto intorno intanto, la situazione peggiora di giorno in giorno con l’inserimento della mia regione, la Toscana nella zona arancione. Queste nuove restrizioni, queste nuove chiusure spingono purtroppo tante altre persone nella mia stessa condizione “lavorativa”: stavolta però, non vale il detto “mal comune mezzo gaudio” poiché la forza di questa seconda ondata è psicologicamente più dura da affrontare proprio perché tende a colpire nuovamente le stesse categorie che erano già state toccate dalla prima. Se c’è una cosa che ho sentito dire e che trovo profondamente FALSA è che il virus colpisce tutti nella stessa maniera. Se dal punto di vista clinico è assolutamente così, lo stesso non si può dire dal punto di vista economico: ci sono categorie di lavoratori che non si sono visti minimamente colpiti da questa crisi!! I dipendenti pubblici ad esempio, non solo non hanno perso un euro in busta paga, ma hanno anche potuto svolgere il loro lavoro da casa senza alcuna problematica. Interi uffici non sono praticamente mai tornati a lavorare in presenza da marzo! Buon per loro, ci mancherebbe! Ma credo che chi non è stato minimamente toccato dalla crisi, dovrebbe essere chiamato a contribuire in qualche modo. Sia per i settori che hanno accumulato grandissime ricchezze in questa fase (vedi il commercio via web), sia per le categorie che hanno tutele lavorative quasi esclusive e che invece dovrebbero essere estese a più lavoratori.  

Nessuna richiesta di vendetta, nessuna richiesta di punizione, solo la richiesta di equità e giustizia.

Per oggi è tutto, alla prossima puntata del meraviglioso mondo di un cassintegrato!!

Il Risiko Italia

Mentre alcune regioni hanno appena ricevuto  il nuovo verdetto cromatico, come ad esempio la Toscana che è passata dalla zona gialla a quella arancione, in Italia si susseguono le polemiche. Come tutti voi saprete infatti, con l’ultimo DPCM del governo Conte, il nostro paese, per scongiurare un altro lockdown generalizzato che probabilmente avrebbe definitivamente messo in ginocchio l’economia, è stato suddiviso in colori che fotografano il grado di pericolosità del contagio e la realtà della situazione regionale. Ecco dunque la suddivisione dal più grave (rosso) al meno grave (giallo) mentre nessuno è nella condizione ideale, cioè in zona verde. La speranza è che tale decisione abbia più fortuna di quanto non sia accaduto in  Francia dove tale politica di suddivisone in fasce non ha ottenuto i risultati sperati.

Al di là delle polemiche e dei dubbi generati dall’inserimento di alcune regioni in una fascia anziché in un’altra (la più clamorosa certamente la Campania), credo sia doveroso fare alcune considerazioni. Innanzitutto è bene sottolineare che l’inserimento delle regioni in determinate colorazioni, non avviene sulla base della simpatia dei Governatori o in funzione di chi abbia i paesaggi più belli, così come è fondamentale sapere che non conta solamente l’indice di contagio. Oltre a quest’ultimo infatti, concorrono altri 21 parametri scientifici che calcolati insieme danno il risultato finale: tra essi ci sono la curva di crescita del contagio, il numero dei letti disponibili in terapia intensiva, la quantità di personale sanitario, la capacità di tracciamento ed altri parametri ancora. Nel caso specifico della Campania ad esempio, è stato rimarcato come la situazione sia effettivamente molto critica a Napoli, ma sia tendenzialmente sotto controllo nelle altre zone della regione. Ecco allora che il governo ha provveduto ad inserire la Campania in zona gialla, ma ha lasciato libertà agli amministratori locali di poter emettere ordinanze maggiormente restrittive.

E qui, come dicevano i nonni, casca l’asino!

Ciò che trovo assolutamente sconsiderato e rivoltante, è l’utilizzo della polemica sulla salute delle persone a fini elettoralistici. Se non erro, Fontana e Gallera accusarono il governo Conte per la ritardata  istituzione delle zone rosse nel bergamasco durante la prima ondata (quando in realtà secondo la legge che istituisce il Servizio Sanitario Nazionale anche le regioni possono proclamarla); ricordo anche la violenta campagna di stampa in merito alla diffusione del carteggio di quei giorni per riuscire a dimostrare che effettivamente Conte e Speranza avrebbero dovuto essere più rigidi fin da subito per limitare l’evoluzione della pandemia. Adesso però, a fronte dell’istituzione della zona rossa in tutta la Lombardia, lo stesso Fontana si ribella dicendo che la decisione è troppo dura!! E’ possibile sapere quali sono le differenze? Questo succede a destra, mentre a sinistra (o presunta tale) De Luca, che ha fatto una campagna elettorale sui bazooka e sulle restrizioni, che ha richiesto più volte la zona rossa in tutta la regione Campania adesso che la regione è in zona gialla tace? Non esiste più il virus dopo aver vinto le elezioni regionali? Oppure non esiste più dopo le violente manifestazioni di piazza delle settimane scorse? Per non parlare poi di De Magistris: il sindaco di Napoli ormai da più giorni denuncia la situazione disperata degli ospedali cittadini travolti dai pazienti che accorrono nei pronti soccorso per il Covid. Allora perché anche nell’ultimo fine settimana il Lungomare di Napoli era aperto? Sbaglio o in altre città (ad esempio Firenze e Roma) determinate piazze sono rimaste chiuse? Qual è il problema? Abbiamo sempre bisogno dello Stato come parafulmini quando le decisioni da prendere scontentano i cittadini? De Magistris, De Luca, Fontana, Gallera (ci potremmo mettere anche Musumeci e Cirio), sindaci, governatori di centro destra e di centrosinistra vogliamo iniziare ad essere almeno conseguenti a ciò che si dice? La vogliamo smettere di speculare sui problemi della gente? Proprio adesso che il Paese avrebbe bisogno di essere unito, è insopportabile avere ancora a che fare con gli avvelenatori di pozzi, con i solisti della politica, con gli sfascisti, di qualunque parte essi siano. Questa seconda ondata è più difficile soprattutto psicologicamente perché la  gente è più stanca, più povera, più sola.

Tutto serve, tranne la speculazione a fini elettorali: non ora, non adesso!!

Diario di un cassintegrato

Non ero riuscito nemmeno a finire di leggere l’ordinanza regionale del neo-Presidente Giani ed il DPCM del Governo Conte che io e quasi tutti i miei colleghi, come tanti altri lavoratori in tutta Italia, eravamo già in cassa integrazione. Un devastante dejà-vu, uno sconfortante salto indietro nel tempo. La cassa integrazione, di nuovo, ancora, un’altra volta: dopo i mesi di marzo, aprile e maggio siamo di nuovo nella stessa situazione con gli stessi timori, le stesse paure, le stesse insicurezze.

Il primo sentimento che si prova quando si viene messi in cassa integrazione, quello più netto, quello che ti mangia dentro è il sentimento dell’inutilità. Quel sentirsi un sovrappiù, un qualcosa di cui si può fare a meno, un oggetto che non si vede l’ora di poter mettere in un frigorifero pronto ad essere tirato fuori in caso di necessità. Il secondo sentimento è quello dell’impotenza, del non poterti opporre ad una decisione che ti arriva addosso e ti entra dentro come l’umidità nei giorni piovosi e nebbiosi di novembre. Ma ciò che ti mangia completamente l’anima è sapere che anche stavolta, come a primavera, il periodo di non lavoro sarà professionalmente del tutto inutile e, nel caso si ripresentasse la stessa situazione, potrai nuovamente trovarti in cassa integrazione. 

Spesso viene detto che i periodi di crisi nascondono delle opportunità. Nel mio caso, durante lo scorso lockdown, mi sono guardato dentro ed ho trovato la volontà e la forza di comunicare tutto ciò che adesso trovate in questo mio blog; sono dunque uscito dal primo periodo sofferente ma certamente più forte e credo anche più completo. Ma tutto ciò è avvenuto solamente grazie a me stesso, non perché qualcuno mi abbia aiutato. Questo periodo di forzata sospensione dal lavoro potrebbe, ed anzi dovrebbe, essere un’occasione di crescita anche dal punto di vista professionale, dovrebbe insomma diventare una risorsa! Potrebbe nascere in queste settimane l’idea lavorativa di domani!

Quante volte abbiamo sentito dire che l’Italia dovrebbe investire nella formazione, nella digitalizzazione, nell’alfabetizzazione digitale? Quale miglior momento di questo? Quale miglior momento di quello che stiamo vivendo? Tutti ci invitano a stare a casa, a limitare gli spostamenti, ad azzerare quasi del tutto i contatti sociali non necessari (come se poi ce ne fossero di contatti sociali non necessari….mica siamo delle piante!!!)

Ed allora che aspettiamo? Non solo lo stato, ma anche le aziende private dovrebbero creare delle interconnessioni tra i dipendenti in cassa integrazione! Stimolino l’apprendimento ad esempio delle lingue, la conoscenza di nuovi sistemi operativi e gestionali, organizzino riunione virtuali su alcune delle migliaia di piattaforme esistenti per fare formazione! In tantissime aziende, sappiamo tutti che l’aggiornamento è demandato solo alla volontà del singolo lavoratore: quale migliore occasione di questa? Il paese sta reagendo a questa seconda ondata in modo assai diverso dalla prima: c’è sfiducia, c’è cattiveria, c’è invidia ed il motivo è semplicissimo anche se nessuno sembra averlo capito…..

LA GENTE NON SI SENTE COINVOLTA, SI SENTE ABBANDONATA A SE’ STESSA!!!

Certo l’aspetto economico è importante, anzi fondamentale ed in questo gli ammortizzatori sociali sono la base della nostra pace sociale: ma davvero credete che la gente vada a lavorare solamente per il giorno in cui si riscuote? Davvero credete che un paese possa diventare la settima potenza mondiale con questa mentalità? L’Italia è diventata grande nel mondo per l’ingegno, le bellezze, le eccellenze…in una parola per la CULTURA!!! L’Italia di domani passa dalla conoscenza, quella conoscenza che permette di capire l’esistente per progettare il futuro. Non sprechiamo un’altra opportunità, pensiamoci adesso!

Vorrei, ma non posso

Ve la ricordate la hit dell’estate 2016 di Fedez e J-Ax (in realtà il titolo era “Vorrei ma non posto”)? Ecco, la politica del governo italiano delle ultime settimane sembra voler ricordare il tormentone di allora: chiudo, non chiudo, alle 23 anzi alle 18, faccio giocare invece sospendo.

Come già scritto nello scorso articolo che trovare linkato, Conte e la sua squadra hanno perduto del tempo prezioso nelle scorse settimane ed adesso, pubblicando il terzo DPCM negli ultimi 11 giorni, sono costretti a rincorrere. Rincorrere i contagi, i tracciamenti, i posti in terapia intensiva, la pandemia. Il tempo perso, unito ad atteggiamenti scriteriati di tanti cittadini guidati da politici senza scrupoli e virologi che non azzeccano mai una previsione, ci hanno fatto precipitare nuovamente in quei meandri ansiogeni in cui tutti i giorni si aspetta il numero dei positivi per cercare di capire cosa ne sarà del nostro futuro.

Il titolo di questo articolo riassume gran parte delle decisioni assunte da Conte e dal governo: i ristoranti ed i bar ad esempio, chiuderanno alle 18,00, mentre nelle scuole superiori si chiede di raggiungere il 75% di didattica a distanza. Si chiudono i teatri, i cinema, le gare degli sport dilettantistici, le piscine, le palestre e finalmente le sale bingo. Si demandano però ai Sindaci ed ai Presidenti di Regioni possibili coprifuoco in determinate zone delle città e con orari flessibili. La speranza è che tutto questo sia sufficiente e che i risultati inizino ad arrivare velocemente perché, contestualmente alle decisioni del governo, nel paese cresce la rabbia che viene sempre più facilmente strumentalizzata da frange estreme che si insinuano nello scontento sociale. I risultati sanitari poi, dovranno essere accompagnati da sostegni economici rapidi per quelle categorie più colpite dalle misure del DPCM di domenica.

Se però siamo arrivati a questo drammatico punto, qualcuno dovrà pur essere chiamato a rispondere delle proprie responsabilità. Quando il Ministero della Salute negli ultimi mesi ha messo a disposizione delle sanità regionali materiale e denaro come mai era successo negli ultimi 20 anni, alcuni presidenti di Regione cosa hanno fatto? Come mai in alcune regioni non sono stati predisposti i letti di terapia intensiva per i quali sono stati inviati materiale e soldi? Come mai in alcune parti d’Italia i ventilatori polmonari sono stati chiusi in un magazzino anziché essere messi in corsia? Quando tutto sarà finito qualcuno sarà chiamato a rispondere di tutto ciò? O si continuerà a sbraitare come quelli che adesso si chiedono cosa abbia fatto il governo per prevenire la seconda ondata, ma hanno passato tutta l’estate a creare assembramenti ed a raccontarci che il virus era morto?

Eppoi non dimentichiamo lo scandalo del trasporto pubblico locale…. Abbiamo ancora un Ministro? La De Micheli è ancora in carica? Ci voleva che scoppiasse nuovamente la pandemia per capire che la capienza all’80% sui mezzi pubblici è pura follia? Era necessario aspettare oltre un mese di scuola per iniziare ad utilizzare i bus turistici? Era così difficile prevedere che, in assenza di un reale scaglionamento orario dell’ingresso dei ragazzi a scuola, gli studenti si sarebbero ammassati sui bus, nelle metro, nei treni nelle stesse fasce orarie? Ed in tutto questo, mentre altri ministri ci hanno sempre messo la faccia, De Micheli è sparita: nessuna decisione, nessuna idea, nessuna alternativa. In tanti hanno criticato e talvolta denigrato la Ministra Azzolina per le gestione della scuola, ma almeno dal punto di vista sanitario, il sistema scolastico sta reggendo. Non si capisce francamente perché De Micheli stia uscendo indenne da ogni critica, da ogni lamentela.

Anche se è difficile, perché siamo tutti stanchi ed arrabbiati, cerchiamo di seguire le regole! Mascherina, distanziamento, igiene delle mani!!